Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 12/4/2013 alle 08:44

  

In un momento di grande confusione e smarrimento  c’è chi parla di scissione del Pd. Che lo facciano con paura gli iscritti è comprensibile. Che lo facciano degli alti dirigenti in televisione e sui giornali lo trovo improvvido.
Bisognerebbe invece parlare del cambiamento necessario e urgente del partito. Lo status quo non regge più. Abbiamo perso tre milioni di voti.
Se staremo immobili o se sarà un cambiamento illusorio e di facciata che riguarderà solo gli equilibri interni e le tattiche di potere, sarà la fine del Pd. Se sarà reale e profondo costituirà il suo rilancio.
Ma in questo caso dovrà fondarsi sulla cultura di governo e non su un orizzonte politico di fatto minoritario. Dovrà perseguire la difesa dei diritti sociali collettivi ma contrastare l’invadenza di uno Stato burocratico e gigantesco. La sua organizzazione dovrà essere agile e permanente invece che un insieme di comitati elettorali.
Un partito che sia un corpo vivo nella società, che ne interpreti gli umori ma che faccia anche formazione e orientamento. Insomma che riprenda e completi l’itinerario fissato alla sua nascita.
Al termine di questo  processo ricostruttivo ci sarà una scissione? Penso di no, se non per frange di poco peso come è successo per Rutelli e altri usciti "a destra”. E potrebbero accadere anche "a sinistra”.
La scissione da evitare a tutti i costi è quella degli elettori, che in parte è già avvenuta.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 55 commenti -
2 battute: 1) l’alto dirigente chi sarebbe ? Franceschini ? Nel caso alto varrebbe per la statura fisica, sul resto stendiamo un velo pietoso … anzi un velo di barba. 2) “Un partito che sia un corpo vivo nella società, che ne interpreti gli umori ma che faccia anche formazione e orientamento”. Dove ? in via Monterosa a Varese ? Non scherziamo: ad impossibilia nemo tenetur.
Scritto da Ade il 12/4/2013 alle 09:05
Sei il solito Adamoli appassionato e intelligente ma da alcuni anni sei troppo facile alle illusioni di sinistra.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 12/4/2013 alle 09:21
Caro Adamoli, come non darti ragione? Ma per un cambiamento vero e non di facciata servono uomini coraggiosi, non attaccati alle poltrone e ai privilegi di casta, e ne vedo ben pochi sulla scena in questo momento. Per la Pres.Repubbl.non servono inciuci,i numeri ci sono per eleggere una persona seria e super partes,senza accordi con nessuno!Almeno questo si faccia,alla luce del sole.E poi se al caimano non piace pazienza,lo si lasci strillare e si vada subito al voto. Cosi'gli Italiani capiranno
Scritto da giovanni dotti il 12/4/2013 alle 09:26
A proposito di uomini "nuovi" cosa ne pensano Adamoli e i lettori di questo blog dell'entrata in scena nel P.D. del ministro BARCA, che ha presentato ieri sera dalla Gruber alcune idee per il rinnovamento del partito? E' la solita "correntina" alla vecchia maniera o puo' essere considerato veramente l'inizio di un cambiamento da prendere seriamente in considerazione?
Scritto da giovanni dotti il 12/4/2013 alle 09:34
Linea giusta, caro Adamoli, ma terribilmente ipotetica.
Scritto da Funzionario regionale il 12/4/2013 alle 09:40
quante volte han cambiato in questi anni...che si faccia avanti il partito socialista..unificato...che non è mai morto e semmai può risorgere...invece di restare nell'ombra...e credo che sia il momento...M5S permettendo....grazie...
Scritto da zva il 12/4/2013 alle 09:45
Quanto dici mi trova d’accordo. Credo che sia chiaro, dai miei interventi, come la penso. L’immobilismo insensato del segretario, probabilmente causato da “trauma del non vincitore”, diventa distruttivo per la coesione di un Partito. L’inseguimento degli ortotteri del comico di Genova si sta traducendo in una farsa grottesca che solo quelli con le fette di salame davanti agli occhi non riescono a vedere. L’ultima umiliazione agli elettori è la negazione di partecipare al giro del gioco “Al Presidente della Repubblica”. Ma Bersani ci è o ci fa? Il pensare di inventarsi un Capo dello Stato decerebrato che gli darà un incarico senza maggioranza è da politico senza prospettive, direi pericoloso per il futuro del Partito. Occorre che qualcuno, fuori dal “tortellino magico”, cominci a farlo ragionare, darsi una calmata, pensare un attimo che anche una sconfitta, se ben metabolizzata, può non trasformarsi in disfatta. Quando si vince si è martello, quando si perde si resta incudine. È la legge della vita e, per quanto possa sembrare cruda, non esistono alternative per poterla modificare. Ripetiamo sempre le stesse cose possibili (forse): (1) Governo di scopo; (2) Elezione del Capo dello Stato; (3) Una proposta di cambiamento delle legge elettorale – magari il ritorno al mattarellum o il ritorno al proporzionale con sbarramento – da approvare subito, senza inventarci trasformazioni velleitarie dell’impianto costituzionale (difficili da realizzare con una maggioranza certa, impossibili in questa situazione di estrema difficoltà politica); (4) qualche provvedimento urgente in economia; (5) scioglimento del Parlamento; (6) votazioni. Tutte le altre ipotesi servono solo a stancare l’elettorato, a dare argomenti ai talk show, e … a farci perdere consenso.
