Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 27/8/2013 alle 15:02

  
“Matteo Renzi  pensi a diventare presidente del Consiglio la prossima volta e lasci stare la corsa al partito per il quale è inadatto e che lo può danneggiare ….Lo appoggerò come candidato premier ma lo contrasterò come segretario del Pd”.
Vorrei analizzare queste parole di Massimo D’Alema per capire bene dove il Pd sta andando. A parte il fatto che in questo modo si liquida Enrico Letta in un momento delicatissimo, come si può sostenere che  “Renzi può farci vincere le elezioni e guidare il governo”  ma non è in grado di essere il segretario del Pd? 
A prescindere da Renzi si tratta di un grosso equivoco che va chiarito. In questo modo si prefigura un modello politico fuori dalla concezione europea nella quale sono i leader dei partiti vincitori ad assumere la guida del governo.  
Così si svolta invece, repentinamente e strumentalmente, verso il modello americano dove il partito conta pochissimo e tutto il potere viene consegnato a chi guida le Istituzioni di governo a livello federale e statale.
Esattamente il contrario di ciò che gli stessi personaggi affermavano meno di un anno fa quando sostenevano che le tesi di Renzi erano adatte per il congresso del Pd ma non per le primarie per designare il candidato premier del centrosinistra.
Chi rappresenterebbe al congresso il 40% che ha votato per lui invece che per Bersani? D’Alema risponde: Renzi scelga un altro candidato per le sue idee e il suo progetto. Ma questo è ancora più discutibile perché slega il progetto dalla leadership.
Quando si dice “i socialdemocratici di Schroder, i laburisti di Blair, i progressisti di Zapatero” (per restare nella sinistra europea) non si cita il loro nome per un vezzo, ma si afferma che quelle fasi politiche non ci sarebbero state senza quei leader.
Faccio due esempi italiani distanti nel tempo. L’ulivo nazionale è nato ed è finito con Romano Prodi. I tentativi di tenerlo in vita senza di lui sono miseramente falliti.
Durante la Prima Repubblica, la “Solidarietà nazionale” con Dc e Pci protagonisti è stata viva, densa di carica ideale e politica con Aldo Moro (ed Enrico Berlinguer). Assassinato Moro, e con Giulio Andreotti al governo, si è trascinata avanti per poco tempo come consociativismo di potere (costato un’enormità alle casse dello Stato) fino ad esaurirsi rapidamente e totalmente.
Finché non capirà, o fingerà di non capire, l’importanza decisiva della leadership, la sinistra italiana combatterà sempre battaglie di retroguardia dietro lo schermo del  “no all’uomo solo al comando” che, riferito ad un partito complesso e articolato come il Pd, è una vera e propria finzione caricaturale. Il Pd non avrà mai un “padrone”.
Renzi sarebbe un leader all’altezza? Francamente non lo so. Misuriamolo intanto al congresso. I suoi avversari dicano pure che non ha idee o che sono sbagliate, che è solo un fenomeno mediatico. Dicano, giustamente, che non può essere contemporaneamente il segretario del Pd e il sindaco di Firenze. Tutto legittimo.
L’unica cosa che non possono fare è delegittimarlo lasciando presagire chissà quali spaccature del Pd se lui diventa segretario.
Una rappresentazione scorretta della realtà che potrebbe portare alla fine del Pd. I suoi avversari mettano invece in campo un’alternativa credibile di progetto e di leadership e potranno vincere  il congresso democraticamente e indiscutibilmente.
Nessuno pensi che Renzi, o chiunque altro, possa essere un buon capo del governo quando il suo partito non lo accetta come proprio leader. Sarebbe un ostaggio nelle mani di un Pd riottoso, quindi un premier impossibilitato a svolgere la sua difficilissima e determinante  funzione.
 

Commenti dei lettori: 95 commenti -
Quel volpino di D'Alema sapendo di non avere chances ne'per la Segreteria del partito ne' per ilPremierato cerca di convincere Renzi,probabile futuro leader,a non candidarsi per la Segreteria per piazzarci,grazie al suo zoccolo duro,un candidato di sua fiducia in modo da avere sotto controllo il partito e tenere sotto scacco il futuro Premier. Chissa',forse il giochino gli potra' anche riuscire,ma mi chiedo a che prezzo per il PD e per la democrazia del nostro Paese. Andando avanti cosi'dove finiremo?
Scritto da giovanni dotti il 27/8/2013 alle 15:48
Caro Adamoli, sono d'accordo nel dire che non possiamo copiare i partiti americani. Altra storia, cultura, organizzazione istituzionale e sociale. I partiti contano come il due di picche. Non sono d'accordo quando immagini che Renzi possa essere un buon segretario del Pd, ma io non sono del Pd e quini non ho molto da dire. Su D'alema ho poche idee chiare. Meglio fare diversamente da quello che dice. Ho delle pesanti perplessità su Renzi capo del governo.
Scritto da Osvaldo il 27/8/2013 alle 15:52
Caro Giuseppe, ragionamento che non fa una grinza. Certe reazioni hanno una spiegazione banale, semplice, ma vera. I DS hanno paura di perdere, ne sono ossessionati, in testa la solita impostazione egemonica che sta tutta dentro la loro antica cultura politica. Non vanno biasimati, solo evitati, lasciati alla loro storia sorpassata. Di primarie aperte poi non parliamone, panico. La menata è quella di sempre: "in ogni dove sono gli iscritti a scegliersi il segretario", ma è solo fifa del nuovo.
Scritto da exdc il 27/8/2013 alle 16:10
Almeno qui si discute. Mi va bene una leadership forte che lasci spazio però alla collegialità. Ridurre il Pd ad uno è impossibile e sarebbe sbagliato. Ti ho visto con piacere domenica alla Schiranna per la Targa di Laura Prati.
Scritto da Un militante Pd il 27/8/2013 alle 16:30
Ciao Giuseppe, se con Bersani che era segretario e premier non fosse successo il patatrac che ne è seguito avrei potuto condividere il tuo punto di vista.
Scritto da Ettore Ilpunzecchiatore Russo il 27/8/2013 alle 16:35
D'Alema era da rottamare gia' una ventina di anni fa, avrebbe fatto meno danni al partito ed al paese.
Scritto da Riccardo De Maria il 27/8/2013 alle 16:48
Ha ragione D'Alema.
Scritto da Francesco De Palo il 27/8/2013 alle 16:53
@exdc (h.16,10) il tuo ragionamento non fa una grinza,eccetto quando scrivi che sono ossessionati dalla paura di perdere. A me sembra il contrario, preferiscono perdere,o meglio rinunciano a vincere pur di mantenere saldo il controllo del partito: questa e' la cosa piu' importante per loro, tutto il resto e' secondario. Per questo sara' sempre difficile vincere le elezioni, a meno che non cambino mentalita' e capiscano che i tempi sono cambiati.Vedremo come andra' il Congresso, poi si dovra' decidere.
Scritto da giovanni dotti il 27/8/2013 alle 17:03
Nel 2001 si sacrificó Amato per Rutelli; Prodi cadde 2 volte nonostante i voti alle primarie per congiure oscure ma ammesse a denti stretti. Un Presidente del Consiglio senza partito appare debole e sempre sulla graticola. D'Alema ha in testa un azzardo pericoloso. Meglio che non gli riesca.
Scritto da Loris Costa il 27/8/2013 alle 17:27
@Adamoli, caro Giuseppe, nulla di nuovo sotto il sole. Il tuo articolato dissenso sulle "operazioni dalemiane" sono condivisibili. Per me quello che sta cercando di fare il MaX non è nient'altro che l'estremo tentativo di "mettere cappello" sul partito e sul futuro eventuale premier visto che a "lui" entrambe le cose sono precluse PER SEMPRE. Sicuramente il suo impegno è sempre maximo per rovinare qualsiasi prospettiva positiva e il suo appoggio a Renzi è CERTAMENTE DANNOSO PER IL SINDACO.
