Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 12/7/2012 alle 13:22


L’appello del Capo dello Stato
ai partiti affinché il Parlamento approvi, anche a maggioranza, la legge elettorale significa che non c’è più speranza per la riforma della Camera e del Senato e per la riduzione dei parlamentari.
Smetta dunque il Pdl di prenderci in giro con l’approvazione impossibile del “semipresidenzialismo” che richiederebbe una profonda revisione della Carta costituzionale e che in realtà è solo il tentativo di menare il can per l’aia in attesa di sapere cosa farà Berlusconi.
La legge elettorale in vigore non ha bisogno di qualche modifica ma di una profonda revisione.
I problemi principali sono: 1) la restituzione al cittadino del diritto di scegliere i propri rappresentanti; 2) il premio di maggioranza con la conseguente possibilità che la sera stessa delle elezioni si sappia chi ha conquistato il dovere di governare.
Sul primo punto, credo che la proposta dei collegi uninominali (Pd) sia la più corretta, ma solo con l’obbligo delle primarie per decidere i candidati. Altrimenti sarebbe la conferma del diritto di vita o di morte delle segreterie nazionali sui parlamentari.
Non condivido invece affatto la demonizzazione che il mio partito sta conducendo sulle preferenze che sarebbero un fattore di corruzione. Come se in questi anni non ci fosse stata corruzione grazie al Parlamento dei nominati.
Sul secondo punto, posto che è sbagliato che un partito o una coalizione che ottenga (supponiamo) il 30% possa raggiungere la maggioranza assoluta, il nodo è se dare il premio al partito o alla coalizione che raggiunge più voti. Chi vuole le mani libere per il dopo elezioni preferisce un premio debole al partito più votato. Chi vuole una forma di bipolarismo preferisce il premio di coalizione.
La mia idea è di rafforzare l’opportunità che il cittadino elettore sia arbitro della scelta del governo oltre che del partito e dei candidati. Se poi chi vince sente il bisogno di allargare ulteriormente l’area della maggioranza può sempre farlo.
PS (Per l'esigenza di sintesi ho semplificato molto, ma la discussione potrà colmare lacune e insufficienze).  

Commenti dei lettori: 49 commenti -
Non ho capito niente. E con me non hanno capito niente i 49.783.626 potenziali elettori. Non la si può fare più semplice? E se fosse tutto così complicato solo per incularci? Sono decenni che lo fanno, e così bene che nel momento in cui ci appare qualcuno alle nostre spalle pensiamo che sia l’angelo custode.
Scritto da Claudio Ennam il 12/7/2012 alle 13:21
Nella legge elettorale ci metterei anche una bella soglia di sbarramento del 5/6%, come in Germania, cosicché i piccoli partiti non entrino in Parlamento o abbiano al massimo un "diritto di tribuna" il che significa pochissimi parlamentari per illustrare le proprie posizioni.
Scritto da Francesco C. il 12/7/2012 alle 14:18
Titolo azzeccato e saporito. La legge elettorale come l'araba fenice: "che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa". Poveri partiti. Un governo di tecnici nei loro confronti fa un figurone.
Scritto da Qualunquista il 12/7/2012 alle 14:35
Nutro forti timori che la riforma non si faccia. Se si dovesse andare a nuove elezioni con la vigente legge elettorale c'è da temere che aumenterà ancora l'astensionismo. D'accordo con quanto esponi, aggiungo che è altrettanto importante che si cambino le "facce". Pur non essendo un "rottamatore" affermo che c'è bisogno di aria nuova e di un programma credibile: pochi punti, ma chiari.
Scritto da Angelo Eberli il 12/7/2012 alle 15:21
Non ho compreso la pregiudiziale del Pd sulle preferenze. Sono in vigore nei comuni e nelle regioni. Non penso si vogliano eliminarle anche lì. Mi sembra piuttosto il tentativo di tenere sotto controllo i parlamentari che, se eletti con le preferenze, potrebbero rispondere di più agli elettori che ai capi partito.
Scritto da A.F. il 12/7/2012 alle 15:22
Per far cambiare aria al Parlamento servono una nuova legge elettorale e primarie ben fatte. Ho ancora fiducia nel Pd.
