Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 22/7/2013 alle 09:12

  

Quando Margareth Tatcher guidava il suo governo (1979-1990), ne avversavo il disegno politico mentre ammiravo la sua mano ferma e inflessibile alla testa di un partito e di un Paese in piena crisi.
Questo ricordo, mai scomparso del tutto, mi è ritornato in mente in questi giorni dopo aver rivisto il film The Iron Lady (2012), con una stupenda Maryl Streep.
Tatcher era solita ripetere un concetto che vale per chiunque: «Cura i pensieri: diventeranno parole. Cura le tue parole: diventeranno le tue azioni. Cura le tue azioni: diventeranno abitudini. Cura le tue abitudini: diventeranno il tuo carattere e cura il tuo carattere perché diventerà il tuo destino. Diventiamo quello che pensiamo. »
Impressionante, con questa idea in testa, la sua ascesa da figlia di un bottegaio al numero 10 di Downing Street e la sua capacità di realizzare il consiglio di un suo consigliere: “Vuoi cambiare il partito, guidalo. Vuoi cambiare il Paese, guidalo”.
Secondo molti di noi lo ha cambiato in peggio. Non è di questo però che voglio parlare, bensì  di un sistema elettorale e politico che privilegia la stabilità e che considera la leadership forte una virtù e non una minaccia alla democrazia.
Di queste peculiarità istituzionali e di questa mentalità si è avvalso anni dopo Tony Blair con un’opera di profondo cambiamento politico della Gran Bretagna che ritengo ancora oggi esemplare (salvo il grave errore della guerra in Irak).
In Italia, soprattutto nella nostra metà del campo, questa forma mentis è minoritaria. Si ha paura che la guida forte si tramuti in autoritarismo. Il fantasma di Benito Mussolini ci perseguita ancora.
E’ come se ci piacesse una condizione di perenne incertezza e precarietà. Si sente sempre ripetere la solita solfa: prima la visione della società, poi  il progetto e il programma, infine il leader. Certo che la visione e le idee, il progetto e il programma, sono fondamentali. Ma queste tre fasi formano un processo unico, praticamente indivisibile.
E’ chiaro che non si può parlare solo delle persone se non si vuole deragliare. Allo stesso modo un progetto senza chi lo incarna è un palo elettrico senza elettricità. La leadership incorpora visione, progetto e persona. Oppure il leader vero non ci sarà mai. Ed è quello che nolto capetti vogliono. Vorrei che qualcuno mi smentisse con fatti concreti
Vince facilmente la retorica la retorica del “No ad un uomo solo al comando”. E’ una logica giusta se rivolta polemicamente contro il “partito padronale”, ma risulta nociva se maschera la lotta all’idea di un leader di partito e di governo forte che usa, senza abusarne, l’autorità di cui dispone per il periodo che gli è dato.
Il leader di un’autentica forza democratica è capace di ascolto e pratica la collegialità possibile ma non al punto di diventare ostaggio di equilibrismi di puro potere.
Altrimenti  tradisce il mandato di una moltitudine di militanti e di milioni di elettori.
 

Commenti dei lettori: 51 commenti -
Applausi. Altri commenti non servono.
Scritto da Fede il 22/7/2013 alle 09:48
Caro@Adamoli, conosci molto bene le mie idee fondamentali e in base a queste dovrei essere profondamente contrario al tuo post odierno E' INVECE NO. Nel caso della Lady di ferro o lo stesso Regan mi sono opposto con tutte le mie forze ma si deve riconoscere che i cambiamenti ci sono stati, in negativo, ma ci sono stati. Certamente non c'è stato un immobilismo come in Italia che è stato molto peggio di una politica "spinta" di sinistra o di destra. (1 segue)
Scritto da robinews il 22/7/2013 alle 10:03
Robinews (segue 2), La nostra situazione è figlia di una politica che vede sempre "nel centro" la soluzione, a volte mi sembra che siamo perennemente sullo stesso punto vivendo in negativo il peggio dell'eredità dei tempi della DC e del PCI. Anche io sono rimasto fregato dalla contrarietà al Leaderismo (o un uomo solo al camando). Questa contrarietà, nel nostro caso, si è tradotta in MOLTI UOMINI AL COMANDO TUTTI UNO PEGGIO DELL'ALTRO. Perchè questo è potuto accadere (è accade)? (2 segue)
Scritto da robnews il 22/7/2013 alle 10:13
Robinews (3 segue). Tutto questo può succedere solo perchè il potere è in mano ad una "OLIGARCHIA" (di destra e di sinistra) che impedisce permanentemente al popolo di essere protagonista del proprio destino in quanto escluso in radice dal poter essere partecipe di qualsiasi decisione.Questo è il nostro problema centrale e il fallimento del Berlusconismo ne è la massima espressione perchè è stato inteso come Leaderismo PADRONALE. Anche oggi quindi, caro Giuseppe, siamo di nuovo d'accordo.
