Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 19/7/2012 alle 09:22


L’assassinio di Paolo Borsellino (foto) esattamente vent’anni fa, quasi due mesi dopo il delitto di Giovanni Falcone, contribuì a decretare la fine di una sistema politico che aveva retto il Paese per quasi 50anni e che era sull’orlo del collasso.
Ancora oggi quella strage di mafia, con i suoi misteri inquietanti, avvelena la vita sociale, la politica, le istituzioni. Da un cittadino comune può alzarsi solo un grido: scoprite la verità, scoperchiate le pentole, non guardate in faccia a nessuno: ex ministri, servizi segreti.
Purtroppo, questa invocazione è diretta ad una magistratura talvolta coraggiosa e perfino eroica, talvolta pigra, litigiosa, arrogante. Una magistratura che, invece che chiudersi a riccio a difesa del proprio status, dovrebbe aprirsi ad una riforma profonda.
Oggi però conta soltanto la preghiera di non coprire verità di Stato che mal si conciliano con la democrazia e con un alto grado di civiltà umana.
 

Commenti dei lettori: 33 commenti -
La legge sulle intercettazioni di cui si parla è probabilmente necessaria ma non dovrebbe assolutamente limitare le indagini di mafia, anche quelle degli anni passati.
Scritto da Roseto senza rose il 19/7/2012 alle 10:29
E' la politica ad aver intavolato la trattativa con la mafia, cosi' come sempre la politica a bloccare la magistratura, tagliando mezzi e risorse o promulgando leggi che la salvino da inchieste, processi e condanne. Solo dopo il crollo, spero imminente, di questa si potra' avere la verita' su Borsellino.
Scritto da Lorenzo M. il 19/7/2012 alle 10:52
Rassegnata dall'irreversibilità sia degli insabbiamenti di Stato che della 'questione meridionale' (due aspetti distinti che spesso si incrociano) preferisco soffermarmi, con l'ilarità che mi proviene da Benigni, su quest'ultima rievocando i tre problemi che affliggono la Sicilia: l'Etna, la siccità e il traffico. Nient'altro. Vent'anni dopo abbiamo Lombardo, sostenuto dal Pd della Finocchiaro, il cui marito, dr. Melchiorre Fidelbo, qualche affare con la sanità siciliana l'ha fatto. Si sa niente di Ustica? Spiace doverlo scrivere in un blog di un politico proveniente dalla DC ma la storia di questo partito, in Sicilia ma non solo, si è da sempre intrecciata con quella della mafia. Anche la 'parte buona' della DC non ha mai contribuito a fare chiarezza, attraverso i suoi uomini al governo, nemmeno sulle stragi di Stato.
Scritto da eg il 19/7/2012 alle 11:03
La legge sulle intercettazioni di cui si parla è assurda. Assurda per due motivi incontestabili : 1) le intercettazioni sono il mezzo d'indagine, in assoluto, meno costoso: i vari politici che straparlano a riguardo ignorano questo semplice dato. 2) a Roseto senza rose chiederei: come si fa a sapere quando si inizia un'indagine se un soggetto è colluso con la mafia o meno? Non scherziamo per favore.. Aggiungo. Mi pare che, a fronte del proprio fallimento, una serie di rappresentanti del potere economico e politico vogliano imporre il silenzio. Vedisi di recente l'incredibile caso Monti. Di fronte allo spread in costante rialzo ed al declassamento di Moody's, che ci avvicina ormai alla "spazzatura", che fa costui? Intima al pericoloso agitatore anarco-comunista Squinzi il silenzio, e non esclude l'idea di complotto di Moody's. Questo silenzio codesta classe dirigente fallimentare degna dell'ancien regime vorrebbe riguardasse anche gli atti criminali? Falcone e Borsellino sono nella memoria della mia generazione e nella mia di persona. Dovremmo ricordarli ed onorarli. Ed invece si vorrebbe impedire persino una seria indagine su quanto davvero gli accadde. Un'indagine che trova il suo fondamento nelle dichiarazioni di un ex ministro, quale Martelli, e su cospicue dichiarazioni di pentiti di mafia. Che questa classe dirigente al potere almeno si vergogni.
Scritto da Carlo il 19/7/2012 alle 11:11
Nella polemica sulle intercettazioni telefoniche fra Capo dello Stato e Di Pietro quest'ultimo ha torto marcio.
