Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 12/5/2013 alle 12:09


Ecco il mio breve intervento (6/7 minuti) all'assemblea nazionale, depositato agli atti.

Nella stanchezza della democrazia vince la destra.
Ho sentito  affiorare questa tesi  anche oggi. Tesi suggestiva e storicamente fondata ma che non spiega  lo psicodramma che il Pd sta vivendo. E che dimentica le passioni civili che attraversano l’Italia, il sorgere di tanti soggetti sociali e politici tra cui il Movimento Cinque Stelle (8 milioni di voti) che non è di sinistra ma tanto meno di destra.
No, le nostre cocenti delusioni sono dovute al fatto che dopo 6 anni siamo ancora un partito incompiuto dove l’unità si è troppo spesso raggiunta sugli organigrammi anziché sulla cultura e sulla linea politica. E’  triste vedere i dirigenti scambiarsi accuse sanguinose di slealtà e doppiezza.  Molti si sono avvicendati alla tribuna come alfieri del cambiamento e scagliandosi contro i 101 che hanno affondato  Prodi nel segreto dell’urna.
Dico la verità, non sono affatto certo che tra loro non ci sia chi ha tramato nell’ombra.  
La vicenda Prodi è il cuore dell’ordalia presidenziale. Ma c’è ben altro che ci ha portato dove siamo. E’ difficile spiegare il passaggio dal miraggio dell’accordo con Grillo alla scelta di Franco Marini candidato Presidente (in accordo con Berlusconi) e poi un’altra svolta ad U verso Prodi contro il quale il Pdl aveva alzato le barricate. Il risultato è stato l’ineluttabilità del governo Letta per impulso del presidente Napolitano con un prezzo alto pagato a Berlusconi.
Sulla riduzione del consenso dal 34% dopo le primarie al 25% reale, il mantra è che il Pd è stato debole nella comunicazione e nell’organizzazione. Può darsi. Ma io sottolineo piuttosto l’equivoco della blindatura dell’accordo con Vendola (che ci confinava nel recinto classico della sinistra) con la contrapposta ricerca del patto di governo con Monti. Due direzioni contrarie che hanno dato l’idea di una linea traballante e instabile. Non c’è molto da stupirsi se dalle elezioni ad oggi i sondaggi segnalano per il Pd la perdita di un altro milione di elettori.
In questo quadro le dimissioni di Bersani, segno di onestà  intellettuale e senso di responsabilità, sono umanamente dolorose ma politicamente ineccepibili. Non può però essere un gesto isolato. Altri dovrebbero uscire di scena dal vertice del partito dove stanno da troppo tempo.
Sono favorevole al congresso in autunno per preparalo bene con dei candidati legati a piattaforme politiche chiare, ma non vorrei che questo tempo sia utilizzato dalla vecchia guardia per riprendere l’offensiva  e per far solo finta di aver voltato pagina. Per questo sarei perplesso se Matteo Renzi decidesse di restare alla finestra. La sua presenza, che vinca o che perda, causerebbe un ricambio profondo.
Oggi ho ri-sentito parlare di identità con toni accorati. E’ giusto, l’identità non è la fotografia del passato e nemmeno soltanto dell’oggi. Accanto agli ideali e ad una cultura politica di fondo, c’è un parte dell’identità che è la sintesi del progetto culturale, della linea politica, delle alleanze, della forma concreta che prende il partito, che va forgiata giorno per giorno senza angoscia e senza reticenze.
Il governo Letta, con una maggioranza anomale con l’avversario di sempre, con la sua qualità di essere una risposta eccezionale per un fase eccezionale, può essere l’occasione per far vedere chi siamo e cosa vogliamo nel fuoco della crisi economica e delle lotte sociali.
E’ aperta una discussione aspra su quali settori sociali rappresentare. Io penso  che dovremmo dialogare con tutti prendendo le distanze soltanto dalla finanza d’assalto e dalla rendita. Ha ragione Renato Soru: non solo lavoro dipendente, chi fa lavoro e chi fa impresa sono dalla stessa parte nostra, chi rischia in proprio deve trovare nel Pd una sponda amica.
Anche qui serve una svolta. Ce lo dice la composizione del nostro elettorato. Siamo i più forti tra i pensionati e tra i dipendenti pubblici, debolissimi fra i giovani, nel lavoro autonomo e tra i professionisti. Tipico di un partito che ha l’obbligo di aggiornarsi.
Quanto alla candidatura di Guglielmo Epifani nulla da eccepire sul valore della persona, sulla sua storia personale e politica. Vorrei  solo essere rassicurato sul fatto che non sia l’ennesimo compromesso esclusivamente di potere. L’ex segretario della Cgil al partito per bilanciare Enrico Letta al governo. Sarebbe un errore in continuità con una storia totalmente consunta.
Tutti  hanno invocato l’armonia interna che è gravemente mancata. Ma solo il confronto esplicito e netto fra le diversità politiche far nascere l’unità vera. E va raggiunta con la partecipazione aperta agli elettori simpatizzanti come è avvenuto nei due congressi precedenti.
 

Commenti dei lettori: 103 commenti -
Sono pienamente d'accordo con quanto da te postato. La paura, comunque, è sempre la stessa: il PD è un partito o si tratta di un dipartito dove le vecchie conoscenze (e anche qualche giovane, vedi il chiacchierone Civati che tanto parla e nulla dice) tirano a campare con distinguo senza senso che servono a loro stessi. Epifani non mi piace: viene da una cultura, quella sindacale, di eterno nullafacente in servizio permanente effettivo, lontano anni luce dai problemi dei Cittadini.
Scritto da Sic Est il 12/5/2013 alle 12:37
Carissimo Giuseppe, con il passare del tempo sono sempre più pessimista sul futuro del PD anche se resta sempre valido il mio auspicio sulle "PISTOLE SCARICHE DI BERLUSCONI" (se lo si vuole). Faccio i miei migliori auguri che tutti i tuoi migliori auspici possano avere approdi postivi, constatata le situazione ho dei dubbi. Finchè il PD sarà fermo agli EX (DC-PCI e ora EX PSI) i problemi aumentarenno specie se continuerà la chiusura verso la "nuova società" che è fuori dalla politica.
Scritto da robinews il 12/5/2013 alle 12:46
Caro Giuseppe, analisi perfetta che ha particolare valore soprattutto perchè provocata da un uomo di grande esperienza politica. Oltre le lodi, che spererei tu ritenessi disinteressate e sincere, questa è la dimostrazione che la 'freschezza' in politica non è legata alla carta d' identità, condizione per altro importante, ma troppo spesso di semplice cosmesi. Il rischio è quello che hai paventato e cioè che la scelta di Epifani corrisponda alla ricerca di una compensazione interna. Un errore.
Scritto da paolo rossi il 12/5/2013 alle 13:34
Il tuo, caro Giuseppe, è un esame di coscienza, amaro e senza indulgenze. Che onora il tuo rigore etico e la coerenza politica della tua storia. Posso sottoscrivere la tua analisi e la tua denuncia, anzi voglio farlo, non rinunciando però al giudizio di sempre che mi conduce al convincimento della inadeguatezza originale del progetto del Partito Democratico. Ma, facendo io parte della piccola minoranza socialista , ho coscienza come sia necessario e vitale unire gli sforzi e le volontà in un progetto comune di riscatto e di riscossa, che si colleghi ai grandi movimenti storicamente definiti delle democrazie europee.
Scritto da ulderico monti il 12/5/2013 alle 13:39
@Adamoli, le ragioni delle mie perplessità sono tante ma ne voglio sottoliniare solo una. Sembra che al congresso si debba andare con regole "diverse" dalla scelta per i candidati Premier. Questo sembra sia stata la mediazione con Renzi (per evitare la sua candidatura a segretario al congresso). Questo aspetto traspare in parte del tuo post.Questo è un vecchio vizio della vecchia politica in crisi mortale. Cambiare e adattare le regole per favorire sempre i gruppi di potere in carica. Si o NO?
Scritto da ROBINEWS il 12/5/2013 alle 13:45
@Sic Est, ma lo sa cosa guadagna un segretario nazionale di una confederazione sindacale? Ha idea del lavoro, dell' impegno e della responsabilità per uno che ricopre un ruolo del genere? No dico ne ha almeno una mezza idea? Ora il sindacato ed i sindacalisti si possono, anzi si devono, criticare, ma mi scusi, "nullafacente" se lo tenga per lei!!!
Scritto da Pdvarese il 12/5/2013 alle 13:56
Oggi i giornali parlano dell'assemblea del Pd soltanto nelle pagine interne. Le prime pagine sono dedicate a Berlusconi. Tutto il contrario di sei mesi fa. Che tristezza!
Scritto da Elisabetta il 12/5/2013 alle 13:57
Non condivido quasi niente di quello che sta facendo il Pd. Mi sembra il cercare di sopravvivere alla meglio e basta.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 12/5/2013 alle 14:03
Il fallimento del PD è scritto nelle parole del sig. Adamoli. In quanto al buon Epifani, niente allarmi, alla prima occasione sarà costretto a passare la mano e non per demeriti, ma sicuramente per essere troppo chiaro su quello che dovrebbe fare il PD per riprendersi dalle continue batoste!!!
