Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 12/9/2012 alle 11:44

 
Ascoltando e leggendo Matteo Renzi mi ero fatto l’idea di un amministratore, ambizioso, spavaldo, furbo, spregiudicato.
Se è solo questo, perché allora l’indubbio successo che sta riscontrando (sia che vinca sia che perda, come oggi sembra più probabile)?
Azzardo una risposta.
I conti con la storia prima o poi si debbono fare. Il centrosinistra non li ha ancora fatti interamente. I leader perdenti degli ultimi 20 anni sono ancora tutti lì (salvo Prodi). Ciò che non avviene assolutamente negli altri Paesi europei e negli Usa.
Ma d’ora in poi non gli basterà più essere considerato il "monello che fa perdere il sonno al notabilato". Se vuole riaccendere la speranza nei giovani dovrà cominciare domani a dare le risposte che tanti gli chiedono.
Mi limito oggi a porgli un problema che mi sta particolarmente a cuore.
In un Paese moderno il capo del governo è anche il leader autentico della sua forza politica. Chi sono i leader dei rispettivi partiti in Francia, Gran Bretagna, Germania? Hollande, Cameron, Merkel.
Poi ci sarà anche il segretario del partito ma deve finire l’epoca nella quale quest’ultimo conta quasi di più del capo del governo e lo condiziona pesantemente. Questo vorrebbe dire rovesciare la logica imperante nel centrosinistra.
Era il sogno mai realizzato di Romano Prodi che è caduto principalmente per questa ragione: “perché non ho il partito che sento mio e che mi segue con fiducia”. Ed era l’idea più originale e importante del discorso fondativo del Pd al Lingotto di Torino.
I prossimi anni saranno tali da far tremare le vene ai polsi.
Il Pd, se vincerà, dovrà lavorare in totale simbiosi con il capo del governo, riconoscendogli la guida.
Se la sente Matteo Renzi di dire: si, tradurrò io in realtà il sogno di Romano Prodi?
Se vorrà essere conseguente dovrà scalare una montagna a piedi quasi nudi ma troverà tanti (giovani e non ) a dargli soccorso in questa che sarebbe la vera rivoluzione della politica di centrosinistra.
Il dubbio che ne sia capace mi assilla e non mi lascia.


Commenti dei lettori: 93 commenti -
Con tutta la simpatia che suscita il giovane sindaco di Firenze, come si può pensare di vederlo alla guida del Governo ? Ma lo vedete discutere di spread con la Merkel ? Andrebbe a finire come con il mitico Silvio: cucù. Lascia perdere, Giuseppe. Meglio Bersani. E' un po' noiosetto al confronto, però a ravvivare un suo governo ci penserebbe Vendola, vedrai. E il divertimento inizierà già dalla campagna elettorale che sarà tutta giocata su patrimoniale e matrimoni gay, uno spasso ... per gli avversari.
Scritto da Mattia il 12/9/2012 alle 12:14
Queste considerazioni sono originali. A pensarci bene mi convincono. Chi sa chi sono i segretari dei partiti al governo in Europa e in America? Credo nessuno.
Scritto da Rodolfo D. il 12/9/2012 alle 12:18
Certo che l'apparato del PD e'piuttosto vecchiotto e logoro e,almeno per la sua componente ex PC, non rappresenta affatto-non tanto per l'eta' anagrafica quanto per la sclerotizzazione mentale-la "novita'" che gli Italiani si aspettano. Renzi rappresenta questa novita', a parte una certa arroganza e supponenza che fa parte del suo carattere. Ce la fara'? Non credo a questo round, ma sicuramente in seguito. Bisogna a mio avviso non ostacolarlo ma dargli fiducia.Attendiamo le Primarie,poi sivedra'
Scritto da giovanni dotti il 12/9/2012 alle 12:46
Può darsi chre Renzi non realizzi il nostro sogno. Certamente Bersani non ci pensa neanche. Per lui l'obiettevo è di riportare al governo D'Alema, Bindi e tutti i falliti di questo ventennio.
Scritto da Giovane Ex rottamatore il 12/9/2012 alle 12:48
Caro Giuseppe, come non sottoscrivere tutto, ma proprio tutto quello che dici? Come ben sai, mi viene non solo l’orticaria, ma l’herpes zoster, al solo vedere pontificare vecchi arnesi della “nomenclatura” che pensano solo alla salvaguardia del loro posticino. Si dice.”squadra che vince non si cambia”; ma quella che continua a perdere non sente il bisogno di farsi da parte? E ribadisco che non è tanto una questione anagrafica (anche se è un fatto che la nostra classe politica è piena di nonni) ma proprio di avvicendamento che non deve più avvenire per cooptazione. E, per quanto mi riguarda, sfondi una porta aperta quando affermi che a governare deve essere il Primo Ministro e non il segretario. Un rovello che mi tormenta da anni. Aggiungo, come ho già avuto modo di dire, che ritengo Bersani una persona affidabile, ma se non si libera delle cariatidi che lo circondano, alle primarie voterò per Renzi. P.S. Come ciliegina sulla torta, ci mancherebbe solo di reimbarcare il “pentito” Rutelli.
Scritto da Angelo Eberli il 12/9/2012 alle 13:12
@Mattia, se Renzi dovesse vincere le primarie la lista unica Pd-Vendola non ci sarà più. Sarebbe già un bel passo avanti per risolvere le contraddizioni che tu hai citato. Dopo le elezioni si vedrà....
Scritto da Francesco il 12/9/2012 alle 13:32
Non credo che Renzi riuscirà nelle primarie. Ma, attenzione, non sarà una vittoria esaltante da parte di Bersani che riconosco essere più qualificato. Il rinnovamento occorre farlo: quelli che sono presenti da tante legislature se vogliono dare qualche contributo "inttellettuale" lo diano, ma si ritirino dal Parlamento. Molti hanno fatto solo danni.
Scritto da Sic Est il 12/9/2012 alle 13:36
Quanto ai vecchi la Rosy Bindi è anche peggio di D'Alema. Per me possono continuare a stare in parlamento ma NON DEVONO più avere ruoli di responsabilità nel partito e nel governo. Il Pd era nato per cambiare non per continuare il vecchio tran-tran.
Scritto da Una volta con Veltroni il 12/9/2012 alle 13:42
Penso che Bersani possa fare quello che chiedi tu molto meglio di Renzi. Bene hai fatto in queste settimane ad aprire il dibattito sulle primarie e sui candidati. Scrivo pochissimo ma seguo il blog quasi tutti i giorni e lo considero molto utile.
Scritto da Dioscuro il 12/9/2012 alle 13:47
caro Giseppe,in tutto questo mi delude (eufemismo) l'atteggiamento di Letta, ridotto a comparsa, sfidato da un "nanetto" come Orfini, deriso da Cofferati e dai firmatari del referendum sulla riforma fornero. Dove è finito il miglior politico che un tempo aveva il centrosinistra?Per la sua evanescenza, e quella di molti colonnelli non ex-ds, voterò Renzi.
Scritto da valceresio il 12/9/2012 alle 13:55
@Francesco. Cosa voglia fare Renzi, aspetto che sia lui a dirlo, sperando di non doverlo interpretare come capita oggi con Bersani. Spero in un zinzino di chiarezza in piu': fare una lista con Sel e al governo con l'Udc, senza idee o programmi chiari e condivisi, come oggi si vuol fare, da sbellicarsi dalle risate se non si stesse parlando del nostro Paese.
Scritto da Lorenzo M. il 12/9/2012 alle 14:09
dai siamo sinceri. Matteo Renzi è la speranza di chi non vuole che qualcuno che viene dalla sinistraI govrerni il paese. è questo, e solo questo. il fattore K, ora interno ad un partito per iniziqativa dello scagurato Veltroni .inoltre, è una promessa fasulla : lui serve a stoppare Bersani, se vince il premier lo fa monti. il lingotto è stato sconfitto all'ultimo congresso, e quell'idea di partito non deve più tornare.
Scritto da marco il 12/9/2012 alle 14:13
Renzi può piacere o no. La cosa certa è che un suo buon risultato darà una scossa benefica al PD al sistema politico nel suo complesso.
Scritto da ricky p. il 12/9/2012 alle 14:18
Caro Adamoli, dopo anni di grigiore e pessimismo, Renzi rappresenta una boccata d'aria nuova, una speranza per il futuro. Potrebbe fallire, vero: ma Bersani e gli altri hanno fallito prima di cominciare. E poi perchè mai dovrebbe far ridere vederlo dialogare con la Merkel (vero Casini)? Finalmente un giovane a rappresentare l' Italia! E un giovane che finora si è fatto apprezzare dove ha lavorato. E che non teme i vecchi "santoni".