Scritto da Sic Est il 12/4/2013 alle 09:55
@sig. Dotti "Abbiamo i numeri? E allora votiamocelo questo nuovo Presidente", e poi andiamo a votare... Bravo e tra tre mesi Berlusconi sarà per l'ennesima volta a Palazzo Chigi ed il PD distrutto. Proprio bravo complimenti! Il realismo in politica dovrebbe essere la stella polare degli operatori. Ai filosofi ed ai sognatori lasciamo le assemblee permanenti sesantottine.
Scritto da La professoressa il 12/4/2013 alle 10:44
Per @G. Dotti: ieri sera, Barca è stato convincente. Colpiva la padronanza dell’eloquio e quella concettuale, al cui confronto Bersani ne esce inevitabilmente perdente. Sembrava deciso, nessun nì, tanti sì e diversi no. Si è definito refrattario alla definizione di centrodestra e centrosinistra, a favore di ‘destra’ e ‘sinistra’. Figlio d’arte, magari sarà lui a traghettarci verso nuove speranze (‘Fin che Barca va’). Il mio ‘politologo di casa’ ipotizza che l’operazione-Barca trascini nel PD Vendola e quello che è rimasto di Sel. Potrebbe essere un’ipotesi non peregrina. Barca ha promesso di mettere oggi on line il suo documento. Pronta a scaricarlo e a leggere il punto sulle politiche occupazionali. Sempre che non smentisca Fornero, Monti e anche se stesso, dal momento che al Governo c’era anche lui.
Scritto da eg il 12/4/2013 alle 10:51
Per un'intera trasmissione di Porta a Porta Renzi è riuscito a non nominare mai Grillo. E' un grande, ha provocato, ha attaccato, si è difeso...ha avuto anche momenti di difficoltà...ma l'ha ignorato. Ripeto un grande. Nessuno ha saputo essere più lontano da Bersani e dal PD. Anche fisiognomicamente non ha nulla di comunista, piace e parla ad una fetta di paese che non sopporta il PD. E' per questo che deve prendere in mano il PD e cambiarlo da dentro.
Scritto da Controcorrente il 12/4/2013 alle 10:52
In questa bislacca seconda repubblica italiana i partiti nascono e muoiono come funghi, si parla di scissioni basate non si sa bene su cosa e, addirittura, si pone il caso storico di una persona, il ministro Barca, che ad ottobre potrebbe diventare segretario nazionale di un partito al quale si è iscritto ieri l’altro. Perché tutto ciò ? ritengo che il motivo sia semplice: da vent’anni in Italia si fa politica confrontandosi non su ideali e conseguenti contenuti, ma su una persona: di qua chi lo detesta, di là chi lo ossequia. Conseguenze tragiche: l’ovvio impoverimento del dibattito politico, la ricerca del “leader” più telegenico da contrapporre a Silvio (per questo bisognava che sceglieste Renzi, non per altri particolari meriti) e, dulcis in fundo, uno sfrenato carrierismo, in tutti i partiti, a tutti i livelli. Parlare di scissione ora nel PD non ha senso perché tanto gli elettori hanno già capito tutto: il PD si è chiuso nel recinto classico della sinistra e pertanto chi non è di sinistra non lo voterà mai. I “cattolici” del PD lo sanno benissimo e l’hanno accettato in cambio di poltroncine e strapuntini. Quando non ci sarà più Berlusconi, l’Italia tornerà ad essere un Paese normale, un Paese europeo come ha scritto Del Bue, citato da alcuni bloggers: di qua i “socialisti”, di là i “popolari”. Se vale per tutta Europa non si capisce perché non debba valere anche da noi.