Scritto da maksim il 12/5/2013 alle 14:05
Diciamo che, con l'elezione di Epifani a segretario traghettatore (ma sarà proprio così per tutti?), il P.D. ha tragugiato un brodino che lo può tirare un po' su, speriamo anche nei sondaggi. Ora, sono d'accordo anch'io, occorre preparare bene l'imminente congresso, dove ognuno dovrà giocare le carte in maniera giusta. Mi spiego. 1.Senza nulla togliere alla vecchia guardia, ai padri fondatori del partito, è il momento in cui - mi auguro, con il profondo rispetto da parte di tutti, (i giovani ed i nativi del P.D.lascino da parte guasconate e rottamazioni)- gli over 60 lascino i posti di comando. Non ne faccio, badate, una questione generazionale (non ho questa grande stima per i baldi giovanotti che, grazie alle primarie, sono entrati in Parlamento), ma semplicemente si tratta di prendere atto che il gruppo dirigente fondativo del partito, ha concluso il proprio ciclo storico con un' evidente sconfitta (elettorale e in occasione dell'elezione per il presidente della repubblica, dove si è mostrato il peggio di noi stessi). 2. Auspico quindi un accordo intergenerazionale nel partito tra l'area renziana e l'area, diciamo così, laburista, o giù di lì, dei "giovani turchi". 3. In questo accordo si dovrà valutare con estrema attenzione chi possa essere il candidato migliore per guidare il partito e quale sia il candidto migliore per sconfiggere alle elezioni il centrodestra (è evidente che se Renzi sarà ritenuto il candidato migliore da opporre a Berlusconi ed a Grillo, il partito potrà essere affidato ad un "giovane turco"). Sarebbe una contraddizione? Può darsi, ma non necessariamente, poichè potrebbe essere un modo intelligente per dare soddisfazione alle principali "anime " del partito. Mi scusino i giovani ed i "nativi": nei partiti della prima repubblica questo sistema, nel caso ad esempio della Democrazia Cristiana, funzionava, se era preceduto da un accordo vero, e non fittizio, tra le varie correnti. 4. Spero si eviti quello che qualche giornale ha già sussurrato, cioè che con il governo Letta si arriverà ad una sfida tra Renzi e lo stesso Letta, riproponendo così, per interposta persona, le faide del passato tra i vari "signori della guerra". Mi auguro che entrambi siano così intelligenti e soprattutto così amanti del partito e dell'Italia da evitarci uno scenario del genere, impedendo alle tifoserie, poco disinteressate al bene del partito del Paese, di riproporci uno scenario da incubo. Il governo Letta d'altra parte deve cercare di realizzare quelle due-tre cose che tutti sappiamo, in un contesto di "armistizio" con il "nemico", dando nel contempo modo al P.D. di rimettere assieme i cocci per l'inevitabile, e speriamo finalmente vittorioso, scontro elettorale. Poi dopo sei mesi-un anno al massimo, sarà Letta stesso a staccare la spina, dopo aver evitato che siano stati altri a dettare troppo nel frattempo l'agenda delle cose da fare.
Scritto da mariuccio bianchi il 12/5/2013 alle 15:11
Caro Adamoli, mi colpisce sempre la tua passione che continua, non la lucidità dell'analisi che è la stessa di sempre. Una lucidità messa al servizio di un partito sbilenco al quale non ho mai creduto e non ho mai appartenuto.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 12/5/2013 alle 15:30
Ho letto la lettera che @Roberto Caielli ha inviato al Direttore di Varesenews. Leggo questo post, e trovo le due posizioni politiche (Caielli e Adamoli) entrambe pregevoli e degne di attenzione. Ma, veniamo al sodo. La figura più grottesca di questa vicenda è quella della Bindi, ‘la contraria che vota a favore’. Bindi e Franceschini, che detiene un dicastero di poco conto, sono le figure più opache e vecchie degli ex-Margherita. Ora vorrei soffermarmi sulle parole ‘impulso del Presidente Napolitano’ utilizzate da Adamoli. Ha un po’ troppi impulsi questo Napolitano! Dalla nomina di Mario Monti (prima, a senatore a vita e poi a Presidente del Consiglio), l’inquilino del Colle si è comportato in maniera fortemente discrezionale, al canto dell’antifona ‘abbassiamo i toni’. Peccato che questa sia stata rivolta ai cittadini che protestavano, alla stampa, ai partiti di opposizione ma non ai pidiellini che ieri, a Brescia, hanno dato vita ad una kermesse dichiaratamente inopportuna per i giorni faticosi che stiamo vivendo, legati alla ‘costruzione’ di un governo quasi impossibile. A parte qualche scalmanato accusato di ‘vilipendio’, le uniche voci critiche che ho udito levarsi nei confronti di quest’uomo sono state quelle del prodiano Gozi (che poi, pare, abbia smentito, forse perché la paura fa novanta) e di Occhetto, che ha parlato di ‘gestione poco limpida’ da parte dei vertici della Repubblica. I vertici del PD, invece, vorrebbero farci credere che il principale obiettivo di Napolitano era quello di chiudere il settennato per poter prendere il sole, insieme alla Clio, serenamente sdraiato sulla spiaggia di Marina Piccola di Capri. Ebbene, in presenza di una così importante malafede, cosa c’è ancora da dire? La verità è che noi educhiamo male i nostri politici. A Letta, che questa sera si gusterà, seduto convivialmente allo stesso tavolo di Alfano, le ‘specialità della casa’ dell’hotel Abbazia, gli lanciamo un pesante monito: ‘Caro Presidente Letta, sia più ‘diritto’ con quelli del PdL. O sì, o no! Tutto quello che è in più viene solo dal male’. E’ il Vangelo che lo dice, mica io. E speriamo che la Gianna gli abbia messo in valigia il Maalox.
Scritto da eg il 12/5/2013 alle 15:33
Magari le cose che scrive @mariuccio bianchi potranno anche essere interessanti, ma tra lui, Fiori e Molinari ci propinano sempre dei gran documenti politici, fiumi di parole. Per l' amor di dio sta poi ai lettori leggere o meno, ma fossero più concisi non sarebbe male. Si vede che deve essere un difettuccio di fabbrica dei cattolici quando fanno politica. Parlano e scrivono tanto, sul fare e sull' essere concreti un po' meno. Un po' di concisione ragazzi!!!
Scritto da Pdvarese il 12/5/2013 alle 15:53
Schematizzo la mia riflessione. 1) Un segretario traghettatore ha un solo compito: garantire che il Congresso si svolga senza nascondere la realtà da cui partiamo, che è quella di una “non scelta” di governo, scaturita soltanto in conseguenza di un vero e proprio “golpe interno” consumato da un quarto dei parlamentari nel segreto del voto. 2) I 101 traditori non sono “compagni che sbagliano”, né parlamentari giovani e/o inesperti. In politica contano i fatti, e i fatti dicono che grazie al siluramento di Prodi è stato possibile costituire il governo delle larghe intese. Pertanto, l’ombra dei traditori non si èd issolta, ma ci accompagnerà almeno fino al Congresso. 3) Se Epifani non rappresenta la continuità dell’attuale gruppo dirigente, lo dimostri con i fatti e, se possibile, dichiarando da subito che non sarà candidato alla segreteria. 4) Si potrà essere leali con il governo soltanto se Letta sarà leale con gli elettori del PD e, soprattutto, chiaro e trasparente negli obiettivi programmatici. Sì, perché il vero traghettatore è lui, che deve garantire la rapida approvazione di una nuova legge elettorale ed il ritorno alle urne in tempi brevi. Nel suo discorso d’investitura, invece, è partito molto male, lasciando intendere una durata di circa due anni e la volontà di riformare la Costituzione. 5) Per quanto mi riguarda, è dirimente, per il futuro del governo e del PD, la questione del presidenzialismo. Il PD deve dire chiaramente che il presidenzialismo non è nell’agenda politica di questa legislatura. 6) Il Congresso non deve essere l’autocelebrazione del governo Letta; pertanto, netta contrarietà sia agli unanimismi di facciata, sia alle candidature unitarie condivise. Il Congresso deve essere aperto, responsabile e rifondativo. Aperto, nel duplice significato che si devono evitare i soliti escamotage normativi per ridurre la platea degli aventi diritto al voto di voto e che devono potersi confrontare tutte le posizioni differenti presenti all’interno del PD. Responsabile, perché deve essere piena la consapevolezza che la posta in gioco è il futuro del PD., che è di gran lunga più importante del futuro dell’attuale governo. Rifondativo, perché il futuro segretario dovrà rappresentare un gruppo dirigente rinnovato e capace di riprendere in mano il timone decisionale del PD, che attualmente si trova a seguire rotte segnate da altri, che vanno da Napolitano a Berlusconi.
Scritto da Leonardo C. il 12/5/2013 alle 16:29
Ho ricevuto e metto volentieri questa letterina scherzosa scritta da Giovanni Barbesino ad Enrico Letta con la firma del ministro Cecile nel giorno della riunione del governo in una abbazia toscana. Caro Enrico, ho ricevuto la missiva DE GIROLAMO e l 'ho LETTA , IDEM quella di MAURO. Sono preoccupati per il fatto che hai scelto un abbazia dei FRANCESCHINI e non dei GIOVANNINI. Inoltre li spaventa, pur avendo la CARROZZA, l'attraversamento DEL RIO dei SACCOMANNI. Piu' ancora dei LUPI temono imboscate delle forze dei PATRONI GRIFFI che presidiano la zona cibandosi prevalentemente del QUAGLIARIELLO, volatile di cui rimangono pochi esemplari. Anche ORLANDO che era furioso adesso è un pò un più BONINO. La sua lettera era scritta in BRAYlle eppure sia ANGELINO che LORENZINo l'hanno capita. Hanno avuto un vero e proprio colpo D'ALIA, chi l'avrebbe mai detto di quei due con quegli occhi da TRIGILIA. Anche i CANCELLIERI MILANESI (MO E' VERO ? ) sono rimasti un pò preoccupati per lo sviluppo di ZANONATO. Tua CECILE. Del resto non sapevo dove inserire KYENGE ?
