Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 4/8/2012 alle 10:30

 
Folla delle grandi occasioni ieri sera a Varese con Pierluigi Bersani. Entusiasmo contenuto e maturo. Lui ha sciorinato il suo repertorio di idee, proposte, battute. Ha parlato dei problemi dell’Italia e dell’inequivocabile vocazione del Pd all’unità politica europea.
Ha spiegato la “Carta degli intenti”, il patto di governo che vorrebbe stringere fra “progressisti e moderati”, il “problema serissimo” con Di Pietro e con tutti i populismi anche di sinistra.
Di tutto questo discuteremo molto nelle prossime settimane.
Bersani ha terminato il suo intervento ricordando un aneddoto della sua vita giovanile nel Pci. L’ho ascoltato con gusto e  piacere.
La storia del Pci è stata grande. Ne ho un rispetto enorme. Mi ribello quando noto che qualcuno tende a rimuovere le storie politiche. Non parlo neanche della mia (Dc) di cui sono molto orgoglioso.
Ma, questo è il punto, sono tutte storie finite per sempre. Eppure tanti non la pensano così.
Dopo la riunione si discuteva su chi sarebbe il miglior leader del Pd.
Quello che avrà voluto, con più forza e ostinazione, una storia collettiva completamente nuova, senza figli e figliastri. Dove le diverse culture, antiche e nuove,  interagiscono, si influenzano, ma non si annullano.
Perché sono la ricchezza di un partito pluralista nei fatti, invece che solo nella propaganda. 

Commenti dei lettori: 82 commenti -
Durissimo ieri sera Bersani con Di Pietro. Pensa che l'alleanza di Vasto sia proprio terminata prima di cominciare. Non riesco a dispiacermene.
Scritto da Iscritto Varese il 4/8/2012 alle 10:32
Qualche riflessione a caldo, dopo aver ascoltato Pierluigi Bersani alla Schiranna. Confermo che da Bersani si potrebbe acquistare la proverbiale auto usata: l'uomo è serio, affidabile, concreto in larga misura ; laddove rimane vago e poco convincente, la responsabilità va equamente divisa tra chi risponde e chi fa le domande. C'è un punto però, dove mi sono ritrovato con le preoccupazioni espresse su questo blog da Adamoli: "la coalizione con Vendola, che poi si potrà aggregare con i moderati di Casini per formare il governo, non sarà percepita come una formazione di sinistra che dà per scontato che il centro non lo rappresentiamo noi, se non in piccolissima in parte?" A mio parere Bersani ha fugato questo dubbio, non però nel senso auspicato da Adamoli. Se ho ben capito le parole di Bersani, il P.D. si pone come riorganizzatore di una certa area di sinistra, cui Vendola partecipa a pieno titolo e con la quale ovviamente Casini non c'entra; con Casini ci si potrà alleare, come detto. Sarà addirittura l'anticipo di una fusione con il partito di Vendola? Staremo a vedere. A questo punto, dando per scontato un certo disagio da parte di chi ritiene che il P.D. debba essere esso stesso un bacino in cui confluiscano elettori di centro ed elettori di sinistra, più che un collettore dei soli elettori di sinistra, mi auguro che Berlusconi confermi la sua candidatura così da "obbligare" Casini e l'U.d.C.a perfezionare l'alleanza "Salva Italia"con Bersani ed il P.D. In questo caso spero anche che Vendola e compagni, nonchè certi malpancisti del P.D., capiscano che se con il solo Casini non si vince, tantomeno con il solo Vendola e con le Liste Civiche o Liste dei sindaci, di cui ha parlato Bersani:utili senza dubbio tali liste, ma più decisive a livello di elezioni comunali che non di una tornata per il governo dell'Italia.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 4/8/2012 alle 11:45
Condivido la preoccupazione di @Mariucci Bianchi. L' impressione è che il Pd abbia deciso di appaltare il centro elettorale ad altri. "Noi ci organizziamo a sinistra, per il centro se ne occuperà, oggi Casini, domani qualcun altro". Un' opzione limitante il nostro raggio di azione, un' idea lontana da quella che ha dato origine al ns. partito: un partito di centrosinistra (scritto tutto unito senza trattino in mezzo, un trattino che, lo sottolineo, fa invece una differenza politica evidente).
Scritto da Paolo Rossi il 4/8/2012 alle 12:42
Caro Giuseppe, detto quello che mi sentivo di dire nel precedente commento, aggiungo che Bersani trasmette una certa sicurezza e solidità. Un fatto non trascurabile in politica, soprattutto in una fase travagliata come è quella attuale. Ieri sera qualche 'bersaniano doc' mi chiedeva, mi è parso di intuire con malcelata insofferenza, se a eventuali primarie voterei per Renzi. No, ad oggi voterei per Bersani, ma stimo e mi piace il sindaco gigliato che rappresenta un valore aggiunto per il Pd.
Scritto da paolo rossi il 4/8/2012 alle 12:57
Caro Adamoli, sulle culture che convivono influenzandosi a vicenda sono d'accordo e penso che bisogna migliorare molto in questo campo. Penso però che la memoria del passato sia un freno alla costruzione di un partito totalmente nuovo come vuoi anche tu.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 4/8/2012 alle 13:16
Certamente caro Giuseppe, il riferimento giovanile di Bersani porta a dire che "sono storie finite per sempre ". Tirato per la gioca Bersani ha parlato con orgoglio di episodi narrati in un suo libro autobiografico. Ovviamente con lo stesso giusto orgoglio col quale tu hai narrato in un bel libro la tua esaltante vita politica. Sono le nostre radici da considerare nel bene e nel male. Mi piacerebbe lavorassimo tutti nel PD a costruire una storia collettiva nuova.Senza aspettare " l'Illumunato"
Scritto da A. Vaghi il 4/8/2012 alle 13:50
Qualcuno diceva che la Storia serve solo a dare un nome agli errori già commessi e che verranno sistematicamente ripetuti: non è, quindi, maestra di vita. Bersani, tuttavia, mi sembra che abbia capito la lezione della fragilità delle ammucchiate elettorali prive di collante politico. Di Pietro fu un errore di D'Alema che lo fece eleggere senatore in Toscana dimenticando ciò che aveva fatto Caligola almeno, però, per un cavallo...
Scritto da Sic Est il 4/8/2012 alle 14:37
@Giovame ex rottamatore (13.16) - Non sono d’accordo che la memoria sia un ostacolo alla costruzione e consolidamento del Pd. Senza memoria manca una parte del cuore. Sono le nostre radici, come sottolinea giustamente @A. Vaghi. Se è commendevole, la memoria ti accompagna dolcemente per tutta la vita, se è brutta ti perseguita per tutta la vita. Mai è un vincolo che impedisce una svolta personale, oppure una rigenerazione, nel caso di un partito politico. Certo, bisogna essere mentalmente aperti e predisposti ad accettare nuove idee e a vivere insieme con i compagni di strada l’avventura senza finzioni (quando c’è da confrontarsi, lo si fa con calda passione) e senza sotterfugi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 4/8/2012 alle 14:50
Bersani ieri è andato all'attacco delle Lega oltre che del berlusconismo. L'avrà capito anche qualcuno che si è sempre dimostrato sfacciatamente filoleghista?
Scritto da Un amminstratore locale il 4/8/2012 alle 16:26
Adamoli, scusami ma ti devo chiedere una cosa per me importante. Max Lodi nell'editoriale della Provincia di oggi fa capire che anche solo qualche anno fa il Pd provinciale era d'accordo nell'aprire una forma di collaborazione amministrativa con la Lega. Ho sempre pensato il contrario. E' vera o non è vera questa supposizione di Lodi che ritengo sia un bravissimo giornalista? PS - Vorrei una risposta non diplomatica. Grazie.
Scritto da G.G. il 4/8/2012 alle 17:46
Caro Giuseppe, anche a me ieri sera Bersani non è dispiaciuto, anzi. Solido, pacato, fermo nell’indicare la rotta. Noi siamo alternativi a quella destra antieuropea, con conati di autoritarismo, lontana dallo spirito liberale e, tendenzialmente, xenofoba. Dunque siamo distanti dal berlusconismo e dalla Lega e ne siamo alternativi, alternativi per valori, alternativi per idea di società, alternativi per modo di concepire la politica, alternativi perché capaci di dialogare con i corpi intermedi e non solo con l’individuo. Se dovessi fare un passo azzardato direi che Bersani potrebbe essere un ottimo candidato per il centrosinistra alle prossime politiche e, penso, potrebbe essere anche un ottimo Presidente del Consiglio in caso di vittoria. Quindi alle primarie, azzardo ancora non conoscendo il suo “programma”, potrei votarlo convintamene e senza turarmi il naso. Detto questo è anche giusto sollevare alcune questioni di merito circa la linea politica espressa in modo lucido e comprensibile ieri sera. Bersani, in sostanza dice, io ho il compito di organizzare l’area dei progressisti. Casini non è iscritto a questa area e lui ha intenzione di organizzare il centro. Io voglio un fronte progressista non settario e aperto quindi anche a Casini. Vendola può essere un protagonista nella costruzione dell’area progressista. Personalmente sono un nostalgico dell’idea di “centrosinistra” per cui il sentir parlare di area dei progressisti mi ricorda troppo la “gioiosa macchina da guerra di Occhetto” e la cosa non mi eccita più di tanto. Secondo problema. Una impostazione simile non rappresenta la negazione del PD come partito capace di andare oltre ( senza negarle ) le culture politiche del novecento? Non è che così facendo si “appalta” a Casini la rappresentanza del centro, dei moderati, dei cattolici e si accetta come un dato ormai di fatto che questo mondo noi non possiamo rappresentarlo né avvicinarlo perché di noi non si fidano? E come potrebbero fidarsi di noi od essere attratti da noi se sposiamo una linea politica progressista e di stampo socialdemocratico? E ancora, nel PD ci sono culture diverse. Ci sono cattolici, ci sono liberldemocratici, ci sono laici repubblicani. Potranno coesistere con una impostazione “progressista” che paga dazio a Vendola o, peggio, a chi pensa anche nel PD che bisogna costruire un partito unico della sinistra e di sinistra ( il partito dei progressisti come si sente dire in giro anche da giovani che vorrebbero essere il nuovo ) nel solco della tradizione italiana? L’Italia non è mai stato un Paese di sinistra. Pensiamo seriamente che si possa governare vincendo le elezioni magari con un sistema maggioritario? Su questo ultimo punto devo dire che mi è piaciuto la risposta di Bersani quando ha detto noi non possiamo governare col 51% neanche se lo avessimo ed è per questo che abbiamo la volontà di stringere ( prima o dopo le elezioni ) un patto con Casini. Concordo, ma rimango perplesso, così come rimango perplesso sul fatto che Bersani e buona parte della classe dirigente che sta in Parlamento è contraria alle preferenze. Non è che chi viene eletto alle comunali o in regione attraverso le preferenze è figlio di un dio minore e usa strumenti immorali, anzi. Un ultimo problema. Faremo le primarie per scegliere il leader del centrosinistra. Alle primarie parteciperà Bersani e sicuramente Vendola. Siamo sicuri che questo non sia il viatico per qualcuno per fare un nuovo partito di sinistra con dentro Vendola?