Scritto da Luisa B. il 12/7/2012 alle 16:11
Caro Giuseppe concordo abbastanza con te. Personalmente credo che la soluzione del problema “legge elettorale” debba vertere su due scelte: a) il cittadino sceglie il proprio candidato, b) il cittadino deve sapere prima del voto la coalizione che intende governare. Queste due considerazione mi portano a preferire un sistema che preveda la preferenza ( meglio se multipla ) e quindi proporzionale con soglia di sbarramento e premio di maggioranza tra il 10 e il 15%. Quando leggo del dibattito presente circa la legge elettorale mi viene in mente la c.d. “legge truffa” che mantenendo il sistema proporzionale garantiva un minimo premio di maggioranza alla coalizione o al partito che ottenesse il 50%+1. Mi viene in mente perché se allora fosse passata e “truffa” non era molti problemi di oggi non ci sarebbero. Un ultimo ricordo. La proposta del senatore Ruffilli ucciso a suo tempo dalle BR era ed è, a mio parere, ancora un buon viatico per una legge elettorale. Detto questo la mia preferenza va sul modello tedesco, ma con le preferenze. Un modello che ti fa dire con chi ci si vuol alleare e che se non ottiene i numeri ti permette di fare la “grande coalizione” se necessaria. Ovviamente occorre, come sempre, anche una cultura istituzionale e una cultura del rispetto delle differenze. Occorre il senso delle Istituzioni e il senso del rispetto dell’ avversario con cui, in politica e per il bene del Paese, posso, talvolta anche associarmi. Due cose che mi sembra manchino nel nostro Paese.
Scritto da roberto molinari il 12/7/2012 alle 16:35
Il vero problema è che la redazione della proposta di legge non si dovrebbe lasciare interamente nelle mani dei politici (e delle loro lobbies) ma assegnata ad un pool di esperti in materie giuridiche. Anche se ciò non è totalmente risolutorio perché questi consulenti vengono nominati dai politici (in egual misura da minoranza e da maggioranza) e da questi subiscono pressioni. Io sono contrarissima allo sbarramento. Sarebbe come togliere la libertà. Ma è un’opinione mia e immagino anche minoritaria e difficile da far capire alla gente. Sarebbe interessante che Adamoli ci raccontasse dei motivi per i quali si è arenata la legge elettorale regionale nella scorsa legislatura. Temo succeda anche in questa, soprattutto se si dovesse troncare l’anno prossimo.
Scritto da eg il 12/7/2012 alle 16:54
Per fortuna c'è il presidente Napolitano che mette continuamente il sale sulla coda dei partiti. Sono del Pd e apprezzo Bersani ma questa insistenza sul doppio turno che confligge con l'idea della coalizione _ che lui vuole - e il rifiuto delle preferenze mi danno il segno di un partito in leggera confusione. Spero tanto che l'assemblea di sabato chiarisca un pò le cose.
Scritto da Francesco P. il 12/7/2012 alle 17:24
Dove sono a ndate a finire le promesse sul dimezzamento dei parlamentari? Perchè mai debbono mentirci così spudoratamente? Le mie sono domande retoriche le cui risposte le conosco molto bene. Abbiamo un parlamento pieno di paraculi (non è una parolaccia), ma un modo per contrassegnare chi pensa solo al proprio tornaconto.
Scritto da L. Rossini il 12/7/2012 alle 18:09
Caro @Roberto, sulla legge “truffa” hai perfettamente ragione. Sul proporzionale alla tedesca (con la soglia di sbarramento e la sfiducia costruttiva) ho ancora delle riserve perché non vorrei che alla fine risultasse la chiave del “paradiso” per i furbi che si attestano al centro e poi corrono a “soccorrere” il vincitore. Le alleanze dovrebbero essere enunciate con chiarezza prima del voto. Le grandi coalizioni possono essere solo il risultato di un pareggio sostanziale che metta il Parlamento non in grado di nominare un governo che governi sul serio. Confermo che, in particolare su questa materia, mi piace coltivare il dubbio perchè la nostra condizione politica è oltremodo complessa.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/7/2012 alle 18:29
Cara @eg, sulla legge elettorale regionale avevo pronta una bozza di progetto sulla quale al momento dell’approvazione dello Statuto avevo già raccolto un parere preliminare positivo, quasi unitario. Non è stata portata a termine per una serie di ragioni tra cui: l’eliminazione del famigerato listino del presidente; l’introduzione del principio di non rieleggibilità del presidente dopo due mandati consecutivi, una leggera riduzione del premio di maggioranza; un riequilibrio uomo-donna nella rappresentanza in Consiglio. Tutte norme che, alla luce dei fatti successivi, erano meritorie di essere approvate all’unanimità.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/7/2012 alle 18:35
Questa mattina Michele Ainis scriveva questo: "La linea ufficiale del Pd è il doppio turno, la bozza Violante punta al proporzionale, i veltroniani spingono per il modello spagnolo, i prodiani vorrebbero riesumare il Mattarellum". Sono affezionato al Pd ma credo che occorra più chiarezza e determinazione.
