Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 1/4/2014 alle 10:20


Il rischio di qualsiasi complessa riforma costituzionale è di essere realizzata in tappe successive senza un disegno organico. E’ ciò che era avvenuto nel duemila con l’approvazione del controverso Titolo V da parte dell’Ulivo (senza Rifondazione).
L’autocritica era suonata chiara fin dal minuto dopo: “Avremmo dovuto approvare anche l’istituzione del Senato delle Regioni. Così la riforma è monca ma la completeremo certamente entro breve tempo”. Sono passati più di dodici anni dall’entrata in vigore.
Questa volta non è così. La riforma richiede una seria discussione ma l’intenzione dell’organicità c’è tutta: legge elettorale, Senato, riforma del rapporto Stato-Regioni.
Della prima (Italicum) abbiamo già discusso varie volte e torneremo a farlo. Le Province saranno formalmente abolite. Del Cnel, ente totalmente inutile, nessuno si accorgerà che non esisterà più salvo chi ne fa parte. Qualche pensiero sulle due grandi novità.
Sul Senato delle Autonomie avevo firmato un “pacco” di documenti politici che ne auspicavano l’istituzione e ne disegnavano il volto. I paletti non sono molto cambiati. Si differenziano le funzioni. Basta con la doppia fiducia al governo e al doppio voto sulle leggi di bilancio con maggioranze diverse e qualhe volta contrastanti fra Camera e Senato.
Le competenze del nuovo Senato riguarderanno tutta la materia costituzionale; la nomina del Capo dello Stato, della Consulta e del Csm; le problematiche delle Regioni e degli Enti locali; i trattati Europei; il coordinamento della legislazione sull’asse Autonomie territoriali-Stato-Ue.
In questo modo la “seconda Camera non sarà una Camera secondaria” come annotava ieri Michele Ainis.
La composizione del Senato nel disegno di legge è più equilibrata (Regioni, Città, personalità scelte dal Presidente della Repubblica) rispetto a quella che Renzi aveva annunciato qualche settimana fa e che mi aveva fatto scrivere un titolo perentorio: “No al Senato dei Sindaci”.
Sul Titolo V l’impostazione è finalmente corretta. Riportare allo Stato l’energia, le grandi infrastrutture, la promozione turistica all’estero è indispensabile e improcrastinabile.
Spero che alla fine del processo di riforma sia chiarissimo il concetto di “interesse nazionale” quale limite insuperabile alla legislazione delle Regioni. Lo aveva proposto nel duemila Gianfranco Fini purtroppo inascoltato dall’Ulivo che inseguiva maldestramente la sirena leghista.
Ricordo questo fatto a dimostrazione che il dialogo a 360 gradi è doveroso, giusto e può essere molto fruttuoso.
Questa riforma costituzionale è indispensabile. Affermare che è l’anticamera di un nuovo fascismo è risibile. E’ curioso che adesso recalcitrino una parte di quei politici che la desideravano fortemente quando appariva lontana e improbabile.
Ma oggi la vogliono i cittadini ed è quel che conta.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 86 commenti -
Per avvicinare i cittadini alla politica, la quasi totalità dei senatori sarà scelta dalle segreterie di partito tra sindaci e consiglieri regionali, pescandoli come meglio loro aggrada. Un po' come per la composizione delle liste elettorali per le politiche nazionali, le amminsitrative, le europee. Considerando che questo metodo si è dimostrato fallimentare, non sarebbe forse il caso cambiare le modalità di selezione della classe dirigente, prima delle regole dello Stato?
Scritto da Lorenzo M. il 1/4/2014 alle 10:43
Non entro nei dettagli troppo tecnici che lascio ai competenti.Penso solo che ora che i vecchi tromboni superpagati,fatti eleggere o nominati dai politici dei vecchi partiti,stanno uscendo allo scoperto per boicottare ogni riforma Renzi farebbe bene ad accelerare i tempi e a pretendere subito il voto("palese")del Parlamento sui provvedimenti del Governo. In caso contrario si vada subito ad elezioni(anticipate)per mandare a casa tanta zavorra e rinnovare questa casta di gente avida e improduttiva.
Scritto da Giovanni Dotti il 1/4/2014 alle 10:49
In tempi recenti, Camera e Senato sono stati in grado di licenziare una legge in 6 giorni, passando da un'aula all'altra. Non 6 settimane, o 6 mesi. In compenso, il dl urgente urgentissimo "Salva Roma" è stato riscritto numerose volte, dopo essere rimasto inchiodato in Commissione per mesi e rigettato indietro nelle sue prime stesure per palesi vizi di incostituzionalità e per l'ammucchiarsi di cose che con "salvare Roma" avevano poco a che fare. ( continua )
Scritto da Lorenzo M. il 1/4/2014 alle 10:57
(segue) Sicuri che il problema siano le regole e non le persone chiamate ad applicarle? Non sarebbe forse il caso concentrarsi sulla selezione della classe politica, sottraendola alle segreterie di partito e resitutendola ai cittadini? Non sarebbe meglio pensare ad una legge elettorale dove il cittadino, e non il segretario del momento, possa indicare con precisione il suo candidato? Con primarie obbligatorie, collegi uninominali a doppio turno, preferenze, o altri strumenti del caso?
Scritto da Lorenzo M. il 1/4/2014 alle 10:58
(1) A prescindere dalla prese di posizione di costituzionalisti veri (Zagrelbesky) e di quelli inventati (Rodotà), sono convinto che la riforma, così come è inquadrata, è corretta e sarà produttiva di miglioramento della macchina dello Stato. I detrattori o lo fanno per vano intellettualismo o lo fanno perché scardina prese di posizione (potere e prebende) che a chi verranno sottratte dà umanamente fastidio. Grasso ha almeno capito di avere fatto un’uscita a dir poco inverosimile e si è subito ritirato nei suoi appartamenti: lo consiglio di uscirne solo per le festività nazionali. (2) Non sono ancora riuscito a capire come avverrà l’elezione del Capo dello Stato, considerato il tipo di maggioranza che verrà fuori con la nuova legge elettorale chiaramente maggioritaria. Secondo me occorrerebbe aumentare il numero dei rappresentanti delle Regioni, solo per l’evento elezione del Presidente della Repubblica, per fare in modo di avere un numero di grandi elettori del Senato almeno pari a quello della camera.
Scritto da Sic Est il 1/4/2014 alle 11:34
Chiarissimo@Adamoli: il concetto di "interesse nazionale" deve sempre prevalere su ogni intersse "particulare"quando si affrontano certe Riforme come queste che Renzi cerca di portare avanti.L'impostazione renziana mi pare corretta,sopratutto se tien conto delle osservazioni delle diverse parti politiche.Quanto ai"professori" sono tutti interessati, per lo più conservatori,quindi meglio ignorarli ed ascoltare piuttosto la voce dei Cittadini anche se si corre il rischio di esser tacciati di populismo.
