Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 9/5/2013 alle 16:59


Oggi volevo parlar d’altro. Ma è il 9 maggio, il ricordo di Aldo Moro mi assilla (il verbo giusto) più che in tanti anni passati. Forse è normale in un periodo di crisi nera, quando si cerca l’ispirazione per avere fiducia nella politica e nei partiti.
Costruttore di futuro democratico. Pensieri lunghi e profondi. Volontà di comprendere il nuovo che avanzava impetuoso ma non di cavalcarlo. Le Istituzioni al servizio del popolo. Il potere al servizio del progetto. Esattamente il contrario dell'astrattezza come molti hanno equivocato.
Ha pagato con la vita la sua estrema coerenza di non sentirsi mai “appagato” dai risultati già ottenuti e di ricercare stadi più alti di giustizia sociale. La sua idea di allargamento delle basi democratiche del governo rispondeva alla domanda di partecipazione che si alzava confusamente dal Paese reale, non era la ricerca di un opportunistico compromesso di potere col partito comunista.
In quegli anni scossi da un fortissima crisi sociale, con le Brigate Rosse all’assalto, incitava il suo partito al  movimento lungimirante e ammoniva tutti che “non c’è liberazione umana senza libertà, senza una condivisa regola di libertà”.
Come si comporterebbe Aldo Moro in questi inquietanti  marosi? Impossibile una risposta. Forse la domanda più giusta su cui riflettere è un’altra. Se non fosse stato assassinato l’Italia sarebbe questa? Era questo il disegno dei suoi carnefici?

Commenti dei lettori: 60 commenti -
@Adamoli, condivido tuo bel post. ti chiedi e ci chiedi come si comporterebbe oggi A. Moro? Tu dici che una risposta è impossibile io invece credo che si comporterebbe come quando era in vita. Mi piace pensare che avrebbe fatto di tutto per mettere insieme le parti migliori del paese e per il bene del paese. Non credo che comunque che avrebbe fatto quello che stiamo vedendo oggi. Forse tiro troppo i fatti dalla mia parte ma la penso così. Ricordo quel 9 maggio, giorno di terribili presagi.
Scritto da robinews il 9/5/2013 alle 17:37
No non credo che sarebbe questa l'Italia se Aldo Moro avesse portato avanti il suo progetto politico !!
Scritto da Pier Francesco Secli il 9/5/2013 alle 18:12
No no sarebbe sicuramente questa.
Scritto da Fabio Volpi il 9/5/2013 alle 18:21
Ho notato una grande differenza fra il tuo ricordo di Giulio Andreotti e quello di oggi di Aldo Moro. Da quel che ne so sei stato moroteo ma la diversità di giudizio tutta in favore di Moro è forse esagerata.
Scritto da Gianluigi il 9/5/2013 alle 18:26
Aldo Moro non è stato mai veramente compreso; il suo progetto consisteva in un cambiamento evolutivo della società italiana a partire dalle sue contraddizioni e dai suoi problemi. Immaginò che ciò potesse avvenire in un contesto di condivisione e pertanto i suoi sforzi furono segnati dall’impegno di allargare l’area democratica, dapprima con i socialisti e poi con i comunisti. Soltanto con una larga partecipazione di tutte le forze politiche e di tutti gli strati della società sarebbe stato possibile un cambiamento vero e duraturo; peraltro questa condivisione non escludeva la dialettica e l’alternanza delle maggioranze, ma escludeva la lotta “muro contro muro”, in cui l’avversario diventa il nemico da combattere. L’esperienza e la memoria storica lo portavano a diffidare delle contrapposizioni, anche dell’anticomunismo, perché esse sono sempre state l’alibi della destra conservatrice per impedire qualsiasi processo di rinnovamento. Fu definito teorico ma in realtà molte delle conquiste sociali che oggi apprezziamo sono state realizzate durante i suoi governi; soprattutto è stato il garante di un sistema di libertà e di democrazia che venne seriamente insidiato dai tentati “golpe” della destra eversiva e dalla latente guerra civile della sinistra radicale. E’ stata l’unità dei partiti democratici (compreso il P.C.I.) a salvare l’Italia da una deriva autoritaria (come quella della “Grecia dei colonnelli”) e Moro è stato l’uomo della paziente ricerca dell’unità e dell’alta mediazione, non della divisione. Nei suoi “difficili” discorsi trasposti in esempi virtuosi di governo, ha svolto un ruolo pedagogico per far riflettere gli italiani sulle tare e sui nodi irrisolti del nostro Paese ma anche sulle sue potenzialità e opportunità; di fatto, l’Italia in pochi decenni diventò, da Paese povero e marginale qual’era, una nazione rispettata e indubbiamente più moderna. Fu spesso incompreso ma anche stimato e con lui la politica è diventata un modo intelligente ma impegnativo di concorrere alla costruzione di una società più giusta e più solidale. Dopo di lui la politica è diventata solo gestione dell’esistente, spesso, a servizio delle carriere e degli affari. Al di là degli aspetti contingenti il suo pensiero è ancora valido e attuale e bisognerebbe attingere ad esso per trovare alcune risposte rimaste in sospeso nonchè la direzione e il senso della politica.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 9/5/2013 alle 18:52
"E’ stata l’unità dei partiti democratici (compreso il P.C.I.) a salvare l’Italia da una deriva autoritaria (come quella della “Grecia dei colonnelli”) e Moro è stato l’uomo della paziente ricerca dell’unità e dell’alta mediazione, non della divisione." Dedico questo lucido ricordo storico di Camillo Fiori a tutti gli smemorati in buona e in cattiva fede.
