Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 7/3/2014 alle 09:29

 
L’eliminazione del Senato votato dagli elettori e la sua trasformazione in Camera delle Regioni e Autonomie è una riforma costituzionale ritenuta indispensabile dal governo di Matteo Renzi. Si tratta di  una linea che era stata da lui preannunciata nelle primarie, condivisa da tutto il Pd (compresi, a parole, i senatori) e poi siglata nel patto con Berlusconi e successivamente con Alfano.
E’ una proposta che rende più semplice la vita istituzionale assegnando solo alla Camera dei Deputati la fiducia al governo, che elimina per ciò stesso la paralizzante possibilità di maggioranze politiche diverse fra Camera e Senato, che riduce i costi istituzionali.
Questa semplificazione sarebbe ulteriormente rafforzata dalla seconda riforma della Costituzione, quella del Titolo V, che confermerebbe il ruolo legislativo delle Regioni ma metterebbe ordine nelle competenze che si sovrappongono a quelle dello Stato.
Il nuovo Senato delle Autonomie, oltre a contribuire ad eleggere gli Organi di garanzia (Consulta e CSM, ad esempio), avrebbe la responsabilità sulle leggi che riguardano le città, le Aree metropolitane, sul complicatissimo raccordo fra la legislazione nazionale e regionale evitando i conflitti che oggi ingolfano e assillano la Corte costituzionale. Il modello sarebbe la Seconda Camera del Parlamento della Germania.
Se questa è, a grandi linee, la nuova architettura istituzionale che senso avrebbe allora un Senato, come quello proposto da Renzi, formato dai 108 sindaci dei capoluogo, dai 21 presidenti di Regione, da alcune personalità scelte dal Capo dello Stato? Cioè un Senato a netta predominanza dei sindaci? Poco o niente. Sarebbe in contraddizione con il sistema autonomistico voluto dai padri costituenti che però si dice di non voler cambiare.
I sindaci, meglio i Comuni, danno corpo ad una forma fondamentale e imprescindibile di decentramento amministrativo, ma l’autonomia politica e legislativa è un’altra cosa e viene esercitata solo dalle Regioni che peraltro dovrebbero essere dimezzate oltre che riformate.
Nel 2000 il centrosinistra aveva introdotto il nuovo famigerato Titolo V per falciare l’erba sotto i piedi al “federalismo” della Lega. Oggi si vuole esaltare il valore indubbio dei Municipi cavalcando l’impopolarità delle Regioni. Si era sbagliato allora e si sbaglierebbe oggi.
Così non si costruisce e non si consolida il buon funzionamento delle Istituzioni. Si offre l’idea di un pendolo impazzito che non si fermai mai su un punto di equilibrio sostenibile.

Per qualche giorno non metterò più post ma seguirò la discussione sui precedenti.
 

Commenti dei lettori: 64 commenti -
i Sindaci devono riunirsi periodicamente per sopperire alle Provincie...così i rappresentanti o dirigenti regionali per questioni più ampie..appunto poi automaticamente statali..o nazionali...certo è che un'unica camera riduce molti tempi..di per sè denari..grazie
Scritto da zva il 7/3/2014 alle 09:50
Condivido il ragionamento, basta con le improvvisazioni, la riforma del Senato è necessaria e molto utile ma solo se si farà veramente bene.
Scritto da ff il 7/3/2014 alle 10:04
Molte considerazioni sono più che condivisibili. Io sono per la riduzione del 50% dei senatori. mantenere la elezione diretta con voto proporzionale puro e le preferenze. Un senato senza voto di fiducia al governo con le funzioni di camera delle regioni e delle autonomie.La sommatoria prevista con sindaci, presidenti di regione, e nominati dal P.d. R. non è convincente e spero che non si affermi. Se poi il problema è il risparmio si riduca anche almeno di un terzo il numero dei deputati.
Scritto da robinews il 7/3/2014 alle 10:23
L'immagine del pendolo impazzito da bene l'idea delle riforme. Ognuno che arriva vuole le sue riforme. Renzi ha ragione quando sostiene che dovrebbero essere approvate nel modo più largo possibile perché questo è il solo antidoto alle oscillazione dannose. Nel merito la posizione di @Adamoli mi sembra più che ragionevole ma non ho competenze specifiche.
Scritto da Massimiliano il 7/3/2014 alle 10:48
Più che d'accordo. Inoltre i Sindaci non hanno tempo di fare i Senatori e, politicamente, i Sindaci non sono Senatori. Bene, invece, una camera delle autonomie sul modello tedesco. Con tutta la riorganizzazione, a valle, che porta con se.