Scritto da Giovanni Barbesino il 12/5/2013 alle 17:39
Se guardo a cosa è stato Epifani alla CGIL concludo che al PD nei prossimi mesi servirà unicamente a tenere congelata la situazione in attesa del congresso. Sono d'accordo che debba essere rifondativo e quindi fondato sul confronto tra candidati portatori di una visione della società e di piattaforme programmatiche chiare, e accompagnate da un'analisi altrettanto chiara della sconfitta elettorale. Sarebbe incomprensibile che Renzi non fosse della partita. In ogni caso il suo futuro passa da lì.
Scritto da mose il 12/5/2013 alle 17:40
@PDVarese, condivido le tue critiche a @Sic Est. Il quale prima si dice d'accordo con @Adamoli e poi vomita insulti contro Epifani e Civati.I termini usati da @sic.est. contro Epifani sono uguali a quelli usati dell'estrema destra.Tutti hanno piena legittimità a criticare "politicamente" tutti e tutto ma insultare no.Il mio destino in questo blog torna ad essere quello di difendere anche quelli che critico dagli insulti. Mi devo attrezzare per difendere CIVATI entrato nel mirino di @sic.est.
Scritto da robinews il 12/5/2013 alle 18:07
Dal miraggio dell'accordo con Grillo per il Quirinale, alla scelta di Marini(in accordo con Berlusconi),poi l'unanimità(??) tradita sul nome di Prodi.E' ovvio che si perda consenso, non di certo dovuto alla debo- le comunicazione,bensì per l'incomprensione dell'identità e del progetto politico culturale dovuto anche ai veti incrociati al vertice PD derivanti da diverse concezioni politiche ereditate dalla fusione a freddo (DS-DL). Perciò c'è poco di nuovo da comunicare agli elettori.
Scritto da Ravani il 12/5/2013 alle 18:28
@Robinews (12.46) - Visto che qualche volta hai fatto riferimento alla lunga riflessione “extra blog“ che mi hai mandato alcuni giorni fa dal titolo “Le pistole scariche di Berlusconi”, ti rispondo pubblicamente in un modo che i lettori possano capire anche se non hanno letto il tuo “pezzo”. Penso anch’io che Berlusconi non voglia andare presto alle elezioni anticipate malgrado i sondaggi gli diano ragione. E non solo per i processi in corso ma per altre cento ragioni. Da questo punto di vista Enrico Letta è forse più forte di quanto non appaia a prima vista. La mia sensazione è che il suo programma è all’80% quello che avrebbe presentato Pierluigi Bersani se avesse vinto le elezioni. E allora vada avanti senza timidezze e senza dare troppo ascolto alle minacce che gli dovessero ancora pervenire dal Pdl. Per Letta è il tempo di osare, su questo concordo. Venendo al commento di oggi. A me pare che il Pd si stia affrancando da molti vecchi leader. Del resto tanti protagonisti di questa fase hanno un passato politico. Non può non essere così. Vendola, ad esempio, era di Rifondazione comunista.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/5/2013 alle 18:56
Renzi non starà alla finestra Beppe...ne sono certo!
Scritto da Lorenzo Guerini il 12/5/2013 alle 19:57
@Adamoli. Concordo pienamente!
Scritto da Antonio Iosa il 12/5/2013 alle 19:58
Giuseppe,il tuo post di oggi è lungo e complesso perché introduce tanti argomenti,tutti importanti.Ho seguito tutta la diretta dell'Assemblea del PD ( tutti gli interventi ),e la diretta sulla manifestazione del PDL,e quella di SEL ( tutto trasmesso da SKY).Provo a ragionare pacatamente,su quello cui ho assistito in uno strano sabato italiano.( mi scuso ma sarò un pò più lungo del solito).All'Assemblea del PD hanno partecipato la metà degli aventi diritto,mi chiedo : perché? ( continua )
Scritto da mario diurni il 12/5/2013 alle 20:01
@ eg. Giorni fa ho subito una sua reprimenda alla quale non ho replicato perché considero il blog un luogo per manifestare il proprio pensiero. A volte capita di ritenere ingiusta un’opinione altrui, ma fa parte del gioco. Oggi, mi capita di dover sottoscrivere in pieno quanto da lei espresso nel suo commento (15,33) . Di più. La ringrazio per avermi esonerato dalla fatica di scrivere ciò che ha esposto in maniera così efficace.
Scritto da Angelo Eberli il 12/5/2013 alle 20:06
Ho apprezzato alcuni interventi ( Fassino,Renzi ),altri mi hanno lasciato perplesso ( Bindi,Puppato,Zappa,Fassina ).Che senso ha avuto aprire l'assemblea ad Occupy PD? E' un segnale politico?Sulla scelta di Epifani ho dei dubbi,perché proviene dalla CGIL,e non è mai una cosa buona per la democrazia che un sindacato sia troppo politicizzato.Ho apprezzato molto l'intervento di Letta,che ha doti per me inaspettate,e se il suo partito lo farà lavorare in pace,credo che farà bene.( continua)
Scritto da mario diurni il 12/5/2013 alle 20:10
La presenza di Renzi in posti di responsabilità nel partito servirebbe solo ad accelerare la fine del partito stesso.Renzi ha esordito con l'intento di rottamare la direzione invece ha rottamato tutto il partito che oggi è allo sbando.Nonostante il "rattoppo" Epifani.
Scritto da Giuseppe Morelli il 12/5/2013 alle 20:11
Secondo @Pdvarese i guai del Partito democratico sarebbero da ascrivere ad una classe dirigente troppo vecchia e ad un effluvio di parole inutili. Se si trattasse solo di questo sarebbe facile rimediare; in realtà anche nella recente assemblea i giovani non hanno detto nulla di nuovo e di importante e il nuovo segretario a tempore non è proprio di primo pelo. Il il Partito Democratico è fuori dalle realtà, si comporta come un forza del Novecento e non ha mai fatto una lettura seria della società e del mondo in cui viviamo, neppure ha fatto una analisi sia pure superficiale del voto elettorale e non ha previsto (esattamente come nel ’94) la deriva populistica con l’avvento del nuovo soggetto politico “né di destra né di sinistra” del M5S. Non è con la semplificazione né con ritorno ai rassicuranti schematismi del passato che si recuperano i voti perduti e si raccolgono nuovi consensi. Ha ragione Adamoli: è per la nostra mancata riflessione che ci siamo auto reclusi nel recinto di una sinistra che non interpreta più la società, mentre sarebbe stato necessaria coltivare l’intuizione originaria che doveva portare alla “contaminazione cognitiva delle culture”. Altro che cultura! Invece che di contenuti si parla di tattiche, di alleanze e il partito anziché sulle idee e sui programmi si divide sui personalismi Non si colgono neppure le insperate opportunità che abbiamo: un governo che negli uomini e nel programma esprime i nostri orientamenti e che mai saremmo riusciti a ottenere con l’attuale livello di consensi; se gli togliessimo la fiducia la strada sarebbe spianata per un ritorno trionfale del “berlusconismo” e del populismo. Ma anche nell’ipotesi, del tutto fuori della realtà, che riuscissimo ad avere la maggioranza, l’attuale situazione politica non consente che un ristretto margine per un’azione governativa di cambiamento; le teorie keynesiane del deficit-spending non possono trovare applicazione in un Paese che ha un debito superiore al proprio prodotto interno di un anno. In quale altro partito si gioca al personaggio che va buttato dalla torre come da noi? Possibile che il dibattito debba ruotare intorno ai vari Bersani, D’Alema, Renzi, Fioroni, Franceschini, i Giovani turchi e via di seguito? Se non ricominciamo a parlare seriamente di politica non avremo futuro
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 12/5/2013 alle 20:11
Torno agli interventi di Bindi e co: che senso ha parlare di traditori ( i 101 )? E perché dire " che non vogliono la pacificazione con Brunetta,ed Alfano?" Che significa? Non credo intendano soltanto, che no vogliono ilGoverno con loro,ma che li considerano dei nemici,non degli avversari,e questo è molto pericoloso,vista la Piazza di Brescia.Sono quelli,o quelli di Vendola a Roma,i compagni con i quali fare il Governo del Cambiamento?Mi sembra che anche tu risponda di no a questa domanda.
Scritto da Mario diurni il 12/5/2013 alle 20:20
Certo che il Governo con il PDL è un'anomalia,ma è l'unica cosa che si potesse fare dopo i disastri di Bersani.Io non appartengo a nessun partito,e cerco di trovare una rappresentanza,ma non riesco a trovarla da nessuna parte,e come me tanti altri.Temo molto per questo nostro paese, si è aperto di nuovo il vaso delle contrapposizioni,e delle piazze violente.( abbiamo da poco ricordato Moro),ed abbiamo già dimenticato quanto avvenuto davanti Palazzo Chigi.Vedo che anche tu oggi sei preoccupato
Scritto da mario diurni il 12/5/2013 alle 20:29
Caro Giuseppe se cominciamo a dire che una persona, chiunque essa sia, porterá un ricambio profondi cominciamo con i personalismi. Bisognerebbe cominciare a dire cosa significa fare politica, anzi Politica.Personalmente non vedo niente di eccezionale in Renzi, anzi una ripetizione di concetti banali. Vedo purtroppo dietro Renzi una bella sfilza di arrivisti e purtroppo neppure preparati o disposti almenno ad imparare. Ritengo inoltre inopportuno che quelli come te, cui il PD ma ancor di più la Politica, deve molto scendano nell'agone pro o contro ciascuno. Continua a volare alto, come sai fare!