Scritto da giovanni dotti il 1/4/2014 alle 11:35
Quello che condivido di più è quel "FINALMENTE". Non mi illudo che tutto sia già compiuto ma chi ben comincia è a metà dell'opera diceva un vecchio proverbio. Certamente il "buldozer" incontrerà ostacoli formidabili e massicci; dei veri e propri "bunker" costruiti con spessi muri in cemento armato e qualche volta bisognerà ricorrere alla dinamite per scardinarli ma non è escluso che gli occupanti dei bunker si arrendano prima senza essere costretti ad usare l'esplosivo. (segue)
Scritto da robinews il 1/4/2014 alle 11:49
Robinews (segue) La differenza con tutti i precedenti tentativi e profonda. Oggi questa differenza la fanno "i cittadini che vogliono il cambiamento subito" in stragrande maggioranza. Caro Giuseppe, tu scrivi correttamente che "questo è quello che conta" e questo è il presupposto per essere ottimisti. Chi oggi denuncia possibili "derive autoritarie" non sa quel che dice e scrive. Chi oggi dice e scrive che queste sono le riforme della destra ha capito poco o nulla. (segue)
Scritto da robinews il 1/4/2014 alle 11:59
Robinews (segue) C'è persino chi arditamente si avventura nell'associare queste riforme al "piano di rinascita" di Licio Gelli. Non scherziamo. Tutto quello che doveva avvenire sul piano della deriva autoritario è già abbondantemente avvenuto nel corso di questi 20 anni di c.d. seconda repubblica. Basti pensare al Berlusconismo e Berlusconi; a quanto avvenuto sul piano europeo intorno all'euro e la finanziarizzazzione dell'economia; fino ad arrivare al massimo (segue)
Scritto da robinews il 1/4/2014 alle 12:07
Robinews (segue) della deriva autoritaria con l'avvento del governo Monti che è stato "L'APICE" della degenerazione democratica fino all'ultima appendice del governo Letta.dopo aver transitato nel discutibilissimo episodio della rielezione del P.d.R.Oggi la vera sfida è quella della "ricostruzione" della democrazia PARTECIPATA mettendo al centro i "cittadini", i loro diritti, i loro bisogni e anche i loro "doveri" come parte integrante di una "comunità" NAZIONALE ED EUROPEA.
Scritto da robinews il 1/4/2014 alle 12:15
Di questi gattopardi gli italiani ne hanno piene le tasche.
Scritto da Paolo Nizzola il 1/4/2014 alle 12:15
@Robinews. E la "democrazia partecipata" la crei con le liste bloccate e un Senato selezionato dalle segreterie di partito? Dove e' il "cittadino" in tutto questo?
Scritto da Lorenzo M. il 1/4/2014 alle 12:22
Parto dalla frase di chiusura. Anche Renzi e la Boschi ripetono che ‘oggi la riforma la vogliono i cittadini’, ma sono consapevoli che trattasi di un’uscita di marketing, dal sapore populistico, per battere il ferro (finché è caldo) del risparmio di denaro pubblico. Infatti, come @Adamoli sa bene, al cittadino - non solo quello medio, ma anche quello più appassionato di politica - non interessa l’architettura istituzionale del nostro Stato (che magari ignora) ma un lavoro, una casa, un reddito, ecc. Qualche nota di colore. Nel sito del Ministero per le Riforme, la sezione dedicata ai comunicati-stampa ne riporta solo uno (prima stranezza! non dialoga con i giornalisti, la Boschi?) e, per giunta, il titolo è il seguente: ‘NON ESISTONO BIGLIETTI, CIRCOSTANZA GIA’ SMENTITA’. Incuriosita dalla parola biglietti (mi sono chiesta quali fossero, a volte i politici usufruiscono di biglietti gratis per partite di calcio, concerti, mostre, ecc.) sono andata a vedere il testo del comunicato-stampa. Breve, stringato, il seguente: ‘E' falso che esista un biglietto firmato da Maria Elena Boschi e rivolto a Dorina Bianchi. La circostanza è stata ampiamente smentita già alcuni giorni fa sia dal ministro sia dalla parlamentare. Il ministro si riserva di adire le vie legali. Lo sottolinea l'ufficio stampa in relazione al post pubblicato da Beppe Grillo (10 marzo 2014)’. Secondo @Adamoli, quanti cittadini inorridiscono davanti a questa pochezza istituzionale? http://www.governo.it/rapportiparlamento/
Scritto da eg il 1/4/2014 alle 12:34
Post condivisibile. L' unico grande neo si riferisce al Senato. Non parlo delle sue competenze e del suo ruolo (quello che sostieni è condivisibilissimo), ma della sua composizione. Un assise formata solo da delegati regionali e quant' altro, avrà certamente un peso politico relativo. Rimango dell' idea che quell' Assemblea andrebbe snellita nel numero dei seggi ma che dovrebbe essere composta da gente direttamente eletta con l' eventuale aggiunta di rappresentanti delle regioni.
Scritto da paolo rossi il 1/4/2014 alle 12:38
@Lorenzo M. (10.43) - I presidenti delle Regioni e i sindaci dei comuni capoluogo di Regione sono scelti dai cittadini non dai partiti. I due consiglieri regionali di ciascuna Regione saranno nominati dal Consiglio regionale. Io lo sono stato per un’elezione del Presidente della Repubblica in rappresentanza della Lombardia e ti assicuro che la nomina era stata molto partecipata, discussa e autonoma. La stessa cosa avverrà per i due sindaci di ogni Regione votati da tutti i sindaci della medesima Regione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/4/2014 alle 12:44
@Sic Est (11.34) - Non so chi saranno i votanti del Presidente della Repubblica. Penso che alla seduta congiunta di Camera e Senato dedicata alla sua elezione dovrebbero partecipare anche alcuni rappresentanti delle Regioni come è sempre avvenuto per dettato costituzionale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/4/2014 alle 12:46
Consentimi il dubbio, almeno, che i cittadini vogliano effettivamente questa riforma costituzionale. E la certezza, dal mio punto di vista, che è una riforma sbagliata, nei modi e nei contenuti.
Scritto da domenico nitopi il 1/4/2014 alle 13:06
Riguardo alla composizione del Senato delle Autonomie, non mi dispiaceva la proposta della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative (17 marzo) che prevedeva, quali componenti del Senato, oltre ai Presidenti delle Regioni, anche i Presidenti delle Assemblee e un consigliere regionale dell’opposizione. Nella versione approvata ieri dal CdM, invece, i componenti il Senato, oltre ai Presidenti delle Regioni, saranno due consiglieri regionali eletti dal Consiglio stesso. Per un consigliere regionale, far parte del Senato delle Autonomie diventerà quasi più prestigioso che diventare Presidente del Consiglio regionale o membro dell’UdP. E considerato che la durata del mandato dei Senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni locali nelle quali sono stati eletti, avremo un Senato a ‘ciclo continuo’; oltre tutto, quelli nominati dal Presidente della Repubblica durano in carica sette anni. Riguardo alle materie (art. 117 Cost.), chiedo ad @Adamoli il suo parere sulla potestà legislativa esclusiva statale in materia di governo del territorio e infrastrutture strategiche.
Scritto da eg il 1/4/2014 alle 13:06
La Riforma è necessaria senza ombra di dubbio. Quella presentata mi sembra una contro-riforma. E sul fatto che la vogliono i cittadini mi sembra eccessivo.
Scritto da Walter Girardi Cattaneo il 1/4/2014 alle 13:19
Il Senato ci ha salvato da idiozie è vero. Ma le altre volte che si è rallentato il tutto perché con le maggioranze risicate il peso di taluni al Senato poteva contare di più e si perdeva tempo? Guardiamo entrambe le facce della medaglia. Chi già governa i territori ha momenti di condivisione e incontro sul territorio e nel territorio circostante.. non credo che questo sia un limite. Dicevo già ieri altrove: questa è praticamente la stessa riforma proposta dai saggi di Napolitano. Quando uscì nessuno si stracciò le vesti. Forse perché si era consapevoli che erano solo chiacchiere?
Scritto da Federico Antognazza il 1/4/2014 alle 13:24
@Lorenzo M. (12,15) Dove sono i cittadini in questa "ricostruzione democratica"? La domanda non è peregrina e richiede una risposta. La mia opinione è quella di uno che pensa proprio a come "garantire" l'esercizio di forme adeguate di democrazia con nuovi strumenti. Permettimi però una domanda, ma la democrazia partecipata dei cittadini negli ultimi 20 anni e con Monti in particolare DOVE ERA'? ESISTEVA SI O NO? Se non c'era più resta il problema della "ricostruzione" non credi?