Scritto da roberto molinari il 4/8/2012 alle 18:22
Caro Giuseppe, d'accordo con te: le storie del passato sono finite per sempre. La storia del PCI è stata grande? anch'io ho ricordi di quel passato, ma guardando oltre gli entusiasmi dei militanti, vedo una vicenda disastrosa, sempre in opposizione con gli interessi reali del Paese, dalla Resistenza fino al malinconico tramonto. Il PCI era contro l'Occidente e le "svolte" sempre in ritardo sulla realtà storica. Berlinguer e Napolitano i maggiori responsabili. Finiamola una volta per tutte!
Scritto da ulderico monti il 4/8/2012 alle 18:33
professor sic est, dal niccianesimo alla depressione ci vuole un attimo. poi il dottor carlo ha un gran lavoro. un montiano come lei deve solo credere in un positivo cambiamento. è quello che vorremmo tutti.
Scritto da Billa il 4/8/2012 alle 18:40
Caro Giuseppe, tu non ami intervenire molto ma oggi o domani attenderei delle tue risposte su aulcuni punti sollevati nei vari interventi. Sui rapporti con la Lega qualche anno fa (G.G.), sul partito unico della sinistra, sulla rappresentanza del centro (Roberto Molinari).
Scritto da Luca C. il 4/8/2012 alle 18:48
gg trasmette un’ansia pazzesca. dice che per lui è ancora importante sapere oggi quello che sarebbe potuto accadere un anno fa. ecchediamine, non può stare più tranquillo? semmai ora diventa importante intuire quello che potrà accadere fra otto mesi/un anno!! la politica a certa gente non fa bene, perde il senso del necessario e dell’inutile. e perde il tempo. anche a stare macerarsi su parole che oggi vanno e domani vengono produce buchi nell’ozono e si danneggia l’umanità intera, sottoscritta compresa. gg sappia che sta danneggiando anche me. poi lo sanno tutti che i giornalisti la girano sempre come vogliono, è il loro lavoro. è potente l’ansia che trasmette gg, dice pure che tipo di risposta vuole avere, una risposta non diplomatica. è chiaro che il suo problema non sono le alleanze politiche. magari ha un conflitto infantile materno irrisolto. björn salomonsson ha scritto qualcosa sull’argomento. qui è materia per il dottor carlo.
Scritto da Billa il 4/8/2012 alle 19:31
Alla mia età guardo con simpatia e un po’ d’invidia chiunque nutra speranze. La vostra speranza è che Bersani governi con serietà, onestà, capacità e competenza il paese. Quale paese? Trepalle in Valtellina? Tricase nel Salento? O tre case qua e due là, da qualche parte? Davvero siete convinti che la migliore imitazione di Crozza possa parlare feis tu feis con Obama? Siete persuasi veramente che lo smacchiatore di giaguari sia in grado, insieme a un suo ministro, di indicare la via del risanamento economico e della crescita in questa Italia devastata? Israele (Grande!) sta disintegrando la Siria per poi avere mano libera con l’Iran. Bersani sa dove si trovi la Siria? La politica estera non si può dettare da un tavolino di bar con una weizen appena spillata. Bersani sembra solo un povero cristo. Certo, più onesto di Casini, un taipan australiano con frangetta; più presentabile di Vendola. Più, più, più rispetto alla macchietta molisana Di Pietro. Ma sempre Bersani è. Io sono un povero sarto ma la democrazia mi ha dato un grande potere: decidere chi sia capace e chi no. Bersani no. È comune esperienza, alla mia età posso ben affermarlo, incontrare fuori dal mondo politico persone di talento, serie, oneste, colte, preparate e dotate di carisma. Non possiamo obbligare una di queste a candidarsi? Non potrebbe ogni partito o coalizione proporre queste persone? Così, tanto per provare. Tanto per cambiare.
Scritto da Claudio Ennam il 4/8/2012 alle 19:45
roberto molinari dice di non eccitarsi con la macchina da guerra, anche se quella gioiosa. non ha tutti i torti, l’ulivo è più afrodisiaco, per non parlare dell’unione. che l’unione sia eccitante lo dice la parola stessa. con tutti gli azzardi che fa, si dimentica di azzardare che bersani potrebbe essere un buon segretario di partito. ma a molinari cosa è successo oggi? batte anche sui liberaldemocratici, quelli della melchiorre. mi sa che oggi, complice l’afa, la melchiorre ha fatto scattare qualcosa.
Scritto da Billa il 4/8/2012 alle 20:22
ieri ho fatto una domanda ma il giuseppe adamoli non ha risposto. lui risponde a franceschetto sulla binetti. punto. sulla melchiorre no. se si fissa di non parlare, non parla mica. poteva dire che non la conosce bene come la binetti, invece no no, zitto. è fatto così, io già me lo vedo come era ieri sera alla schiranna. seduto con le braccia conserte, sguardo semiaccigliato, semi, non tutto accigliato, fronte corrucciata. la prima ora. poi, potenza dell’accento e della solarità di bersani, si scioglie anche il giuseppe adamoli e capisce che non è il caso di stare sempre schivi e sul chi va là. ma la prima ora è la più dura, tutto arcigno.
Scritto da Billa il 4/8/2012 alle 20:30
Capisco che tu non sia soddisfatto ma, vuoi mettere, un bel partito di sinistra con dentro Vendola e fuori tutti quelli che di sinistra non sono. Meno discussioni, gerarchia ripristinata, alternativa netta alle destre ma anche a Monti. Se poi se ne va anche Veltroni prendo una sbornia. Mi dispiace per te, ma alla fine ti consolerai con un partito di centro. Potremmo pure allearci. Mi raccomando, portati dietro anche il vostro deputato di Varese che è tanto pragmatico da non avere più nessuna idea.. Del senatore fai quello che vuoi, per quello che conta....
Scritto da Mario T. il 4/8/2012 alle 20:52
@Claudio Ennam. Dica qualcosa di positivo, ogni tanto. Faccia lei il nome di chi vuole, almerno in parlamento o anche al governo. Conosce persone perbene che la ispirano? Faccia un nome. Io lo voterei.
Scritto da Giovanna G. il 4/8/2012 alle 22:09
Gentile Adamoli, ma se è pur vero che ai tempi della DC era facile riconoscere "l'elettore di centro", detto anche "moderato", ora come ora da quali caratteristiche psico-socio-economiche lo si potrebbe distinguere? Credo che il pd, prima ancora di domandarsi quale collocazione politica assumere nei confronti di possibili alleanze al centro, deve trovare una maniera per individuare l'elettore di centro: quali criteri potrebbe adottare, mi domando e ti domando? Che "l'elettore di centro" è anticomunista? Esclusi gli elettori di Diliberto, si dichiara anticomunista il resto d'Italia.. Che "l'elettore di centro" sostiene l'Italia non si debba allineare alla Russia ed aderire al patto di Varsavia? Rammento solo B. fra gli italiani convinto che l'Italia si dovesse allineare alla Russia, ed il patto di Varsavia non esiste più.. Che "l'elettore di centro" va ogni giorno a sentire la messa? Le Chiese, purtroppo, nel nostro paese sono semivuote.. Che "l'elettore di centro" crede nell'indissolubilità del matrimonio? Buona parte dei leader politici cattolici che si dichiarano di centro ha almeno un divorzio alle spalle, e, da una recente indagine statistica, risulta che la durata media dei matrimoni nel nostro paese è di circa 15 anni.. Che "l'elettore di centro" apprezza il corso neoliberista dell'economia attuale? Non credo proprio, esclusi i nababbi vari che con la speculazione si arricchiscono vieppiù, i politici affascinati dall'avvento del neoliberismo in Italia (e, aggiungerei, inspiegabilmente dal brivido della Recessione) ed i giornalisti ben pagati ed ignorantelli, che qualche italiano della classe media creda che essere preda dei mercati, perdere potere d'acquisto, diventare più poveri e non poter programmare quasi nulla, sia un beneficio.. Che "l'elettore di centro" non si dichiara né di destra né di sinistra? Nemmeno Bobbio riusciva bene a distinguere da che cosa si potevano caratterizzare destra e sinistra, figuriamoci l'italiano medio.. Insomma, Adamoli, è un problema...se non l'hai già risolto tu forse alcune menti lucidissime del pd sono in grado di risolverlo (magari dopo aver studiato un po' almeno i fondamentali dell'economia, che non fa mai male..). P.S. Voglio segnalare ai lettori del blog, anche se non in linea con l'argomento di oggi, lo strano incidente d'auto in cui questo luglio ha perso la vita il giudice Michele Barillaro, gip del tribunale di Firenze, che, guarda il caso, lavorò per delicatissimi processi, quali quello sull'attentato a Falcone all'Addaura e quello sull'attentato in cui perse la vita Borsellino, e che attualmente si occupava di riciclaggio internazionale...qualche politico del pd ne ha parlato o sono tutti troppo impegnati a sproloquiare contro le intercettazioni? Cari saluti.