Scritto da Mauro Prestinoni il 12/5/2013 alle 20:58
Attendiamo sempre spiegazioni sul perché' Renzi abbia avviato la campagna per le primarie con due mesi di anticipo sull'indizione delle medesime e con i suoi personali colori.
Scritto da Pierluigi Galli il 12/5/2013 alle 21:44
Guardate che le primarie le ha vinte Bersani, a differenza delle secondarie...
Scritto da Angelo Ruggeri il 12/5/2013 alle 21:49
@Mauro Prestinoni (20.58) - Nessun personalismo. Leggi bene per favore tutto l'intervento all'assemblea nazionale. Il Pd è ancora nel limbo. Per uscirne bene ha bisogno di un forte rinnovamento di cultura e linea politica, di uomini e di donne. Se invece per te va bene così il discorso è già chiuso. Se al prossimo congresso Renzi sarà in campo questo processo sarà facilitato, che vinca o che perda. Tu non lo voterai e altri si. Questa è la democrazia. Ti faccio un esempio: se le primarie le avesse vinto Renzi con ogni probabilità Berlusconi non sarebbe stato in campo. Attenzione non dico che il sindaco di Firenze avrebbe certamente vinto. ma affermo che il ricambio ci sarebbe stato anche da parte del Pdl. E poi Renzi non può stare alla finestra per giocare solo la partita del capo del governo. Arriva anche per lui il momento di spendersi per il suo e nostro partito anche con il rischio di perdere. Il mio parere è questo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/5/2013 alle 23:48
@ Giuseppe ho letto il tuo intervento integrale. Una otiima analisi che condivido. Renzi... potrebbe provare a convincermi..... con le idee e i programmi, con una classe dirigente fatta di persone preparate e che siano "servizio" e non un codazzo di persone che vedono lì la scia per la carriera.
Scritto da Mauro Prestinoni il 13/5/2013 alle 00:00
@ Giuseppe Adamoli il 12/5/2013 alle 23:48 . Su Renzi e il suo eventuale carisma ho alcune perplessità; se guardo ai seguaci locali divento quasi ostile. In coscienza, guardando oltre le pur ottime intenzioni, non mi è chiaro l'impianto di idee e di programmi interpretate da Renzi, e tanto meno la linea tattica. Ma io, come ben sai, sono soltanto un vecchio con vecchie idee sul ruolo del Partito...
Scritto da ulderico monti il 13/5/2013 alle 07:43
@ Giuseppe Adamoli il 12/5/2013 alle 23:48 . Su Renzi e il suo eventuale carisma ho alcune perplessità; se guardo ai seguaci locali divento quasi ostile. In coscienza, guardando oltre le pur ottime intenzioni, non mi è chiaro l'impianto di idee e di programmi interpretate da Renzi, e tanto meno la linea tattica. Ma io, come ben sai, sono soltanto un vecchio con vecchie idee sul ruolo del Partito...
Scritto da ulderico monti il 13/5/2013 alle 07:43
... io elementarmente la vedo cosi : le primarie le ha vinte Bersani perchè nel partito ci sono vecchie corporazioni e generazioni legate a vecchie mentalità che ormai sono superate : se fossero state libere ( le primarie) ora il PD starebbe governando e se Napolitano avesse sciolto le camere nel 2011 oggi avremmo già un paese su binari migliori ...
Scritto da Daniele Pescatore il 13/5/2013 alle 09:02
Lo continuerò a ripetere. Se si vuole bene al PD, come unico soggetto innovativo capace di riformare il paese, bisogna pensarlo come il partito della competenza e della meritocrazia. Io mi domando allora: quali sono le logiche, anche in provincia, che portano a formare la segreteria e il direttivo? Logiche meramente di spartizione di poltrone, in base a quale corrente prevale, oppure logiche pragmatiche ( e di cuore) sul "saper fare" ? La società migliore deve entrare nel PD e in politica.
Scritto da Simone Franceschetto il 13/5/2013 alle 09:18
@Daniele ma cosa vuol dire primarie libere? Non mi risulta che si sia impedito a qualcuno di votare... . Piuttosto a me pare che le primarie dimostrano la loro inadeguatezza , imprecisione e falsa democrazia.
Scritto da Mauro Prestinoni il 13/5/2013 alle 09:36
Mi piace sottolineare "Nella stanchezza della democrazia vince la destra". Tanti interventi dimostrano che c'é molta stanchezza elaborativa nel non riuscire a capire che la causa della nostra sconfitta é da addebitare all'incapacità di non vedere che il mondo é totalmente cambiato.
Scritto da Sic Est il 13/5/2013 alle 09:51
@Mauro Prestinoni... aperte a tutti ...
Scritto da Daniele Pescatore il 13/5/2013 alle 09:54
@Daniele: concordo perfettamente con te se i vetere-comunisti dell'apparato e il vecchiume correntizio fosse stato spazzato via dalle Primarie, oggi avremmo avuto un governo di cambiamento e un nuovo Presidente della Repubblica. Corporazioni e mentalità distorte di casta di potere esistono tuttora e siamo condannati ad una eterna opposizioni, demonizzando Berlusconi e magari Grillo| Quest'ultima sembra essere la vera novità e Berlusconi alle prossime votazioni ci surclasserà! Che tristezza..
Scritto da Antonio Iosa il 13/5/2013 alle 09:55
@Mario Diurni (20.01 e seguito) - Di solito scrivo post molto più brevi e circoscritti altrimenti il numero dei lettori cadrebbe e la discussione sarebbe fra pochi addetti ai lavori, l’opposto di quello che desidero. Stavolta ho optato per mettere l’intervento all’assemblea nazionale ma è un’eccezione. Il numero dei partecipanti a Roma non è stato altissimo perché è molto diffusa la sensazione dell’inutilità di queste mega riunioni sentendosi chiamati a ratificare decisioni prese altrove che non sono di fatto modificabili. E’ così da un bel po’ di tempo e questo dimostra che la struttura e le modalità di lavoro di questo organismo vanno profondamente cambiate. Occupy Pd non ha partecipato all’assemblea. E’ stata chiamata un ragazza a mostrare la loro maglietta senza dire una parola. Un piccolo gesto di cortesia ma nulla più. Quando Rosy Bindi si dice contraria alla pacificazione (espressione berlusconiana) cosa vuol dire? Se significa no alla “quasi omologazione” col Pdl sono d’accordo. Siamo e restiamo alternativi. Mentre sono assolutamente refrattario a considerare nemici gli avversari politici. Sul governo sfondi una porta aperta. Ero contrario al governo impossibile con Grillo e penso che a questo punto il Pd debba sostenere Letta con impegno in attesa di vedere cosa produrrà. Epifani lo ha detto chiaramente. Se il governo farà bene l’area del dissenso interna al Pd (e anche al Pdl) si ridurrà altrimenti si tornerà alle urne sperando che nel frattempo sia stata cambiata la legge elettorale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/5/2013 alle 10:05
@Simone Franceschetto (09.18) - Sottoscrivo il tuo appello sulla meritocrazia e sul Pd aperto a tutti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/5/2013 alle 10:09
Io non vorrei più nessuna corrente all'interno del PD, alle furbizie interne (da tutte le parti) che ci hanno portato a questo collasso. Qui bisogna fare una "rivoluzione" di metodo, che parta dal basso e che parli al cuore della società civile. Il partito è il mezzo e non il fine della partita da giocare in Italia ed in Europa. E qui riprenderei i fondamentali del Lingotto 2007, andando ad analizzare ogni parola e direzione di quel fantastico discorso di novità e di innovazione
Scritto da Simone Franceschetto il 13/5/2013 alle 10:18
"La società migliore deve entrare nel PD e in politica." Scritto da @Simone Franceschetto il 13/5/2013 alle 09:18. Perché nel PD e in politica? A causa della diversità antropologica di cui teorizzava Berlinguer? La società migliore può essere nelle professioni e nei mestieri, nelle arti e negli studi, senza per questo essere obbligata a entrare nel PD. Mi pare una concezione bolscevica o fascista, per cui se non hai la tessera non sei una persona. Ci inventiamo la categoria "fasc-democrat" ?
Scritto da ulderico monti il 13/5/2013 alle 10:42
@Adamoli, grazie per la tua precisazione delle ore 18,56 di ieri. Anche io voglio precisare che per costruire una grande forza progressista alternativa alla destra in Italia C'E' BISOGNO DI ARRIVARE AL PIU' PRESTO A NON AVERE NESSUN EX e questo riguarda "tutti" Vendola compreso. un'altra cosa invece e quella di avere rispetto e di fare tesore di tutte le esperienze storiche che sono confluite e che possono confluire in un nuovo progetto politco guardando al presente e al futuro e non la passato
Scritto da robinews il 13/5/2013 alle 11:21
Gentile @Angelo Eberli, la ringrazio per aver condiviso (20,06) il mio pensiero, anche perché ritengo che lei sia una persona garbata, equilibrata e sempre rispettosa dell’altrui opinione. Di fatto, mi fa sentire meno sola: ovunque mi giri, sono circondata da dirigenti, iscritti e anche semplici militanti ed elettori, sempre pronti all’acritica devozione di Re Giorgio (come lo incoronò ‘The New York Times’ qualche anno fa). Purtroppo, a mio giudizio, ‘i segni dei tempi’ non vengono letti con quella buona fede che ogni essere umano dovrebbe racchiudere in sé. Infine, mi spiace che lei abbia percepito una forma di critica nel commento che le ho rivolto qualche giorno fa, che aveva solo lo scopo di invitarla a sdrammatizzare la portata dei borbottii della piazza. Di ciò che si ascolta e legge ogni giorno, occorre sempre fare la tara.
