Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 20/8/2013 alle 10:06


Ieri sera ho visto per la prima volta “The great debaters” del 2008, un film biografico diretto e interpretato da Denzel Washington sulla storia di un professore afro-americano, Melvin Tolson, che negli anni trenta ha lottato per l’integrazione dei neri nelle università americane.
Lo ha fatto con il Wiley College di Marshall (Texas), una modesta università per studenti di colore, costruendo tra l'altro una piccola “squadra di dibattito” che si batteva per le proprie idee contro altri college e infine contro la grande Harvard dei bianchi, vincendo il confronto.
Ovvero il potere della parola e la forza della ragione.
Un film fantastico per i miei gusti. I temi sono l’emancipazione e i diritti civili dei neri. Sulla bocca di uno dei protagonisti una frase di Sant'Agostino: “Una legge ingiusta non è affatto una legge… il che vuol dire che io ho il diritto perfino il dovere di combatterla con la violenza o la disubbidienza civile. Pregate il cielo che scelga la seconda".
Che ammirazione per quelle storie di coraggio per la parità delle razze a costo della carriera e delle amicizie potenti.
E che suggestione quelle università per uno come me che ha preso la laurea alle “scuole serali” e che non ha mai conosciuto il rapporto diretto e continuo con i professori.  Negli Usa conterà certamente il censo per frequentare le migliori  università ma ancora di più conta il merito.
Forse c’è troppa competizione tra gli studenti. Ma la conquista dell’eccellenza richiede un ambiente che stimola la gara e l’emulazione.
La lezione del film è chiarissima nella trama e nell’ambientazione universitaria: “Sapere ciò che vogliamo per fare ciò che dobbiamo”. Siamo in un altro mondo e un un’altra epoca ma la lezione è sempre valida. 
 

Commenti dei lettori: 45 commenti -
La lezione di sapere ciò che si vuole per fare ciò che si deve è sempre attualissima. Siamo bombardati dalle notizie ma la capacità di interpretarli è la vera cultura da irrobustire.
Scritto da Valceresio due il 20/8/2013 alle 11:19
Stupefacenti le parole di Sant'Agostino che citi nel post: “Una legge ingiusta non è affatto una legge… il che vuol dire che io ho il diritto perfino il dovere di combatterla con la violenza o la disubbidienza civile. Pregate il cielo che scelga la seconda". Un'enorme differenza con la Chiesa di oggi, tutta politically correct.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 20/8/2013 alle 11:28
Anche le università britanniche con i loro campus sono molto differenti da quelle italiane. Ho studiato e lavorato a Londra per alcuni anni e parlo con cognizione di causa. Quando avrò dei figli vorrei poterli mandare là per studiare almeno per l'università. I licei sono generalmente buoni anche in Italia ma le università buone non sono molte da noi ma soprattutto l'ambiente di studio è diverso e più proficuo in Gran Bretagna.
Scritto da Laura A. il 20/8/2013 alle 12:29
E' vero il "merito" è quello che i sessantottini nelle scuole hanno contrastato, rivendicando il sei politico per tutti, anche per i lavativi. Ciò che conta però è comprendere prima cosa "dobbiamo" fare (non quello che "vogliamo" fare) e poi farlo davvero, liberamente.
Scritto da Antonio Chierichetti il 20/8/2013 alle 12:38
@Antonio Chierichetti. Il vero 'merito' è di quelli che la storia la studiano davvero e non si accontentano delle frasi fatte e dei luoghi comuni. credere che il '68 sia stato il 6 politico è come pensare che il fascismo è stato il movimento che ha fatto arrivare i treni in orario. Ridurre una storia grande ad un aspetto isolato è come dire che gli Apostoli sono quelli che sono scappati la notte che hanno arrestato Gesù Cristo. Forse è bene sapere che c'è stato un prima e un dopo. E, nel nostro caso è persino il caso di sapere che il 'sessantotto' c'è stato in tutto il mondo, persino in America...