Scritto da Larpi il 12/4/2013 alle 10:53
Stati Generali della Confindustria a Torino. Uscirà un documento MORTALE per Bersani ed il PD. Altro che gli insulti grillini. Chi ha pratica del mondo industriale italiano sa bene che non si può aspettare.
Scritto da Correntista il 12/4/2013 alle 10:59
Per@Fiori e Robinews: ho postato due risposte nel precedente. Grazie.
Scritto da eg il 12/4/2013 alle 11:06
@Adamoli, la tua riflessione è molto lucida e la condivido totalmente, il tema odierno lo hai dedicato al PD, io aggiungo che riguarda anche tutte le formazioni, gruppi, uomini e donne che si riconoscono nel CSX. Quindi non solo NO SCISSIONI ma al controrio RICOMPOSIZIONI E UNIONI. E' molto bello il "merito e contenuto" della contrarietà alle scissioni e cioè L'IDEA DEI CAMBIAMENTI SOCIALI-POLITICI-ISTITUZIONALI che devono sorreggere questo cambiamento. Tutto questo si chiama RIVOLUZIONE, o no?
Scritto da robinews il 12/4/2013 alle 11:08
@Giovanni Dotti, interessante la tua domanda, la fai a @Aadamoli che certamente dirà la sua, da parte mia dico che da un po di tempo mi faccio la stessa domanda e mi la risposta che mi dò è la seguente, RENZI-BARCA-VENDOLA-TABACCI-PUPPATO (e qualche bravo M5S) sarebbe una gra bella squadra. Sono certo che non macherà chi dirà che E' SOLO LA SOLITA MARMELLATA DI @ROBINEWS. certo potrebbeb anche una semplice illusione, ma se ci fosse la "rivoluzione del post odierno" tutto è possibile.
Scritto da robinews il 12/4/2013 alle 11:17
@Ade, parlando della linea per il futuro ha ragione @Adamoli, parlando del presente del Pd provinciale hai ragione tu. L'inerzia del Pd in provincia di Varese è scandalosa.
Scritto da Luca il 12/4/2013 alle 11:50
Ho sentito che vuoi chiudere il blog. Pensaci bene prima. E' l'unico spazio di dibattito politico libero che abbiamo in provincia. Varesenews è importante ma la discussione non è così qualificata.
Scritto da Lorenzo L. il 12/4/2013 alle 12:23
FUORI TEMA (ma non troppo): A Grillo gli si sono rivoltate contro le quirinarie: chi di web ferisce di web perisce. Anche se rifare tutta la votazione aiuta i furbastri (ortottero e socio capellone) ad aumentare i passaggi sul web e quindi il guadagno. Non è che i pirati (hackers) hanno le ali e la chioma fluente?
Scritto da Sic Est il 12/4/2013 alle 13:11
Vedo troppe divisioni,
Scritto da Leopoldo Parada il 12/4/2013 alle 13:47
Caro Adamoli, spero proprio che le scissioni non avvengano.
Scritto da Bruna Croci il 12/4/2013 alle 13:56
Il PD deve crescere e aprirsi alla società civile sempre di più. Va bene essere rigorosi e volere sempre di più dal PD ma, soprattutto chi è dentro e vuole bene a questo partito, dovrebbe cercare di non vedere solo negatività ma mettere sul tavolo anche un pò di ottimismo. Il PD è la più grande scommessa politica italiana degli ultimi 50 anni. Sicuramente non completamente riuscita. Il PD deve essere riformatore e a 360 gradi (interclassista). Ed eliminare le rendite di posizione che inquinano
Scritto da Simone Franceschetto il 12/4/2013 alle 14:16
Ma il grande statista @Sic Est 9.55 dove vive ? Parla di "immobilismo insensato del segretario" ( ovviamente Bersani ). Immobilismo ? Si può dire di tutto, che sbagli, che abbia la cosa di Belzebù ma che sia immobile solo i grandi statisti lo dicono.