Scritto da eg il 13/5/2013 alle 12:12
@Ulderico Monti alle 10:42, mi trova d'accordo. Sottolineo, però, che il problema Italia è l'esistenza di una destra che ha uguali solo in paesi dell'America Latina, nelle ex colonie africane, in molti paesi asiatici: la presenza di un partito che è proprietà di un uomo che è entrato in politica (non è l’unico, ma non sono capi partito) per risolvere le sue questioni personali e quelli della sua azienda. Nei Paesi seri anche nella destra, non quella fascista che è da vituperare con veemenza (come d’altronde l’estrema sinistra), si trovano elementi culturalmente preparati, capaci e onesti, comunque degni di non essere presi come esempio di nemico da abbattere. Pensare che la cultura, l’onestà e la capacità di governare siano monopolio solo della sinistra è disconoscere la storia e raccontarla come le favole di Vendola.
Scritto da Sic Est il 13/5/2013 alle 12:18
Epifani non mi convince ma se è l'unico modo per preparare un bel congresso lo accetto. Basta che appoggi il governo che non ha alternative anche se il Pd dovrà fare parecchie puntualizzazioni per contrastare il peso del Pdl.
Scritto da Andrea il 13/5/2013 alle 12:45
Ho letto sulla Prealpina che fai parte dell'organizzazione dei renziani. E' vero?
Scritto da Iscritto Varese il 13/5/2013 alle 13:41
Per @Robinews (11,21): è fondamentale essere degli ‘ex’, a meno che ci siano ragioni anagrafiche ad impedirlo. Quando sento 50enni (aderenti al PD) sostenere beatamente: ‘non mi sono mai interessato di politica, non provengo dalla DC (o Margherita), dal PCI (o DS), dal PSI (o SI)’, io rimango sulle difensive e dico fra me e me ‘ohibò, costui (o costei) la coscienza politica e civica dove le avrà mai acquisite?’. I libri di storia non sono sufficienti a farci innamorare della ‘res publica’, occorre anche la passione civile, altrimenti ci si trova ad inorgoglirsi di liste civiche nate in assemblee condominiali. E poi, @Robinews, non vorrai mica trovarti in compagnia di quel famoso ideologo di estrema destra che teorizza l’importanza di non essere degli ex. Così avevo letto in una intervista effettuatagli dal magazine Sette del Corsera (che è sempre meglio delle riviste di Alfonso Signorini, però, diciamolo francamente, non è una grande rivista per un siffatto intellettuale).
Scritto da eg il 13/5/2013 alle 13:43
Venerdì sera nel Circolo di Laveno Mombello, si è svolta l’assemblea degli iscritti aperta anche ai simpatizzanti. Era presente la neo parlamentare Maria Chiara Gadda. L’intervento iniziale del Segretario mostrava le molte perplessità sul momento politico che stiamo vivendo. La stessa parlamentare nel suo discorso esplicativo, mostrava un notevole disagio per essere stata costretta per disciplina di partito e stato di necessità, a votare la fiducia a questo governo. Gli interventi dei presenti, compreso il mio hanno messo in evidenza la cesura esistente tra il gruppo dirigente e la “base”. Anzi, qualcuno insisteva per le dimissioni immediate del Primo Pinistro Letta. Da più parti è stato fatto rilevare che la partecipazione di un ministro alla manifestazione di Brescia contro la Magistratura sarebbe stato un fatto intollerabile. (Sappiamo come è finita). Quasi tutti hanno sottolineato il detto “non ad ogni costo”. Alla fine ho avvicinato la parlamentare chiedendole se avesse partecipato ad altre riunioni del genere e con quali risultati. Mi ha risposto che aveva incontrato numerosi altri Circoli e che, tutto sommato, la riunione lavenese era tra quelle più tranquille. (Mi scuso per la lungaggine ma un resoconto non può essere telegrafico).
Scritto da Angelo Eberli il 13/5/2013 alle 13:49
@E.G. condivido gran parte delle tue considerazioni sul tema degli EX. personalmente sono orgogliosamente un EX e sono sempre ben predisposto a dare il mio modesto contributo per costruire qualcosa che sappia andare anche molto oltre la mia esperienza da ex e spero di tutti gli ex che vivono la vita politica italiana.Quando faccio la riflessione sul tema EX, intendo dire che non può esserci nessun futuro se ogni EX pensa di ricostruire la sua EX esperienza. Solo una nuova "cosa" può avere futuro
Scritto da robinews il 13/5/2013 alle 14:04
@Eberly, grazie per le informazioni su Laveno Mombello e sul fatto che questo incontro sarebbe stato uno dei più tranquilli rispetto ad altri. Questo testimonia la vitalità di chi non si arrende alla politica politicante dove la coerenza è una materia rarissima. Tutto questo può aiutare a costruire un percorso congressuale per niente scontato.Quello che auspico è che siano sconfitti gli "EMARGINATORI" pendenti a destra, e che vincano gli "INCLUSORI" che guardano a sinistra M5S incluso.
Scritto da robinews il 13/5/2013 alle 14:14
@ Ulderico Monti. Con la mia affermazione intendevo dire che se la politica continuerà ad essere "occupata" maggiormente da chi la vede solo come una fonte di guadagno, perchè non troverebbe un'altra posizione più interessante al di fuori di essa (anche per mancanza di competenze), è ovvio che la politca continuerà ad essere mediocre e di basso livello. E' per questo che i migliori della società civile dovrebbero entrare in essa per cambiarla (mantenedo la propri posizione/professione lavorativa
Scritto da Simone Franceschetto il 13/5/2013 alle 14:25
Ringrazio @Angelo Eberli per la efficace cronaca sull’incontro di Laveno. La cesura tra il gruppo dirigente e la “base” esiste, ma ai vertici del PD si preferisce far finta di niente. Intanto Letta va avanti per la sua strada, noncurante del fatto che alla legittimazione formale ottenuta dal Parlamento non corrisponde necessariamente una legittimazione sostanziale da parte degli elettori. Ho sentito la sua conferenza stampa sulle priorità dei prossimi 100 giorni: si vuole percorrere la strada delle riforme istituzionali e, nel contempo, modificare il porcellum per avere comunque una diversa legge elettorale nel caso il percorso delle riforme s’interrompesse. L’intenzione è anche condivisibile; un po’ meno il “non detto” per quanto riguarda le ipotesi in campo. Letta, Alfano e Quagliarello hanno fatto riferimento, come in un’aula universitaria, ai diversi modelli cui guardare: Inghilterra, Francia, Germania. Come dire, nei prossimi 100 giorni si studiano tutte le possibili diverse forme di governo e poi si elabora una proposta che possa andare bene per il Paese. Ma chi si vuole prendere in giro? Berlusconi ed il centrodestra su questo argomento hanno le idee molto chiare. La loro soluzione è un presidenzialismo che sovrasti il peso dei partiti. Ma in tutto questo qual è la proposta del PD? Qual è la sua posizione rispetto al pressing di Berlusconi che, bisogna riconoscerlo, in questi 20 anni ha sempre coerentemente ricercato la soluzione finale nella legittimazione diretta dal popolo? Ho già detto in altre occasioni che non sono pregiudizialmente contrario ad un’ipotesi di presidenzialismo o semipresidenzialismo, ma sono assolutamente convinto che esso possa nascere soltanto da un forte sistema dei partiti. Per questo sono contrario al fatto che questo Parlamento e questo governissimo generato in vitro, siano politicamente legittimati ad operare una tale scelta.
Scritto da Leonardo C. il 13/5/2013 alle 15:06
Caro Adamoli ho letto il tuo intervento ed i commenti del blog. Mi permetto di intervenire in merito. Tolto il richiamo ai nemici con i quali non vuole fare pace ( R:Bindi),...e la gran voglia della maggioranza della base di ribaltare subito questo Governo (inquinato?) ed il senso di frustrazione dei giovani PD (...non si sono accorti che è cambiato tutto), che rimane del PD? Il Presidente Napolitano (vero segretario del PD) ed il Governo Letta...che non è da buttare a mare. Non è poco...
Scritto da Fabrizio Piacentini. il 13/5/2013 alle 15:09
@Angelo Eberli. All’on. Gadda (ed agli altri deputati e senatori che hanno malvolentieri votato il sostegno al governo Letta), consiglio di non limitarsi a somatizzare il malessere dovuto al voto non convinto, ma di esporre pubblicamente il proprio punto di vista critico, se non altro per controbilanciare l’arroganza di personaggi come Francesco Boccia, Nicola Latorre, Umberto Ranieri. Chissà se qualcuno di loro ha fatto parte della brigata dei 101…
Scritto da Leonardo C. il 13/5/2013 alle 15:09
@Angelo Eberli. Mi pare troppo facile dire peste e corna del governo Letta. Perché non hai chiesto all'onorevole che alternativa immaginava o se preferiva andare subito alla elezioni in maniera da consegnare l'Italia a Berlusconi dati gli errori pazzeschi fatti dal Pd?