Scritto da Roberto Caielli il 20/8/2013 alle 13:09
"una legge ingiusta non è affatto una legge..... il che vuol dire che ho il diritto di cambatterla con la violenza o la disobbiedienza civile, pregate il cielo che scelga la seconda". Tutto semplicemente SUBLIMINALE. Ma queste parole e concetti possono essere valide per i nostri NO TAV che ci vengono presentati dai ministri Alfano e Lupi come TERRORISTI? Io credo di si^
Scritto da robinews il 20/8/2013 alle 13:55
@Adamoli, carissimo Giuseppe, con questo post ti guadagnerai certamente il giudizio di essere Leader (o quanto meno un fiancheggiatore) deila violenza rivoluzionaria perchè anche se la scelta della "disubbidienza civile" (la seconda) è considerata del potere costituito come un'azione violenta ed eversiva da reprimere con la forza. Con i tempi che corrono, ricordare e "valorizzare" certe parole e concetti può essere molto contaggioso nonchè PRATICATO ALLA LETTERA il che mi farebbe molto piacere.
Scritto da robinews il 20/8/2013 alle 14:03
la bella storia dei sessantottini e delle belle conseguenze che hanno lasciato, persino in America, certo, per chi ha la nostra età non è certo una storia da studiare perché l'abbiamo vissuta e la stiamo vivendo tutt'oggi, purtroppo per noi
Scritto da Antonio Chierichetti il 20/8/2013 alle 14:20
Merito e competizione, purche' questa non sia troppo esasperata e non sfoci in un individualismo perverso (vedi caso Berlusca).Un colpo mortale alla"meritocrazia"nella scuola italiana e' stato inferto purtroppo dalla contestazione 68ttina e dalle successive "riforme"messe in campo da una sinistra arruffona e impreparata in nome di un egualitarismo male inteso e"di facciata",che ha mantenuto intatti ed anzi aumentati i privilegi della sua"casta"politica che si e'perpetuata inalterata sino ad oggi
Scritto da giovanni dotti il 20/8/2013 alle 14:21
Ad Antonio Chierichetti: spero che almeno sia da studiare la riforma della scuola media del 1962, una conquista osteggiata anche allora dai "meritocratici" che, in genere sono i primi a non comprendere ciò che afferma la Costituzione: istruzione per tutti e per ciascuno, favorire i capaci e meritevoli
Scritto da Elio Giacometti il 20/8/2013 alle 14:25
@Adamoli è veramente bravo, direi inconfrontabile con tanti suoi colleghi. Non è facile, neanche per i più importanti critici cinematografici, far diventare righe e parole, le emozioni provate nella visione di un film. Adamoli ci riesce, complimenti. Giusto il commento delle 11.19, occorre irrobustire la capacità di interpretare le notizie. In quale corso di studi si apprende? Quale scuola la insegna? Bisogna frugare, capire, mai fermarsi in superficie, lo dico anche ai due miei figli. Ma se nella vita devo individuare la mia personale “Linea del Piave” sulla quale non transigo, quella è il concetto di merito che ci viene propinato. Ieri ho fatto un commento sul professionista intervenuto, commento che poteva apparire un po’ peloso (anche se, inserito nel confronto Italia-Svizzera, ci stava a pennello). Ripeto: come si può con la sola maturità classica (nemmeno maturità di geometra) diventare Docente universitario di Estimo? Semmai di Eschilo. E’ sufficiente, a far titolo, l’esperienza acquisita nell’impresa di famiglia? Onore ad Adamoli che si è laureato lavorando di giorno e studiando di sera. Ed erano anche altri tempi.
Scritto da V.R. il 20/8/2013 alle 14:25
D. Washington, a tratti aspro, a tratti ironico, era davvero bravo nel favorire la dialettica. Purtroppo io ho visto solo la parte iniziale, fino a quando il padre di uno degli studenti, che mi pare fosse un religioso locale, investe un maiale con l’auto ed è costretto a ripagarlo con l’assegno della quota mensile universitaria del figlio. Mi ha colpito lo sguardo incredulo e addolorato del figlio che, insieme alla mamma e agli fratelli, lo guardava dal finestrino dell’auto mentre i due bianchi lo sbeffeggiavano, quale presagio della difficoltà delle persone di colore alla piena integrazione. Di diverso tenore, serena e amorevole, la scenetta familiare di qualche istante prima, mentre il padre anticipa al figlio brani dell’omelia su Matteo che terrà di lì a poco. La mia visione del film si interrompe qui perché siamo dovuti uscire.