Scritto da FrancescoG. il 7/3/2014 alle 11:13
Non posso che condividere. Portare i Comuni in palmo do mano va bene ma c'entrano poco con l'autonomia anche legislativa delle Regioni. Sono matti se si mettono in testa di marginalizzare le Regione perché questo significherebbe rafforzare il potere delle burocrazie ministeriali che sono uno dei freni più potenti all'innovazione, all'efficienza e alla trasparenza. Le Regioni del Sud funzionano male, dicono. Perché i comuni del Sud funzionano bene?
Scritto da Dirigente regionale il 7/3/2014 alle 11:39
Esco dal tema per una domanda che m'interessa molto. Perché Vendola fino a ieri chiedeva le dimissioni dei sottosegretari indagati e oggi, indagato anche lui, non da le sue dimissioni da governatore della Puglia?
Scritto da Reality il 7/3/2014 alle 12:11
Segnalo, sul tema del post precedente, un contributo di Giovanni Bianchi. http://www.circolidossetti.it/editoriale/la-nuova-fase-del-pd-e-dei-cattolici-politica/
Scritto da FrancescoG. il 7/3/2014 alle 13:06
Premesso che il bicameralismo perfetto va soppresso - e spero in tempi celeri -, mi chiedo a cosa serva, all'atto pratico, un Senato delle Autonomie, così riformulato. O ha competenze decisionali vere (per esempio sanità, lavori pubblici, istruzione professionale e altre ancora connesse con le autonomie locali), e quindi risorse, e in tal caso non può essere un Senato di nominati ad hoc o di eletti altrove, quale ne sia la composizione. O è un organismo consultivo, e allora tanto vale sopprimerlo del tutto, visto che già esistono altri organi preposti. Decisamente migliore è l'ipotesi su cui insiste da tempo un gruppo di intellettuali sostenuto dal Domenicale del Sole 24 ore, di un "Senato delle Competenze", chiamato a elaborare progetti, proposte, studi di merito se non anzi veri e propri disegni di legge, da "girare" poi al parlamento. I suoi membri sarebbero nominati da grandi elettori (ad esempio, alcuni "competenti" verrebbero scelti dai senati accademici delle maggiori università), non riceverebbero uno stipendio ma solo un piccolo gettone di presenza in occasione delle riunioni, non disporrebbero di segretari, bensì di un centro di documentazione specialistico che nascerebbe da una consistente espansione dell'attuale Biblioteca del Senato, ecc.
Scritto da Valerio Crugnola il 7/3/2014 alle 13:32
Se si vuole una Camera delle Autonomie con competenze, tanto vale instaurare un bicameralismo con netta distinzione funzionale. Le due camere hanno in comune solo l'elezione del Presidente della Repubblica. Solo il Parlamento èabilitato a dare la fiducia al governo. Al Senato spettano le competenze relative a tutte quelle materie relative alle autonomie locali e al decentramento, con poteri di indirizzo, di disciplina finanziaria e di sorveglianza sui processi attuativi. I senatori sarebbero eletti dal popolo, su base regionale, con sistema proporzionale puro, per un totale di 200 membri. Non vi sarebbero problemi di coesistenza tra i due sistemi proporzionali: quello della Camera, disponendo in pieno del potere legislativo, abbinerebbe rappresentanza e governabilità, mentre il Senato, che ha funzioni politiche attuative sganciate dalla logica maggioranza-minoranza, privilegerebbe la rappresentanza, che ha un eminente valore territoriale oltre che politico.
Scritto da Valerio Crugnola il 7/3/2014 alle 13:35
Rifondazione comunista nel 2000 si era rifiutata di approvare il Titolo quinto della Costituzione proposto dall'Ulivo ed aveva ragione. Oggi o si segue il modello tedesco oppure è meglio non fare niente.