Scritto da Carlo il 4/8/2012 alle 23:41
Chi è l'alieno? Il presidente Mario Monti parla con Obama e Merkel e Hollande e loro parlano con lui. Noi qui dibattiamo sui ricordi del Pci di Bersani e siamo trepidanti per quanto faranno le Vendole e i Di Pietri. Per non dire dell'altro, il Casini... Come sempre, fumo latino e latina frivolezza! Confido sul rigore della Germania e dei "virtuosi" del Nord.
Scritto da ulderico monti il 5/8/2012 alle 06:14
Cara @Giovanna G, il fatto che lei si affidi a me per un’indicazione la dice lunga sulla sua frustrazione di elettrice. E’ vero che io ho un’intelligenza superiore, sono Ebreo, non se lo dimentichi, ma ho un’istruzione media, una cultura approssimativa, sono serio solo quando dormo e sono disonesto appena posso: sono anche un italiano, non se lo dimentichi. Cosa vuole che le dica? Ho fatto in tempo a votare per Pietro Nenni e adesso mi si chiede di scegliere fra Topo Gigio e Provolino. Auguri, signora Giovanna.
Scritto da Claudio Ennam il 5/8/2012 alle 08:34
Ho ricevuto parecchie domande esplicite o implicite alle quali voglio rispondere separatamente. Per non appesantire il blog lo farò in parte subito, in parte fra qualche ora. Comincio con @G.G. (17.46). Non so se Max Lodi intendesse ciò che dici tu, so per certo che della collaborazione fra Pd e Lega a Varese non si era mai parlato negli organi dirigenti. Se a qualcuno fosse mai venuto in testa di proporre qualcosa del genere sarebbe finito in una esigua minoranza. La supposizione di un Pd che a Varese era pronto a Varese a cavalcare il successo elettorale della Lega era ed è una leggenda. (Sul prima del Pd non metto becco, se non per la Margherita confermando parola per parola quanto ho scritto un attimo fa).
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/8/2012 alle 09:22
@Roberto Molinari (18.22) - Per brevità mi concentro solo sul punto che ritengo più importante del tuo commento. Con Vendola che partecipa alle primarie, stringendo dunque un’alleanza strettissima per l’oggi e il domani, ci avviamo verso il partito “quasi unico” della sinistra? Nella mente di una parte del Pd questa idea c’è ed è forte. In questa fase preelettorale io farei però un passo alla volta, altrimenti rischiamo di deragliare. Bersani a Varese, e prima ancora all’Assemblea nazionale (ciò che conta), ha detto: se si fa la coalizione con Sel, in caso di contrasti forti, la linea la decidono a maggioranza i gruppi parlamentari. Se fosse così (anche se da persona con qualche esperienza ho dei dubbi) mi andrebbe bene. Sul partito unico o quasi della sinistra, ho invece delle remore fortissime. Il mantra “nessun nemico a sinistra” non lo condivido, è stato sconfitto dalla storia, è il contrario dell’idea fondante del Pd. Il percorso per arrivarci sarebbe comunque lungo, congressuale, democratico. Avremmo tante sedi per obiettare ed opporsi. Saremmo in tanti. Non penso, ad oggi, che quello potrebbe mai essere il mio partito.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/8/2012 alle 09:29
@Billa (20.30) - Che dovevo dirti? Dell’on. Paola Binetti avevo qualcosa da spiegare sul piano dei contenuti. Dell’on. Daniela Melchiorre ti posso confermare che era di bella presenza, agghindata in modo impeccabile e con un profumo gradevolissimo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/8/2012 alle 09:31
Corriere della Sera, domenica 5 agosto. Intervista al ministro Catricalà: Domanda: "E' vero che siete stati precettati?" Risposta: "Nessuno si allontanerà, il governo non va in vacanza. Sono stati sconsigliati i viaggi all'estero: magari, se occorre, non si riesce a tornare in fretta. Il 10 c'è il prossimo Cdm, il 24 un altro". Finalmente, forse, siamo giunti alle decisioni strategiche irrevocabili. Avanti tutta!
Scritto da ulderico monti il 5/8/2012 alle 10:47
La verrità è che siete un partito "plurale" solo a parole. Comandano solo gli ex Ds. E tu lo sai bene. Se no sarei rimasto con te che delll'area non diessina ma socialmente apeta sei il più capace.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 5/8/2012 alle 10:57
@Giuseppe Adamoli scrive: "Bersani a Varese, e prima ancora all’Assemblea nazionale (ciò che conta), ha detto: se si fa la coalizione con Sel, in caso di contrasti forti, la linea la decidono a maggioranza i gruppi parlamentari. Se fosse così (anche se da persona con qualche esperienza ho dei dubbi) mi andrebbe bene". Adamoli conosce bene i meccanismi. le psicologie, le impotenze della sinistra: non ha mai funzionato e non funzionerà mai. Il PD si dia una strategia, se può e finchè è in tempo!
Scritto da ulderico monti il 5/8/2012 alle 11:32
@Carlo, si trattenga … non nel senso di non esprimere la propria opinione. Si trattenga di più in questo blog a spezzare, con acuti interventi, i commenti seriali postati dai piddini. Viene da pensare che lei non voti Pd e nemmeno Sel ma sia culturalmente di ideologia socialista. L’analisi che tratteggia sulla ricerca, da parte del Pd, dell’Isola Non Trovata (l’elettore di centro) è molto convincente. E’ l’impegno primo del Pd, la madre di tutte le battaglie, l’alibi che malcela lo sbando e la pochezza dei suoi uomini. Le due anime presenti nel Pd intendono diversamente il concetto di “elettore moderato”. Gli ex Margherita vorrebbero catturare il benestante cattolico, gli ex Ds il benestante e basta. La mia è una semplificazione un po’ banale ma non lo è di più delle tesi contenute nella Carta degli Intenti (a quando le proposte?) che in questi giorni viene presentata a mo’ di documento rivoluzionario, al cui confronto le Tesi di Lutero sono una bazzecola. Almeno Veltroni e D'Alema, alle feste estive del partito, presentavano i propri libri. Bersani, invece, purtroppo non è un romanziere ma, semplicemente, un politico gradevole ma solo. @Carlo, la sua opinione sull’evento mortale accaduto a Barillaro potrebbe essere relegata come “sindrome da complotto”, buona solo per far riflettere ed allarmare. Il Paese, invece, ora non ha bisogno di riflettere (e tanto meno di allarmarsi): serenità e fiducia, alla guida del deus ex machina, Napolitano, una delle figure contemporanee più fulgide e non telefonicamente intercettabili … Io sono per la ricostruzione di un vero partito di sinistra, anche se, poi, non ne avrei ospitalità. E’ il mio karma (e di altri che conosco) non avere una casa politica: al centro siamo considerati troppo di sinistra, a sinistra siamo considerati troppo catto-moderati. E mi sa che anche lei, in questo mio ideale partito di sinistra, non troverà spazio.
Scritto da Evangelina Ranquileo il 5/8/2012 alle 12:07
“Mario Monti è «molto preoccupato» per i toni anti-tedeschi che si sono levati recentemente in Italia con le accuse alla Germania di durezza e di arroganza. «Ho riferito al cancelliere Merkel del crescente risentimento qui in parlamento contro l'Ue, contro l'euro, contro i tedeschi e a volte contro lo stesso cancelliere» dice il presidente del Consiglio” (dal Corriere della Sera onlain di oggi). HO RIFERITO??? HO RIFERITO??? Scusi, signor Adamoli, lei che ha esperienza, cosa pensa di un primo ministro di uno stato che dovrebbe essere sovrano che dà conto a un suo omologo di quale che accade nel suo paese? Mi pare che questo Monti sia lo scendiletto della Merkel e ciò mi offende tre volte: come Ebreo, come italiano, come democratico.
Scritto da Claudio Ennam il 5/8/2012 alle 13:10
Il Pd con questa scelta tutta nel campo della sinistra, rinuncia all' elettorato moderato che sarà competenza di altri con i quali poi ci si potrà eventualmente alleare. Questa in sintesi la questione come qui hanno scritto Bianchi, Molinari, Rossi e, più velatamente, Adamoli. Il PD non è più quello del Lingotto, siamo tornati indietro. Una riedizione riveduta e corretta dei ds con l' utile aggiunta dei cattolici democratici rigorosamente divisi fra loro (Bindi, Franceschini, Letta, Fioroni).