Scritto da carlo il 12/9/2012 alle 14:19
"Io di destra? E' un tema secondario" Matteo Renzi
Scritto da Lorena il 12/9/2012 alle 14:43
Alla prima di campionato ho visto Matteo Renzi nella tribuna dello stadio Artemio Franchi di Firenze. Indossava la maglia viola della Fiorentina. Sembrava Rita Pavone nello sceneggiato tv “Gian Burrasca”.
Scritto da Claudio Ennam il 12/9/2012 alle 15:07
Caro @Angelo (13.12), una parola su Rutelli. Lo apprezzavo quand’era il leader della Margherita. Quando è uscito dal Pd ha commesso un grave errore. Uno può sempre tornare sui suoi passi e rientrare nell’ovile ma non più come pastore che guida il gregge, per quanto piccolo possa essere il suo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/9/2012 alle 15:27
Caro @valceresio (13.55), avviso i lettori affezionati del blog che tu sei valceresio con la “v” minuscola. L’altro Valceresio con la “V” maiuscola, che scrive spesso, è una persona diversa che conosco. Lo preciso per non fare confusione. Intanto bentornato sul blog dopo tanto tempo. Su Enrico Letta ho scritto praticamente due post : “Pd infuocato” il 3/9 e “Letta io e le primarie” il 5/9. Ripeto il concetto espresso allora. Aspetto di vedere quanto del suo e nostro pensiero sarà contenuto nella piattaforma di Bersani. Non posso dimenticare, tra molte altre cose, il ruolo importante da lui giocato al momento di formare il governo Monti. Il mancato invito al ministro Fornero per la festa nazionale di Reggio Emilia lo considero un buco nero. In ogni caso, Letta per me resta uno dei dirigenti più validi del Pd.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/9/2012 alle 15:34
@Giuseppe Adamoli il Letta che conosco io (e credo tu ancor meglio di me) mai sarebbe ricorso alla disfida con Cofferati (altro personaggio sparito) per avere due righe sulle agenzie e per far vedere che esiste ancora dentro al correntone bersaniano. ottenendo poi pure la risposta serafica del "cinese". mi scuso infine per lo pseudonimo a cui tengo particolarmente,pensavo che la questione fosse chiarita.
Scritto da valceresio il 12/9/2012 alle 15:49
visti i risultati del continuo battibeccare dei vari responsabili del PD ed in genere della sinistra, penso che Renzi sia il male minore. Magari non avrà il "carisma " di persone che per 30 anni sono state in parlamento, (ed i risultati si vedono)però bisognerebbe dargli la possibilità di dimostrare cosa vale. Se poi tutti i "vecchi" decidessere di andarsene, a qualsiasi partito appartengano, sarebbe il massimo e forse avremmo più speranze per il futuro
Scritto da melvit il 12/9/2012 alle 16:23
Premetto che non ho niente di pregiudiziale contro Renzi. Anzi, comprendo, in parte, alcune motivazioni della sua posizione rottamatrice. Premetto anche che non sono bersaniano. Non lo votai come segretario nel 2009, anche se ho avuto modo in quest’ultimo anno di apprezzare la sua capacità di tenere il timone della barca PD nelle acque agitate del turbolento centrosinistra. Non è da tutti riuscire a tenere insieme anime culturali così diverse, come quella liberale e quella di sinistra e ristabilire, con cadenza quasi quotidiana, gli equilibri minacciati dalle pressioni provenienti dalle varie componenti interne. Detto questo, però, il duello Renzi/Bersani non solo non mi entusiasma, ma lo trovo decisamente scorretto sul piano del metodo per due ragioni. La prima è che la competizione nelle primarie di coalizione dovrebbe riguardare i leader proposti dai partiti o eventuali figure a questi esterne sostenute da cittadini e associazioni. La seconda ragione è che la candidatura di Renzi, non essendo le primarie del PD, non è contro Bersani, ma contro il partito democratico, a maggior ragione se sarà deciso il meccanismo del ballottaggio. L’alternativa Renzi/Bersani non corrisponde, infatti, alla reale alternativa in gioco nel centrosinistra, che è quella tra una concezione liberaldemocratica ed una concezione di “sinistra sociale” che non feticizza il sistema vigente. A questo punto per un iscritto/aderente al PD due domande sorgono spontanee: perché mai un riformista liberaldemocratico dovrebbe preferire Renzi a Tabacci? Perché mai chi è su posizioni di sinistra dovrebbe preferire Bersani a Vendola? Ecco, la questione del meccanismo elettorale delle primarie è di fondamentale importanza. Se ci sarà un turno unico vincerà il candidato che avrà ottenuto la maggioranza dei voti, anche se non assoluta. Da questo punto di vista, Bersani potrebbe compattare su di sé buona parte dei voti. Invece, se ci sarà il ballottaggio chiunque nel PD sarà legittimato a sostenere fin dal primo turno una terza candidatura per contrastare la falsa alternativa Renzi/Bersani. La vera posta in gioco, infatti, non è la rottamazione, né la carica di segretario del PD, ma le scelte del futuro governo su temi fondamentali come il lavoro, il welfare, l’equità fiscale.
Scritto da Leonardo C. il 12/9/2012 alle 16:41
Sottoscrivo in pieno il tuo ragionamento e vorrei che fosse intestato a Bersani che ha le qualità per tradurlo in pratica.
Scritto da Pd Pavia il 12/9/2012 alle 17:01
Gli alleati che vuole Bersani fanno il referendum contro una legge approvata dal Pd e Bersani non invita la Fornero ai dibatti della festa. Mi pare abbastanza frastornato.
Scritto da Francesco il 12/9/2012 alle 17:12
Caro Giuseppe, mi pare che ci stiamo avvicinando non nel modo migliore alla campagna elettorale della primavera prossima. Personalizzando troppo, per quanto riguarda noi del P.D. il confronto-scontro tra Bersani e Renzi. Da questo punto di vista tutto ormai è stato detto: Bersani ha più appeal all'interno del partito (forse però meno del previsto), Renzi, con quel fare da consumato attore guittesco attrae e seduce, al di là dei contenuti, anche molto popolo fuori del P.D. Il problema però è capire quali linee programmatiche e quali eventuali alleanze prima e dopo i comizi elettorali i due pensano di realizzare, non dimenticando che un partito di centrosinistra deve marcare i propri confini in maniera chiara: non indulgendo ai massimalisti che vorrebbero metterein discussione, in caso di vittoria, art.18 e flessibilità in uscita, riforma delle pensioni; non indulgendo però neppure a coloro che pensano che continuare l'agenda Monti, quindi il giusto rigore nei conti pubblici, significhi non portare alcun correttivo nel senso dell'equità. Posto che, senza una ripresa della crescita, non ci sarà trippa per gatti, vogliamo dire che tra un vetero socialismo, alquanto massimalista, ed un liberismo, con qualche correzione solo a favore dei più diseredati, un tentativio di stimolare la crescita passa anche da una politica di redistribuzione delle scarse risorse a favore dei ceti medi e dei lavoratori/pensionati (agendo sul fattore fiscale ad es.)? Si è parlato tanto in questi giorni di patto tra le forze sociali in funzione della produttività (con conseguente premio per i lavoratori). Qui il problema non è solo di potenziare e premiare il lavoro che c'è ed i lavoratori occupati, ma creare nuovo lavoro e nuovi occupati. In tal senso uno stimolo alla domanda (investimenti e consumi) è per me necessaria. E se qualcuno pensa di rottamare con il già sepolto Marx anche Keynes, non mi troverebbe d'accordo. Con tutte le difficoltà a perseguire una politica economica keynesiana a fronte del nostro debito pubblico. Di questo vorrei che si cominciasse o si discutesse oltre che dell'appeal di Bersani o di Renzi. Poi naturalmente si continui a parlare di chi e di che cosa vada rottamato, si parli di alleanze, ecc.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 12/9/2012 alle 17:26
Il PD con gli attuali amministratori è morto!! Per le politiche del lavoro per over50 e giovani non ha fatto niente, e mi dispiace di più che in Provincia e Regione nessuno ha fatto qualcosa di concreto.
Scritto da Al sole il 12/9/2012 alle 17:28
Renzi. Giuseppe lo definisce ambizioso, spavaldo, furbo, spregiudicato. Atteniamoci quindi agli aspetti formali. Sappiamo che per arrivare alla maggioranza è necessario andare a prendere voti fuori dai recinti. E lui sembra che riesca ad andare a pasturare anche fuori del PD. Se volessimo recuperare i voti dell’operaio e della casalinga che, dopo le note vicende, non voteranno più Lega, Renzi riesce a parlargli. Ha il polso della ‘gggente’, non si è ancora chiuso nei caminetti romani o nei salotti dove si fanno i patti delle crostate. Inoltre, parole della Zanicchi, piace alle signore del PdL ... dici poco? Adesso, incredibile, mi cito: 10/10/2011: ‘Dopo vent'anni di politica berlusconica tendiamo ad attribuire leadership a colui che è un buon venditore: e Renzi che tipo di leader è? Sembra un homo rutellianus, piacione, carino, giovane, un efficace comunicatore, pronto di battuta, un po' opportunista, e magnetico per le telecamere. Vincerebbe se avesse a disposizione un bel Programma’. Ieri sera a Ballarò Oggi il Sindaco di Firenze ha cominciato a svelarsi un po’ sul piano dei contenuti, e trovo che su alcuni argomenti la pensa come me. Vedremo. Parlare di spread con il capo della Bundesbank, Jens Weidmann sarà mica così difficile: anche quello là è un po’ antipatico, però ha ‘solo’ 44 anni. P.S. C’è una dichiarazione di Alfano e di Casini su cui concordo: se si desidera che Monti sia ancora premier nella prossima legislatura, deve essere candidato. Altrimenti diventa trascurabile e di scarsa o nulla importanza il voto espresso dai cittadini.