Scritto da Nicola il 19/7/2012 alle 11:24
Cara @eg, non concordo suile parole "sempre intrecciata" e "mai contribuito" e non perché ero un fiero Dc (almeno fino a metà degli anni ottanta), ma perché ho un'opinione diversa. Non dispiacerti di scrivere queste cose sul blog. Accetto la dialettica forte, anzi, la sollecito.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/7/2012 alle 11:36
Caro @Carlo, le tue convinzioni sono profonde e non provo nemmeno a fartele cambiare. Ne ho un grande rispetto. Però, se citi l'ex ministro Claudio Martelli (socialista), dovresti citare anche l'ex ministro Vincenzo Scotti, pur se democristiano, che sul punto in discussione ha detto le stesse cose. Infatti, sono entrambi testimoni d'accusa nel processo in corso.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/7/2012 alle 11:39
A Ivan Lo Bello, imprenditore siciliano e uno dei sedici vice presidenti nazionali di Confindustria nazionale (e poi il Sole 24 Ore, che è il giornale di Confindustria, scrive che si dovrebbe snellire la burocrazia della pubblica amministrazione ... 16 vice presidenti ...) che ha dichiarato il grave lo stato dei conti della Regione Sicilia, il Presidente della Sicilia Lombardo ha risposto con disprezzo definendolo pseudo-industriale. Lombardo ha anche aggiunto che se qualche politicante (Formigoni?) pensa che lui debba licenziare 50.000 persone, che possa anche andare morire ammazzato. Lombardo ha dimostrato la sua vera natura, va avanti imperterrito nel non credere che lo sviluppo dell’Isola possa anche avvenire con un vero sistema produttivo fondato su impresa e imprenditore. C’è la paura di liberare le persone dal clientelismo e fare sì che possano votare chi vogliono e non i “padrini” e loro affiliati. Ogni tanto emerge qualche personaggio la cui elezione nasce in un contesto abbastanza libero da questi meccanismi clientelari, ma solamente perché rimane poco da offrire ai propri elettori, ormai i favori che si possono fare sono rimasti pochi.
Scritto da V.R. il 19/7/2012 alle 12:02
Ricordo tragico di un evento a cui la nazione deve dare un risposta. La Sicilia,mi pare di averlo già scritto,ha il potenziale per essere una regione traino dell'Italia ed avamposto d'Europa nel Mediterraneo. Non è così. La politica degli onorevoli (così gli eletti all'assemble siciliana) pare non faccia abbastanza. Dispiace dirlo, ma l'interesse di alcuni è ancora oggi più forte della dignità dei molti.Concludo con una domanda:aveva ragione Finocchiaro Aprile, quando puntava all'indipendenza?
Scritto da FrancescoG. il 19/7/2012 alle 12:04
Con questo post sei diventato quasi un dipietrista come me. Benvenuto nel clan "amici della verità".
Scritto da Dipietrista il 19/7/2012 alle 12:30
L'accusa dei magistrati siciliani all'on. Dell'Utri: avrebbe estorto soldi a Berlusconi per coprire la sua connivenza con la mafia. A questo siamo arrivati.
Scritto da Dino il 19/7/2012 alle 13:00
Gentile Adamoli, la DC di De Gasperi, Piersanti Mattarella, Scotti, era un partito vero. Certo vi erano alcuni suoi rappresentanti collusi con la mafia, ma quel partito aveva un'idea di società, ed ha fatto progredire socialmente ed economicamente l'Italia. Il neoliberismo economico e la pochezza intellettuale di coloro che si dichiarano eredi di quella DC stride con la storia di quel partito. Qual'è la dottrina sociale di questi? La fallimentare dottrina Fornero (che sinteticamente sempre il pericoloso agitatore anarco-comunista Squinzi ha definito "una boiata")? La dottrina ciellina (di cui adesso si inizia a capire esattamente l'organizzazione affaristica in Lombardia)? La dottrina socio-politica del sig. Letta, ospite (controlli pure la notizia, giusto perché non vorrei passare per complottista) dell'ultima riunione del "club Bilderberg"? O questo governo che, con questi parlamentari, ci ha gettato nel cosiddetto "fiscal compact" senza un minimo di dibattito, senza informare adeguatamente i cittadini, facendo di fatto perdere la sovranità economica al nostro paese (mentre altri paesi come la Germania stanno dibattendo aspramente se aderire o meno)? Questi non sarebbero degni nemmeno di amministrare un condominio, ed in più la maggioranza di costoro auspica che sui loro privilegi, sulle loro malefatte, e sulle loro collusioni con la criminalità organizzata si faccia silenzio. Qualche tuo lettore sa ad esempio che è in corso una raccolta firme nei comuni con cui chiedere un referendum abrogativo parziale sulla legge per le indennità parlamentari (articolo 2, legge 31/10/1965, numero 1261), e cioè la norma che regola i compensi relativi alla diaria, e che tale raccolta ha termine con questo mese? Perché i principali media non danno risalto a tale iniziativa?
