Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 20/9/2012 alle 19:40

 
Premetto che la mia è una posizione strettamente personale. Il Pd sta facendo le sue valutazioni e le farà conoscere presto, credo.
Il fatto è che gli accorpamenti provinciali si stanno incartando paurosamente ed era facilissimo prevederlo. La babele delle lingue è avvilente.
Qual era la ratio della riforma delle Province inserita nel decreto della revisione della spesa? La forte di riduzione dei costi della politica.
L’idea giusta era stata trovata: eliminare tutti gli Enti provinciali con le loro elezioni, il presidente eletto direttamente dai cittadini, gli equilibri politici delle giunte, tutte le liturgie che conosciamo.
I compiti sarebbero stati gestiti dai sindaci con un organismo snello e senza costi aggiuntivi inutili.
Poi il governo ha ceduto alle pressioni dell’Upi (Unione province italiane) e dei vari partiti. Alle province sono state date più competenze senza procedere ad un serio esame di chi-fa-che-cosa. Le Province, sebbene ridotte nel numero, continueranno a sussistere come enti autonomi.
Le nuove Province saranno tanto grandi da non poter essere amministrate dai sindaci e si ritornerà alle elezioni, con tutti gli annessi e connessi. Posizione conservatrice e senza senso.
Questa storia dei confini è antiquata. Sono le funzioni, ma soltanto quelle necessarie, che fanno i perimetri istituzionali, non viceversa.
Una provincia con Como e Lecco, o forse con Como e Monza? (foto: Villa reale di Monza) Per fare che cosa? Con quali compiti?
Questa è la Provincia che non vorrei, perché le istituzioni provinciali non servono più come gli altri enti inutili che all’ombra delle Province hanno prosperato.

Commenti dei lettori: 48 commenti -
Spiegata in questo modo sono d'accordo anch'io. Ma quanta confusione! Via tutte le istituzioni provinciali, non servono più.
Scritto da Lettrice affezionata il 20/9/2012 alle 20:09
‘… immaginate circoscrizioni amministrative provinciali, non diremo molto vaste o molto popolose, ma tali che racchiudano in sé sufficienti elementi di vita, e vedrete meno grette le intenzioni, più estese le viste, meno preponderanti le influenze locali, più studiato e cercato l’interesse generale, più apprezzata l’indipendenza, più vivo quanto più legittimo il desiderio di maggiori franchigie, più sicura infine la libertà’ (3 maggio 1856, Commissione competente della Camera dei Deputati, relazione illustrativa di presentazione del progetto di riordino dell’amministrazione provinciale). Il brano citato è tratto dalla pubblicazione diffusa dal Ministero di Patroni Griffi. Eccoci qui, dopo 150 anni. L’unica certezza è che le risorse economiche risparmiate dalla soppressione delle attuali province verranno spese per la costituzione di nuovi organismi. Altre certezze non ve ne sono. Cambio argomento: ho visto questa sera al telegiornale i tre giovani che, riuniti in team, dirigeranno la campagna elettorale di Bersani. Altro che giovani turchi! Bersani ha voluto sbilanciarsi con la presenza del cattolico Tommaso Giuntella che dovrebbe essere il figlio di Laura Rozza, ex deputato della Rete e vedova del giornalista Rai Paolo Giuntella. Una famiglia di matrice cattolica. Ho visto che il team comprende anche Alessandra Moretti, che proprio ieri su queste pagine avevo criticato per una sua infelice esternazione da Del Debbio. Chissà!
Scritto da eg il 20/9/2012 alle 20:24
Caro Adamoli, il tuo ragionamento non fa una grinza, e penso sia condiviso dalla maggioranza degli Italiani. Possibile che questo governo di contabili non abbia recepito questa impostazione, che avrebbe fatto risparmiare un sacco di quattrini ed eliminato tanti parassiti della politica? Speriamo che chi gli succedera' abbia la forza di fare scelte coraggiose in tal senso. E che icandidati del PD alle Primarie portino avanti il tuo discorso.Lapolitica italiana deve rinnovarsi profondamente, altr
Scritto da giovanni dotti il 20/9/2012 alle 20:32
Un odg dell' IDV che prevedeva l'abolizione totale delle PROV venne respinto dalla camera lo scorso anno. Non ero favorevole alla totale eliminazione dell'ente, speravo che il PD fosse in grado di formulare una proposta chiara e comprensibile. NON è stato così, un'altra occasione persa. La posizione che esprimi ha questo pregio: Chiara e fattibile. Oggi io la condivido.
