Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 2/8/2012 alle 18:44


Un anno fa circa era molto in voga la foto di Vasto (Bersani, Di Pietro, Vendola). Non ci avevo mai creduto al punto di dire: “se si persegue questa strada, senza cercare varianti, non l’approverò quando arriverà la decisione all’assemblea nazionale”. (Ovviamente per un mero obbligo statutario, ormai privo di valore pratico).
Da ieri il fotogramma che conta è quello di Bersani con Vendola, con Casini sull’uscio e Di Pietro fuori dalla porta.
E’ l’esito (per il momento) della forsennata opposizione dell’ex magistrato al duo Monti-Napolitano.
E’ anche il frutto maturo di un programma di governo?
E’ questo ciò che conta sul serio e i miei dubbi sono forti. So benissimo che la questione delle alleanze è complicata. Mi piacerebbe però che non andassimo noi a cercarci le pareti verticali lastricate di ghiaccio.
Domani sera Pierluigi Bersani parlerà a Varese. E lo farà da par suo.
Io gli rivolgerei queste semplici domande.
La coalizione con Vendola, che poi si aggrega con i moderati di Casini per formare il governo, non verrà percepita come una formazione di sinistra che dà per scontato che il centro (classe media, berlusconiani delusi, famiglie tradizionali, imprenditori che rischiano, giovani senza ideologie) non lo rappresentiamo noi, se non in piccolissima in parte?
Se non si vuole che sia intesa in questo modo, come spero, con quale programma si ritiene di poter conquistare gli elettori che non sono tradizionalmente di sinistra?
Non si tratta di tornare alla vocazione maggioritaria di Walter Veltroni, peraltro male interpretata ed attuata, ma di dimostrare che siamo per davvero, e non solo nominalmente, un partito di centrosinistra.


Commenti dei lettori: 49 commenti -
Problema centrale per il Pd e per l'Italia. Bersani punta a governare, non a vincere soltanto. Questo va bene, ma consegnare tutta l'area non post Pci, Pds, Ds ad altre forze politiche sarebbe sbagliato. Daremmo in mano a loro la chiave per parlare a delle realtà decisive per l'Italia.
Scritto da Nicola il 2/8/2012 alle 19:17
Forese Di Pietro ha esagerato nella polemica con Napolitano ma la scelta del Pd è completamente sbagliata.
Scritto da Dipietrista il 2/8/2012 alle 20:03
Il Pd, non da ora ha scelto nei fatti di ritagliarsi uno spazio, il più grosso, all'interno del recinto del CSX tradizionale rinunciando di fatto ad dar la caccia al voto deluso del cdx e della lega. Se si dovesse vincere il prossimo anno mi sapete dire che tipo di riforme istituzionali riusciremo ad attuare? Temo poche e fortemente annacquate. I sindacati eserciteranno vicendevolmente il potere di veto su qualsiasi provvedimento. Forse esagero.
Scritto da angelo ruggeri il 2/8/2012 alle 20:11
L'idea di conflitto sociale di Vendola è molto diversa dall'idea di coesione sociale del Pd. Può darsi che trovino l'accordo ma a quale prezzo per la filosofia originaria del Pd?
Scritto da Bortoluzzi il 2/8/2012 alle 21:08
questo post fa impennare lo spread! gli osservatori europei che guardano l’italia si trovano il centro occupato dal succinto costume color glicine indossato da rutelli a sabaudia, a centrodestra il ritorno del brillante playboy berlusconi, al centrosinistra i tafazzi e le paturnie qui ben descritte nelle domande a bersani, chi conquistiamo? chi non conquistiamo? gli indecisi? ma di che indecisi stiamo parlando? di indecisi non ce ne sono più: o grillo o gita alla madonna del ghisallo, perché andare al mare sta diventando costoso e poi rimane sempre una gita domenicale comoda, ma di indeciso non c’è più nessuno, la gente è stanca. fini sembra scomparso. chissà chi se lo raccoglie per la strada.
Scritto da Billa il 2/8/2012 alle 21:52
Spero che la competizione alle primarie fra Bersani, Vendola e Renzi serva per chiarire il progetto politico e non soltanto per scegliere il candidato premier. C'è troppo ancora da mettere in chiaro. Si riprenderà, per esempio, la pratica, negativa, della concertazione obbligatoria con i sindacati che vuol dire consociativismo. Cosa si cambierà delle leggi approvate con il governo Monti? Si continuerà a voler costruire l'Europa riformista oppure si seguirà l'onda che verrà qualsiasi essa sia?
Scritto da Rodolfo D. il 2/8/2012 alle 22:08
Più di un terzo degli italiani è ancora indeciso. Si gioca lì la partita vera delle prossime elezioni. Ci saranno liste nuove, non di partito. Nessuno sa quanto raccoglieranno ma probabilmente cambieranno il quadro di oggi. Voi date il centrodestra già sconfitto ma se quelle liste lì si coalizzeranno con Berlusconi per voi saranno ancora dolori.