Scritto da Nicoletta il 12/9/2012 alle 17:30
La personalizzazione della politica è incentivata dalla diffusione dei “mass media” ed ha come contrappunto la universalizzazione dei “mass citizen” per i quali le idee contano se sono incarnate nel “personaggio” proposto quotidianamente dalla televisione. Anche da qui la decadenza del partito che, essendo un soggetto collettivo, diventa impersonale e non corrisponde alle esigenze di un rapporto “diretto” quanto meno potenziale tra i cittadini e la politica; tanto più che, destrutturandosi e sradicandosi dal territorio, il partito si trasforma da ”famiglia allargata” a comitato elettorale che serve a trasmettere gli impulsi di una ristretta cerchia di dirigenti. Nasce così l’esigenza di un “leader” che raffiguri visivamente i simboli e i riti della politica (la bandiera, la tessera, il programma, le adunate) e sostituisca l’appartenenza e la partecipazione con un indistinto fideismo. I leader del passato dovevano dimostrare sul campo di avere non solo “appeal” ma anche una visione etica, capacità, competenze, carattere, per governare la complessità sociale; se non riuscivano a produrre cambiamenti il “carisma” spariva e si tornava alle più affidabili organizzazioni politiche a cui spettava il compito di garantire gli elettori sulla continuità del progetto proposto, anche di fronte alle insufficienze dei capi. La stagione della personalizzazione politica ha avuto successo nei decenni scorso quando la politica americana ha pensato bene di giovarsi direttamente dei divi del cinema per conquistare la simpatia dei cittadini; il risultato è stata una desolante semplificazione della politica ridotta a gestione dell’esistente sulla base del primato della volontà (volontarismo). Lasciando che ciascuno si facesse i fatti suoi, questa spoliazione della politica ha perseguito risultati minimali di breve respiro, rinunciando all’obiettivo dell’eguaglianza e della giustizia sociale e ha enormemente accentuato le differenze tra le singole persone e i popoli. La ricchezza è andata dove i capitali erano meglio remunerati e i Paesi occidentali si sono indebitati per assicurare alle popolazione il precedente benessere, ponendo le basi per l’attuale crisi mondiale. Gli stessi economisti oggi si chiedono come mai è stato possibile lo sfascio economico sulla base di un “volontarismo” che lasciava ai singoli e ai mercati la scelta di fare quello che volevano, senza alcun vincolo morale di solidarietà. Rispetto al dopoguerra, quando si è cercato di dare una “governance” ai Paesi e al mondo, il “laissez faire” ha prodotto una classe dirigente di qualità nettamente peggiore. I “leader” possono far vincere le elezioni ma, una volta ottenuto questo risultato, sono inadeguati a governare e questo è il risultato di decenni di politica italiana, declamatoria e inconsistente. Occorre mandare a casa di responsabili di tale disastro ma è anche necessario cambiare l’impostazione della politica. Invece siamo al punto di partenza: caduto un “capo” se ne cerca un altro, che è un modo di delegare a uno o a pochi le responsabilità comuni.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 12/9/2012 alle 17:33
E' vero, Renzi è un tantino giovane per rappresentare l'Italia con i Grandi del mondo. Però è pur vero che c'è chi a 30 anni è maturo e chi non lo è nemmeno a 60! Blair aveva solo 6 anni più di Renzi quando diventò Premier. Inoltre le idee espresse da Renzi ieri a Ballarò (e siamo solo all'inizio) sono quelle che la gente si aspetta dalla politica. Sentiamo il resto anche sulle altre materie da lui e dagli altri politici e poi giudicheremo. I giornali facciano un elenco di domande per tutti.
Scritto da Martino Pirone il 12/9/2012 alle 17:57
Lo slogan di Bersani per le primarie è: "si può cambiare qualcosa". Quanta energia, quanto entusiasmo!
Scritto da Fabrizio il 12/9/2012 alle 18:03
Leggo del successo di Renzi alla Festa del PD a Bologna. Ha detto: "Quando dico rottamare non parlo delle persone, ma delle carriere politiche. Non ce l'ho con gli anziani, viva san Nonno!" (La Repubblica, 11 settembre, pag. 11). Come Nonno in spe (servizio permanente effettivo) mi son commosso e mi toccherà ritornare sulla decisione di fare un bel viaggio il giorno delle elezioni. Resta lo scoglio Vendola che, chiamandosi Nichi e portando l'orecchino, mi dà una disagiata sensazione di frivolezza. Ci ho riflettuto su, e mi sono chiesto se avrei amato Berlinguer se si fosse chiamato Ricki e avesse indossato una collana di perle. Pensa, Roberto Caielli, se Togliatti fosse stato frivolo come lo è l'alleato strategico del PD! Mah! Conserverò la prelazione sul viaggio.
Scritto da ulderico monti il 12/9/2012 alle 18:24
Una cosa di Bersani non capisco. Se dice "noi organizziamo i progressisti e Casini i moderati" chi si sente moderato - me compreso - si sente escluso e viene regalato al centro. Non mi pare una grande trovata.
Scritto da Lorenzo il 12/9/2012 alle 19:52
Caro Giuseppe, la Merkel è la presidente della Cdu - il nostro segretario - dal 2000, Cameron è il leader dei Conservatori - il nostro segretario - dal 2005. Non capisco quindi bene la distinzione che fai. Saluti, Andrea Mollica
Scritto da Andrea Mollica il 12/9/2012 alle 19:56
@Martino Pirone risponde a chi ritiene Renzi “un tantino giovane per rappresentare l'Italia con i Grandi del mondo” e ricorda l'esperienza di Blair che, quando diventò premier, era più anziano di Renzi di soli sei anni. Senza entrare nel merito delle doti del Renzi, concordo con Pirone e ricordo che John Kennedy era del 1917 e vinse le presidenziali Usa nel 1960, cioè a 43 anni. Clinton (1946) fu Presidente USA a 47 anni, dal 1993 al 2001. A 55 anni era già pensionato. Obama (1961) è Presidente USA dal 20 gennaio 2009, a 48 anni. Per dire di noi, ad esempio, Benito Mussolini formò il suo governo a 39 anni. Stalin invece dovette pazientare di più: infatti fu Segretario generale nel 1924, quando aveva già 45 anni.
Scritto da ulderico monti il 12/9/2012 alle 20:30
Io alle primarie voterò per Paolo Rossi e me ne fotto se non partecipa. Almeno sarà una preferenza sentita.
Scritto da Claudio Ennam il 12/9/2012 alle 20:46
Visto i disastri che hanno combinato quelli che sono li' da 20 anni, val la pena provare a cambiare. Un bel rinnovamento non puo' che far bene.circa un'ora fa.
Scritto da Riccardo De Maria il 12/9/2012 alle 20:52
Rimaniamo, sig. @Ulderico Monti, in Italia. Andreotti è stato Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio a 29 anni, Amintore Fanfani ha fatto il Presidente del Consiglio a 38 anni, Aldo Moro a 42. Parlo di tempi in cui i giovani nei partiti tradizionali, forse qualche difficoltà in più, rispetto a quelli attuali, la vivevano. Ci riferiamo, ovviamente, a tempi antecedenti al1968, tanto per capirci. La questione non è giustamente "Renzi è troppo giovane" ma, se deve esserci, solo politica.