Scritto da paperoga il 5/8/2012 alle 13:15
@Ulderico Monti - Dei tuoi interventi scelgo quello delle 18.33 di ieri sulle storie politiche. Mi riferivo, e tu lo hai capito benissimo, ad una grande storia di popolo non ad una ideologia sconfitta irrimediabilmente sotto il profilo umano prima che politico. Tu di quella storia eri stato partecipe. Puoi ripudiare una ideologia non un movimento di milioni di persone entusiaste, altruiste, ricche di una fede sincera che gli aveva fatto compiere sacrifici incredibili. Se mi permetti un congettura rischiosa, forse quella enorme delusione è una ragione del tuo vedere "abbastanza nero". Non che vi siano molti motivi per vedere roseo, naturalmente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/8/2012 alle 13:31
@Carlo (23.41) - Il bravo giornalista che venerdì sera ha intervistato Pierluigi Bersani ha ricordato una nota frase di Mino Martinazzoli “I moderati in natura non esistono, sono le forze politiche che li moderano”. Questo per dirti che rinuncio a descrivere sociologicamente i “moderati” e non mi addentro nella tipologia che tu esponi. Ti rispondo sotto il profilo politico nel quale mi sento più a mio agio. Del centro fanno parte convenzionalmente coloro che non si sentono (non che non sono) né di destra né di sinistra; che stanno lontano dalle urla ideologiche; che non si sentono teoricamente né liberisti né antiliberisti ma semmai liberali tolleranti; che avevano ascoltato le sirene berlusconiane ed ora non ci credono più; che detestano le spiegazioni politiche troppo complicate perché vi vedono trucchi e furberie; che verso i partiti (nei quali nutrono pochissima stima) sono disponibili ad atti di fiducia ma non ad atti di fede. Sono imprenditori e lavoratori che non hanno né simpatia né antipatia pregiudiziale per i sindacati; che sono disponibili a fare buoni contratti quando servono a tutti. Ci sono i cattolici fra questi cittadini? Certamente si, ma è un’informazione distorta quella che li rappresenta come la grande maggioranza di questo mitico “centro”. Serve a Casini per accreditarsi questo mondo che non è affatto suo ma che è contendibile, anche dal Pd che era nato con questa vocazione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/8/2012 alle 13:40
@Evangelina Ranquileo (12.07) - Sai quante volte capita anche a me di essere considerato troppo di centro nel Pd e troppo di sinistra quando vado in altri contesti culturali e sociali? Ciò che non condivido dei tuoi suggestivi ragionamenti è la divisione profonda, che tu rappresenti enfaticamente, tra cattolici e non cattolici, ma forse sono io ad essere troppo “laico”, come molti dicono. PS – Tieni conto che io partecipo a più riunioni non del Pd che del Pd. Ho sempre fatto così, anche nel passato prossimo e remoto rispetto ai miei vecchi partiti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/8/2012 alle 13:47
Ho sempre pensato che il problema degli “intellettuali organici“ fosse tipicamente italiano e che avesse a che fare con l'egemonia culturale di gramsciana memoria. Oggi però le cose sono molto cambiate: rimasti orfani delle “grandi narrazioni” e delle ideologie politiche a esse riconducibili, gli intellettuali sono diventati organici al regime dominante. Questo è particolarmente evidente nel nostro paese. È sufficiente scorrere tutti i giorni le pagine dei maggiori quotidiani per rendersi conto di quanto gli intellettuali siano organici al regime di re Giorgio e del suo fido Richelieu, Mario Monti. Il male ora si è propagato, ha attraversato l'Atlantico ed è approdato alla Casa Bianca. Seguiamo allora le contorsioni mentali di Paul Krugman, consigliere di Obama. Il 14 maggio scorso intitolava un capitolo del suo blog: “Eurodämmerung“, il crepuscolo dell'euro. Tesi analoghe a quelle illustrate in tale sede erano apparse anche su “Repubblica“ il mese precedente, quando aveva sostenuto che la soluzione per l'Europa era quella di ricalcare il modello adottato dagli Stati Uniti negli anni 30, ovvero abbandonare il gold standard (il sistema aureo): trasferito alla situazione europea significherebbe “uscire dall'euro e ripristinare le valute nazionali“. Adesso la novità dell’ultima ora: il 1° agosto su “Repubblica“ ha paragonato l'euro a un calabrone, la cui morfologia non dovrebbe permettergli di volare, ma sconfiggendo le leggi della fisica, il calabrone compie il miracolo e vola. Quindi, Krugman paventa la fine dell'euro considerandola un armageddon, la fine non solo dell'economia e della finanza, ma anche della pace e della democrazia. L'euro, perciò, anche se mal concepito sin dalla sua nascita, è da preservare per la quiete di tutto il mondo occidentale, anche a costo, questo Krugman ovviamente non lo dice, di affamare popoli come i greci, i portoghesi, gli spagnoli e mettere in ginocchio l'Italia. In conclusione, come mai i guru americani dell’economia sono diventati voltagabbana? La risposta non è poi così difficile. Oggi il crollo dell’euro, avendo delle inevitabili ripercussioni economiche mondiali, significherebbe la sicura sconfitta elettorale di Obama e per questo va preservato. Krugman non è un suo personale consigliere? Ebbene allora il messaggio è chiaro: salvate il soldato euro almeno fino al 6 novembre di quest'anno e come nel film di Spielberg il soldato forse sopravvivrà, ma tutti quelli che insieme a lui hanno combattuto, tranne due: la Germania e forse la Francia, moriranno. Non prima, tuttavia, di avere combattuto una lunga, sanguinosa e soprattutto inutile battaglia.
Scritto da Max Liberti il 5/8/2012 alle 14:12
Chissà se Bersani parteciperà alla prossima festa dell'Idv di Di Pietro a Vasto come l'anno scorso. Se vuole mostrarsi coerente con quanto dichiarato nelle ultime settimane non dovrebbe andare a meno che non ci siano altri leader oltre a lui, Vendola e Di Pietro. In caso diverso sarà inutile dire che i giornalisti hanno capito male.
Scritto da Luisa B. il 5/8/2012 alle 15:54
@Max Liberti il 5/8/2012 alle 14:12. Sparli, a ragione, degli intellettuali organici (il nostro Paese ne è pieno e servono a riempire i giornali, le sedie dei vari Porta a Porta e qualche Blog) e poi cerchi di leggere il futuro con la loro ottica che spazia da un prossimo mondo del Bengodi fino all'Apocalisse. Lasciamo lavorare il nostro Professore con i suoi pregi e con i suoi difetti. Rimandiamo il Bilancio al 2013 e confrontiamolo, allora, con il disastroso ventennale del BerluBossimo.
Scritto da Sic Est il 5/8/2012 alle 17:19
@Max Liberti, tu sei molto dotto ma io più pratico. Se usciamo dall'euro noi che lavoriamo e prendiamo uno stipendio normale perderemmo il 30% circa del valore di ciò che abbiamo sudato mentre guadagnerebbero altrettanto quelli che hanno esportato i soldi in Svizzera. Questo lo dicono tutti. Tu da che parte stai, dalla parte di chi ha frodato il fisco e portato i capitali all'estero? Io non sono iscritto a nessun partito e non sono di destra, di centro o di sinistra.
Scritto da Stefano C. il 5/8/2012 alle 17:25
@Giuseppe Adamoli. Ti ringrazio del commento che mi hai dedicato sull'appartenenza al Pci: "un movimento di milioni di persone entusiaste, altruiste, ricche di una fede sincera che gli aveva fatto compiere sacrifici incredibili". Devo dire, per completare il concetto, che ho un altrettanto ottimo ricordo del tempo in cui - fino al 1943 - fui un Balilla dedito al Duce del Fascismo. Anche allora: "un movimento di milioni di persone entusiaste, altruiste, ricche di una fede sincera ecc...". Quale insegnamento trarremo dalle esperienze negative, dagli errori, dai tradimenti? O ci crogioleremo (e ci auto-assolveremo) nei rimpianti? E' vero: vedo nero. Mi si dia un ideale, un progetto, una bandiera e vivrò il mio ultimo tempo “entusiasta, ricco di fede sincera”...!
Scritto da ulderico monti il 5/8/2012 alle 17:29
Giuseppe, dopo aver postato il mio commento al tuo post del 2 agosto (2 Domande a Bersani ) mio accorgo che tu sei già oltre. Scusami se non riesco a starti dietro...comunque per tenermi al passo pubblico anche qui il mio commento, forse un può fuori tema. Ma i tuoi lettori mi perdoneranno. Caro Giuseppe, questo tuo post è caduto sull’attualità politica, anche quella locale - eccezionalmente sublimata ed elevata a dignità nazionale dalla presenza di Bersani alla Schiranna - assolutamente tempestivo, piacevole e rigenerante come i temporali serali che stanno caratterizzando queste nostre calde giornate agostane. Ti confesso che l’ho letto solo dopo il nostro veloce incontro alla Schiranna di venerdì sera e l’ho fatto soprattutto perché incuriosito dal tuo accenno alla polemica sulla Binetti. Leggendo, però ,mi sono subito reso conto che il tema è molto più ampio e ha ben meritato la ricchezza e profondità dei commenti che sta registrando. In quanto a me ti dico subito che condivido le due domande con cui chiudi il post e che avresti voluto rivolgere a Bersani. Ne condivido il tono preoccupato, ma possibilista, lo stesso che poi ritrovo in altri commenti ( in particolare quelli di Molinari, del senatore Paolo Rossi e di Mariuccio Bianchi, per citare quelli a cui mi sento anche idealmente più vicino). Ma l’istintiva simpatia che provo per Bersani ( per il quale neppure io ho votato alle scorse primarie ), per la sua semplicità, per la sua normalità che me lo fa sentire più vicino anzi “a me più simile”, mi fa essere ottimista circa la sua capacità di gestire un rapporto a tre (Bersani-Vendola-Casini) anche in una situazione, qual’è quella che si va profilando, di collocazioni diverse nell’ambito della stessa alleanza. Aggiungo che non sono tra i “ pentiti” del “ PD a vocazione maggioritaria”, ma penso che quest’ambizione non debba necessariamente significare che: “o conquisto da solo il 50% + 1 elettore o non governo”, ma significhi caricarsi sulle spalle la responsabilità di “interpretare senza mediazioni altrui” i bisogni e la richiesta di vera democrazia, di giustizia, di equità sociale, di riscatto civile e di crescita economica dei ceti medi e popolari, la parte maggioritaria della nostra popolazione. Né mi preoccupa il fatto che un’eventuale alleanza con Casini e l’ UdC possa rendere marginale o addirittura oscurare il ruolo, l’apporto di idee, di valori, di proposte di quei cattolici che militano già stabilmente nel PD e che anzi ne sono stati soci co-fondatori. Io credo fortemente che l’affermazione, nel PD , di una vocazione maggioritaria forte, concreta, non velleitaria, non può non passare attraverso un dibattito aperto e senza veli tra i cattolici co-fondatori del PD (gli eredi culturali di Moro, Dossetti, del Concilio Vaticano II, ma anche di Livio Labor e di quella piccola pattuglia di cattocomunisti amici di Franco Rodano, fiore all’occhiello del vecchio PCI e, più radicati nel presente, i volontari provenienti dalle Caritas , da Pax Christi, dalle marce della pace “Perugia-Assisi”, ecc...) e quelli che ancora ne sono fuori. Concludo scusandomi per la prolissità e per l’ottimismo,forse eccessivo, ma solo per colpa di Bersani e del successo personale che ha raccolto venerdì scorso alla Schiranna (http://www.giovanniderosa.blogspot.it/2012/08/schiranna-va-venerdi-3-agosto-2012.html ).
