Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 7/4/2014 alle 08:32


Che bello un partito unito alla sinistra del Pd. C’è già il M5S può replicare qualcuno. Mah, è difficile catalogare Grillo-Casaleggio così e questa è forse la loro forza.
Ma adesso il secondo partito della sinistra è a portata di mano. C’è quasi tutto. La cornice europea della lista Tsipras. Gli immancabili intellettuali organici (Rodotà e Zagrebelsky). Il totem nazional-popolare della sacralità e inviolabilità della Costituzione. Il giornale fiancheggiatore (il Fatto quotidiano). Il nemico all’uscio (Matteo Renzi).
Le ricadute positive sarebbero tante. Troverebbe casa chi si rifugia nell’astensione avendo piena sfiducia sia nel Pd sia nell’attuale sinistra frammentata e velleitaria. Il sindacalismo impiccione, per non dividersi troppo, forse penserebbe di più ai contratti e meno alla vita dei partiti. Il Pd potrebbe dare più nitore, impulso e credibilità ai suoi intenti riformatori sul piano economico e istituzionale.
Si dice che abbiamo attraversato il ventennio dominato dal pernicioso berlusconismo. Verissimo, ma è stato anche il ventennio della sinistra di governo incerta e confusa, che ha cercato di dilatare i suoi confini per accontentare tutte le sue varie componenti finendo per scontentare l’Italia e per accumulare sconfitte.
La doppia sinistra c’è in Germania e in altri Stati. Perché non dovrebbe essere una risposta giusta anche per il nostro Paese?

Commenti dei lettori: 86 commenti -
Un'idea molto chiara anche se discutibile, ma è l'idea del Pd?
Scritto da Iscritto Varese il 7/4/2014 alle 09:49
Quanta fretta , quanta fretta...nel volersi liberare della sinistra nel PD !
Scritto da giovanniderosa il 7/4/2014 alle 09:58
Intrigante il passaggio sul sindacalismo impiccione. Ma ce ne vorrà ancora del tempo prima di liberarcene.
Scritto da Lavoratore Malpensa il 7/4/2014 alle 10:00
@Iscritto Varese (09.49) - Ormai dovresti conoscermi bene. Questa è l'idea mia, di un militante appassionato. Se scorri l’archivio del blog (facilissimo) avresti la conferma che sostengo questa tesi da moltissimo tempo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/4/2014 alle 10:18
@Giovanni De Rosa (09.58) - La sinistra del Pd, per quanto immagino, starà nel Pd senza grossi patemi come ci sono stato io quando non mi sentivo pienamente rappresentato dal vertice. In particolare mi dispiacerebbe molto se uscisse Pippo Civati che rispetto e che è stato mio collega per tanti anni ma non credo affatto che succederà. Mi riferisco all’altra sinistra, quella cosiddetta antagonista. Se poi uscisse qualche nostalgico del vecchio “socialismo” non mi rattristerei come non mi sono rattristato quando sono uscite (a destra) la Binetti, la Baio e tanti altri con cui pure avevo una consuetudine di rapporti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/4/2014 alle 10:21
Caro Giuseppe, @giovanniderosa (09,58), se ho capito bene, avanza il dubbio che tutto il tuo ragionamento sia finalizzato esclusivamente alla liberazione del PD della sua sinistra. Credo sinceramente che lui si sbaglia e poi, quale, chi sarebbe la sinistra del PD? Bella domanda, io considero sinistra del PD solo Pippo Civati tutto il resto (Renzi escluso per il momento) è solo "sistema di potere" lontano dalla parola "sinistra". Il tuo ragionamento semplificato per la sua brevità (segue)
Scritto da robinews il 7/4/2014 alle 10:33
Robinews (segue) lo SOTTOSCRIVO con le seguenti aggiunte: 1) se si arrivasse a quanto da te auspicato sarebbe già un grande cambiamento positivo perchè si passerebbe dalle "mille sinistre atomizzate a 2 sinistre"; 2) Io come sempre sono il solito "massimalista", di sinistre ne vorrei una sola, grande, progressista, pluralista, democratica, liberale con un "direzione" sempre "contendibile" sul modello del partito democratico di Obama. Ovviamente questa mia opinione è solo utopia allo stato puro
Scritto da robinews il 7/4/2014 alle 10:42
L'inizio del post è molto critico, anche nei termini (l'uso di 'fiancheggiatore' per definire Il Fatto); poi, in chiusura si attenua e diventa possibilista. Ci sono tutti gli elementi per favorire un bel dibattito. Che dire? Io spero che Tardelli sia la sintesi.
Scritto da eg il 7/4/2014 alle 10:44
In democrazia ci sarà sempre, anzi è auspicabile che ci sia una formazione politica a sin.della Sinistra "maggioritaria",col compito di critica e di stimolo a mantenere la rotta(da cui purtroppo da tempo si è allontanata,deludendo molti e non conquistando nessuno)evitando pericolosi sbandamenti. Che sia però più pragmatica,meno prevenuta, meno rigida e meno ideologizzata, e più disponibile a votare con la Sinistra quei provvedimenti condivisibili per il bene del Paese e delle classi lavoratrici
Scritto da giovanni dotti il 7/4/2014 alle 11:06
@eg ha ragione. E' un bel dibattito ma c'è il solito problema. Come mai si discute solo su questo blog e raramente su facebook e non nei partiti provinciali o regionali?
Scritto da Un Pd Pavia il 7/4/2014 alle 11:15
Questo PD a dirigenza Renziana è insopportabile, meglio lasciarsi. Poi si vedrà se il Leader Maximo Matteo vorrà onorarci della sua attenzione o se la riserverà tutta per il suo collega di Arcore.
Scritto da sardella il 7/4/2014 alle 11:22
Da elettore di Sel mi chiedo dove finiremmo noi e non è un bel dilemma ma il problema esiste ed è il momento per prendere una decisione. Voterò per Tsipras ma dopo le europee Vendola dovrà decidersi. Non si può essere contro il Pd nelle scelte più importati e fare l'occhiolino al Pd per le elezioni italiane. Ormai non siamo più né carne né pesce.