Scritto da A, Vaghi il 12/4/2013 alle 14:20
@Lorenzo L. (12.23) - In effetti ho preso in seria considerazione la possibilità di chiudere il blog in giugno quando avrà compiuto cinque anni pieni . Sono Tanti. Quand’ero in Regione mi serviva come necessario strumento di comunicazione istituzionale anche se giravo come una trottola per la provincia e la Lombardia con parecchie puntate a Roma. Adesso la situazione è cambiata. Faccio tutto da solo ed è impegnativo. Il blog, come si può vedere dai commenti, è al suo massimo ma penso che abbia bisogno presto di un rinnovamento. Però mi riuscirà difficile perché sono affezionato a questa formula. Infine ho una mia regola. Meglio chiudere un’esperienza quando è ancora in forma e vitale che quando sarà nell’inevitabile fase di declino. Comunque grazie. Ci penserò ancora e poi lo farò sapere a tutti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/4/2013 alle 14:42
@A. Vaghi.14:20. Se credi che Bersani stia producendo realtà politiche perché continua a visitare i vari sepolcri hai perfettamente ragione: Bersani è molto mobile. Sono i risultati di questa mobilità a tempi pieno (50 giorni di girovagare avanti e indietro da tutti per essere preso anche a pernacchie dai grillini) che non mi sembrano esaltanti. Mi sa che lo statista sei tu. Io, che ho solo cronometrato i tempi, forse, sono appena uno ... statistico.
Scritto da Sic Est il 12/4/2013 alle 14:58
@Larpi. Da ex Margherita - non ero iscritto alla Dc, sono troppo giovane - che ora vota Pd, spero che tu abbia torto marcio, ma da qualche tempo non ne sono più sicuro. A meno che non si avveri quel profondo cambiamento che @Adamoli ha spiegato bene in poche righe.....
Scritto da Luca il 12/4/2013 alle 15:02
@Simone Franceshetto. Ok, ma la scommesso deve essere ancora vinta. Non so se siamo sulla buona strada, la perdita di voti è stata enorme.
Scritto da Francesco il 12/4/2013 alle 15:24
Caro Giuseppe, mi sembra che, al di là del tema scissione o meno, tu introduca una serie di elementi di riflessione che non si dovrebbero eludere. Il tema di fondo è riprendere il cammino e completare l’opera fondativa di un partito che si voleva come, non solo, incontro tra “le migliori culture” del novecento, ma anche capace di produrre una “cultura politica democratica” nuova e in grado di modernizzare il sistema politico e il Paese. Dunque il tema è appunto questo. Siamo in ritardo. Siamo fermi e forse siamo ancora statici nelle nostre contraddizioni non ancora superate. Sapere e cogliere le differenze che ci sono in un partito e che non possono non esserci non è un elemento negativo. Quello che è negativo è l’esistenza di una classe dirigente che non è in grado di superare i propri “desiderata identitari” o peggio il proprio costrutto neo-ideologico. La cultura di governo contrapposta all’orizzonte politico minoritario come scrivi è il primo “comandamento” che si dovrebbe mettere nel decalogo politico del PD, eppure, eppure, su questo abbiamo dei dubbi. L’alleanza con Vendola e Sel è in direzione di una cultura di governo oppure no? Si può perseguire una idea di “governo” contemporaneamente cercando l’alleanza più o meno organica con i grillino e il “grillismo”? Le alleanze non sono neutrali in nessun sistema politica tanto meno in Italia. Dunque c’è ancora un nodo da sciogliere, quello di chi non vuole rinunciare “all’unità a sinistra”o a ciò che si presuppone sia di sinistra. Sono concorde con te. Oggi il rischio peggiore che corriamo è la trasformazione del partito non da partito “pesante” a partito “leggero quasi fluido”, ma a partito fatto da soli comitati elettorali. I partiti devono cambiare. Devono darsi una nuova mission e una nuova struttura. Non saranno più e non potranno essere più quelli di prima, ma non sappiamo ancora come arrivare a ripristinarne il senso di corpi intermedi capaci di mediazione tra il corpo elettorale, i cittadini, la società e le Istituzioni della democrazia rappresentativa. C’è in giro molta retorica e molto falso moralismo contro i partiti e la politica. Qualche giorno fa un bel pezzo di Gramellini sulla Stampa metteva in luce che “ essere professionisti della politica non è una vergogna né una colpa. E’ colpevole , e vergognoso, essere dei professionisti della politica ladri e incapaci”. ( 2 marzo ). Dunque occorre lavorare e lavorare molto anche per creare nuova classe dirigente e forse formazione e orientamento non è sufficiente, ma occorre anche una avere una prospettiva etica altrimenti avremo solo dei replicanti di Berlusconi e dei carrieristi pidiellini.
