Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 22/4/2014 alle 18:35

 
Il bicameralismo paritario Camera-Senato era stato voluto dall’Assemblea Costituente dopo il ventennio fascista per aumentare la cifra dei “controlli” reciproci. Il cardine principale non era tanto l’efficienza e la rapidità di risposta del sistema di governo quanto l’equilibrio quasi perfetto dei poteri istituzionali (la perfezione non esiste).
Il presidente del Consiglio come primus inter pares rispondeva a questa stessa logica mentre in altri Paesi il premier ha sempre goduto di maggiore autorità.
Anche il sistema elettorale proporzionale e il Parlamento di 630 deputati e 315 senatori avevano il compito di rappresentare ogni angolo del Paese e ogni orientamento politico, sia pure minimale, per impedire il sopravvento di un singolo partito o di un singolo uomo.
Col passare del tempo tutto questo è divenuto esageratamente prudente e frenante. Le Istituzioni si sono fatte lente, macchinose, obsolete in rapporto alla dinamica della società e dell’economia. Sul numero dei parlamentari, di sui tanto si parla, basti dire che la Lombardia ha 80 consiglieri regionali mentre manda a Roma un esercito di quasi 150 parlamentari. Un autentico controsenso nella realtà odierna.
Si era affacciata l’ipotesi del superamento del doppione Camera-Senato già all’istituzione delle Regioni nel 1970 e questa tesi ha preso consistenza con la loro affermazione come Enti legislativi di ampio respiro.
Nel 2001, all’entrata in vigore del Titolo V (rapporti Stato-Regioni), molti esponenti del centrosinistra che lo avevano voluto hanno subito dichiarato che il disegno “federalista” andava rapidamente completato con il Senato delle Regioni o delle Autonomie alla stregua del modello tedesco. Non è un caso che la riforma del Senato e del Titolo V siano fortemente intrecciati nel progetto di riforma.
In sintesi  la domanda è questa: se alcune competenze come l’energia, le grandi infrastrutture, la promozione turistica all’estero torneranno di competenza del governo nazionale, il regionalismo che ne consegue merita, insieme al fortissimo municipalismo italiano, di trovare espressione in un Senato delle Autonomie?
Parlo di regionalismo forte e non di “federalismo” perché questo termine è stato abusato, strumentalizzato, distorto dalla propaganda leghista ed ha via via perso senso. Ebbene anche ridimensionate, le Regioni  conserveranno un complesso di potestà legislative, di programmazione e di alta amministrazione di grande importanza, almeno lo spero.
Insieme alle città metropolitane e ai Comuni, le Regioni hanno bisogno di una Camera specifica nella quale contribuire in modo organico ad amministrare il Paese di cui sono un pezzo  qualificante. Mi sento di discutere della sua composizione, non della sua filosofia.
Un Senato formato in grandissima parte dai Presidenti delle Regioni e da altri rappresentanti regionali, dai sindaci delle grandi città e da altri sindaci, sarebbe costituito da personalità tutte elette direttamente dal popolo sovrano. 
Avrebbero i titoli non solo per votare sulle leggi relative ai problemi territoriali, ma anche sulle tematiche europee spesso connesse ai territori sub nazionali, per votare insieme alla Camera il Presidente della Repubblica, la Corte costituzionale, il Csm, le leggi costituzionali e magari le leggi elettorali escludendo la fiducia al governo e le leggi di bilancio.
Si può contestare nel merito questo disegno ma presentarlo come svolta autoritaria è una pura assurdità.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 46 commenti -
25 aprile // A Garibaldi // Esule ancora / sdegnato Eroe / - e i Mille - / dalla patria dissolta / e noi / consenziente preda / di ignavi oligarchi / dissipatori dell’onesta utopia / Terra antiqua potens armis / atque ubere glaebae / Tu vindice / invitta spada / a riscattare / la serva Italia /
Scritto da ulderico monti il 22/4/2014 alle 19:11
Discorso che ha una sua logica.In Italia quando si cerca di cambiare qualcosa c'è sempre qualcuno che mette i bastoni nelle ruote.