Scritto da Osvaldo il 7/3/2014 alle 14:28
@Valerio Crugnola (13.35) - Ogni centro studi, movimento, partito, giornale, ha avanzato le proprie proposte di riforma del Senato a dimostrazione che così com’è oggi non va per niente bene. Io sostengo che è molto meglio attenersi alla filosofia autonomistica che ha ispirato la Costituzione repubblicana. Un Senato che contribuisce ad eleggere il Capo dello Stato, la Corte costituzionale, il Consiglio Superiore della Magistratura ed altri Organismi di Garanzia. Un Senato che si occupa delle leggi che riguardano le Istituzioni territoriali e che cura il complesso rapporto con le competenze legislative delle Regioni. La riforma del Titolo V (e tutte le successive applicazioni) sarebbe ovviamente di sua competenza. Un Senato quindi che non è un semplice Cnel che propone alla Camera le leggi da approvare ma che detiene suoi propri poteri legislativi ben differenziati (salvo alcuni casi) da quelli della Camera.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/3/2014 alle 15:02
@Valerio Crugnola - Il modello è quello tedesco. Nessuna elezione dei senatori ma nel Senato un numero limitato di rappresentanti delle Regioni (anzitutto), dei comuni, delle città metropolitane, più alcune personalità scelte dal Presidente della Repubblica. L’impostazione del Pd mi va benissimo salvo la proposta di composizione del Senato che vede uno squilibrio paradossale a favore dei sindaci i quali hanno un’esclusiva competenza amministrativa e non legislativa. E’ giusto che siano rappresentati nel Senato ma non nella misura proposta. Sarebbe un controsenso, una riforma sgangherata che non regge.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/3/2014 alle 15:05
@Valerio Crugnola - Oggi la Corte costituzionale è sommersa di controversie tra Stato e Regioni. Questi nodi sarebbero dipanati linearmente dal nuovo Senato. In passato mi era capitato di approvare un paio di progetti di legge di riforma costituzionale che avevano riscosso una larghissima adesione delle forze politiche non solo in Lombardia. C’è poco da inventare ma molto da implementare di norme già proposte, discusse e sostenute dalla miglior scuola costituzionale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/3/2014 alle 15:11
@Giuseppe Adamoli. Grazie, grazie davvero della replica. Da inesperto, non avevo affatto pensato a questi problemi. Ritiro le mie critiche e ti manifesto il mio sostanziale accordo. L'unica riserva sostanziale riguarda il sistema della nomina indiretta, e mi chiedo chi possano essere i grandi elettori e gli eleggibili (inclusi quelli di nomina presidenziale).
Scritto da Valerio Crugnola il 7/3/2014 alle 16:32
Difendere le Regioni conciate come sono ci vuole un bel coraggio.
Scritto da Gino D. il 7/3/2014 alle 16:46
Aggiungo che gli impiegati del comune di Roma e dei ministeri batteranno la fiacca ma anche quelli della nostra regione non scherzano.
Scritto da Gino D. il 7/3/2014 alle 16:47
Figuriamoci se i ladroni e i corrotti delle Regioni si lasciano ridimensionare. Hanno la legge che li autorizza a delinquere e saccheggiare il pubblico denaro!
Scritto da Antonio Iosa il 7/3/2014 alle 16:49
Hai spiegato bene. Come ha scritto Angelo Panebianco sul Corriere questa mattina ci vuole una buona soluzione tecnica. Ispirarsi al modello tedesco e al documento del 40 saggi incaricati da Napolitano di studiare le riforme è un'ottima soluzione. Quello che sostieni tu va nella stessa direzione.
Scritto da G.G. il 7/3/2014 alle 17:31
Impostazione corretta e giusta che guarda avanti. Se non si vogliono sacrificare le Regioni, e sarebbe da pazzi, il Senato come tu lo ipotizzi insieme a molti altri politici che non parlano a vanvera è la sola linea valida. Il problema è che certi parlamentari anche quando non sono contrari in via pregiudiziale, di queste cose sanno poco.
Scritto da Francesco (Milano) il 7/3/2014 alle 19:10
FUORI TEMA. Chiedo scusa scusa se torno brevemente sull'Europa. Oggi, il congresso PPE ha eletto il suo candidato alla presidenza della commissione europea l'eurodisastro Juncher. Questo signore è stato presidente dell'eurogruppo dal 2005 al 2013.In questo periodo e sotto la sua guida è stata partorita l'attuale politica economica europea che sta distruggendo mezza europa. Juncher si è mosso come fedele esecutore degli ordini della Merkel e dalla stessa oggi viene proposto (segue)
Scritto da robinews il 7/3/2014 alle 20:32
Robinews (segue) alla guida della commissione europea. Vi immaginate come sarà possibile cambiare la "sua" politica economica? E i referenti Italiani del PPE sono contenti? Ci diranno che loro (il PPE italiano) sono per cambiare questa europa e questa politica economica, pensano di poterlo fare con Juncker? E gli Italiani come hanno votato a Dublino? Juncker è la peggiore candidatura che poteva esserci. Una candidatura debolissima per fortuna della sinistra democratica europea. (segue)
Scritto da robinews il 7/3/2014 alle 20:38
Robinews (segue) Una candidatura che raccoglie a mala pena il voto di un terzo dei delegati (382 su 812), 245 voti sono andati al Francese Barnier e 185 si sono astenuti. Chi ha sostanzialmente "deciso" è stata la Merkel, e questo non è un bene per il futuro dell'Europa. Resta una importante consolazione: LA DEBOLEZZA E LA DIVISIONE DEL PPE. Su tutto questo si può cercare di costruire un'Altra Europa, sperando che il Tedesco Schultz, non si metta d'accordo con Junker dopo le elezioni. Sperem!