Scritto da giovanniderosa il 5/8/2012 alle 17:36
Caro @Ulderico, la fede sincera in un partito non ce l’ho nemmeno io. De Gasperi diceva: “Fede negli ideali, nei principi, nelle idee forti. Fiducia nei partiti”. Quanta modernità in queste parole! Sono l’antidoto alle tentazioni ideologiche che forniscono lenti deformate della realtà.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/8/2012 alle 18:01
Ho letto l'intervista di Mario Monti allo Spiegel ed ho scoperto che la versione data da stampa e Tv italiane è deformata e tradisce nella sostanza il pensiero del Presidente del Consiglio. Il presidente afferma che il risentimento contro Ue, euro, Germania cresce nel nostro Parlamento e non nel Paese. Può essere inteso come un dato di fatto o una insofferenza di Monti verso la classe politica, che di Monti vorrebbe liberarsi, ma non può: lo spread non permette avventure! La sfiducia e l'incertezza politica – non risolta dal “decalogo” del PD – ci costano tassi ormai insopportabili. Ecco lo stralcio del testo: "Ho riferito al cancelliere Merkel del crescente risentimento qui in Parlamento contro l'Ue, contro l'euro, contro i tedeschi e a volte contro lo stesso cancelliere. ...Questo è però un problema che va molto oltre il rapporto tra Germania e Italia. Le tensioni che da anni accompagnano l'Eurozona hanno già i connotati di una dissoluzione psicologica dell'Europa. Dobbiamo lavorare duro per contrastarle". Uno dei problemi piu' gravi ed inquietanti per l'Europa, aggiunge Monti, è la contrapposizione tra i Paesi del Nord e quelli del Sud. "Esiste una contrapposizione frontale con reciproci rimproveri" dice, "è una cosa molto inquietante che dobbiamo combattere". "Sono convinto che la maggioranza dei tedeschi abbiano una simpatia istintiva per l'Italia, mentre gli italiani ammirano i tedeschi per le loro qualita'. Tra gli ammiratori della Germania (e di Israele, per dare uno zuccherino al caro Ennam) mi annovero anch'io.
Scritto da ulderico monti il 5/8/2012 alle 19:23
L’Italia ha un prodotto interno lordo di circa 1500 miliardi di euro, e paga all’usura bancaria qualcosa come 90 miliardi di euro all’anno di soli interessi sul debito. Se facessimo crack, questo buon 6% del Pil cesserebbe di finire nei caveau bancari e potrebbe essere usato come spesa pubblica. Certo, inizialmente saremmo investiti da una guerra d’aggressione senza precedenti da parte di un’indemoniata speculazione straniera, ma poi all’estero dovrebbero mandar giù il rospo. La sola possibilità in mano ai signori del denaro sarebbe una guerra vera. Ma sarebbero in grado, i loro funzionari politici tedeschi e francesi, di assumersi la responsabilità di distruggere l’unità europea, la Nato e tutto il circo al seguito scatenando un conflitto bellico? E gli Usa: arriverebbero a inserirci nella lista degli Stati-canaglia assieme a Iran e Corea del Nord? Ripudiare il debito che ci lega come asini da soma significherebbe, insomma, far implodere il sistema Europa. Questo legame è l’unico, reale, pesantissimo ostacolo alla riconquista di una piena sovranità. L’Islanda ha potuto farlo perché ne era già fuori. L’Argentina, pur invischiata fino al collo nella ragnatela della finanza internazionale, ri-nazionalizzando moneta e industrie strategiche e liberandosi dei ceppi del Fmi, è uscita dal tunnel e ha ripreso a vivere. Noi siamo gravati da un’ulteriore, e ben più dura, catena: l’europeismo dogmatico e aprioristico, che fa credere che l’Europa così come è, monetarista e banksterizzata, sia un totem inviolabile, l’undicesimo comandamento, un’entità sacra quando invece è una costruzione storica soggetta, come ogni altra realtà umana, alla trasformazione e alla morte.
Scritto da Max Liberti il 5/8/2012 alle 19:34
@Giuseppe Adamoli (ore 13.47), impossibile che io nel mio commento parlassi di “divisioni fra cattolici e non cattolici”, anche perché siamo tutti cattolici. Non è un caso che una delle iniziative di dialogo più riuscite del cardinal Martini si chiamò la “Cattedra dei non credenti” (e non la cattedra dei non cattolici). Non credo che Tosi e Marantelli non recepiscano o non sottoscrivano, ad esempio, le istanze o le iniziative di associazioni cattoliche operanti in ambito di volontariato, di un gruppo scout, di una associazione del commercio equo e solidale, di una associazione pacifista, ecc. Io ho sempre visto, in calce alle istanze di Pax Christi, giusto per prendere una associazione nota, firme di esponenti della sinistra, non di Casini. Se io fossi una associazione di volontariato di Rho, non avrei problemi a rivolgermi, per la presentazione di una interrogazione o interpellanza regionale, indistintamente sia a Borghetti che alla Cavicchioli. Se poi una specifica parrocchia di Rho si vuole rivolgere direttamente a Borghetti per legami amicali, questo è un altro paio di maniche, non sta a significare che la Cavicchioli non abbia la sensibilità per partecipare alcuni temi. Invece, non mi stupisco che le questioni curiali siano meglio assolte da un Pizzul anziché da un Franco Mirabelli. Ma stiamo parlando di questioni curiali … non legate alla vita civile dei milanesi o dei lombardi. A me sembra così chiaro quello che sto scrivendo … Però se volessimo proprio intestardirci nel parlare di un Pd composto da “due di due” (per parafrasare De Carlo), non scomodiamo le categorie “cattolico” e “non cattolico” ma, semplicemente, delle due componenti di diversa provenienza partitica nel momento topico della “divisione” del piatto, ai sensi dell’indistruttibile norma “un posto a un ex margherita e un posto a un ex ds”. Anche qui, mi sembra tutto così semplice …. E, infine, detesto citarmi ma l’altro ieri scrivevo che alla base delle “divisioni” vi sono, nella stragrande maggioranza dei casi, le “asperità e spigolosità caratteriali, le ambizioni, le frustrazioni, le palesi incompetenze” e non più (e non tanto) le ideologie. Anche qui, mi sembra di aver scritto cose che si possono comprendere.
Scritto da Evangelina Ranquileo il 5/8/2012 alle 20:26
Sempre per @Giuseppe Adamoli. Un esempio di chi mi considererebbe troppo moderata? Ce lo offre l’attualità: gli animalisti romani del PAE (Partito Animalista Europeo) che hanno fatto un blitz ieri, che ha provocato feriti, per verificare se fosse rispettata l’ordinanza di Alemanno che, a tutela dei cavalli, vieta il servizio delle botticelle in caso di temperature elevate. Non possiamo generalizzare ma un certo tipo di animalisti … lascia a desiderare. P.S.: non vorrei arrivasse adesso il solito amico animalista che mi dà dell’insensibile? O non arriverà? O arriverà? Ora che l’ho anticipato, non arriverà!