Scritto da Carlo Colombo il 22/4/2014 alle 19:22
Renzi questa sera ha polemizzato fortemente con Vannino Chiti e con la parte della minoranza Pd che vorrebbe un Senato ancora elettivo. Fa benissimo, a questi interessa soltanto essere rieletti, per il resto il progetto del governo è buono anche per loro.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 22/4/2014 alle 20:27
anche se votati indirettamente..son sempre persone volute dal popolo in ambito locale che devono aprire le vedute e far valere i loro impegni, capacità e relativi stipendi, sburocratizzando, ma comunque le regioni a statuto speciale hanno avuto sufficiente tempo per acclimatarsi e dovrebbero tutte uniformarsi o magari diventare anche le altre come esse..altrimenti permanendo presunzioni e disuguaglianze;intanto il ghiaccio si è rotto..e chi non si scansa facendo un passo indietro potrebbe cadere
Scritto da zva il 22/4/2014 alle 20:27
Perfetta questa messa a punto di Adamoli. La condivido integralmente e non ho nulla da aggiungere. Peccato che troppi ostacolino qualsiasi Riforma, ma credo che Renzi ce la farà comunque.
Scritto da giovanni dotti il 22/4/2014 alle 21:03
Bravo @zva, "intanto il ghiaccio si è rotto..e chi non si scansa facendo un passo indietro potrebbe cadere". Condivido, scommetto che i 21 senatori di Vannino Chiti che vogliono soltanto la loro sopravvivenza potrebbero cadere.
Scritto da Vittorio il 22/4/2014 alle 21:31
Tu descrivi uno Stato autonomista che in Italia non ci sarà mai. Come in politica si cerca il CAPO, prima Berlusconi e adesso Renzi, così a livello istituzionale si cerca il centralismo. E' un'idea sbagliata ma è così.
Scritto da Mario T. il 22/4/2014 alle 22:32
Articolo lungo ma da leggere. Il filo del ragionamento lo condivido ma a Roma molti hanno in mente la gestione del potere in mano ai gerarchi dei partiti.
Scritto da Anatra zoppa il 22/4/2014 alle 23:06
Parli troppo poco del risparmio che si realizzerebbe con la soppressione del Senato. La gente vuole questo, ricordatelo.
Scritto da Uomo qualunque il 23/4/2014 alle 08:38
Chi dice che l'abolizione del Senato sarebbe l'anticamera della dittatura è malato di ideologia ma che Renzi dia spesso segni di improvvisazione è una critica che mi pare molto fondata.
Scritto da Laghetto rosso il 23/4/2014 alle 09:37
@Adamoli, sono "totalmente d'accordo". Chi aveva scritto che il disegno di riforma costituzionale era una "svolta autoritaria" hanno riconosciuto che si trattava di esagerazioni provocatorie per rivendicare spazi di "confronto" (Rodotà ecc.). @Mario T. Forse hai ragione nel dire che il centralismo è un'idea sbagliata, ma la mancata assunzione di responsabilità politica ed istituzionale hanno portato all'attuale disastro. Oggi la risposta alla crisi non può più essere un assemblearismo (segue)
Scritto da robinews il 23/4/2014 alle 09:46
L'@Uomo qualunque ha ragione. Bisognerebbe parlare di più dei risparmi derivanti dall'abolizione del Senato, ma anche delle Province e di tanti Enti inutili, che sono solo "moltiplicatori di spesa" a vantaggio di (relativamente) pochi e a svantaggio di molti. Ed anche evidenziare i vantaggi che ne deriveranno a tutta la società riducendo il numero dei politicanti(e non sono pochi)che ora alimentano se stessi ed i loro entourages col denaro pubblico derivante da quei loro posticini ben retribuiti
Scritto da giovanni dotti il 23/4/2014 alle 09:54
Robienws (segue) indistinto incapace di produrre quei cambiamenti necessari per aggredire con "rapidità" i fattori di crisi che impediscono al paese di rialzarsi. Tutte le polemiche sul "nessun" capo, "nessun" uomo solo al comando non mi appassiona. Parole che considero francamente "obsolete". Se togliamo i nomi dei "capi o degli uomini soli al comando" rimane la parola "NESSUNO". E se siamo di fronte a "nessuno" di chi è la responsabilità del governo? Dei successi o fallimenti? Di "nessuno"?
Scritto da robinews il 23/4/2014 alle 10:03
Secondo me il gruppo di Chiti rappresenta l'ultimo avamposto dei disperati che non vogliono levarsi di mezzo. Personaggi che hanno trasformato la politica in professione e che, se fuori, non sanno che fare, altro che Razzi che almeno sa coltivare patate. Il Senato, così come è, è solo un doppione e serve a rallentare il governo del Paese. Come sarà diventerà un nuovo CNEL, magari meno costoso, ma buono solo per organizzare qualche grande tombolata. Era meglio eliminarlo, senza pensarci troppo.