Scritto da robinews il 1/4/2014 alle 13:30
Ciao @EG.. Questa notte ho visto in TV l'intervista emozionante a Pietro Ingrao in occasione dei suoi 93 anni. Ieri ne ha compiuti ben 99. Ha molto parlato del suo rapporto con la Luna e del suo libro "volevo la luna". Ricordi la tua segnalazione sugli interrogativi di Ingrao sul caso Moro? Bellissime le sue riflessioni critiche e autocritiche sui moltissimi errori compiuti e sulle 2 "uniche cose" alle quali pensa sempre. La guerra e lo sfruttamento dei lavoratori. (segue).
Scritto da robinews il 1/4/2014 alle 13:39
Robinews (segue EG.) Un secolo intero vissuto intorno a questi 2 temi fondamentali, la guerra e lo sfruttamento dell'uomo. E dopo un secolo sembra che "nulla" possa cambiare, che tutto resta inesorabilmente uguale.La dimensione di questi temi proposti da Ingrao ci dice quanto "piccolo e vacuo" sia il nostro confronto su questo e su altri blog. La democrazia è certamente la risposta migliore alla guerra e allo sfruttamento dell'uomo su l'uomo. Dovremo un giorno trovarne le giuste forme.
Scritto da robinews il 1/4/2014 alle 13:47
Certo Giuseppe, i governatori, i sindaci dei capoluoghi ed i consiglieri regionali delegati sono eletti dai cittadini ma non per fare gli occasionali parlamentari di serie B. Sono eletti per esercitare un' importante ruolo istituzionale nel loro territorio di competenza. Un' assise nazionale è cosa diversa e merita, a mio avviso, un' elezione distinta. Così ne si riduce fatalmente il peso 'politico'. Non condivido, oltre tutto, che per quelle idelicate funzioni non debbano essere retribuiti
Scritto da paolo rossi il 1/4/2014 alle 13:56
Ora che le Riforme Istituzionali stanno prendendo corpo tanti uccelli del malaugurio si avvicendano nei distinguo e nel trovare il pelo nell'uovo di Pasqua che s'avvicina.Quanta paura,mamma mia! Lasciate al Governo il compito arduo di sbrigliare la matassa,fidatevi di chi una buona volta cerca di fare quei cambiamenti che la gran parte degli Italiani aspetta invano da anni e che nessun precedente governo ha mai voluto seriamente affrontare. I suggerimenti van bene, ma non i bastoni tra le ruote!
Scritto da giovanni dotti il 1/4/2014 alle 14:03
@Robinews. Ma le riforme in questione sono all'opposto di quella "ricostruzione democratica" di cui vi è assolutamente bisogno prima che sia troppo tardi ( se già non lo fosse ). Non c'è partecipazione, e il cittadino viene chiamato solo a mettere la crocetta su quello che il partito ha già scelto per conto proprio, quando gli va bene.
Scritto da Lorenzo M. il 1/4/2014 alle 14:13
@Adamoli. Ho molte perplessità sui senatori eletti dai consigli regionali e sottratti all'effetivo controllo da parte degli elettori (che li eleggono per fare altro). Per non parlare dei ventuno nominati direttamente dalla Presidenza della Repubblica (fanno un gruppo parlamentare, mica bruscolini). Nel momento in cui si registra il massimo distacco tra cittadinanza, partiti e istituzioni, una riforma di questo genere è benzina sul fuoco dell'antipolitica.
Scritto da Lorenzo M. il 1/4/2014 alle 14:18
Riforme non partecipate,dove i cittadini sono evocati ma mai interpellati. Per il Senato stò dalla parte di Grasso ed altri;per la Camera non si fa niente mentre andrebbe ridotta nel numero e negli emolumenti;per le Province s'intravede grande confusione di ruoli , l'unica certezza è che non si voterà;pei i piccoli Comuni,ognuno fa quel che vuole,c'è chi s'aggrega e chi no, anzi si aumentano a 3 i mandati dei sindaci-piccoli.Solo per il CNEL nessuno piangerà. Ma è un pò poco.
Scritto da nestor il 1/4/2014 alle 14:19
@ Giuseppe Adamoli (12:46). Il mio dubbio è sulla composizione dei grandi elettori. Mi spiego meglio. Con la riforma elettorale della camera dei deputati si rischia, con il sistema maggioritario, che la quantità di deputati di un partito, quello vincente, diventi non solo preminente, e questo va bene per la governabilità, ma anche determinante, col suo peso, per l’elezione del Capo dello Stato, considerato che manca un “bilanciamento” tra le due camere. Pertanto o la elezione avviene solo con una maggioranza qualificata, o si rischia che chi vince alle elezioni elegge anche il proprio presidente.
Scritto da Sic Est il 1/4/2014 alle 14:37
@Domenico Nitopi (13.06), @Walter Girardi Cattaneo (13.19) - Sono i sondaggi che dicono che i cittadini apprezzano questa riforma. Nessuna sorpresa, è una vita che parliamo del Senato delle Autonomie. Non escudo affatto, caro Walter, che tu mi abbia sentito mentre dicevo, insieme a molti altri, che non c'era altra strada che cambiare radicalmente il Senato per riformare positivamente il procedimento legislativo e per dare stabilità parlamentare all'Italia. Allora le obiezioni erano pochissime. Come mai saltano fuori oggi?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/4/2014 alle 15:48
@eg (13.06) - Anche a me non dispiaceva la proposta dei presidenti dei Consigli regionali sulla composizione del Senato ma questo è un problema che resterà aperto fino all’ultimo momento. Sulla gestione del territorio sono del parere che al Parlamento spetti la legge cornice ma la legislazione di merito dovrebbe restare al livello regionale. Vedo con terrore che i burocrati romani si occupino anche di questi delicatissimi problemi territoriali. E’ una tema che m’interessa molto e che seguirò sul blog nella sua evoluzione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/4/2014 alle 15:52
@Paolo Rossi (13.56) - Sono due concezioni diverse entrambe con la loro dignità, caro Paolo. O l’una o l’altra. Come tu saprai bene, da regionalista convinto sono sempre stato per il modello tedesco. Il Bundestrat (la Camera delle Regioni) funziona benissimo e non è un Organo costituzionale marginale, è semplicemente molto diverso dalla prima Camera legislativa. Se i senatori italiani continuassero ad essere eletti con voto “universale” come si potrebbe impedirgli di votare la fiducia al governo e negargli il voto sulle leggi di bilancio? La discussione dovrà essere molto aperta nel merito delle norme specifiche ma tra i due modelli, a mio parere, non è possibile una mediazione. Come hai visto non parlo delle identità, o dei rimborsi spesa per le trasferte romane. Per me questo non è affatto il problema centrale ma viene agitato per un tornaconto di facile popolarità.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/4/2014 alle 15:59
@Lorenzo M. 14,13. Carissimo Lorenzo, ti faccio una domanda semplice. Da quando ognuno di noi non ha un governo che ha "votato o voluto con il voto"? Persino i 2 governi Prodi, che credo abbiamo votato e sostenuto insieme quando sono caduti qualcuno ci ha chiesto il nostro parere? E che dire di Monti, Letta, rielezione P.d.R. ? Credo che il giorno in cui ognuno di noi avrà l'effettivo potere di partecipare e decidere da chi essere governati SARA' UNA GRANDE RIVOLUZIONE DEMOCRATICA. non credi?