Scritto da Fab il 2/8/2012 alle 22:43
Sembra di trovarci di fronte alla quadratura del cerchio. Io credo che per vincere prima e per governare bene poi occorra un programma chiaro e comprensibile, occorra una definizione delle alleanze altrettanto chiare e perseguibili. I due aspetti sono tra l'altro intrecciati, senza trascurare il fattore riforma elettorale: non è la stessa cosa andare al voto con il "porcellum", oppure con il proporzionale e le preferenze, oppure con collegi uninominali, senza preferenze, oppure prevedere un premio al primo partito anzichè alla coalizione vincente, ecc. Ciò premesso, sul programma mi pare che quasi ci siamo come P.D. Bersani, nella "Carta d'intenti", espone a grandi linee un programma serio, sia pure da precisare anche in rapporto agli alleati. Programma che ha come priorità l'uscita dalla crisi ed il rilancio dello sviluppo ecosostenibile, non in maniera solitaria e velleitaria, ma in un contesto europeo e di avanzamento del proceso dell'unità federale del continente. Programma che non trascura aspetti quali l'uguaglianza -poco rispettata anche dal governo Monti- ; non trascura l'estensione dei diritti, individuali e di coppia; non trascura il sapere, la scuola, la formazione, la ricerca e così via. Sulle alleanze sembra invece si faccia un gran parlare a vuoto. O meglio: il disegno di Bersani, che condivido, è chiaro: dar vita ad un'aggregazione P.D. + SEL, cui si aggiungano Casini ed i centristi. A mio parere l'operazione non è scontata (si vedano anche le dichiarazioni, peraltro un po' prevedibili anche se inopportune, di Vendola, dopo l'incontro con il segretario P:D.). D'altra parte, se questa è la strada da percorrere, per quanto ardua, ritengo che solo Bersani sia in grado di portarla a termine, non altri leader dei democratici. Bersani non avrà un grande appeal, non buca il video, sembra volte un buon vecchio zio che dice cose di buonsenso; è un uomo però serio e degno di fiducia, dal quale si potrebbe acquistare la proverbiale auto usata. E di tale affidabilità lo stesso Casini ha dato più volte atto al leader P.D. A buon conto domani sera sarò alla Schiranna a verificare se quanto da me scritto corrisponda totalmente o in parte al pensiero di Bersani.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 2/8/2012 alle 23:44
Lo spread supera quota 500. Se l'incertezza politica del dopo Monti influisce per tre quinti sul differenziale, ne consegue che il programma di Bersani e la scelta di alleanza con Vendola non sono considerati affidabili. Una situazione drammatica, con una nota grottesca confermata dalle prossime primarie di coalizione.
Scritto da ulderico monti il 3/8/2012 alle 05:21
@Ulderico Monti dice bene. Se tutti danno per sicura la vittoria del Pd alleato con Vendola e se i governi e i mercati temono per il futuro del dopo Monti significa che questa prospettiva piace poco o punto.
Scritto da Varesino preoccupato il 3/8/2012 alle 07:44
La situazione è drammatica e si discute ancora sul dentro o fuori di tizio o caio ma si deve pur partire.Aumenta la povertà,3 milioni senza lavoro,precari a vita senza futuro,salari al palo da 20anni,tasse folli per una evasione da record.Bersani scrive le linee di un programma di governo e vediamo chi si riconosce in questo e se Sel condivide è meglio.Credo che il PD sia nato per andare oltre i veti e i distinguo e ascoltare per poi decidere e io indeciso e non del PD per ora seguo e apprezzo.
Scritto da emmezeta il 3/8/2012 alle 08:09
@G.Adamoli. Alle elezioni, credo, che si andrà il prossimo anno. Perché non chiedi al segretario se non fosse stato opportuno scoprire le carte dopo l'approvazione della legge elettorale? Ho l'impressione che ha dato un assist al cavaliere impantanato senza nessun utile. Vendola filosofeggia troppo e ama raccontare favole. E' meglio di Di Pietro (non ci vuole molto) però non so quando metterà i piedi per terra. Si governa con programmi precisi, pochi ma buoni, non con paginate di intenzioni
Scritto da Sic Est il 3/8/2012 alle 08:16
Caro Giuseppe il tuo post mi pare totalmente condivisibile. Ho grande stima di Bersani pur non avendolo votato al congresso. Credo che abbia fin qui gestito al meglio la situazione rinunciando anche a mettere all’incasso subito il credito elettorale acquisito, con la caduta di Berlusconi, rifiutandosi di seguire le vestali del voto subito. Un politico è serio, a mio parere, se sa anche rinunciare all’immediato consenso per il bene del Paese e questo il nostro lo ha fatto. Detto questo permangono alcuni problemi. Il primo e più evidente è che il PD è ancora un cantiere aperto. La vicenda delle possibile alleanze non è un tentativo di fuga per non affrontare i problemi. Il problema delle alleanze è il problema della natura del PD e della volontà di costruire una proposta politica