Scritto da roberto caielli il 9/5/2013 alle 19:24
Condivido il post. Anche se sono giovane ho un'ottima sensazione di ciò che aveva rappresentato Moro.
Scritto da M.F. il 9/5/2013 alle 19:26
Il disegno dei suoi carnefici, caro Giuseppe, era l' opposizione al 'completamento di una normale democrazia' che Moro voleva per il nostro Paese con la creazione di un' alternanza di governo così come avveniva negli altri paesi democratici. Il passaggio intermedio di un governo DC-PCI era fondamentale allo scopo. Un' opzione che americani e sovietici (insieme a 'comparse' autoctone), per ragioni diverse ma incidentalmente convergenti, non volevano ad ogni costo, come per altro abbiamo ben visto
Scritto da paolo rossi il 9/5/2013 alle 19:28
Il disegno dei suoi carnefici, caro Giuseppe, era l' opposizione al 'completamento di una normale democrazia' che Moro voleva per il nostro Paese con la creazione di un' alternanza di governo così come avveniva negli altri paesi democratici. Il passaggio intermedio di un governo DC-PCI era fondamentale allo scopo. Un' opzione che americani e sovietici (insieme a 'comparse' autoctone), per ragioni diverse ma incidentalmente convergenti, non volevano ad ogni costo, come per altro abbiamo ben visto
Scritto da paolo rossi il 9/5/2013 alle 19:28
Vivere di nostalgia non è possibile. Politici come Moro e Berlinguer abbiamo avuto la fortuna di conoscerli in vita. Quanto mi piacerebbe avere politici e statisti con queste qualità. Qualcunon potrebbe dirmi, ma che centra mettere insieme Moro e Berlinguer? Centra molto, erano totalmente complementari per l'italia degli anni 70, A me oggi basterebbero persino 2 politici delle metà di quel livello e spessore. Invece ne abbiamo centinaia che messi tutti insieme valgono ZERO.
Scritto da ROBINEWS il 9/5/2013 alle 19:35
La tua, caro Giuseppe, è un'evasione dalla brutta realtà odierna. Per una volta ti capisco e approvo.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 9/5/2013 alle 20:30
Condivido il tuo post ed apprezzo il commento di CMF, soprattutto per la sottolineatura dell'essenziale ruolo pedagogico della politica. "Perché qualcosa cambi dobbiamo cambiare anche noi" , uno degli insegnamenti più profondi di A. Moro e così tristemente disatteso in tutti questi anni.
Scritto da Amico che ti stima il 9/5/2013 alle 20:36
Sento che a noi giovani mancano maestri come Aldo Moro, Enrico Berlinguer, Benigno Zaccagnini.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 9/5/2013 alle 21:25
Condivido il commento di @Paolo Rossi. Quanto al fatto che il ricordo di Moro ti assilli proprio quest'anno e in questi giorni, faccio un azzardo: la morte di Andreotti richiama il suo vissuto e non si può certo dire che anche nel caso Moro Andreotti non abbia avuto un ruolo.