Scritto da Evangelina Ranquileo il 5/8/2012 alle 21:05
@Evangelina: lei ha ragione, la mia area di riferimento culturale è quella di matrice socialista. Un'area forse residuale nella politica italiana attuale, come in un altro intervento lei faceva presente, ma in cui è ancora possibile dibattere un po' sui dati di realtà, e non perdersi nelle latrie, ora del neoliberismo come in altri tempi del comunismo. Purtroppo così spesso non è nel pd, in cui certo non mancano le teste pensanti ( mi viene in mente, tanto per restare in Lombardia, Civati), che però si ritrovano in minoranza rispetto a yesmen, renzini, ed una pletora di soggetti attaccati al cadreghino, ignoranti in tutto e di tutto (economia, storia, filosofia, medicina,etc,etc), che ritengono la loro "vision" politica (cioè eseguire quanto gli chiedono i capi e capetti, se non direttamente le varie lobby, ed adottarne pedissequamente parole d'ordine e leitmotiv) possa sopperire alle loro mancanze intellettuali. Paradossalmente sono tutti alla ricerca di quel voto della classe media che, se le cose vanno avanti così, nel nostro paese (ed in questa europa), è a rischio estinzione, per motivi su cui si interroga Monbiot in un articolo su The Guardian (la cui lucida analisi trae spunto dalla situazione nella "perfida Albione") di cui riporto uno stralcio: "Sorgono due domande. La prima è familiare: perché la reazione del pubblico a quest’attacco alla vita pubblica e al benessere pubblico è stata così tiepida? Dove sono le massicce e prolungate proteste che ci saremmo potuti aspettare? Ma l’altra domanda è ugualmente sconcertante: dov’è l’élite economica? Certamente la classe imprenditoriale e i super-ricchi – gli unici che il governo ascolta – possono vedere che queste politiche stanno distruggendo i mercati da cui dipende la loro ricchezza. Certamente sono in grado di capire che questo capitalismo da terra bruciata sta fallendo persino nei suoi stessi termini.Per capire quest’enigma dovremmo in primo luogo capire che quel che è presentato come un programma economico è, di fatto, un programma politico. E’ l’attuazione di una dottrina: una dottrina chiamata neoliberalismo. Come ogni credo, esiste nella sua forma pura soltanto nei cieli; quando riportata sulla terra si trasforma in qualcosa di diverso. I neoliberali affermano che abbiamo maggiori vantaggi massimizzando la libertà del mercato e minimizzando il ruolo dello stato. Il libero mercato, lasciato a sé stesso, produrrà efficienza, scelta e prosperità. Il ruolo del governo dovrebbe essere limitato alla difesa, a proteggere la proprietà, a impedire monopoli e a rimuovere le barriere alle attività economiche. Tutti gli altri compiti sarebbe meglio fossero affidati alle imprese private. La ricerca di una purezza da anno zero del mercato è stata abbastanza pericolosa nella teoria: distorta dalle sporche realtà della vita sulla terra è devastante per il benessere sia del popolo sia del pianeta. Come dimostra Colin Crouch in ‘The Strange Non-Death of Neoliberalism’ [La strana non-morte del neoliberalismo] lo stato e il mercato non sono, come insistono i neoliberali, in perpetuo conflitto. Si sono invece uniti a difesa delle richieste delle mega-imprese. Quando lo stato taglia i regolamenti e le provvidenze sociali, il mondo degli affari si arricchisce. Esso usa la sua ricchezza per calpestare la stessa dottrina che l’ha arricchito." Io,cara Evangelina, il poco che posso fare per informare, lo faccio, e ringrazio Adamoli per il clima di civile dialettica. Spesso quando intervengo sul suo blog riporto le mie fonti, cosicché ogni lettore del blog possa autonomamente decidere o meno di consultarle, e quindi reagire a questa omologazione nell'ignoranza e nel pensiero unico che la classe politica attualmente al potere cerca di imporre (ovviamente ben coadiuvata dai principali media ) per conservare gattopardescamente lo status quo. Anzi, a tal proposito, giusto per farmi perdonale l'affermazione dell'altra volta, quando scrissi che non vi erano economisti italiani impegnati a dibattere seriamente l'attuale situazione economica del nostro paese, mi permetto di indicare ai lettori di Adamoli il blog di un validissimo economista, il professor Bagnai, e cioè: goofynomics.blogspot.com. P.S. Sul caso del giudice Barillaro, magarì sarò anche complottista, però il fatto che avesse ricevuto di recente minacce di morte e che, ciononostante, al Ministero dell'Interno gli avessero revocato la scorta, mi pare perlomeno sospetto. Qualcuno del pd se ne interesserà mai? Cari saluti.
Scritto da Carlo il 5/8/2012 alle 21:21
Riguardo al cosiddetto spread (che poi è il termine con cui nel glossario finanziario si intende la differenza tra la resa dei titoli di stato italiani e tedeschi ) riporto le parole del professor Bagnai, che magari chiariranno ad un po' di persone qual'è il problema: "l punto è: gli spread – esempio – cosa stanno prezzando questi spread? Secondo me, ma non solo secondo me, secondo altri colleghi che non nomino perché magari nel frattempo hanno cambiato idea, ma chiunque si documenta lo vede, c’è un’opinione abbastanza comune che questi spread stiano prezzando di fatto il rischio di una… il rischio che secondo me, peraltro, è una certezza, di una frantumazione dell’Eurozona. Quindi praticamente paghi un 5-6% di interesse in più sui dei titoli a 10 anni perché si prevede che in questi 10 anni ad un certo punto uscirai e svaluterai, quindi stai pagando anticipatamente il costo dell’uscita. La situazione paradossale, riferita alla situazione attuale, è che noi stiamo pagando anticipatamente il costo dell’uscita senza cogliere alcun beneficio dell’uscita. Questo banalmente è sotto gli occhi di tutti."
Scritto da Carlo il 5/8/2012 alle 21:23
Madonna mia, interventi belli ma troppo lunghi. Mi dispiace perderne alcuni ma leggerli tutti diventa difficile. Lo dico per me, sono egoista, vorrei avere più tempo ma è difficile trovarne abbastanza. Se i commenti fossero più brevi sarebbe più semplice esaudire il mio desiderio.
Scritto da Elisabetta C. il 5/8/2012 alle 21:41
A lei il suo blog è proprio scappato di mano, signor Adamoli. Ci sono dei ciclopi ormai che hanno preso il sopravvento e scrivono, scrivono, scrivono. Nessuno li legge ma loro scrivono, scrivono e si rileggono nel chiuso della loro stanzetta. Non capiscono che la comunicazione telematica è un'intramuscolare e non una sbrodolata infinita. Faccia ordine, signor Adamoli. Ponga freni. Flangi questi slanci. Dia retta.
Scritto da Claudio Ennam il 5/8/2012 alle 22:11
@Elisabetta C. e @Claudio Ennam hanno ragione sulla lunghezza dei commenti. Le stesse cose si possono dire con molto meno parole ed eventualmenre lincare altri articoli e pezzi di relazioni che si vogliono far leggere. Grazie comunque per la capacità di suscitare dibattito e per la pazienza.
Scritto da Vittorio il 5/8/2012 alle 23:01
Autocritica sulla dilatazione e lo straripamento dei commenti. Eh sì! Una buona regola di educazione formale sarebbe che il commento non superasse mai in estensione il tema proposto, un'altra regola che il commento fosse sempre inerente il tema della discussione. Ma accade nel blog ciò che accade nei dibattiti: alla relazione introduttiva segue sempre qualche intervento che si dilata a contro-relazione. Del resto si può compatire: a me accade di provare una sorta di orgasmo quando vedo il mio nome citato su un blog e ancor più sulla stampa. Riconosco che è un segno della mia irrimediabile mediocrità, mi riprometto di essere più austero, ma ci ricado... Posso consigliare di fare come me: non leggete i commenti troppo lunghi. Io mi annoio a rileggere i miei.
Scritto da ulderico monti il 6/8/2012 alle 08:26
Care @amiche ed @amici, il pregio del blog risiede soprattutto nella discussione, ampia, appassionata, di qualità. Per renderla il più possibile fruibile a tutti vi chiedo uno sforzo di maggiore brevità dei commenti, pur confermando che li metterò in ogni caso. So che la sintesi richiede spesso più tempo. Questo impegno viene però ricompensato da un numero senz’altro maggiore di lettori, che sono infinitamente di più dei commenti. Ringrazio di cuore tutti voi che siete i protagonisti del blog.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/8/2012 alle 08:28
Che bello sarebbe un bel partito di sinistra senza tutte queste discussioni complicate. Non dico di tornare al Pci ma di avere un partito con una gerarchia precisa che dura per anni e dà il senso della solidità, della continuità, del sostegno a tutti quelli che lavorano.
Scritto da G. Pini il 6/8/2012 alle 09:36
In questi giorni sono distratta, ma voglio esprimere una nota di merito per @ulderico monti 17:29 e soprattutto @Giuseppe Adamoli 18:01 che cita De Gasperi a proposito di ideali, principi e idee forti. De Gasperi, rispetto agli uomini politici italiani, è cresciuto e maturato, fino alla fine della prima guerra mondiale, non in Italia, ma da suddito dell’Austria. Non ebbe quei paraocchi che invece il Papa impose ai politici cattolici italiani dopo l’affronto di Porta Pia, un esilio civile dalla vita pubblica. Cosa intendeva De Gasperi, cattolico, per democratici? Scrisse: “Un’altra parte del nostro programma è espresso nella parola “democratici”. ... A quei signorini universitari che se ne stanno anche durante gli anni dello slancio e dell’altruismo epicureamente lontani dal popolo … al caffè, dove c’è la borghesia parassitaria, vorrei ricordare che Il periodo Universitario è fatale: o si esce democratici o aristocratici già fatti. O che da giovani ci si avvezza a ridurre il mondo ai membri della propria classe, e allora il giovane, divenuto dottore, avvocato, non discenderà tra le masse popolari, come fratello ai fratelli, ma come rappresentante di quella borghesia che si attirò nei tempi nostri tanti odi e maledizioni. O che si vede oltre la barriera borghese venire una moltitudine di gente che vuol passare e si comprende la giustezza della tendenza, e allora si stende al di là la mano; vi fate a loro compagno e considerate tutta la vita come una faticosa erta su cui dovete salire voi e il popolo ad una meta comune. Non è mancanza di modestia, o signori, se noi, studenti cattolici, ci mettiamo senz’altro fra i democratici. Questo spirito democratico che ci anima, non è una concessione alle tendenze di oggidì, ma un frutto di quel cristianesimi compreso socialmente, praticato dentro e fuori dell’uomo, in tutta la vita pubblica.”
Scritto da Nicoletta il 6/8/2012 alle 11:19
@G.Pini. Quindi lei vorrebbe un bel pc. Ma lo desidera portatile, anche in altre nazioni, o da casa, solo per noi grulli? Mi faccia indovinare. Lei appartiene a un preciso filone politico-culturale, che in Italia (paese del trasformismo per eccellenza) ha una lunga tradizione: quella dei “comunisti anticomunisti”. Questa tradizione ha raggiunto il suo culmine, pratico e teorico, in due personaggi, diversi ma paralleli, finiti entrambi a fare i segretari delle due forze politiche derivate dal Pci nel 1991. Stiamo ovviamente parlando del duo Veltroni-Bertinotti, espliciti nel loro anticomunismo nonostante il loro ruolo di dirigenti di formazioni sedicenti comuniste (il primo nel vecchio Pci, il secondo come segretario e lider maximo del Prc). Due i pilastri su cui si regge questa bieco atteggiamento comunistardo (che non può che far rima con bastardo): la diluizione progressiva di ogni elemento antagonista e di classe; la ricollocazione strategica in un centrosinistra da cui si era stati, in qualche modo, espettorati. Come vuole lo screensaver del suo pc, signor @G.Pini? Montagne nere? Immagini vintage di Budapest? Piatti di Gulash? Morti di Gulag? Primavera di Praga? Cambogia? Dica, dica.