Scritto da robinews il 22/7/2013 alle 10:22
Ma i dirigenti del PDnon capiscono che stanno tirando troppo la corda?Che stanno alienando le simpatie di tanti che avevano votato PDL o Lega ma non sono più disposti a ripetere l'errore,e di quanti si erano astenuti o avevano votatoGrillo più per protesta che per convinzione?Coi loro comportamenti stanno allontanando dal partito tutti costoro,evidentemente a loro interessa solo il potere e la sua gestione quotidiana,senza mete e senza ideali.Sono gente senza nerbo e senza coraggio,da rottamare!
Scritto da Giovanni Dotti il 22/7/2013 alle 10:30
Se non ci fosse la ‘santa, cattolica e apostolica’ Legge n. 40/2004, che prevede paletti di un certo spessore, il nostro leader lo potremmo creare in vitro. Non ci resta che concepirlo a tavolino o con il passaparola. Quanti ‘mostri’ abbiamo creato con il passaparola! (‘Oh, mi raccomando, vota questo, è bravo, è il delfino di quello uscente, è bravo, mi raccomando, fai passaparola’). Alla fine si rivelano dei bluff ma, ormai, è tardi, quelli hanno già preso il treno, destinazione obbligata: Milano-Roma-Bruxelles. Nessuno che interrompa il viaggio, o che lo sospenda per studiare, documentarsi, stare con la gente, fare autocritica. O almeno, fingere di fare tutto ciò. Quando il treno è partito, ti saluto! E’ meglio di un 6 al Superenalotto. @Adamoli si sofferma sul concetto di uomo solo al comando. Agli italiani piace, e lo si vede dal consenso che, nonostante tutto, riscuote Berlusconi. Altra forma (mal dissimulata) di ‘uomo solo al comando’ è interpretata da Giorgio Napolitano che, tra l’altro, non solo piace ma si è trasformato da uomo a dogma. Della serie ‘I Mutanti’. Siamo, attualmente, un Paese democratico? Non siamo minati dai ripetuti blitz di questi ignavi che stanno puntellando il ‘governo delle larghe intese’? Io so soltanto che, dipendesse da me, presenterei una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente del Senato, Grasso. Mica per niente, solo per scarsa fantasia. Ricordo le parole perentorie di Letta quando Salvini attaccò Napolitano sul caso Calderoli-Kyenge (‘non ci provino nemmeno a chiamare in causa il Presidente Napolitano, che voglio difendere’). Probabilmente Grasso ha fatto un bel ‘copia e incolla’ delle parole di Letta e le ha ripetute, più volte, al grillino Morra: ‘non sono ammessi riferimenti al Capo dello Stato, lasciamolo fuori da quest'aula’. Ciò che sconvolge è la a-contestualità delle parole di Grasso. Ma forse, per sapere meglio chi è questo signore, dovremmo chiederlo a Caselli.
Scritto da eg il 22/7/2013 alle 10:54
Attualmente nel nostro Paese vi è un leader, si chiama Giorgio Napolitano e, suo malgrado e per nostra fortuna, sta cercando di tenere assieme i pezzi di un Paese allo sbando. Sicuramente abbiamo tanto bisogno di leadership , purtroppo la legge elettorale e la struttura dei partiti non permettono la crescita di una nuova classe dirigente che possa gradualmente svilupparsi in modo armonico, occorre sempre andare, in modo emotivo, irrazionale e sicuramente interessato, a cercare il classico salvatore della patria oppure promuovere i vari delfini, scudieri, servi fedeli, invece di favorire il confronto di idee e di visioni. Siamo un Paese immaturo dal punto di vista democratico ed i responsabili non sono certo i cittadini, come qualcuno vuole far credere. Si cominci a modificare la legge elettorale e la leadership nella politica potrà ritornare dopo 20 anni di dittatura delle segreterie di partito (Varese ne è un chiaro per tutti i gusti politici) del cui operato niente può essere salvato
Scritto da silvio aimetti il 22/7/2013 alle 11:11
In un Partito veramente Democratico bisognerebbe creare un gruppo di persone che lavorano insieme, che collaborano a pari livello. Ma in Italia il bisogno di un leader è preponderante e ci frega sempre!