Scritto da Nicoletta il 9/5/2013 alle 21:56
@Camillo Massimo Fiori (18.52) - Ti ringrazio, caro Massimo, per questo commento molto sentito e appropriato. So bene quanto eri anche tu affezionato alla dimensione morale, culturale e filosofica di Aldo Moro. La politica non può risolversi in una predica pedante. Oggi farebbe ridere o imbestialire tutti. Ma dovrebbe esprimere una funzione pedagogica di cui c’è grande necessità e urgenza. La speranza, come dicono i saggi, è l’ultima a morire.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/5/2013 alle 22:49
@Cara Nicoletta (21.56) - Ben tornata sul blog. Devo dirti che il mio vissuto è molto più richiamato da Moro che da Andreotti che ho visto a tu per tu una volta sola a Palazzo Chigi come ho ricordato nel post dell’altro giorno. Invece ho impresso nella memoria i quattro o cinque incontri di un ventina di persone con Moro ai quali mi portava l’On. Luigi Michele Galli di Gallarate. Ero una ragazzo, il più giovane dei presenti e lo ascoltavo come si ascolta un profeta. Non sono mai stato andreottiano, mi sono sempre sentito moroteo. Nel drammatico 1992, quand’ero presidente del gruppo della Dc in Regione, mi chiamavano l’ultimo dei moicani che significava l’ultimo dei morotei. Carlo Monguzzi che spesso segue il blog me lo ripeteva scherzosamente tutti i giorni.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/5/2013 alle 22:55
Moro aveva capito che la mediazione e il compromesso non sono il male della politica se si vuole mantenere l'unità e la coesione sociale.
Scritto da Nicola il 9/5/2013 alle 23:42
Moro aveva capito che la mediazione e il compromesso non sono il male della politica se si vuole mantenere l'unità e la coesione sociale.
Scritto da Nicola il 9/5/2013 alle 23:42
Gianni Lannes sul suo blog "su la testa", spiega bene gli eventi che portarono all'esito tragico. Soprattutto fa i nomi dei responsabili, ma nessuno ne parla.
Scritto da michiamoaldo il 10/5/2013 alle 05:58
I carnefici erano ignoranti ideologizzati. I mandanti menti sottili. Ho le prove? No. Guardo cosa è successo dopo. Ascolto chi c'era in quei tempi e conosciuto Moro. L'Italia sarebbe stata diversa? Dovremmo postulare un cambio degli italiani. Una burocrazia diversa. Forse si, saremmo stati cittadini diversi. Personalmente ritengo che l'Europa sarebbe stata diversa. Il seme italiano avrebbe portato frutti nell'Unione. Capii cosa voleva dire lo spirito di quel periodo a Lourdes, 6 o 7 anni fa. No,nessuna riservata rivelazione mariana. Un gruppo turistico comasco ogni anno organizza un pellegrinaggio per uomini a Lourdes. Un centinaio di persone con i pulmini. In un clima particolare da gita, squadra, spiritualità. Una sera l'Egidio dice:"ci vediamo dopo cena, oltre il fiume. Dove c'è la grotta ". Ci ritroviamo in una decina. Praticamente aveva convocato il Consiglio di circoscrizione di cui era presidente fino ai primi anni 90. Nel viaggio c'erano quasi tutti, di ogni parte politica. Compreso mio padre, il papà di un mio massimo amico (già indipendente nel pci). Penso che il mio massimo amico ed io fossimo li per motivi didattici. Abbiamo ascoltato un discorso profondo, ampio, vivo. Senza nostalgia, ma con la passione e la tensione civile. Condivisa tra i suoi amici, alcuni già avversari. Diversi, ma coscienti di dover lavorare insieme per qualcosa di più grande di ciascuno. Al termine, ricordo che il più centrista di tutti notò,in dialetto:"mancano i fascisti. Ci avrebbero tirato le monetine con i padani. Unico metodo che conoscono per far politica. Gridare. Vedremo i risulti fra qualche anno. Prepariamoci al peggio".
Scritto da FrancescoG. il 10/5/2013 alle 07:31
Forse gli anni del testo precedente sono 8 o 9. Diventi vecch. :-)
Scritto da FrancescoG. il 10/5/2013 alle 07:34
Moro è stato un grande statista, ma la storia è difficile interpretarla con i se e con i ma, intervallati da tanti forse. Probabilmente Moro avrebbe evitato di fare gestire il potere a tragiche disastrose nullità politiche come De Mita o Cossiga. Craxi non sarebbe riuscito a conquistare il potere. E, conseguentemente, Moro avrebbe evitato la nascita di una destra populista guidata da un riccastro con l'unico obiettivo di risolvere i propri problemi. Però: SE, MA, FORSE ...