Scritto da roberto molinari il 12/4/2013 alle 16:06
@Giovanni Dotti (09.34) - Ho seguito anch’io con grande curiosità Fabrizio Barca ieri sera dalla Gruber. E’ stato molto interessante. Aspetto di leggere il suo “manifesto politico” per farmi un’opinione più motivata sapendo già che è sempre stato molto apprezzato dovunque abbia lavorato. E’ prematuro immaginare un duello fra lui e Renzi per la segreteria del Pd come tanti osservatori stanno facendo. Mi limito a dire che potrebbe essere una buona carta da giocare per favorire il cambiamento reale di cui parlo nel post. Ripeto, però, meglio non precorrere troppo i tempi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/4/2013 alle 17:35
Per @Adamoli (17, 35, di risposta a @Dotti): al link sottostante, tratto dal blog di Gad Lerner, è disponibile il ‘manifesto’ di Barca. In formato .pdf, consta di 49 pagine. Tra l’altro, nelle vesti di Ministro, Barca ha pubblicato l’altro ieri il Rapporto Annuale sulle Politiche di Coesione Territoriale. Giorni di lavoro, questi per Barca ... Ecco il link di Lerner che, a quest’ora, su questo argomento ha accumulato la cifra di 160 commenti. Evidentemente, la curiosità c’è. http://www.gadlerner.it/2013/04/12/il-manifesto-di-fabrizio-barca-per-un-nuovo-pd
Scritto da eg il 12/4/2013 alle 19:25
Caro Adamoli, grazie della risposta ma io penso che tu non devi chiudere il blog anche se dopo 5 anni puoi sentirti un pò stanco. Semmai diminuisci il numero dei post per settimana. Tanti lettori, sono convinto, che ti darebbero questo suggerimento.
Scritto da Lorenzo L. il 12/4/2013 alle 19:41
@Roberto Molinari scrive che i partiti non devono essere più quelli di prima. Condivido in pieno..., anche a Varese città.
Scritto da Pdvarese il 12/4/2013 alle 20:00
Il Partito Democratico è stato costruito sulla base di convenienze più che su una convergenza di obiettivi con una seria e approfondita contaminazione culturale. E’ diventato una sommatoria di correnti che non dialogano ed è stato gestito con criteri verticistici nascosti dietro un unanimismo di facciata, che è una cortina di conformismo. Non è la leadership che unisce e rende omogenei i partiti ma la condivisione di ideali e una piattaforma di interessi comuni. I partiti democratici di massa del Novecento sono riusciti ad assicurarsi la fedeltà di milioni di cittadini perché hanno saputo presentare un progetto credibile di società più giusta e solidale e hanno anticipato la sua nascita realizzando il Welfare State, cioè rispondendo concretamente ai bisogni primari delle persone, delle classi lavoratrici e dei ceti medi, nella loro più nobile aspirazione di sintesi tra diritti e doveri personali e bene comune. Quando la politica ha abbandonato la visione etica, si è sottomessa all’economia, ha dismesso gli esempi virtuosi, si è allineata alla generale tendenza di gestire l’esistente, di compiacere le masse non sempre consapevoli dei loro veri interessi, non è stata più in grado di guidare la società e ha dovuto rincorrere gli umori delle folle. Accettando l’idea che la politica deve risolvere i problemi invece di quella che i problemi da risolvere cambiano se la società viene cambiata, i partiti hanno rinunciato a un ruolo di guida e sono costretti a rincorrere il consenso attraverso la dimensione personalistica che può essere facilmente veicolata attraverso i social media; hanno cioè dimenticato la lezione dei movimenti democratici che sono le idee la leva per cambiare il mondo. Era giusto dismettere le ideologie sclerotizzate e antistoriche ma rinunciando agli ideali i partiti si sono trovati disarmati di fronte all’unica ideologia superstite, quella del liberismo, che non è meno dogmatica e pervasiva di quelle che sono cadute. E’ il liberismo a plasmare la mentalità individualista e consumistica della società; è il liberismo la fonte dello sviluppo di un capitalismo senza regole, è il liberismo la causa delle grandi disparità sociali che rendono ingiusto il mondo. Accettando di fatto il “pensiero unico universale” i partiti non sono stati più in grado di parlare alla coscienza delle persone e di scaldare i loro cuori e la politica si è svuotata di contenuti. Questa la causa remota della loro attuale crisi. L’Ulivo è stata la premessa per una nuova stagione politica che però non si è realizzata nel Partito Democratico, che non ha neppure tentato di avviare una riflessione culturale sulla società “post fordista”. Così si è verificato un arroccamento del P.D. che è diventato una organizzazione senza scopo, distaccata dalla società che non ha saputo o voluto rendere consapevole. L’irrompere del ministro Barca che si è iscritto ieri alla segreteria del partito ha il pregio di sollevare il problema della identità culturale del partito ma lo fa, al di la di alcuni pregevoli aspetti di contemporaneità, nello schema tradizionale destra-sinistra, assegnando al Partito Democratico organicamente alleato con il partito di Vendola, un ruolo tipico di un modello classista, in una società dove la classi non esistono più perché sono stati sostituiti dai ceti medi plasmati dal consumismo. E’ uno schema superato che non vuol promuovere alcuna contaminazione culturale ma tende ad assorbire tutte le altre culture a cominciare da quella del cattolicesimo democratico. E’ anche la via più breve e certa per una spaccatura verticale, altro che l’esperienza provocatoria ma componibile di Renzi. Questa prospettiva è preoccupante perché, al di là di tutte le sue molteplici deficienze, il P.D. è l’unico soggetto politico non populista che può essere realmente un partito di partecipazione popolare e democratica; se esso cade rischia di frammentarsi anche la coesione della nostra società.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 12/4/2013 alle 20:15
Antonio Ingroia ha affermato: "mai ad Aosta. Un incarico dignitoso oppure potrei lasciare". Perchè non se ne torma in Guatemala? Quello è il suo post, farà danni ma non all'Italia.