Scritto da V.R. il 20/8/2013 alle 14:27
Mi piacerebbe conoscere qualche studioso serio che mostri come i guai di oggi (fondamentalismo religioso, ineguaglianze economiche, corruzione nella politica, inquinamento ambientale) dipendano dai temi sollevati nella seconda metà degli anni sessanta dai movimenti giovanili. Mi piacerebbe proprio caro Antonio. Intanto un piccolo saggio di quei tempi... http://www.youtube.com/watch?v=CObOHPUx4RE
Scritto da Roberto Caielli il 20/8/2013 alle 15:05
Dal sessantotto è nata solo una bella torma di analfabeti http://www.youtube.com/watch?v=mgl8RUyoMRk
Scritto da Antonio Chierichetti il 20/8/2013 alle 15:21
@Chierichetti. Ogni generalizzazione è pericolosa. inclusa questa". (cit.)
Scritto da Roberto Caielli il 20/8/2013 alle 15:55
... e comunque fa una bella differenza citare un documento autentico oppure un giudizio 'ex cathedra' sia pure del grande Indro. Ecco la differenza tra chi ha appreso qualcosa dal '68 e chi niente (senza offesa, caro Antonio, ma siamo un po' distanti...
Scritto da Roberto Caielli il 20/8/2013 alle 15:56
@Caielli, se il documento autentico è la suddetta canzonetta sessantottina allora veramente siamo di fronte al nulla e mi pare francamente di avere già dedicato troppo tempo al nulla. Appunto.
Scritto da Antonio Chierichetti il 20/8/2013 alle 16:16
@Chierichetti. Pensi un po' che quelle canzonette hanno cambiato la vita di tanta gente, come è mai possibile? un mistero... comunque se trattavasi di nulla non poteva avere quegli effetti così drammatici sul nostro oggi che lei stesso poc'anzi lamentava. oppure parlavamo d'altro?
Scritto da Roberto Caielli il 20/8/2013 alle 18:36
bah se qualcuno mi dice che il 68 è stato solo un momento in cui si richiedeva il 6 politico anche per i lavativi, evidentemente ha vissuto male quel periodo,spiace per lui...forse aiuterebbe anche contestualizzarli i periodi storici prima di parlare a vanvera,aiuterebbe anche conoscere come iniziò il 68 dato che partò dalla protesta degli studenti della cattolica, per l'innalzamento delle tasse universitarie...se il signor antonio dedica troppo tempo al nulla come dice lui,è solo perchè non ha nulla da dire di serio..
Scritto da Massimo Gugliotta il 20/8/2013 alle 18:38
Veramente basta rileggere la mia prima osservazione per rilevare come abbia citato i sessantottini, che nulla hanno da insegnare a nessuno, in via del tutto incidentale quale esempio negativo in punto al "merito" e come essa riguardasse invece ben altra più importante aspetto etico: la priorità del dovere rispetto al volere. Ma queste cose i sessantottini ovviamente non sanno nemmeno cosa siano.
Scritto da Antonio Chierichetti il 20/8/2013 alle 18:44
Ad Antonio Chierichetti: non sono moralista glielo assicura, ma siccome pone priorità al dovere le consiglio il dovere di pensare e anche , già che ci siamo, quello etico che esclude generalizzazioni messe li' un tanto alla pertica per sanare evidenti frustrazioni
Scritto da Elio Giacometti il 20/8/2013 alle 18:53
Se per frustrazioni intende le conseguenze negative ed immorali derivate dal nichilismo relativista postsessantottino allora sono d'accordo con lei, sono aspetti negativi sul conto dell'intero Paese, soprattutto di coloro che per loro disgrazia hanno fatto conto sul vuoto delle psudoculture sessantottine. Con i quali non ho nulla a che fare. Buona serata !
Scritto da Antonio Chierichetti il 20/8/2013 alle 18:57
Buona serata: ha fatto l'identikit di Cicchitto ( con tanti eccessivi e, consenta, frustranti, ismi di troppo
Scritto da Elio Giacometti il 20/8/2013 alle 19:11
Ben altre sono le zavorre dell'Italia , che certo il Sessantotto non ha determinato, ma anzi combattuta: es. per tutti collusione mafia politica; su queste dovrebbe esercitare, egregio Antonio Chierichetti, i suoi lai e non dubito, lei che non è relativista, che lo faccia
Scritto da Elio Giacometti il 20/8/2013 alle 19:12
Caro Giuseppe, la frase citata di S. Agostino è una lama tagliente. @Giovane ex rottamatore e @Robinews lo hanno già sottolineato. Mi piace in particolare l'osservazione di quest'ultimo: "Un'enorme differenza con la Chiesa di oggi, tutta politically correct" con il potere costituito.