Scritto da ROBINEWS il 27/8/2013 alle 17:33
@Adamoli. Sante Parole.
Scritto da Filippo Ferrari il 27/8/2013 alle 17:36
Questo partito va riformato e a renzi non gliene fotte nulla di tutto ciò, se non usare la segreteria come trampolino per il premierato. quindi, ben venga un segretario che si impegni a fondo per fare un pò d'ordine (anche se secondo me è impossibile, anche per uno strutturato come Cuperlo) e primarie per il candidato premier quando ce ne sarà bisogno con tutto il sostegno a renzi. non ci vedo nessun equivoco.
Scritto da iscritto pd il 27/8/2013 alle 17:42
Francamente non ho mai creduto nella possibilità di saldare seriamente all'interno di uno stesso partito chi viene dal PCI e dalla DC ed infatti i frutti si sono visti.
Scritto da Antonio Chirichetti il 27/8/2013 alle 18:06
D'Alema teorizza uno scacco in due mosse per Renzi. Prima fuori dal Partito (..è inadatto), poi fuori anche dalla guida del Governo (dalla quale sarebbe fuori anche Letta).. Morale Renzi non lo voglioni i "COMUNISTI",..ama Blair, è stato a pranzo ad Arcore, buca il video, è tendenzialmente simpatico,non è triste..è proprio inadatto per guidare una coalizione di centro sinistra.Perchè non venderlo...a caro prezzo al presidente del Milan...
Scritto da La professoressa. il 27/8/2013 alle 18:35
Sono anni che D'Alema ci guida di trionfo in trionfo; come da oggettiva constatazione da parte di chi ancora tifa per lui. Ormai dovrebbe essere più che soddisfatto dei successi ottenuti, ma la sua bulimia non conosce limiti e ci vuole condurre a nuovi gloriosi approdi, forse alle famose "magnifiche sorti e progressive". Che dire? Va bene un "grazie, ma riposati un po' ne hai tutto il diritto"? No, impavido, incurante del periglio, continua a sacrificarsi per il bene di noi ingrati.
Scritto da Angelo Eberli il 27/8/2013 alle 19:00
Forse i tempi non erano maturi e si è affrettata l' operazione @Antonio Chierichetti, ma quel tentativo andava fatto. Non sono un esperta in materia, però credo che in politica come nella vita, si debba guardare avanti superando posizioni fisse e rigide, da steccato precostituito. Qualche volta non funziona ma per fortuna non è sempre così.
Scritto da una rottamatrice il 27/8/2013 alle 19:32
Ho smesso di fidarmi di D'Alema da molto tempo: è uno sconfitto presuntuoso. Renzi non mi piace, è frenetico e non ha mai delineato un progetto. Se costretto a scegliere, opterei per la continuità di Letta. Intanto è venuta l'ora della Siria: colpire duro. Noi dell'Italietta saremo i soliti codardi.
Scritto da ulderico monti il 27/8/2013 alle 20:11
@Ettore Russo (16.35) - Bisognerebbe analizzare le ragioni politiche per le quali Bersani non ce l’ha fatta. Non credo perché era contemporaneamente segretario del Pd e candidato premier. La campagna elettorale è stata contraddittoria, senza lampi e tutta in difesa di un vantaggio elettorale che i sondaggi davano per incolmabile. Dopo aver stretto un’alleanza esclusiva con Vendola ha continuato a strizzare l’occhio a Monti quando i due, Monti e Vendola, non volevano nemmeno parlarsi. Ma nel post parlo del partito e lascio sullo sfondo la questione del governo. Penso che dobbiamo impegnarci tutti per avere il miglior leader possibile. Io l’accetterò chiunque sia, ma deve’essere così per tutti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/8/2013 alle 20:15
@Antonio Chierichetti (18-06) - Mi sai dire, caro Antonio, dove si troverebbero meglio i post Dc? Nel Pdl? Nell'Udc in crisi nera? In Scelta Civica che si sta già sfasciando? Se ti ho capito bene (penso di si perché ci conosciamo da tanti anni) tu non avresti mai "liquidato" la Dc. Ma questo è avvenuto e guardare troppo nel retrovisore della storia non ci mette nella condizione a dare una mano a questo Paese.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/8/2013 alle 20:18
Non è in questi termini il problema di D'Alema (che vedrei volentieri - se non rottamato - almeno ridimensionato e tenuto al guinzaglio nei suoi maneggi), ma il mio e di molti altri iscritti sì, lo è, specie se scottati dalla candidatura Bersani. Fare coincidere il ruolo di segretario con quello del candidato premier di una potenziale coalizione di governo è pericoloso e potenzialmente nocivo: pericoloso, perché la concentrazione di potere nelle mani di chi controlla l'apparato rende squilibrate le primarie, privandole del loro genuino significato consultivo e deliberativo, a vantaggio di uno esclusivamente confermativo e ratificativo; e potenzialmente nocivo, perché accetta implicitamente che la vita interna del partito finisca regolata e scandita da quel modello leaderistico che non andrebbe accettato nemmeno sul piano della direzione dell'esecutivo politico. Occorrerebbe un sistema di freni e contrappesi: un partito con guarentigie interne di tipo liberale, oltre che più attento a valorizzare la partecipazione democratica. In loro assenza, e considerando anche gli aspetti "caratteriali" di Renzi, vedo con qualche timore il cumulo dei ruoli. In fondo la leadership di un partito è collegiale, non personale. Poi, i personalismi interni al PD hanno un carattere patologico e patogeno: sarebbe meglio non incentivarli più... Un abbraccio.
Scritto da Valerio Crugnola il 27/8/2013 alle 21:02
Certo Giuseppe è stato un errore storico liquidare la DC perché a differenza di altri non aveva nulla da rinnegare del proprio passato, anzi. Ormai è andata così. Errare è umano perseverare però è diabolico. Ritengo infatti che sia venuto il tempo di ricomporre in un unico grande partito laico e di ispirazione cristiana tutti coloro che, oggi ancora dispersi nei pseudo-partiti della seconda repubblica o finiti nell'astensionismo, si riconoscono comunque nella comune cultura politica del popolarismo europeo. De Gasperi giustamente disse che solo uniti saremo forti e solo se saremo forti saremo anche liberi.
Scritto da Antonio Chierichetti il 27/8/2013 alle 22:02
Scusami Adamoli ma la tua produzione per me è troppo veloce. Stavo pensando di commentare il post su C.L. ed hai già voltato pagina. Per esempio avrei bisogno di leggere un paio di volte il tuo pezzo di oggi e poi potrei commentare. Eppure sono una che segue la politica da molto tempo.
Scritto da Lettrice affezionata il 27/8/2013 alle 22:12
Ma sto D'Alema perché non va in pensione che qualche motivo lo avrebbe x ritirarsi dalla scena ....o no ?
Scritto da Donatella Scaburri il 27/8/2013 alle 22:47
Caro Adamoli condivido l'ultimo intervento di Chierichetti(22.02) . Mi domando sempre perché uomini come Martinazzoli e de Mita non hanno percorso la tua stessa strada.
Scritto da Osservatore il 27/8/2013 alle 23:21
D'accordo con Dotti e Eberli; a me ha scioccato vedere un membro del PD scaricare in questo modo un primo ministro dello stesso partito; mi sembra scorretto nei confronti di Letta, del partito e forse anche di noi italiani che abbiamo bisogno di un governo serio e stimato. Cuperlo-Renzi vorrebbe dire tornare indietro e direbbero che Renzi e' un pupo nella mani del partito di d'Alema. Il problema e' di capire chi guida il PD; il resto dopo.