Scritto da G.G. il 12/7/2012 alle 20:01
A Tg3 Linea Notte, ieri sera la Berlinguer ha ospitato Enrico Letta, Quagliariello e la giornalista Meli. Contraddistinto dalla nota pacatezza (che un po’ si confondeva con la stanchezza che in quel momento già stava agendo, a tratti gli occhi tendevano a ridursi a fessura), Letta diceva che qualsiasi legge elettorale dovesse essere approvata, anche quella fortemente compromissoria con il PdL, sarebbe sicuramente meglio del Porcellum. Peggio del Porcellum non c'è nulla, ripeteva. E ripeteva. E intanto si autoconvinceva. Quagliariello arrancava dietro Letta, naturalmente con qualche ovvio distinguo. Entrambi galleggiavano nella vacuità parolaia. E ne erano consapevoli, ma anche questo è palcoscenico. Incalzante (o nervosa?) la Berlinguer mentre rassegnatamente lucida la Meli (che con la dolce metà di Letta, Gianna Fregonara, divide la rubrica “Politicamente scorrette”, Corriere della Sera). Nel tentare di illustrare formule elettorali, i due sembravano avulsi dalla realtà. Due marziani. Si è capito poco. Colpa dell’ora tarda? La Meli e la Berlinguer (che conoscono bene i “loro polli”) hanno apertamente irriso quella che già si preannuncia come un'accozzaglia di articoli di legge alla quale verrà dato il nome di “nuova legge elettorale bipartisan”. Peccato, perché Letta ce la può fare, sta iniziando a piacermi: non è un baciapile, è discreto, non è un modernista (nell’accezione negativa del termine), gli hanno detto di fare il vicesegretario e lui lo fa senza inventarsi troppe iniziative o colpi di testa che gli diano pubblicità, è “moderatamente bersaniano”, è educato ed ha quell’intriganza tipica dei timidi e sornioni. E, soprattutto, non mi pare un “bastardo inside”. Per esempio, se si trovasse ad applicare norme dure ai dipendenti pubblici (come quelle spagnole), sarebbe consapevole di operare una bella carognata. Altri del Pd, magari qualche giuslavorista famoso, le riterrebbero invece giuste. Ed è per questo che, a differenza di @Simone Franceschetto, io non sto a contare il numero di legislature che ha accumulato Letta. Ma sono ancora meno d’accordo con @FrancescoG. che nell’altro post mi scrive: “ … E' più corretto trovare e condividere, insieme, un altro ruolo o comunque, un altro approccio”. Vedi, caro Francesco, un’anomalia della nostra politica è proprio questo continuo “trovare un altro ruolo” (nomine, incarichi, consulenze) per persone prive di competenze e rimaste disoccupate dalla politica. Tornassero a fare il lavoro che facevano prima. Se lo facevano.
Scritto da Evangelina Ranquileo il 12/7/2012 alle 20:21
Rutelli ha appena dichiarato la discesa in campo di Tabacci quale candidato dell’API per le primarie del centrosinistra. Intanto, data la vicenda-Lusi, a livello di immagine sarebbe stato auspicabile un passo indietro di Rutelli. Tale candidatura avrebbe potuto essere ufficializzata da un altro membro del direttivo nazionale, non so, da Pino Bicchielli o da Pino Pisicchio che sono due nomi molto noti e rappresentativi a livello nazionale. Oppure, se avessero voluto dare un valore aggiunto a tale candidatura, avrebbero potuto affidarne l’annuncio a Santo Domenico Versace, anch’egli componente il direttivo. La notizia avrebbe avuto un’altra “veste”, se non proprio di investitura almeno di “vestimenti”. A proposito, è stata resa nota la “linea Versace” per la stagione elettorale primavera 2013? E persino Zanone (classe 1936), anch’egli membro del direttivo Api, sarebbe stato più idoneo di Rutelli a darne notizia. Siccome, per il momento, stanno pervenendo solo candidature moderate (Tabacci, Boeri, Renzi e Bersani che si è autodefinito “moderatamente bersaniano”), una possibile candidatura di sinistra potrebbe essere quella di Squinzi. In fondo, nella coalizione di centrosinistra, qualcuno che dialoghi con la Cgil ci vuole.
Scritto da Evangelina Ranquileo il 12/7/2012 alle 21:42
Sono per le preferenze. Tutto il resto è fuffa se vogliamo scegliere noi i nostri parlamentari. Parlo per tutti i partiti, anzi per quelli di destra è ancora peggio.