Scritto da angelo ruggeri il 20/9/2012 alle 20:53
Vedo molto bene la partecipazione di Busto alla città metropolitana di Milano. Insieme al legnanese potrebbe rafforzare molto l'alto milanese e contare di più al cospetto di Milano.
Scritto da G. Castiglioni il 20/9/2012 alle 21:23
La foto di Villa Reale di Monza è bella e anche maliziosa. Fa capire che il capoluogo della grande provincia potrebbe essere Monza. Non si eliminerebbero le Province ma si creerebbe più burocrazia che sfugge ad ogni controllo.
Scritto da f.f. il 20/9/2012 alle 21:39
La grande provincia con Varese, Como e Monza non ha nessun senso. Meglio tagliarle tutte. I comuni ci penseranno loro mettendosi insieme per certi servizi che richiedono più territorio per risparmiare denaro.
Scritto da Rodolfo D. il 20/9/2012 alle 22:24
@Angelo Ruggeri, a Somma Lombardo tu hai un incarico politico e allora ti chiedo se sei favorevole a passare sotto la città metropolitana di Milano. Io vivo a Ferno e sono molto perplesso. Secondo me tutti i comuni dell'intorno di Malpensa dovrebbero decidere insieme per tentare di contare qualcosa.
Scritto da Giovanni B. il 21/9/2012 alle 07:59
L’idea giusta è solo quella di eliminare, cancellare, senza sostituzione con altre istituzioni, tutti gli Enti provinciali. Il resto è solo un esercizio gattopardesco che si trasforma nella realizzazione del proverbio si esce dalla porta e si rientra dalla finestra.
Scritto da Sic Est il 21/9/2012 alle 08:31
La scelta di abolire le province è stata una scelleratezza prima culturale, poi politica, infine economica. Avrei votato contro se la proposta non fosse stata contenuta nel pacchetto di revisione della spesa pubblica sulla quale il governo ha chiesto la fiducia. La vita dei cittadini, delle loro istituzioni, delle organizzazioni di qualsiasi genere sono strutturate da tempo su questi confini. Si è voluto saziare, senza riuscirci, il vorace giacobinismo della piazza. I risultati saranno nefasti.
Scritto da paolo rossi il 21/9/2012 alle 08:49
Lo sostengo da sempre. A Ferno ho discusso all'infinito perchè non ero d'accordo sulla provincia.Meglio un comune bene amministrato,snello,coraggioso,che mille province.
Scritto da Giuseppe Morelli il 21/9/2012 alle 09:16
Gentile Senatore @P. Rossi. La sacralità dei confini provinciali è un argomento valido per qualche anima candida. Mi piacerebbe invece conoscere un vero motivo (almeno uno) da ritenere serio perchè l'istituzione provincia non venga soppressa. Ti ricordo che gli enti inutili si inventano funzioni che spesso il Cittadino nemmeno percepisce, con costi abnormi. Servono solo a dare un impiego ben remunerato a qualche trombato politico per l'occupazione del potere.
Scritto da Sic Est il 21/9/2012 alle 09:28
Anche trasferire i compiti a comuni di poche migliaia di abitanti è fattibile sia dal punto di vista economico che logistico?