Scritto da robinews il 7/3/2014 alle 20:45
Il centrosinistra ha perso un'occasione storica per riformare lo stato facendo una riforma non condivisa e poi suggellata con il referendum confermativo. Il problema che poni, caro Giuseppe penso vada affrontato meglio dal Pd perchè non so se reggerebbe in sede confermativa. Suppongo che sarà difficile che il progetto finale sia quello renziano. Senza un maggiore coinvolgimento a tutti i livelli di iscritti simpatizzanti ma direi di ogni cittadino attento e consapevole si farà poca strada.
Scritto da Loris Jep Costa il 7/3/2014 alle 21:50
@Valerio Crugnola (16.32) - I senatori di nomina presidenziale sarebbero certamente persone che hanno dimostrato il loro valore nella vita reale come i senatori a vita che però resterebbero in carica solo per una legislatura. Gli altri dovrebbero essere i presidenti delle Regioni, probabilmente i presidenti dei Consigli regionali e forse qualche altro consigliere di nomina del Consigli. I sindaci potrebbero essere quelli delle grandi città ed altri nominati dall'assemblea stessa dei sindaci. Nessuna elezione e nessuna indennità a carico dello Stato.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/3/2014 alle 23:06
@Giuseppe Adamoli (23:06). Sulla parte economica, conoscendo il nostro sistema politico sempre sensibile all'indennizzo, ho dei seri dubbi. Non si avrà uno stipendio, ma si troverà un sistema (cachet, diaria, gettone di presenza e quant'altro) per spillare soldi pubblici. Forse è più semplice eliminare il Senato, perché, senza funzione legislativa, diventa un organo inutile (una specie di grande CNEL per organizzare tombolate a Roma) e farebbe carte false pur di crearsi una funzione. Rammento sempre che nell'Amministrazione Pubblica vale sempre il grande principio che non è la funzione che crea un organo, ma è l'organo che si crea una funzione, spesso inutile. Vedi le Province che erogano servizi inutili, direi di intralcio, drenando una quantità ingente di denaro pubblico.
Scritto da Sic Est il 7/3/2014 alle 23:49
Se Renzi e il Pd non ce la faranno ad abolire il Senato dopo tutti gli impegni presi e dopo che la legge elettorale che sarà approvata varrà solo per la Camera sarà una grave sconfitta che potrebbe indebolirlo molto e questo non va bene per l'Itala e per il Pd. Tutto il progetto delle riforme andrebbe a catafascio perché anche il Titolo V non sarebbe mai seriamente modificato. Una iattura che non deve succedere.
Scritto da Max il 8/3/2014 alle 08:40
L'eliminazione del Senato e' operazione populistica per dare soddisfazione al qualunquismo dilagante nei confronti del quale la politica risponde demagogicamente. Al Senato va cambiata la funzione diminuendone i seggi, ma non va sostituito da una 'scatola vuota'. Andrebbe eletto ed i suoi rappresentanti regolarmente (anche se di meno) retribuiti. Non è certo questa la via per risparmiare. Al Senato, per esempio, decine e decine di dirigenti intoccabili guadagnano il doppio di un senatore...
Scritto da paolo rossi il 8/3/2014 alle 09:18
@Sic est (23.49) - Sono convinto che un risparmio economico ci sarà ma lo sono altrettanto del fatto che questo aspetto è stato molto enfatizzato per convincere il grande pubblico. Il futuro Senato non dovrà essere un grande Cnel ma una Camera con poteri deliberanti su un buon numero di materie che afferiscono alla vita delle Autonomie locali e regionali le quali svolgono compiti di primaria importanza. Sugli organi che creano le funzioni e non viceversa concordo pienamente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/3/2014 alle 09:19
Paolo Rossi (0918) - Su questo punto, Paolo, abbiamo opinioni diverse. Anche nei nostri vecchi partiti il Senato delle Autonomie era un'opzione largamente accettata in funzione dell'Italia federale che si voleva costruire. Io, che pure non usavo mai il termine "federale" e che rabbrividivo - come tu sai - all'idea dell'Ulivo del Nord, avevo contribuito a scrivere un proposta di legge al Parlamento che andava verso questa direzione. Il dato negativo è che, da un certo momento in poi, s'è quasi smesso di parlarne. Il dibattito su questi argomenti istituzionali è invece il sale della politica.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/3/2014 alle 09:26
Forse non mi sono spiegato bene Giuseppe. Penso ad un Senato che non sia un doppione della Camera, penso ad un Senato che si occupi di autonomie e Regioni (da 'riassettare' e diminuire in termini di numeri) penso ad un Senato formato da non più' di 200 parlamentari, ma penso altresi' che vada eletto normalmente e che non venga relegato ad ambito di mera rappresentanza. Così non servirebbe a nulla ed a nessuno e non avrebbe relativissimo peso politico-istituzionale.