Scritto da Fab il 12/7/2012 alle 21:48
@Evangelina Ranquileo, ieri sera hai capito poco da Letta e Quagliarello. Io non ho capito molto nemmeno dal post di Adamoli, anche se di solito sa spiegarsi bene. Il fatto è che la materia è intricatissima. Se fosse sottoposta a referendum sarei in difficoltà a scegliere. Vuoi mettere per esempio: "sei per il divorzio o contro", oppure "sei per l'aborto o contro". Qui è un vero caos, siamo costretti a fidarci di quello che ci propinano. Io sento in questa maniera.
Scritto da Emanuela il 12/7/2012 alle 22:04
Il sistema elettorale è marcio, ha un solo pregio fra tanti enormi difetti: la sera delle elezioni si sa chi ha vinto e hanno deciso gli elettori. Vuoi vedere che tolgono l'unico pregio senza cambiare i difetti?
Scritto da Prodiano orgoglioso il 12/7/2012 alle 23:10
Cara @Evangelina, dici che Enrico Letta comincia a piacerti perché non è un baciapile, è discreto, non è un modernista: “gli hanno detto di fare il vicesegretario e lui lo fa senza inventarsi troppe iniziative o colpi di testa che gli diano pubblicità”. Ecco, io ero e resto di un altro avviso. L’avrei visto molto meglio, e glielo avevo detto in pubblico e in privato, come presidente dei deputati. Da vicesegretario, proprio per le caratteristiche umane che tu hai messo in luce, rischia di rimanere troppo nel cono d’ombra di Bersani. Non è di questo che il Pd ha bisogno in questo momento.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/7/2012 alle 08:06
Il tuo amico Bruno Tabacci si è candidato anche lui alle primarie del centrosinistra. C'è ormai una sfilza di pretendenti alla candidatura a premier. Come vedi Tabacci?
Scritto da Lorenzo il 13/7/2012 alle 09:19
@Lorenzo, è difficile vedere Tabacci: è piccolissimo. Un giorno è entrato nel mio negozio che ha un bancone di quelli vecchi, molto alto. Sentivo una voce ma non vedevo nessuno. Mi sono spaventato al punto che ho chiamato una medium che abita al piano di sopra. "Vieni, Alba, sento delle voci". Lei è entrata subito in negozio, interessatissima, e dopo un attimo mi ha detto: "non sono entità spiritiche, è Tabacci che ti sta chiedendo camicie di raso".
Scritto da Claudio Ennam il 13/7/2012 alle 10:09
La legge elettorale e' talmente urgente, e tanta la fretta messa dal capo dello stato, che se ne riparlera' ad ottobre. Di primarie e regolamenti, naturalmente, fino a quella data non se ne parla. Questo partito non e' piu' una cosa seria. Chi puo' fare qualcosa per cambiare questa linea suicida, lo faccia ora, oggi, altrimenti ne e' complice.
Scritto da Lorenzo M. il 13/7/2012 alle 10:24
Effettivamente "Araba fenice" è la definizione giusta. Dove sia il nuovo progetto di legge elettorale nessun lo sa. Intanto Berlusconi si prepara facendo saltare le primarie del Pdl. Il Pd non farà la fine della famosa macchina da guerra di Occhetto nel 1994 ma deve stare molto attento. Con quale programma vuole governare? Sarà simile a quello di Monti o no? Bersani è bravo non so se è il condottierio adatto per questo mare in tempesta.
Scritto da Bortoluzzi il 13/7/2012 alle 10:36
Non si tratta solo di restituire agli elettori il diritto di scegliere deputati e senatori. Bisogna anche evitare la frammentazione e abolire un premio di maggioranza per delle coalizioni così ampie e disomogenee da impedire di fatto il governo dell'Italia. So che non si può ma solo un decreto del governo sottoposto al Parlamento potrebbe risolvere il problema.