Scritto da Giovanni P. il 7/4/2014 alle 11:40
Mi associo al post di Giovanni Dotti. Temo però che il frazionismo sia una malattia non estirpabile dalla sinistra italiana, spesso maestra nel ricercare e realizzare clamorosi quanto controproducenti autogol per se stesa e per il Paese.
Scritto da Cesare Chiericati il 7/4/2014 alle 12:11
Vedo che c’è chi è d'accordo con quanto posti e chi dissente. È naturale che sia così. Quello che mi sembra logico è che il PD, come partito riformatore per davvero, non si faccia attrarre dalle sirene del “non cambiamento”. In genere si tratta di personaggi, avanti negli anni e mestieranti della politica, che da questa attività hanno ricevuto solo vantaggi e “lottano” per non perderli. Umanamente li capisco. Il loro posto è nella fossa dei serpenti (a sonagli) della sinistra-sinistra, parolaia ed inconcludente, quella che insieme all’ex cavaliere ha trascinato questo Paese allo sfascio. Un bel giardino zoologico, un serraglio, che va da Ferrando, quello con la eterna giacca a “pied de poule”, ad Ingroia, passando per Bertinotti, Ferrero, Vendola eccetera, tutti ostaggi di una ideologia che non ha mai portato benefici al lavoratore. Il cast così formato sarà diretto da Marco Travaglio.
Scritto da Sic Est il 7/4/2014 alle 12:15
@Robinews (10.42) - Sei il solito generoso che getta il cuore oltre l’ostacolo e a volte è giusto fare così. Ma nello specifico come fai a mettere insieme, nello stesso partito, tutto ma proprio tutto, da una concezione liberale ad una velleitaria dottrina vetero-socialista del NO presente nella sinistra italiana? E’ per questo che auspico le due sinistre, per fare chiarezza senza perdere energie preziose su entrambi i fronti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/4/2014 alle 12:17
@Sardella (11.22) - Guarda che io dicevo questa cose quando Renzi non era ancora comparso sulla scena. Ripeto anche a te l’invito rivolto a @Iscritto Varese: vai a vedere rapidamente l’archivio del blog e poi ne riparleremo. Se vuoi sapere ciò che pensano i renziani che hanno importanti responsabilità perché non lo chiedi al segretario provinciale di Varese e a quello regionale? Può darsi che loro abbiano su questo punto idee diverse dalle mie.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/4/2014 alle 12:23
@Adamoli 12,15, Esatto caro Giuseppe, hai ragione, non a caso chiudevo il mio intervento (10,42) definendo il mio pensiero-desiderio come "utopia allo stato puro". In generale voglio credere che il tuo auspicio sia identico al mio e cioè: Augurarsi che alle elezioni europee la Lista Tsipras abbia un discreto successo per superare lo sbarramento del 4% e porre basi più solide per il futuro CSX. Questo dovrebbe essere anche interesse del PD di Renzi e Civati.
Scritto da robinews il 7/4/2014 alle 12:47
Ma perché insieme a Tardelli non candidare anche gli altri due eroi dell’82, Rossi e Altobelli, quest’ultimo famoso anche per l’affermazione “C’è chi può e chi non può; io può”. Ci lamentiamo perché siamo esclusi dalle decisioni importanti che si prendono a livello europeo, ma mentre gli altri Stati membri selezionano i migliori per mandare a Bruxelles, noi mandiamo i “famosi”: Tardelli, Zanicchi, Santoro, la Dietlinde Gruber e via. Ma sulle “due sinistre”, sostanzialmente @Adamoli ha ragione, non se ne può più di questi della Lista Tsipras ancora prima di vederli all’opera. In realtà ci sono grossi dubbi anche sugli “intenti riformatori” di Renzi. Stiamo vivendo un pessimo periodo storico.
Scritto da V.R. il 7/4/2014 alle 13:27
@Adamoli, l'editoriale odierno dovrebbe restare per qualche giorno in più del solito. Per me si tratta della questione "fondamentale". Tu citi a questo proposito altri paesi oltre alla "solita" Germania. Io modestamente vorrei aggiungere USA, Brasile, Sud Africa. Altre storie naturalmente. Se non ricordo male nel partito democratico USA ci sono corpose presenze che vanno dai liberali ai stroskisti fino al fondamentalismo ecologista e dei movimenti dei diritti civili più radicali. (segue)
Scritto da robinews il 7/4/2014 alle 13:30
Robinews (segue) In Brasile il PT (Partido Dos Trabalhodores) va dai Cristiano sociali ai marxisisti radicali, dai socialdemocratici ai liberali. Anche qui forte è la presenza del radicalismo ecologista e dei diritti civili. In Sudafrica, l'ANC (African National Congress) è composto da quasi tutte le tendenze (e anche oltre) dei democratici Usa e PT Brasiliano. Queste 3 esperienze sono accomunate dal fatto che parliamo di 3 esperienze "vincenti" in 3 grandi paesi (segue)
Scritto da robinews il 7/4/2014 alle 13:40
Robinews (segue) dove "la convivenza" democratica all'interno di 1 solo soggetto politico non solo è stata ed è possibile ma che diventa addirittura fattore e strumento straordinario di "governo decisivo" dei successi e trasformazioni di queste grandi società protagoniste del mondo contemporaneo. All'interno di queste esperienze ci sono contraddizioni? Certo che ci sono e non sono da poco, "MA SEMPRE MEGLIO QUESTE ESPERIENZE CHE IL NOSTRO PICCOLO CABOTAGGIO CHE TENDE SEMPRE AL NULLA"
Scritto da robinews il 7/4/2014 alle 13:48