Scritto da paolo rossi il 8/3/2014 alle 09:56
Dall'estero seguo a singhiozzo il dibattito. Confesso la mia incompetenza in materia, ma ho fiducia nell'intelligenza e nella competenza di Renzi che prima di ogni decisione in merito sono certo che ascolterà tutte le campane. A tutti buon prosneguimento. A presto giovanni dotti
Scritto da giovanni dotti il 8/3/2014 alle 13:16
In un sistema che tende ad essere federalistico il Senato delle Autonomie non eletto ma con i rappresentanti delle Regioni e dei comuni è la soluzione più valida. Questa tesi è sempre stata suffragata da gran parte della scuola costituzionalista.
Scritto da Francesco (Milano) il 8/3/2014 alle 14:41
Caro Adamoli, e se trasformassimo il Senato in Camera propositiva delle leggi,composta da rappresentanti nominati dalle categorie produttive,con la conseguente abolizione di un inutile carrozzone come il CNEL? Buona riflessione, Alldo Passarello
Scritto da aldo passarello il 8/3/2014 alle 15:53
@Aldo Passarello (15.53) - Ho paura che anche il Senato diventerebbe un grande Cnel inutile. Ne riparleremo comunque nei prossimi mesi perché questo tema diventerà il tormentone della primavera e dell'estate.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/3/2014 alle 17:20
Se il Senato "tecnico" fosse istituzionalmente preposto al "confezionamento"delle leggi, che poi passerebbero alla Camera "politica"elettiva che le vaglierebbe sotto il profilo dell' opportunità politica e delle coperture finanziarie,prima di sottoporle al voto dei deputati per l'eventuale approvazione,credo che quello che tu paventi non accadrebbe..
Scritto da aldo passarello il 8/3/2014 alle 18:01
Il bicameralismo è nato agli inizi del Novecento per presidiare gli interessi che una tempo erano tutelati dalle “camere alte” di nomina regia e per rimediare agli errori non infrequenti delle assemblee. Di fatto, tenendo anche conto della eccessiva produzione legislativa tale sistema si è rilevato un impiccio al buon funzionamento del sistema. Da anni si parla di una camera delle autonomie ma sembra un ripiego, una via di fuga; le competenze della seconda assemblea non sono mai state esplorate. Sembra improbabile che il nuovo senato si occupi di legislazione regionale che compete alla Regioni, tutt’al più di competenze “concorrenti” che però devono essere risolte da persone non elette in primo grado ma comunque orientate in senso regionalista. E la marea di simil-senatori a vita che senso ha; quali interessai rappresentano? E poi si può escludere la funzione legislativa nel secondo organo dello Stato? Francamente la riforma mi pare un po’ superficiale. Dove sono gli statisti e i costituzionalisti che hanno approfondito l’argomento? Le garanzie democratiche non sono mai troppe; si è persa la memoria del Novecento in cui la volubilità dei popoli hanno avallato feroci dittature. Forse un po’ di riflessione e di pacatezza non farebbe male. Non sarà una riforma fatta di fetta, con “uomini soli al comando” a risolvere gli annosi problemi del nostro Stato.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 9/3/2014 alle 11:58
Matteo Renzi continua a raccontare falsità sulla storia dei ricatti dei piccoli partiti, al tempo del governo Prodi. Il governo Prodi è nato con un numero effimero di senatori, la continua litigiosità di Di Pietro, che ne era ministro e le divisioni interne al partito di maggioranza che lo sosteneva ne hanno chiuso la durata, dopo che il Berlu ha avuto anche tempo per fare la campagna acquisti. Renzi non sa neanche di quello che parla, oppure ci vuole costruire su per interesse suo, nonmi piace.
Scritto da disillusodallapolitica il 9/3/2014 alle 21:35
Sempre Renzi dovrebbe aver ben chiara la situazione industriale del ns paese, non è che facendo lo spavaldo risolva granchè. L'industria italiana è quasi scomparsa, e quello che resta è quasi tutto in mano a multinazionali straniere, che oggi ci sono domani forse, ma dopodomani non ci saranno più, altro che vendere fumo, e in europa lo sanno benissimo, solo lui non lo sa. Renzi, sa bene che avra il sostegno della CISL e della UIL, quindi non si deve scaldare troppo contro i sindacati.
Scritto da disillusodallapolitica il 9/3/2014 alle 21:42
Renzi che si domanda perchè il M5S non lo aiuti, dopo avre detto che c'è necessità esere dei politici seri, è la barzelletta della settimana. Mi sembra poi, che sul Senato abbia le idee chiare: cercasi benefattori miliardari per il bene della patria.