Scritto da robinews il 1/4/2014 alle 16:28
È la composizione del Senato che trovo senza senso e senza logica. Queste persone dovrebbero Governare i loro territori e non occuparsi di altro. I 21 scelti dal Pdr su quali criteri e competenze? I consiglieri regionali dovrebbero fare i consiglieri regionali. Senza considerare che in questi anni il doppio passaggio ci ha salvato da leggi "idiote" o pericolose. Chi porrà rimedio a questi aspetti? Demanderemo il tutto alla Corte Costituzionale? Ripeto non sono contro le riforme sono contro questa proposta.
Scritto da Walter Girardi Cattaneo il 1/4/2014 alle 16:29
Renzi e i suoi ministri-senza-personalità stanno cavalcando il malcontento popolare con azioni demagogiche, a partire da riforme zoppe per il senato come per le provincie.C'è bisopgno di un Parlamento dimagrito nei numeri,sia alla camera che al senato; il senato di sindaci e regionali doppiolavoristi non convince e i risparmi ipotizzati sono poca cosa.Anche il metodo usato, prendere o lasciare, è antidemocratico. Ci sono tutte le premesse per non icrementare i voti ad un PD berlusconizzato.
Scritto da MORENO il 1/4/2014 alle 16:36
Caro Giuseppe trovo il tuo post odierno molto interessante e in grado di suscitare un dibattito “politico” non ortodosso e fuori dagli schemi. Prima di esprimere qualche opinione, mi sono preso la briga di controllare alcune mie valutazioni. Quando si ragiona di Istituzioni, condivido con te il pensiero che, occorre, avere un disegno organico se si vuole riformale e dare a loro un equilibrio sostanziale e non solo formale. Mettere mano alla Costituzione non è una cosa semplice né da prendere a colpi di spot o marketing politico non fosse altro perché poi, le conseguenze, si pagano nel futuro in termini di “qualità della democrazia”. Personalmente, poi, sono dell'idea che si debba ragionare e ragionare su tutto e senza tabù o anatemi anche perché i tabù e gli anatemi sono sintomatici di un conservatorismo, ma anche di una visione ideologica che non hanno più ragione d'esistere. In Europa, noi, abbiamo diversi modelli costituzionali. Abbiamo così diversi modelli anche di Senato. Prescindo dalla Camera dei Lord che ha tutt'altre funzioni e composizione, credo che sia interessante vedere come sono composte le “Camere alte”, dove queste esistono, dei Paesi europei di dimensioni simili all'Italia. Ebbene, in Francia il Senato è eletto a suffragio indiretto. I grandi elettori sono amministratori di diverso livello, dai sindaci ai consiglieri regionali, passando anche dai livelli intermedi, ai componenti dell'Assemblea Nazionale. Questi eleggono i Senatori che durano in carica sei anni e ogni tre si rinnova l'assemblea di 1/3. E non votano la fiducia al Governo. Il Bundesrat (il senato dei Land tedeschi ) non è eletto a suffragio universale. I componenti sono nominati dai rispettivi lander ( da 3 a 6 delegati ) e, attenzione, solo indicati con vincolo di mandato. In Spagna il Senato è eletto con sistema misto. Una parte dal corpo elettorale e una parte dalle comunità autonome. Ho voluto fare questa sottolineatura non per darmi aria da costituzionalista, ma solo per far conoscere come sono le assemblee in alcuni dei paesi più popolosi in Europa. Dunque io non parlerei di deriva autoritaria, come la solita sinistra radicale fa, se si decide di arrivare ad un Senato eletto a suffragio indiretto, né tanto meno parlerei di deriva per il solo fatto di voler mettere mano ad una riforma costituzionale. Devo dire che personalmente trovo che il punto di partenza non deve essere certamente la necessità di abbattere i costi della politica. Quando si fanno le riforme costituzionali che interessano le Istituzioni il punto di partenza è il recupero di efficienza e capacità e non i costi. Detto questo, tuttavia, trovo interessante e anche condivisibile l'idea di costruire un Senato in Italia che sia composto dai rappresentanti di Regioni, capoluoghi di regione e sindaci ( più i nominati dal Capo dello Stato ) . E trovo interessante e non certo meno democratico che questi siano eletti dai “grandi elettori” trasformando il nuovo Senato, appunto, in una Assemblea elettiva a suffragio indiretto. Un suffragio indiretto non è la certificazione di avere una Camera di serie B o dei parlamentari di serie B. Questo aspetto mi pare una sciocchezza. Quello che è importante per definire l'utilità o meno di una Istituzione è l'insieme di poteri e di materie su cui si è chiamati a rispondere. Credo che questo sia il vero problema da risolvere e non l'essere più o meno legittimati a seconda che si sia eletti a suffragio universale o indiretto. Così credo anche che sia importante definire il codice delle autonomie proprio in ragione del fatto di arrivare ad un Senato che si deve occupare di queste materie e che non vota la fiducia al Governo. Un altra precisazione. Nei paesi che ho citato prima, la Camera dei Deputati ( o come altro è chiamata ) ha comunque rilevanza maggiore rispetto al Senato e questo per evitare il rischio del bicameralismo perfetto. Dunque trovo abbastanza condivisibile il quadro riformatore che si sta delineando. Fine del bicameralismo, elezione di un Senato a suffragio indiretto con poteri definiti e diversi, riforma del titolo V che risolva finalmente il delirio “regionalista” e legge elettorale. Un ultimo aggiunta. Io credo che si possa passare anche ad una definizioni dei poteri del capo del Governo senza per questo pensare che si stia rincorrendo Berlusconi. Credo che questo sia il viatico migliore per non procedere verso la repubblica presidenziale, scelta su cui ho molte perplessità vista anche la storia del nostro Paese, mantenendo, tuttavia, il ruolo di garanzia attualmente svolto dal Capo dello Stato. Ps. consiglio la lettura di Galli della Loggia, sul Corriere, di domenica 30 marzo.
Scritto da roberto molinari il 1/4/2014 alle 16:39
Quali sondaggi? Il 90% dei cittadini, e non vuole essere offensivo, non capisce nulla di queste tematiche (mica si parla di aborto o divorzio, questioni accessibili a tutti). Al più, pensa che si risparmino soldi (ed è tutto da vedere): che non è una ragione sufficiente per abbattere le istituzioni, visto che ne verrà fuori, infatti, un Senato da operetta. Attendo di sapere, ancora, chi sono i "tanti costituzionalisti" di cui dicevi che hanno sostenuto queste proposte.
Scritto da domenico nitopi il 1/4/2014 alle 16:46
@Robinew. Per l'appunto: con una legge elettorale che conferma liste bloccate e candidature multiple e un Senato composto in maggioranza da nominati dal PdR e da consiglieri regionali scelti chissa' come e non certo eletti per questo scopo, dove si colloca il "cittadino"? E' davvero un passo avanti verso una democrazia pienamente partecipata, o non e' piuttosto un ulteriore rinchiudersi delle segreterie di partito su se stesse?
Scritto da Lorenzo M. il 1/4/2014 alle 16:55
Gentile Adamoli, ci sarebbe ancora bisogno di persone come lei in Lombardia. La sua passione e conoscenza dei problemi la può notare anche chi no l'ha mai conosciuta e vista lavorare.
Scritto da Dirigente regionale il 1/4/2014 alle 16:59
@Lorenzo M. 16,59. Ok, ho capito. W la democrazia partecipata che ci ha governati per 20 anni e più. PS. la colpa del degrado istituzionale e politico che ha contribuito in modo fondamentale alla profonda crisi economica e sociale a chi la diamo? Centro destra? Centro Sinistra? Centro? Sindacati? Confindustria? Associazioni professionali? Qualche nome e cognome di un politico particolare? Ricordo un vecchio detto "tutti colpevoli, tutti innocenti". Direi che basta e avanza!