Scritto da Carlo il 19/7/2012 alle 13:21
Caro @FrancescoG (12.04), penso che avesse ragione il siciliano Don Luigi Sturzo (che tu sicuramente conosci bene) nel chiedere per la Sicilia di spezzare il cordone ombelicale assistenzialista con Roma e nel proporre per i territori italiani un federalismo autentico. Un federalismo degno di questo nome, non quello contorto, confuso e anemico proposto da Calderoli e approvato dal Parlamento. Un federalismo capace di far guadagnare agli amministratori dei territori - così diversi e originali – il rispetto e la stima dei cittadini. Nella questione siciliana (e meridionale) si rispecchia il fantasma di un fondamentale problema istituzionale mai risolto: il rapporto corretto fra centro e autotonomie territoriali.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/7/2012 alle 14:48
Caro @Carlo (13.21), rilancio per i lettori del blog la notizia che hai richiamato e sottolineato: “E’ in corso una raccolta firme nei comuni con cui chiedere un referendum abrogativo parziale sulla legge per le indennità parlamentari (articolo 2, legge 31/10/1965, numero 1261), e cioè la norma che regola i compensi relativi alla diaria”. Questa raccolta ha termine con questo mese.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/7/2012 alle 14:51
La Dc era un insieme di tante cose diverse (oggi si direbbe un partito plurale) che ha tenuto unita l'Italia e l'ha fatta crescere per più di quattro decenni. Anche Di Pietro, prima di Mani Pulite, votava per la Dc.
Scritto da Andrea il 19/7/2012 alle 15:52
Gentile Adamoli, per quanto riguarda la Sicilia penso che bisognerà restringere l'autonomia del Suo Statuto Speciale. E' ora di attuare una modifica profonda dei suoi legami con lo Stato italiano.
Scritto da Dirigente regionale il 19/7/2012 alle 16:02
Caro @Nicola, sulla questione delle intercettazioni telefoniche di conversazioni tra l'allora ministro degli Interni e oggi cittadino Mancino e l'attuale Capo dello Stato mi pronuncio per la richiesta di pubblicazione anche nel caso in cui non siano di interesse processuale. Pur rimanendo nei limiti di legge, sarebbe importante sapere se il Capo dello Stato sia in qualche modo intervenuto nella costruzione di una versione concordata e omissiva dei fatti accaduti. Basta coperte sulla verità dell
Scritto da Nicoletta il 19/7/2012 alle 16:52
20 anni di misteri sulla strage di via D'Amelio. E' colpa solo dei servizi segreti deviati o colpa di una magistratura siciliana insicura e inefficiente, non all'altezza di Falcone e Borsellino? La mia risposta è la seconda.
Scritto da Maurizio il 19/7/2012 alle 17:25
@ Giuseppe Adamoli. Una grande verità. Giusto ribadire che, dopo 20 anni di federalismo a parole, siamo al punto di partenza. Anzi, peggio, perchè il tempo passa e il mondo va avanti. @ Carlo tocca un punto chiave: la spinta ideale dei singoli, da mettere in comune, con un obiettivo di società. Chi ha dentro si sé questa tensione, di qualsiasi età ed esperienza sia , rischia di sentirsi isolato anche se, magari, non lo è. Ma è solo questione di tempo. Non possiamo non metterci a posto.
Scritto da FrancescoG. il 19/7/2012 alle 17:34
@Nicoletta, penso che il Presidente della Repubblica non possa mai essere intercettato. Un qualunque giudice, magari alla ricerca di notorietà, potrebbe fare strame delle garanzie costituzionali del Presidente.