Scritto da Una Pd Brescia il 13/7/2012 alle 10:50
Caro @Lorenzo (9.19), io e Bruno Tabacci siamo amici da molto tempo. Questo non ci ha impedito di scegliere, anni fa, una strada diversa, addirittura contrapposta. Che abbia deciso di giocare questa partita nel centrosinistra non è una sorpresa per me e mi fa piacere. Vedremo che sviluppo avranno le elezioni primarie e poi ne parleremo. Intanto gli faccio i miei auguri.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/7/2012 alle 11:02
Grazie ad @Adamoli per la risposta. Per @Evangelina R., Francesco G., @Simone F.: una l.r. lombarda sulle nomine, che anche Adamoli conosce, dispone che l’aver ricoperto, per almeno 5 anni, la carica di parlamentare, consigliere regionale, presidente o assessore regionale, presidente o assessore provinciale, sindaco o assessore di comune con popolazione superiore a 15.000 abitanti, è equiparato all’esperienza professionale e dirigenziale maturata nella materia attinente l’ente interessato dalla nomina. Si deduce che coloro che abbiano avuto una carica politica difficilmente rimarranno disoccupati. E' anche su queste anomalie che bisogna indignarsi, @Simone, non solo sul numero delle legislature. Emblematico, a mio giudizio, il rinnovo del Corecom avvenuto 2 anni fa. Professionisti bravi come Fausto Colombo, docente della Cattolica (proposto dall'ala cattolica del Pd) vennero sacrificati, a testimonianza del fatto che Pd e Sel non trovano accordi sulle primarie ma, guarda caso, sulle nomine sì. Il Pd ha ancora un buon numero di dirigenti, appartenenti ad una determinata fascia generazionale (anni Cinquanta), che non hanno mai avuto una professione vera e propria se non quella di funzionari di partito. Terminate le legislature nei vari organi elettivi, il partito si occupa ancora di loro, trovandogli una 'occupazione' adeguata allo standard precedente, sia dal punto di vista remunerativo che della visibilità. Non esiste la CIG in politica.
Scritto da eg il 13/7/2012 alle 11:32
Scrivo per metafore. Non conosco la complessione di Bruno Tabacci ma è un nano politico e la sua etica è rasoterra. Un democristiano che si candidi premier nel PD ha tutto il mio disprezzo. Io vesto le persone ma non cambio loro d’abito.
Scritto da Claudio Ennam il 13/7/2012 alle 12:17
@ Evangelina Ranquileo. Il concetto di posteggiare persone con cariche varie non era quello a cui mi riferivo. Il senso è di non sprecare le esperienze nel e per il partito. Non altrove. Il parallelo con le società sportive mi sembrava chiaro. Grazie per la possibilità di poterlo spiegare. PS: il posteggiatore di anime perse è proprio l'ultima cosa che penso di essere.
Scritto da FrancescoG. il 13/7/2012 alle 12:47
C.v.d. - Come volevasi dimostrare: il declassamento di Moody conferma la sfiducia per il futuro prossimo del Paese. Causa prima della sfiducia è l'irresponsabile inettitudine della classe politica. L'oziosa chiacchiera sulla legge elettorale, il silenzio sulla riforma del sistema (numero eletti, drastica riduzione dei costi, soluzione del nodo bicamerale), mentre la scadenza delle elezioni politiche si avvicina, giustifica e motiva la sfiducia e penalizza pesantemente finanza ed economia italiane (con spread sempre più prossimo al livello d'allarme di 500 punti). Ma ha precedenti storici divenuti proverbiali: mentre i Turchi di Maometto II stavano per espugnare Costantinopoli (1453) ponendo fine al millenario impero romano d’Oriente, i teologi bizantini continuarono le loro sterili, secolari disquisizioni sul sesso degli angeli. Così il Parlamento della Repubblica italiana, nata dalla Resistenza! Per nostra fortuna ci viene in aiuto Silvio Berlusconi che, ricandidandosi per l'ennesima volta, trasforma il dibattito politico nel referendum pro o contro il ventennale co-protagonista delle nostre disgrazie. “Io venni in luogo d'ogni luce muto, / che mugghia come fa mar per tempesta, / se da contrari venti è combattuto”.
Scritto da ulderico monti il 13/7/2012 alle 13:49
Se dovessimo guardare solo al successo ottenuto fuori dalla politica, allora Berlusconi sarebbe il migliore di tutti mentre D'Alema, Veltroni, Vendola e molti altri sarebbero da licenziare in tronco. Vogliamo capire che anche la politica è una professione nella quale alcuni eccellono ed altri meriterebbero legnate anche sono stati o sono buoni professionisti?
Scritto da Mario A. il 13/7/2012 alle 13:57
Più che la legge elettorale m'importerebbe della legge costituzionale per eliminare il Senato, dimezzare i parlamentari, cancellare tutti gli enti inutili. Di tutto questo dopo tante parole vuote non vedremo niente di niente. Altro che lamentarsi dell'antipolitica, crescerà sempre di più.
Scritto da Tommaso F. il 13/7/2012 alle 14:12
@Ulderico Monti. Quando ho scritto il mio commentino non avevo ancora letto il tuo. Vedo che siamo tanti a pensarla così. I capi di Roma discutono sulla legge elettorale per far dimenticare che hanno fallito sulla riforma dello Stato.