Scritto da robinews il 1/4/2014 alle 18:02
1) Ci sono vari interventi che hanno ironizzato sul fatto se sia vero o meno che i cittadini vogliono queste riforme. La risposta è molto semplice, lo vedremo presto sia per quello che i senatori decideranno e faranno sia per la scadenza elettorale europea! 2) altri interventi si interrogano quanto di spot e marketing ci sia nell'azione di Renzi. Sicuramente non poco ma è più che legittimo. Se Renzi vuole "cambiare l'Italia" ha bisogno di consenso non di dissenso se vuole "correre e fare". o no?
Scritto da robinews il 1/4/2014 alle 18:21
@Roberto Molinari (16.39) - Condivido il tuo intervento e ti ringrazio per le annotazioni sulle “Camere alte” in Europa. Come sai ho maturato negli ultimi anni un debole per il sistema semi presidenziale ma non è il caso di parlarne in questa fase. Sarebbe il solito “ben altro” che proprio non mi va giù. Renzi adesso deve mantenere fermi i famosi paletti ma accettare una discussione nel merito specifico su quelle che vengono definite le “tecnicalità” che non sono bruscolini.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/4/2014 alle 18:36
Giuseppe, continuo ad avere perplessità e preoccupazioni: Le riforme sono improcrastinabili, giusto! Siamo sicuri che Camera monocratica, premio di maggioranza, Governo con poteri rafforzati, 21 senatori eletti dal PDR, non portino ad una degenerazione del sistema democratico? perché le riforme costituzionali le deve fare il Governo? Non spetta al Parlamento? Concordo con PRossi sulla eliggibilità dei Senatori. Sulla riforma del titolo V perché no la Sanità allo Stato?E' un pozzo nero di spreco
Scritto da mario diurni il 1/4/2014 alle 18:39
@Domenico Nitopi (16.46) - I costituzionalisti favorevoli alla riforma, tuttavia da discutere a fondo nelle tecnicità come dicevo a @Roberto Molinari, sono una gran parte di quelli che non hanno sottoscritto il manifesto Zabrebelsky-Rodotà. Sul gradimento della riforma, guarda che la materia costituzionale nelle sue linee generali è materia essenzialmente politica su cui è normale che si consultino i cittadini anche con i sondaggi. Non per nulla la Costituzione ha previsto la possibilità del referendum confermativo quando la modifica non è approvata con i due terzi di entrambe le Camere. Il che è avvenuto ben due volte dal duemila al duemiladieci con esiti diversi (si al nuovo Titolo V, no alla riforma del centrodestra) dimostrando che gli elettori sanno differenziare il loro voto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/4/2014 alle 18:43
Non giriamoci intorno, non mi pare il caso. Un organo politico non eletto perde consistenza, efficacia, peso politico, considerazione ed importanza. Chi non ha esperienza politica può anche credere che non sia così, chi ha fatto politica per anni dovrebbe sapere cosa intendo dire.
Scritto da paolo rossi il 1/4/2014 alle 18:44
Un nome, dimmi un nome di un costituzionalista che ha ispirato questa riforma. Che c'entra poi il referendum confermativo, che è fase eventuale della procedura aggravata prevista dall'art.138 Costituzione per l'approvazione delle leggi costituzionali, con i sondaggi d'opinione? Ammetterai poi che è materia assai delicata, quella costituzionale, per trattarla a colpi di sondaggi fatti, nella migliore delle ipotesi con persone che, per gran parte, non capiscono nulla di queste tematiche!
Scritto da domenico nitopi il 1/4/2014 alle 19:30
"Clamoroso al Cibali", per me povero interista ricordare la frase famosa di Sandro Ciotti del 1961 per la sconfitta subita dal Catania 2-0 mi costa non poco. Oggi mi viene da dire "Clamoroso nella politica italiana". Dopo pochi mesi devo riconoscere alcuni importanti meriti a Renzi. 1) Ha smascherato i c.d. riformisti del bla bla bla del CSX; 2) ha annullato qualsiasi credibilità liberale e riformista del Berlusconismo; 3) ha costretto (o ridotto) il povero Grillo a difendere (segue)
Scritto da robinews il 1/4/2014 alle 20:25
Robinews (segue) istituzioni che voleva "abbattere"; 4) a messo a nudo una cultura inconcludente, debole e conservatrice dei cosiddetti "professori costituzionalisti"; 5) ha lanciato una sfida alle forze sociali (sindacati e confindustria). Tutte queste cose messe insieme porteranno in prima battuta una "marea di voti e consensi" a Renzi. Voti che arriveranno dai molti astenuti, dal M5S, da FI, Quando lui parla del PD al 40% dei voti non dice fregnacce e alle elezioni europee ci andrà vicino.
Scritto da robinews il 1/4/2014 alle 20:33
Avrei qualcosa da dire su qualche aspetto della riforma ma nel complesso va bene così. L'importante è portarla a casa anche se la resistenza sarà grande.
Scritto da Antonino (pugliese) il 1/4/2014 alle 20:44
@Mario Diurni (18.39) - La domanda se spetti al governo oppure al Parlamento il compito di presentare un progetto di legge di modifica costituzionale ha un suo fondamento teorico ma è astratta nel quadro politico di oggi. Da anni i gruppi politici proclamano di voler procedere in questa direzione con un risultato pari a zero. Adesso il Parlamento apporti le modifiche che ritiene necessarie. Si ratta di un normale disegno di legge, non di un decreto da convertire entro 60 giorni. Detto questo, non condivido le tue preoccupazioni sulla degenerazione del sistema democratico per effetto della riforma. Perché in Italia dovrebbe risultare nefasto ciò che funziona bene nel resto d’Europa? Quanto alla sanità affidata allo Stato la mia contrarietà è radicale e totale. Questa volta siamo proprio su due sponde diverse.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/4/2014 alle 20:57
Per quanto siano importanti le riforme istituzionali, a mio giudizio non lo sono tanto quanto lo è il tema del lavoro, in particolare di quello che non c’è e che nessuna ripresa economica sarà in grado di annullare la disoccupazione prodotta dalla “insufficienza da domanda effettiva” e dalla “innovazione tecnologica”. Ha scritto Pierre Carniti “malgrado il tema del lavoro sia oggetto di sempre più debordanti inchini retorici, la disoccupazione resta sostanzialmente un problema dei disoccupati”. Sul piano politico mi interessano molto i temi riguardanti la modifica della legge elettorale, del Titolo V, parte seconda della Costituzione, che comprende l’abolizione delle Province e la trasformazione del Senato, che riguardando la qualità, il funzionamento del nostro sistema democratico e la sua capacità e rapidità di intervento e governo dei problemi del Paese, ma vorrei che almeno uguale attenzione e impegno fosse dedicato dal Governo e dai mass media al tema del lavoro che,riguardando la dignità e la libertà delle persone, non può e non deve restare un problema dei disoccupati.
Scritto da Nino Vialba il 1/4/2014 alle 21:35
Caro Adamoli, condivido Nitopi e mi ripeto: perché non pensare ad una Camera dei rappresentanti, nominati,delle Associazioni di Categoria, con il compito di preparare i testi delle leggi da trasmettere alla Camera elettiva per la loro eventuale approvazione? Mi hai mosso l'obiezione che così facendo, avremmo un doppione del CNEL, mi permetto di precisare che quelli di quest'organo sono inutili pareri consultivi, mentre ben altra valenza avrebbero le proposte del "nuovo"Senato.. Grazie
Scritto da aldo passarello il 1/4/2014 alle 21:53
Gli equilibri garantiscono la democrazia; se noi diamo pieni poteri al Premier, gli regaliamo il premio di maggioranza, permettiamo la cooptazione dei deputati, eliminiamo la verifica delle leggi in promulgazione, marginalizziamo il confronto grazie alla superiorità numerica, riduciamo il voto al pro o contro con un risultato scontato per chi detiene il premio di maggioranza. Cosa resta come garanzia? La resistenza? Massimo due mandati, eliminazione dei privilegi, ridimensionamento degli emolumenti sarebbero provvedimenti rapidisssimi e sufficienti.