Scritto da Ada Toso il 22/7/2013 alle 11:53
@eg (10.54) - Ti domandi se siamo ancora un Paese democratico. La mia idea è che siamo una democrazia che ha bisogno di un cambiamento costituzionale. Non credo più alla riforma della politica affidata ai soli partiti. Ne ha scritto sabato sul Corriere Giuseppe De Rita. Serve una ristrutturazione delle nostre massime Istituzioni che li possa aiutare a cambiare. Sul blog ne abbiamo già parlato e ne riparleremo spesso.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/7/2013 alle 12:11
@Silvio Aimetti (11.11) - Sono d'accordo con te. I leader non possono nascere se la selezione politica avviene per cooptazione in strutture di partito esauste. La legge elettorale è il simbolo di questo sistema che premia la fedeltà invece del talento e della capacità di progettare. Non a caso gli esempi di leadership territoriale li trovi quasi soltanto nei sindaci eletti direttamente. Su Napolitano concordo ma nell'attuale sistema costituzionale - da cambiare - può svolgere un ruolo di persuasione morale con minaccia di scioglimento delle Camere (e delle sue stesse dimissioni) che alla fine potrebbe mostrare la corda. Quando parlo di leader intendo donne e uomini che ricevono una mandato politico pieno dagli elettori.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/7/2013 alle 12:15
@Silvio Aimetti, la parte finale del tuo intervento è condivisibile ma la premessa è totalmente errata. La palude in cui ci troviamo è solo colpa di Giorgio II. Il suo imporre le larghe intese è la peggiore medicina che si potesse immaginare per curare il cancro italiano. Solo un sano scontro sulle "scelte" necessarie per l'Italia potrebbe portarci fuori dalla crisi. Il paternalismo parolaio e inconcludente di Napolitano sta facendo deragliare l'Italia. Adesso basta! #MOBBASTA! Lui è il tappo!
Scritto da robinews il 22/7/2013 alle 13:06
Un leader è una persona che"ne ha"più degli altri: convinzione,idee, passione, carisma, capacità di attrazione,competenze, capacità di fare squadra, determinazione. E' più tesa e sola della media. Paga più degli altri (esempi ce ne sono a bizzeffe). Un tavolo ha di solito quattro gambe. Fosse un tavolo "sorreggi politiche", la leadership è una di queste. Da sola non è sufficiente, come non lo sono le altre (sceglietele voi). Se manca, al primo carico pesante il tavolo va in crisi.
Scritto da FrancescoG. il 22/7/2013 alle 13:10
Visione e progetto, se non supportati da un'organizzazione, che si chiama Partito, si svendono a movimenti personali, più o meno carismatici, quali sono stati i "partiti" della seconda repubblica, con i risultati che vediamo: serve prima di tutto un nuovo Partito che riunisca coloro che, oggi divisi, condividono la cultura popolarista europea.
Scritto da Antonio Chierichetti il 22/7/2013 alle 13:23
Vedere uno come @Robinews che quasi si riconosce in uno come @Adamoli è molto curioso, quasi umoristico. Un segno di crisi profonda o di speranza per il futuro?
Scritto da Osvaldo il 22/7/2013 alle 13:25
Ho appreso in questo momento che le condizioni del sindaco Prati sono ormai disperate. Nei giorni scorsi sembrava che le cose andassero meglio. Questa notizia mi rattrista molto perchè UNA DONNA CHE HA CREDUTO NELL'IMPEGNO CIVICO AL SERVIZIO DEI CITTADINI E NELL'IMPEGNO POLITICO ISTITUZIONALE DI BASE PAGA UN PREZZO INSOPPORTABILE.
Scritto da ROBINEWS il 22/7/2013 alle 13:59
Tra questo post e i due precedenti c'è un filo rosso molto evidente che interpreto come il senso dall'urgenza per la riforma della politica. Il Pd era nato per questo e fino ha fallito. Non dirlo chiaramente è peccare di ignavia.
