Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 21/8/2013 alle 13:21


Ieri ho citato una celebre frase di Sant'Agostino: “Una legge ingiusta non è affatto una  legge… il che vuol dire che io ho il diritto, perfino il dovere di combatterla con la violenza o la disubbidienza civile”. 
Una frase che andrebbe storicizzata, non strumentalizzata e nemmeno ignorata.  
Ai giorni nostri fa pensare a dei moti rivoluzionari che appaiono necessari soprattutto in certe parti del mondo dove vengono calpestati senza pietà i diritti umani degli uomini e in particolare delle donne.
Stando nella stretta attualità, le
“Primavere arabe” sembravano rispondere all’ esigenza di un cambiamento profondo nel segno delle basilari libertà civili quali noi le concepiamo. 
Ma tutto sta finendo nel sangue. 
Un insegnamento per noi occidentali? Probabilmente si. Sui diritti fondamentali di ogni persona bisogna essere intransigenti ma forse non dovremmo pretendere di misurare il grado di successo di queste pulsioni rivoluzionarie sull'idea che abbiamo noi dei diritti democratici, almeno in quest'epoca.
Cercare di esportare la nostra democrazia è sempre servito a poco se non a coprire gli enormi interessi economici delle grandi potenze in quelle aree strategiche per la produzione di energia.

Commenti dei lettori: 24 commenti -
Ti capisco ma a furia di storicizzare si finisce nel relativismo culturale condannato da Benedetto XXVI. C'è un confine sicuramente labile che non si dovrebbe oltrepassare.
Scritto da A.F. il 21/8/2013 alle 14:18
Ogni enunciato, filososofico, religioso o scientifico, va interpretato secondo il contesto storico-temporale in cui è stato espresso. Così il "Fermati o sole!" di Giosué e tanti altri della Bibbia o del Vangelo, e le elucubrazioni di tanti filosofi e scienziati del passato, a cominciare da Aristotele, o predicatori di religioni come Maometto. Non si possono pertanto prendere tutti "alla lettera".Teniamo anche presente le diversità temporali (a volte di secoli !) di evoluzione delle varie civiltà
Scritto da giovanni dotti il 21/8/2013 alle 14:46
Se c’è una brutta parola al mondo, quella è ‘intransigenza’, che spesso fa rima con ottusa radicalità. Ho anche il nutrito sospetto che la frase di Sant’Agostino non sia alla nostra altezza, abituati, come siamo, a ‘camminare sulle uova’, tra equilibrismi e tatticismi spacciati come moderazione. Basti pensare che sulla ‘primavera araba’ il PD si è adoperato in fiumi di euforia mentre ora, davanti al bagno di sangue nei confronti dei Fratelli Musulmani e dei civili, sta piuttosto schiscio (idioma del volgo). Ma il post parla di rivoluzioni. Ma abbiamo rivoluzionari oggi? Sì, magari qualcuno, ma sicuramente è un rivoluzionario da strapazzo. Oggi sono (siamo) tutti da strapazzo: rivoluzionari, riformisti, socialisti, cattolici, centristi, estremisti, fascisti, comunisti, tutti da strapazzo. Persino la trotskista Alba Parietti (come da sua stessa definizione).
Scritto da eg il 21/8/2013 alle 14:53
Siamo tutti da strapazzo. In particolare coloro che hanno varcato l’Empireo della notorietà. Il sociologo Marco Revelli (figlio dell’altrettanto famoso Nuto Revelli) intervistato da ‘la Repubblica’ (08.08.13) così auspicava: ‘Bisogna uscire dall'involucro. Rompere la bolla in cui si è cacciata la politica. Una costellazione di oligarchie, in cui si diventa oligarchi alla velocità della luce. Nel momento in cui vieni eletto in Parlamento diventi altro da te. Ho visto persone cambiare, nello sguardo, nel linguaggio, nel modo di vestire. L' ho visto in tutti, quasi senza eccezioni. Se vuole ripartire, la sinistra deve spezzare quell' involucro’. DIVENTI ALTRO DA TE (e solo per il fatto di essere stato eletto/nominato). Revelli è più abile di uno psicologo nello scandagliare l’animo dei nostri rappresentanti politici. Inoltre, alla giornalista che apre l’intervista con la domanda ‘Cosa vuol dire essere di sinistra?’ Revelli risponde: ‘È un impulso prepolitico, una radice antropologica che viene prima di una scelta di campo consapevole. Davanti alle disparità di classe o di censo o di condizione sociale, c'è chi si compiace, traendone la certificazione del proprio essere superiore. E c'è chi si scandalizza, come capitò a Norberto Bobbio quando scoprì da bambino la miseria dei contadini che morivano di fame. Lo ‘scandalo della diseguaglianza’, lo chiamò proprio così’. IMPULSO PREPOLITICO, RADICE ANTROPOLOGICA CHE VIENE PRIMA DI UNA SCELTA DI CAMPO CONSAPEVOLE. Beh, direi che Revelli è stato più che eccellente nel soddisfare l’emotività di tanti di noi. Buona giornata.