Scritto da Andreus il 27/8/2013 alle 23:26
Direi che lo sport preferito nel P.D. (e non alludo solo al gruppo dirigente, ma anche a chi interviene sul blog di Adamoli) è la conventio ad excludendum di tutti (o di molti) contro tutti, che rischia di portare un partito nel complesso ricco ancora di idee a tanti clan l'uno contro l'altro armato. Si dimentica in tal senso la realtà effettuale, come la chiamerebbe Machiavelli. Realtà effettuale che ci dice come nel nostro Paese la bontà delle idee e di un progetto politico debba accompagnarsi ad una forza mediatica ed a una capacità di comunicazione e di seduzione dell'elettorato. Non starei a formulare discorsi un po' astratti se il segretario del partito debba o possa essere il candidato premier; nè mi confronterei troppo con gli altri Paesi europei a noi vicini (Francia, Spagna, Germania). In fondo -mi si dirà peraltro subito che i tempi sono cambiati - nella prima repubblica i presidenti del Consiglio democristiani spesso erano altri rispetto ai segretari dello stesso partito, probabilmente per un gioco di equilibri interni a quel partito e non solo. Certo è che nel P.D. si fa fatica a individuare un leader che abbia entrambe le qualità da me indicate. C'è chi non sa dare un'adeguata efficacia al suo programma per una debolezza d'immagine o di carisma (Bersani); c'è chi sa sedurre con le parole e con la semplice immagine, ma lascia perplessi sul piano programmatico (Renzi). C'è infine -a mio parere- chi, come Letta possiede in un giusto equilibrio emtrambe le doti; ma Letta ha bisogno di tempo per affermare ruolo e carisma, oltre che per mostrare, soprattutto al di fuori del P.D., che cosa abbia saputo fare. Se malauguratamente la situazione politica dovesse precipitare ed il governo Letta cadere e neppure Napolitano riuscise a dar vita ad un nuovo governo, costretto quindi a sciogliere le Camere, per quanto riguarda il P.D., congresso o non congresso, con o senza (ma mi auguro con) primarie, non vedo altri all'infuori di Renzi adatto guidare il P.D. in una campagna elettorale che finalmente sia vincente. Personalmente guardo a Renzi con molte riserve, in particolare -lo dico da sindacalista- per la sua concezione delle relazioni con le parti sociali, che mi appare a volte lontana da una concezione di sinistra o semplicemnete di sinistra liberale. Il sindaco di Firenze mi pare però l'unico in grado di trascinare il grosso del P.D. e di attrarre parte di quell'elettorato "moderato" di centro o di centrodestra, senza il quale non è pensabile vincere nettamente alle elezioni e chiudere finalmente politicamente con il ventennio berlusconiano. Naturalmente se il governo Letta dovesse durare anche solo un paio d'anni, le cose potrebbero essere diverse e Letta stesso, a buon diritto, potrebbe avanzare la sua candidatura a rinnovato premier.
Scritto da mariuccio bianchi il 27/8/2013 alle 23:56
Un partito sclerotico senza il necessario ricambio generazionale: questo mi sembra ora il P.D. Se si fossero posti dei limiti temporali alle cariche sia nel partito che nelle Istituzioni(max.10 anni=2 legislature)avremmo un partito più snello e moderno capace di affrontare le sfide dei tempi.Grazie alla vecchia guardia che non vuole a nessun costo mollare e che alleva i suoi polli in batteria ci troviamo nell'immobilismo assoluto. Forse ha ragione@A.Chierichetti che auspica una NUOVA SINISTRA...
Scritto da giovanni dotti il 28/8/2013 alle 08:56
@Valerio Crugnola (21.02) - Infatti, caro Valerio, dal post risulta chiaramente che parlavo solo della segreteria del Pd e non della candidatura a premier. Mi sto convincendo che lo Statuto del partito non dovrebbe identificare rigidamente il segretario con il candidato premier (come ora) ma nemmeno fare la scelta contraria e cioè la distinzione obbligatoria fra i due. Sarebbe meglio rimandare questa scelta importantissima alla migliore opportunità del momento anche perché il nostro bipolarismo, finché la situazione non cambierà, è pur sempre di coalizione. La mia prima preoccupazione è però di non indebolire il ruolo del segretario come avverrebbe teorizzando la separazione delle due figure. Teniamo conto che nell'Europa che conta è il leader del partito più forte dell'eventuale coalizione che assume la guida del governo. Non abbiamo più bisogno di altri casi Prodi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/8/2013 alle 09:27
@Osservatore (23.21) - Guarda che la scelta diversa l’ha fatta solo De Mita. Martinazzoli non ha aderito al Pd ma è sempre stato nel centrosinistra ed anzi, come Prodi è giustamente ricordato quale padre dell’Ulivo nazionale, andrebbe pure rammentato che il primo Ulivo locale lo ha voluto e sperimentato Mino nel 1995 quando è stato eletto sindaco di Brescia. E poi ha guidato il centrosinistra in Lombardia nel 2000 contro Formigoni, non dimenticarlo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/8/2013 alle 09:30
@Andreus (23.26) - Proprio così. Come dici tu: “il problema è di capire chi guida il PD; il resto dopo”. E’ anche il senso del post. In altre parole: quale Pd vogliamo per i prossimi anni. Se il partito deve essere ripensato il congresso è la sede giusta.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/8/2013 alle 09:33
Un leader è disposto a perdere tutto, anche se stesso, per qualcosa in cui crede. Oggi, 50 anni da "I have a dream", in Italia non noto, magari per mia eccessiva selettività, qualcuno disposto a farlo e con più capacità degli altri. C'è chi cerca il quarto grado di giudizio, chi si posiziona "per il dopo", chi parla di tassazione locale (IMU, a cui aggiungo la TARES) senza rendersi conto delle ripercussioni delle proprie scelte. Mentre il mondo brucia e perdiamo speranza e lavoro.
Scritto da FrancescoG. il 28/8/2013 alle 09:37
Le parole di D'Alema indeboliscono la credibilità di Letta.Ricordo male o D'Alema,con sponda su Bertinotti,contribuì alla caduta di Prodi e lo sostituì? D'Alema operò bene su una delicata questione libanese. Ma non dimentico i Balcani. Sulla Siria, caro @Ulderico, la penso come il patriarca siro-cattolico Youssef Younan: nessun intervento militare e dare garanzie ai laici. Ascoltare dai governi americani, inglesi e francesi la parola "umanitario" è un'offesa alle nostre intelligenze. Ciao.
Scritto da FrancescoG. il 28/8/2013 alle 09:46
D'Alema vuole blindare il partito sul vecchio apparato. Questo a lui interessa. Il governo va e viene mentre il partito nella sua mentalità è l'asse intorno a cui gira tutto. Quindi Renzi deve lottare per vincere il congresso altrimenti non cambia niente.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 28/8/2013 alle 09:55
In ritardo, sulla tassazione locale. IMU e TARES. L'esenzione IMU sull'abitazione principale, per tutti, e l'applicazione della TARES hanno un duplice effetto: meno tasse a chi ha di più e sono in pochi in casa, maggiori tasse per le famiglie.Devo dedurre che in Italia non si vogliono i nuclei familiari, si cerca la tutela dei più abbienti e non del lavoro. Chiederei a Violante, impegnato su altre incostituzionalità, di verificare la compatibilità delle norme con gli art. 1, 31 e 53.