Caro Giuseppe vorrei partire dalle ultime righe del tuo post. Tu giustamente scrivi che in passato abbiamo avuto “esperienze” di una sinistra di governo incerta e confusa che, nel voler dilatare all’infinito i propri confini, ha finito per scontentare tutti. Bene io partirei proprio da qui. Le nostre esperienze di governo in passato sono state esattamente questo. I processi riformisti richiedono sicuramente consenso ampio. Noi abbiamo provato a coinvolgere tutte le diverse componenti, ma questo è stato un fallimento clamoroso. Lo è stato perché gli obiettivi, alla fine, erano diversi. Lo è stato perché il “manico del comando” purtroppo era in mano ad uomo di Stato, ma poco politico ( Romano Prodi ), lo è stato perché le tensioni attraversavano tutti i partiti e i molti antipartito presenti anche nel centrosinistra volevano quello che non si era pronti ad accettare. Lo è stato per la totale confusione che si è fatta respirare agli italiani, confusione che era tale perché si era pensata una coalizione per vincere e non per governare. Lo è stato perché, alla fine, ciò che prevaleva sempre era il dilettantismo e la stanca visone di epigoni di stagioni passate e non ancora chiuse. Scritto questo io credo che se dovesse nascere una sinistra alla “sinistra” del PD non ci sarebbe nulla di male e neanche da scandalizzarsi. Premetto che, inoltre, se dovesse succedere non apprezzerei comunque che questi amici fossero definiti “conservatori” o in altro modo solo per rinchiuderli in una sorta di “riserva indiana”. Certo, io penso che questi amici siano identificabili con una sinistra diversa dal PD. Sono una sinistra “radicale” ( ma questo non penso possa essere inteso come un insulto ), una sinistra magari più attaccata a miti e utopie rispetto al PD e forse anche un tantino “allergica” all’obiettivo di governare un Paese preferendo la acque più chete dell’opposizione o la sicurezza di essere “cinghia di trasmissione” del sindacato, ma sicuramente meritevole di rispetto e non di dileggio. E scrivo questo col massimo rispetto anche se, per me, totalmente altro rispetto alla mia visione della politica e al mio modo di agire. Quello che trovo, tuttavia, un po’ preoccupante è l’eterno giochino di chi nel PD, per “posizionarsi” e coprire spazi politici continua nell’opera di demolizione del Segretario nazionale e della linea politica che è uscita vincente dal congresso. Ora, io non ho votato Renzi e ritengo che la minoranza abbia sempre il diritto di esprimersi e di distinguersi rispetto a decisioni non condivise, ma questo deve avvenire nel rispetto delle regole che ci siamo dati e nella condivisione dell’idea che un partito non è né “centralismo democratico”, né anarchia. Quello che non è accettabile è il giochino a flirtare con tutti quelli che stanno fuori per far “intravvedere” la possibilità di una scissione perché poi così si alza il proprio peso nelle “contrattazioni”. Francamente credo che di questi giochini non gliene freghi più a nessuno. Non gli importa nulla a chi sta nel partito e neanche alla gente che sta fuori e che vuole solo che si risolvano i problemi in maniera veloce e efficiente, prima fra tutti quello del lavoro vera piaga di questo nostro Paese. Ovviamente difendo il diritto a che ci sia posto per tutti nel PD, ma, con ugual forza, difendo anche il diritto ( anche il mio diritto quindi ) a poter lavorare per il successo di una piattaforma riformista che nulla ha a vedere con una sinistra “radicale” e movimentista anche nel PD.
Scritto da roberto molinari il 7/4/2014 alle 14:32
Bene Adamoli in fondo si fa così in tutti i Paesi che funzionano.
Scritto da G.G. il 7/4/2014 alle 15:12
@Giovanni Dotti (11.06), Cesare Chiericati (12.11) - Se la sinistra di cui parlo nel post fosse “più pragmatica, meno prevenuta, meno rigida e meno ideologizzata” (@Giovanni) non ci sarebbe bisogno di un diverso partito. E’ proprio perché non ha mai avuto queste qualità che ha sempre realizzato tanti autogol (@Cesare). Prenderne atto e separare le strade salvo semmai votare insieme in certe occasioni mi sembra la decisione più giusta.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/4/2014 alle 15:49
@Robinews (13.30) - Accolgo il tuo invito e lascerò questo post anche domani. Una sola osservazione sui democratici Usa. Più che un partito di tipo europeo (organizzazioni permanenti che guidano, o vorrebbero guidare, tutti i fatti pubblici) sono un contenitore di impulsi politici e programmatici che si formano autonomamente nella società. Quando è necessario organizzano le elezioni primarie e risolvono in questo modo la questione della leadership. Fra una primaria e l’altra la politica è consegnata agli eletti nelle varie istituzioni. Un parallelo con noi è difficilissimo se non impossibile.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/4/2014 alle 15:53
@Roberto Molinari 14,32. Quanto sarebbe bello vedere realizzato il tuo "diritto" e sogno di una sinistra "riformista" che nulla ha a che vedere con una sinistra "radicale e movimentista" nel PD. Una sola domanda, in base a quali ragionamenti logici il "riformismo" sarebbe incompatibile con il "radicalismo e movimentismo"? Personalmente credo che un autentica "piattaforma riformista" senza radicalità e movimentismo SEMPLICEMENTE NON ESISTE, NON PUO' ESISTERE, è solo UN VUOTO POLITICO, O NO?
Scritto da robinews il 7/4/2014 alle 16:27
@VR 13,27. Scusa se mi confronto con te che hai cosi tanti pregiudizi nei confronti di Robinews, ma vorrei qualche chiarimento. Ma se sei "sostanzialmente d'accordo sulle 2 sinistre di @Adamoli" mi fai capire e ci fai capire cosa centrano le cose confusionarie e incomprensibili che aggiungi nel tuo intervento? Tutto il tuo intervento sarebbe stato forse più comprensibile se non avessi scritto che sei "sostanzialmente d'accordo sulle 2 sinistre di @Adamoli" , NON CREDI?
Scritto da robinews il 7/4/2014 alle 16:38
Uno spunto interessante se proprio non si riece a far diventare le differenze una ricchezza
Scritto da Gianluigi Vecchi il 7/4/2014 alle 16:40
"Stroskismo". Qualcuno avrebbe tutto il diritto di chiedermi chiarimenti su questa strana definizione politica (mio intervento 13,30). Tranquilli non è la declinazione politica dello "stronzismo". Volevo riferirmi molto più semplicemente al "TROTSCKISMO". Spesso oltre ai tradimenti dell'ignoranza mi tradiscono anche le dita e la tastiera. Scusatemi.
Scritto da robinews il 7/4/2014 alle 16:47
A robinews (16,27), la differenza tra il mio sogno "riformista" e la sinistra radicale e movimentista, se non fosse retorico scriverlo, sta tutto nei contenuti e nel metodo. Chi ha mai detto che un riformista o un moderato non siano radicali? Conosci meglio di me l'abisso contenutistico che divide i due fronti ed è la solita storia tra massimalisti e riformisti, tra chi si sente fuori dal sistema liberal democratico e chi lo ha accettato, ma lo vuole migliorare...