Scritto da Tommaso F. il 13/7/2012 alle 15:40
Stefano Boeri e Bruno Tabacci, assessori a Milano, si sono candidati alle primarie per la leadership del centrosinistra. Perchè non si candidano per sostituire Formigoni in Regione? Sarebbe meglio per loro e per il Pd.
Scritto da Nicola il 13/7/2012 alle 15:48
@e.g. scrive che una l.r. (leggenda regionale??) lombarda sulle nomine, nota ad Adamoli, fa sì che non rimangano disoccupati gli ex-eletti dopo il fine mandato. Potrei sbagliarmi, ma ne dubito, e raccontarvi che anche in Piemonte si rispetta più o meno la stessa regola non scritta. Là sono PD, IdV, UDC in Provincia che trovano la quadra con la Lega in Regione sulle nomine in enti a partecipazione pubblica. Per qualche persona capace si dovrebbe consentire una tale regola in modo da mantenere le competenze, ma che valga anche e soprattutto per gli incompetenti purchè ubbidienti è un abominio. Altro che revisione della spesa pubblica! E questa dovrebbe essere la concertazione tanto biasimata da Monti l’altro giorno e che deve finire!
Scritto da Nicoletta il 13/7/2012 alle 15:52
@Ulderico Monti e @Tommaso F. - Mettevo anch'io la riforma dello Stato e del Parlamento in testa alle priorità. Ora purtroppo non c'è più tempo e tutto dovrà essere rinviato alla prossima legislatura sperando che sia davvero "costituente". Non condivido però la svalutazione che fate della riforma elettorale. Conosco il pensiero di @Ulderico: "quando voto metto un segno sul simbolo del partito, il candidato m'interessa poco." Ho un'altra idea della scelta dei rappresenanti del "popolo" ma, al di là di questo, la legge elettorale serve per ben altro. L'attuale premio di maggioranza è abnorme, assurdo, incoraggia le coalizioni ad accettare tutti anche i più lontani sui programmi per prendere un voto in più dell'avversario. Caro @Ulderico perché non ci confrontiamo anche su questi aspetti?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/7/2012 alle 15:57
Caro Giuseppe Adamoli, tu scrivi: “Mettevo anch'io la riforma dello Stato e del Parlamento in testa alle priorità. Ora purtroppo non c'è più tempo e tutto dovrà essere rinviato alla prossima legislatura sperando che sia davvero "costituente”. Questo è il punto dirimente che della questione politica ne fa una questione di etica su cui si decide la fiducia o la sfiducia ad un partito. Che non ci sia più tempo per una riforma fondamentale, improrogabile per moralizzare la Repubblica è colpa grave, che spezza il rapporto di fiducia che lega il cittadino militante al partito e all'area di riferimento. E' colpa grave perchè esiste il dolo di non adempiuto al dovere, di più, all'obbligo morale di porre il bene comune – il bene della Repubblica, perdio! - al di sopra degli interessi di casta. E se la nave dell'etica fa naufragio, che vale discutere degli artifici per nominare ammiragli e nostromi?
Scritto da ulderico monti il 13/7/2012 alle 17:24
@Giuseppe Adamoli. Sintetizzi la mia posizione sulla questione delle preferenze in modo in cui sostanzialmente mi riconosco: “quando voto metto un segno sul simbolo del partito, il candidato m'interessa poco". Anche se la penso in modo un po' più articolato: i candidati nelle liste sono approvati dal partito che ne garantisce tutte le virtù necessarie. La grande maggioranza dei cittadini non conosce i candidati, al più per sentito dire, e vota il partito. E' un rapporto fiduciario che è esemplare per il candidato al Senato, uno e uno soltanto. Un rapporto di fiducia, dunque, che collega il cittadino all'area e partito di riferimento. Ma se, come ho già argomentato, la fiducia naufraga, vanno a fondo – perchè non più credibili – anche i meccanismi elettivi.