Scritto da FrancescoG. il 28/8/2013 alle 09:59
@Adamoli. L'idea della flessibilità in base alle circostanze, interne e esterne, ai programmi e agli uomini in ballo, mi piace. Concordo anche sul fatto che un segretario debole, per la difficoltà di osmosi tra i vertici e i quadri intermedi del partito (molto meno tra gli iscritti), sarebbe una iattura. Bersani insegna. Quanto al resto, forse sono un inguaribile idealista quando penso ad una gestione collegiale del partito, purché le attuali divisioni siano finalmente metabolizzate, sacrificando chi questa osmosi osteggia. Importante è che ci sia uno stop a quelli che, con Weber, amo chiamare i "politici di professione". Occorrerebbero forse più rotazioni, purché l'unità ideale e di stile etico-politico sia garantita con un'effettiva continuità (la questione della limitazione del numero di mandati a due senza eccezioni non riguarda i soli rappresentanti nelle assemblee elettive, ma anche la scelta dei quadri intermedi). E' che il partito non versa in buone condizioni, e arrivare non solo a una "guarigione", ma altresì a una "rinascita" appare un'impresa quasi impossibile. Sogno l'inconfessabile: un tandem Renzi-Civati (o Barca): ma so che è un'illusione palingenetica. In genere, penso, il tuo realismo coniugato alle idealità e all'apertura al dialogo, la vince facile sull'idealismo di chi, come me, fatica a pensare politicamente. Quanto al modello Prodi, non saprei davvero. Empiricamente, il tuo giudizio è falsificabile: è l'unico che abbia vinto. Certo, è falsicabile anche questa critica, come tu fai ben notare: in Europa, a sinistra come a destra, anche senza essere per forza le guide organizzative e operative del partito, vincono solo personalità forti, robuste e autorevoli, ben radicate nel partito che dirige la coalizione, e credibili per tutta la coalizione che li sostiene: e non solo per evitare quelle imboscate (che con un gioco di parole chiamerei "proditorie") che hanno affondato i due governi di centro-sinistra. Forse un capo del governo non identificato e non identificabile con un partito, per il caso italiano, con la sua frantumazione e con la crisi gravissima della forma-partito nel rapporto con il paese reale, potrebbe essere più efficace. Ma non saprei. Di tutto questo dovremmo poterci confrontare con calma, nelle sedi giuste, e con i modi e i toni giusti. Grazie della tua attenzione.
Scritto da Valerio Crugnola il 28/8/2013 alle 10:25
@Lettrice affezionata alle 22,12 dice giusto. Produci tanto ed è difficile starti dietro con i commenti. Questo su D'Alema e Renzi è bello ma complicato, non dovresti cambiare pagina subito.
Scritto da Lorenzo L. il 28/8/2013 alle 10:28
@Lettrice affezionata (22.12) e @Lorenzo L. (10.28) - Il post di oggi rimarrà in prima posizione fino a domani. Tenete conto però che nessun commento anche sui post precedenti viene perso e che sono letti da me e da molti altri lettori.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/8/2013 alle 11:56
Inutile dire che il prossimo sarà un congresso in cui si rilancia il Pd se non concorrono gli uomini migliori. Non penso che voterò Renzi ma è giusta che corra e se vincerà sarà lui il segretario che dovrà guidare tutto il Pd.
Scritto da Lucky il 28/8/2013 alle 12:07
Difficile credere che uno che può diventare presidente del Consiglio non sia reputabile capace di guidare un partito. Gatta ci cova...
Scritto da Umbertone il 28/8/2013 alle 12:35
@Giuseppe: l'errore dei popolari, spaventati dal berlusconismo, è stato di abbracciare senza se e senza ma i post comunisti. Errore perchè si è lasciato uno spazio politico, quello riconducibile al popolarismo europeo, per andare nel deserto degli ex comunisti. Siamo l’unico paese europeo nel quale la sinistra non è di tradizione socialista, ma comunista. E cosa hanno da dire e da dare quelli, come D’Alema, che hanno creduto da giovani al disastro comunista e da grandi si sono attrezzati a navigare (in barca a vela) tra liber(al)ismo mal compreso e collateralismo con la CGIL ? Niente. Come infatti non ha dato e detto niente Bersani in campagna elettorale. Con i risultati che si sono visti: oltre 3 milioni di voti persi.
Scritto da Larpi il 28/8/2013 alle 13:16
Anche se ormai da molto tempo ex d'alemiano (dai tempi di Cossiga), non sono tra quelli che lo ritengono unico colpevole tutti i nostri guai, tuttavia ultimamente, ogni volta che parla, mi chiedo perchè anni fa andò da Maurizio Costanzo a raccontare che lui non si sarebbe occupato di politica per tutta la vita e poi... non lo ha fatto.
Scritto da Roberto Caielli il 28/8/2013 alle 13:21
@FrancescoG. il 28/8/2013 alle 09:46. In linea di principio, sulle questioni internazionali, propendo per la condivisione delle posizioni e delle iniziative degli Stati Uniti e, in Medio Oriente, di Israele. Avrai letto sul Corsera l'articolo di Bernard Henri Levy "L'Occidente salvi l'onore in Siria". Onore o interessi? Legittimi. Noi, l'Italietta, abbiamo rinunciato a tutto, e in primo luogo al ruolo naturale di potenza mediterranea. Nel Mare Nostrum, noi che ci facciamo? Ciao.
Scritto da ulderico monti il 28/8/2013 alle 13:57
#Larpi,h.13,16: analisi"storica"perfetta! Il CONGRESSO dovrà essere CHIARIFICATORE e dissolvere molti dubbi e molte incomprensioni. Poi ognuno valuterà e ne trarrà le debite conseguenze.POI SI DOVRA' DECIDERE,come ho già detto.Se rimanere uniti o meno,intendevo dire.So che è un tema che nessuno mi sembra voglia affrontare,ma prima o poi i nodi vengono al pettine,come dice il proverbio.Per ora speriamo in bene e che D'Alema eviti si sputare consigli se non vuole che il partito si sfasci anzitempo
Scritto da giovanni dotti il 28/8/2013 alle 14:19
@Adamoli, quante chiacchere su IMU ed equità fiscale. Ora ci siamo! Persino Rigor Montis deve ricordare al PD e Letta che stanno cedendo al PDL. L'IMU 2013 sarà tolta "a tutte le prime case" e per il 2014 si "arrangino i comuni" se ne sono capaci a fare la tanto agnognata equità. Ora manca solo il tassello del Lodo Violante e il gioco (o l'imbroglio) è finito. SEL e tutti gli elettori del PD che ne hanno le tasche piene si devono preparare a dire addio "per sempre" a qualsiasi tipo di CSX.
Scritto da ROBINEWS il 28/8/2013 alle 14:22
Con Renzi possiamo vincere, come segretario, è più importante il premier.