Scritto da roberto molinari il 7/4/2014 alle 17:00
@Sic Est, condivido lo sfondo del suo ragionamento Però non è vero che il "non cambiamento" sia solo una caratteristica dei personaggi avanti negli anni che lottano per i loro vantaggi. L'ideologismo immobile che lei condanna è presente anche in una piccola parte dei giovani che fanno politica, glielo assicuro.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 7/4/2014 alle 18:30
@V.R. Cosa c'entra la Gruber con la Zanicchi? Io la Gruber la voterei perché la considero una donna di valore che sa cos'è l'Europa. Infatti c'è già stata, poi ha preferito il giornalismo ma ha una buonissima preparazione..
Scritto da Elisabetta il 7/4/2014 alle 18:54
@Gianluigi Vecchi(16:40). Le differenze sono una ricchezza quando c'è parità nella considerazione delle idee altrui (magari non accettabili, ma da valutare senza prese di posizione "a prescindere"). Quando si ha a che fare con maître à penser della taglia di Travaglio o di personaggi nati vecchi come Rodotà, convinti che la differenza con gli altri è come quella tra l'australopiteco e l'homo sapiens e che la ragione è sempre solo dalla loro parte anche se cambiano idea, c'è poco da star allegri.
Scritto da Sic Est il 7/4/2014 alle 19:20
@Giovane ex rottamatore (18:30). Ringrazio per la precisazione. Più che avanti negli anni (vedo molti miei coetanei che ancora giocano a fare i rivoluzionari) dovevo dire "nati vecchi".
Scritto da Sic Est il 7/4/2014 alle 19:35
@Roberto Molinari 17,00. Bene, mi sembra di capire che la sinistra riformista può anche essere una "sinistra riformista radicale". Con un'altro piccolo sforzo potremmo aggiungere il termine "movimentista", ti garantisco che ci vuole molto poco e arriviamo ad essere d'accordo che ci può essere una "sinistra riformista radicale e movimentista". Tu però aggiungi altro ancora per far capire che tra mondi diversi a sinistra "non ci si deve mai incontrare" la parola magica è "massimalismo" (segue)
Scritto da robinews il 7/4/2014 alle 19:42
Robinews (segue Molinari). Vedi caro Roberto, l'altro giorno, il segretario della Fiom Landini, che ha già qualche capello bianco, ha dichiarato che a sua memoria non ricorda un solo accordo o contratto sindacale che in un colpo solo da un aumento netto in busta paga di oltre 80 €. al mese per 10 milioni di lavoratori. Se in tutti gli anni trascorsi di Landini ci fossero stati sindacalisti che sostenevano una cosa del genere sarebbero stati accusati di "massimalismo". (segue).
Scritto da robinews il 7/4/2014 alle 19:49
Robinews (segue Molinari). Domani sera il governo Renzi, noto pericoloso massimalista "decide di fare la cosa più massimalista che massimalista non si può: "un aumento secco mensile netto di oltre 80 €.". Come ben sai, dalla metà degli 90, c'è stata una politica di sinistra "massimalista" che denunciava lo spostamento abnorme della ricchezza dal mondo del lavoro e delle professioni alla rendita finanziaria. Questi strani e vecchi "massimalisti" osavano persino pronunciare (segue)
Scritto da robinews il 7/4/2014 alle 19:58
Robinews (segue Molinari) le parole tanto odiate dai "riformisti" e cioè "patrimoniale" oppure "tassare le rendite finanziarie". Oggi i vecchi massimalisti non ci sono più, in compenso vediamo numerosi "riformisti massimalisti" che dicono queste cose e sempre domani sera il governo "massimalista" di Renzi dovrebbe varare l'aumento delle tasse sulle rendite finanziarie (dal 20 al 26%) ti ricordi la conferenza stampa di Renzi? La lista degli esempi è infinita (segue).
Scritto da robinews il 7/4/2014 alle 20:03
Robinews (segue Molinari) E la lista dei "nuovi massimalisti" va anche molto oltre la "nuova sinistra riformista radicale" di Renzi e del nuovo PD. Sembra che siamo di fronte ad un vero dilagare del "massimalismo" che oggi torna molto più facile e comodo chiamare "populismo", una moda che investe anche forze chiaramente di destra e conservatrici come ad esempio la Lega Nord sulle pensioni della Fornero. Come vedi caro Roberto non credi che bisognerebbe aggiornare di un tantino certi (segue)
Scritto da robinews il 7/4/2014 alle 20:11
Robinews (segue Molinari) certi vecchi schemi? Potrebbe perfino succedere la cosa più orribile che certi nostrani "riformisti e massimalisti" si possono aspettare e cioè che non sia da escludere che dovremmo coniare dei nuovi termini che passeranno alla storia dell'inizio del 3° millennio, eccolo: "RIFORMISMO RADICALE DI SINISTRA MOVIMENTISTA MASSIMALISTA". Carissimo Roberto, occhio, stiamo vivendo il tempo della "rottamazione" di molte cose e il futuro può riservare non poche sorprese!
Scritto da robinews il 7/4/2014 alle 20:28
@Roberto Molinari (17.00) - Condivido. La radicalità delle posizioni programmatiche è altra cosa rispetto al radicalismo politico di chi vuole tutto e subito (benché in posizione minoritaria nella società) con il risultato di non stringere mai niente di concreto. Gerhard Schröder è stato radicale nel perseguimento delle riforme in Germania ed è del tutto ascrivibile al classico riformismo europeo. Magari ne avessimo avuti di Schröder in Italia!