Scritto da exdc il 12/9/2012 alle 21:02
Caro Monti, non volevo più tornare sul tema, ma forse, almeno per chi legge va detto che quando è morto Togliatti io avevo 9 anni... e non ero certo un "pioniere" (come qualcuno più famoso). Mi sono goduta la mia infanzia & giovinezza a suon di Beatles e Rolling Stones. Ero di quelli che stavano su di notte a vedere gli americani sbarcare sulla luna e sono arrivato a Berlinguer passando per il movimento studentesco e non per le scuole di partito: le perline e gli zoccoli li portavo io :-)
Scritto da roberto caielli il 12/9/2012 alle 21:22
I commenti su Matteo Renzi e su la sua candidatura alle primarie di coalizione PD-SEL per la scelta del candidato premier per le elezione della XVII Legislatura sono per lo piu’ di carattere fortemente reattivo specialmente nel suo stesso partito. Renzi viene definito opportunista, inaffidabile, agente berlusconiano, senza un programma, giovane...-vecchio, volgare rottamatore, sostenuto da una lista segreta di finanziatori, non paga gli straordinari ai suoi dipendenti, e cosi’ di seguito. Si fatica a trovare un commento o un intervento che non sia una stizzita e reattiva contumelia contro il sindaco di Firenze. Viene da chiedersi il perche’ di questa ottusa reattivita’ contro un candidato che si mette in lizza in maniera del tutto normale in conformita’ alle regole stabilite facendo la sua campagna su un camper. Anche Niki Vendola ha deciso di mettersi in gioco ma non si e’ visto niente di simile ne suoi confronti. Si dice che l’opposizione, la critica, l’antagonismo creino un rapporto reattivo con cio’ che si rifiuta, rapporto che impedisce una contrapposizione autonoma e creativa. E’ la malattia delle catene che riduce chi lotta per un’idea a un cane ringhioso impedendogli di vedere le cose con spirito libero. Il PD come e’ oggi soffre pesantemente della malattie delle catene come viene messo in chiara evidenza dalle reazioni scomposte di una parte dei suoi militanti alla candidatura di Matteo Renzi. Il vero ostacolo per i dirigenti del PD sta’ non solo nella loro consunzione temporale, nel senso che siedono in parlamento da troppo tempo e che si sono misurati piu’ volte con il potere ed hanno sostanzialmente fallito, ma anche per il peso irrisolto di un passato divergente. La malattie delle catene consente al passato di distorcere il presente e di impoverire i progetti per il futuro. Quando Bersani racconta la leggenda del compagno Baldo al suo popolo non so’ se si rende conto del peso di quella catena e dell’ostacolo che crea all’emergere di un partito democratico in grado di confrontarsi con il futuro in un mondo globalizzato. E’ dal “milieu” culturale di quelle leggende che origina l’antagonismo reattivo a Matteo Renzi che di fatto e forse involontariamente ne diventa la negazione. Da qui le reazioni stizzite e scomposte da un lato e il “misterioso” consenso che Renzi attrae dall’altro. Non si capisce infatti da dove venga questo consenso, che mette in pericolo lo stesso segretario del partito, per un mediocre opportunista senza programmi se non da tutti quelli nel PD e fuori che rigettano dal profondo la leggenda del compagno Baldo (magari in silenzio). Non a caso Rosi Bindi che e’ donna intelligente e attenta ha capito che con Renzi c’e’ una parte importante dello stesso apparato del PD. A poco serve cercare di inquinare le acque dipigendolo come agente di Berlusconi o emissario di poteri forti. Questo delle primarie di coalizione non e’ un confronto riassorbibile alla fine. Comunque vada a finire il PD non sara’ piu’ quello di prima e non e’ improbabile che possa anche ripartizionarsi in forme oggi imprevedibili.
Scritto da Flavio Argentesi il 12/9/2012 alle 21:33
Sono un paio di anni che seguo Renzi con una certa attenzione: e' una figura interessante, l'unica degna di nota dopo Prodi. La sua pecca e' di essere troppo effervescente per un centro sinistra immobile e legato a vecchi metodi centralisti. Alle primarie lo voterò, ma se dovesse perdere dopo piu' di ventanni di speranza il PD per la prima volta non avra' il mio voto: non voglio consegnare il paese a Vendola e CGIL!
Scritto da AndreaA il 12/9/2012 alle 21:42
Bene il lungo argomentare di F.Argentesi delle 21.33. Mi ricordo solo ora di aver scritto una lettera al Direttore di VARESE NEWS in data 15.11.2011 proprio sul "fenomeno Renzi" (dal titolo "Renzi, un Berlusconi di sinistra?") in cui esponevo alcune perplessita' e qualche riserva sul personaggio. Perplessita' non ancora fugate, ma che tuttavia non mi impediscono di dargli fiducia per le ragioni gia' esposte da me e da altri su questo blog. Penso che si debba guardare al futuro e non al passato !
Scritto da giovanni dotti il 12/9/2012 alle 22:19
Più si inasprisce la polemica, più mi convinco che forse è proprio Renzi che può dare una scossa a questo partito mai veramente nato. Probabilmente è proprio questo momento storico che gli ha consentito di bruciare le tappe rispetto ad un percorso lineare di crescita nel partito. Non dobbiamo perdere quest'occasione di attenzione attorno al PD. Certamente avrà bisogno di delineare meglio il suo programma politico e di governo, ma anche Bersani & C. non mi sembra stiano navigando nella chiarezza.
Scritto da Romeo il 12/9/2012 alle 22:22
Dissertare in casa altrui è maleducazione. Mi permetto in punta di piedi di indicare Renzi come una positiva valvola di sfogo per il PD stretto tra Monti bis (che gli alienerebbe 1/2 partito), e l'impossibile coalizione di Governo con Casini e Vendola (che gli vaporizzerebbe l'altra 1/2). Provateci...c'è da guadagnarci.
Scritto da Fabrizio Piacentini il 12/9/2012 alle 22:43
@Camillo Massimo Fiori. Alla fine del suo scritto, molto istruttivo per me che sono giovane e voglio imparare, lei dice: "Occorre mandare a casa i responsabili di tale disastro ma è anche necessario cambiare l’impostazione della politica. Invece siamo al punto di partenza: caduto un “capo” se ne cerca un altro, che è un modo di delegare a uno o a pochi le responsabilità comuni". Va bene ma adesso dobbiamo votare e chi votiamo? Fino a sei mesi fa diceve Bersani, oggi propendo per Renzi anche se con qualche dubbio.
Scritto da Elisabetta C. il 12/9/2012 alle 22:45
La frase incriminata di Renzi, spesso citata, più che evidenziare una sua appartenenza ad una destra politica, mi sembra indicare che egli rifiuta scientemente categorie novecentesche (destra-centro-sinistra) in cui, d'altronde, pochi italiani oramai credono. Inoltre è ovvio che Renzi prende atto di una situazione ex ante, dal momento che sin dal disfacimento della prima Repubblica (indotto?) il centrosinistra ha accettato la subalternità della politica ai potentati economici, rinunciando alla facoltà di critica, cosicchè fenomeni come la cosiddetta "svalutazione interna" sono considerati utili ed indisputabili, e di conseguenza l'impoverimento progressivo di quello che un tempo si definiva proletariato, e, a causa del conseguente crollo della domanda interna di beni e servizi, del ceto medio. Insomma, onore a Renzi che non si nasconde dietro le parole centro o sinistra, ormai svuotate di significato dagli atti stessi di una classe politica, ed un applauso alla sua sincerità ed alla assenza di demagogia che gli è propria. Quel che appare discutibile della sua proposta è piuttosto la vaghezza che mantiene intorno al progetto politico, è l'aver iniziato un'opera di rinnovamento culturale con altri che poi ha allontanato per circondarsi di una corte variegata di personaggi dello spettacolo di B. (alcuni noti soprattutto per aver portato i reality show nel nostro paese), è il suo disprezzo per Walter l'africano, salvo poi rivendicare la vocazione maggioritaria di veltroniana memoria (che ci regalò i caleari, lo scrivo per chi non lo rammenta più).
Scritto da Carlo il 13/9/2012 alle 03:01
Ieri ho visto Bersani ospite della Signora Gruber a Otto&Mezzo: mi è sembrato troppo disinvolto per non apparire preoccupato. Ho l'impressione che anche stavolta il virus del PD (nella forma renziana) ha attaccato tutti. Renzi non piace a tanti, ma piace anche a molti: una specie di Veltroni appena uscito dal cinema dopo aver visto per la 100ma volta Brigadoon, contento di non averci capito niente e quindi felice di poterne raccontare la trama a modo suo.
Scritto da Sic Est il 13/9/2012 alle 07:40
Condivido l' approfondita analisi contenuta nel commento di Camillo Massimo Fiori. Nello specifico ritengo che il ruolo e l' organizzazione dei partiti sia ancora 'centrale' ma credo, con altrettanta convinzione, che se i modelli messi in campo saranno ancora quelli attuali, risalenti cioè all' organizzazione politica degli anni settanta (il ragionamento vale anche per il sindacato), non saremo in grado di intercettare adeguatamente le 'nuove' domande sociali che i nostri tempi propongono.
Scritto da paolo rossi il 13/9/2012 alle 08:31
In tutta sincerità, ci sto capendo poco. Si dovrebbe arrivare a definire la leadership politicamente, secondo un percorso, non mediaticamente. Ma tant'è. (concordo con @C.M.Fiori). Ribadisco, anche se annoio: non sarei in grado di allearmi con chi fa demagogia, si limita a segnare il territorio ( 1- Nell'anno elettorale non si tengono referendum. 2- Il principio della rappresentanza è diverso dalla democrazia plebiscitaria) e con i partiti personali. Condivido i flash di @Lorenzo e @Ricki P.