Scritto da Giorgio S. il 13/5/2013 alle 15:33
@Franceschetto (9,18) e @Prestinoni (20,58) sono mossi dal medesimo spirito ossia che competenza e merito siano i criteri per la scelta dei dirigenti del PD. Però, solo Franceschetto parrebbe riscuotere il consenso di Adamoli (10,09). Forse perché @Prestinoni (20,58) si mostra critico nei confronti dei ‘renzini’ (‘vedo purtroppo dietro Renzi una bella sfilza di arrivisti e purtroppo neppure preparati o disposti almeno ad imparare’). Come negare l’evidenza di ciò che sostiene Prestinoni? @Monti addirittura scrive (7,43): ‘se guardo ai seguaci locali (di Renzi) divento quasi ostile’. Sbagliano coloro che pensano che Monti stia esagerando. E sono in errore anche coloro che pensano di ricondurre queste divergenze a mere visioni politiche diverse. Io ho già avuto modo di scrivere, qualche mese fa, che Renzi è meglio dei renziani diffusi sul territorio. Allora inviterei Adamoli a non sottovalutare queste osservazioni benigne che in questo post formuliamo già almeno in tre (io, Prestinoni e Monti). Senza contare quelli che – sono certa – si sono auto-censurati. Cosa che farò anch’io ora, dal momento che i renziani locali stanno diventando un dogma, al pari di Re Giorgio. Ringrazio @Robinews per la sua risposta (14,04) che ho compreso poco perché era infarcitissima di ex, ma ora la rileggo.
Scritto da eg il 13/5/2013 alle 15:38
@Leonardo C. Mi sono limitato a fare uno stringato resoconto della riunione. Per quanto riguarda Maria Chiara D’Adda, (e per quello che può valere il mio giudizio), posso dire che mi è parsa una parlamentare consapevole del suo ruolo e molto preparata. Non ha nascosto il proprio disagio, ma ha mostrato di saper valutare con realismo la fase difficilissima che stiamo attraversando. Non era lì per “dare la linea”, ma per raccontare la sua visione dell’accaduto e ascoltare quello che le veniva detto senza ombra di sufficienza o saccenteria.
Scritto da Angelo Eberli il 13/5/2013 alle 15:47
Condivido la definizione di partito incompiuto; il PD si e' progressivamente allontanato dal progetto interclassista del Lingotto per ritornare nell'alveo del progressismo, ma intanto quello spazio politico ha mutato forma ed e' stato occupato dal movimentismo grillino. Ora il PD e' in mezzo al guado tra riformismo blairiano e radicalismo; deve scegliere. Usate questi mesi x trovare una direzione chiara sapendo che perdere pezzi e' necessario, altrimenti sara' un compromesso x il potere
Scritto da larpi il 13/5/2013 alle 15:53
Repetita iuvant? Non lo so. Credo, però, che il sistema informatico di Varese News stia duplicando ogni intervento.
Scritto da Sic Est il 13/5/2013 alle 16:12
@Leonardo C. I 3 nomi fatti appartengono ai famosi 101? penso proprio di si. Sul dibattito in corso penso sia molto utile la lettura di E. Galli Della Loggia (Corriere oggi). Nell'analisi che tutti fanno manca totalmente quanto avvenuto con il 26% del M5S (prima rottura con il paese reale) e lo scollamento ulteriore dopo la scelta di fare il governissimo (seconda rottura con un altro pezzo importante del paese reale). Senza una ricerca e ricomposizione in questa direzione NON C'E' FUTURO.
Scritto da robinews il 13/5/2013 alle 16:23
@Iscritto Varese (13.51) - Legittima la tua curiosità. Nelle primarie per la leadership del centrosinistra avevo votato Renzi motivando apertamente la scelta sul blog. Non ho mai partecipato finora ad una riunione dei comitati Renzi a Firenze, Roma, Milano e Varese.. Non tutto ciò che sostiene lo condivido, tuttavia penso che abbia rappresentato una scossa salutare per il Pd. Mi auguro che su certe materie esca dal vago e precisi meglio la direzione di marcia. Vedremo che posizioni prenderà per il congresso di ottobre. Non mi lego a una persona (l’avevo fatto solo con Aldo Moro quand’ero un ragazzino) ma semmai appoggio un’idea, un progetto, un programma.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/5/2013 alle 16:28
Carissimo Giuseppe, ci siamo! Se anche la metà delle accuse contenute nella requisitoria della Bocassini saranno confermate dal giudizio sul caso Ruby (dopo le altre condanne e gli altri processi in corso) COME POTRA' REGGERE UN'ALLEANZA DI GOVERNO CON BERLUSCONI? Dire che questo si possa tenere distinto dalla vita del governo è ipocrita e POLITICAMENTE INSOSTENIBILE. come sarebbe bello se il B. chiedesse scusa e perdono agli Italiani (cosa impossibile sembra). la tragedia finale è imminente!
Scritto da robinews il 13/5/2013 alle 17:26
Ricomincia la solfa dei processi a Berlusconi che sarà usata dai soliti disfattisti della sinistra estrema per buttar giù anche questo governo. Loro non sanno fare niente salvo sgovernare e far fuori il poco di buono che si sta attuando. La lezione definitiva l'avranno alle prossime elezioni.Peccato per gli italiani che soffrono.
Scritto da Gino D. il 13/5/2013 alle 18:04
C'è troppo vecchiume di idee e progetti nel Pd e nella sinistra, troppi riflessi condizionati da un tradizionalismo che è diverso dall'ispirazione che viene dalle radici culturali.
Scritto da Rottamatrice ante litteram il 13/5/2013 alle 18:46
@Adamoli, mi sembra che, ai tanti che speravano in Grillo, dia fastidio la possibilità che questo governo possa fare qualcosa. Ricordo, inoltre, che Grillo, rifiutandosi di partecipare alla coalizione con il PD, ha risuscitato un cavaliere mezzo morto. Non é che erano d'accordo?
Scritto da Sic Est il 13/5/2013 alle 18:58
Berlusconi eliminato per via giudiziaria invece che politica segna l'incapacità della sinistra di svolgere credibilmente il suo ruolo alternativo.
Scritto da Maurizio il 13/5/2013 alle 19:50
Io sognavo un centrosinistra unito ma ha ragione anche @Larpi, perdere i pezzi sarà necessario. Ciò che più intristisce è che il dibattito politico sia tutto sull’IMU. Ma si può? Roba da matti. Epifani è un mediatore, lo vedremo alla prova dei fatti, io ribadisco che sento la mancanza di Bersani, un politico con i fiocchi, il miglior ministro all’Industria degli ultimi 15 anni. Lo ha detto Confindustria, non i bersaniani. @Sic est, su Grillo sono d’accordo. Resuscitare Berlusconi ci vuole tutta, ma ci siamo riusciti. Grillo si è fatto aiutare dalla parte più alla deriva del Pd. I risultati li conosciamo tutti ma non disperiamo, lasciamo lavorare Letta. Tiriamo le prime somme in autunno.
Scritto da V.R. il 13/5/2013 alle 20:42
@eg (15.38) - Leggo tutto con attenzione e cerco di non sottovalutare nessun commento. Quello che tu denunci è abbastanza normale. Renzi migliore dei renziani, Bersani dei bersaniani, D’Alema dei dalemiani, Letta dei lettiani e così via. Sarebbe giusto che queste sigle sparissero e al loro posto ci fossero delle correnti di opinione e di pensiero, ma è un compito difficilissimo. Rapporti tradizionali, amicali e di convenienza si sovrappongono facilmente alle opzioni culturali e politiche. Questo è un vizio che la Seconda Repubblica ha ricevuto dalla Prima. Bisognerebbe discutere di più di problemi e soluzioni alzando il livello del dibattito. Insomma fare più cultura politica. Per quanto mi riguarda cerco di fare quel pochissimo che posso con passione civile e senza tornaconto (per ragioni evidenti) ma con molti limiti e difetti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/5/2013 alle 20:46
Oggi mi è capitato di parlare ancora con alcune persone delle dimissioni di Bersani. Ho confermato il mio punto di vista espresso nell'intervento che ho riportato sul blog: dimissioni che sono un segno di onestà intellettuale e senso di responsabilità ma politicamente dovute. Ho trovato questi amici molto d'accordo sul fatto che altri dovrebbero uscire di scena dal vertice del partito. Anzi, su questo punto sono stati infinitamente più duri di me.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/5/2013 alle 21:23
FACCIAMO QUALCHE NOME..BINDI, D'ALEMA, FINOCCHIARO, ...
Scritto da Paolo Nizzola il 13/5/2013 alle 21:41
@Adamoli, e non solo a livello nazionale
Scritto da Luigi Dozio il 13/5/2013 alle 21:43
Tutta la carica dei 101 che loro sanno benissimo chi sono perchè erano d'accordo e anchequel giovane che ha fatto la sua corrente.
Scritto da Alessandra Bollini il 13/5/2013 alle 21:59
Ok, ma il baffetto azionista di maggioranza della "ditta", appena il giorno prima dichiarava: "l'unica vittoria di Renzi è che io non sono più in Parlamento.
