Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 30/8/2008 alle 12:30

Sono a Firenze alla festa nazionale del PD. Ho seguito con grande interesse il confronto sul "testamento biologico" tra Paola Binetti e Ignazio Marino, due autorevoli parlamentari esperti in materia che nel PD sostengono tesi diverse. Entrambi però concordano sulla necessità di approvare una legge che disciplini il testamento biologico, un orientamento questo, a favore di una legge, che ha spaccato l'associazione cattolica "Scienza e Vita" della quale Paola Binetti era stata presidente prima di essere eletta in parlamento.
Il confronto è stato colto, appassionato e sanguigno. Ignazio Marino vorrebbe una disciplina incardinata sull'autodeterminazione della singola persona, mentre Paola Binetti insiste sul rapporto fiduciario fra persona, contesto medico e familiare. E poi vi sono altre differenze non irrilevanti.
Io non ho certezze a riguardo. Con queste parole voglio lasciare un messaggio sul senso e sul valore del dubbio, che ti costringe a pensare, a tormentarti anche, fino al momento della scelta, qualunque essa sia, che riguardi te stesso, la vita di un tuo caro, il voto su una legge o su una mozione di indirizzo.
Spesso si dice "beato chi ha certezze". In questo caso non mi sento di affermarlo poiché la complessità e la delicatezza dell'argomento meritano una continua dialettica tra razionalità, sentimenti, fede religiosa per chi ce l'ha.

Commenti dei lettori: 4 commenti -
Il nuovo millennio si apre e ci interroga sui "confini" del nostro essere persone. I confini della vita e della sua conservazione devono anche stimolare la riflessione di chi si vuole sentire parte e motore della pòlis. La filosofia si è sempre confrontata con il dubbio come strumento per raggiungere la verità. Sul testmento bilogico io credo si debbano aggiornare gli strumenti, non è utilecercare di far prevalere un idea o ideologia sull'altra, ci deve essere un'altra via... Lega delelnda est!
Scritto da Catone il 31/8/2008 alle 14:58
Mi pare già un passo avanti nel tentativo di affrontare l'argomento da parte del PD. Condivido la cautela e i timori di Adamoli, ma penso che sia necessario arrivare a una sintesi sia personale che partitica. Lo dico da non elettore del PD, interessato a verificare quale sia la vera anima del neo nato partito. Proprio per la delicatezza, io propenderei per lasciare uno spiraglio legislativo alla valutazione caso per caso, anche in presenza di testamento biologico redatto, più vicino a Binetti.
Scritto da Juling il 1/9/2008 alle 00:15
Sono prudente e invito a coltivare il dubbio, ma concordo sull’obiettivo di approvare una legge entro quest’anno. La soluzione di un caso come quello di Eluana Englaro non può essere affidato alla magistratura, se non come ultima ratio nell’interpretazione di una legge esistente, che oggi non c’è. Naturalmente il PD, come gli altri partiti, deve conquistare una sua posizione precisa nel merito, considerando il voto di coscienza come l’ultima risorsa disponibile.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/9/2008 alle 16:09
su repubblica.it di oggi c'è un'intervista a Umberto Bossi riguardante il caso Eluana. Bossi fa un paragone con l'inizio della sua malattia, quando pensava di nn farcela. Poi però, inspiegabilmente, dice che sarà difficile fare una legge. Allora per cosa eleggiamo deputati e senatori? Cmq, il link dell'articolo è questo: http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/persone/bossi-malattia/bossi-malattia/bossi-malattia.html
Scritto da pino il 1/9/2008 alle 16:24
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