Scritto da Sic Est il 10/5/2013 alle 08:16
Caro Adamoli, allora erano i tempi della fantasia al potere. Così dicono le cronache di tempi che io non ho vissuto. Noi al potere abbiamo avuto ciarlatani e profittatori di destra e incapaci estremisti di sinistra che hanno fatto fallire due volte Prodi.
Scritto da Una Pd Brescia il 10/5/2013 alle 08:51
@FrancescoG (07.31) - Interessante la tua testimonianza di 8/9 anni fa (dovevi essere un ragazzino). Siamo nel periodo dell’Ulivo. Fin da parecchi anni prima si potevano notare molti avversari politici “coscienti di dover lavorare insieme per qualcosa di più grande di ciascuno”, come tu scrivi. Il modo come è stato voluto e interpretato il bipolarismo in Italia negli ultimi due decenni ha rovinato quel clima cooperativo pur nelle differenze profonde. Sono meno pessimista di te quando dici “prepariamoci al peggio”. Ho fiducia che il fondo lo abbiamo già toccato.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/5/2013 alle 09:47
@ Giuseppe Adamoli.Sa,ormai ho deciso di ritagliarmi lo spazio di quello che racconta le storielle :-). Grazie per averla ripresa.Ero un ragazzino, è vero: "prima del ritiro" dai campi del calcio minore. La vita precedente :-) Una cosetta: il "prepariamoci al peggio" non è mio. Era di uno dei presenti, mediamente pessimista. Noi siamo meno cupi. Come sono andate le cose da allora ad oggi, fu un monito non superficiale. Anch'io confido (e spero) che il fondo lo si sia toccato. Un saluto!
Scritto da FrancescoG. il 10/5/2013 alle 10:31
@Camillo Massima Fiori. Sono convinto che l'esperienza morotea non si sia persa del tutto come dimostrate sia lei che Adamoli. Qualcosa rimane sempre. Mi dispiace di trovarla sempre abbastanza pessimista. Adamoli, anche se è dura, cerca di infondere più speranza nei giovani. Non è vero?
Scritto da M.F. il 10/5/2013 alle 11:19
Adamoli, domani vai a Roma a votare il segretario ma prima di votare un segretario bisognerebbe decidere per fare che cosa. Non è quello che hai sempre detto?
Scritto da Stefano C. il 10/5/2013 alle 11:52
Domani si vota e non si sa ancora niente. Caro Giuseppe, stiamo andando a rotoli.
Scritto da Francesco (Milano) il 10/5/2013 alle 12:55
@Robinews. Cosa mi dici del tuo amico Grillo che non vuole Ia cittadinanza per i bambini nati in Italia? Ho avuto la conferma anche dai telegiornali di oggi.
Scritto da Giorgio S. il 10/5/2013 alle 13:51
Moro e la sua generazione hanno rappresentato il meglio del cattolicesimo democratico nel nostro Paese. Hanno rappresentato un disegno sociale prima che politico inclusivo e ricostruttivo in una Italia distrutta che rischiava di essere risucchiata nella violenza dei blocchi contrapposti. C’è da chiedersi perché da allora non ci sia più stata una generazione così formata, così capace e così lungimirante. Ma forse questo spiega anche in parte la scomparsa della DC e come questo fatto abbia origine nella crisi del cattolicesimo del nostro Paese. Moro e gli altri furono formati da Montini. La FUCI era una palestra. L’AC era una palestra. Le ACLI e la CISL erano una palestra ( ben prima dell’idea di Barca, mi si passi la battuta…). Oggi, queste organizzazioni non sono più nulla. Non esprimono idee, non esprimono personalità se non mediocri commedianti che si ritengono il meglio, sempre pronti a far coincidere l’idea di rinnovamento con la loro carriera e il loro destino politico. La scomparsa di Moro ha significato, probabilmente, la fine anche della DC. Da quel momento in poi il partito d’ispirazione cristiana si è chiuso in sé. Non è stato più capace di guidare il cambiamento e di costruire novità. Ha gestito il potere per il potere. Ha mantenuto, ma non incluso. Ha perpetuato, ma non rinnovato. Oggi Moro non sarebbe capito e sarebbe probabilmente inascoltato. La nostra è una società devastata da venti anni di Berlusconi e di Bossi che hanno banalizzato la politica riducendola a chiacchiera da bar. Oggi chi ragiona e fa ragionamenti profondi perché vuole cogliere la dimensione complessa della società è emarginato e visto come un primitivo. Oggi FB, Twitter la fanno da padroni. Ma ve lo immaginate Moro che parlava per 7 ore al congresso della DC in un tempo che tutto consuma in 140 battute? Questo però è un male. E’ un male perché viviamo in una epoca che dopo B&B ci propone come leader del rinnovamento Grillo ( maestro dei nuovi social network ) o qualche ragazzotto del PD che fa coincidere il rinnovamento col proprio destino personale ( dichiarato ovviamente in 140 battute ). E’ la nostra società che non va e con lei anche la politica che rimane lo specchio del Paese. Chissà se prima o poi qualcuno avrà il coraggio di guardarsi in questo specchio.