Scritto da FrancescoG. il 13/9/2012 alle 08:57
Caro Adamoli, solo una domanda: Lei , che ha fatto tutta la vita il poltico ( mi dica pure che da giovane lavorava e studiava!), cosa ha mai vinto, a parte il Comune di Vedano, dove ha fatto il sindaco.? Ha vinto, lei e la sua colazione dal 90 in poi,lasciamo stare la DC,forse in Provincia, in Comune a Varese e soprattutto in Regione? Vale per il suo collega deputato Marantelli, ovviamente. Quando ha vinto Prodi , D'Alema e Compagni hanno contribuito o no? E' vasta la categoria dei perdenti!
Scritto da B.Bruni il 13/9/2012 alle 09:10
@Andrea Mollica (19.56) - Ti ringrazio per il chiarimento che mi hai richiesto e che ritengo necessario. I miei post sono sempre sintetici e a volte meritano un successivo approfondimento. Dunque, la mia tesi è che il capo del governo espresso da un partito debba essere, molto più che in passato, il leader del partito medesimo. Il che significa che la conduzione pratica, importante, giornaliera la porta avanti il segretario eletto al congresso (a questo punto probabilmente con una votazione diretta degli iscritti) ma l’ispirazione delle scelte più decisive proviene dal leader eletto con primarie aperte a tutti. Ritorno sull’esempio di Romano Prodi. E’ vero che è caduto per mano di Mastella, Dini e degli altri personaggi di sinistra che ieri ho visto abbracciati a Vendola e Di Petro per la cerimonia del referendum contro la legge Monti-Fornero sul mercato del lavoro. Ma è caduto, se vogliamo essere seri e dire la verità, perché Veltroni aveva iniziato a lavorare con gli emissari di Berlusconi per una nuova legge elettorale (spagnola con piccoli collegi) che avrebbe cancellato i piccoli partiti alleati di Prodi, i quali sono vendicati mandandolo a casa prima che la nuove legge potesse mandare a casa loro. Prodi aveva dichiarato pubblicamente più volte che se il Pd avesse continuato per quella strada (implicita nella vocazione maggioritaria di Veltroni) il suo governo sarebbe crollato. Bisognava avere pazienza e prepararsi alla vocazione maggioritaria senza danneggiare il governo. Il risultato lo abbiamo visto. La riconsegna del Paese a Berlusconi. Non può più esserci una divergenza di fondo fra premier e partito. Il premier, finché è al governo, è il leader. Questo varrebbe anche per Bersani? Sicuramente si, ma ho il timore che lui pensi ancora al partito tradizionale che tratta, che media con partiti e sindacati, che sostiene il governo fin tanto che non scontenta il suo blocco sociale, che è importante quasi come il governo. Per me, una mia opinione personale, questa visione non è in grado di rispondere con rapidità alle necessità drammatiche dell’Italia. Sarei contento di sbagliare e di votare per Bersani.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/9/2012 alle 09:12
Per ragioni diciamo tecniche il mio commento non è pervenuto. Leggo Mariuccio Bianchi @ delle17.26 del 12/9 e lo condivido pienamente.
Scritto da A. Vaghi il 13/9/2012 alle 09:14
Elezioni comunali 2004 nel mio comune.Tre liste civiche.La maggioranza uscente, la nostra (minoranza), una nuova lista di centrodestra.Questi ultimi ci propongono una fusione e vogliono indicare il candidato sindaco.C'è voluto poco per declinare:siamo diversi in stile, idee, programmi e, si vincesse, la maggioranza sarebbe debole.E umilmente rivendichiamo la nostra piccola storia.Vinciamo con poco scarto (2,5%).Nel 2009 le nuove elezioni, stesse liste.Vinciamo di 34 punti."Chi ha orecchi..." :-)
Scritto da FrancescoG. il 13/9/2012 alle 09:22
@Elisabetta C – La politica è concretezza; le analisi sono necessarie per capire le tendenze ma poi bisogna scegliere per non cadere nell’astrazione. Entrambi i contendenti (per non parlare del terzo potenziale) mancano di un elemento basilare. Il programma. Non basta sapere quale governo uscirà dalle elezioni ma cosa vuole fare. Bersani ha più esperienza ma, proprio per questo, le sue ambiguità sono inaccettabili; non può pensare di impostare la “governance” del Paese sull’alleanza con la sinistra radicale che si ispira ad una realtà che non c’è più; rischia soltanto l’immobilismo, continue tensioni e la continuità di un costume di poca chiarezza che allontana i cittadini dalla politica. La sua gestione del Partito è pure discutibile: non ha dato impulso al dibattito e al confronto culturale e, a causa di ciò, le correnti culturali si sono trasformate in fazioni intolleranti. I “cattolici”, per non essere marginalizzati, hanno rinunciato a proporre le loro idee e i loro valori e sono diventati subalterni ad una maggioranza che sembra voler riproporre il continuismo PCI-PDS-DS-PD. Renzi ha una forte dose di narcisismo ma indubbiamente è quello che ha capito meglio le trasformazioni della società in un mondo globalizzato e interconnesso; punta ad una riaggregazione della politica al “centro” e (diversamente da Prodi) non vuole lo scontro frontale e la radicalizzazione. Tuttavia la sua candidatura rischia di produrre più rischi che vantaggi: tensioni interne, difficoltà a mettere insieme la “squadra” e a rapportarsi con le istituzioni europee che non conosce. Idealità e realismo vanno contemperati ma, ovviamente, la scelta spetta in ultima analisi agli elettori. Il P.D. appare vecchio nelle idee e nella classe dirigente; non ce la fa neppure a colmare il vuoto lasciato dal PDL e dalla Lega. Deve assicurare la governabilità del Paese ma non a costo di perpetuare gli errori del passato; il “vincere” non è la priorità assoluta, altrettanto importante è la rigenerazione della politica, la ristrutturazione dei suoi istituti (partiti e istituzioni rappresentative comprese quelle locali), in modo da contrastare il populismo e l’anti-europeismo e dare l’avvio a un nuovo inizio. Se non riscopre l’etica (laica), l’idealità e la passione per il bene pubblico il P.D. rischia di lasciare il tempo che trova.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 13/9/2012 alle 10:13
@A. Vaghi - Non c'è traccia del tuo commento. Posso dire tranquillamente che non c'è stato errore nella gestione del blog. Se me lo rimandi sarò contento di metterlo subito.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/9/2012 alle 10:13
I disastri,da vent'anni a questa parte li ha combinati chi ha governato.Sicuramente la sinistra ha commesso errori,mai però così gravi da compromettere il futuro di almeno un paio di generazioni.L'errore più grave comunque è stato da parte di Bertinotti e Vendola che hanno fatto cadere il governo di centrosinistra da loro stessi sostenuto(la famosa desistenza,la ricordate?).E' assolutamente puerile pensare che oggi,uno come Renzi possa risolvere qualcosa.Se per rinnovamento intendi il sollevare la rissa tra giovani e "vecchi",credo che sbagli.Renzi,con tutto il rispetto non è all'altezza di portare avanti alcun significativo rinnovamento.Con tutta sincerità,preferisco un "vecchio" come Bersani al balilla Renzi-
Scritto da Giuseppe Morelli il 13/9/2012 alle 10:41
Bene il programma ma e' il leader che traccia la rotta. Renzi e' inadeguato per un ruolo importante, ma nessuno e' davvero adeguato per cambiare se non un giovane folle, non maggiordomo. Certo ha bisogno di consiglieri intelligenti e non servili. Con Renzi il PD diventerebbe un vero partito di centrosinistra, interclassista, come i democratici negli USA e i labour di Tony Blair. Darebbe entusiasmo a tanti giovani in panchina... Uno di centrodestra non vota Bersani, ma potrebbe votare Renzi.
Scritto da Andreus il 13/9/2012 alle 10:52
L'aspetto positivo che può garantire Renzi è portare a votare alle primarie anche chi è lontano dalla politica dei partiti ma che cmq ha interesse nell'associazionismo civico. L'obiettivo del PD è anche aprirsi alla società civile e un tratto giovane, innovativo, liberale e non conservatore può essere da traino per raggiungere questa direzione. Bersani è una persona onesta e solida...sicuramente garantirà primarie aperte, senza farle pagare 5 euro come ho sentito da diverse fonti.
Scritto da Simone Franceschetto il 13/9/2012 alle 11:10
Caro Giuseppe il mio commento, non individuando altre strade telematiche dato che mi considero in proposito un analfabeta, te l'ho inviato sul tuo indirizzo mail personale " adamoli1@alice.it" alle ore 19.33 del 12/9. Lo troverai nella tua posta.