Scritto da Andrea il 22/7/2013 alle 14:00
Da tutta questa discussione mi pare risulti chiaram.l'esigenza di una leadership con le idee chiare di come far riemergere il PD e la politica ital.dalla palude in cui si è impantanata.Molti individuano in Renzi la persona che ha i requisiti necessari e il coraggio di contrastare i vecchi volponi che controllano il partito, pertanto è giunto il momento,credo, di rompere gli indugi e che quanti sono insofferenti della vecchia politica escano allo scoperto manifestandogli la loro piena solidarietà
Scritto da giovanni dotti il 22/7/2013 alle 14:13
@Giovanni Dotti. Sottoscrivo. Questo blog è libero, approfittiamone. I Fioroni e i Franceschini, i D'Alema e i Bersani stanno approfittando della nostra pigrizia e della difesa dello staus quo dei tanti che hanno una briciola di potere e che vogliono mantenerla. Ce ne sono anche a Varese.
Scritto da Valceresio due il 22/7/2013 alle 14:19
@Ada Toso (11.53) - Parliamo del centrosinistra e del Pd. Dimmi tu quale leader forte e autorevole ci ha fregato. In realtà non ne abbiamo avuto nessuno. Poteva esserlo Prodi ma, come da lui stesso dichiarato, non aveva un partito alle spalle.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/7/2013 alle 14:44
Sommessamente, vorrei ricordare la figura di Bersani che, è vero, non era un pezzo da novanta, non recava in fronte il cambiamento e l’innovazione ma tanto buon senso, un po’ di demagogia, quegli ideali di socialdemocrazia avanzata e illuminata che anche a un cattolico come me davano forti garanzie. E’ stato sommerso da una piena di persone più cadavere di lui. Nell’autunno ne vedremo delle belle. La figura dei cattolici ne esce a pezzi. Non se ne salva uno, i peggiori Franceschini e Bindi. Quelli nel PDL non parliamone, adesso se ne escono con la moratoria sui temi etici. Stanno facendo rosolare quelli del PD, tutti i giorni ne avanzano una nuova, in attesa che sia il PD a rompere. Se questo gioco piace, vedetevela un po’ voi.
Scritto da V.R. il 22/7/2013 alle 14:58
Meno male che @Osvaldo c’è!. Ha posto un confronto di quelli fondamentali, per il quale tutto il web si sta indubbiamente interrogando, dagli Appennini alle Ande si avvertono i “mumble mumble” del web. Dico la mia: è segno che Robinews vuole uscire dalla crisi profonda, è un segno di speranza per il futuro. Del futuro di Robinews, si intende. A @Robinews direi invece di contenersi almeno in questa triste circostanza. Magari a lui non interessa, ma c’è gente che è in pena. @Adamoli scriveva qualche giorno fa che il domani lo costruiamo oggi. Cominciamo subito.
Scritto da V.R. il 22/7/2013 alle 15:08
@FrancescoG (13.10) - Condivido, ma nel centrosinistra lo sport preferito è quello di segare la gamba della leadership non appena ne spunta una. Così resta un groviglio di tesi senza ordine e paternità, quasi tutte senza una coerente attuazione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/7/2013 alle 15:23
LAURA PRATI CI HA LASCIATI. SCOMPARSA INCREDIBILE NELLA SUA CAUSA E DOLOROSISSIMA PER LA FAMIGLIA, PER CARDANO E PER TUTTA LA POLITICA. UN FUNERALE AL QUALE NESSUNO DI NOI AVREBBE MAI VOLUTO PARTECIPARE.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/7/2013 alle 15:32
Bella la citazione di Margaret Tatcher: il destino è nelle nostre mani come individualità e nelle nostre mani come collettività. Teniamoci in mente queste parole.
Scritto da Raffaele il 22/7/2013 alle 16:59
Mi associo al sentito cordoglio di @Adamoli (15,32). E’ straziante immaginare i due figli rimasti, prematuramente, non solo senza la mamma ma anche senza la fiducia nel genere umano. Eppure ne avranno bisogno, per la loro vita, per il loro futuro. Quanto accaduto è stato bollato come gesto isolato di un folle. Niente di più errato vi è in questa lettura semplicistica. Sarebbe bello che la morte di questa donna non sia avvenuta invano e che insegnasse qualcosa a tutti noi. Ma, purtroppo, non sarà così. Come ha scritto @V.R. (15,08) citando @Adamoli, ‘il domani lo costruiamo oggi’. Ma sembra non vogliamo viverlo mai quest’oggi.