Scritto da roberto molinari il 10/5/2013 alle 13:55
@M.F. - Forse Adamoli è più ottimista di me perchè è tuttora attivamente impegnato in politica ma sono tutt'altro che pessimista; penso che i comportamenti degli uomini evolvano più rapidamente dei loro schemi mentali e poi la società è molto più esigente di un tempo e costringe anche i politici a mettersi al passo. Certo non dobbiamo solo pretendere il rinnovamento dagli altri, anche noi dobbiamo cambiare, confrontarci, rivedere le nostre posizioni, riflettere e impegnarsi.
Scritto da CMF il 10/5/2013 alle 14:56
Giuseppe,ho da poco tempo riletto le lettere dalla prigionia di Aldo Moro,e la domanda che mi faccio è: chi sono stati i suoi carnefici? Soltanto i brigatisti rossi?Questa credo sia la risposta più semplice.Io ricordo che si viveva in un clima di incertezza a tutti i livelli,politico,sociale,culturale,non molto dissimile dall'attuale.Alla tua domanda rispondo che neanche Moro sarebbe riuscito a cambiare l'Italia,( mi aggiungo ai pessimisti),ma penso anche che il suo sacrificio non sia stato vano
Scritto da mario diurni il 10/5/2013 alle 15:09
@Stefano C. (11.52), @Francesco (Milano)(12.55), @Roberto Molinari (13.55) - E’ chiaro che prima di eleggere il segretario bisogna capire cosa vogliamo, chi siamo, ecc. ecc. Ma la situazione è precipitata (@Francesco dice a rotoli) e questo enorme impegno dobbiamo rimandarlo al congresso. Ho appena ricevuto una mail che dice: si comincia alle 10.00 (in realtà non sarà prima delle 10.30), si vota dalle 14 alle 16 e poi tutti a casa. Visto ciò di cui parla il post, meno del tempo della relazione di Aldo Moro al congresso di Napoli (@Roberto Molinari). Dimmi tu cosa si può discutere. Inoltre a 24 ore non sappiamo se ci sarà un solo candidato o più di uno e con quale programma, oltre a quello di sopravvivere in atteso del congresso che spero davvero ri-fondativo anche se questo termine è discutibile, come ha sottolineato @Molinari qualche giorno fa.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/5/2013 alle 15:48
@Mario Diurni (15.09), Paolo Rossi (19,28) - La verità processuale ha identificato gli assassini di Moro, peraltro rei confessi. Sulla verità storica sappiamo ancora poco. Le tesi sono tante. Una di queste, forse la più autorevole, è stata richiamata da @Paolo Rossi. Tesi secondo cui vi sarebbe una responsabilità di americani e sovietici “per ragioni diverse ma incidentalmente convergenti”, al fine di rendere impossibile l'accordo temporaneo Dc-Pci visto come passaggio verso un sistema di alternanza di governo in Italia. Ve ne sono altre più fantasiose che vedono Belzebù Andreotti al centro dell’intrigo criminale per ragioni di potere. Per adesso molte circostanze appaiono ancora incerte e problematiche.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/5/2013 alle 15:57
@Giorgio S., partecipo a molti blog, oggi alle ore 12,35, ho scritto un post "Ciwati blog" dove ho mandato 2 volte a VAFF..... Grillo, una per lo Jus soli, dove si è adagiato sugli elettori xenofobi di destra (dopo aver fatto la mossa di sinistra con Rodotà), il secondo VAFF..... a Grillo, gli l'ho mandato per il suo ingresso a montecitorio con l'auto privata cosa questa MAI CONCESSA A NESSUNA CARICA PARLAMENTARE E ISTITUZIONALE (alla faccia di tutte le caste). Le critiche non le risparm. a ness
Scritto da ROBINEWS il 10/5/2013 alle 16:50
@ Giorgio S. un'altra critica e un gran VAFF.... lo mandato anche per Nunzia De Girolamo per il suo "NO GENOVA NO PARTY". Infatti oggi anche lei è arrivata a Genova con centinaia di alti e bassi ufficiali delle F.A., alti e bassi funzionari pubblici PER FARE COSA? A Genova è andato giustamente E. Letta, M. Lupi e A. Orlando, perchè è andata anche lei? misteri delle spese folli e inutili, in questo caso anche dannose (intralcio soccorsi-passerella tv). Ecco un GRANDE VAFF..... anche a lei.