Scritto da Giuliana Andreoli il 21/9/2012 alle 09:28
@Sic Est (8.31) - Forse cominciamo a capirci su questa questione delle Province ma c’è un punto dirimente. Cerco di spiegarmi ancora. Sono da sempre un convinto municipalista e regionalista. Quando in passato mi era stato proposto di fare il presidente della Provincia, avevo rifiutato categoricamente non avendo mai creduto nell’Ente Provincia. Eppure sono del parere che ci siano dei servizi, (sociali, territoriali, scolastici, turistici - non pensare solo alla provincia di Varese – lavori pubblici) che non possono essere allocati né alla scala comunale né a quella regionale. Non dimenticare che abbiamo 10 milioni di abitanti. La soluzione sta nell’affidamento di queste funzioni ai comuni e ai sindaci associati senza bardature politiche inutili, costose e sprecone e senza poltroncine per i politici “trombati”, come dici tu.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/9/2012 alle 09:50
@Giuliana Andreoli (9.28) - No Giuliana, non è fattibile. Anzi, i comuni troppo piccoli dovrebbero associarsi fra di loro, almeno per certi servizi. La mia tesi, che ho rafforzato quand'ero presidente della commissione regionale Statuto, è che alcuni compiti sovraccomunalli, che in un territorio grande come la Lombardia è impossibile mettere in carico alla Regione, potrebbero e dovrebbero essere gestiti dai comuni associati fra loro alla dimensione intermedia più appropropriata. Importante è sbaraccare il carrozzone delle attuali province e non costituire più altri enti similari.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/9/2012 alle 10:02
Caro @Sic Est, intanto uno studio della Bocconi (se può valere ancora qualcosa) ci indica che i costi per lo smantellamento delle province e la realizzazione delle nuove, porterà ad un salasso notevole e sproporzionato per le casse dello Stato. Sono per la riduzione drastica della spesa pubblica, ci mancherebbe, ma partire dalle province è come decidere di fare una dieta eliminando i carboidrati ma continuando a cibarsi di formaggi. Il problema è culturale, politico, non semplicemente economico.
Scritto da paolo rossi il 21/9/2012 alle 10:23
Ancora a @Sic Est. Unire territori e persone che non sono mai state insieme non è operazione così semplice ed automatica. Non è come tirare delle righe su di una cartina. Quando si interviene su situazioni consolidate nella storia, non si può essere superficiali. Anche coloro i quali, nel sud dell' attuale provincia, agognano di far parte della così detta 'area metropolitana' se ne accorgeranno presto. Meglio per loro periferia di Milano che praticamente pari condizione con la superba Varese?
Scritto da paolo rossi il 21/9/2012 alle 10:39
Le Province sono previste dalla Costituzione e non possono essere cancellate per decreto governativo. Pur concordando con la necessità di rivedere il quadro istituzionale locale ritengo che una riorganizzazione debba avvenire attraverso un processo di aggregazione ragionato e partecipato dal basso. Seri studi prevedono che non ci saranno grandi risparmi dalla chiusura delle Province. E'diventato uno slogan, un mantra, Si intervenga a fondo nelle faraoniche spese di funzionamento delle Regioni
Scritto da cesare chiericati il 21/9/2012 alle 10:52
Tra l'altro, ciò che dice Giuseppe, che condivido al 100%, doveva essere il naturale sbocco del percorso iniziato con l'istituzione delle Regioni. Quindi nulla di nuovo. Solo che siamo in ritardo di 40 anni... :(
Scritto da Angelo Bellora il 21/9/2012 alle 11:13
Oltre a Busto e forse a Gallarate anche quasi tutto il saronnese vuole andare con l'area metropolitana di Milano. Ognuno decide per suo conto e i partiti provinciali, incluso il Pd, stanno in silenzio incapaci di prendere una posizione. Un bel casino.
Scritto da Andrea il 21/9/2012 alle 11:33
@Cesare Chiericati (10.52) - Sulla costituzionalità della riforma fai un’osservazione del tutto pertinente. Sono molto curioso di sapere cosa pronuncerà la Corte. Il rischio di una decisione avversa c’è anche con la riduzione del loro numero, come affermano tanti cultori del diritto. Allora valeva la pena di non cambiare il decreto “Salva Italia” ed eliminare, non ridurre nel numero, gli Enti provinciali. La strada maestra era quella di togliere le Province dalle Istituzioni che costituiscono la Repubblica. Si era parlato nei mesi scorsi addirittura di una mega riforma - irrealizzabile - per il presidenzialismo. Questa delle Province sarebbe stata una piccolissima riforma che si poteva attuare in tre mesi evitando dei pasticci clamorosi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/9/2012 alle 12:21
Caro Giuseppe, sono pienamente d'accordo con quanto hai espresso nel post e sulle ulteriori precisazioni fornite a @sic est nel tuo commento delle 9,50. Sono molto deluso per il brutto pasticcio che si sta preparando. Da questo Governo di super Professori non me lo sarei aspettato.