Scritto da Claudio Ennam il 6/8/2012 alle 11:21
Che brava @la Nicoletta che ci piace il De Gasperi ci. E Lo cita il De Gasperi. Lo cito anch'io. Chi? Ma il De Gasperi! Aveva capito tutto! Aveva proprio capito tutto il De Gasperi! "Mi riferirò adesso anche all'esperimento russo. Con ciò non voglio menomamente diminuire il merito immenso, storico, secolare delle armate organizzate dal genio di Giuseppe Stalin. Lo riconosco questo merito e ho fiducia, ho speranza, che dal concorso delle forze operaie russe e delle forze occidentali, nasca un nuovo mondo. Bisogna però che c'intendiamo su parecchie questioni importanti e pregiudiziali. E' stato scritto da parte autorevole comunista che "l'Unione delle repubbliche sovietiche è la prefigurazione vivente della futura unione dei popoli stretti in una economia mondiale unica". E sia. C'è qualche cosa di immensamente simpatico, qualche cosa di immensamente suggestivo in questa tendenza universalistica del comunismo russo. I russi, composti di 160 razze, cercano la fusione di queste razze superando le diversità esistenti fra l'Asia e l'Europa, questo tentativo, questo sforzo verso l'unificazione del consorzio umano, lasciatemi dire: questo è cristiano, questo è eminentemente universalistico nel senso del cattolicesimo". Alcide De Gasperi 23 luglio 1944, teatro Brancaccio, Roma
Scritto da Claudio Ennam il 6/8/2012 alle 11:36
Adamoli ha scritto a proposito della storia dei post comunisti e dei post Dc: "sono tutte storie finite per sempre. Eppure tanti non la pensano così". Credo che questo sia il vero limite del Pd, cioè il fatto che molti voglia semplicente proseguire la loro tradizione. Perché si è fatto il Pd, allora?
Scritto da G. Costa il 6/8/2012 alle 11:51
@Claudio Ennam, nel 1944, epoca a cui risale la dichiarazione di De Grasperi che citi con molta malizia, le armate russe stavano concorrendo a liberare l'Europa dal nazismo. Visto che sei, o dici di essere un ebreo, dovresti saperlo bene. Perché non citi le sue dichiarazioni e soprattutto le sue azioni di qualche anno dopo? Da che parte stai veramente?
Scritto da Francesco il 6/8/2012 alle 13:00
@G.Costa chiede: "Perché si è fatto il Pd, allora?" Per incularci, signor Costa. E' così semplice. Tutti i partiti, a un certo punto, sono corsi dal visagista, e i risultati si vedono. E' come se lei invitasse a cena Platinette. Che bel donnone, penserebbe. Così bionda (platinettata, appunto)! Così formosa! E invece si ritrova con Maurizio Coruzzi, 138 chili di grasso. E le lascio soltanto immaginare il finale di serata.
Scritto da Claudio Ennam il 6/8/2012 alle 13:09
L'insistenza di Casini su Bersani che mantiene i patti, che è serio e bravo, faceva capire che l'accordo fra i due esisteva già sul futuro governo. Solo in seguito Bersani ha trovato l'intesa con Vendola ma non sarà facile portarla in porto. Molti di noi non sono convinti. Perché lasciare fuori Di Pietro anche se è un rompipalle?
Scritto da Pietro (di sinistra) il 6/8/2012 alle 13:15
Arrivo da Livorno e mi spiace di non aver conservato la Repubblica di venerdì scorso con la cronaca locale toscana. A Livorno succede che nel quartiere Shangai una congregazione di suore che si è sempre occupata degli ultimi del quartiere (tossicodipendenti, alcolizzati, clochard e prostitute) viene trasferita d'ufficio in un'altra parte della città. In questo quartiere popolare, dove il PCI ha raggiunto anche picchi del 92%, sono subito insorti i cittadini a difendere le suore perchè erano le uniche che concretizzavano il Vangelo, in silenzio e senza dover fare proselitismi. Questo diceva l'articolo. Capisco quello che scrive @Evangelina anche se ad alcuni fa comodo far finta di non capire. Direi anch'io che è il caso di parlare di cristiani e di laici, anzichè di cattolici e non cattolici. Panebianco oggi sul Corriere si schiera fra i dubbiosi per l'alleanza con Vendola. Ma quanto li pagano questi giornalisti per sragionare in questo modo?
Scritto da V.R. il 6/8/2012 alle 13:53
Signor @Claudio Ennam, lei è un ebreo di estrema destra? Ma ce ne saranno nella variegata specie umana e politica che popola questo benedetto Paese? Tragico sarebbe se lei non avesse quelle origini e prendesse per i fondelli un po' tutti, a partire dagli ebrei facendone, come qualcuno ha scritto tempo fa, una ridicola caricatura. Ho dei dubbi sulla sua identità ma me li tengo. Chissà se la signora "Iosotutto" che è tornata su questi schermi con un nuovo nome potrà aiutarci a risolvere l'enigma.
Scritto da una rottamatrice il 6/8/2012 alle 14:01
@Franceso, grazie per l’assist. Mica sarai d’accordo con me per sputtanare la memoria di Alcide? Non si fa, non si fa. In ogni caso, è storia. De Gasperi era al soldo dello straniero e della Finanza Internazionale. Non che mi dispiaccia, io e la mia famiglia abbiamo fatto una montagna di soldi grazie alla Finanza Internazionale e adesso, in qualche modo cerco, con scarsi esiti, di lavarmi la coscienza (i soldi però me li tengo). Alcide De Gasperi partecipò, e come relatore, alle prime riunioni del famigerato Gruppo Bilderberg. il Bilderberg è una creazione della NATO. Mira a convincere i leader e attraverso di loro, a manipolare l’opinione pubblica, per farla aderire ai concetti e alle azioni dell’Alleanza Atlantica. Ogni anno, dal 1954, un centinaio delle personalità più eminenti dell’Europa occidentale e del Nord America s’incontrano, a porte chiuse e sotto un’altissima protezione, in seno al Gruppo Bilderberg. Il loro seminario dura tre giorni e nulla traspare sulle loro discussioni. Non dispiaccia ai giornalisti fantasiosi che hanno creduto di discernere nel Bilderberg la volontà di creare un governo mondiale segreto, questo club è uno strumento diretto della NATO che promuove i propri interessi. E’ molto più grave e pericoloso, perché è la NATO che mira a essere un governo mondiale segreto, garantendosi la perennità dello statu quo internazionale e dell’influenza degli Stati Uniti. D’altronde, la sicurezza di ciascuna riunione successiva non sarà fornita dalla polizia del paese ospitante, ma dai soldati dell’Alleanza Atlantica... Alla prima riunione, tra i dieci relatori iscritti, vi fu, appunto, un ex primo ministro: Alcide de Gasperi, tre funzionari del Piano Marshall, il falco della Guerra Fredda (Paul H. Nitze) e soprattutto un finanziere molto potente (David Rockefeller). Hai capito, @Francesco? Stai buono che fa caldo.
Scritto da Claudio Ennam il 6/8/2012 alle 14:12
Singolare signor @Claudio Ennam ma le sue tesi sono proprio quelle di certa estrema destra. Un vero ebreo mai e poi mai sosterrebbe l' idea che in cima ad una cupola mondiale che guida con prepotenza la finanza e la politica internazionale, ci possa essere una lobby, una regia potente del proprio popolo. Anche se ne eventualmente conoscessero l' esistenza la negherebbero davanti ad un plotone di esecuzione. Mi si dica: sono veramente una sciocca a sostenere un pensiero del genere?
Scritto da una rottamatrice il 6/8/2012 alle 14:36
dottor carlo, lei si conferma sempre più un punto di riferimento, a un attimo dal transfert del colloquio clinico. grazie ma il blog di economia non fa per me, sono a zero concentrazione, zero desiderio di imparare e di conoscere. stiamo raggiungendo land's end, è bellissima, si figuri se penso a un blog di economia, non si offenda eh!
Scritto da Billa il 6/8/2012 alle 14:52
qui è pieno di specialisti. c'è anche un sessuologo, il prof ulderico monti, che era a scuola con helen singer kaplan. d'accordissima con lui. si scorge una indefinibile perversione erotica in quelli che si firmano con il proprio nome e cognome. gli altri, quelli con gli pseudonimi, sono più sereni, gli orgasmi li provano in maniera naturale, senza l'ausilio protesico del blog.
Scritto da Billa il 6/8/2012 alle 14:54
Sostengo fortemente l'apertura alla parte moderata che vuole Bersani da un anno. Mi auguro però che la parte moderata non sia vista solo in termini meramente religiosi-cristiani, perchè questo aspetto sarebbe un vincolo enorme per il PD. La parola laicità deve essere garantita a 360 gradi, soprattutto come approccio e forma mentis. Io non sostengo il fatto che l'UDC si vuole presentare da sola e poi scegliere dopo le elezioni se andare col PD:non sentiamo la mancanza di logiche di opportunismo.
Scritto da Simone Franceschetto il 6/8/2012 alle 14:55
Infatti, @rottamatrice, mai e poi mai affermerei che NOI siamo i registi. I registi siete voi gentili e ci addossate pure le colpe. A parte i misfatti di Goldman Sachs e dei suoi ex impiegati Mario Draghi e Mario Monti (per altro "gentilissimi" entrambi), diretta emanazione della Finanza Ebraica Internazionale, cosa potete imputarCi? Stia buona anche lei che fa sempre più caldo.