Scritto da Angelo Chiappa il 28/8/2013 alle 14:52
Sconcertante @ulderico monti che rivendica all'Italia il ruolo di potenza mediterranea. Sapevo fosse anziano ma non lo credevo così vecchio. Pazzesco ragazzi, è rimasto fermo ai tempi dell' Impero Romano. Ma questo dotto ed un po' saccente signore a quale sinistra appartiene? A quella stalinista o che altro. E tu Adamoli non hai proprio niente da dire? Gesùmio!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Scritto da una rottamatrice il 28/8/2013 alle 15:31
@Valerio Crugnola (10.25) - Hai ragione, su questi temi complessi dovremmo poterci confrontare con calma nelle sedi giuste. Spero di poterlo fare presto ma le occasioni sono davvero rarissime. Ti lascio una mia ulteriore impressione: non credo proprio che ci sia bisogno di un capo del governo non identificato e non identificabile con un partito. Il caso Prodi lo abbiamo già ricordato. Il caso Monti è molto diverso ma sta a significare che il forte legame con una forza politica importante è indispensabile.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/8/2013 alle 15:32
@Larpi (13.16) - Quando lo abbiamo abbandonato, il Partito Polare Europeo (Ppe) era già in preda a convulsioni di destra ed antieuropeiste (ti ricordi?). Dopo, ma soltanto dopo, c’è stato l’ingresso di Berlusconi a dare il colpo di grazia. Ricordo bene che Martinazzoli, che aveva osteggiato il passaggio verso la Margherita e che voleva mantenere in vita il nostro piccolo partito popolare, era molto critico verso il popolarismo europeo e auspicava l’avvento di una forza intermedia tra i grandi partiti. E’ vero che la sinistra italiana, a differenza di quella europea, è stata largamente comunista ma dopo il fallimento di Bersani quella lunga storia di egemonia sulla sinistra si è chiusa, insieme a quella dei post Dc. Penso che il prossimo congresso del Pd lo dirà chiaramente. Secondo te scambio i desideri con la prospettiva reale?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/8/2013 alle 15:37
1.solo per dire che questo tema dovrebbe essere trattato al primo posto del dibattito PD, partito per il quale ho votato non perché contento del suo programma e della sua azione di governo, ma solo perché ritenevo e ritengo invotabile il signor B.; 2.ciò premesso, sono sempre più irritato dall'agenda del partito per cui ho votato : cambiare in meglio l'Italia, questa la mia opinione, significa oggi cambiare lo Stato che abbiamo, e che è anche figlio delle politiche del PD o di chi il PD oggi è erede. Questo tema chi lo affronta ? con quali idee ? quelle di Landini, Ingroia, Demagistris, a suo tempo DiPietro, Grillo, SEL, etc. ????? sono loro che comandano dentro il PD ? fatemelo sapere, che non vi voto più ! 3.riusciremo mai ad uscire dall'angolo del vuoto chiacchiericcio odierno, ove siamo tutti vittime consapevoli o inconsapevoli ? alberto carzaniga
Scritto da Alberto Carzaniga il 28/8/2013 alle 15:50
Caro Giuseppe, vorrei uscire dal contingente D’Alema, Renzi, congresso PD, per proseguire nella riflessione che introduci col tuo post e poter ragionare sui modelli politici e le esperienze passate. Credo che questo approccio sia opportuno per evitare quanto meno di cadere nelle rispettive simpatie o antipatie che i personaggi che hai citato suscitano. Innanzitutto vorrei contestare l’affermazione un po’ troppo perentoria per cui Prodi sarebbe caduto due volte perché non aveva dietro un partito. Prodi è caduto perché non è mai stato in grado di “governare” politicamente le sue esperienze. In tutte le sue due esperienze il suo fallimento non è dovuto perché non era segretario di partito, né perché non aveva dietro un partito, ma è caduto perché le coalizioni messe in piedi assomigliavano più a un circo Barnum, perché c’erano ministri che partecipavano prima al CdM e poi andavano in piazza a protestare contro il governo e perché le coalizioni erano talmente larghe da far dimenticare anche quello che era l’indirizzo politico che Prodi doveva garantire. Insomma, io non ricercherei la colpa del fallimento del centrosinistra del 96 e del 2006 nel fatto che leadership e premiership non collimavano, ma mi soffermerei sui limiti di coalizioni messe in piedi per vincere e non per governare. Secondo aspetto importante i modelli politici. Citi Spagna ( Zapatero ), GB ( Blair ), Germania ( Merkel ) come modelli in cui le figure di capo di partito e di capo di governo coincidono. Sono modelli politico – istituzionali che funzionano. In Spagna chi vince il congresso del partito viene candidato alle elezioni ( sia socialisti sia popolari si comportano medesimamente ), in GB, con sistema maggioritario secco, il leader del partito è il candidato alle elezioni, mentre in Germania, dove vige il cancellierato, il candidato è quello che raccoglie maggiori consensi e non sempre le cariche coincidono. Schroder fu il candidato spd nel 98 non in ragione del fatto di essere presidente del partito, ma perché aveva stravinto le elezioni nel suo lander ( presidente della spd era Lafontaine ). Kohl fu presidente della CDU dal 1973 al 1998, ma Cancelliere divenne solo nell’82, nel frattempo era in parlamento in quanto Presidente della Renania – Palatinato, la Merkel è Presidente del partito solo dal 2000 e Cancelliere dal 2005. Attualmente la spd ha un segretario politico e un candidato diverso. Sia nella spd sia nella cdu il leader politico è Presidente del partito, ma poi c’è un segretario che gestisce. In Spagna, in GB, in Germania il presidente candidato alla premiership è votato dagli iscritti attraverso un congresso. Non si parla di primarie aperte e non si adottano i sistemi italiani. Dunque mi pare che ci siano delle contraddizioni nel mettere sullo stesso piano leadership politica e premiership e trasportare il problema in Italia nel PD dove abbiamo un sistema alquanto confuso. In Francia Hollande ha vinto le primarie e non era segretario del PS. Tu, per riprendere una nota nobile dal passato, citi Moro. Ma Moro aveva la leadership politica della DC con una corrente minoritaria e non esercitando il ruolo di Segretario politico e se mi passi la battuta nella DC solo due politici hanno provato a far coincidere le due figure (premiership e leadership politica ) Fanfani e De Mita, tutti e due abbattuti perché la DC non è mai stata un partito monarchico o presidenzialista come si direbbe oggi, ma fermamente repubblicano e allergico ad ogni personalizzazione del potere. Dunque io credo che il problema per quel che ci riguarda è un po’ più complesso e non si può automaticamente mettere sullo stesso piano le esperienze estere con le nostre anche perché mi sembrerebbe il gioco delle tre carte dire facciamo coincidere le figure di candidato premier con quella di leader politico, ma lo facciamo con le primarie aperte a tutti perché così è nel resto d’Europa salvo poi che in Europa le due figure coincidono si, in parte, ma sono indicate dai soli iscritti del partito e attraverso congressi politici che puntano a “cambiare” il partito sempre in preparazione dell’evento elettorale.
Scritto da roberto molinari il 28/8/2013 alle 15:54
Il commento di @Alberto Carzaniga interpreta bene lo stato d'animo del c.d."popolo di sinistra" al di la' di tanti arzigogolati ragionamenti. Siamo piu'lineari e più chiari ! Evitiamo contorsionismi mentali e mascherate ipocrisie per salvare il caimano, forse il "popolo di sinistra" ora disorientato e incavolato ci capirà' di più' e ci tornerà' a votare. Continuando così' continueremo a perdere consensi e prenderemo una ulteriore suonata alle prossime elezioni. A.Carzaniga merita una risposta
Scritto da giovanni dotti il 28/8/2013 alle 16:23
Non scordiamoci poi di come D'Alema s'è fatto abbindolare da Berlusconi in occasione della fallita bicamerale. Dovrebbe effettivamente smetterla di "sacrificarsi" per il nostro bene e di cercare di "riposarsi" come meglio gli consiglia @Eberli nel suo spassoso intervento.
Scritto da Ravani il 28/8/2013 alle 16:29
@Roberto Molinari (15.54) - Molte cose le condivido, su altre è necessario chiarirsi. Anzitutto direi di lasciare ai margini ogni paragone con la Dc. Troppe le diversità da oggi ad allora. Ho citato Moro nel post solo per dire che le leadership sono straordinariamente importanti mentre nel Pd assistiamo, questa è la mia sensazione, ad una sottovalutazione delle stesse con la balla della paura dell’uomo solo al comando e soltanto perché in questo modo ciascun "capo" possa mantenere il suo piccolo “potere di veto”. Insisto su questo punto perché mi sembra dirimente. La leadership non significa assenza di collegialità ma evitare che questa si traduca in una babele di lingue sapendo qual è la linea sostanziale. Su Prodi condivido che la responsabilità primaria dei suoi insuccessi sia stata la coalizione abnorme. Ne abbiamo già parlato tante volte ritrovandoci d’accordo. Ma chi gli aveva consigliato nessun confine né al centro né, soprattutto, a sinistra? Sono convinto che abbia ragione lui quando afferma che con un partito leale alle spalle, D’Alema e Marini nel 1998 non avrebbero proceduto come hanno fatto e che dopo Prodi avrebbe potuto esserci un Prodi bis. Sui partiti europei fai una descrizione corretta. In altri Paesi ci sono modi diversi per affermarsi come leader. E’ anche assolutamente vero che non sempre segretario e leader di un partito coincidono e che quando il leader va al governo il segretario assume una funzione di cura e di gestione del partito più che di guida politica generale. Però il leader c’è e si trova al governo. In Italia per diventare leader del Pd bisogna passare dalla segreteria, ne sono convinto. Se Renzi diventerà mai premier (intanto non è il caso di indebolire Letta), se non avrà con sé un Pd che lo sostiene fermamente non farà molta strada, anzi ne farà pochissima. Infine, ricordiamoci tutti che la coincidenza assoluta fra segretario e candidato premier l’aveva voluta Veltroni con una grande maggioranza di consensi. Ora io non sono né per l’identificazione né per la separazione delle due figure. Penso che la decisione debba essere presa al momento sulla base delle realtà di fatto e delle opportunità. Questa è fior di materia congressuale e spero che si possa dibattere senza che ordini di scuderia ne guastino lo sviluppo positivo. Tra me e te certamente sarà così.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/8/2013 alle 17:06
@rottamatrice il 28/8/2013 alle 15:31. Accompagnati da una ventina di punti esclamativi, giungono i commenti ad personam della coraggiosa anonima che auto- rottamata com'è vorrebbe portare tutti nella sua abituale discarica. Un Paese di 50 milioni di abitanti, potenza industriale, dovrebbe di necessità avere un ruolo preminente nella regione geografica di pertinenza. Un ruolo che hanno Francia, Germania, Gran Bretagna, USA, Cina, ecc... Forse che siano tutti vecchi e stalinisti? Siamo seri!