Scritto da ulderico monti il 13/7/2012 alle 17:40
Sulla legge elettorale non mi sembra il caso di metterci troppo entusiasmo e di alimentare eccessive aspettative. Qualunque sia la legge, questa sarà a termine, nel senso che il nuovo Parlamento dovrà necessariamente varare una riforma istituzionale che comporterà una nuova ulteriore revisione delle formule elettorali. Detto questo, considerato il poco tempo a disposizione, mi limiterei ad emendare il porcellum su un punto fondamentale: la reintroduzione della preferenza per rompere l’attuale predeterminazione dispotico/oligarchica degli eletti da parte dei vertici dei partiti. Non credo che la restituzione agli elettori del potere di scelta passi attraverso l’introduzione dei collegi uninominali che, oltre a mantenere saldo il controllo sugli eletti da parte delle segreterie di partito, favorirebbero la riedizione di quel mercato delle vacche che ha già contraddistinto le competizioni elettorali del 1994 e 1996, quando ai territori venivano imposte da Roma candidature esterne nei collegi dove più elevate erano le probabilità di elezione. Ho partecipato ai famosi tavoli regionali dei Progressisti (1994) e dell’Ulivo (1996) e ben ricordo la mattanza delle candidature sostenute dalle realtà territoriali… L’attribuzione del premio di maggioranza al partito che abbia ottenuto più voti la trovo, poi, una vera e propria truffa che imporrebbe necessariamente il ricorso alle barricate da parte degli elettori. Se si vuole emendare l’attuale sistema delle coalizioni e dei collegamenti tra le liste, allora si abbia almeno il coraggio d’introdurre il doppio turno oppure di tornare al proporzionale. In conclusione, porcata per porcata, tanto vale mantenere, per la prossima tornata elettorale, l’attuale “porcellum doc” con la sola introduzione delle preferenze nella scelta dei candidati. Si tratta di fare una legge semplice semplice, di un solo articolo. Tutto il resto sono tatticismi per mantenere le cose come stanno. Per quanto riguarda Tabacci avrebbe fatto meglio a “conservarsi” come candidato alle regionali, con queste primarie rischia di bruciarsi.
Scritto da Leonardo C. il 13/7/2012 alle 19:47
Per @Nicoletta: magari fosse una ‘leggenda regionale’ al pari delle leggende metropolitane :-) Purtroppo è una produzione normativa vera e propria, del 2009, che ricalca una precedente legge regionale del 1995. Come dire … affonda le radici in tempi lontani. Almeno il Trota il titolo di laurea e di specializzazione in economia aziendale se l’è dovuto comprare in Albania! Con questa legge regionale, invece, anche un assessore di un comune superiore ai 15.000 abitanti privo di diploma di scuola superiore, grazie alla carica politica ricoperta acquisisce i titoli per entrare, per esempio, nel CdA di una partecipata. Nell’era del merito, mi pare un po’ troppo poco. E’ vero, mi risulta che in Regione Piemonte le maglie siano addirittura più larghe. Scusa, Nicoletta (ti do del tu, spero sia gradito), mi permetto solo un distinguo al punto dove parli di ‘concertazione’. Quando si parla di nomine, semmai siamo nel campo della consociazione, nel senso che la ‘distribuzione’ delle nomine è il prodotto di accordi ufficiali, ufficiosi, sotto banco, puntini puntini puntini. La concertazione è un’altra cosa e, d’accordo con la Camusso, io ritengo sia di estrema utilità nelle relazioni fra le parti economiche e sociali.
Scritto da eg il 13/7/2012 alle 20:36
Grazie a te, @FrancescoG., anche se con c’era bisogno del tuo chiarimento (12.47), la buona fede di ciò che hai detto è palese. Io parlavo di quanto accade, in generale, nella prassi comune della politica. Credo che il concetto-chiave sia “spirito di servizio”. Nelle scuole di formazione politica organizzate da più parti, anziché insegnare tattiche e strategie, “insegnino” (anche se non è una materia o una teoria) a rafforzare lo spirito di servizio, affinchè non si dissolva in arrivismi e personalismi. In fondo, non è cosa impossibile, nelle nostre famiglie viene già da secoli tramandato e praticato fra coniugi e nei confronti dei figli e degli anziani presenti in famiglia. Ne sto parlando, proprio ora che ti sto scrivendo, con mio marito che condivide, in parte, la metafora calcistica che hai proposto. In parte, perché lui sostiene che il paragone non regga su tutto. Ad esempio: 1) i fuoriclasse del calcio sono bravi veramente. In politica chi è il loro corrispettivo? Si può dire che siano i leader, i segretari? Mah! 2) In politica le panchine sono decisamente più lunghe di quelle del calcio; c’è gente che muore in panchina, senza ricambio. 3) In politica non ci sono i vivai giovanili come nel calcio e nessun politico mostra spirito di servizio per impegnarsi nel NAGC - Nucleo Addestramento Giovani Calciatori o nei CAS – Centri Avvviamento Sport (mio marito sta rispolverando, foto alla mano, tutti gli acronimi che erano presenti sulle sue magliette di calcio). Forse anche questo è all’origine della rottura/competizione fra le generazioni simbolicamente rappresentata dai rottamatori. Un saluto familiare. P.S.: non bastavano le foto, ora mio marito è galvanizzato dai ricordi e sta esordendo con i racconti. Siamo solo ai Pulcini. Interessante, interessante, concilia anche il sonno …
Scritto da Evangelina Ranquileo il 13/7/2012 alle 23:01
perchè non si introduce il principio, o meccanismo, della riduzione del numero dei parlamentari eletti in funzione dei voti validi espressi? gli astenuti non vogliono eleggere nessuno r quindi....nino
Scritto da gaetano nino cattaneo il 13/7/2012 alle 23:19
Sono più interessato alla questione politica vera che al metodo per scegliere i candidati. Se la legge elettorale come scrivono i giornali in ipotesi sarà quella di portare il Pd a stringere alleanza con tutti per vincere e prendere il premio di maggioranza, io sono contro questa strada che ci porterà ad avere una maggioranza non capace di governare.