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/4/2014 alle 20:57
La lista Tsipras è solo un cartello elettorale e niente più. La sinistra radicale italiana è senza un leader nostrano in grado di rappresentare, in maniera unitaria, il coacervo di famiglie di cui è composta: austeri costituzionalisti, integerrimi tutori della democrazia parlamentare; intellettuali e opinion makers rigorosamente d'area “gauche caviar”; antagonisti dei vari movimenti contro (No Tav, Senza casa, Acqua pubblica, ecc.); ala dura del sindacalismo di base. Tante anime, come si dice, ma nessun vero leader, al punto da doverlo prendere in prestito dalla Grecia. Anch'io preferisco due sinistre ad una sinistra a due marce (una marcia per andare avanti verso le riforme di cui ha bisogno il Paese e l'altra marcia a frenare ogni cambiamento). E anch'io auspico la nascita di un polo della sinistra radicale in grado di avere i numeri per una propria rappresentanza parlamentare. Lo auspico per due ragioni. Innanzitutto perché credo sia utile mantenere vivo un pensiero critico al sistema di mercato che, al netto delle ideologie residuali, ricordi ai riformisti che la politica non deve essere subalterna all'economia e alla finanza. Di conseguenza - seconda ragione – mi auspico cresca un Partito Democratico riformista depurato delle contraddizioni ideologiche interne che ancora oggi lo pervadono. Naturalmente, questo ragionamento vale alla luce dello scenario dell'Italicum e di leggi elettorali che necessitano di coalizioni; personalmente ritengo dell'idea che sarebbe più interessante un sistema bipartitico in cui queste riflessioni (sinistra/riformismo) siano ricondotte ad una dialettica interna di un grande partito.
Scritto da Leonardo C. il 7/4/2014 alle 21:18
Riformista e massimalista sono due termini antitetici.
Scritto da Nicora il 7/4/2014 alle 21:37
Di capelli bianchi ne ho tanti nel senso del bianco non dei capelli (pochi). Non ricordo un solo esponente o rappresentante della c.d. sinistra radicale e massimalista "autodefinirsi" con questi termini. Questi sono termini chiaramente coniati ad arte dai c.d. riformisti per imporre una visione "manichea" di una presunta sinistra "buona" e una "cattiva". Un modello che poteva servire ed essere utile nel secolo scorso. La pacchia sta finendo insieme alle rendite di posizione. #Rassegnatevisereni.
Scritto da robinews il 7/4/2014 alle 22:17
Caro Giuseppe, mi meraviglia che un uomo della tua intelligenza parli di "totem nazionale-popolare della sacralità e inviolabilità della Costituzione"... quando l' avrete indebolita con una cattiva riforma costituzionale, chi vi difenderà dall'onnipotenza del tiranno? È ovvio che Renzi non sarà il tiranno, ma qualcuno prima o poi ne approfitterà...
Scritto da Giorgio Grasso il 8/4/2014 alle 00:21
Alla luce delle recenti polemiche e "col senno di poi" penso che sarebbe stato meglio abolire il Senato tout court (come anche proponeva Rodotà anni fa) e potenziare o modificare la Conferenza Stato-Regioni già esistente attribuendole più poteri per stabilire un dialogo permanente tra Stato e Autonomie locali, ed anche ridurre il numero delle Regioni attuali. Semplificare non vuol dire lasciare ma togliere il non necessario. Anche a mio avviso la proposta del nuovo Senato zoppica da molte parti
Scritto da giovanni dotti il 8/4/2014 alle 07:39
@Giorgio Grasso (00.21) - Non bisogna indebolire la Costituzione con una cattiva riforma ma rafforzarla con una buona. Sono sempre stato per il Senato di tipo tedesco con il conforto di una parte importante della dottrina costituzionale. Ora, un docente universitario di questa materia come te ha il diritto di mettere in discussione la riforma che il governo ha proposto senza sentirsi dare del conservatore ma questa storia del tiranno che verrà la trovo davvero scomposta e campata per aria.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/4/2014 alle 08:27
Caro robinews, credo che la risposta più efficace al tuo intervento l'abbia data Giuseppe (20,57), risposta e parole in cui mi riconosco totalmente compreso la speranza di trovare anche noi, il nostro Schroder..
Scritto da roberto molinari il 8/4/2014 alle 09:18
@Giorgio Grasso (00.21). Ho studiato diritto costituzionale sui testi di Pietro Virga, nella seconda metà degli anni sessanta. A memoria mi ricordo che le costituzioni non sono né buone né cattive, sono il risultato di una scelta politica del tempo in cui vengono redatte. La nostra, secondo me, risente molto di tutte le ansietà e paure accumulate nel ventennio fascista. Capisco che la tendenza all’autoritarismo di certe frange, di estrema destra e di estrema sinistra, è solo temporaneamente assopita, ma sopprimere il CNEL (che, insieme al Consiglio di Stato, francamente non ho mai capito a cosa serva se non per creare poltrone e conseguentemente intralci), le Province (una specie di ostello per tutti i trombati della politica) e modificare l’aspetto costituzionale del Senato (nel senso di trasformarlo in un’assemblea che non sia il doppione speculare della Camera dei Deputati), non mi sembrano aggressioni autoritarie.
Scritto da Sic Est il 8/4/2014 alle 09:48
con l'avvento della repubblica mantennero tanti regi privilegi..ma se la classe dirigente ha fallito...anche e pur per lo stipendio rilevante..vanno intanto riviste le strutture di sistema..ed ecco appunto il periodo Renziano..necessario più della TAV...mentre sapevamo che... chi va piano va sano e va lontano..chi va forte va alla morte..in questo caso anche lenta per decenni di malgoverno..inoltre in generale bisognerebbe non parlare con troppi sottintesi ma dando degli esempi di riferimento più specifici e precisi..grazie
Scritto da zva il 8/4/2014 alle 10:34
Ben dice@Sic Est(9,48): in effetti nonostante le due Camere lo scempio del Parlamento ridotto ad un bottonificio (cioè a premere il bottone) lo abbiamo visto nell'ultimo ventennio, che pur "fascista" non era ma si proclamava "democratico".Non c'è Costituzione che tenga se non c'è il rispetto delle persone e delle Istituzioni,e se vi sono parlamentari che si fanno comprare per quattro soldi. Se fosse per me il Senato come le Province e tanti Enti inutili li eliminerei subito senza tante manfrine
Scritto da giovanni dotti il 8/4/2014 alle 11:17
Giuseppe ti segnalo l'editoriale di Michele Ainis di oggi sul Corriere della Sera. Mi sembra equilibrato senza scadere nel fazioso. Mi riservo di leggere, invece, con attenzione Rodotà di oggi su Repubblica.