Scritto da ulderico monti il 28/8/2013 alle 17:38
Spero che al congresso PD si parli di contenuti e di idee. Le correnti ci sono sempre state, ma nel PD si è esagerato un pò purtroppo negli ultimi anni. Io penso che non bisogna distinguere tra candidato premier e segretario. Mi dispiace che il PD debba aspettare le sorti di Berlusconi che ormai è il passato per la politica italiana. In questa era così veloce, il PD dovrebbe avere una visione di lungo termine, per le nuove generazioni. Si vince insieme ed uniti...guardiamo anche ai lati positivi!
Scritto da Simone Franceschetto il 28/8/2013 alle 17:43
Articolo condivisibile con una logica stringente. Non capisce solo chi non vuol capire e vuole continuare a vivacchiare per salvare quel che gli è rimasto in termini personali.
Scritto da Livio il 28/8/2013 alle 18:10
Caro Ulderico, il quadro è spaventoso: le forze occidentali vogliono un cambiamento interessato, usano un modello nuovo di esportazione della democrazia (Nord Africa docet): funziona male come il precedente, lo scontro sciiti-sunniti è vivo. Si aggiunga il peso della storia di quelle terre, la Russia che vuole alleati sul mare, l'Italia cliente della Russia. Il popolo muore. (continua)
Scritto da FrancescoG. il 28/8/2013 alle 18:25
Una collaborazione forte tra nazioni del Mediterraneo serve a tutti. Italia, Spagna, Grecia, Turchia, il Nord Africa, non solo per motivi economici, ma per far crescere la qualità della vita delle popolazioni. L'Italia ha quasi un obbligo morale, storico e culturale in più degli altri. Il fatto che il Mediterraneo sia in fiamme (guerre ed economia malconcia)è in parte responsabilità delle singole nazioni, ma non mi tolgo dalla testa che c'è qualcosa di più che non dipende da noi e siamo vittime.
Scritto da FrancescoG. il 28/8/2013 alle 18:28
@Alberto Carzaniga. La colpa è solo di Landini, Ingroia, Demagistris, a suo tempo DiPietro, Grillo, SEL? Ma faccia il piacere....
Scritto da Dino il 28/8/2013 alle 18:32
@Rottamatrice, hai, hai, hai, come osi levare le tue grida di scandalo verso coloro che vorrebbero essere presenti e protagonisti in ogni teatro di guerra e a qualsiasi costo in nome di un neoimperialismo che crede di dettare (ma guarda caso non ci riesce mai) la sua legge. Il tuo interlocutore dice: facciamo come gli USA la GB, la Francia, la Cina (la Russia?). Ecco, questo è il mondo che lui crede abbiamo bisogno. Per fortuna questa volta stiamo contando fino a mille prima di partire.
Scritto da robinews il 28/8/2013 alle 19:23
Signor @ulderico monti, intanto siamo 60 mln, ma il particolare poco conta. La politica nelle nazioni che lei ha citato è più avanti della nostra perchè è più chiara e semplice. Quelli sono paesi che hanno saputo conservare una loro autonomia dentro un' alleanza con gli americani. Noi siamo un' altra roba. Anche per via della nostra politica confusa, siamo per gli Usa dei camerieri neanche troppo affidabili. Poi se a lei piacciono padroni prepotenti che si spacciano per paladini della libertà...
Scritto da una rottamatrice il 28/8/2013 alle 19:51
Via l'IMU. Figurarsi se non si trovavano - nel mare degli sprechi - un pugno di miliardi per mantenere (giusta o ingiusta che sia) una promessa del governo Letta-Alfano. Lo diciamo che è una vittoria di Berlusconi?
Scritto da ulderico monti il 28/8/2013 alle 19:57
@ Adamoli il 28/8/2013 alle 09:30. Mi riferivo proprio alla scelta di Martinazzoli di non superare certi limiti cioè quello di non aderire al Pd; diverso il discorso di alleanze di centrosinistra salvo l'errore di aver accettato di correre contro Formigoni. Da queste esperienze Martinazzoli ha maturato l'idea di non aderire al PD.
Scritto da osservatore il 28/8/2013 alle 23:06
@Giuseppe: non credo alle virtù taumaturgiche del prossimo congresso per un partito che, nato nel 2007, ancora non si capisce cosa voglia fare. Il PD è un partito nato morto perché, a parte l’iniziale slancio post Lingotto, si è ripiegato su se stesso con lo scopo esclusivo di garantire agibilità politica ai propri cacicchi, a Roma ed in periferia. Forse per questo amore per l’agibilità politica si appresta, con il benestare di Napolitano e l’autorevole (?!) parere di illustri (?!) giuristi, a trovare una scappatoia per garantire l’agibilità politica di Berlusconi: un ricorso alla Consulta per chiarire il tema dell’applicazione della legge Severino ai reati commessi prima della sua entrata in vigore come negarselo ? Il tutto, naturalmente, non prima di aver fatto trionfare Berlusconi sulla questione IMU, sulla quale tocca vedere un noto comunista, Mario Monti, fare critiche “di sinistra”. Queste due vicende, da sole, bastano a certificare l’inutilità, per gli italiani, del PD. Prima lo chiudete, meglio è.
Scritto da Larpi il 29/8/2013 alle 08:57
@Osservatore,h.23,06. Forse proprio qui sta il punto: bastava una ALLEANZA DI CENTRO-SINISTRA, non il "partito unico",in cui -come s'è visto- le anime diverse fanno fatica a convivere. Personalm.non ho mai creduto ad"affinità elettive"tra ex DC ed ex PCI, la mistura non mi sembra sia stata salutare per nessuno,e tantomeno per il Paese che è stato privato di una forza"popolare"diversa dal PCI che avrebbe potuto catalizzare il consenso di tanti "moderati" che ora non si ritrovano in nessun partito
Scritto da giovanni dotti il 29/8/2013 alle 09:08
Avete notato il cenno di arroganza di E. Letta? al suo insediamento parlò di una durata di 18 mesi e ieri ha detto che il GOVERNO NON HA PIU' SCADENZA! Beato lui, a furia di frequentare Berlusconi sta diventando come lui. A quando l'informazione che durerà in eterno?