Scritto da eg il 21/8/2013 alle 14:58
Non si può confondere la doverosa opposizione ad una legge positiva ingiusta in quanto in contrasto con il "diritto naturale" su questioni fondamentali (ad esempio quelle inerenti i diritti della vita, della famiglia, della libertà educativa, ecc.) con la forma che tale posizione può storicamente assumere e che certo non può mai essere la violenza.
Scritto da Antonio Chierichetti il 21/8/2013 alle 15:10
A me piace soprattutto l'ultima frase del post. La guerra in Irak contro Saddam è stata fatta con la propaganda dell'esportazione della democrazia in realtà era il modo per controllare una zona ricchissima di petrolio.
Scritto da Giustino F. il 21/8/2013 alle 15:24
L'Islam non accetterà mai la nostra democrazia, neanche l'Islam moderato. Quando si dice "le radici cristiane" dell'Europa e di gran parte dell'occidente si dice una verità storica.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 21/8/2013 alle 15:50
Le cosiddette "primavere arabe" sono state quasi esclusivamente lo sbocco della crisi dei regimi messi in discussione. Pensare che esse avrebbero portato alla "democrazia" intesa come la si intende nel cosiddetto occidente era semplicemente un "abbaglio". le contraddizioni dell'islamismo dovranno conoscere molti e tanti travagli prima di arrivare ad un equilibrio umanamente accettabile.Il ruolo dell'occidente non è mai marginale rispetto alla evoluzione dell'islamismo @eg. sei sempre impeccabile
Scritto da robinews il 21/8/2013 alle 17:08
La democrazia nei Paesi Musulmani è impossibile. Dove non c'è separazione fra religione politica la democrazia non può esistere.
Scritto da Lucky il 21/8/2013 alle 17:26
Domande: Bisogna essere intransigenti quando i diritti hanno un connotato di genere e riguardano le donne? Nel confronto culturale è lecito anteporre "diritti non negoziabili" da salvaguardare? Riguardo alle "rivoluzioni democratiche" dei paesi arabi a noi vicini quanto dovremo ancora aspettare...un adeguato ripensamento riguardo facili illusioni di casa nostra? Ecco temi scomodi di confronto ai quali sommare...1000 emigranti approdati ogni giorno.
Scritto da Fabrizio Piacentini. il 21/8/2013 alle 18:04
@Antonio Chierichetti ha completamente ragione.
Scritto da Gino D. il 21/8/2013 alle 18:05
@e.g., che cinismo. "Oggi non ci sono né rivoluzioni né rivoluzionari. Siamo tutti da strapazzo". Cara mio o caro mio, è da strapazzo chi ragiona in questa maniera, chi si lascia andare a parlare per far vedere che scrive bene. Dietro i drammatici fatti arabi ci sono grandi spinte di cambiamento e grandi sacrifici. Se stanno sbagliando hanno però diritto al rispetto. C'è gente che muore non per un capriccio ma perchè si batte per il proprio Paese.
Scritto da Dino il 21/8/2013 alle 20:40
"Cercare di esportare la nostra democrazia è sempre servito a poco se non a coprire gli enormi interessi economici delle grandi potenze in quelle aree strategiche per la produzione di energia". Benvenuto nel mondo della sinistra.
Scritto da Osvaldo il 21/8/2013 alle 21:28
Ripeto un concetto che ho espresso ieri a proposito di S. Agostino: un'enorme differenza con la Chiesa di oggi, tutta politically correct. con il potere in Italia.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 21/8/2013 alle 22:46
@Giovanni Dotti. Condivido, chi non capisce la relazione tra enunciato filosofico (S. Agostino) e situazione storica prende dei grossi granchi.
Scritto da Maurizio il 21/8/2013 alle 23:35
@Fabrizio Piacentini (18.04) - Le risposte alle tue domande sono tutte opinabili. Per me è giusto essere intransigenti su poche cose assolutamente fondamentali che riguardano la vita degli esseri umani. Quando gli uomini o le donne (in numero certamente superiore) sono trattati da schiavi l’intransigenza a tutela della loro dignità è una grande qualità. Senza di essa non si sarebbe in gran parte vinta la segregazione razziale negli Usa o nel Sud Africa, per citare degli esempi. Su altri “valori”, ai quali una persona crede fermamente, l’intransigenza vale per lei stessa, per il suo comportamento, per lottare per ottenere delle leggi giuste. Rispetto ai “valori non negoziabili” ti faccio un esempio. Prima della legge che lo ha reso possibile, il no all’aborto era annoverato fra questi da molti italiani. Chi farebbe ora una campagna referendaria per sopprimere quella legge? Quanto ai migranti la ricetta di tutte le forze politiche è di lavorare sui Paesi di origine. Il problema è riuscirci e finora nessuno ce l’ha fatta.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/8/2013 alle 09:32
Scusa se esco dal seminato. Ho sentito che il Pd starebbe cercando un'altra volta l'accordo con almeno una parte dei cinquestelle e Grillo ha ricominciato a insultarci. Non è dignitoso, l'alternativa sono le elezioni. Napolitano fa il suo mestiere e cerca di evitarle ma alla fine dipende dal parlamento. Piuttosto che Grillo meglio le elezioni.