Scritto da eg il 22/7/2013 alle 17:05
La notizia della scomparsa di Laura Prati mi lascia sgomento. Senza parole. Condoglianze alla famiglia ed agli amici.
Scritto da FrancescoG. il 22/7/2013 alle 17:05
Il "no all'uomo solo al comando" è uno slogan di chi, da segretario del partito, non ha saputo diventare leader credibile. E' come dire "io non ce lo fatta perché non volevo". Ma se avessi voluto.....
Scritto da Stefano C. il 22/7/2013 alle 17:22
Mi associo anch'io al dolore e allo sgomento per la morte di Laura Prati anche se non la conoscevo. Una fine incredibile.
Scritto da Stefano C. il 22/7/2013 alle 17:26
L'Udc in questa fase si ritrova senza leader, senza partito, senza progetto. Con questo sistema elettorale dovevano scegliere rinunciando a stare sempre nel mezzo. Se non avevano la forza di restare con il Pdl dovevano andare a sinistra.
Scritto da Lux il 22/7/2013 alle 17:41
@Antonio Chierichetti (13.23) - Si fa fatica a scorgere oggi in Italia e anche in Europa i segni di una cultura popolarista europea. Se non mi sbaglio era il sogno di Casini andato in fumo. Perfino Mario Monti non parla questo linguaggio.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/7/2013 alle 17:56
@V.R. (14.58) - Visto che sei un attento lettore (ti ringrazio) sai che ho quasi smesso di usare le categorie cattolici - laici in politica. Ne faccio uso soltanto quando proprio non ne posso fare a meno. Mi astengo anche dal confronto qualitativo fra i cattolici del Pd e del Pdl. Preferisco commentare la qualità piuttosto che la provenienza delle proposte. Quanto alla moratoria sui temi etici il mio no risuonerà sempre molto alto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/7/2013 alle 17:57
La morte di Laura Prati mi lascia sgomento; non ci sono parole per esprimere il cordoglio per la scomparsa di una donna impegnata, intelligente, generosa e solare.
Scritto da Angelo Eberli il 22/7/2013 alle 18:19
sopiti gli applausi per la tua nota sulla leadership, ti chiedo di chiudere per un attimo gli occhi, sognare il modello costituzionale adatto, ipotizzare che questo modello sia stato in vigore in Italia da 20 anni......e poi dimmi come si concilierebbe il tutto con la tua frase "leader forte che usa, SENZA ABUSARNE, l'autorità di cui dispone".
Scritto da bm il 22/7/2013 alle 18:30
Mi sembra che fra le cause della crisi politica della seconda repubblica vi sia anche una certa ambiguità, o addirittura carenza, nell'identità culturale dei "partiti" che l'hanno generata. Non a caso abbiamo avuto partiti (anzi movimenti) personali. Ora, a livello europeo abbiamo due grandi famiglie politiche: quella socialista e quella popolare. Su questo schema di fondo penso si possa saldamente ristrutturare la rappresentanza politica anche in Italia.
Scritto da Antonio Chierichetti il 22/7/2013 alle 18:43
Con profondo dolore e partecipazione abbiamo appreso la notizia della morte di Laura Prati, una cara, fiera, valorosa compagna, colpita nell’esercizio delle sue funzioni di sindaco da un vile attentatore. Esprimiamo il nostro cordoglio e la solidarietà che ci unisce alla famiglia, al marito e ai giovani figli, privati così drammaticamente della loro mamma. Al valoroso compagno Costantino Iametti il nostro saluto fraterno, contando di ritrovarlo presto tra noi, con la sua indomita passione politica e civile. PARTITO SOCIALISTA ITALIANO – GALLARATE CIRCOLO GIUSEPPE GARIBALDI – GALLARATE
Scritto da ULDERICO MONTI il 22/7/2013 alle 19:15
Dopo Civati si è candidato anche Crocetta alla segreteria nazionale del Pd. Se non emerge qualche leader del tipo descritto da Adamoli andremo presto alla fine di questo Pd.