Scritto da robinews il 29/8/2013 alle 09:14
@Per tutti. Ieri ho ricevuto alcune mail con richieste di ulteriori chiarimenti. Schematizzo e ribadisco così il mio pensiero. Il Pd ha bisogno di un leader che incarni una linea rinnovata che parli con un linguaggio accattivante e convincente ad un elettorato molto più ampio di quello tradizionale. Credo sia meglio togliere dallo statuto l’obbligo che il segretario del partito sia il candidato premier della coalizione ma non bisognerebbe commettere l’errore opposto di istituirne la separazione altrettanto obbligatoria. Può certamente verificarsi che il leader non sia il segretario del partito, ad esempio il capo del governo, ma in un partito con la vecchia guardia fuori gioco, e dunque senza personalità già affermate in altri ruoli e pronti per il vertice, penso che il nuovo leader debba passare per la prova del congresso e della segreteria nazionale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 29/8/2013 alle 09:26
Caro Ulderico, vittoria del PDL: penso di si. E del centralismo. E' una nuova sconfitta dell'autonomia degli locali, dell'ulteriore scarico di responsabilità (cosa ben diversa dal federalismo) dello Stato sui Comuni, come capita da anni. E' una sconfitta del ceto medio. Casi reali. Persona singola, benestante, bella casa, tra IMU e TARES risparmia 800 € in un anno. Famiglia monoreddito, due persone, hanno 40 € in più.Un editoriale di Avvenire parla di avanzare nella coesione sociale.Si fa cosi?
Scritto da FrancescoG. il 29/8/2013 alle 09:52
@ U.Monti. Di fatto lo scopo era un altro: togliere ogni alibi per la caduta del Governo. Ora resta sul tavolo una vicenda personale. Sono dinamiche pagate dalle famiglie, dal ceto medio, dalle imprese. Che sia questo l'obiettivo, insieme a far mettere la faccia ai sindaci, conto terzi ? Il 2014 ci dicono sarà diverso, con la service tax. Sono scettico. Lo Stato cominci a fare una seria cura dimagrante e diventi più serio nei rapporti istituzionali. Prima di allora, non credo a nulla.
Scritto da FrancescoG. il 29/8/2013 alle 10:01
@Adamoli. Assolutamente si
Scritto da Angelo Ruggeri il 29/8/2013 alle 12:30
Condivido la posizione di Giuseppe. Se Renzi va bene come Premier, va bene anche come capo del PD questo gli darebbe più forza e autorevolezza a livello nazionale e internazionale. Viva Renzi!!
Scritto da Orazio Cammarata il 29/8/2013 alle 13:09
Si firmi per la difesa della Costituzione, coraggio;
Scritto da Elio Giacometti il 29/8/2013 alle 13:40
Caro Adamoli, bene il tuo commento di questa mattina alle 9.26, chiaro e sintetico. Hai detto quello che sento anch'io. Non pretendo di insegnare ad un gatto come arrampicarsi sui vetri ma mi permetto lo stesso un consiglio. Cerca di essere sempre breve, sarai ancora più seguito. I commenti troppo lunghi li leggono pochi affezionati della politica.
Scritto da Luisa B. il 29/8/2013 alle 14:06
@Giacometti. Forse Renzi ha messo in discussione la Costituzione? Ditemi quando e dove.
Scritto da Angelo Ruggeri il 29/8/2013 alle 16:49
No Angelo Ruggeri, non ho detto questo... semplicemente nion ho visto ancora la sua firma mentre purtroppo ho sentito con le mie orecchie che per lui la riforma Fornero non è ancora sufficiente; coraggio.
Scritto da Elio Giacometti il 29/8/2013 alle 16:55
@Elio Giacometti (13.40) - Firmerei solo per la difesa dei principi e dei valori costituzionali ma non per l'intangibilità della forma di governo, del ruolo assegnato al Presidente della Repubblica e del modo di votarlo attraverso il Parlamento.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 29/8/2013 alle 16:57
@Adamoli, qui per ora la cosa è piu' semplice e piu' importante: difendere l'art. 138 perché questo parlamento, eletto col porcellum e non rappresentativo, non puo' essere autorizzato a modificare la Costituzione a colpi di maggioranza.
Scritto da Elio Giacometti il 29/8/2013 alle 17:08
Sul post di Giuseppe osservo che come sempre dice cose intelligenti e pertinenti. Io per me sposerei la sua proposta, il segretario 'può' essere il leader, ma non è automatico. La discussione però, messa così, resta astratta ed elude (o sfiora appena) la questione dell'oggi: l'attuale premier Letta non è il leader del PD, nè ha la possibilità di esserlo a breve. Chiediamoci che rapporto ha Letta con il suo partito. Non dico il gruppo dirigente, che è organicamente con lui (tranne pochissimi), ma i militanti e gli elettori come lo vedono? E' in grado Letta di vincere il congresso candidandosi lui, o sostenendo un candidato che sposi la sua politica? La questione Renzi stavolta è ben diversa dall'anno scorso, perchè, se si candida, per vincere deve conquistare il cuore dei democratici, cosa che non può fare con i voti dei berluscones delusi, ma con quelli di chi l'altra volta non si sono fidati di lui. Ed essendo uomo intelligenti Renzi lo ha capito benissimo, ed ha capito che questa conquista passa per il fare chiarezza sul Governo Letta e le 'larghe intese'. Insomma un bel rebus anche per lui, perciò capisco la sua indecisione.
Scritto da Roberto Caielli il 30/8/2013 alle 09:18
Sui commenti di Giacometti confesso che non ho firmato e non firmerò l'appello sull'art. 138. Condivido i timori per involuzioni oligarchiche e per tentazioni di metodi impropri di modifica della Costituzione (ed anche della legge elettorale). Resto però basito dai toni apodittici della campagna di stampa del Fatto& soci, e dalle accuse di tradimento appioppate con grande facilità. Inoltre sappiamo tutti che il problema dell'Italia è l'inconcludenza e l'impossibilità di qualsiasi confronto riformista serio e pacato, perciò non serve esasperare i toni del confronto. In assoluto non si può negare al Parlamento la legittimità di procedere a modifiche della Costituzione. A chi tocca allora? Oppure la Carta diventa tout - court immodificabile, malgrado l’art. 138 della stessa? Semmai a chi si propone di cambiare la Costituzione si deve chiedere: qual è il mandato che vi autorizza? Il potere costituente non vi appartiene affatto, limitatevi a ciò che è stato detto in campagna elettorale: numero dei parlamentari, ruolo del Senato e superamento delle province.
Scritto da Roberto Caielli il 30/8/2013 alle 09:28
@Roberto Caielli (09.28) - Sulla Costituzione abbiamo la stessa sensibilità e mi fa piacere. Sul sistema semi presidenziale francese, verso il quale mi sono orientato da diverso tempo, serve almeno un chiaro pronunciamento del nostro congresso. Altrimenti sarebbe un cedimento all'agenda politica altrui.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/8/2013 alle 10:12
No roberto non ci siamo, la rigidità costituzionale è un elemento di garanzia imprescindibile in qualsiasi democrazia occidentale ( a parte il regno unito che non ha una costituzione scritta), persino nella Cina di Mao, la seconda costituzione del 1949 prevedeva la rigidità in quanto emendabile solo dall'assemblea popolare. Ricordo che il parlamento come scritto espressamente nell'art 138 può benissimo modificare la costituzione, ma con un rpcedimento che si dice "rinforzato",cortesemente non venitemi a dire che alleggerire il procedimento rinforzato è una garanzia dell'attività parlamentare, dopo 20 anni in cui scusate il termine il PDL ha defecato sulla carta costituzionale, voi mi venite a dire "ma no tranquilli, ciò chela proposta è solo una deroga al 138", ma ragazzi, ma costituzionale l'avete fatto all'università? ma avete idea della gravità delle vostre affermazioni?Quanto al semi presidenzialismo francese, ricordo a tutti che li funziona per un semplice motivo, ossia che le elitè politiche sono ONESTE, NON SONO STATE CONDANNATE IN VIA DEFINITIVA E MIRANO AL BENE COMUNE, tant'è vero che la Francia è sopravvissuta a ben 3 coabitazioni (presidente della repubblica di un partito presidente dell'assemblea di un altro)....sinceramente con l'elettorato che abbiamo e con le elite politiche schifose che ci ritroviamo se dopo le elezioni viene eletto Berlusconi, ce lo vedete al potere con gli stessi poiteri di HOLLANDE? conoscete 'enorme diversità di potere tra il nostro presidente della repubblica e quello francese?...se volete lo possiamo ripassare insieme.