Scritto da A. Vaghi il 13/9/2012 alle 11:13
A proposito di rottamazione, dal momento che Renzi non si sta candidando alla segreteria del PD ma alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, deve chiarire da subito se la sua regola dei tre mandati varrà anche per i suoi futuri ministri e sottosegretari, Casini compreso.
Scritto da Leonardo C. il 13/9/2012 alle 11:21
Sono d’accordo con @Mariuccio Bianchi. Usciamo dagli appeal e veniamo al sodo. Però non è troppo improbabile quanto scrive @Leonardo C. Io sono un moderato di centro, sono cattolico e lo sottolineo, e vorrei che il mio partito di riferimento fosse il Pd. Dico questo perché non avrei dubbi a votare Bersani, ma tra Tabacci e Renzi sceglierei a occhi chiusi Tabacci.
Scritto da V.R. il 13/9/2012 alle 11:23
Caro Leonardo C. (16.41), scusami se intervengo in ritardo ma pensavo che altri lettori si sarebbero soffermati sul merito delle primarie a un turno o a due turni. Infatti è su questo che voglio dire la mia. Nella Commissione Statuto avevo sostenuto la tesi che, in caso di primarie di coalizione con più candidati, il Pd avrebbe dovuto presentarsi con il suo segretario. E’ stato Bersani che ha voluto le primarie libere e aperte quando già si sapeva benissimo che ci sarebbe stato Renzi. Dopo il “terremoto Monti”, Bersani ha visto giusto. Sul doppio turno ho qualche dubbio, ma un’altra volta è Bersani che lo vuole, desiderando ottenere il 50 più uno dei voti per avere mani libere. Forse ha ragione. Senza entrare nelle cose tecniche, come dicevo rispondendo a @Andrea Mollica, sono convinto che abbiamo bisogno di un capo del governo che sia anche leader del Pd. In questo tempo difficile e di svolta per la politica e per l’Italia non vedo alternative ad una guida con un forte e rinnovato consenso
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/9/2012 alle 11:25
Sono piacevolmente sorpreso da tanti pareri favorevoli, eterogenei per provenienza, verso Renzi. Forse il PD ha ancora un'anima ed un futuro. Resta un'incognita Renzi piace parecchio anche agli elettori di centrodestra, non solo alla Zanicchi. Come la mettiamo? Altrettanto è osteggiato da una parte considerevole di centrosinistra che,piuttosto di votarlo, starà a casa. Che risultato ne scaturirà?
Scritto da Fabrizio Piacentini il 13/9/2012 alle 11:39
Mi sembra che la maggior parte degli interventi evidenzi una presa di posizione " a prescindere" tutta basata sui personaggi, tanto che quasi tutti hanno già deciso da che parte stare tra i due contendenti. Vorrei che ci risparmiassimo lo spirito calcistico e possibilmente rimanessimo ai fatti. E cioè quello che si propongono di fare i due contendenti per affrontare al meglio i gravissimi problemi del Paese. Questo mi pare il punto. Alla gente interessa questo. All'esterno il tutto rischia di apparire una lotta di poltrone : chi le ha, e intente abbarbicarvisi, e chi non le ha e le vuole. Un po' come nella vecchia canzone degli alpini della grande guerra che anelavano : " là c'è da bere e da mangiare e un bel letto da riposar..." Mentre altri non si decidono a lasciare cantando : "... e dopo aver mangiato, mangiato e ben bevuto..." Il classico cambio della guardia attuato persino tra i gerarchi del regime fascista. Per evitare tutto questo credo occorra non cadere in scelte basate su elementi caratteriali. Per esempio sono dell'avviso che Renzi, se non si rovinerà nel crescere, abbandonerà i noti atteggiamenti da bulletto di periferia. Dobbiamo aspettare ed essere molto rigorosi sulle proposte dei candidati alla risoluzione de problemi del Paese. Che sono tanti, complessi, difficili. Dando poi ai certificati di nascita il significato che possono avere per le persone. Grande o modesto se non accompagnati da altre certificazioni in ordine a preparazione, capacità e merito. Vuol dire pretendere troppo ?
Scritto da Ambrogio Vaghi il 13/9/2012 alle 11:43
Da donna: Se non ora quando? ADESSO! Però decido tra 50 giorni....
Scritto da Nicoletta il 13/9/2012 alle 11:43
Concordo pienamente su quanto scrive C.M.Fiori (h.10,13):la sua analisi e' perfetta, e soprattutto quando dice che in ogni caso la scelta spetta agli elettori. C'e' infatti un po' troppa confusione, e fors'anche un po' troppa "invadenza" e voglia di protagonismo, per non dire di prevaricazione, da parte degli ex PC. Sarebbe auspicabile che costoro calassero un po' le arie, non vi pare? Si dovrebbero aprire maggiormente alle opinioni degli altri, le cose andrebbero meglio per tutti.GiovanniDotti
Scritto da giovanni dotti il 13/9/2012 alle 11:44
http://www.corriere.it/animali/12_settembre_13/lesula-nuova-scimmia-africana_374fa686-fd7f-11e1-ae02-425b67d1a375.shtml Un primate alle primarie. A me l'ultima scimmia sembra più espressiva di Renzi. Ma non abbiamo nessuno da candidare a parte Bersani e quel toscanello lì? Ma siamo messi proprio male, allora. Adamoli si presenti lei. Pronto?
Scritto da Ranuccio il 13/9/2012 alle 12:20
Partecipo discontinuamente ma leggo con periodicità e non manco di soffermarmi sulle sempre sensate e calzanti analisi di @CM Fiori, comprese quelle del post in corso, ad eccezione del seguente passaggio che ho ritenuto assai deludente: ‘i cattolici, per non essere marginalizzati, hanno rinunciato a proporre le loro idee e i loro valori e sono diventati subalterni ad una maggioranza che sembra voler riproporre il continuismo PCI-PDS-DS-PD’. Lo ritengo un inganno bello e buono che, se teorizzato da un Giovanardi, da una Roccella, da un Socci, fa sorridere ma se letto dalle parole di Fiori, sempre lucido e obiettivo, mi provoca uno scoramento. Poco male, trattasi di scoramento temporaneo, ormai sono allenata. Anche guardando alla dimensione locale, dove li vede, Fiori, tutti questi politici cattolici così ansiosi di proporre idee e valori? Dove vede politici cattolici emarginati? Io, semmai, vedo cattolici indaffarati (in nome di una diversità, la Diversità della Croce della quale spesso non sono nemmeno degni) a costruire per se stessi e, se capita, anche per il Paese. Leggere di un Olivero che, non facendosi bastare di essere Presidente Nazionale delle Acli, rincorre le orme del proprio predecessore Bobba nelle diverse convention cattoliche, fra cui quella di Todi, mi fa pensare che le giovani generazioni non siano diverse da quelle che le hanno precedute. Per carità, nessun processo alle intenzioni di Olivero, però non ci vuole grande arguzia per capire dove voglia andare.
Scritto da eg il 13/9/2012 alle 13:17
Che poi, a usar lo statuto, la rottamazione è implicita in un articoletto....
Scritto da Un lettore affezionato il 13/9/2012 alle 13:26
Corriere della Sera, giovedì 13. La cronaca politica dà una desolante sensazione di inadeguatezza, un puerile girotondo intorno alle polemiche del nulla e al vuoto progettuale. Martedì 18 si svolgerà la presentazione di Italia Futura: ci andremo.
Scritto da ulderico monti il 13/9/2012 alle 13:41
Questa mattina ho letto l'intervista rilasciata a "la Repubblica" da Laura Puppato, che intende candidarsi alle primarie. Mi sembra che esponga con chiarezza le sue intenzioni programmatiche che ,per quel che vale il mio pensiero, trovo condivisibili. Qualche noto saccente l'ha definita "un' anima bella". Lei con candida umiltà : "eccomi". Ammirevole.
Scritto da Angelo Eberli il 13/9/2012 alle 13:51
@Angelo Eberli, la Puppato, che brutto cognome, è una pedina di D'Alema-Bersani per cercare, almeno in parte, di arginare lo tsunami Renzi fuori dal giro degli iscritti del PD. Secondo lei la Concita De Gregorio (ex direttore Unità con stipendio da super dirigente) se ne esce con una pagina del genere su un giornaletto come Repubblica senza che dietro ci sia una certa operazioncina?