Scritto da Un Pd Pavia il 22/7/2013 alle 20:44
E' il caso di tornare a dire che le idee corrono sulle gambe degli uomini se non vogliamo che siano solo chiacchiere. In tutti i partiti e in tutti i movimenti compresi quelli ecclesiali.
Scritto da Lux il 22/7/2013 alle 22:09
@22/7/2013 alle 22:09. Le idee corrono sulle gambe degli uomini. Come no! il fatto è che storicamente troppo spesso le gambe erano/sono pigre o claudicanti o paralizzate. Oppure sono paralizzate le idee...
Scritto da ulderico monti il 22/7/2013 alle 23:50
@bm (18.30) - Mi inviti ad un esercizio perlomeno spericolato: applicare per il passato un meccanismo istituzionale che potrebbe valere per il domani. In sostanza tu dici (se sbaglio correggimi): visto che sei favorevole al sistema semi presidenziale cosa sarebbe accaduto con Berlusconi vincitore delle elezioni? Non ne avrebbe abusato? Esercizio spericolato, appunto. E cosa sarebbe successo se Prodi nel 1996 avesse avuto davanti cinque anni di stabilità? Probabilmente non ci sarebbe più stato Berlusconi. La stessa cosa si può dire per la vittoria prodiana nel 2006, conclusasi con un governo fallimentare. Entrambi, Berlusconi e Prodi, avrebbero disposto di poteri più forti per realizzare le loro politiche assumendosi tutte le loro responsabilità senza scaricare colpe su nessuno e su niente. Non a caso ho portato gli esempi di Margaret Tatcher e di Tony Blair, leader alternativi che hanno potuto affermare la loro leadership favoriti da un sistema che la protegge. In Italia invece abbiamo un sistema paludoso e inconcludente che sembra fatto apposta per rendere difficile governare.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/7/2013 alle 08:23
@Antonio Chierichetti (18.43) - La famiglia popolare in Europa, caro Antonio, non è più quella di un tempo che entrambi avevamo conosciuto. E' farcita di destra e di euroscettici. E' un grande contenitore con dentro di tutto. Non dico che non sia funzionale per il "poco" governo europeo di oggi, ma trovarvi la giusta ispirazione per la ristrutturazione della politica italiana è dura. Il popolarismo ha ancora un senso ma la sua rappresentazione nel Ppe è inadeguata.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/7/2013 alle 08:30
hai pienamente ragione nel dire che sia Prodi che Berlusconi avrebbero potuto sviluppare i loro programmi in maniera totalmente diversa, ed il giudizio dell'elettorato avrebbe poi dato il responso. Resto però convinto che il nuovo sistema dovrebbe essere infarcito di contrappesi di controllo molto efficaci (altrimenti, ad esempio, oggi la TV in Italia sarebbe stata Mediaset e Mediarai, e niente Sky).
Scritto da bm il 23/7/2013 alle 09:06
E' vero Giuseppe, il popolarismo non è più quello di un tempo, la famiglia si è "allargata" ma questo non è un problema. Del resto le opinabili declinazioni politiche della dottrina sociale - il riferimento esplicito a essa è infatti quello che conta davvero - possono essere diverse e pur sempre legittime in quanto coerenti, almeno a livello di retta intenzione dichiarata
Scritto da Antonio Chierichetti il 23/7/2013 alle 09:31
Da quel poco che ho letto la costituzione e' stata fatta con il ventennio in mente..dando pochi poteri; credo tuttavia, checks and limits a parte, che il potere si limiti davvero non dandone poco ma attraverso la non rieleggibilita' (vedi presidente americano). Abbiamo presidenti debolissimi (e quindi inefficienti che creano malcontento) che possono stare in carica tantissimo! Poi c'e' il particolarismo italiano e l'incapacita' cronica di fare squadra a parte pochi casi.