Scritto da Massimo Gugliotta il 30/8/2013 alle 14:17
Giacometti è proprio il Pd e Sel a voler modificare l'art.138,e UNIONE MOVIMENTI LIBERAZIONE HA INDETTO LA MANIFESTAZIONE GIORNO 7 A ROMA,e siamo stati i primi poi affiancati da M5S ed altri movimenti.
Scritto da Antonio Tieso il 30/8/2013 alle 14:20
E chi non sa cosa comporta la modifica di questo articolo e inutile parlare di politica,C P R lombardia 2.
Scritto da Antonio Tieso il 30/8/2013 alle 14:21
@Massimo Gugliotta. Max hai mescolato troppe cose e risulta difficile rispondere. io sto solo al punto che le modifiche al 138 sono discutibilissime, soprattutto quanto a procedura, ma non sono quell'attentato di stampo totalitario che si vuole rappresentare... E poi insisto: una battaglia sul merito delle riforme sarebbe molto più necessaria e anche efficace
Scritto da Roberto Caielli il 30/8/2013 alle 15:35
@Caielli. ma a me non pare proprio che tra tutto ciòc he si debba discutere, proprio ora andiamo a parlare di riforma del 138, ho mescolato perchè la seconda parte è per Adamoli..
Scritto da Massimo Gugliotta il 30/8/2013 alle 16:24
@Massimo Gugliotta. Se la seconda parte è per me ti do subito il mio parere, poi per qualche ora penso di non essere più al computer. Primo, sarei contrario che la riforma semi presidenziale si facesse con questo governo a meno di un chiarissima e nettissima decisione in merito da parte del congresso del Pd che penso non ci sarà. In ogni caso bisognerebbe rivedere profondamente tutto il sistema dei contrappesi istituzionali. Secondo, non credo affatto che quando la riforma fosse pronta per essere attuata noi avremmo ancora Berlusconi come candidato, per motivi di età e di incandidabilità. Terzo, è un boomerang fare una riforma pensando all’interesse immediato di una sola parte politica. Per inciso, io sono contrario all’intervento in Siria che Hollande vuole. Anche questo dovrebbe insegnarci qualcosa. Il bene e il male non stanno interamente da una parte o dall’altra. Il semi presidenzialismo che vorrei non è quello che esautora il Parlamento. Il caso inglese di questi giorni, anche se non siamo nel semi presidenzialismo, è illuminante. Queste cose andrebbero discusse in riunioni con il tempo necessario. La sintesi, parlo per me, a volte gioca brutti scherzi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/8/2013 alle 17:21
Caro Giuseppe la tua posizione coincide perfettamente con la mia.
Scritto da Flavio Argentesi il 30/8/2013 alle 20:19
A Roberto Caielli: l'art. 138 è un bene in sé ( che poi questo Parlamento eletto con il porcellum non sia rappresentativo, lo capiscono tutti) e quindi va difeso con chi ci sta ( peccato che tu non ci sia, ma non è la prima volta e di certo ci saranno opportunità).
Scritto da Elio Giacometti il 30/8/2013 alle 22:40
Sono d'accordo. Letta tuttavia si sta dimostrando solido. Il congresso sara' davvero tra Renzi e Letta? E gli ex comunisti accetteranno mai un confronto limitato tra due ex democristiani? Tu che ne pensi?
Scritto da Roberto Rotondo il 31/8/2013 alle 08:27
Baluardo della Repubblica è il Presidente, contro i denigratori e i disfattisti, a tutela dell'onore della Patria. I senatori a vita Abbado Cattaneo Piano Rubbia ricordano al mondo e ammoniscono noi immemori che l'Italia può e deve essere un grande Paese, degna dei grandi ideali del Risorgimento: "... l'antica Signora che torna a regnar!".
Scritto da ulderico monti il 31/8/2013 alle 09:22
@Roberto Rotondo (08.27) - Non credo proprio che il congresso sarà tra Renzi e Letta, magari le primarie per il candidato premier, questo si. Per la leadership del partito la corsa sarà tra Renzi e qualcuno fra Cuperlo, Barca, Zingaretti, Pittella, Civati. Il confronto dovrà essere chiarissimo e sulle prospettive dell'Italia senza replicare le vecchie scuderie dei post comunisti e dei post democristiani di sinistra.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 31/8/2013 alle 10:53
Ascolti signor Adamoli, chiariamoci su cosa voglai dire semi presidenziale quantomeno :punto primo io non ho parlato di guerra in Siria, punto secondo "il potere di Hollande si riferisce a ben altro, difatti il sistema semi presidenziale prevede 1 che il presidente venga eletto direttamente dagli elettori e può essere rimosso solo con la procedura di messa in stato d'accusa 2 è il capo dello stato ma deve nominare un primo ministro 3 ha il potere di sciogliere il parlamento al limite fino una volta all'anno ovvero costituzionalmente ogni anno 4 il primo ministro Francese gradito al presidente, oppure sgradito, perchè proposto al presidente da una maggioranza opposta alal sua entra e erimane in carica fintantochè l'assemblea non gli vota la sfiducia oppure finchè il presidente non lo rimuova vale a dire riuscendo ad identificare una maggioranza diversa, ora a mio modestissimo parere un sistema semi presidenziale è auspicabile ad una sola condizione, ossia che le elite politiche siano PIù RESPONSABILI ED ATTENTE AL BENE COMUNE, finchè avremo in parlamento Berlusconi ed i suoi tirapiedi NON NE USCIREMO, non è uan questione di esutorare il parlamento, è il PARLAMENTO STESSO CHE FA SCHIFO, è quesdto il punto. Quanto alle votazioni sulle guerre, bhè mi pare che quando D'alema era presidente del consiglio iniziò a bombardare senza nessun tipo di comunicazione al parlamento....
Scritto da Massimo Gugliotta il 31/8/2013 alle 11:11
@Massimo Gugliotta (11.11) - La sintesi che fai delle regole del semi presidenzialismo francese è corretta. Penso a qualcosa del genere anche per l’Italia che ha bisogno di stabilità istituzionale. Quando questa nuova forma di governo sarà stata introdotta (ci vorranno degli anni se mai sarà approvata) Berlusconi non ci sarà più. Ci sarà ancora la destra, sempre forte, ma questa è una connotazione italiana ed europea. Penso che al riparo di Istituzioni autorevoli anche i partiti e la politica potranno (meno difficilmente) rinnovarsi. Questa tesi è ovviamente opinabilissima e spero che venga discussa anche nel congresso del Pd che non può risolversi nella conta sui nomi. Importante è confrontarsi lealmente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 31/8/2013 alle 11:54
Il problema secondo me è questa destra...pseudofascistizzante e con gente che per nulla pensa al bene comune per quello temo il semi presidenzialismo..
Scritto da Massimo Gugliotta il 31/8/2013 alle 15:22
@Gugliotta. Condivido il giudizio di Max sulla destra italiana degli ultimi 20 anni, quella organizzata intorno a Berlusconi (il quel peraltro si avvicinò alla politica dalla parte di Craxi...). Non mi entusiasma il semi-presidenzialismo e penso che superare ill bicameralismo e rafforzare i poteri del Premier nella scelta dei ministri e introdurre la sfiducia costruttiva possa bastare. Però dobbiamo smetterla di usare come argomento per evitare le riforme la paura di Berlusconi: che tra l'altro di danni al Paese ne ha fatti parecchi anche senza far... danni alla Costituzione..
Scritto da Roberto Caielli il 1/9/2013 alle 21:34
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