Scritto da Claudio Ennam il 6/8/2012 alle 14:57
devono smetterla le donne di avere sensi di colpa! elisabetta, smettila! non ti devi sentire egoista, chi non lo è al giorno d'oggi? chi più, chi meno, lo siamo tutti. cos'è tutta questa ansia di leggere tutto? leggi quello che riesci e basta. ma poi cosa c'entrano i desideri con il blog? vuoi il consiglio di una sprovveduta? desidera emozioni più forti, ma niente sballo o alcolici, mi raccomando. semmai 60 gocce di ansiolin sublinguali, altro che intramuscolo come dice ennam.
Scritto da Billa il 6/8/2012 alle 14:58
Caro @Simone (14.55), hai ragione. Dire che i cosiddetti moderati, o centristi, o equidistanti dalla destra e dalla sinistra, sono quasi tutti cattolici o persone più o meno religiose, è una grossa sciocchezza. E’ il frutto di una semplificazione giornalistica, l’eco lontano e distorto delle polemiche fra guelfi e ghibellini sopravvissute anche nel secondo dopoguerra. Il Pd dovrebbe cercare di conquistarli perché sono parte di una classe media che si sta impoverendo, che ha bisogno di rappresentanza, che cerca risposte rassicuranti. Soprattutto perché non si governa contro questo ceto che è ancora l’asse portante del Paese.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/8/2012 alle 15:42
Io definirei l'approccio laico verso la parte moderata, mediamente nella parte giusta, civica e corretta. Nella direzione della middle class, del lavoro dipendente, privato e delle professioni che producono reddito e sono collegati all'economia reale. Credo che Bersani ha in mente proprio questo quando parla di società civile, di civismo in una logica macroeconomica propriamente keynesiana e liberale (NON liberista)
Scritto da Simone Franceschetto il 6/8/2012 alle 15:58
@ Billa ed @ Elisabetta: non per nulla ho scritto: "cosicché ogni lettore del blog possa autonomamente decidere o meno di consultarle". Si ha, come cittadini, il diritto ad essere informati in maniera corretta, non il dovere di informarsi. Non credo nessuno di noi pratichi, come professione, quella di "commentatore del blog di Adamoli". Per quanto mi riguarda intervengo poco, e non me ne dolgo. Lascio volentieri spazio ad altri commentatori. @ una Rottamatrice: se lei semplicemente confronta il registro linguistico dell'uno e dell'altro non tarderà ad accorgersi che trattasi della stessa persona. Varia la tecnica comunicativa: laddove prima il soggetto articolava, avvalendosi di nozioni storiche e socioeconomiche oculatamente selezionate ad hoc, il suo parere, ora lo esprime attraverso una paradossale caricatura, metafore e calembour linguistici. La matrice ideologica è la medesima. Detto ciò costui ha tutto il diritto di pensare e dire ciò che vuole: siamo (fortunatamente) in una democrazia. Cari saluti.
Scritto da Carlo il 6/8/2012 alle 16:43
@Carlo - Se tu intervenissi di più mi farebbe molto piacere. I tuoi commenti sono sempre documentati e utilissimi. Potrebbero forse essere più brevi articolandoli in più parti per incoraggiarne maggiormente la lettura. Questo si, purché non si perda il senso compiuto. Scusa l'osservazione che probabilmente non dovevo permettermi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/8/2012 alle 17:21
Senta @Claudio Ennam, non mi minacci anche se in modo velato. "Io sto bravissima", per giunta al fresco. Se lei è al caldo afoso e ne soffre non è che tutto il mondo sia nella sua stessa condizione. La sua è una risposta evasiva, andreottiana, che non fa altro che confermare il mio pensiero.
Scritto da una rottamatrice il 6/8/2012 alle 18:07
@una rottamatrice. Sbaglia, segnorita, la maggior parte delle persone è come me: brutta, grassa, schifosa e sofferente per il caldo.
Scritto da Claudio Ennam il 6/8/2012 alle 19:29
Caro @Claudio, è evidente che nel '44 De Gasperi non fosse a conoscenza delle spaventose deportazioni di popoli compiute da Stalin. Del comunismo apprezza l'universalismo perché simile a quello cattolico. Fece un errore che ancora oggi fanno i difensori del comunismo: paragona la realtà nazista con la propaganda comunista, e quindi nel confronto il comunismo risultava più accettabile. Ma lui, nel '44, come poteva paragonare comunismo (il gulag) a nazismo (il lager)?
Scritto da Nicoletta il 6/8/2012 alle 20:29
dottor carlo, dottor carlo, non faccia questa cosa di andarsene dal blog. non se la prenda, oggi il giuseppe adamoli è in versione peppino il breve, variante contemporanea di pipino il breve. non è cattivo, è che lui si trova più a suo agio con i commenti ansiogeni come quello di gg che voleva sapere se marantelli avrebbe voluto, l’anno scorso, fare pastetta con la lega. come se a un lettore dell’ohio interessasse leggere tutti i santi giorni di questo provincialismo corto corto. che noia! oggi le dicevo che stavamo arrivando a land’s end. siamo arrivati, finalmente! ci manca la nostra mitica honda 350 four, moto d’epoca degli anni settanta, ma come potevamo arrivare fin qui con il nostro mezzo? speriamo che l’hotel land’s end sia confortevole e che il wifi non ci dia problemi.
Scritto da Billa il 6/8/2012 alle 22:32
@ Adamoli e Billa. Chiarisco: se si scrive su un blog si accettano le regole che il proprietario del blog, persona peraltro sempre civile e garbata, stabilisce. Quindi, caro Adamoli, accetto ben volentieri il tuo appunto. Nulla da dire. Alcuni interventi da me postati risultavano più lunghi semplicemente perché vi includevo, fra virgolette, la fonte, per facilitarne la fruizione da parte dei lettori. Datosi che la struttura dei miei interventi si reitera tale e quale, mi pareva evidente che un eventuale lettore (qualora, ovviamente, esista) avrebbe potuto semplicemente evitare di leggere la parte virgolettata. Precisato ciò, se un mio post infastidisce valmaggia o tizio, caio e sempronio, francamente non mi interessa, datosi che non sono i proprietari del blog, e, come scrivevo, non svolgo certo la professione di "commentatore del blog". Ritengo comunque recentemente di essere intervenuto sin troppo, e lascio volentieri spazio agli altri commentatori. Cari saluti.
Scritto da Carlo il 6/8/2012 alle 23:56
@Carlo, ci tengo molto a concludere il mio chiarimento sulla lunghezza dei commenti. Il mio era un invito rivolto a tutti e non una regola da rispettare. Tra quelli più interessanati di questi quattro anni di blog annovero senza dubbio alcuni interventi articolati e non affatto brevi. La mia preoccupazione è solo quella di creare relazione tra i lettori e, in questo senso, la sintesi può aiutare. Spero di leggerti molto spesso con la tua solita energia critica.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/8/2012 alle 08:36
Grazie @Carlo. Interessante il blog del professor Bagnai ma, accipicchia, è molto specialistico, professionale. Forse lei lo utilizza anche per lavoro, io non ho capito un’acca. Proprio per questo, guardo con ammirazione, mista a stupore, coloro che trattano la materia economica. Trovo sia utile il fiorire di questi spazi di confronto dedicati, affinchè gli addetti ai lavori facciano rete. La rete è (dovrebbe essere) rivoluzionaria. Nei giorni scorsi avevo sfogliato – ma proprio sfogliato – il libro on-line “Oltre l’austerità” di Micromega, al quale – scopro ora – ha dato un contributo anche il professore. Non si strappi le vesti ma io, negli ultimi mesi, ho scoperto dei blog interessanti e seri, che trattano costume, società e politica, non disdegnando il filtro dei sentimenti. Per ora mi sono solo affacciata, ne sto capendo le dinamiche e attendo di entrarvi con le titubanze del primo tuffo. Del blog del professor Bagnai mi hanno colpito alcune delle sue “regole”. Ad esempio: “Commenti fuori tema verranno altresì cestinati. Uno dei punti focali della mia analisi (che rispecchia quella dei principali economisti internazionali viventi) è che la crisi dell'Eurozona non dipende dal debito pubblico ma da quello privato. Quindi, ad esempio, chi vuole ragliare acriticamente contro la spesa pubblica può comodamente farlo nei tanti blog di sconfitti dalla Storia che trova comodamente su Internet (non faccio nomi per Karità di patria)”. Che caratterino! Oppure: “I piagnoni o i calunniatori verranno banditi senza pietà”. In questo caso ha la mia piena approvazione. Deduco che il solito politico (che anche lei conosce) venuto ieri sul blog, mascherato da donna rottamatrice e tradito dal suo inconfondibile “marchio di fabbrica”, non avrebbe spazio sul blog di Bagnai, quanto meno sino a quando perpetua le calunnie. E poi, Bagnai è un’economista che conosce il Sensini. La grammatica italiana è importante anche per gli economisti ;-) Grazie, @Carlo.
Scritto da Evangelina Ranquileo il 7/8/2012 alle 17:50
@ Evangelina: Gentile Evangelina, le devo una risposta: lei ha ragione nell'asserire che l'economia è materia complessa. Però, mi creda, è necessario apprenderne i fondamentali, in maniera tale da evitare che economisti di regime e giornalisti sedicenti esperti in economia ci buggerino profittando della nostra ignoranza. Le consiglio di cercare su youtube un filmato dal titolo : alberto bagnai – ce lo chiede l'europa. Trattasi di lunga intervista concessa dal professor Bagnai, in cui le tematiche socioeconomiche del nostro paese sono dallo stesso Bagnai analizzate in maniera seria, e soprattutto semplice. Per il resto condivido il suo pensiero: ritengo i blog di politica debbano servire a ragionare di politica e società, partendo dai dati di realtà: il chiacchericcio, l'istrionismo,o peggio ancora l'offesa personale, credo non siano mai utili.. Purtroppo alcuni utilizzano internet, ed anche questo blog, per cose così. Cari saluti.
Scritto da Carlo il 8/8/2012 alle 22:17
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