Scritto da Un Pd Pavia il 22/8/2013 alle 10:15
@robinews (17,08), @Dino (20,40), così non va. Nessun merito mio, nessuna abilità di scrittura mia, le parole sono di Marco Revelli. Così propio non va.
Scritto da eg il 22/8/2013 alle 11:43
@e.g. Non prendermi in giro. Mi riferivo alle tue parole quando dici che le rivoluzioni e i rivoluzionari sono tutti da strapazzo. Tu critichi tutto - e per me va benissimo - e poi dici che così non va quando qualcuno si permette di criticare te? Andiamo, siamo seri.
Scritto da Dino il 22/8/2013 alle 13:12
@Dino, mi è difficile comprendere il suo intestardirsi su di me, oltre tutto con toni sgradevoli. Non sono seduta, a differenza sua, sulla riva di un fiume, ma trovo tuttavia un paio di minuti per darle una risposta. Con il ‘così non va’, la invitavo a non attribuirmi meriti non miei. L’intervista di Repubblica è stata effettuata a Revelli, non a me. Le parole sono di Revelli, non mie. I meriti, quindi, vanno al sociologo piemontese. Sono a favore della libertà di confronto e di critica, soprattutto nei miei riguardi ma gradirei si praticasse con serietà, che nemmeno mi azzardo a chiedere a lei. Infine, circa eventuali figure carismatiche presenti nel nostro Paese, ribadisco di non vederne in circolazione, ma lei è libero di coltivarne a iosa.
Scritto da eg il 22/8/2013 alle 15:33
@e.g. Lei finge di non capire perché ha la coda di paglia. Non mi riferisco al suo commento delle 14.58 in cui trascrive un pezzo di Revelli ma a quello delle 14.53 dove parla lei. Perché non ammetterlo? Lei in quelle righe è cinica e sprezzante verso chi in aree difficilissime lotta a suo modo per conquistare una dignità calpestata. Tutti uguali, tutti da strapazzo, tutti da strapazzare. Ma chi diavolo crede di essere per mettersi sul pulpito in quella maniera?
Scritto da Dino il 22/8/2013 alle 17:05
Gentile @Adamoli, nel mio commento ‘inquisito’ delle 14,53 scrivevo: ‘Ma abbiamo rivoluzionari oggi? Sì, magari qualcuno, ma sicuramente è un rivoluzionario da strapazzo. Oggi sono (siamo) tutti da strapazzo: rivoluzionari, riformisti, socialisti, cattolici, centristi, estremisti, fascisti, comunisti, tutti da strapazzo. Persino la trotskista Alba Parietti (come da sua stessa definizione)’. E’ chiaro che mi riferivo all’ambiente nostrano, italiano, non ai ragazzi della ‘primavera araba’. Scrivendo ‘sono (siamo) da strapazzo’, ho incluso ironicamente anche me. E non mi sono dimenticata della Parietti che, come è noto, non vive nei Paesi Arabi e non risulta abbia partecipato alla ‘rivoluzione dei gelsomini’. Anche @Dino lo ha perfettamente compreso ma, avvalendosi della stessa tecnica dei troll, ha ugualmente necessità di dialogare con me, tra l’altro incalzando (io rispondo ora perché non ho i suoi stessi ritmi di permanenza su questo blog). Mi spiace che da questo ne derivi un disturbo per lei, @Adamoli, costretto a postare commenti inutili. Lasci correre (che è quello che farò anch’io) e porti pazienza. Buona giornata.
Scritto da eg il 23/8/2013 alle 10:51
@eg (10.51) - Nessun disturbo per me. Il confronto fra i lettori è una parte gratificante del blog che cerco sempre di incoraggiare. Naturalmente non tutti i commenti sono oxfordiani ed è inevitabile. Quando leggo altri blog, più rinomati del mio, concludo che mi posso ritenere molto fortunato.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/8/2013 alle 13:25
Gentile @Adamoli, il mio commento verteva sui contenuti, i famosi contenuti invocati anche da @Fiori nel post attuale dai quali tutti 'scantonano' (sto citando lei, 9,47). Cioè le chiedevo conferma della chiarezza del mio commento delle 14,53 sui rivoluzionari da strapazzo nostrani, ma lei ha preferito dare priorità all'argomento 'modalità di dialogo in un blog'. Ebbene, i dialoghi poco razionali e visibilmente pretestuosi come quelli di @Dino non mi interessano. Non mi scandalizzano, invece, i dialoghi poco oxfordiani, che ritengo meno perniciosi di altri commenti viscidamente untuosi, di adesione a un pensiero o a un'opinione. Ad ogni buon conto, ritengo utile questa sua attitudine nel favorire il dialogo di questa folta community composta - ho visto - da un bel gruppo di commentatori affezionati che si relazionano fra loro. Mi spiace non farvi parte ma, d'altronde, i miei ritmi di presenza sono discontinui (magari posto due/tre commenti di fila e poi non riesco più a seguire). Buona domenica.
Scritto da eg il 25/8/2013 alle 13:03
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