Scritto da Alessandro Milani il 1/4/2014 alle 22:07
Il mio "buon senso" di perrsona ancorata saldamente a sinistra, ma senza massimalismo, mi fa dire che il profilo delle misure indicate da Renzi a proposito del rafforzamento dei poteri del Premier e delal riforma del senato mi fa semplicemente dire che regna una gran confusioe. Renzi deve essere e apparire l'uomo de "Fare" e fin qui niente di male , ma perchè precipitarsi a caso sui problemi? perchè strafare con ingordigia avida di quantità più che di qualità ?
Scritto da Giovanni de Rosa il 1/4/2014 alle 22:58
Finalmente che cosa? Finalmente si può fare senza discutere? Certo le discussioni interminabili dei tentativi falliti di riformare le istituzioni politiche nazionali non sono da ripetere. Ma erano discussioni o guerre di posizione? Contro il progetto del nuovo senato qualcuno avanza perplessità e critiche e subito passa per conservatore attaccato a privilegi. Ma la cautela è d'obbligo quando si tocca la costituzione. Insieme col coraggio della ragione e del confronto aperto.
Scritto da Giuseppe Terruzzi il 1/4/2014 alle 23:19
Giuseppe, spero che il Parlamento migliori la riforma . Prima di tutto nella composizione del Senato: i Sindaci , che saranno anche Presidenti delle città metropolitane, ed a tempo perso anche Senatori; come faranno a fare tutto? I nominati del PDR, eminenti personalità della società civile, ma che ne sanno dei problemi regionali? Di personalità della società civile poi ne facciamo anche a meno, viste le esperienze del recente passato. Insomma troppi nominati! Ma anche il Ministro Boschi lo è!
Scritto da mario diurni il 1/4/2014 alle 23:23
Troppi pessimisti, troppi gufi, troppa gente che era abituata alle chiacchiere vuote e che adesso si trova a dover fare i conti con un governo che sa cosa vuole. Sono troppo pigri per smuoversi dalla loro posizioni in pantofola. E restino pure lì sul sofà che il mondo li aspetta!
Scritto da Stefano C. il 1/4/2014 alle 23:32
La riforma costituzionale è qualcosa di estremamente complesso, nel cui merito non sono molto in grado di addentrarmi. Mi limito ad alcuni flash. 1. Non sono d'accordo nel sottovalutare la questione del taglio ai costi della politica: gli U.S.A., paese di grandi dimensioni, hanno un senato di 100 componenti, circa un terzo o giù di lì dell'Italia. Vogliamo darci una regolata anche in tal senso? 2. Certo poi contano l'efficienza e l'efficacia di una riforma e qui lascio ai costituzionalisti di dire la loro, specie sulla composizione e sui compiti del nuovo organismo.Sono però d'accordo con il superamento del bicameralismo perfetto. 3. Condivido l'alleggerimento, in fatto di poteri legislativi, delle regioni che, in taluni casi, anche per la confusione delle materie concorrenti, si atteggiano a mini stato, con il conseguente aggravio di costi per tutti noi. Sono perplesso sull'abolizione (eventuale, in Italia non si sa mai come finiscono le partite iniziate anche con le migliori intenzioni) delle province, ma quattro livelli istituzionali elettivi sono effettivamente troppi. Per me, lo ripeto da tempo (vox clamantis in deserto) un Paese dalle dimensioni dell'Italia avrebbe potuto fare a meno delle regioni, ma tant'è, le cose sono andate diversamente, per cui accontentiamoci di sopprimere uno almeno dei quattro livelli istituzionali. Adamoli ha spesso scritto che sarebbe stato opportuno ristrutturare e riaccorpare province e regioni. Forse non aveva torto, ma la battaglia, in tal senso, mi sembra persa. Pensierino finale: auspico che, alla fine, esca qualcosa di buono dal cilindro del governo, anche perchè rimanere solo con la riforma elettorale, la piccola schifezza del "Porcellinum", non garberebbe molto a me e, credo, a molti altri cittadini.
Scritto da mariuccio bianchi il 2/4/2014 alle 08:15
Condivido caro Giuseppe avendo vissuto con te la stagione statutaria in Lombardia: tutto è perfettibile ma non è più procrastinabile!
Scritto da Rossana Caggiano il 2/4/2014 alle 08:37
I cittadini, come dici, saranno favorevoli alla riforma; la maggior parte degli interventi sul blog mi pare contraria tuttavia, trovandola illogica, se non anche propriamente contraria a principai basilari del nostro ordinamento. Problemi banali: un Senato serio dovrebbe lavorare almeno quattro giorni: come faranno i plurimi incaricati a svolgere bene entrambe le funzioni? Attendo con ansia di sapere il nome del valente costituzionalista che ispira queste riforme. Per parte mia ti dico (segue)
Scritto da domenico nitopi il 2/4/2014 alle 08:46
chi c'era, tra gli altri, tra i giuristi che hanno fatto la Costituzione: Piero Calamandrei, Vezio Crisafulli, Arturo Carlo Jemolo, Costantino Mortati, Massimo Severo Giannini, Guido Zanobini, Gaetano Azzariti, Andrea Torrente, Guido Astuti, Leopoldo Piccardi: il meglio del meglio che l'Italia d'allora potesse offrire. Le riforme costituzionali sono cose serie e da condividere: lasciamoci guidare da chi se ne intende, non dal primo fesso che passa per strada.
Scritto da domenico nitopi il 2/4/2014 alle 08:52
@Nino Vialba - I dati aggiornati sulla disoccupazione ti danno pienamente ragione. Aspetto anch'io con ansia l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri del "Piano dei lavori". Per non eludere il problema ti dico però che condivido il decreto Poletti a maggior ragione con le modifiche che si stanno profilando in Parlamento.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/4/2014 alle 09:03
@Aldo Passarello (21.53) - Che ti posso dire? Confermo la mia opinione di qualche giorno fa. Una Camera parlamentare deve avere necessariamente delle funzioni decisionali, non può essere solo una sede di discussione, di consultazione, di elaborazione di progetti che poi l’altra Camera approva. Nello specifico i deputati hanno gli uffici studio, le commissioni, la loro organizzazione e i loro partiti alle spalle che fungono (dovrebbero fungere) da fucine di idee e proposte. E la gran parte dei disegni di legge proviene dal governo come in tutto il mondo. Anche il nuovo Senato lavorerà in questo modo per le competenze sue proprie che alla fine non saranno così secondarie.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/4/2014 alle 09:10
@Giovanni De Rosa (22.58) - Io invece apprezzo l'impazienza di Renzi. Avrò firmato una decina di mozioni, documenti e petizioni a favore del Senato delle Autonomie Locali. Un paio di volte ero stato a Roma come presidente della Commissione Statuto della Regione Lombardia per parlare di questo problema e avevo trovato molta condivisione. Era tempo di stringere come governo. Adesso tocca al Parlamento che potrà apportare dei cambiamenti trattandosi di un disegno di legge e non un decreto. Ho fiducia in una riforma equilibrata, sensata (e urgente).