Scritto da Gino D. il 12/4/2013 alle 20:53
Come altri frequentatori del Blog, ti invito a non desistere. Questa piazza virtuale politica, a cui accediamo anche tanti non professionisti della politica (senza offesa per nessuno), risulta essere uno dei pochi punti di incontro gestito correttamente, privo di censura, e frequentato da persone, con idee diverse, ma consapevoli che un sistema politico "regge" solo se è credibile.
Scritto da Sic Est il 12/4/2013 alle 21:32
Adamoli, a me Barca ieri sera è piaciuto molto. Tu con il tuo commento mi sei sembrato reticente. Dimmi cosa non ti ha convinto. Secondo me abbiamo trovato un leader per la nuova sinistra.
Scritto da Osvaldo il 12/4/2013 alle 21:58
Ho ascoltato le notizie sul risultato dei saggi del Quirinale. Ci sono dei punti sia istituzionali che economici su cui i partiti, salvo Grillo per la sua assoluta pregiudiziale, non possono non concordare. Chiunque sarà il prossimo Presidente della Repubblica ripartirà dalle posizioni di Napolitano. Se Bersani opporrà ancora resistenza sarà mandato a casa dallo stesso Pd.
Scritto da G.G. il 12/4/2013 alle 23:06
Se il blog chiude sarebbe bruttissimo. I partiti non sono mai stati delle assemblee di cherubini. Convenienze e carrierismo non sono un prodotto del liberismo, sono aspetti della persona umana. Oggi tuttavia I partiti dimenticano i loro doveri di base: essere onesti; recrutare gente intelligente, elaborare idee serie, cercare di non essere casta favorendo un ricambio interno. In una societa' tecnocratica, solo elites oneste e competenti e non burocratiche possono proteggere i diritti di tutti.
Scritto da Andreus il 12/4/2013 alle 23:38
@Controcorrente. Forse il tuo giudizio su Renzi è troppo entusiasta ma comincio a riconoscere che è abbastanza fondato. Almeno è giovane e sa parlare alla gente. Se son rose.......
Scritto da Elena il 12/4/2013 alle 23:50
La sinistra senza idee e senza leader (a Renzi, leader vero, il perimetro della sinistra sta stretto) cade nell'ennesimo innamoramento. Il soggetto oggi è Barca, espressione di una sinistra salottiera, snob e intellettualoide che mai vincerá nel paese reale.
Scritto da Bob K il 13/4/2013 alle 01:09
Barca? Un buon intellettuale che ha scritto un documento probabilmente buono. Ma questo non basta per farne un buon politico.
Scritto da Maurizio il 13/4/2013 alle 09:27
@ Bob K- perfettamente d'accordo. La supponenza e l'idea di superiorità intellettuale di ritorno, da parte dell'ultimo arrivato a iscriversi, è irritante. Non si va da nessuna parte. Aveva ragione Monti in campagna elettorale: escludere le estreme e fare un accordo solo con le persone più responsabili di tutti i partiti. Solo così si possono impostare le soluzioni alle 3 o 4 più importanti emergenze del momento.
Scritto da L.V.. il 13/4/2013 alle 09:53
Giuseppe,il commento di Massimo Fiori è intelligente,e coglie nel segno: una volta della DC si diceva che era un partito interclassista,ora che le classi non ci sono più,ha senso che il PD voglia spostarsi sempre più a sinistra ( Vendola,Barca,etc),lasciando senza rappresentanza tanti che in questa sinistra non si riconoscono? E tutta l'esperienza dei cattolici democratici che fine farà? Perché il PD non riesce ad interpretare la complessità della società italiana,e si rifugia in vecchi schemi?