Scritto da Stefano C. il 20/8/2013 alle 19:33
Se il '68 ha avuto dei meriti,bisogna onestamente riconoscerne anche i demeriti,soprattutto in relazione alle risposte di una certa parte della Sinistra che sull'onda della contestazione studentesca ed operaia ha "mollato" su certi valori come competenza, serietà nello studio e nel lavoro (in altre parole "merito") varando alcune "riforme"(?)che hanno rivoluzionato sopratutto il mondo della scuola non sempre in senso positivo, cioè della "qualità" dell'istruzione e della preparazione dei giovani
Scritto da giovanni dotti il 20/8/2013 alle 20:33
@V.R. (14.25) - Ti ringrazio per i generosissimi complimenti. Giuste le domande che poni e che tutti dovremmo porci. Le risposte le dovrebbe dare ciascuno di noi con un’attenta riflessione personale. La scuola più importante è quella della vita vissuta inseguendo un ideale. Quanto a me, la mia è una cultura fatta sul campo, una cultura da trincea. Ho sentito spesso la mancanza di un’istruzione accademica. Del resto: ragioneria in due anni di sera, laurea in sociologia in cinque anni frequentando poco, figuriamoci quanto ho potuto imparare su quei banchi. Auguro ai tuoi figli ben altro cursus scolastico.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/8/2013 alle 20:34
Impressionanti le parole di S. Agostino.
Scritto da A.F. il 20/8/2013 alle 21:59
La frase di Sant'Agostino: “Una legge ingiusta non è affatto una legge… il che vuol dire che io ho il diritto perfino il dovere di combatterla con la violenza o la disubbidienza civile" andrebbe storicizzata, ma non ignorata, io credo. Ai giorni nostri fa pensare a moti rivoluzionari che appaiono necessari soprattutto in certi parti del mondo dove vengono calpestati i diritti umani degli uomini e in particolare delle donne. La Primavera araba sembrava rispondere a questa esigenza di cambiamento ma tutto sta finendo nel sangue. Sui diritti fondamentali di ogni persona non dovremmo transigere ma forse la nostra idea di democrazia occidentale non è in grado, almeno in quest'epoca, di misurare il grado di successo di queste pulsioni rivoluzionarie.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/8/2013 alle 09:24
Non si può confondere la doverosa opposizione ad una legge positiva ingiusta in quanto in contrasto con il "diritto naturale" su questioni fondamentali (ad esempio quelle inerenti i diritti della vita, della famiglia, della libertà educativa, ecc.) con la forma che tale posizione può storicamente assumere e che certo non può mai essere la violenza.
Scritto da Antonio Chierichetti il 21/8/2013 alle 09:43
@Chierichetti, bene, vedo che ora si parla di distinzioni tra "dovere e volere" e che l'imputato non è più il sessantotto (movimento (o momento) culturale assai vasto) e nemmeno i sessantottini (termine assai vago), ma il /nichilismo relativista postsessantottino/: differenza non da poco. Vorrei tanto capire di che e di chi parliamo. Delle BR o del riflusso della "Milano da bere", con "Drive in" e Mediaset al seguito? Degli 'atei devoti' o di "in mutande ma liberi" che schierò pure Formigoni in difesa dei festini con le minorenni? Qui c'è del nichilismo e del relativismo da vendere, ma nulla che possa avere a che fare con il sessantotto.
Scritto da Roberto Caielli il 21/8/2013 alle 09:58
Infine, caro Antonio, e per intenderci, io ho citato una canzonetta come esempio di quello che era il '68 e che ancora oggi resta valido. Potrei citare i ragazzi corsi a Firenze per l'alluvione del '66, lo Statuto dei Lavoratori o MLK: attendo ancora un documento autentico, non una citazione di parte a posteriori.
Scritto da Roberto Caielli il 21/8/2013 alle 10:02
I sessantottini hanno sfasciato e trasformato la scuola italiana in una fabbrica di disoccupati, i borghesucci ventenni di allora, all'università senza voglia di studiare (nè di lavorare), un tempo contestatori radical-chic dei valori, dell'ordine, dell'autorità, delle istituzioni e della famiglia, sono ormai diventati oggi la sgangherata classe dirigente, tuttavia molto ben retribuita (il valore del denaro e del potere in realtà lo apprezzano), di un Paese che in questi ultimi decenni hanno condotto alla deriva. Ora però, mi sia consentito, chiudiamo su questo argomento e lasciamo il mito del sessantotto al suo nulla, meglio occuparsi di cose serie.