Scritto da roberto molinari il 8/4/2014 alle 11:34
@Roberto Molinari, 09,18, La risposta che mi aspettavo è puntualmente arrivata.Quando ero meno avanti negli anni e mi confrontavo con i c.d."riformisti" che mi additavano come il solito "massimalista della sinistra radicale" amavo rispondere che loro, i c.d. riformisti altro non erano che dei "minimalisti di una sinistra immobiliarista". Scusami se mi permetto queste frivolezze. Comunque, l'importante è che questa sera Renzi dia risposte serie e importanti a tutti i massimalisti e minimalisti.
Scritto da robinews il 8/4/2014 alle 12:38
@Adamoli. Non d'accordo. Mi pare un invito ad uscire. Il quotidiano del vecchio PCI era l'Unita'. Meglio unita' nella diversita'. La societa' e' cosi' variegata e complessa. Che sia complessamente rappresentata. A proposito io sono socialista. Socialista di sinistra ora apolide.
Scritto da Antonio Pastore il 8/4/2014 alle 14:03
@Leonardo C. (21.18) - Pensavo di avere già postato questo mio commento invece non lo trovo. Mi scuso per il ritardo ma a volte succede, ho avuto una mattinata indaffaratissima. Non penso che avremo un sistema bipartitico. Almeno non nel futuro prevedibile. E non è solo una questione di legge elettorale. Adesso abbiamo tre poli in Italia e quattro in alcune regioni del Nord. Alle prossime europee è probabile che i primi due partiti siano il Pd e il M5S ma poi rialzerà la testa, indiscutibilmente, il centrodestra oggi in crisi nella scia di Berlusconi. Per queste ragioni di seguito elettorale, che in politica sono quasi tutto, condivido per filo e per segno il tuo ragionamento eccetto, appunto, la considerazione finale sul bipartitismo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/4/2014 alle 14:19
Caro robinews ( 12,38) purtroppo gli "immobiliaristi" in politica non hanno patria. Sono riformisti, massimalisti, radicali, di destra, sinistra, centro, religiosi, atei devoti, atei convinti e agnostici. Dunque non angosciamoci per questo. "L'uomo nuovo" è solo una utopia politica....
Scritto da roberto molinari il 8/4/2014 alle 14:20
@Antonio Pastore (14.03) - Ci sono diversità politiche componibili e diversità non componibili. Io mi riferisco alle seconde. Quelle che hanno fatto fallire due governi Prodi riconsegnando l’Italia a Berlusconi. Ritengo invece che la dialettica interna fra maggioranza e minoranza sia un valore aggiunto da non disperdere assolutamente. Su questo punto il mio pensiero è granitico.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/4/2014 alle 14:22
"La doppia sinistra c’è in Germania e in altri Stati. Perché non dovrebbe essere una risposta giusta?" Già, perchè? Un conto è riconoscere che, da sempre, la sinistra esprime insieme la tensione radicale della contestazione e quella riformista governo. Così era il PSI di inizio '900, così PCI di fine secolo. Le esperienze di Governo però dimostrano la sinistra non tocca palla, nè in Germania, nè in Italia, quando le sue differenze diventano divisioni politiche e strategiche.
Scritto da roberto caielli il 8/4/2014 alle 14:27
Caro Adamoli, nelle università, fra noi giovani e anche fra i professori, le due sinistre esistono già. Si potrà dialogare ma un stesso partito è impossibile. Bene le due sinistre.
Scritto da Patrizia il 8/4/2014 alle 15:24
@Roberto Caielli (14.27) - Nessuno ha la verità in tasca e la mia è una semplice opinione. Ti rammento però che i socialdemocratici tedeschi hanno governato anche quando avevano un altro partito a sinistra e noi non abbiamo saputo governare quando eravamo tutti uniti, felici e contenti (si fa per dire, io ad esempio no), nell'Unione fallimentare di Prodi. Ti faccio una domanda: tu oggi, qui e subito, saresti pronto per un partito unico (ripeto partito) con tutte le sinistre che si stanno accorpando (fanno eccezione i comunisti italiani) nella lista Tsipras? Io manco per sogno.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/4/2014 alle 16:57
Anch'io non trovo nulla di sconveniente nell'estistenza di 2 sinistre, una riformista l'altra radicale, con l'intesa che nei momenti topici - leggi elezioni politiche - si alleino per il governo; ma osservo che nel frattempo quella radicale si riduce verso un tendenziale prefisso telefonico, se Tsipras deve sommare SEL con RC, PCdI, ecc, che sino a poco tempo fa cubavano ca. il 10%. Se va così, con chi potrà allearsi il PD? Mentre il centro destra mantiene una somma che sfiora il fatidico 37%!
Scritto da Francesco Spatola il 8/4/2014 alle 16:59
(segue) In sintesi, il problema vero riguarda la sinistra radicale, che vede il suoi consensi trasferirsi al M5S e rischia di diventare irrilevante per qualsiasi alleanza. Sorprende anche che a sinistra si tenda a condividere il presupposto ideologico che stra dietro al rifiuto del Senato delle Autonomie, ossia il sostanziale disprezzo per le autonomie locali. A Varese C.Mineo ha definito "una cagata dell'ANCI" la proposta Boschi, che pure è aperta alla proporzione con la popolazione regionale.
Scritto da Francesco Spatola il 8/4/2014 alle 17:07
@Adamoli, no certo che non sono pronto. ma (credo) non per mia personale ritrosia, ma perchè manchiamo di idee all'altezza del momento. Ma se questo è il problema, cercare nuove vie, non credo che la soluzione sia cercare ognuno per conto suo, magari in direzioni opposte.
Scritto da Roberto Caielli il 8/4/2014 alle 17:23
p.s. Le 2 esperienze di Prodi non furono ugualmente fallimentari (non lo furono allo stesso modo). La prima fallì perchè Bertinotti credette di fare da solo e D'Alema pure. La seconda fallì perchè l'Unione era tutto fuorchè una vera unione e un Mastella qualunque potè fare danni enormi proprio per quello.