Scritto da Francesco Prina il 13/5/2013 alle 22:25
"Ma io sottolineo piuttosto l’equivoco della blindatura dell’accordo con Vendola (che ci confinava nel recinto classico della sinistra) con la contrapposta ricerca del patto di governo con Monti. Due direzioni contrarie che hanno dato l’idea di una linea traballante e instabile." Questo è centro della tua analisi... molto acuto, eppure... eppure una volta non si diceva che la vera forza, o meglio la capacità di egemonia di una linea, era proprio di saper essere baricentro, punto di stabilità rispetto a posizioni divergenti? Può darsi che Bersani sia stato insufficiente nella comunicazione, ma l'ambizione di unire Vendola e Monti non era sbagliata. Non si governa contro la sinistra, non si governa senza il rigore e l'Europa. Oppure abbiamo sbagliato tutto, ma proprio tutto?
Scritto da Roberto Caielli il 13/5/2013 alle 22:28
Oggi conta la comunicazione, il trasmettere impegno e forza (Obama) allearsi con giovani intraprendenti e con tanta voglia di fare. Non siamo piu' ai festival dell'Unità, dobbiamo spingere sull'acelleratore e non giocare alla bocciofila. Se vuoi vincere butta nel campo per il rigore quello che lo sa fare.....Io personalmente che ho seguito e stimo Bersani, cambierei...punterei su persone comunicativamente forti e credibili..... Renzi o Letta (il primo)..e poi seguirei Barca....ci vogliono giovani (non anagraficamente) ma politicamente, aggiungo Civati,Puppato,Serracchiani........Svecchiare pls. (io sono una nonna lo preciso ).
Scritto da Loredana Besi il 13/5/2013 alle 22:54
Scrivo per rammentare ai lettori, credo affezzionati al progetto del Partito Democratico in quanto attori di questo blog, che esiste una persona stimatissima da tutta la base e che non viene sufficientemente consideata, questa persona é Pippo Civati che ricordiamolo é stato il più votato in lombardia alle parlamentarie, che si é fatto un mazzo colossale sui territori incontrando ovunque persone con il quale è stato capace di instaurare sempre un rapporto cordiale e costruttivo: Pippo Segretario
Scritto da Fabrizio il 13/5/2013 alle 22:55
Magari sarò ripetitivo!!Ma Domenica su La Stampa c'era un bel grafico a torta che divideva i parlamentari del PD nelle tanto citate 9 correnti: lettiani, renziani, bindiani, dalemiani ecc.Il PD vincerà quando si libererà del manuale Cencelli e smetteranno le lotte interne, va bene il confronto, ma il PD non può essere sempre ostacolato perchè c'è la tal corrente che rema contro le decisioni della segreteria.Serve più sintesi, anche a costo di far scontento qualcuno.
Scritto da Davide O. il 13/5/2013 alle 23:35
@tutto il blog, SI PUO' SPERARE? FORSE SI! Questa sera ho avuto la fortuna di partecipare all'incontro con CIVATI a Milano. Un migliaio i presenti, 90% giovanissimi e super attrezzati per viaggiare in Rete. Grande fiducia ed entusiasmo. Ad una domanda di un giovane militante PD sulla identità oggi inesistente, ricordando quanto detto da Rosy Bindi che "il PD non è non potrà essere un partito socialdemocratico" ha risposto che per lui l'identità dovrebbe essere LIBERAL SOCIALISTA. interessante.
Scritto da robinews il 14/5/2013 alle 00:07
Leggo con attenzione e curiosità tutte le opinioni che appaiono sul blog e mi arrischio a qualche conclusione (provvisoria). E' indubbio che predomina la volontà di cambiamento, ma soltanto in termini che definirò taumaturgici e non dialettici. Mi spiego, se ci riesco: la soluzione della crisi del PD e, in generale, della Sinistra italiana sarebbe nella scelta di un personaggio carismatico che faccia non importa che cosa, ma la faccia. Ne deriva la frammentazione in partigiani di uno o l'altro: bersaniani, renziani, civatiani, barchiani, ecc... Non nego affatto la determinante influenza delle personalità, ma prima della scelta del dirigente sarà necessario decidere, se si può, la politica da attuare, cioè quella cosa così astratta e complessa che è la STRATEGIA. Altrimenti non c'è evoluzione, ma uno stentato vivacchiare. La strategia necessita per delinearsi ed affermarsi dell'analisi storica e politica degli eventi. La Sinistra italiana è sconfitta da decenni, ma pare che le esperienze della Storia siano neglette e secondarie, poco più di una fatalità. Se non comprenderemo – con l'analisi autocritica - perché la Sinistra (o centro sinistra con e senza trattino) abbia vinto tre volte le elezioni politiche e MAI abbia governato con continuità, non riusciremo ad elaborare strategie e tattiche. Ci perderemo in vaniloqui.
Scritto da ulderico monti il 14/5/2013 alle 06:35
@Sic Est (18.58) - La mia idea l’ho espressa sul blog qualche giorno dopo le elezioni. Mi sembrava impossibile un governo Pd-Grillo sia perché i Cinquestelle si erano impegnati in modo sprezzante a “mandare a casa Bersani e il Pd” sia per la distanza programmatica incolmabile in materia di economia e di Europa. Non aver preso Grillo sul serio è stato un errore madornale che ci ha consegnato una situazione in cui Berlusconi (a parte i guai giudiziari) è oggettivamente più forte di due mesi fa.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/5/2013 alle 08:33
@Roberto Caielli (22.28) - Baricentro fra due competitori e due punti vista diversi, certamente si. Ma non inconciliabili come Monti e Vendola si sono sempre orgogliosamente dichiarati. Almeno non prima delle elezioni. Dopo, con i risultati alla mano, si fa ciò che la realtà ti consente di fare. Ti chiedi se abbiamo sbagliato tutto. Siamo partiti per andare a sud e per incontrare anche Grillo e siamo arrivati a nord (o viceversa). E il segretario si è dimesso in una fase drammatica come questa. Ognuno tiri le sue conclusioni. Bersani, con onestà, il suo giudizio lo ha dato dolorosamente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/5/2013 alle 08:39
Carissimo @Adamoli. L’analisi di @Ulderico Monti mi sembra precisa, direi scientifica: il PD non riesce a sfondare perché non ha una sola strategia, ma tante strategie quante sono le bande organizzate (ognuna per se e tutte contro le altre) al suo interno. Non mi sono mai piaciuti i personaggi carismatici, i cosiddetti uomini del destino, e credo positivo smettere di cercarne qualcuno. Un PARTITO, come ogni organizzazione con tanto di Ragione Sociale e scopo, può esistere perché rappresenta delle idee utili alla progettazione di una società. Non c’è nemmeno bisogno di riferimenti. Se no torniamo sempre a rivangare le stesse polemiche (Bersani non sa vincere; la Bindi non serve più a niente oltre che prendersi ricche prebende; Civati è bello, guarda sempre di traverso, parla tanto e dice niente; Barca, appena issato a bordo, ha le sue idee chiare, eccetera) di chi suppone che mettendo a capo della segreteria il più rappresentativo si riescono a risolvere i problemi. Bersani nella sua relazione testamentaria ha detto una cosa interessante: questo partito è un campo di calcio dove ognuno gioca per sé. Più che un segretario forse sarebbe necessario un allenatore.
Scritto da Sic Est il 14/5/2013 alle 09:15
@Robinews. Pippo Civati ha detto ieri sera che l'identità del Pd dovrebbe essere liberal socialista. Fantastico, una cosa nuova, precisa, concreta che tutti capiscono al volo. Suvvia, parliamo di cose serie e di strategie chiare, per favore. Queste cose le sento da vent'anni.
Scritto da Lettrice affezionata il 14/5/2013 alle 09:39
Gentilissimo Signor Adamoli, che dire ? stiamo assistendo ad una farsa tragica - La rielezione di Napolitano = una sconfitta per tutti - senza attribuzione di demerito a Napolitano ! Il nuovo governo di E. Letta ? un condominio assurdo - una babele - Nomine grottesche di Ministri e Sottosegretari - il regno del compromesso ......... Il PD poi ...... ? che brutta immagine che hanno dato del Partito i suoi uomini - altro pantano di compromessi... ! E' tutto da rifare - nel frattempo la società ed il mondo sono cambiati - va tutto ripensato alla luce dell'oggi. Basta parlare di uomini che non ci sono più Andreotti, Moro, Berlinguer o La Malfa - .... (fortunatamente non si parla più di Craxi !) La loro storia è ancora troppo recente e qualche responsabilità della Babele di oggi, ce l'hanno pure loro. Epifani ? Persona valida che dovrà assolvere al suo ruolo di traghettatore - ma vogliamo arrivare ad una nuova sponda che sia una Terra Nuova per tutti noi. un saluto G. C.
Scritto da G.C. il 14/5/2013 alle 11:03
@G.C. Opinione durissima e spietata ma la condivido. La terra promessa ancora non la vedo con questo Pd.
Scritto da Luisa B. il 14/5/2013 alle 11:57
Il PD, per me, in sintesi, è attualmente una speranza inattuata. Conosco molte persone che si sono date da fare, si sono aperte, hanno dialogato. Ho l'impressione ce ne siano altrettante, invece, impegnate a disfare la tela. Le energie sono andate, in gran parte, a discutere sul come "anestetizzare" i "colleghi" piuttosto che sulla costruzione di una proposta politica, anche locale, comprensibile e solida. Si può recuperare. Serve sguardo lungo e strategia.