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/4/2014 alle 09:16
@domenico nitopi il 2/4/2014 alle 08:52 . Certamente "il meglio del meglio che l'Italia potesse offrire". La migliore, la più bella Costituzione che potesse darsi, forse ancor più bella di quella staliniana dell'URSS del 1936. Resta inspiegabile, almeno per me, perché l'Italia sia precipitata nella fossa in cui si trova (dico fossa e non abisso perché sono un ottimista). Forse che a garantire la decenza di un Paese non è sufficiente la Carta? Che cosa occorre? l'etica che non abbiamo?
Scritto da ulderico monti il 2/4/2014 alle 09:43
@Domenico Nitopi (08:52). Accostare i Costituzionalisti elencati nel suo post (tutti scienziati nella materia) a un qualunque professore di Diritto (se non ricordo male, privato) come Rodotà, mi sembra un'acrobazia intellettuale certamente insolita per uno come Lei che mi risulta esercitare, con successo, la professione di Avvocato. Per mia memoria rammento che le Costituzioni non hanno la caratteristica del dogma, spesso anche questi talvolta soggetti ad “interpretazione”. Su un punto, dei provvedimenti di Renzi, ho dei dubbi: la composizione dei grandi elettori per la scelta del Capo dello Stato. In questo caso, l’ho già detto, sarebbe opportuno che uno strumento giuridico di compensazione, di bilanciamento, fosse trovato per evitare che la Camera dei Deputati, eletta con il nuovo sistema elettorale prevalentemente maggioritario, non diventi predominante anche nella elezione del Presidente della Repubblica. Tutto il resto mi sembrano chiacchiere salottiere che si rincorrono senza soluzione di continuità. Dure contestazioni, spesso speciose, che nemmeno ai provvedimenti “per sé stesso”, ai tempi dell’ex cavaliere, sono state dedicate e scagliate.
Scritto da Sic Est il 2/4/2014 alle 10:49
Se non sbaglio la storia del nostro Parlamento è piena di Disegni di Legge che non sono mai stati convertiti, oppure che sono diventati Legge modificati sostanzialmente rispetto al Disegno iniziale. Ora, nonostante l'entusiasmo per i DdL proposti da Renzi.......comincio a nutrire qualche timore sul prosieguo dell'azione legislativa.
Scritto da bm il 2/4/2014 alle 11:05
Avanti Savoia! Chi si ferma è perduto! ...e chissenefrega ! Tanto se qualcuno osa obiettare non sulla necessità di cambiare ma sui "contenuti" del presunto cambiamento allora basta basta bollarlo con il marchio infamante di conservatore.
Scritto da Rocco Cordì il 2/4/2014 alle 11:59
@Monti 09,16. Perfetto carissimo Ulderico. Io che ho sempre pensato che abbiamo la costituzione migliore del mondo mi domando come mai siamo "sprofondati". Forse è molto più corretto riconoscere che la nostra "carta" è stata "usata" un po da "tutti" senza alcuna etica per arrivare al fondo degli abissi in cui siamo "sprofondati".
Scritto da robinews il 2/4/2014 alle 12:04
@ Adamoli. Una premessa: coloro che per qualsiasi ragione sono senza lavoro non sono certo interessati alla legge elettorale, all’abolizione delle Province, alla modifica della Costituzione in quanto per loro il lavoro che non c’è, certo non arriverà dalle soluzioni a questi problemi. Considero che Renzi e il suo Governo abbiano la necessità di affermarsi dando risposte rapide ai temi presenti e prioritari nel dibattito politico e sui mass media. Considero anche che questi temi, pur nella loro complessità, sono più facili da affrontare e risolvere che non quelli del lavoro, della disoccupazione e, come ovvia conseguenza, del ruolo dell’economia di mercato che, storicamente basata sul vendere per comprare, cioè scambiare per soddisfare bisogni di sostentamento e di consumo, si è trasformata in economia finanziaria basata sul comprare per vendere, cioè nel perseguimento e l’accumulazione del massimo dei profitti, dunque un processo che non genera lavoro. Ciò detto anch’io attendo con speranza il “Piano dei Lavori” promesso e seguo con attenzione il dibattito sul decreto Poletti perché vorrei che i quasi 30 tipi di contratto di lavoro esistenti si riducessero essendo questa la condizione per stabilizzare il lavoro, non il contrario. Proprio perché quelli del lavoro, della disoccupazione e del’economia sono temi molto complessi, dai risultati non immediati ma dilazionati nel tempo, vorrei tanto che questi avessero la priorità nella agenda del Governo in quanto certo non basta dire che il livello di disoccupazione giovanile è “scandaloso”.
Scritto da Nino Vialba il 2/4/2014 alle 12:20
@Rocco Cordì 11,05. Carissimo Rocco, esprimo il mio più netto dissenso nei confronti di chi scrive che "Cordi" è l'espressione di una sinistra del passato che non esiste più. Altrettanto forte dissenso lo esprimo nei confronti di chi definisce sprezzantemente "conservatori" (infamante mi sembra esagerato) chi vuole partecipare al "cambiamento" dicendo la sua sui "contenuti". Fatta questa premessa permettimi di fare qualche osservazione e domanda. Cosa dobbiamo dire di chi usa termini (segue).
Scritto da robinews il 2/4/2014 alle 12:57
Robinews (segue Cordi) Come quando si scrive che "si sta creando un sistema autoritario e padronale". Termini questi certamente "liquidatori" usati nel documento di Rodotà e altri prima del varo del DDL del governo e ancora molto prima di iniziare il confronto nelle sedi parlamentari. Penso che il confronto andrebbe depurato da certi reciproci "ideologismi" o peggio da posizioni di carattere politico "antistorico". E permettimi di aggiungere che questo dovrebbe valere (segue)
Scritto da robinews il 2/4/2014 alle 13:10
Robinews (segue Cordì) ancora di più per quella sinistra come SEL che dovrebbe più di tutti mettersi in gioco per costruire il futuro. Io ho più paura della incapacità della "nostra" sinistra che non riesce a costruire un "suo" campo di intervento per il futuro che di quelli che con la scusa del cambiamento sconfinano su terreni pericolosi per la democrazia. Con sempre più forza rivendico e chiedo alla "mia sinistra" di non continuare a "tirarsi sempre fuori" dai processi reali in corso.
Scritto da robinews il 2/4/2014 alle 13:16
Le scelte volute dalla gggente spesso e volentieri hanno causato disastri e danni incalcolabili: i Padri Costituenti optarono per il Bicameralismo Perfetto a salvaguardia di valori democratici che, diversamente, sarebbero stati alla mercè di qualunque Capetto di Provincia si fosse alzato dicendo ''Ghe pensi mi!'' oppure ''L'è tutto sbagliato! L'è tutto da rifare!''
Scritto da Renato Casola il 2/4/2014 alle 13:23
PER TUTTO IL BLOG. Mentre noi discutiamo sulle istituzioni dividendoci tra veri o presunti "innovatori" e veri o presunti "conservatori" il parlamento Tedesco approva con voto quasi unanime la legge sul salario minimo garantito di €8,50 per ogni ora lavorata. Avere una politica italiana che assomiglia a quella Tedesca resta una utopia? Forse SI. Forse ci arriveremo anche noi solo dopo aver avuto il nostro "Lutero" e pagato i prezzi giusti per arrivarci! PURTROPPO!!!!
Scritto da robinews il 2/4/2014 alle 13:26
DEDICATO AGLI AMICI E COMPAGNI "CIVATIANI"e oltre . Carissimi, come sapete sono stato un sincero sostenitore di Pippo Civati e confesso di esserlo ancora ma con minore entusiasmo. Quanto ho scritto nei precedenti interventi di dialogo con @Rocco Cordi e per SEL gli stessi sono indirizzati con lo stesso spirito e passione a tutta l'area Civatiana con Pippo in testa. Se anche i "Cuperliani" useranno queste mie riflessioni al meglio ne sarò ovviamente felice. Buon lavoro e riflessioni a "tutti".