Scritto da mario diurni il 13/4/2013 alle 10:00
@Roberto Molinari (16.06) - Del tuo commento mi preme sottolineare il richiamo ai “corpi intermedi capaci di mediazione tra il corpo elettorale, i cittadini, la società e le Istituzioni della democrazia rappresentativa”. Sono totalmente concorde. Credo che questo sia il vero antidoto al populismo, cioè al rapporto diretto fra il balcone del leader imbonitore e il popolo che passivamente acconsente ed applaude. Il balcone può essere rappresentato dalle televisioni, da un blog, da un partito personale. E’ sempre la stessa cosa.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/4/2013 alle 10:44
@Camillo Massimo Fiori (20.15) - Non ho difficoltà a sottoscrivere che la politica dovrebbe tendere ad essere quella che tu descrivi. Ho sempre creduto che essa debba svolgere una funzione pedagogica. Penso che le sue leve naturali per raggiungere questo obiettivo siano l’azione di governo efficiente ed efficace, le buone leggi, la buona amministrazione sul territorio, i buoni esempi, la buona formazione culturale. Quanto ai movimenti politici del Novecento facciamo l’esempio della Dc (mi scuso per la semplificazione) che tu e io conosciamo bene. La sua capacità di governare il Paese tenendone viva la coesione è stata dovuta, oltre che alla forza delle sue “idee ricostruttive” e della sua classe dirigente, alla funzione della Chiesa cattolica italiana e all’anticomunismo che aveva convinto anche la destra tradizionalmente forte in Italia a stringersi intorno al partito dei cattolici dichiaratamente interclassista. Sull’altro fronte la coesione sociale era assicurata efficacemente dal Pci. Finita la Dc, la società è tornata divisa ideologicamente, culturalmente, politicamente. La Dc aveva governato l’Italia ma non aveva cambiato gli italiani. Del resto, poteva farlo solo in piccola parte. Dobbiamo pretendere dalla politica molto di più in fatto di guida sociale ma ritengo eccessivo e sbagliato addossarle delle responsabilità che sono sue solo in parte.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/4/2013 alle 10:54
Sono d'accordo con @Bob K, @L.V. e @Maurizio. Il PD non ha bisogno di sperimentatori nuovi. Basta con i laboratori politici che non trovano soluzioni ma si inventano questioni per fare sopravvivere gli addetti. Il PD va bene così. Il problema è che il segretario deve uscire dal torpore del trauma della sconfitta. In altre occasioni si è mostrato più brillante, torni ad esserlo e decida il da fare. Il cavaliere è sempre lì, non è stato sconfitto.
Scritto da Sic Est il 13/4/2013 alle 11:53
Sono d'accordo con @Bob K, @L.V. e @Maurizio. Il PD non ha bisogno di sperimentatori nuovi. Basta con i laboratori politici che non trovano soluzioni ma si inventano questioni per fare sopravvivere gli addetti. Il PD va bene così. Il problema è che il segretario deve uscire dal torpore del trauma della sconfitta. In altre occasioni si è mostrato più brillante, torni ad esserlo e decida il da fare. Il cavaliere è sempre lì, non è stato sconfitto.
Scritto da Sic Est il 13/4/2013 alle 11:53
Sei diventato anche per me, ex Ds, un punto di riferimento e stai pensando di chiudere il blog? Pensaci cento volte prima
Scritto da Lettrice affezionata il 13/4/2013 alle 13:27
Va bene, ma oggi il Pd non è altro che un insieme di comitati elettorali.
Scritto da Iscritto Busto Arsizio il 13/4/2013 alle 15:22
PD di Varese, allora perchè non mi aiuti a cambiare il partito?
Scritto da roberto molinari il 13/4/2013 alle 16:08
Il linguaggio di Barca è mille volte più complicato di quello di Vendola. Andiano bene per un partito popolare.
Scritto da Lavoratore Malpensa il 13/4/2013 alle 16:59
@robero molinari, il problema è che tu il partito come segretario potevi cambiarlo e non lo hai fatto, il problema è che ci sono due circoli su tre i città che sono paralizzati da anni e non fanno niente di niente, il problema è che avete impedito qualsiasi rinnovamento metodologico perchè non basta mettere due giovani qua e là per poter affermare il contrario, il problema è che il PD è completamente sganciato dalla società varesina, senza contatti nè rapporti, il problema...devo andare avanti?