Scritto da Angelo Eberli il 21/9/2012 alle 12:50
E' probabile che il lecchese finirà con Sondrio. ma c'è solo la contiguità geografica e basta. Ci saranno dei risparmi? Crdo di no. Voglio vedere i valtellinesi venire a Lecco per determinati servizi.
Scritto da G. Brielli il 21/9/2012 alle 13:04
Rispondo di nuovo al @Senatore P. Rossi. Gli studi di professori universitari talvolta sono come i ragionamenti assiomatici (in matematica si usa spesso dimostrare un postulato). Quella del tirare le righe mi ricorda la divisione britannica dell'Africa, qui non è da creare stati: ma dai, eliminiamole (se il problema è costituzionale cambiamola) e lasciamo magari la sigla automobilistica. Non se ne accorgerà nessuno se escludiamo i presidenti e quello che ci sta intorno.
Scritto da Sic Est il 21/9/2012 alle 13:16
Caro Giuseppe sono abbastanza d’accordo con te. Questa riforma è una sciocchezza che rischia di moltiplicare i costi e non di abbatterli. Ben altro senso avrebbe avuto la scelta di abolire tutte le Province o la prima proposta che, personalmente condivido, del “Salva Italia” per cui le Province sarebbero state enti di secondo livello elette solo dai consiglieri comunali e dai sindaci e con un ristrettissimo organo di governo. Giustamente metti il dito nella piaga. Il problema non è (solo) territoriale, ma il contenuto delle deleghe, dei poteri che questi enti possono esercitare. Quello che sta accadendo ora è solo confusione. Assenza di strategia “istituzionale” perché quello che occorreva e occorre è gente che “pensi” a come si può ridisegnare la struttura istituzionale del Paese senza fare proposte “illuministiche” che non tengono presente la storia, le tradizioni e i sentimenti popolari. Così assistiamo alla confusione del tutto contro tutti, del chi la spara più grossa e rivendica per se il ruolo di capoluogo, degli interessi contro e contrapposti, del “si sciolga il vicino e non io” e così via. Ieri ho visto sul sito del PD regionale una “perla” del capogruppo, quello che alla mozione di sfiducia a Formigoni non era presente in aula pur essendo il capogruppo e il primo firmatario, che proponeva la mega provincia con dentro anche Varese e con Como capoluogo. Ma dico, come si fa ad andare avanti così con dirigenti che prima la sparano e poi, forse, pensano? A Varese Mirabelli ha chiesto il consiglio comunale aperto sul tema. Ieri, in evidente stato di confusione, il Sindaco, il capogruppo del PdL e quello della Lega hanno bocciato la proposta, dopo che questa era stata accolta dalla Giunta, per sostenere di incontrare le parti sociali in commissione e poi fare un consiglio comunale a tema. Dunque Varese rischia di non esistere più e loro pensano a dilungare i tempi della discussione quando tutti parlano e il sud della provincia ci dice che loro vogliono andare con Milano. Comincio a temere che, visto gli interlocutori in giro, per Varese ci sia un futuro da “comunità montana” della Provincia Pedemontana. Un futuro a produrre formagella e altri prodotti dop altro che la “Provincia con le ali”.
Scritto da roberto molinari il 21/9/2012 alle 13:53
La seconda parte della Costituzione va cambiata. Le istituzioni locali come sono adesso sono vecchie, hanno fatto il loro tempo. Le Province vanno eliminate, qualcosa di intermedio fra comuni e Regione serve ma nonn possono più essere le Province.
Scritto da Franco B. il 21/9/2012 alle 14:17
@Franco B. Va cambiata anche la prima parte della Costituzione. Il solo pensiero che Amintore Fanfani, autore dell'articolo primo: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro", abbia serenamente firmato articoli su "La difesa della Razza" di mussoliniana memoria, mi fa bollire il sangue e spaccare le vene.