capace di governare il Paese e non solo di vincere le elezioni. La natura del PD. Nel PD esiste ancora un pregiudizio, mi si passi la semplificazione, di un certo, sia pur minoritario, “reducismo” di sinistra nostalgia vecchio PCI duro a morire. In alcuni prevale la logica del tutti uniti a sinistra e nessun nemico a sinistra che contrasta con la scelta fatta di costruire il PD. Il PD è un partito nato per superare le culture del novecento e per proporre una idea nuova di governo del Paese capace di superare i limiti elettorali degli eredi delle grandi tradizioni che hanno fatto l’Italia repubblicana. Quindi il PD non può essere né annoverarsi come un classico partito di sinistra. Definirsi come il partito del lavoro e chiamarsi progressisti può confermare in certezze antiche, ma non apre prospettive future. La vera natura del PD è di essere di centrosinistra e di voler rappresentare i ceti medi popolari che sono la stragrande maggioranza dei cittadini di questo Paese e che rischiano di scendere sempre più in basso nella scala sociale. Banale? Certo, ma sposare questa tesi vuol dire anche pensare di non rinunciare a voler rappresentare anche quella parte di centro, di moderati, di corpo elettorale che qualcuno vuole lasciare solo a Casini. Dunque fare una alleanza con Casini non vuol dire rinunciare a contendere questo corpaccione di elettori. E allora perché allearsi con Casini? Innanzitutto una battuta. Non è che Casini è merda quando bisogna fare una alleanza elettorale ed è un santo quando collabora per far cadere Berslusconi. Il partito di Casini ha sicuramente aspetti che non piacciono, ma perché quello di Vendola è la purezza assoluta? La retorica parolaia del governatore della Puglia può riempire i cuori, ma i portafogli della gente? Possiamo vivere nel breve di slogan immaginifici, ma poi i problemi della gente come li si risolve? Allearsi con Casini ( e con Vendola ) vuol dire ampliare la base elettorale e sociale che dovrà sostenere un Governo che affronti finalmente la situazione e che spieghi alla gente che per i prossimi dieci anni ci saranno ancora lacrime e sangue, ma che questo è il solo unico modo per far si che chi viene dopo di noi possa avere aspettative di miglioramento. Dunque risolvere il problema della natura del PD è anche il modo più concreto per affrontare il problema delle alleanze e dei contenuti su cui costruire un programma serie e concreto, capace si, e in questo posso essere d’accordo con Vendola, di non piegarsi all’idea di un liberismo dannoso, ma di proporre nuove ricette e nuove soluzioni, anche soluzioni che riguardano un nuovo dinamismo statale. E non mi si dica che Casini è un liberista reaganiano…..
Scritto da roberto molinari il 3/8/2012 alle 08:48
la domanda è tanto più rilevante quanto più fosse valido il presupposto che vi sia una vasta area di elettori "non tradizionalmente di sinistra" che non voterebbe mai un PD troppo decisamente caratterizzato da un programma di sinistra. Ma, come dice Snoopy in tema di teologia: "non vi viene mai in mente che potreste aver torto?" Cioè che gli elettori di oggi sono molto più liberi (mobili) -specie dopo i 'terremoti' degli ultimi 20 anni- e che possano votare un buon programma pur se di sinistra
Scritto da roberto caielli il 3/8/2012 alle 08:52
Ciò che nuoce all'economia reale è la mancanza di fiducia nel futuro ma anche la scarsità di soldi che si possono prendere a prestito dalle banche a tassi ragionevoli. Non so se le due cose siano collegate ma vanno affrontate entrambe. Vendola non mi va tanto a genio ma se dall'altra parte c'è qualcuno che lo bilancia può andar bene anche lui.
Scritto da Giorgio (imprenditore) il 3/8/2012 alle 09:38
"Io di destra? questo è un tema secondario" Matteo Renzi. Non dico di avere nostalgie del comunismo, ma almeno che il PD fosse di centrosonostra speravo non ci fossero dubbi.
Scritto da Lorenzo il 3/8/2012 alle 09:40
@Roberto Caielli. Ti rammento che non sono ancora passati 5 anni da quando il governo di sinistra di Prodi ha consegnato l'Italia a Berlusconi. Non vorrei ritornare a quel punto. In più la situazione è drammatica. Bisogna allargare il campo invece di restringerlo a sinistra con i sindacati che si riappropriano del diritto di veto. Sarebbe questa la strada dell'innoazione?
Scritto da Francesco il 3/8/2012 alle 09:58
@francesco. la tua risposta mi fa pensare che siamo noi i primi ad essere progionieri del pregiudizio. io parlo di un buon programma e tu evochi la caduta di Prodi (provocata da centristi tipo Mastella e Dini) e i veti sindacali (dimenticando che il PD ha approvato la manovra Monti sulle pensioni senza chiedere il permesso a nessuno e pagando pure un prezzo 'a sinistra'). Mi ripeto: possiamo vedere se nel 2012 possiamo abbandonare le vecchie carte geopolitiche ante caduta del muro?