Scritto da robinews il 10/5/2013 alle 16:56
notiziona, Maurizio MARTINA sarebbe un possibile candidato a segretario! aiutooooo.Intanto a Bologna, il segretario del circolo della Bognina si è dimesso e il circolo all'unanimità ha preso posizione in solidarietà con il segretario del circolo CONTRO LE LARGHE INTESE. Bologna amici, Bologna.......
Scritto da robinews il 10/5/2013 alle 17:24
Ma è possibile che domani si vada alla cieca a eleggere il segretario senza che i membri dell'assemblea sappiano almeno qualche giorno prima quali sono i candidati e con quali intenzione assumono la carica? Se per rafforzare o affondare Letta per esempio? Abbiamo ancora il coraggio di accusare gli altri partiti di non essere dei partiti e noi cosa siamo? A CASA TUTTI.
Scritto da OccupyPd il 10/5/2013 alle 17:37
Consiglierei, se uno ne ha voglia e tempo, la lettura di "-Eseguendo la sentenza. Roma 1978, dietro le quinte del sequestro Moro-"un volume di qualche anno fa di Giovanni Bianconi, nota firma del Corsera e grande esperto di terrorismo. Ha comunque ragione Giuseppe, la questione è complessa ed intricata. Ricordo di averne parlato con l' On. Bodrato e con il Sen. Pisanu, a fine anni settanta uomini ai vertici della DC. Pur essendo direttamente 'coinvolti', avevano opinioni decisamente opposte.
Scritto da paolo rossi il 10/5/2013 alle 17:47
Magari avessimo qualche metà Moro e qualcuno che assomigliasse a Berlinguer. Questi che abbiamo adesso sono dei pigmei.
Scritto da G.G. il 10/5/2013 alle 18:19
@occupyPD, tranquillo, questa sera, capi e capetti ti comunicheranno il nome del candidato, EPIFANI. Successivamente saprai per quanto tempo lo farà e per fare cosa. d'altronde ti hanno mai chiesto il parere se fare o meno il governo delle larghe intese?
Scritto da robinews il 10/5/2013 alle 18:53
Roma, assemblea nazionale PD, notizie incredibili: durata assemblea dalle ore 14 alle 16, solo 2 ore.Alla faccia del confronto. ATTENZIONE, al quartiere generale si sta preparando la strategia con la QUESTURA per bloccare con la polizia ogni possibilità di disturbo da parte di OCCUPAYPD, una volta c'era un intelligente servizio d'ordine del partito. Se siamo arrivati all'uso delle forze di polizia contro i propri iscritti e militanti siamo probabilmente proprio alla frutta.
Scritto da robinews il 10/5/2013 alle 19:06
@Robinews (19.06) - Ti correggo subito per non creare allarmismi dannosi. L'Assemblea (come dico nel commento delle 15.48) comincia alle 10.00 (diciamo alle 10.30) e la votazione si svolge dalle 14 alle 16. Cambia poco ma la precisione serve in questi casi. Probabilmente depositerò il mio brevissimo intervento scritto (3/4 minuti) in quanto sarà impossibile prendere la parola.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/5/2013 alle 19:36
Caro Giuseppe, avrei il piacere – e, penso, come me tanti altri – di conoscere il tuo intervento. Nei prossimi giorni ce lo mandi via mail? Grazie. Ieri sera sono stato ad una serata organizzata da Giovanni Orsenigo (Rovello Porro) alla quale era stato invitato Giovanni Bianchi per presentare il suo libro “Politica o antipolitica? Tra passione e qualunquismo”. Naturalmente non sono mancati riferimenti al Pd, ai suoi travagli e alle incognite del post-Assemblea nazionale. Significative le parole delle segretaria provinciale di Como, Savina Marelli, che si è fatta interprete del malcontento diffuso fra i circoli. La domanda che risuonava era: “Ma che razza di partito siamo diventati?”. Anche Giovanni Bianchi ha posto l’accento sulla centralità della forma-partito e sulla necessità che i partiti tornino ad essere protagonisti con un ruolo di formazione e selezione della classe dirigente, evitando improvvisazioni e stupori mass-mediologici (per esempio la Idem nel ruolo di ministro. Sarà pure brava come sportiva ma la politica è un'altra cosa). Buona trasferta romana. Mandaci dei tweet :-)
Scritto da Leonardo C. il 10/5/2013 alle 20:10
COME SIAMO RIDOTTI... / dal Corriere della Sera di venerdì 10 maggio 2013 / FO, NUOVO ATTACCO A BRUNETTA // Dario Fo insiste: “Renato Brunetta è sicuramente più basso nel pensiero che nel fisico”. Il premio Nobel torna a ironizzare sulla statura del capogruppo PdL alla Camera: “... a me interessa l’altezza del pensiero”. L’interessato risponde con un tweet: “Che tristezza...”. Mentre Fabrizio Cicchito osserva: “A Fo tutto è concesso perché è un comico, di sinistra e premio Nobel. Gli è concesso anche di essere un cretino”.