Scritto da paperoga il 13/9/2012 alle 14:07
Bersani, Renzo e.....Laura. Spero anch'io, come l'amico Angelo Eberli, che qualcuno abbia letto con attenzione l'intervista di Concita di Gregorio a Laura Puppato, apparsa su "la Repubblica"di oggi. Chi è Laura Puppato? Una signora di 55 anni, iscritta al P.D., fuori delle correnti e delle appartenenze strette, che da sindaco di Montebelluna è via via stata eletta con una valanga di voti al parlamento europeo prima ed alle regionali poi, nonostante il partito di volta in volta le avesse preferito altri cndidati. Quello comunque che mi ha favorevolmente impressionato di lei, nell'intervista, sono i toni sobri e pacati con cui annuncia di candidarsi alle primarie, in una sana competizione con gli altri candidati, anche se-osservo io- scarse saranno le possibilità di superare i big Bersani e Renzi, se non altro perchè essa è a tutt'oggi una quasi sconosciuta outsider. Lo spirito di Laura però, stando per il momento alle sue parole (poi la giudicheremo meglio quando e se la vedremo in azione) è quello di mettere tutte le forze e tutte le energie disponibili al servizio del progetto del P.D.,un progetto che non può non essere la sintesi delle diverse sensibilità ed opzioni presenti in un grande partito dalle diverse "anime". Essenziale, osserva Laura,è il non far prevalere una logica di potere. Mi sono piaciute le sue parole:"Servono l'energia di Renzi e la competenza di Bersani". Per concludere, auspicando che le primarie siano un momento di franco e sereno confronto all'interno del P.D. e del centrosinistra, non una guerra fratricida, segnalo anch'io la persona di Laura Puppato.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 13/9/2012 alle 14:21
Renzi questa mattina si è rivolto direttamente a Bersani: "Mi ha chiesto, e dopo che si fa? Se si perde si fa quello che fanno le persone serie: non ci si inventa l'ennesima formazioncina politica di serie Z, si dà una mano a chi ha vinto perché la sconfitta fa parte del gioco e la vera sconfitta è non provarci". Dunque, ha insistito, "saremo in prima fila a dare una mano a chi ha vinto". Bravo Renzi, così si fa.
Scritto da M.F. il 13/9/2012 alle 14:34
Leggo e approvo quanto scrive EG h.13,17. Basta con la solfa Cattolici e non Cattolici! I cosiddetti "valori" del cattolicesimo sono poi gli stessi condivisi da tanti "laici" benpensanti e pertanto non dovrebbero creare contrapposizioni in politica. Se poi si vuole strumentalizzarli e' un'altra cosa. La morale laica non si discosta affatto da quella cristiana, anzi le sue maglie sono spesso piu' rigide e meno permissive. In politica poi -a mio avviso-queste divisioni non dovrebbero esistere.G.D.
Scritto da giovanni dotti il 13/9/2012 alle 14:37
Ci sono commenti entusiastici delle primarie ed altri molto preoccupati perché si starebbero svolgendo solo sulla contesa nominativa. A questi secondi direi di avere un po’ di pazienza, anche se mi rendo conto che è difficile. Oggi Renzi ha presentato una bozza di programma da arricchire con il contributo di tutti. Bersani lo farà nei prossimi giorni. Non è scontato quello che dirà. Sono desideroso di capire come concilia le tesi di Letta, di una parte dei veltroniani e di alcuni ulivisti, con quelle di chi rappresenta più direttamente "l'anima dura della Cgil". Il confronto, certamente corretto ma senza ipocrisie, è necessario. Il passaggio è stretto. Lo dicevamo tutti che dopo il governo Monti i partiti non sarebbero stati più gli stessi di prima. Ne sono ancora convinto, così come sono convinto che nessuna scissione è all’orizzonte. Il Pd si è fatto gli anticorpi sufficienti per debellare questa tendenza suicida. Discutiamo senza pregiudiziali e senza vedere nemici dovunque. Il blog, con tutti i suoi limiti, sarà una palestra di idee ma non di wrestling.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/9/2012 alle 14:52
@Mariuccio Bianchi Ho letto anche io. Mi ha dato una ragione per votare alle primarie (se mai ne vareranno il regolamento, non troveranno una scusa per non farle, l'ammazzeranno nella culla con una legge elettorale a misura di rottamando).
Scritto da Lorenzo M. il 13/9/2012 alle 14:54
Ma queste PRIMARIE si vuole proprio farle diventare un casino? Tanto per complicare le cose,gia' complicate, sento ora che entra in ballo anche Laura Poppato! Ce n'era proprio bisogno? mi chiedo, tanto piu' che e'gia' perdente in partenza. Avrebbe fatto meglio a dire con chi sta, ora ci dica prima chi sosterra' al 2^ turno. Basta coi vecchi giochini, ci vuole chiarezza. Altrimenti chiunque si puo' candidare, ma che serieta' e'? Ottima invece la risposta di Renzi a Bersani, non vi pare? G.Dotti
Scritto da giovanni dotti il 13/9/2012 alle 15:17
Chiederei al sindaco di Firenze perchè non è venuto a Varese a pesentare il libro come annunciato. Disdire gli impegni non è piacevole, se questo è il biglietto da visita non è la miglior presentazione.
Scritto da Aurelio B. il 13/9/2012 alle 15:57
La posizione di Adamoli nel post e nei suoi interventi durante la discussione mi pare la più giusta. Aspettiamo che le carte dei candidati siano sul tavolo e si vada alle primarie senza la caccia all'aversario. Dovrebbe essere una grande e pubblica discussione invece che la resa dei conti. L'Italia e il centrosinistra ne avrebbero un grande vantaggio.
Scritto da Giovanna G. il 13/9/2012 alle 17:07
caro Giuseppe la discussione comincia a farsi troppo complicata. Credevo si dovesse scegliere il candidato premier, ma qui si parla di rifondare il PD, mandando a casa i leader perdenti degli ultimi 20 anni. Non ho capito se Prodi è fuori dal mazzo perchè in realtà ha vinto 2 volte (da solo?) oppure perchè è già a casa. Non ho capito nemmeno se Prodi abbia fatto bene nel 2007 a non prendere la guida del PD o sbaglia oggi Bersani a mettersi in gioco oltre lo Statuto e le primarie del 2009
Scritto da roberto caielli il 13/9/2012 alle 17:08
@ eg – Premesso che il Cristianesimo non è politica ma fede e “lievito” per la società, di politici “cattolici” impegnati nella sfera pubblica ne vedo pochi anch’io, sia nel P.D. che negli altri partiti. Anche per questo motivo, ma non solo, sono contrario alla realizzazione di un soggetto politico confessionale che rischierebbe di racchiudere i “cattolici” in un “ghetto”. L’iniziativa politica dei “cattolici” è sempre partita dai fedeli e non dalla Gerarchia quando era in gioco la libertà di tutti, a cominciare da quella religiosa; ma la Democrazia Cristiana è stato un partito laico e aperto che ha contribuito a consolidare il nostro sistema democratico e a costruire l’Europa. Non si può vivere di meriti storici e quel tipo di presenza può oggi svolgersi in modo più producente nel dialogo, nella collaborazione e nell’incontro con altre culture. Il Partito Democratico è nato appunto su questa premessa: creare lo spazio di incontro tra laici e cattolici per realizzare una società basata sull’umanesimo. I “cattolici” non chiedono privilegi, tanto meno quote preferenziali negli organigrammi, ma vorrebbero che le loro idee e il loro positivo patrimonio storico-culturale fosse in concorrenza paritaria con le altre culture e non subordinato al pragmatismo conformista: da ciò deriverebbe uno stimolo per tutti. Non intendo fare del “vittimismo” per cattolici relegati a “riserva indiana” per dimostrare la novità del nuovo soggetto politico, ma anzi ho deplorato che molti “cattolici” impegnati hanno via via attenuato le loro posizioni ideali per salvaguardare le loro carriere: è un costume deplorevole ma anche le condizioni date non sono ottimali; ci dovrebbe essere più fiducia reciproca: se uno non è d’accordo con tutte le mie idee non significa che debba essere considerato un componente di serie B. E’ un’esperienza che ho fatto personalmente nella fase di transizione quando in una serie di incontri tra le varie componenti ha portato la mia esperienza e la mia cultura al servizio del nuovo partito, senza chiedere contropartite in termini di posti o di carriera. Una volta realizzata l’unità sono stato escluso da qualsiasi scambio di opinioni, nonostante che alcuni continuino ad apprezzare le mie analisi. Tengo a precisare che io sono per la fondamentale tesi di Max Weber circa la “politica come professione” che comporta doveri e vantaggi e la “politica come vocazione” completamente disinteressate. Entrambe queste forme sono legittime e utili: la prima comporta però la rotazione degli incarichi; la seconda serve a trasmettere alle nuove generazioni saperi ed esperienze che non si imparano sui manuali. La contrapposizione tra le generazioni è insensata, senza l’interscambio tra anziani e giovani non ci sarebbe stata, dopo il fascismo, la transizione verso la democrazia. Ogni forma di egemonia generazionale è parimenti controproducente perché sclerotizza il passato e si chiude al futuro.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 13/9/2012 alle 17:20
Nella tua risposta a Mollica la rievocazione della caduta di Prodi mette tutto in conto a Veltroni e alla 'vocazione maggioritaria', ma omette di ricordare che l'Unione era fallimentare 'ab origine'. Il PD voleva essere l'alternativa ad una unione forzosa. Deve esserlo!! Ciò detto non capisco l'obiezione a Bersani di pensare a un segretario "commisario-politico" del governo: a me risulta che lui si candidi Premier proprio in quanto segretario, per ri-legittimare la regola non per accantonarla.