Scritto da roberto caielli il 3/8/2012 alle 10:12
Parlare di alleanze senza aver ancora chiarito quale sara' mai il programma di governo e' un non senso. E' sicuramente piu' facile, uno specchietto per le allodole per nascondere il fatto che non si ha alcuna idea su come uscire dalla crisi. Chi mai dovrebbe sentirsi rappresentato da questa coalizione di cui non sono chiare idee e obiettivi? Li si dovrebbe votare per simpatia?
Scritto da Lorenzo M. il 3/8/2012 alle 10:52
Ho fiducia in Bersani ma per ora c'è molto genericità e un pò di confusione. La carta dei diritti leggetela, è un minestrone con dentro tutto nel solco di una tradizione parolaia e inconcludente. Spero che sia soltanto tattica guadagna-tempo.
Scritto da Nicola il 3/8/2012 alle 11:21
Francesco Verderami, Corriere della Sera venerdì 3 agosto: "L'Italia si prepara a firmare un'ipoteca che non sarà solo finanziaria, ma politica Perché appena Monti sottoscriverà il programma per garantirsi gli aiuti dall'Europa, i programmi elettorali saranno carta straccia.... Il commissariamento economico si porterà appresso il commissariamento della politica". Insomma " i vincoli UE potrebbero obbligare i partiti ad un'altra grande coalizione". Considerata l'inconsistenza politica così sia!
Scritto da ulderico monti il 3/8/2012 alle 11:24
Considerazione strategica: la Germania sta all'Italia come la Lombardia sta alla Sicilia. Se gli aiuti UE all'Italia comportano severi condizionamenti, la Lombardia non deve cedere un euro alla Sicilia senza un severissimo impegno di riforma. Semplice e comprensibile! Al Nord, al Nord!
Scritto da ulderico monti il 3/8/2012 alle 11:31
Confido che la Bundes Bank tenga dritta la barra del timone e non ci molli un euro senza imporci severi controlli e forse anche il distrattamente irato Signore Dio degli Eserciti ci consentirà di trasformarci in un Paese serio.
Scritto da ulderico monti il 3/8/2012 alle 11:44
Queste le parole di Vendola all’uscita dell’incontro con Bersani: “È necessario costruire la coalizione del futuro per costruire un'alternativa a 30 anni di liberismo esasperato”. Se l’Italia è reduce da 30 anni di liberismo esasperato, allora effettivamente Ruby potrebbe essere la nipote di Mubarak.
Scritto da Mattia il 3/8/2012 alle 12:12
@Roberto Caielli. Un piccolo contributo alla crisi del governo Prodi lo avevano dato anche Dini e Mastella ma il colpo mortale era stato inferto dalla sinistra estrema. E' quello che ripete anche Bersani quando afferma di non volere più rifare la vecchia Unione. Se non ammetti questo vuol dire che vivi in un altro mondo, quello ideologico e arretrato che nel Pd spero sia residuale.
Scritto da Francesco il 3/8/2012 alle 12:41
@ francesco: sta tranquillo che vivo nel tuo stesso mondo e forse (non sono certo di averti riconosciuto) nel tuo stesso partito. poi rileggiti le cronache del 2008 e ne riparliamo (e vedrai che non serve attribuirmi tare ideologiche che non ho)
Scritto da roberto caielli il 3/8/2012 alle 12:52
Bene l'alleanza Pd-Vendola. Ancora meglio se ci fosse anche Di Pietro.
Scritto da Osvaldo il 3/8/2012 alle 13:35
PD e SEL, allargandosi alla società civile, possono realmente essere di governo. UDC e IDV partono allo stesso livello. Io mi auguro che alla fine tutti e due possano entrare nella coalizione di centrosinistra ma deve essere ben chiaro che il PD è il partito che muove le fila, con una visione unitaria per l'Italia. Le differenze non devono essere viste come una minaccia ma, anzi, come un'opportunità di ampliamento di proposta politica. Tuttavia della Binetti continuo a non fidarmi. E Voi?
Scritto da Simone Franceschetto il 3/8/2012 alle 14:14
Robert Mundell, canadese-americano, economista, Premio Nobel, odia le regole e gli idraulici. Per contrastare le une e vendicarsi degli altri ha creato, non da solo, l'Euro. Una villa in Toscana, un solo bagno come usava una volta. Un amico, andato a trovarlo, gli chiese perche' non ne facesse un altro. "Troppo regole" rispose Mundell. "in Europa ci vogliono i permessi anche per fare un cesso". E decise di vendicarsi. "L'euro sta facendo bene il suo lavoro quando la crisi colpisce" ha spiegato Mundell. L'aver rimosso i controlli di un governo sulla moneta sta evitando che piccoli e fastidiosi funzionari eletti dal popolo utilizzino gli strumenti monetari e fiscali Keynesiani per tirare fuori una nazione dalla recessione. "Si deve lasciare la politica monetaria fuori dalla portata dei politici", ha detto. "E senza poter manovrare la politica fiscale, l'unico modo con cui le nazioni possano sostenere il livello occupazionale è dare spazio alla concorrenza riducendo le norme in materia di business." Parlava di leggi del lavoro, di regolamenti sull’ambiente e, naturalmente, di tasse. Con l'euro tutto sarebbe stato spazzato via. La democrazia, in questo modo, non sarebbe più riuscita a interferire con il mercato e nemmeno con l’impianto idraulico. E quando cominciano le crisi, le nazioni economicamente disarmate hanno poco altro da fare, se non cancellare massicciamente le regole sociali, privatizzare indiscriminatamente le industrie statali , tagliare le tasse e buttare il welfare state giù per lo scarico. Così, vediamo che il (non eletto) Primo Ministro Mario Monti sta cambiando completamente il diritto del lavoro in Italia per rendere più facile ai datori di lavoro, come Mundell , di licenziare gli odiati idraulici toscani. Mario Draghi, il (non eletto) Capo della Banca Centrale Europea, chiede "riforme strutturali", un eufemismo per distruggere i contratti collettivi di lavoro. L'unione monetaria è una guerra di classe con altri mezzi, appoggiata con entusiasmo anche da Bersani.