Scritto da Antonio Chierichetti il 21/8/2013 alle 10:14
Quelle sono storie di individui che combattono insieme per i propri diritti in quanto persone; cittadini di un Paese che crede che il singolo debba fare la differenza e debba eccellere (vedi Obama bravissimo studente a Harvard). Forse con il 68 italiano (e cio' che venne dopo) si rafforza l'idea/ideologia che i diritti e i doveri dipendano dalla classe di appartenza: se il singolo non ottiene e' colpa del Sistema. Prodi, povero, ando' in Cattolica a prendere un 30 dopo l'altro. Mario Capanna no.
Scritto da Andreus il 21/8/2013 alle 10:57
@Giuseppe Adamoli il 21/8/2013 alle 09:24 . Mi permetto di osservare che la frase citata "Una legge ingiusta non è una legge ecc..." è esattamente quanto va affermando Silvio Berlusconi che appare un giusto perseguitato. La materia è spinosa e la fallibilità della legge, ovvero della sua interpretazione, è sempre attuale. Si può ipotizzare che una legge "giusta" possa essere traviata da giudici "ingiusti" ovvero fallibili. Le citazioni fuori contesto spesso tradiscono l'intenzione dell'autore.
Scritto da ulderico monti il 21/8/2013 alle 10:57
Antonio Chierichetti questa volta ha fatto l'identikit di Formigoni che con il Sessantotto e con il relativismo non dovrebbe centrare, con l'affarismo, le clientele, la "deriva" sicuramente si'; prima di spararle cosi' grosse, lei che è un estimatore del dover essere, insisto, dovrebbe evitare pensieri frustranti ( ci sono opportune tecniche di rilassamento); cordialità.
Scritto da Elio Giacometti il 21/8/2013 alle 11:08
Caro Giuseppe, sei in montagna ma vedo che continui imperterrito, Dovresti approfondire la frase terribile di S. Agostino.
Scritto da Lorenzo L. il 21/8/2013 alle 11:24
@Ulderico Monti (10.57) e @Lorenzo L.(11.24) - Sulla citazione di ieri di S. Agostino metterò tra poco un breve post. PS per @Lorenzo: sono stato in montagna una decina di giorni e sono già rientrato. A presto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/8/2013 alle 11:48
Penso che ognuno possa esprimere il proprio pensiero. E non è una frase fatta: ho un intenso allenamento nella mia numerosissima famiglia..
Scritto da Renzina Ceriani il 21/8/2013 alle 13:56
Sulla diatriba che si è scatenata intorno al sessantotto e ai sessantottini penso che abbiano ragione sia @Giovanni Dotti che @Andreus. Discussione comunque interessante.
Scritto da Giovanna G. il 21/8/2013 alle 14:06
Ragazzi, la libertà di opinione è concessa a tutti. Ma questo non implica che uno debba stare zitto quando legge una cazzata, proprio sotto il proprio naso. La libertà di opinione l'hanno rivendicata gli illuministi perchè era (ed è) il solo metodo per verificare la razionalità delle affermazioni e per superare rappresentazioni mitologiche della storia, o fantasiose leggende, per sconfiggere la pseodo-scienza, le false credenze, le superstizioni, i luoghi comuni ecc. ecc.
Scritto da Roberto Caielli il 21/8/2013 alle 14:27
Perfettamente d'accordo con Roberto, la libertà di espressione non significa che uno possa dire ogni idiozia possibile ed immaginabile, le opinioni si argomentano si discutono, ma Dio santo non si può dire che l'Italia va a p.. per colpa del 68 è palese che è una cazzata
Scritto da Massimo Gugliotta il 21/8/2013 alle 15:08
@Gugliotta e @Caielli. Esilaranti !
Scritto da Antonio Chierichetti il 21/8/2013 alle 21:32
Lei lo è di sicuro signor Antonio...anche se le sue cazzate lo sono un po' meno, leggere qualcosa aiuterebbe ogni tanto
Scritto da Massimo Gugliotta il 21/8/2013 alle 21:34
Abbia coraggio, non è mai troppo tardi per recuperare. Auguri !
Scritto da Antonio Chierichetti il 21/8/2013 alle 21:49
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