Scritto da disillusodallapolitica il 9/3/2014 alle 22:00
Il giovanotto, anche in materia istituzionale, non sa quel che dice. Se proprio si vuole il bicameralismo imperfetto (e pure contenere i costi), senza stravolgere principi di rango costituzionale, basta dimezzare i membri di Camera e Senato (e relativi stipendi ed indennità), mantenere elettive entrambe le assemblee (il Senato peraltro è eletto su base regionale), differenziarle solamente per la fiducia e, al più, per il procedimento legislativo. Il resto sono solo chiacchiere.
Scritto da domenico nitopi il 10/3/2014 alle 09:50
Buon giorno, mi permetto di chiedere a Domenico Nitopi se quando scrive,a proposito della funzione delle Camere, di:"....differenziarle solamente per la fiducia e, al più,per il procedimento legislativo...""apre"alla possibilità di avere un Senato con soli poteri propositivi. Grazie, Aldo Passarello
Scritto da aldo passarello il 11/3/2014 alle 10:19
Quando la discussione verte sui personaggi politici diventa parossistica, quando invece riguarda gli organi della politica, l’interesse scema e gli interventi si riducono a meno della metà. Eppure l’elemento “organizzativo” non è meno importante del fattore umano; anzi le persone passano, gli organismi rimangono Si prenda il “caso Senato”: è la più antica istituzione italiana , sopravvissuta a tante vicende storiche; può essere abbandonata al suo destino senza una qualche riflessione meno che superficiale? Nelle società complesse e segnate da profonde fratture storiche, religiose, linguistiche e sociali, come l’Italia, le “Camere Alte” servono a meglio tutelare le minoranze di qualsiasi tipo e negli stessi Stati Uniti coesistono Senato a Camera. Se è solo un problema di riduzione di costi lo stesso risultato si può ottenere dimezzando i rappresentanti. La differenziazione del nostro bicameralismo è una esigenza giusta ma non può coincidere con l’abolizione del Senato e la sua sostituzione con una assemblea di nominati, oltretutto portatori di interessi locali? Conta ormai così poco la Costituzione repubblicana da essere sottoposta a strappi così violenti che in passato non si erano mai verificati?
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 11/3/2014 alle 12:34
@ Giuseppe Adamoli. penso che Renzi si trovi più o meno nella stessa disastrosa situazione economico-finanziaria cui versa il Paese che si trovò Ferdinando II di Borbone quando, a soli 20 anni, salì sul trono di Napoli. Lui in un solo anno riuscì a portare il bilancio in pareggio ed in 4 anni ad eliminare l'enorme debito pubblico. Forse perché non esisteva il Parlamento ? Leggete quali provvedimenti adottò: http://www.neoborbonici.it/portal/index.php?option=com_content&task=view&id=4172&Itemid=
Scritto da Martino Pirone il 11/3/2014 alle 14:16
@Camillo Massimo Fiori, la sua osservazione è giusta ma in questo caso i commenti sono diminuiti perché il blog è praticamente fermo. Se non c'è il suo titolare il blog perde d'interesse. Mi pare scontato.
Scritto da Lettrice affezionata il 11/3/2014 alle 14:47
Il blog, la politica, le istituzioni e le persone. @CMF (12,34) tocca un nervo "scoperto" del confronto politico. Lui scrive che "ormai conta così poco la Costituzione Repubblicana da essere sottoposta a strappi così violenti che in passato non si erano mai verificati"? @CMF ha ragione a farsi e a farci questa domanda e la "scarsa" discussione di oggi sul Senato lo testimonia. Io una risposta forse eccessivamente semplicistica provo a darla facendo a mia volta un'altra domanda. (segue)
Scritto da robinews il 11/3/2014 alle 15:23
Robinews (segeu) Io mi chiedo e chiedo CHI CI HA PORTATO IN QUESTA SITUAZIONE? CHI SONO I RESPONSABILI? SONO QUELLI CHE HANNO "SOSTANZIALMENTE" DISTRUTTO IL SISTEMA DEMOCRATICO COSTITUZIONALE O SONO INVECE QUELLI CHE STANNO CERCANDO DI PORVI RIMEDIO? Con parole un po più semplici mi domando e domando, dobbiamo prendercela con i "demolitori" della Costituzione Repubblicana o con i "rottamatori dei demolitori"? Io non ho nessun dubbio STO CON I ROTTAMATORI DEI "DEMOLITORI".(segue).