Scritto da Andreus il 23/7/2013 alle 09:37
Inoltro la testimonianza della Segreteria Provinciale del Partito Socialista, a firma del Segretario Giuseppe Nigro, in memoria di Laura Prati. ulderico monti /// / LAURA PRATI / Laura Prati non c'è più. La sua morte è un  grande dolore per tutti i socialisti varesini. Il suo tratto gentile si accompagnava a grande fermezza e determinazione nel perseguire le battaglie politiche, sociali e amministrative di cui era convinta. Donna colta, protagonista autentica del rinnovamento politico e civile nella nostra provincia, animata da autentico spirito democratico e laico, fra le più impegnate a difendere i diritti dei cittadini, con lei abbiamo condiviso comuni passioni di cui l'introduzione del Registro del Testamento Biologico nel comune di Cardano Al Campo è testimonianza. Solo apparentemente quanto accaduto si può attribuire al gesto di un folle. La violenza contro le istituzioni che Laura incarnava, in realtà, restituisce gran parte di quel clima di livore e contrapposizioni che attraversa la società italiana, troppo spesso alimentato da irresponsabili. La sua vita e la sua scomparsa saranno motivo di riflessione. Votata ai valori della solidarietà, dell'uguaglianza, della pace, Laura Prati rappresenta per tutti noi un esempio di virtù politica esemplare e rara nell'Italia contemporanea. Generosa fino alla fine, il prezzo pagato per il suo impegno amministrativo e politico è troppo grande. La comunità socialista varesina si stringe intorno ai suoi cari. Il loro dolore è il nostro dolore. Ciao Laura compagna carissima. Non ti dimenticheremo. Segreteria Provinciale Federazione PSI Varese
Scritto da ulderico monti il 23/7/2013 alle 10:44
@Andreus ha ragione:il pericolo dell' "uomo solo al comando" si batte solo con l' INEGGIBILITA' DOPO DUE MANDATI (tre al massimo), altrimenti il potere diventa "strapotere" e degenera in personalismi spudorati del tipo Berlusconi o Formigoni,rasentando veramente la dittatura.Ma questo governicchio neanche ci pensa ad introdurre una regola siffatta e tantomeno a cambiare la vergognosa legge elettorale,come pure a dimezzare numero dei parlamentari e loro emolumenti,ad azzerare le Province,ecc.ecc
Scritto da giovanni dotti il 23/7/2013 alle 11:03
"La leadership incorpora visione, progetto e persona. Oppure il leader vero non ci sarà mai. Ed è quello che molti capetti vogliono. Vorrei che qualcuno mi smentisse con fatti concreti." Parole chiare che condivido totalmente.
Scritto da Rottamatrice ante litteram il 23/7/2013 alle 12:03
Approfitto di questo post per complimentarmi con @C.M.Fiori per il belliss.articolo sui "Populismi"(su R.M.F.),che invito tutti a leggere. Condivido tutto,eccetto la frase "al di là della distinzione tra dx.e sin.,che è superata dalla realtà", tra l'altro in contraddizione con la successiva affremazione(condivisibile): "il populismo non è di dx.nè di sin." Inviterei l'A. a chiarire meglio il suo pensiero: a mio avviso la distinzione tra DESTRA e SINISTRA in politica è quanto mai viva e attuale
Scritto da giovanni dotti il 23/7/2013 alle 13:46
@bm (09.06) - Concordo totalmente. Maggiori sono i poteri del Presidente più forti devono essere i contrappesi istituzionali e di controllo come negli Usa e in Francia.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/7/2013 alle 14:18
@Andreus (09.37) e @Giovanni Dotti (11.03) - Non c’è dubbio, l’elezione diretta del Presidente comporta che stia in carica al massimo per due mandati (non per tre). Come avviene praticamente dovunque nel mondo realmente democratico. E come avviene in Italia per i sindaci e in futuro (finalmente) per i presidenti delle Regioni.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/7/2013 alle 14:22
Chi non vuole il leader forte vuole una democrazia debole per fare i comodi suoi all'interno dei partiti e del sistema di potere.
Scritto da G. Castiglioni il 23/7/2013 alle 15:55
Non vorrai paragonare la Tatcher e Blair alle mezze tacche italiane,vero? Berlusconi è il padrone, Casini l'ectoplasma, e Bersani è.... Crozza.
Scritto da Reality il 23/7/2013 alle 18:18
Archivi:
Ultimi post:
(12/6/2014 - 09:06)
(10/6/2014 - 11:29)
(8/6/2014 - 19:04)
(5/6/2014 - 12:08)
(28/5/2014 - 08:54)
(27/5/2014 - 09:40)
(26/5/2014 - 08:10)
(25/5/2014 - 09:04)
(24/5/2014 - 12:08)
(22/5/2014 - 17:23)