Scritto da Nicola il 19/7/2012 alle 18:29
Vent’anni fa la strategia stragista della mafia e le inchieste di tangentopoli fecero crollare il sistema dai partiti che aveva certo molti torti ma costituiva un serio presidio della nostra democrazia e della governabilità del Paese. Non tutto però è chiaro. I partiti erano davvero così corrotti e da non essere irriformabili e quelli che li hanno sostituiti rappresentano davvero un progresso? Quale ruolo ha svolto il sistema mediatica nella informazione distorto dell’opinione pubblica? Vi fu una trattativa tra lo Stato e la mafia oppure tra pezzi di Stato e ”cosa nostra”? (La differenza è sostanziale). Ma non vi è stata anche una trattativa tra poteri forti e mafia per cambiare il nostro regime? A vantaggio di chi? Gli strani rapporti di denaro e altro tra Palermo e Arcore non hanno avuto influenza sulla evoluzione della politica italiana? Chi ne ha beneficiato? Perché il malaffare politico di ieri ha fatto scandalo e quello di oggi non solleva una paragonabile indignazione? E’ nell’interesse della verità storica che la magistratura faccia chiarezza, osservando scrupolosamente le regole per non dare l’ impressione di inseguire una giustizia di parte, aggiungendo confusione a confusione.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 19/7/2012 alle 18:30
La Sicilia piange ma la Lombardia non ride per niente. Ombre cupe sul futuro di Formigoni. @Carlo ha ragione.
Scritto da Osvaldo il 19/7/2012 alle 20:14
Sto ascoltando su La7 l'intervista di Lamberto Sposini a Paolo Borsellino nel 1992: bellissimo documento, emozionante e commovente, da mandare nelle scuole e soprattutto da far studiare a tutti i magistrati.
Scritto da Fabio F. il 19/7/2012 alle 21:32
Sempre nella stessa trasmissione di La7 è emerso chiaramente che i magistrati che avevano creduto al falso pentito Scarantini - sbagliando clamorosamente e facendo perdere anni preziosi nella ricerca della verità processuale - sono in gran parte gli stessi che stanno indagando ancora oggi. Hannno commesso un errore enorme e continuano inperterriti nel compito già fallito. Bella magistratura!
Scritto da Fabio F. il 19/7/2012 alle 22:01
@nicola, era un'intercettazione indiretta, il telefono controllato era di un imputato che chiedeva al capo del CSM di intervenire. E la Costituzione prevede solo che il CdS non sia processabile. Se fosse come dici, per assurdo, a Messina Denaro converrebbe trattare un accordo via telefono direttamente col Presidente. Verrebbero distrutte le prove, anche dell'eventuale alto tradimento. Onore a coloro che vogliono la verità storica nonostante le difficoltà. Che fatica però costruire una Nazione!
Scritto da Nicoletta il 19/7/2012 alle 22:24
dottor carlo, per via dell’orario estivo praticato dai comuni, si sono ridotte le ore utili per poter firmare. gli organi di stampa non ne danno notizia. poi, c’è chi dice che la raccolta termina il 26 luglio e c’è chi dice il 30. aggiungiamo che non si può depositare una richiesta di referendum nell’anno prima di quello del termine di una delle due camere e nei sei mesi dopo la fissazione dei comizi elettorali per l’elezione di una di queste. capisce, troppi fattori d’ansia, e che si presentano tutti insieme! se si aggiunge che non potremo più comprare prosciutto di parma dop, al fiocco, che è il punto più dolce, perché li hanno sequestrati tutti o prosciutto cotto dop senza lattosio e polifosfati perché hanno sequestrato anche quelli. per via di un legame con il clan dei casalesi, il signor mandara è stato sequestrato anche lui! insieme alle sue mozzarelle di bufala con plastica incorporata!!! beato nicola che non ha di questi problemi, lo si vede da come coltiva le parole. strame?
Scritto da Billa il 19/7/2012 alle 22:39
E' più facile che un BUE passi nella cruna di un ago che la magistratura accetti un riforma seria se stessa.