Scritto da Sic Est il 23/4/2014 alle 10:14
@Uomo qualunque (08.38), @Giovanni Dotti (09.54) - La questione dei risparmi economici è decisiva per la credibilità delle Istituzioni pubbliche. Gli enti inutili da eliminare sono ancora tanti così come sarebbero da monitorare con attenzione i capitoli relativi alle consulenze e all’acquisto di beni e servizi sanzionando severamente gli abusi. Ottima a questo proposito l’intenzione del governo di mettere tutte queste spese online. Se si risparmierà dalla riforma del Senato sarà un risultato importante. Ma la filosofia del nuovo Senato dovrà essere quella dell’efficienza del sistema e di un diverso sistema di bilanciamento dei poteri ai vertici dello Stato, meno bizantino e più aggiornato ai tempi. E’ su questo piano che, a mio avviso, si potrà realizzare una migliore produttività e minori sprechi di denaro, energie, intelligenze.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/4/2014 alle 11:46
Condivido. Serve urgentemente un raccordo tra i gruppi parlamentari e la direzione nazionale o si rischia il cortocircuito
Scritto da Loris Jep Costa il 23/4/2014 alle 13:20
Premetto di aver apprezzato il ragionamente, come sempre compiuto, di Giuseppe, ma, caro @Sic Est, non è che i firmatari dell' iniziativa capeggiata dal Sen. Chiti abbiano semplicemente dato vita ad un' iniziativa parlamentare non condivisibile? Anche @Vittorio ha sostenuto nel suo commento che tale proposta sia soprattutto, se non solo, legata al 'mantenimento del posto'. Mi chiedo se il tutto è davvero semplificabile in questo modo. Non si può proprio pensare che abbiano solo un' idea diversa?
Scritto da paolo rossi il 23/4/2014 alle 14:08
Come un libro stampato. Questo tuo intervento sarebbe da inviare al senatore Chiti, ai suoi accoliti (varesini e non), nonchè alla schiera di costituzionalisti e/o presunti tali che stanno gridando all'attentato alla democrazia, quando nel peggiore dei casi trattasi di attentato alla loro crazia.
Scritto da larpi il 23/4/2014 alle 14:50
Qui bisogna assolutamente capire, visto che non credo che Chiti - già Presidente di regione - stia facendo una polemica pretestuosa e appunto non voglio immaginarmi che sia un'azione tesa a terremotare il Governo o a eludere il nodo delle riforme istituzionali che pure devono essere affrontate e auspicabilmente compiute.
Scritto da Loris Jep Costa il 23/4/2014 alle 15:25
@Adamoli, Mi sto rendendo conto che le primarie per i parlamentari in provincia di Varese sono state una buffonata. Sei candidati di cui quattro eletti subito in Parlamento. Adesso che Simona Bonafé andrà in Europa ritornerà a Roma anche Paolo Rossi che era arrivato sesto ossia ultimo con un risultato che anche lui aveva definito umiliante. La quinta, Sara Battistini, che aveva preso molti più voti dell'ex senatore, sarà l'unica a non essere eletta in Parlamento perché messa nella lista del Senato e non della Camera. @Adamoli, non dirmi che parlo male delle persone, non puoi censurarmi, ho soltanto descritto la realtà. Primarie inutili, primarie beffa. Spettacolo indecoroso.
Scritto da Iscritto Varese il 23/4/2014 alle 15:47
@Iscritto Varese (15.47) e TUTTO IL BLOG - Non ti censuro perché non offendi e non insulti gratuitamente, però la prossima volta che parli di nomi e cognomi di Varese ti prego di firmarti per esteso. Lo dico a tutti i lettori, non basta in questi casi la mail di accompagnamento, serve che l’identità sia pubblica. So bene come finiscono queste discussioni se non mi comporto così. L’anonimato può creare una spirale di botta-e-risposta che poi degenerano. Nel merito, penso che le primarie per i parlamentari dovranno essere profondamente ripensate (non è la prima volta che lo dico). Mi fa invece piacere se Paolo Rossi ritornerà in Parlamento. Quanto a Sara Battistini è penalizzata dall’essere stata inserita nella lista del Senato invece che in quella per la Camera. Sono colpi di fortuna/sfortuna che in politica e nella vita spesso capitano e bisogna saper accettare.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/4/2014 alle 16:17
@Iscritto Varese, hai perfettamente ragione. Della cosa ne scrissi però io stesso sul mio blog un anno fa, in tempi non sospetti. Sara ha preso più voti di me ma essendo stata candidata al Senato (non certo per sua scelta), non è poi risultata essere la prima dei non eletti. La mia buona posizione nella lista alla Camera è dovuta semplicemente al fatto che avevo fatto due legislature al Senato e che la mia componenete di riferimento (Areadem) è riuscita ad inserirmi in quella posizione.