Scritto da Max Liberti il 3/8/2012 alle 15:10
Senza la nuova legge elettorale le promesse di alleanze e coalizioni sono precarie più di molti giovani che si mettono sul mercato del lavoro. In buona sostanza si fanno i conti senza l'oste. Bersani sta perdendo tempo con l'inutilissima "Carta d'Intenti" in attesa della decisione finale.
Scritto da f.f. il 3/8/2012 alle 16:20
@Max Liberti il 3/8/2012 alle 15:10. Mi piace riportare la “Favoletta di Bastiat”. La storiella risale al 1850 e a raccontarla fu l’economista francese Frédéric Bastiat: un ragazzino rompe la finestra di un commerciante che, per ripararla, è costretto a pagare sei franchi al vetraio. I passanti celebrano il piccolo vandalo come un benefattore, perché il denaro speso ha fatto girare l’economia. Ma la loro visione è miope – commenta lo studioso – poiché i sei franchi spesi per il nuovo vetro hanno impedito al malcapitato di comprarsi un paio di scarpe nuove, arricchendo così il calzolaio. Proviamo a sostituire lo Stato al commerciante… Keynes amava la storiella ed era ed era convinto che fare buche per la strada e poi riempirle fosse una valida occasione di come “creare” ricchezza. Oggi la revisione della spesa serve proprio ad eliminare questa illusione di sistema economico basato sulle spese che da un lato gonfiano il PIL ma dall’altro lato creano debiti e impoveriscono il Paese e il suo futuro. Non è stato Monti, “piccolo funzionario non eletto”, a credere per anni alla Favoletta di Bastiat ma almeno 30 anni di governi che hanno basato il consenso sulla spesa inutile e improduttiva.
Scritto da Sic Est il 3/8/2012 alle 16:45
Caro Giuseppe, in Germania il partito socialdemocratico, grosso modo corrispondente al Pd, ha già deciso che nelle elezioni dell'anno prossimo non si alleerà con la sinistra estrema anche se questo potrebbe costargli la sconfitta contro la Merkel. In Italia il Pd cincischia e questa è la differenza. Là i partiti che vincono governano, qui i fallimenti sono sempre in agguato come abbiamo visto due volte con Prodi.
Scritto da Francesco P. il 3/8/2012 alle 17:33
Caro @Simone, hai rivolto a tutti una domanda sull'on. Paola Binetti e ti voglio rispondere. L'ho conosciuta abbastanza bene e ti assicuro che se dividiamo il Parlamento in tre livelli di qualità (basso, medio, alto), colloco la Binetti nella parte medio alta, che non è molto frequentata. Voglio dire che è una parlamentare dignitosissima con una vasta cultura. Sui temi "eticamente sensibili" ha una posizione diversa dalla mia, ma ragionare con lei su molti problemi sociali, della sanità e della scuola, non è affatto perdere tempo. Mi ribello quando sento che viene trattata (non da te) come una stupida, anche se certi suoi atteggiamenti non mi sono mai piaciuti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/8/2012 alle 18:43
Troppa litigiosità a sinistra, ci mancava soltanto la divaricazione fra Vendola e Di Pietro che fino a ieri andavano a braccetto. Una delusione.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 3/8/2012 alle 20:11
Tre interventi sono per me rilevanti e degni di riflessione, ognuno per il diverso portato: @Roberto Caielli, @Mariuccio Bianchi e @Simone Franceschetto. Su Caielli e Bianchi non avevo dubbi. Con Franceschetto qualche volta non mi sono trovata d’accordo, troppo modernista, troppo rottamatore, forse, semplicemente giovane. Quest’ultimo non è un difetto, anzi! Gli altri due, sì. Pongo una domanda a Franceschetto: quando scrive che Pd e Sel devono allargarsi alla società civile, che cosa intende per quest’ultima? Mi vengono in mente due esempi. Il primo, Bobba (ex Presidente Nazionale Acli) che, dopo essersi fatto eleggere al Parlamento dal Pd, ha posto i distinguo, da cattolico, sulle questioni etiche e se ne è andato dal partito. Ci lamentiamo degli islamici ma gli Allah akbar li abbiamo anche noi. Secondo esempio: dalla Comunità di Sant’Egidio è stato pescato il ministro Riccardi, certamente pronto, fra un anno, a fare di nuovo il ministro, con quale coalizione non lo sa nemmeno lui, sicuramente il Pd lo richiederà a gran voce. Chiunque non abbia una tessera in tasca viene mandato avanti alla “voce” società civile. Anche la Tobagi e Colombo, nominati nel CDA della Rai, ne sono un’espressione, salvo poi rispettare in maniera più o meno ferrea le regole che qualche politico imporrà loro. La nemesi per un Colombo sarà quella di sedersi al tavolo con la Todini, non solo a quello del CDA ma anche a quello delle colazioni di lavoro. Cominciano tutti così: prima il disprezzo intellettuale, poi d’amore e d’accordo. Non ha la tessera nemmeno Ravani, anche lui è membro della società civile.