Scritto da ulderico monti il 10/5/2013 alle 20:28
Grillo ha superato il limite della decenza. Serve un cordone sanitario intorno a lui perché è contagioso, l'insulto non può essere un'arma politica.
Scritto da Elisabetta il 10/5/2013 alle 20:53
Secondo Grillo il governo Letta è un colpo di Stato e c'era chi voleva allearsi con lui. Non c'è da stupirsi del burrone nel quale stiamo precipitando.
Scritto da Vittorio il 10/5/2013 alle 21:18
Forse è meglio che si sia arrivati a questo punto perché solo in questa maniera ci potrà essere un chiarimento non più rinviabile. Solo un progetto rinnovato con dei dirigenti rinnovati può evitare la scissione.
Scritto da Valceresio due il 10/5/2013 alle 22:40
Seguo sempre i post di @Ulderico Monti con interesse, probabilmente perchè abbiamo in comune un'antica passione politica che ha le sue origini nell'idea del socialismo e del comunismo. Di queste idee conserviamo insieme vari valori ma in modo diverso. Quello che mi colpisce è quasi sempre la sua durezza-violenza contro chi ha la colpa di definirsi ancora di sinistra o estremista di sinistra definendoli cretini ecc.Comprendo la delusione umana, che centri qualcosa con il complesso di Edipo?
Scritto da robinews il 10/5/2013 alle 22:49
Caro Giuseppe, mi spiace 'macchiare' un bel post dedicato ad Aldo Moro con un commento amaro e negativo sul mio PD. Non ho nulla contro Epifani, uomo preparato ed intelligente, ma può davvero essere la scelta equilibrata ed utile a traghettarci al congresso? Questa 'reggenza' è opzione debole ed inadeguata, finanche intrisa di follia. Era infatti non 'consigliabile', ma 'vincolante', andare subito ad un Congresso entro l' estate. Intanto un superficiale Bersani ci rassicura, io temo il Karakiri.
Scritto da paolo rossi il 10/5/2013 alle 23:27
@Leonardo C. (22.10) - Non ti manderò i tweet. perché puoi seguire tutto direttamente da casa. Ma ti farò conoscere senz’altro il mio intervento che probabilmente depositerò al tavolo della presidenza.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/5/2013 alle 08:59
@Paolo Rossi (23.27) - Prima di votare Epifani ascolterò con molta attenzione ciò che dirà. Ma il fatto è che altri nomi sono caduti sotto il fuoco dei veti incrociati. Ogni capo di corrente, gruppo, gruppuscolo sente di detenere un potere di interdizione. Se non si cambia è la fine del Pd che avevamo immaginato. Quando qualcuno osava fare delle critiche, non solo a Roma ma anche a Milano e a Varese, veniva accusato di non essere orgoglioso di far parte del Pd . Quasi un cortese invito a lasciare. Saranno gli stessi che saliranno sul pulpito per predicare il “cambiamento”.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/5/2013 alle 09:02
Condivido Giuseppe, anche la parte finale del tuo commento che definisce un classico della dinamica politica, da sempre. Ti chiedo solo e poi non disturbo più, non era forse più utile, considerando gli avvenimenti in corso e l' urgenza incombente, andare subito ad un congresso, intendo dire prima dell' estate? Certo le divisioni interne vanno ricomposte su contenuti di fondo (quando è possibile) ma in politica i tempi richiedono, particolarmente in alcuni frangenti, rapida capacità decisionale.