Scritto da Claudio Ennam il 21/9/2012 alle 14:35
La mia l'ho gia'detta e ripetuta, sono per la propostaAdamoli,sostenuta peraltro da eminenti personaggi come SIC EST,R.Molinari e altri. Mi meravigliano invece e non mi convincono le osservazioni del Sen.Paolo Rossi,che almeno boccia insieme a noi l'attuale decisione del governo dei professori. Se la Costituzione prevedesse un referendum "conoscitivo"o meglio"propositivo",vista la discordanza di opinione tra i politici, sarebbe il caso di indirlo e sentire una buona volta il parere dei Cittadini
Scritto da giovanni dotti il 21/9/2012 alle 14:52
In Italia le Provincie dovrebbero gestire e risolvere problematiche limitatamente al territorio ad esse inglobato nel rispetto delle funzioni che il potere centrale attribuisce loro. Vorrei sapere se nelle altre nazioni europee o nel mondo occidentale in generale, esistono istituzioni provinciali come sono intese in Italia. Se no, come hanno risolto il problema delle specifiche realtà locali ? Se si, quale sarebbe il miglior modello provinciale applicato ?
Scritto da Ernesto Alberichi il 21/9/2012 alle 15:25
Lascia stare, @Brielli, che per “determinati servizi” i valtellinesi non avranno problemi a scendere a Lecco. Per determinati servizi e servizietti si va in capo al mondo. Io sono d'accordo con il senatore @Rossi e con la osservazione di @Chiericati sulla necessaria modifica costituzionale. Non capisco la caparbietà di @Sic Est. E' un dialogo in rete questo, non siamo al Parlamento.
Scritto da Anselmo Losa il 21/9/2012 alle 16:00
La prima parte della Costituzione è intangibile sui principi e gli ideali. E' la pietra angolare della convivenza nazionale. La seconda parte va modificata profondamente. Le istituzioni non funzionano più. Si tratta delle province, delle regioni, anche di quelle a statuto speciale, e di molte altre cose.
Scritto da Luisa B. il 21/9/2012 alle 20:10
Scusate se riintervengo.Ma caro@Sen.Rossi, vorrei che spiegassi la tua posizione "conservatrice"perche' non mi e'chiara.Varese in passato era con Como,poi fu fatta provicia da Mussolini ma allora NON C'ERANO LE REGIONI. E poi mi sapresti dire cosa ha in comune Varese con Busto o Saronno? Per noi varesini sono come un corpo estraneo, non ce ne frega niente. Le province furono fatte d'autorita'in passato senza tener conto di tante cose....con la costituzione delle Regioni andavano subito eliminate
Scritto da giovanni dotti il 21/9/2012 alle 20:35
invece di pensare a ''sbaraccare il carrozzone delle attuali provincie '' perché non si sbaracca il vero carrozzone parassita che è lo Stato Italiano a cominciare dai suoi sgherri ( i Prefetti , tanto detestati dal povero Einaudi ) ? Tanto per sognare, segue questo link......https://www.facebook.com/photo.php?fbid=441081492593569&set=a.430126303689088.85625.430118450356540&type=1&theater. E poi, lo sapete bene, democristianoni, che c'é Provincia e Provincia. Se fossero tutte virtuose come la nostra e non come Krotone.... allora si che andremmo bene tutti !!!
Scritto da Federico Scampini il 21/9/2012 alle 21:20
I Comuni e le Provincie sono gli organismi DEMOCRATICI più vicini al Popolo e adesso la canea massonica-mondialista le vuole cancellare ? Guardiamo il cuore ( in tutti i sensi ) democratico dell'Europa, vicino a noi. La Svizzera è un paese federale da 721 ANNI !!! E'.più piccola della Lombardia e ha meno abitanti ( solo 7.866,000 ) E' formata da 26 STATI-CANTONE ( regioni ) con 26 COSTITUZIONI, 165 DISTRETTI ( le famigerate PROVINCIE ), 2596 Municipalità ( comuni) eppure funziona benissimo, vi si parlano 4 lingue,gli stranieri sono ben integrati,il Popolo tiene le armi in casa e non si sparano tutti i giorni per strada come da noi,tutti amano la bandiera dello STATO-CANTONE, tutti amano la bandiera FEDERALE della Patria. Non hanno 4.000.000 di dipendenti pubblici,40.000 forestali dove non c'é foreste,false pensioni a go-go e magistrati che ''lavorano'' 2 ore al giorno per una pensione di 15.000 euro al mese!!! Alla TSI si vince ancora il videoregistratore nei telequiz, non i milioni come nei nostri giochi a premi.