Scritto da Evangelina Ranquileo il 3/8/2012 alle 22:30
Condivido Mattia, Francesco P., Bortoluzzi. Il Pd é già un partito plurale, le cui sintesi non sono immediate. Lo sappiamo. A mio avviso, la ricerca della coalizione annacqua. Non la trovo indispensabile, anzi. Chiarezza, coerenza e decisione. Il resto, personalmente, non mi interessa.
Scritto da Francescog. il 3/8/2012 alle 22:33
E veniamo a @Ravani. Posto qui il commento perché sempre di Pd e cattolici si tratta. Prendo atto dalla risposta, anche questa poco elegante che mi fornisce @Ravani, (nel post su Cangi), che egli non è iscritto al Pd. Dalla Dc non è uscito perché voleva cambiarla da dentro, nel Pd non entra forse perché vuole cambiarlo da fuori …Singolari questi cattolici del centrosinistra. Al momento delle primarie optano per il post-comunista Bersani anziché per il cattolico Franceschini. Poi, nel corso della “ordinaria amministrazione”, anziché intervenire su se stessi per attutire le reali cause delle divergenze (asperità e spigolosità caratteriali, ambizioni, frustrazioni, palesi incompetenze, ecc.) , la buttano tutta in politica, sull’eterna diversità fra cattolici e comunisti. Ma chi ci crede? Ce l’hanno fatta don Camillo e Peppone, a Brescello, a mettersi d’accordo e lavorare per il bene comune. A meno che superiate la fantasia di Guareschi, anche voi avete probabilità di buona riuscita.
Scritto da Evangelina Ranquileo il 3/8/2012 alle 22:33
Ma signor Adamoli, questo @Marx Liberti è la reincarnazione nazimaoista di @roberto molinari? Ma come si fa a scrivere articoli così lunghi? Io neanche se ingoiassi tutta intera un'enciclopedia riuscirei a sputare tutti quei caratteri.
Scritto da Claudio Ennam il 3/8/2012 alle 22:39
Qualche riflessione a caldo, dopo aver ascoltato Pierluigi Bersani alla Schiranna. Confermo che da Bersani si potrebbe acquistare la proverbiale auto usata: l'uomo è serio, affidabile, concreto in larga misura ; laddove rimane vago e poco convincente, la responsabilità va equamente divisa tra chi risponde e chi fa le domande. C'è un punto però, dove mi sono ritrovato con le preoccupazioni espresse su questo blog da Adamoli: la coalizione con Vendola, che poi si potrà aggregare con i moderati di Casini per formare il governo, non sarà percepita come una formazione di sinistra che dà per scontato che il centro non lo rappresentiamo noi, se non in piccolissima in parte? A mio parere Bersani ha fugato questo dubbio, non però nel senso auspicato da Adamoli. Se ho ben capito le parole di Bersani, il P.D. si pone come riorganizzatore di una certa area di sinistra, cui Vendola partecipa a pieno titolo e con la quale ovviamente Casini non c'entra; con Casini ci si potrà alleare, come detto. Sarà addirittura l'anticipo di una fusione con il partito di Vendola? Staremo a vedere. A questo punto, dando per scontato un certo disagio da parte di chi ritiene che il P.D. debba essere esso stesso un bacino in cui confluiscano elettori di centro ed elettori di sinistra, più che un collettore dei soli elettori di sinistra, mi auguro che Berlusconi confermi la sua candidatura così da "obbligare" Casini e l'U.d.C.a perfezionare l'alleanza "Salva Italia"con Bersani ed il P.D. In questo caso spero anche che Vendola e compagni, nonchè certi malpancisti del P.D., capiscano che se con il solo Casini non si vince, tantomeno con il solo Vendola e con le Liste Civiche o Liste dei sindaci, di cui ha parlato Bersani:utili senza dubbio tali liste, ma più decisive a livello di elezioni comunali che non di una tornata per il governo dell'Italia.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 3/8/2012 alle 23:26
Pippo Baudo è società civile? Leggo solo ora le dichiarazioni di Pippo Baudo: il Pd siciliano gli avrebbe chiesto di fare il governatore in Sicilia. Il Pippo nazionale seduto a Palazzo Normanni per il post-Lombardo. Dice che già Prodi glielo chiese in passato. Io proporrei Gerry Scotti all’esecutivo lombardo (per il post-Formigoni è meglio di Cattaneo) e Bertolino per l’assemblea legislativa lombarda (in fondo, Storti, in arte Conte Uguccione, ha fatto il consigliere regionale in Lombardia). Bonolis per la Regione Lazio, la Venier per la Presidenza del Veneto e la Barbara D’Urso in Campania (se c’è riuscita la Sandra Lonardo in Mastella, pure la D’Urso ce la può fare). Fazio in Liguria, la Littizzetto in Piemonte, Benigni al posto di Rossi in Toscana e Gene Gnocchi in Emilia al posto di Errani. Lino Banfi sostituirà Nichi Vendola. In Sardegna la Geppy Cucciari, mentre in Calabria proponiamo Albanese (Cetto La Qualunque). Beppe Grillo, premier. Alla Conferenza Stato-Regioni si incontrano tutti ...