Scritto da robinews il 11/3/2014 alle 15:33
Robinews (segue). I "demolitori" hanno fatto più che bene il loro lavoro. Se oggi non si levano forti proteste a "difesa della costituzione" è dovuto al fatto che è ormai convinzione comune che "questa" costituzione repubblicana ha subito tante e tali violenze in questi 20 anni che quasi più nessuno vi si riconosce. Di esempi se ne possono fare tantissimi e mi limito a farne uno solo. Con un coro "unanime e criminale" si è introdotto in Costituzione il pareggio di bilancio dello stato. (segue)
Scritto da robinews il 11/3/2014 alle 15:40
Robinews (segue) Faccio umilmente notare che questo "nuovo" principio "costituzionale" è passato tra gli applausi osannanti di quasi tutta la classe politica che è giustamente in uno stato avanzato di "rottamazione". Una classe politica che io chiamo con il suo giusto nome, "i demolitori". Faccio altresì notare che nessuna costituzione occidentale contiene un simile "vincolo criminale". Provate ad immaginare come sarebbero tutte le economie con questo vincolo. (segue).
Scritto da robinews il 11/3/2014 alle 15:46
Robinews (segue). Provate ad immaginare se i padri costituenti del 48 avessero previsto questo vincolo già allora. Cosa sarebbe stato dell'Italia post bellica? Cosa sarebbe stato di tutto il cosiddetto "occidente capitalistico"? Ma perchè siamo arrivati a tanto? La risposta è semplice: Una intera classe politica incapace e inetta ha pensato bene di "scaricare" OGNI SUA RESPONSABILITA' STORICA su presunti (e inesistenti) limiti della Costituzione Repubblicana. (segue)
Scritto da robinews il 11/3/2014 alle 15:56
Robinews (segue). Per tutto questo IO STO CON I ROTTAMATORI DEI DEMOLITORI e non sopporto più le "lacrime di coccodrillo" di coloro che fanno finta di piangere a difesa della costituzione dopo che se la sono "mangiata" con le più "larghe scorpacciate". Questo naturalmente non riguarda nel modo più assoluto @CMF, anzi. Oggi non mi convincono neanche le "grida" di denuncia per la presunta violazione della Costituzione sulle quote "rosa". Ma dove erano tutte queste urla quando il P.d. R. (segue)
Scritto da robinews il 11/3/2014 alle 16:04
Robinews (segue) Insieme al governo Letta, costituivano una "commissione di saggi" (sic!) di 43 persone per modificare la "Costituzione Repubblicana". Una commissione composta da 42 "uomini" e una sola donna (la Garlassare) che poi si è dimessa. Commissione e progetto che giustamente è andato a sbattere. Il processo "rottamatorio" è in corso, non sarà breve ne indolore, è iniziato nella politica, deve andare avanti nelle istituzioni, deve iniziare con i sindacati e l'economia e tutto il resto.
Scritto da robinews il 11/3/2014 alle 16:10
Ottime notizie dai monti dell'Aspromonte Saronnese. Ormai le retate anti "ndrangheta" sono una esclusiva "padana". Decine di arresti "ndranghetisti" nella bassa tra Varese e Como (Saronno). Vi ricordate quando Maroni, ministro dell'interno, "denunciava" Saviano e pretendeva da Fazio interviste "riparatrici" per smentire la presenza della criminalità organizzata in Lombardia? Povero Maroni, presidente della regione a più alta densità "mafiosa" d'Italia.
Scritto da robinews il 11/3/2014 alle 18:17
Se il governo Renzi taglia il cuneo fiscale di 10 miliardi di €uro per i lavoratori, riduce la spesa per l'acquisto degli F35 e qualche altra cosuccia sul mercato del lavoro (jobs act), domani mi ubriaco a base di spumante doc rigorosamente italiano. Se poi prosegue su questa linea, senza "sentire" le Camusso, i Bonanni, gli Angeletti, gli Squinzi e lobby distruttive varie, sono anche pronto ad uno sciopero generale per chiedere il "licenziamento" in tronco dei vertici sindacali.
Scritto da robinews il 11/3/2014 alle 19:10
Che bello aver sentito di nuovo Bersani e il migliore del PD, che accusa strane votazioni a tarda sera sul conflitto d' interesse (di cosa si tratta?), una speranza per questo paese esiste ancora. Mi sembra che il parolaio, sia già con l'acqua alla gola, prestino no?