Scritto da paolo rossi il 11/5/2013 alle 09:38
Un senso di pudore mi rende taciturno di fronte al sacrificio di Aldo Moro, martire di una causa di libertà sempre attuale, assassinato per mene oscure di oscuri disegni criminali. Di tale sacrificio, come di altre morti innocenti, dovremmo aver colto il monito e l'ammaestramento per seguire convintamente la via della tolleranza e del rispetto reciproci. Non è così. L'odio e il disprezzo della libertà delle persone ci immiseriscono tutti. Io sono intimidito eppur incoraggiato a resistere alla tentazione di imbozzolarmi nel mio “particolare”, per riconfermare la fede di libertà e di rispetto del bene comune. Culminano a Milano le celebrazioni dei 1700 anni dell'Editto di Costantino e Licinio Augusti che sancì tolleranza e libertà di religione. Un processo dinamico e contradditorio, tra progresso e reazione, che è congenito, mai esaurito nella storia dell'umanità. Il progresso e l'affermazione della civiltà esigono l'alto prezzo del sacrificio di testimoni e martiri. A me, a noi, gente comune, il dovere di essere degni dei migliori tra noi.
Scritto da ulderico monti il 11/5/2013 alle 13:29
Di Moro non riesco a scrivere perché mi dà troppo dolore il comportamento della Democrazia Cristiana di quei tempi, la stessa Democrazia Cristiana che, per anni, sia io che la mia famiglia abbiamo votato. Passiamo oltre. Veniamo all’oggi. Il commento di Adamoli delle 9.02 è un gioiello. La verità è questa. Prima ho sentito Sassoli e la Concia che sbraitavano un’intervista con alcuni giornalisti. Io non capisco più nulla. Io stavo al centro con Marcora e Tabacci ma il mio porto ideale sarebbe stato il Pd, quello di Bersani, un uomo competente. Non so cosa esca dall’Assemblea di oggi ma dubito esca il mio Pd.
Scritto da V.R. il 11/5/2013 alle 14:37
@Robinews sei molteplice, invadi il blog con tante idee, certi tuoi commenti sono sgrammaticassimi e urlanti, altri come quello per @Monti delle 22.49 sono ordinati, sembrano scritti con mani diverse. Sei un po’ mancino e un po’ destrorso?
Scritto da V.R. il 11/5/2013 alle 14:43
@Paolo Rossi (09.38), non mi disturbi mai, caro Paolo. Mi fa piacere il nostro dialogo. Sul congresso prima dell'estate ho un'idea diversa dalla tua, confermatami dall'Assemblea nazionale di cui parlerò domattina con il breve intervento depositato agli atti. La variabile tempo è importante ma credo che dovrà essere un congresso di carattere straordinario, con candidati legati a tesi ben elaborate e con la mobilitazione di iscritti ed elettori simpatizzanti. Oggi abbiamo soltanto messo una toppa. Ciò che ho ascoltato è insufficiente. Meglio aspettare qualche mese e ripartire alla grande. Perlomeno lo spero.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/5/2013 alle 18:07
Caro @G. Adamoli. Ho visto qualche turco (giovane?) parlare in TV, tanto, e non dire niente. Ho visto la povera Puppato convinta che bastava eleggere Rodotà per fare un governo con i grillini. Mi chiedo se non è forse arrivata l'ora di immaginarsi di fare parte di un partito (quasi dipartito) e non continuare con chiacchiericci salottieri. Il Paese, quello REALE, non quello di questi signori strapagati per far niente, sta andando a rotoli e si continuano a sviluppare teorie con intrecci inutili.
Scritto da Sic Est il 11/5/2013 alle 19:02
Un socialista segretario del PD... da non crederci e un tuffo al cuore: imbocchiamo davvero la via della saggezza, della ritrovata identità delle origini? Mi commuovo e mi canto gli inni che imparai dai miei nonni, socialisti dell'800. "Su fratelli, su compagne, su venite in fitta schiera, sulla libera bandiera splende il sol dell'avvenir!".
Scritto da ulderico monti il 11/5/2013 alle 21:03
Non sono ancora riuscito a decifrare l'assemblea di ieri. Tutto è rinviato giustamente al congresso ma il sostegno al governo Letta dovrebbe essere più forte.
Scritto da Lorenzo L. il 12/5/2013 alle 10:38
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