Scritto da Federico Scampini il 21/9/2012 alle 21:48
@Luisa B. scrive: "La prima parte della Costituzione è intangibile sui principi e gli ideali". Anche se alla sua stesura partecipò un fascista e razzista? Contenta lei...
Scritto da Claudio Ennam il 21/9/2012 alle 21:56
E poi qualcuno mi sa spiegare perché una settimana si e l'altra pure in Svizzera si va a votare per un referendum ? Costi inutili? Non sarà che lì c'é davvero la DEMOCRAZIA visto che i referendum sono PROPOSITIVI,CONSULTIVI,CON FERMATIVI,ABROGATIVI,DELIBERATIVI e LEGISLATIVI ???? Tutta burocrazia e spese inutili ? Il presidente della repubblica rimane in carica SEI mesi, non SETTE anni come nella corrotta , marcia e inesistente Italia !!!
Scritto da Federico Scampini il 21/9/2012 alle 21:59
Credo anch'io che si stia preparando l'ennesimo pasticcio o pastrocchio all'italiana, il cui esito sarà la ridisegnazione degli enti provinciali nè razionale, nè meno dispendiosa. Peraltro, andando fuori tema, se vogliamo, vorrei segnalare l'articolo di Gianantonio Stella sul " Corriere della sera" odierno, nonchè quello di Feltri sul "Giornale", i quali individuano nelle regioni il vero problema del nostro Paese, per quanto riguarda i costi della politica, gli sprechi, la corruzione. Una volta tanto sono d'accordo anche con Feltri. La stotria del nostro Paese d'altra parte è storia di municipi e di province, più che di regioni (al di là dei vaghi riferimenti delle regioni agli stati preunitari). Le regioni, obietterà qualcuno, sono ormai una realtà, entrate in stato attuativo fin dal 1970 per adempiere un dovere costituzionale. Certo, lo sappiamo, ma non per questo non possiamo interrogarci sulle ragioni o sulla necessità della loro esistenza.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 21/9/2012 alle 22:18
Caro@Sig.Scampini, anch'io sarei favorevolissimo all'introduzione di meccanismi di democrazia diretta e altre riforme istituz.come nella C.H.,ma non mi pare che il mantenim.delle province c'entri con tutto cio'.Attualmente servono solo a mantenere un'apparato politico-amministr.inutile e costoso che potrebbe benissimo esser sostituito da comitati di Sindaci consorziati per territori omogenei senza aggravio di spesa per i Cittadini.E le cose funzionerebbero meglio,ne sono sicuro!Ciripensiecapira'
Scritto da giovanni dotti - Varese il 22/9/2012 alle 07:33
@Federico Scampini. Che la Svizzera sia un grande paese basta assaggiare il cioccolato di Sprüngli per rendersene conto. Inoltre, dal Lemano al Bodensee, gli svizzeri non hanno mai conosciuto il fascismo; mentre noi, dal 1922 a oggi, non ce lo siamo più fatto mancare. Al fascismo di Mussolini, retorico ma discriminante, si è sostituito il fascismo degli antifascisti che nulla distingue; il fascismo dei globalizzatori, dei mondialisti, degli imperialisti. Non lo dico io, un povero sarto milionario in euro del centro di Milano, ma Pier Paolo Pasolini. Lei, @Federico Scampini, conosce Pier Paolo Pasolini? Lo legga. Lei, @Federico Scampini, segue il mio blog (www.clennam.blogspot.it)? Lo segua. Segue? Che fa, non segue?
Scritto da Claudio Ennam il 22/9/2012 alle 08:05
@giovanni dotti. Lei sa quanto io la stimi e quanta simpatia nutra per lei; al punto che se passasse in uno dei miei negozi le regalerei due papillon; sa, quelli senza elastico, da annodare. Quei papillon che non si mettono mai e finiscono nel fondo di un cassetto per essere ritrovati, a distanza di anni, da un erede in cerca d’altro. Ma stima e papillon a parte, lei, @dotti, sta scrivendo in modo preoccupante. Nei suoi ultimi commenti omette gli spazi dopo i segni interpuntivi; tralascia l’uso della maiuscola dopo il punto; utilizza abbreviazioni arbitrarie e digita interi sintagmi come fossero un’unica parola. Corregga subito questo incedere ortografico o finirà in un abisso spaventoso (è indicato anche un consulto psicoanalitico).