Scritto da Roberto Caielli il 8/4/2014 alle 17:26
Mi auguro di no, ma credo che ci sia il rischio che una fetta di sinistra del pd sì stacchi per andare a convergere con elementi di sel e altri della società civile. Civati potrebbe diventare il leader di questo movimento. Ma sbaglierebbe. Io vorrei vedere il pd al 40%. É fattibile. Abbiamo già dato con le continue divisioni e partitini a sinistra. Bisogna aggregare. La vocazione maggioritaria che era di veltroni ed ora di renzi la condividerò sempre
Scritto da Simone Franceschetto il 8/4/2014 alle 18:07
Il delizioso @robinews 7/4/2014 alle 16:27, chiede in base a quali ragionamenti logici il "riformismo" sarebbe incompatibile con il "radicalismo e movimentismo"? Si sfogli un manuale di storia e vedrà quanto il radicalismo contribuì ad aprire la via al fascismo (per non dire del nazismo, con i socialisti accusati di social fascismo). Naturalmente se la Storia ci insegnasse qualcosa, saremmo un Paese normale, quasi europeo. Invece siamo ormai dietro tutti, anche la Grecia ... Un motivo ci sarà!
Scritto da ulderico monti il 8/4/2014 alle 18:30
@Francesco Spatola (17.07) - Fra i motivi che animano la contrarietà alla riforma del Senato ce ne sono alcuni su cui riflettere attentamente mentre altri sono del tutto speciosi. La sottovalutazione (tu la chiami addirittura disprezzo) del ruolo delle Autonomie locali è uno di questi motivi che non fanno onore a chi se li intesta. Da Corradino Mineo però non mi sarei aspettato niente di diverso. E’ un prodotto esclusivamente mediatico.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/4/2014 alle 19:47
@Simone Franceschetto (18.07) - C'è una sinistra antagonista con la quale è illusorio pensare che si possa stare insieme nello stesso partito e una sinistra che nel Pd deve sentirsi completamente a casa propria. L'ho scritto varie volte nel blog e non mi stanco mai di ripeterlo. Pippo Civati è ben dentro questa seconda prospettiva. Dovrebbe però smettere di far correre l'ipotesi della sua uscita dal Pd per guadagnare evidenza e visibilità. Alla fine non servirà neanche a lui.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/4/2014 alle 19:50
@Ulderico Monti (18:30). La cosa triste è che i nostri movimentisti della domenica si sono dovuti nascondere dietro un ragazzone greco che probabilmente non ha capito bene con chi dovrà avere a che fare: Ferrero, Ferrando, Di Pietro, Vendola, Ingroia, Bertinotti, la figlia di Spinelli e qualche altro residuato bellico. Giustamente @Giuseppe Adamoli (19:47) ricorda le tante “coraggiose” rivoluzioni mediatiche di Corradino Mineo, tutte ben remunerate da noi, posto fisso e occupazione da dirigente Rai. Dio ci guardi dai rivoluzionari da strapazzo che non hanno mai lavorato.
Scritto da Sic Est il 8/4/2014 alle 20:07
Avevo visto molto bene la lista Tsipras ma non vorrei che si sia già sgonfiata. La voterò ma una sinistra europea forte dovrebbe avere una forte consistenza nei Paesi più importanti ma purtroppo la realtà mi sembra diversa. La seconda sinistra zoppica e per l'Italia è un guaio.
Scritto da Osvaldo il 8/4/2014 alle 21:15
Io non ho niente da aggiungere al ragionamento di fondo di Giuseppe, Leonardo, Sic Est e altri (scusate se non riporto tutti i nomi). Patrizia dice bene: le due sinistre ci sono già. La mitica "da Rodotà a Prodi" per me non sta in piedi. Ho avuto conferme dirette in questo periodo precedente alle elezioni comunali. Più altre cosette. Faccio fatica a confrontarmi con chi è contento solo se gli si da ragione al 100% e sempre. Il problema, però, non è semplicemente politico. È antropologico.
Scritto da FrancescoG. il 8/4/2014 alle 21:16
Mi spiego. Mi è capitato di confrontarmi con persone di sinistra, di centro, di destra (leghisti e 5stelle). Con chi non ha interessi di poltrone, ragiona mettendo se stesso non in primo piano, si riesce a trovare un equilibrio sulle cose pratiche, un punto che, se non è di intesa totale, quanto meno accomuna. Per questo, dicevo, il tema è su come sono fatte le persone. A mia esperienza, con gli estremi dell'arco politico è più dura. Emerge quasi arroganza e superbia.
Scritto da FrancescoG. il 8/4/2014 alle 21:23
Per @V.R. Premesso che i suoi commenti sono spesso divertenti, dico la mia sulle candidature alle europee. Tardelli ha buone esperienza. Mondiale. Per l'Europa forse meglio Gigi Riva, che l'europeo l'ha vinto. Comunque Tardelli va bene. Persona molto educata, saluta sempre tutti. Abita nella via dove è nato e cresciuto mio padre (una volta era campagna e non ci andava nessuno, ora collina vip). Ha giocato nel Como. Anche Gentile va bene. Ha giocato nel Maslianico e nel Varese. (continua)
Scritto da FrancescoG. il 8/4/2014 alle 21:30
Gentile è uomo di determinazione unica. Grande ciclista. Vive a Como. Ma ne uno ne l'altro accetterà. Perché faccio perdere tempo con questa cosa? Perché preferisco chiunque pescato dal cilindro rispetto a chi è perfettamente selezionato in quanto amico di Civati, Renzi, Gino, Lino, Pino, Rino, Dino, Nino. Magari senza aver mai avuto un incarico elettivo qualsiasi. Volevo far ridere, mi sono quasi arrabbiato :-)
Scritto da FrancescoG. il 8/4/2014 alle 21:37
Ci vuole un'altra generazione. I nativi democratici. I comunisti convertiti ed i cattolici sociali possono stare insieme solo per convenienza, ma si detestano troppo. I primi poi amano troppo perdere, perchè non sarebbero in grado, una volta vinto, di gestire la vittoria. Bertinotti e Turigliatto docent.