Scritto da disillusodallapolitica il 11/3/2014 alle 21:31
@Fiori mi sembra “vox clamantis in deserto” (12.34). Io non sono stupito che il blog non sviluppi un dibattito tecnico sulle istituzioni, a meno che si annidino fra noi dei costituzionalisti. A meno che il blog sia uno strumento di democrazia partecipativa e contribuisca alla stesura degli articoli di legge. Io sono più stupito di leggere i commenti alla @aldo passarello (10.19) che si mostra desideroso di acquisire il parere di @Nitopa circa i poteri del Senato. Non trovo naturale un siffatto commento contenente una richiesta di precisazione, a meno che @Nitopa sia uno dei 40 saggi costituzionalisti e il suo parere, seppur espresso in un blog, sia da ritenersi vincolante. Si consoli, @Fiori, la vita politica è ormai tutta un gossip. Il TG5 delle 20, questa sera, alle 20.09 mandava in onda ancora la tiritera sulle offese sessiste rivolte al ministro Boschi. Come se fosse una notizia da 20.09! Come se volessero farci credere che attribuire fascino e visibilità mediatica a una donna (Boschi, in questo caso) sia una offesa. Intanto Renzi ha promesso più soldi nella busta paga, auspicandosi che le famiglie non li trattengano come risparmio ma li spendano per far girare i consumi. Gli stessi proclami di Berlusconi. E mi ricordo le esortazioni del cardinale Tettamanzi che, nel contrastare il pensiero berlusconiano, invitavano alla sobrietà. Vox clamantis in deserto!
Scritto da V.R. il 11/3/2014 alle 21:32
Caro Aldo, ovviamente no. Facevo velato riferimento al modello francese dove l'Assemblea nazionale può dare la fiducia e prevale, in caso di disaccordo con il Senato, nel procedimento legislativo. La differenziazione, a mio avviso, deve concernere solo questi due aspetti. Possiamo discutere anche su una ripartizione delle competenze legislative, ma escludere il Senato dalla formazione di tutte le leggi (e soprattutto di quelle costituzionali), proprio no. In ogni caso, la discussione (segue)
Scritto da domenico nitopi il 11/3/2014 alle 21:40
Ho appreso da Varesenews che anche a Varese c'è il "giudice di Berlino". Il Gip Battarino ha respinto la richiesta di "archiviazione" del caso Uva "ordinando il processo per omicidio preterintenzionale" del povero Giuseppe avvenuto nella caserma dei carabinieri di Varese. Scusate se coinvolgo il blog per la mia soddisfazione per tale decisione. Un caso grave di sopruso, consumato nella città "giardino", non poteva e non doveva finire nel nulla. Bene, bravo, bis per il Gip Battarino. GRAZIE!!!
Scritto da robinews il 11/3/2014 alle 21:41
(segue) dovrebbe essere preceduta prima, e logicamente, da altre e ben più importanti decisioni: ad esempio, che forma di governo vogliamo, parlamentare, presidenziale, semipresidenziale? Non si può modificare in parte l'ordinamento costituzionale senza avere una visione complessiva del futuro ruolo e delle diverse funzioni dei vari organi.
Scritto da domenico nitopi il 11/3/2014 alle 21:47
Sempre per @Fiori. Perchè si predilige soffermarsi sulle persone? Perchè la via del cambiamento passa attraverso l'esplosione delle loro contraddizioni. Prendiamo il caso dell'onorevole Mussolini, che da anni si prodiga nel portare avanti battaglie contro la pedofilia, dall'alto del suo ruolo di Presidente della Commissione bicamerale speciale per l'infanzia e l'adolescenza. Oggi scopriamo che il marito è indagato nel giro delle baby squillo, ragazzine che hanno l'età delle sue figlie. Sono le contraddizioni dei politici che dobbiamo sconfiggere, altrimenti tutto è vano, anche questo nostro dialogo.
Scritto da V.R. il 11/3/2014 alle 21:47
@VR - ha pensato, caro amico, quanti secoli ci vorranno per realzzare, con il metodo proposto, il rinnovamento della classe politica? E poi il presunto reo non fa parte di tale classe; infatti verrà processato non perchè "marito della Mussolini" ma perchè non ha osservato la legge.
Scritto da CMF il 12/3/2014 alle 12:06
Sembra che il parolaio sappia ascoltare quello che dice la Camusso, e che il pessimo governo Letta abbia lasciato i soldini da distribuire alle imprese, così il parolaio fa bella figura, un colpo alla botte ed uno al cerchio. Essendo un pochino distratto, dovrà cercare di dedicare più tempo all'ascolto.
Scritto da disillusodallapolitica il 12/3/2014 alle 21:20
Mineo e i suoi sostenitori sbagliano proprio per il fatto che un senatore in Commissione deve rappresentare le strategie del suo partito e non una qualsiasi variante erratica di queste. Mineo avrebbe dovuto fare la sua battaglia nella Direzione del PD e non nella Commissione Affari Costituzionali.
Scritto da no parcheggio P il 13/6/2014 alle 10:38
Si dovrebbe dibattere sull'art.67 della Costituzione per arrivare a capo del problema. Un nominato ha vincoli solo con chi lo sceglie? Un eletto ha vincoli solo con i suoi elettori? Parliamone.
Scritto da Alessandro Milani il 13/6/2014 alle 15:50
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