Scritto da robinews il 2/4/2014 alle 13:47
@Robinews (13,39 – 13,47): interessante anche un’intervista che Macaluso ha rilasciato la scorsa settimana (non ricordo se all’Espresso o al Venerdì di Repubblica) in occasione del suo 90esimo compleanno. Tra le altra cose, dice che Renzi fra poco si lamenterà che non lo fanno lavorare e si dimetterà. Mah, chissà se c’azzecca! Ieri tu sostenevi che su questo e su altri blog si faccia dialogo ‘vacuo’. Io non frequento altri blog se non, qualche volta, in sola lettura del post (quindi, non in lettura dei commenti e non in scrittura), quello di Civati, Terragni, Sofri e Murgia. Ma è raro, solo in occasione di avvenimenti politici di un certo peso, per capire come la pensano. Non frequentando la rete, non conosco il tenore dei dibattiti nel web, pertanto non so se siano vacui o meno; se vuoi il mio parere, non capisco che interesse ci sia nell’esternare a sconosciuti la propria opinione e, in analogia, non comprendo la curiosità di leggere il pensiero di commentatori ignoti. Un interessante editoriale, un buon libro, una seria rivista non sono forse un’ottima alternativa di lettura? Di questo blog invece (che mi è stato indicato da persone che vi scrivono, talune anche da facebook) non leggo solo i post di @Adamoli ma anche alcuni commentatori. A differenza tua, non ritengo vacuo il dibattito che qui si snoda, anzi, a me pare fortemente autentico e sincero. Interessanti e sempre equilibrati, @Fiori, @Bianchi e @Molinari.
Scritto da eg il 2/4/2014 alle 14:23
Augusto Barbera è un costituzionalista di fama e di orientamento di sinistra. Voglio citare quello che scrive questa mattina: "Considero la proposta del governo un ottimo testo perché dà soluzione a due problemi che hanno affaticato il sistema Italia: il bicameralismo ripetitivo e la scimmiottatura federalista perpetrata nel 2001 con la modifica del Titolo V. Comunque il Parlamento potrà intervenire per i necessari cambiamenti." E' una posizione autorevole che mi sento di sposare.
Scritto da ff il 2/4/2014 alle 14:44
Sono on-line ancora per mezz’ora, leggo il @Robinews delle 13,47 e non posso non commuovermi per il suo candore! Oh @Robinews!!! Io conosco una civatiana (la civatiana provinciale per antonomasia) che non riesce a metter d’accordo la sua mano destra con la mano sinistra. Tu pretendi troppo, figliolo mio! Buona giornata :-)
Scritto da eg il 2/4/2014 alle 15:00
La priorità è uscire dalla palude in cui la politica ha portato l’Italia dopo la dissoluzione della prima Repubblica. Da questo punto di vista, l’accelerazione imposta da Renzi è condivisibile, al di là del merito delle proposte in campo: nuova legge elettorale, riforma del Senato e del Titolo V. In una fase storica nella quale la “politica del fare”, inteso come mero management, prevale sulla “politica delle idee”, intesa come indirizzo progettuale di società, una figura come quella di Renzi presenta almeno il pregio di muovere le acque rese stagnanti dall’immobilismo di partiti, ormai divenuti incapaci di generare idealità ed inefficaci nell’amministrare l’esistente. Da questo punto di vista occorre leggere le esperienze dei governi Monti e Letta, entrambi dimostratisi prigionieri della logica della palude dei partiti e non sufficientemente dotati di una autonoma e carismatica personalità individuale. Entrambi avrebbero potuto molto e ben più di quello che sta facendo Renzi, ma nessuno dei due ha saputo osare assumendone del tutto le eventuali conseguenze. Altrettanto non si può dire di Renzi, la cui principale virtù non sono i contenuti del suo programma, bensì il decisionismo di cui ha bisogno il Paese. Non sono mai stato renziano, né sono mai stato amante della “politica del fare”. Al contrario, penso che uno dei problemi della politica oggi, a livello nazionale, europeo ed internazionale, sia rappresentato proprio dalla riduzione di questa a tecnica dell’amministrazione, dal suo ideologico adeguamento alla assiomatica primazia del sistema economico vigente, che non ammette la messa in discussione del libero mercato e dei processi di globalizzazione. Da questa angolazione, non considero certo Renzi né una soluzione, né la figura che possa rappresentare la sinistra del domani. Tuttavia, nella situazione data, gli riconosco tre meriti: il primo è l’aver portato alla luce i limiti di quel che rimane della sinistra italiana del passato; il secondo, è l’efficienza nello stabilire i tempi delle riforme; il terzo, è l’efficacia nell’indicare i luoghi di resistenza al cambiamento.
Scritto da Leonardo C. il 2/4/2014 alle 15:06
@Mariuccio Bianchi (08.15) - Sono ancora e sempre del parere che alcune Regioni debbano essere accorpate, non la Lombardia però che ha la dimensione abitativa, sociale ed economica ideale per una forte istituzione territoriale. Basterebbero una decina di Regioni, ma pretendere che anche questo punto sia compreso nel disegno di legge in esame sarebbe troppo. Chi alza troppo l’asticella di solito è perché non vuole saltare. Non è il mio caso come tu sai.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/4/2014 alle 15:09
@bm (11.05) - Penso che il disegno di legge del governo subirà modifiche significative ma ho fiducia che giunga in porto. In caso contrario lo scioglimento del Parlamento non è una minaccia di Renzi ma uno sbocco abbastanza naturale. A questo punto mi sento di dire che la legislatura si protrarrà fino al 2018 solo se farà anche la riforma costituzionale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/4/2014 alle 15:13
@eg (14.23) - Ti ringrazio per il giudizio sul dibattito “fortemente autentico e sincero” che si snoda sul blog. E’ ciò che mi dice sempre un esperto della Rete che si firma @Roseto senza rose. Ed è un complimento che sottolineo a merito dei commentatori (una piccola porzione dei lettori) a cui si deve il buon risultato del blog.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/4/2014 alle 15:16
@EG. 15,00, Ebbene si lo confesso, sono il solito ingenuo che "pretende troppo". Che ti devo dire. Il nostro grande "sempre giovane" vecchio Pietro Ingrao pretendeva di "Volere la luna". Illudersi o pretendere di volere la luna (troppo) aiuta a non cadere in "depressione" non credi?
Scritto da robinews il 2/4/2014 alle 15:56
@EG. 14,23, @Adamoli, 15,16. Credo di non avere bisogno più di tanto per ribadire il valore che assegno a questo blog.Ci conosciamo ormai abbastanza. Quando ho fatto riferimento al "dialogo piccolo e vacuo" (13,47) era esclusivamente riferito alla grandezza dei 2 pensieri "fissi" dell'ormai "centenario" INGRAO sul tema della "guerra e dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo". Lo ribadisco, rispetto a questi 2 grandi temi i nostri dialoghi li considero sempre piccoli e inadeguati. Nient'altro!
Scritto da robinews il 2/4/2014 alle 16:34
@Leonardo C. (15.06) - Ragionamento lucido, caro Leonardo. Oggi ho scritto un post per dire che se il “decisionismo” renziano non paga in tempi ragionevoli l’alternativa sono le elezioni anticipate.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/4/2014 alle 20:54
Archivi:
Ultimi post:
(12/6/2014 - 09:06)
(10/6/2014 - 11:29)
(8/6/2014 - 19:04)
(5/6/2014 - 12:08)
(28/5/2014 - 08:54)
(27/5/2014 - 09:40)
(26/5/2014 - 08:10)
(25/5/2014 - 09:04)
(24/5/2014 - 12:08)
(22/5/2014 - 17:23)