Scritto da Claudio Ennam il 22/9/2012 alle 08:27
L'apparato regionale avrebbe dovuto "alleggerire" le funzioni dello Stato centrale e, in primo luogo, avrebbe dovuto essere causa della radicale riduzione dei costi, a cominciare dal Parlamento. Invece gli apparati e i costi relativi sono lievitati, assomandosi ad una progressiva inefficenza. Ma mancano il coraggio e la volontà di una riforma radicale.
Scritto da ulderico monti il 22/9/2012 alle 09:15
Caro @giovanni dotti, se entriamo nel merito del 'campanilismo' non ce la caviamo più. Mio padre è nato a Mesenzana allora comune di Brissago Valtravaglia. Alcuni suoi amici nati nella stessa 'corte' ma qualche hanno dopo, sulla carta d' identità avevano segnato 'nato a Mesenzana', perchè nel frattempo il borgo diventò comune. I due paesini pressochè attaccati, sono attraversati dallo stesso fiumetto, il Gesone. Questi coetanei hanno preso in giro papà per tutta la vità: "L'è vun de Brisaag".
Scritto da paolo rossi il 22/9/2012 alle 09:53
Vedo che ora il discorso si allarga alle Regioni.Personalm.concordo con laproposta di Adamoli di ridurne il numero accorpandone alcune.Ma lasciare leProvince dopo aver fatto leRegioni mi sembra proprio inutile e dispendioso, o abbiamo tanti soldi da buttare per mantenere carrozzoni clientelari che i comuni Cittadini conoscono solo perche' ogni tanto sono chiamti a votare?Torno a ripetere che gli Italiani non politicizzati non sanno proprio a cosa servano.Fate una bella inchiesta e lo scoprirete!
Scritto da giovanni dotti il 22/9/2012 alle 11:32
A @Claudio Ennam rispondo che per quanto mi riguarda non ho bisogno dello psicanalista, .... semmai ne avrebbe bisogno lui! A parte scherzi mi perdoni il "vezzo" di legare o abbreviare le parole, lo faccio per educazione nei confronti dei lettori, cercando di restare entro il TASSATIVO LIMITE dei 500 caratteri imposto dal blog. Non cosi' fanno altri, che non rispettano le regole. DURA LEX SED LEX ! Come dicevano i Latini. Dovrebbe farlo anche Lei, non Le pare ???
Scritto da giovanni dotti il 22/9/2012 alle 13:20
Caro @Sen. Paolo Rossi, ti assicuro che non e' questione di "campanilismo", semmai il contrario. Ognuno e' libero di pensarla come vuole, alla fine pero' a livello politico dovrete necessariamente fare una sintesi e sostenere la proposta della maggioranza. Io spero sempre che possa prevalere quella di Adamoli, mi sembra molto intelligente e sensata,comunque vada saro' costretto ad accettare quella che vincera'. Perche' questa, tu me l'insegni, e' la democrazia, esterna e di partito. Consimpatia
Scritto da giovanni dotti il 22/9/2012 alle 13:31
Te l' ho già detto caro @giovanni dotti, Giuseppe è un maestro su questi argomenti. Magari alle prossime Primarie commetterà un qualche piccolo errore, ma la venialità si perdona sempre. Nel settecento anche un neo delle dame (che oggi verrebbe immediatamente estirpato) era segno di bellezza e di distinzione al punto che, quando mancava, veniva addirittura disegnato.
Scritto da paolo rossi il 22/9/2012 alle 13:48
@giovanni dotti. Lei, come me, utilizza meno di 500 caratteri. E' vero. Ma e' altrettanto vero che scrive 182 commenti per ogni post. Mi piace litigare con lei: siamo due vecchi insopportabili. Per il futuro prevedo lanci di bicchieri d'acqua con dentiere.
Scritto da Claudio Ennam il 22/9/2012 alle 15:02
Siamo ormai al 24/9 e le idee sono sempre più confuse. Entro dieci giorni si dovrebbero formulare decisioni "definitive". Vero i partiti non esitono da oltre venti anni, ma non riesco a capacitarmi di tanta incapacità propositiva,politica e...funzionale.
Scritto da Fabrizio Piacentini il 23/9/2012 alle 23:23
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