Scritto da G.S. il 19/7/2012 alle 23:20
Qui lo dico e qui lo nego, ma mi si insinua il dubbio che la questione dei rapporti Stato-Mafia sia permeata di ambiguità e ipocrisia. Possiamo davvero credere che un (contro)-potere secolare, radicato nella società e nell'economia, quale è la Mafia (con altre consociazioni) non abbia collegamenti, rapporti, contatti e compromissioni con il potere politico? Se non fosse così, se la volontà di lottare contro quel contro-potere fosse obiettivo primario dell'etica sociale e dello Stato, forse che tale secolare potere non sarebbe stato – se non distrutto – seriamente condizionato? Così come – dimostrazione di ambiguità e ipocrisia – è la questione dell'evasione fiscale e il conseguente eccesso di tassazione che ci fa primeggiare in Europa. Possiamo davvero credere che l'evasione fiscale sia una sorta di predestinazione italica e non, invece, il risultato di un compromesso sociale perseguito per decenni dal potere politico, con il consenso tacito anche dei ceti tassati alla fonte, che si illudono di trarre vantaggi dal lassismo e dalla corruzione spicciola?
Scritto da ulderico monti il 20/7/2012 alle 06:56
Mi gingillo con la mia copia di Max Weber e mi tormento con il dubbio che realmente la virtuosità delle democrazie del Nord sia influenzata dall'etica protestante e dal conseguente peculiare spirito del capitalismo. Se, come sono intimamente convinto, così è, la nostra salvezza sarà in una rivoluzione politica che ci dia autonomia - se non indipendenza - e in una convergenza etica (non voglio dire conversione) che ci colleghi al Nord Europa. Un programma politico!
Scritto da ulderico monti il 20/7/2012 alle 07:42
Caro @Massimo (18.30), il mio parere è che alcuni degli interrogativi che tu poni potrebbero trovare risposta nelle sentenze della magistratura, ma non ho una gran fiducia. Altri interrogativi appartengono al campo della politica e anche qui le risposte sono sempre difficili. Ti cito un episodio. Ad un recente convegno, davvero interessante, ci siamo chiesti in molti se l’iniziativa di Mino Martinazzoli di sciogliere la Dc (contro il parere di Luigi Granelli e con Guido Bodrato scettico) fosse stata la scelta più giusta. Allora, seppure in “panchina”, io stavo idealmente con Mino. Da qualche tempo nutro dei dubbi, che però sono il senno di poi. A quell’epoca non potevamo immaginare che dopo ci sarebbe stato Berlusconi per un sacco di tempo. Dico tutto questo per trasmettere ai lettori il senso della complessità tremenda e drammatica di quegli anni. Oggi però, come tu dici sempre, il nostro impegno deve essere rivolto al futuro cercando di costruire una politica che abbia delle solide basi culturali e degli ideali percepibili come positivi dalle nuove generazioni. La verità giudiziaria sui fatti che tu menzioni aiuterebbe molto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/7/2012 alle 08:17
Nessuno di noi avrebbe mai immaginato quello che l’illuminante commento di @Ulderico Monti ci evidenzia: la possibilità che possano esserci rapporti ambigui e ipocriti tra lo Stato e la mafia. Anzi, io dubitavo proprio dell’esistenza della mafia. Pensavo fosse un soggetto letterario importato dagli Stati Uniti ai tempi del proibizionismo degli anni Venti. Oppure una intrigante costruzione di Sciascia. Oppure qualche fandonia giornalistica. Si sa, i giornalisti, come ha evidenziato ieri anche Formigoni, sono abili in questo. Quante fandonie hanno scritto su Andreotti, Dell’Utri e Ciancimino? La storia d’Italia, sotto questo profilo, è cristallina. Non abbia di questi dubbi, Monti, e viva sereno. Questi non sono i tempi di Max Weber ma di Max Mara e l’etica, compresa quella protestante, ha ormai esaurito la sua spinta propulsiva. E per fortuna! Se siamo arrivati allo spread, forse, è un po’ colpa anche di Max Weber.
Scritto da Evangelina Ranquileo il 20/7/2012 alle 10:16
Caro @Ulderico (7.42), capita anche a me di riflettere sulle "virttù civili" dell'etica protestante, malgrado le brillanti osservazioni di @Evangelina Ranquileo su Max Weber e Max Mara.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/7/2012 alle 10:28
Per @Adamoli: grazie per l’opportunità di confronto. Ammetto: sono stata un po’ tranchant. Benigni non è stato sufficiente per alleggerire la mia opinione. E’ che non finiremo mai di stupirci della storia grande ma, a volte, anche miserevole della Democrazia Cristiana.
Scritto da eg il 21/7/2012 alle 14:46
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