Scritto da Massimo Galli il 8/4/2014 alle 21:54
Gli imbecilli si trovano ad ogni latitudine e longitudine. Tra i c.d. riformisti (minimalisti) sono molti di più degli imbecilli che si trovano tra i c.d. massimalisti-movimentisti-radicali per una semplice ragione logica di quantità dei rispettivi campi. Sul blog ci sono stati e ci sono gli "elogiatori" del governo Letta con inclusi Saccodanno e Fassina. Scusate erano questi i vostri riformisti? Un anno passato a star dietro alla storiella del decaduto-interdetto sulla storia dell'IMU? (segue)
Scritto da robinews il 8/4/2014 alle 22:25
Robinews (segue). In queste ore vedo il più grande vecchio e piccolo riformista della storia italiana, il Brunetta, forgiato nella fucina straordinaria del riformismo Craxsiano che tuona contro Renzi. Unito nella lotta con Brunetta c'è il mitico Fassina che dichiara fuoco e fiamme contro Renzi. Entrambi hanno passato 1 anno intero CULO E CAMICIA a fare e disfare impietosamente sull'IMU. Sono questi i riformisti? Se la risposta è si, Renzi è il massimo del massimalismo estremista, NON CREDETE?
Scritto da robinews il 8/4/2014 alle 22:37
Non ho ben chiaro se il futuro Senato delle Autonomie sostituirà o meno la Conferenza Stato-Regioni, e se quest'ultima non possa bastare invece che pensare di fare un nuovo Senato con compiti sostanzialmente analoghi. Grazie a chi mi chiarirà questo dubbio.
Scritto da giovanni dotti il 8/4/2014 alle 22:51
Il pregio del Senato delle Autonomie mi sembra proprio quello di istituzionalizzare (addirittura costituzionalizzando) la Conferenza Stato-Regioni. Qualunque Senato elettivo comporterebbe la sopravvivenza della Conferenza Stato-Regioni ed il permanere dei relativi conflitti. La storia che non elettivi non avrebbero tempo di fare tutto e non sarebbe serio è ridicola, come fanno adesso? Vd Fontana che è a Roma tutte le settimane per l'ANCI lombarda. Contrari anche i 5S, oggi hanno pochi Sindaci!
Scritto da Francesco Spatola il 8/4/2014 alle 23:41
Leggo e approvo le ultime considerazioni di @Robinews. I c.d. "riformisti" di Riforme non ne hanno fatta mezza, le vecchie definizioni sono da gettare e andrebbero aggiornate. Come definire oggi RENZI? Mi limiterei a chiamarlo "un DEMOCRATICO SINCERO" in mezzo a tanti gattopardi falsi e bugiardi. Condivido anche il pensiero di @M.Galli (ieri 21,54) che invoca un'altra generazione perché ritiene difficile se non impossibile la convivenza tra persone di diversa formazione culturale e provenienza
Scritto da giovanni dotti il 9/4/2014 alle 08:19
@FrancescoG (21.37) - Le cooptazioni di sportivi famosi (comunque rare) mi fanno meno dispetto delle cooptazioni motivate soltanto dalla fedeltà assoluta al capo (tantissime). La fedeltà in politica non dovrebbe essere la virtù (?) da premiare. La lealtà ha ben altra e dignitosa dimensione. Sono convinto che concordi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/4/2014 alle 08:41
@Massimo Galli (21.54) - Se ti riferisci alle due sinistre che si mettono insieme concordo pienamente. Io non vedrò l'evento. Sono più ottimista o meno pessimista invece se ti riferisci alla convivenza nell'attuale Pd. Oggi gli scenari cambiano rapidamente. Chi l'avrebbe detto due anni fa che Renzi avrebbe vinto le primarie con il 70% e avrebbe vinto, sia pure di poco, anche nel voto degli iscritti? Il Pd sta cambiando pelle. Credo in meglio, ma se i nuovi vincitori sbaglieranno pagheranno il prezzo come è giusto che sia per i dirigenti di un moderno partito democratico.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/4/2014 alle 08:45
@Giovanni Dotti (22.51) - Condivido la risposta di @Francesco Spatola (23.41). Fra due settimane sarò forse in grado di dirti qualcosa di più preciso sul futuro anche molto prossimo della Conferenza Stato-Regioni. Per ora posso assicurarti che il Senato delle Autonomie locali, se sarà istituito, avrà compiti ben diversi, più ampi e importanti rispetto alla Conferenza.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/4/2014 alle 08:49
Premesso che condivido le posizioni di @Molinari (come ebbi già modo di scrivere, su questo blog è la miglior sintesi del ‘mio’ PD, del PD che io vorrei), mi scuso se mi intrometto nello scambio fra @Adamoli e @FrancescoG., ma avendo io, l’altro ieri, citato Tardelli, mi sento chiamata in causa. Non m’aspettavo che l’innovativo PD di Renzi proponesse il nome di un calciatore. Fui già stupita per la Idem, ora mi attendevo una più consona selezione della classe politica da mandare al Parlamento Europeo. Auspicio, tra l’altro, emerso anche su questo blog nei diversi concetti sensati che ho letto. Parlo da ignorante perché non conosco le gesta di Tardelli, ma se si volesse seguire il criterio indicato nella nostra Costituzione per la nomina dei Senatori da parte del Presidente della Repubblica, ebbene questo (il criterio) prevede debbano essere cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti in campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Occorre, tosto, aggiungere anche il ‘campo sportivo’ :-)
Scritto da eg il 9/4/2014 alle 11:49
@ Giuseppe Adamoli. Sull'argomento, ci troviamo sempre :-) Quante tensioni profonde si evitano con il metodo "leale" rispetto a quello "fiducia assoluta". E si fanno più risultati. Storiella finale. Si racconta che Claudio Gentile andò al Varese quasi per caso. Ai selezionatori venne praticamente imposto, per il provino, dal compianto ex pres. del Maslianico, Tommaso Mangiacapre (forse nel 1969 o 70). Claudio ha fatto più strada di tutti. La sintesi della determinazione. L'occhio lungo del Tom.
Scritto da FrancescoG. il 9/4/2014 alle 11:56
Ops, @eg, mi era sfuggito il tuo riferimento a Tardelli. Pardon. La primogenitura sul blog era tua :-) Sei sempre benvenuta. Hai ragione. Costituzione da integrare. A meno di far rientrare il calcio nel sociale. Cosa unisce dì più gli italiani se non le vittorie degli nazionale ? :-) Ciao.
Scritto da FrancescoG. il 9/4/2014 alle 15:29
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