Scritto da Evangelina Ranquileo il 3/8/2012 alle 23:47
eh te credo che al giuseppe adamoli piace parlare con la binetti di problemi sociali, della sanità e della scuola, la binetti ha la faccia da due novembre come monti. le facce da due novembre al giuseppe adamoli piacciono. poi entra dalla porta la daniela melchiorre e c’è un drastico crollo dell’interesse su temi programmatici e un rialzo del bisogno di esplorare questioni più sensibili. la melchiorre non è una femmina qualunque, nel backstage della politica il nome in gergo è push up, come il reggiseno della herzigova. non per questi meriti ma altri è stata vicesegretario regionale lombardia della margherita, d’accordo adamoli, nando dalla chiesa e ravani. indi sottosegretario alla giustizia di mastella e prodi. chi è meritevole è apprezzato a sinistra e a destra, e andò con berlusconi nel popolo delle libertà. alle elezioni europee, il tipografo del ministero interni si trovò il nome melchiorre da stampare non solo nella lista ma anche dentro il simbolo ld liberaldemocratici con daniela melchiorre. voi cosa ne pensate della melchiorre?
Scritto da Billa il 4/8/2012 alle 08:10
Condivido la preoccupazione di @Mariucci Bianchi. L' impressione è che il Pd abbia deciso di appaltare il centro elettorale ad altri. "Noi ci organizziamo a sinistra, per il centro se ne occuperà, oggi Casini, domani qualcun altro". Un' opzione limitante il nostro raggio di azione, un' idea lontana da quella che ha dato origine al ns. partito: un partito di centrosinistra (scritto tutto unito senza trattino in mezzo, un trattino che, lo sottolineo, fa invece una differenza politica evidente).
Scritto da paolo rossi il 4/8/2012 alle 08:14
Mi piace questa Evangelina. Anzi, con il suo permesso la chiamerò Evangelona. Non mi dà il permesso? Pazienza, la chiamerò così nell’intimità. Mi piace perché è ben poco evangelica: non mostra l’altra guancia. Anzi, se vede una guancia che non le piace: spatapam!, la fa diventare rossa, rossa. E’ forte Evangelona! Aspetta e cova. Cova e aspetta e quando uno pensa di averla fatta franca… spatapam!, arriva implacabile con la sua manona. Non ha fretta, Evangelona. Sta lì, immobile, con la sua manona. E poi… E poi @Ravani è proprio antipatico, diciamolo!
Scritto da Claudio Ennam il 4/8/2012 alle 08:34
@Claudio Ennam, Formigoni, nei giorni scorsi, nel corso di una conferenza-stampa, ricordò che le guance sono solo due. Una volta che sono state porte entrambe, non ve ne è una terza. Le mie idee politiche sono lontane da quelle di Formigoni (adesso si usa dire così, come se ci fossero ancora delle idee politiche in giro … e come se queste fossero differenti fra centrosinistra e centrodestra …) però apprezzo l’arguzia politica che questo ex democristiano ha avuto (ormai è bollito insieme a questa sua peculiarità). Detto questo, io sarò anche mostruosa ma quante guance lei pensa io possa avere? Più di due? Mi chiami pure come più le piace e lei continui pure a chiamarsi come desidera, anche Lidia.
Scritto da Evangelina Ranquileo il 4/8/2012 alle 10:09
Lei è una guanciona, si vede, Evangelona. Mi piace. Non mi piace, invece, Formigoni. Lui e la sua CL, quell'odiosa sigla clericale che buttato il cadavere di Dio sulla scena pubblica.