Scritto da Nicola il 14/7/2012 alle 09:47
Il problema principale non è la legge elettorale "porcata" ma sono i partiti, i leader, gli uomini politici inadeguati. Volete capirlo no? Ha ragione @Lorenzo M.
Scritto da Gallaratese arrabbiato il 14/7/2012 alle 10:17
Molti parlano come se il Pd e il centrosinistra avessero la maggioranza in Parlamento ma il Parlamento è quello di 4/anni fa a maggioranza berlusconiana: Monti cosa potrebbe fare.se non cercare il consenso più ampio sopportando Gasparri, La Russa, Tremonti, Brunetta? Ci ha restituito credibilità in Europa e nel mondo e mi domando dove saremmo con l'avventura delle elezioni anticipate. Lo rammento perchè tanti critici hanno la memoria troppo corta.
Scritto da Simona il 14/7/2012 alle 11:21
Molti parlano come se il Pd e il centrosinistra avessero la maggioranza in Parlamento ma il Parlamento è quello di 4/anni fa a maggioranza berlusconiana: Monti cosa potrebbe fare.se non cercare il consenso più ampio sopportando Gasparri, La Russa, Tremonti, Brunetta? Ci ha restituito credibilità in Europa e nel mondo e mi domando dove saremmo con l'avventura delle elezioni anticipate. Lo rammento perchè tanti critici hanno la memoria troppo corta.
Scritto da Simona il 14/7/2012 alle 11:21
Il bipolarismo che abbiamo conosciuto ha dato risultati grami ma il ritorno al proporzionale lo vedo male. La legge di Calderoli va cambiata in molti punti ma salvando il nucleo centrale delle coalizioni.
Scritto da Una lettrice il 14/7/2012 alle 12:56
@Simona Il PD fa parte della maggioranza che sostiene questo governo. Ne appoggia quindi tutte le scelte, pure se Bersani si premura di dirsi "preoccupato". Cosa questi poi vorra' fare una volta al governo, non e' dato sapere ai poveri mortali. Se il PD non e' in grado di indirizzare la politica del governo, essendo in minoranza in parlamento, cosa ci sta a fare? La carta da parati? Altrimenti, come dovremmo giudicarlo?
Scritto da Lorenzo M. il 14/7/2012 alle 14:32
@ E. Ranquileo. Siamo d'accordo.Il parallelo calcio-politica tiene fino ad un certo punto.Ma come la politica, il calcio nazionale fa fatica a crescere i giocatori. Una volta li si trovavano per strada, ora si deve andare all'estero.C'è bisogno della "mentalità Prandelli" e serve tempo. Spirito di servizio e gratuità, in politica, sono ancora una certezza. Colpiscono in positivo, sono apprezzati da tutti (al netto dei soliti dietrologi). Ne abbiamo, a casa, delle prove quotidiane. Un saluto!
Scritto da FrancescoG. il 16/7/2012 alle 08:35
@e.g. A proposito di concertazione e consociazione, conosco la differenza, la mia voleva essere una reprimenda rispetto all'affermazione di Monti. Purtroppo la parola scritta non consente di trasmettere ironie e sarcasmi, o perlomeno io non sono capace. Concordo sull'utilità della concertazione, anche se devo ammettere che preferisco il sistema tedesco dove i sindacati non hanno bisogno di chiedere o auspicare tavoli di concertazione ma siedono direttamente nei consigli di amministrazione delle grandi aziende. Forse certe ingiustizie concertate, vedi Alitalia o altro, ce le saremmo risparmiate.
Scritto da Nicoletta il 16/7/2012 alle 10:33
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