Scritto da roberto caielli il 13/9/2012 alle 17:24
Caro Roberto (17.08), la mia tesi è semplice. Chi vince le primarie, se sarà del Pd, dovrà avere la leadership politica anche sul partito. Per le questioni di governo, naturalmente, non certo per tutte le altre competenze che afferiscono al segretario. Se il premier sarà Bersani, come è probabile, vale lo stesso preciso schema. Il leader sarà lui e non il suo successore al partito. Per quanto riguarda i leader perdenti non m’importa un fico secco se alcuni di loro saranno ancora in Parlamento (questa è una mia netta differenza con Renzi), m’importa che non abbiano più ruoli chiavi nelle Istituzioni. Bersani sulle primarie e sulla scelta di mettersi in gioco ha fatto bene e glielo riconosco.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/9/2012 alle 18:17
Caro Roberto (17.24), diciamo che mi sono espresso male io. La responsabilità immediata della caduta di Prodi se la sono presa Mastella, Dini e la pattuglia “sinistra” che lo sosteneva o fingeva di sostenerlo. Ma non c’è dubbio che l’accelerazione del Pd sulla riforma elettorale ha giocato un ruolo tutt’altro che secondario. Questo fa parte della piccola storia degli ultimi anni ormai vastamente riconosciuta se non unanimemente riconosciuta. Sull’Unione penso di aver detto tutto il male possibile un sacco di volte anche sul blog. Basta scorrere l'archivio.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/9/2012 alle 18:22
Caro Giuseppe, a me il tuo discorso pare chiarissimo. Il capo del governo scelto da tutti in elezioni primarie è anche il leader del partito che lo ha espresso. PS - Per evitare confusioni con "valceresio" d'ora in avanti mi firmerò "Valceresio due". Ci tengo anch'io alla mia valle.
Scritto da Valceresio due il 13/9/2012 alle 21:01
@ exdc 12/9 h 21,02 nel rispondere ad Ulderico Monti, il quale ha rincarato la dose su quanto avevo detto e cioè che è ininfluente l'età giovanile di Renzi per partecipare alle primarie, alla fine del suo commento scrive: "" La questione non è giustamente "Renzi è troppo giovane" ma, se deve esserci, solo politica"". Poiché sinceramente non ho capito cosa vuole dire, forse anche per mancanza di spazio, chiedo cortesemente a lui o a chi l'ha capito di spiegarmelo. Grazie
Scritto da Martino Pirone il 13/9/2012 alle 22:35
Ringrazio @CM Fiori per l’opportunità del dialogo, che costituisce stimolo per un’ulteriore riflessione. Condivido il riferimento a Weber anche se temo che, ai giorni nostri, proprio a causa dell’evidenziato ‘pragmatismo conformista’, in politica la vocazione abbia definitivamente abdicato, non tanto alla professione, quanto alla ‘volontà di potenza’, che alimenta il comportamento arrogante di molti nostri politici. Non di rado, infatti, anche fra i non professionisti della politica, si incontrano resistenze, carrierismi e pratiche che spesso disincentivano la crescita del dialogo tra le diverse anime culturali presenti, oltre che la partecipazione alla attività nei vari ambiti e livelli. D’accordo con @G.Dotti, sono però anche convinta che si debba superare la visione di due poli antitetici: cattolici/laici. Preferirei che si comincino a contrapporre i filibustieri dagli uomini di buona volontà. E’ dai filibustieri che dobbiamo guardarci, dai loro giri amicali, dai loro sostenitori, dai loro servi. Il PD non è immune da questo tipo di degenerazione della politica. Nonostante le innovative e sincere premesse che ne hanno caratterizzato la fase di costituzione, oggi il partito deve misurarsi con un drastico calo degli iscritti e una diffusa insoddisfazione di molti suoi elettori. Concordo pienamente, infine, con il giudizio su qualsivoglia forma di egemonia generazionale. Il problema non è l’anagrafe, ma le pratiche di chiusura e di esclusione. E per noi cattolici, che dovremmo essere lievito, sale della terra, luce del mondo, e che sarebbe auspicabile ci esprimessimo con un ‘sì, sì’ oppure con un ‘no, no’, perché il di più viene dal male, ecco, proprio noi cattolici ci ritroviamo stanchi e opachi.
Scritto da eg il 14/9/2012 alle 15:31
Ma voi PD vi ricordate di aver speso fiumi di inchiostro e tanto fiato per attaccare Marco Reguzzoni quando si è dimesso da Presidente della Provincia per andare in Parlamento? Ora che lo vuole fare un iscritto PD per lasciare la carica di sindaco va bene invece? Mezzo partito a spellarsi le mani per il sindaco di Firenze e l'altra metà che non fa nemmeno notare a lui che ha già preso un impegno con i cittadini fiorentini.. Non trovo giusto usare 2 pesi e 2 misure per candidati lega e PD
Scritto da Gino il 14/9/2012 alle 17:53
@Gino ha perfettamente ragione. Il rispetto del mandato di Sindaco è un ulteriore motivo che rende inopportuna la sua candidatura alle primarie.
Scritto da Leonardo C. il 15/9/2012 alle 08:57
Integro il mio commento di questa mattina che, per esigenze tecniche, non ho potuto sviluppare. Un sindaco di grossa città e un presidente di provincia, che hanno ricevuto un mandato diretto dagli elettori, hanno un dovere etico di condurlo a termine. Caso diverso se fossero assessori o consiglieri. Ciò dimostra ancora di più che quella di Renzi è una pura operazione di marketing, il cui obiettivo primario non è diventare il candidato premier (anche se, ovviamente, la sua speranza è ultima a morire) bensì di conseguire un buon posizionamento politico che gli consenta di poter svolgere una funzione di negoziazione sui futuri assetti del PD e della coalizione. E’ chiaro prevedere che, anche in caso di non vittoria, qualora arrivasse al ballottaggio con una buona percentuale, Renzi potrà contrattare posizioni di potere nell’esecutivo e nel partito. Mi si dica che non è vero. Al di là della rottamazione (anch’esso, in termini di marketing, ottimo argomento per un efficace posizionamento), sui temi fondamentali dell’economia, del lavoro, del welfare, Renzi è sulla stessa lunghezza d’onda di Bersani, con l’aggiunta che può permettersi di essere più liberal perché non deve mediare con altri. E’ per questi motivi che ho sostenuto, in un mio precedente commento, che l’eventuale ballottaggio Renzi-Bersani costituirebbe un esito nefasto per la tenuta futura del Pd e del centrosinistra. Le sue rassicurazioni sulla sua “lealtà” futura in caso di sconfitta sono come neve al sole. Con il 30-40% di consenso può azzardare anche scenari diversi. Dove un Rutelli non è riuscito, può farcela benissimo un Renzi.
Scritto da Leonardo C. il 15/9/2012 alle 13:28
Sono stufo di ricorrere personalità politiche che piacciono solo perchè si presentano bene, sono stufo di marketing ,sono stufo di sondaggi su quali costruire ciò che si dice poi, sono stufo di chi rincorre solo la " pancia " di chi ascolta. Ho voglia di persone serie, di persone che fanno politica perchè si fa fatica e che sanno che dietro alle loro scelte ci sono milioni di persone. Poco mi importa di D'Alema o della Bindi. Sono preoccupato quando la gente si stanca di pensare.
Scritto da olinto manini il 15/9/2012 alle 17:12
ciao Giuseppe, ho trovato convincente il discorso di Verona. Certo l'opzione Renzi sembra un azzardo ma cosa abbiamo da salvare ? Bersani, che sembra ogettivamente più affidabile, si sta incartando nel gioco delle alleanze e rischia di riprodurre gli stessi errori fatti con l' Unione Prodiana e quindi ... ben venga Renzi! se poi i "nostri" in questi anni non sono riusciti a far emergere un leader ed una piattaforma politica adeguata, la colpa non è di Renzi che sta riempiendo un vuoto immenso. Ciao Fabrizio.
Scritto da Fabrizio S. il 15/9/2012 alle 17:25
@Gino, un conto è portare una provincia alle elezioni anticipate (dopo un anno dall'essere stato eletto) per fare il modesto deputato e un altro conto è candidarsi per diventare premier. Se ti pare la stessa cosa...
Scritto da Francesco il 15/9/2012 alle 18:54
Infatti francesco, questo rende il fatto ancor più grave della candidatura di Reguzzoni al Parlamento. Gli impegni con i cittadini si devono rispettare.
Scritto da Gino il 17/9/2012 alle 09:52
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