Scritto da Claudio Ennam il 4/8/2012 alle 12:01
Allora, volevo finire il mio commento. Prima, mentre scrivevo, è intervenuta mia moglie, la iena, e mi ha imposto un punto (dovevo andare a comprare le sardine della Rizzoli in offerta, 250 grammi 2€ e 45) quando avrei dovuto mettere una virgola. Riprendo. Lui e la sua CL, quell'odiosa sigla clericale che buttato il cadavere di Dio sulla scena pubblica, si è dedicato ai suoi affari e a quelli dei suoi famigli. Il mercato è il vero dio di Formigoni, uno scambio di oggetti inerti che, come tale, non può produrre valori. Certo che 250 grammi di sardine della Rizzoli a soli 2€ e 45…
Scritto da Claudio Ennam il 4/8/2012 alle 14:10
Caro Giuseppe, questo tuo post è caduto sull’attualità politica, anche quella locale - eccezionalmente sublimata ed elevata a dignità nazionale dalla presenza di Bersani alla Schiranna - assolutamente tempestivo, piacevole e rigenerante come i temporali serali che stanno caratterizzando queste nostre calde giornate agostane. Ti confesso che l’ho letto solo dopo il nostro veloce incontro alla Schiranna di venerdì sera e l’ho fatto soprattutto perché incuriosito dal tuo accenno alla polemica sulla Binetti. Leggendo, però ,mi sono subito reso conto che il tema è molto più ampio e ha ben meritato la ricchezza e profondità dei commenti che sta registrando. In quanto a me ti dico subito che condivido le due domande con cui chiudi il post e che avresti voluto rivolgere a Bersani. Ne condivido il tono preoccupato, ma possibilista, lo stesso che poi ritrovo in altri commenti ( in particolare quelli di Molinari, del senatore Paolo Rossi e di Mariuccio Bianchi, per citare quelli a cui mi sento anche idealmente più vicino). Ma l’istintiva simpatia che provo per Bersani ( per il quale neppure io ho votato alle scorse primarie ), per la sua semplicità, per la sua normalità che me lo fa sentire più vicino anzi “a me più simile”, mi fa essere ottimista circa la sua capacità di gestire un rapporto a tre (Bersani-Vendola-Casini) anche in una situazione, qual’è quella che si va profilando, di collocazioni diverse nell’ambito della stessa alleanza. Aggiungo che non sono tra i “ pentiti” del “ PD a vocazione maggioritaria”, ma penso che quest’ambizione non debba necessariamente significare che: “o conquisto da solo il 50% + 1 elettore o non governo”, ma significhi caricarsi sulle spalle la responsabilità di “interpretare senza mediazioni altrui” i bisogni e la richiesta di vera democrazia, di giustizia, di equità sociale, di riscatto civile e di crescita economica dei ceti medi e popolari, la parte maggioritaria della nostra popolazione. Né mi preoccupa il fatto che un’eventuale alleanza con Casini e l’ UdC possa rendere marginale o addirittura oscurare il ruolo, l’apporto di idee, di valori, di proposte di quei cattolici che militano già stabilmente nel PD e che anzi ne sono stati soci co-fondatori. Io credo fortemente che l’affermazione, nel PD , di una vocazione maggioritaria forte, concreta, non velleitaria, non può non passare attraverso un dibattito aperto e senza veli tra i cattolici co-fondatori del PD (gli eredi culturali di Moro, Dossetti, del Concilio Vaticano II, ma anche di Livio Labor e di quella piccola pattuglia di cattocomunisti amici di Franco Rodano, fiore all’occhiello del vecchio PCI e, più radicati nel presente, i volontari provenienti dalle Caritas , da Pax Christi, dalle marce della pace “Perugia-Assisi”, ecc...) e quelli che ancora ne sono fuori. Concludo scusandomi per la prolissità e per l’ottimismo,forse eccessivo, ma solo per colpa di Bersani e del successo personale che ha raccolto venerdì scorso alla Schiranna (http://www.giovanniderosa.blogspot.it/2012/08/schiranna-va-venerdi-3-agosto-2012.html ).
Scritto da giovanniderosa il 5/8/2012 alle 17:29
Caro @ Giuseppe, riguardo la Binetti mi riferivo proprio ai temi che dovrebbero essere considerati moderni, assodati e di "buon senso" in un paese civile (riconoscimento coppie di fatto) ma che il conservatorismo religioso ha bloccato spesso in in Italia. Mi ricordo una posizione di Veltroni nel 2008 in cui sosteneva l'approccio laico che dovrebbe avere la politica. Tuttavia non voglio credere che l'ala moderata della prossima coalizione sia da collegare per forza a soli elementi religiosi
Scritto da Simone Franceschetto il 6/8/2012 alle 08:21
@Evangelina Ranquileo. Io credo che le future liste di centrosinistra debbano contenere al proprio interno nomi che magari hanno poco "militato" nei partiti ma che cmq possano dare valore aggiunto alla politica, proprio grazie alle loro esperienze professionali collegate alla "vita reale". Lo dobbiamo fare anche per contrastare Grillo (c'era un interessante intervista a Fassino ieri su Repubblica). Quindi un mix tra tecnica e politica è la strada da seguire. E limite naturale di 3 mandati
Scritto da Simone Franceschetto il 6/8/2012 alle 08:25
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