Scritto da Pdvarese il 13/4/2013 alle 17:35
@Mario Diurni (10.00) - Non sono stato certamente parco di critiche al Pd tanto è vero che alcuni mi domandano se sono del Pd. Ho anche lamentato in passato un certo strabismo verso la Cgil, ma dire che in questi anni siamo stati un partito classista è davvero un eccesso. C’è questo rischio in futuro? Credo di no perché sarebbe una svolta all’indietro rispetto alla traiettoria originale del Pd. Sui cattolici democratici ho un pensiero chiaro in testa. Se non ce la fanno ad imporsi sia nel Pd che nel Pdl e se il centro (dove molti si dichiarano cattolici democratici) non sfonda non diamo la colpa alla sinistra o alla destra, la colpa è soltanto dei cattolici democratici. Come dico nel post il Pd è alla vigilia di un probabile e importante cambiamento. Sui vecchi schemi hai ragione. Se il Pd si rifugia lì è morto come partito di governo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/4/2013 alle 18:59
@ Mario Diurni – Persino Nichi Vendola, che è il naturale beneficiario del “soggetto unico della sinistra italiana” proposto da Fabrizio Barca, ha colto i limiti del documento presentato dal ministro in quanto “la sua diagnosi sulla crisi dei partiti coglie l’effetto della malattia ma non la sua causa”. Vendola, a differenza degli altri esponenti della sinistra radicale, ha colto la “mutazione della nostra società, che ha prodotto una terribile atomizzazione, sono saltati i legami sociali, l’individualismo trionfa, il Partito salta per aria perché prima sono saltate la famiglia e la città. Al posto di tutto questo è nata la Rete, certamente importantissima ma non sostitutiva della famiglia, né della città e dunque nemmeno del Partito”. Dalla analisi al programma di strada da percorrere ce n’è parecchia ma almeno la diagnosi della società “post-fordista” è esatta anche se non esauriente: insieme alla famiglia e alla città sono saltate anche le classi e dunque un partito classista non ha senso e un soggetto unico della sinistra ci riporterebbe alla irrisolta “cosa” postcomunista. Certamente verrebbe distrutto l’esperimento del Partito Democratico che nasce dall’esigenza di contaminazione cognitizia delle culture politiche europee, condizione per trovare una risposta alle sfide della società post-moderna e globalizzata. Ma nel Partito Democratico questa ricerca non è mai stata fatta, ci si è adagiati sulle rendite di posizione: la base elettorale resta consistente anche se ad ogni elezione si perdono milioni di voti. Dal canto loro i post democristiani hanno certamente fiutato l’odore del sangue che scorre nei macelli, sanno che un rigurgito identitario li metterebbe ai margini ma sono divenuti incapaci di attingere alla cultura e all’esperienza del cattolicesimo democratico per una riflessione sul presente che costituisca la base per il lavoro politico. Senza questa riflessione, senza l’analisi delle trasformazioni sociali è più difficile trovare argomenti e soluzioni da proporre alla cittadinanza; la politica è vuota di contenuti e la gente non si accontenta più del “teatrino della politica” che viene trasmesso quotidianamente alla televisione. I convincimenti personali e l’opinione pubblica collettiva si basano sulle idee e sulla realtà piuttosto che sul carisma dei leader.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 13/4/2013 alle 19:52
Oggi due manifestazioni pubbliche. Il PD in un teatro romano ad aprire la campagna elettorale di Marino, il candidato più di sinistra tra quelli presentati ai romani. Bersani non trova di meglio che...attaccare Renzi. Berlusca nella tana di Vendola porta in piazza tanta gente (50/100/150 mila persone?) è in campagna elettorale e si sta preparando...per i tempi duri che toccano all'Italia. Confindustria e sindacati attaccano a zero chi...chi fa perdere tempo. BERSANI... Amen!
Scritto da La professoressa. il 13/4/2013 alle 21:40
Da Renzi a @la professoressa a @sic est, ma quando parlano di perdita di tempo di cosa parlano? Dire NO a Berlusconi e perdita di tempo? ma lo sanno che anche dire "governo pd-pdl o elezioni è uan assurdità? Il presidente della repubblica non può sciolgliere un bel nulla e quindi bisogna aspettare l'elezione del nuovo. Ma forse quando parlano male di Bersani e perchè VORREBBERO IL SUICIDIO ANTICIPATO (non elezioni anticipate). Abbiate pazienza ancora qualche giorno e vedrete!!
Scritto da robinews il 14/4/2013 alle 00:00
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