Scritto da FrancescoG. il 14/5/2013 alle 12:18
@Adamoli. La domanda era chiara: cosa c'è di sbagliato nel porsi come baricentro tra una sinistra più radicale, portandola però sul terreno del governo, e un centro moderato ed europeista portandolo verso politiche più solidali? se in Italia queste forze si sono espresse in Vendola e Monti era giusto cercare con loro una interlocuzione. Certo col senno di poi siamo bravi tutti a dire che mentre Bersani parlava con Monti la gente guardava Grillo e il buon Pierluigi non se ne accorgeva (ma mi pare che in tanti che ce la siamo menata x 2 mesi con Monti mentre 5 Stelle pascolava liberamente). Dire adesso che il problema è stato Vendola è surreale, specie se ricordiamo che tra noi c'era chi Monti lo avrebbe fatto persino Presidente della Repubblica fin da Natale...
Scritto da Roberto Caielli il 14/5/2013 alle 12:19
@ eg. Qualche giorno fa ha nominato Batistuta. Il grandissimo bomber di Reconquista ha ben altro da fare. Cavalca nella pampa, allegramente, e penso si guardi bene dal mettersi a disposizione. Io ho un uomo di esperienza da proporre. Uno che la linea strategica e tattica non la cambia, la aggiorna. Che sa stare ai vertici per parecchio. Capace di scovare e far crescere i giovani. Progressista di ferro. Concreto e simpatico. E' libero da qualche giorno. E' scozzese. Si chiama Alex Ferguson.
Scritto da FrancescoG. il 14/5/2013 alle 12:28
@Lettrice Affezionata, benissimo, ai proprio ragione, di identità definita SI E' SOLO "PARLATO" (per 20 anni) E MAI "DEFINITA'". Che Pippo Civati dica che "BISOGNA DEFINIRLA" per evitare di sbattere sempre contro il muro della INDEFINITA' IDENTITA' ti sembra poco??????????????
Scritto da robinews il 14/5/2013 alle 12:31
@Roberto Caielli (12.19) - Ero tra quelli che avrebbero fatto Mario Monti Presidente fin da Natale (naturalmente come impegno politico). L'avevo scritto sul blog. E sono ancora convinto che sarebbe stata una mossa azzeccata. Non mi associo a tutte le accuse che si fanno a Monti in questo periodo. Alcune di queste le ritengo ingrate e ingiuste. Abbiamo la memoria troppo corta. Su Vendola e Grillo ti ho già dato il mio parere nel precedente commento.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/5/2013 alle 12:35
Quelli del "governo di minoranza", poi divenuto "governo con 5stelle" e che ora non sono contenti (nessuno lo è) cosa suggeriscono ora? Cosa farebbero? Non vale il "si doveva votare prima del governo Monti", perchè "a babbomorto" siamo bravi tutti. Come ci si è messi in un vicolo cieco lo descrive bene Giuseppe Adamoli nel post. La responsabilità principale è di chi fa (magari sbagliando) o di chi lascia fare? E' meglio fare (magari sbagliare), o lasciar fare? Io propendo per le prime ipotesi.
Scritto da FrancescoG. il 14/5/2013 alle 12:41
Tecnicamente, il PD è un aggregato di personale politico legato a una filiera, con a capo un leader di rilievo nazionale; a fianco sta una burocrazia del tutto autonoma (quella dei Ds e in parte della Margherita), che fonda il proprio potere sulla gestione dei patrimoni immobiliari e mobiliari dei due partiti (per milioni di euro); in basso (non va negato), una base di militanti. Per tenere tutto insieme, si è inventato un meccanismo plebiscitario, le primarie.
Scritto da Giuliano il 14/5/2013 alle 13:25
Con le primarie, il segretario assume senza dubbio una legittimazione amplissima, potendo determinare in proprio la linea politica e procedere a molte nomine (dentro e fuori il partito) senza rendere conto a nessuno. Tuttavia, non appena ha bisogno dell'appoggio degli eletti, egli deve contrattare tutto con i capi-filiera, che sostanzialmente agiscono in proprio. Questo meccanismo para-feudale, per essere superato, non richiede solo che la leadership sia effettivamente contendibile e contesa.
Scritto da Giuliano il 14/5/2013 alle 13:30
Prima di tutto occorre che il PD venga effettivamente fondato, il che presuppone lo scioglimento di tutti i soggetti giuridici (DS, Margherita, fondazioni varie) in cui sono confluiti i patrimoni preesistenti, ai quali i capi-filiera attingono pro-quota. Altrimenti, neppure la (pur benefica) operazione di conquista dall'esterno di Renzi (o di altri) potrà funzionare, né potrà mai verificarsi la replica di quanto a suo tempo fece Blair (o, prima di lui, Brandt). Epifani è un gestore pro tempore.
Scritto da Giuliano il 14/5/2013 alle 13:36
Per @Adamoli (20,46): grazie per la sincerità espressa nell’opinione.
Scritto da eg il 14/5/2013 alle 16:36
@ Roberto Caielli. Anche io avevo appoggiato l'idea di Bersani, cioè PD come baricentro di governo tra la sinistra riformista ed il centro laico moderato. A livello di posizionamento politico, questo dovrebbe essere il PD. Ma, purtroppo, questa era tra le priorità del 2011/2012. Ora tutto è cambiato e bisogna inserire come priorità la competenza e meritocrazia e metterla come caposaldo nel manifesto del nuovo PD. Sennò, chi vale veramente, resterà alla larga dal PD e dalla politica.
Scritto da Simone Franceschetto il 14/5/2013 alle 18:21
@Giuliano (13.25 e seguito) - Hai ragione nel denunciare l’ambiguità dei vecchi “soggetti giuridici” che fanno riferimento a Ds e Margherita. Che senso ha che continuino ad esistere? Per le altre Fondazioni, la materia è più complessa e andrebbero analizzate una per una. Quelle che nascondono solo una realtà correntizia dovrebbero essere soppresse. E guarda che io non sono contro le correnti che discutono di politica e di progetti, nemmeno quando diventano delle associazioni di persone (anche se un poco diffido), ma le Fondazioni, che dispongono di un patrimonio sia pure piccolo, ritengo che siano da abbandonare il più presto possibile. Nel congresso ri-fondativo che il Pd ha di fronte a sé queste problematiche andrebbero dibattute e risolte. Che ciò avvenga non è purtroppo affatto sicuro.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/5/2013 alle 19:16
Condivido il tuo parere. Il Pd è un partito vecchio (vedi direttivo) e bifronte (ex sinistra DC + ex PC). ri-Propongo: dimissioni e ricambio totale della dirigenza, spazio politico ai nuovi (Renzi in primis, Barca, Civati), bene la difesa dei lavoratori non dimenticando chi investe (saranno mica tutti berlusconiani!), regole di moralizzazione (ineleggibilità, turnover dopo 2 mandati, abolizione privilegi e riduzione stipendi politici) apertura anche ai non iscritti al PD per forum e proposte.
Scritto da alberto Limido il 14/5/2013 alle 21:17
Il problema più complicato del PD resta sempre una questione di fondo: per essere progressisti (riporto da Wikipedia: I progressisti si differenziano tanto dai conservatori, legati allo status quo, come dai liberisti puri, e propugnano un'economia basata sul libero mercato ma con una forte azione sociale dello stato, volta a migliorare le condizioni di vita di aziende e persone, tramite una giusta redistribuzione della ricchezza. Tuttavia sarebbe giusto dire che i progressisti più che ai conservatori si oppongono ai retrogradi (reazionari); frequenti i casi di esponenti progressisti rispettosi della tradizione e di esponenti conservatori liberali portatori di progresso. Il progressismo si contrappone pure alle politiche comuniste, socialiste, come a quelle della socialdemocrazia storica. Tuttavia vale la pena ricordare che nel corso della storia del '900 a seguito di processi politici, economici e scientifici in nome del progresso o di una nuova umanità, terminati con gravi conseguenze, si è preferito sostituire il termine progresso e progressista con termini quali modernizzazione, rinnovamento e innovazione.) occorre, innanzitutto, dimenticare le vecchie ideologie e le passate appartenenze a partiti che ormai esistono solo come società immobiliari e di muto soccorso per i reduci della vecchia politica. È pacifico che se non si abbandonano gli schematismi ideologici degli ex apparentamenti (DC, PCI, Margherita, Ulivo, PSI, eccetera) è impossibile avere un partito unitario (che non vuol dire collettivo) in cui la molteplicità di idee si deve amalgamare, come il mercurio e l’oro, per diventare un unico sentire e non restare un miscuglio impazzito di elementi (come la maionese non riuscita) in cui ognuno, spesso solo per dimostrare la sua capacità di intellettuale più preparato e bravo, riesce a creare distinguo anche nelle cose in cui crede e che sperava si realizzassero fino ad un attimo prima. Tutto questo si chiama masochismo intellettuale, incapacità totale di vedere il lato positivo delle cose e coerenza solo nell’esercizio dell’attività di Bastian contrario. Il PD, credo, non ha bisogno di intellettuali da nomenclatura, di showman televisivi, tanto a parola, che saltano da un canale all’altro per riempire con le loro nullità i vuoti di una televisione povera di tutto e trasformata in un grande “Porta a Porta” permanente dove si celebra la spettacolarizzazione del tutto, del suo contrario e del contrario di entrambi. A questo punto, seguendo Wikipedia, identifichiamoci come modernizzatori, rinnovatori e innovatori, chiarendo, una volta per tutte che per esserlo non occorre avere letto Marx, avere partecipato alle varie rivoluzioni culturali, andare a tutte le manifestazioni dei politici, essere poveri in canna, farsi le canne, vestire da miserabili, guardare Ballarò e ricordarsi a memoria gli articoli di Marco Travaglio.
Scritto da Sic Est il 15/5/2013 alle 09:04
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