Scritto da paolo rossi il 23/4/2014 alle 16:24
Oggi il capogruppo al senato di FI Romani insieme al senatore Bruno hanno espresso formalmente la posizione favorevole alla "elettività" con voto diretto universale dei senatori per il futuro senato (FI+CHITI+M5S+NCD+ ecc.). il nostro Renzi rischia di rimanere da solo? Forse si, ma saranno gli ultimi "sussulti" di una casta politica inutile e inefficace. Comunque vada, NULLA SARA' PIU' COME PRIMA perchè su un punto dovrà esserci la soluzione: "il bicameralismo perfetto non ci sarà più"!
Scritto da robinews il 23/4/2014 alle 16:38
Caro @Adamoli, alla fine della discussione quando si tratta di tirare le somme devo riconoscere che le tue posizioni sono le più valide anche per come affronti i problemi spinosi tipo quello sollevato da @Iscritto Varese.
Scritto da Lettrice affezionata il 23/4/2014 alle 16:39
@Paolo Rossi. Grazie per la risposta non rancorosa ma lasciami dire l'ultima cosa poi non parlerò più perché @Adamoli non gradisce questa discussione e io non voglio dire a tutti chi sono perché, rispetto al Pd di Varese, mi rende più libero. Lo sbocco che si prepara è ingiusto. E poi non so come ti sentirai visto che gli elettori delle primarie ti avevano sconfessato totalmente dopo 6 o 7 anni in Parlamento. Comunque buon per te.
Scritto da Iscritto Varese il 23/4/2014 alle 16:59
@Iscritto Varese ha posto un problema correttamente, io aggiungerei che quasi sempre in questi casi se la cavano gli "sgamati" e ci rimettono i soliti "ingenui". Non me ne voglia @Paolo Rossi (16,17) che scrive che il tutto è stato il risultato del "tecnicismo". Caro Giuseppe parlare solo di colpi di fortuna/sfortuna mi sembra "riduttivo". La "generosa" Battistini ha semplicemente "sbagliato" ad accettare il senato sottovalutando le maggiori "probabilità" della camera che gli erano " dovute"!
Scritto da robinews il 23/4/2014 alle 17:06
@Loris Jep Costa (13.20-15.25) - La direzione nazionale ha già discusso nel merito di questa riforma approvandola a larghissima maggioranza. Era corsa voce che Chiti fosse sul punto di ritirare la sua proposta ma poi non se n'è fatto più niente. Si può contestare la composizione del Senato e bisognerebbe irrobustirne i compiti ma non mettere a repentaglio la filosofia della riforma. Chi lo fa si assumerà la pesante responsabilità di bloccare un cambiamento accettato da gran parte degli italiani.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/4/2014 alle 17:19
@Robinews, ma la conosci Sara Battistini oppure ti va bene perché è civatiana?
Scritto da Valceresio due il 23/4/2014 alle 19:30
Come le Regioni, secondo la Tua visione, potranno contribuire in modo organico ad amministrare il Paese non riesco proprio a capirlo. E' un fatto che il Senato eletto a base regionale garantiva una corretta proporzionale rappresentanza d'ogni Regione, portatrice d'esigenze diverse. Mi spiego: con il nuovo sistema sia la Lombardia (quasi 10.000.000 di abitanti) che la Valle d'Aosta (appena 130.000 abitanti) avranno gli stessi sei rappresentanti (il presidente della regione, il sindaco ....
Scritto da domenico nitopi il 23/4/2014 alle 19:56
... il sindaco della città capoluogo, due consiglieri regionali e due sindaci). Ma Ti pare una cosa seria? Suvvia, che a difendere l'indifendibile si rischia in credibilità! Organizza un dibattito. Potremmo parlare di almeno dieci difetti sulla "composizione" e di altre dieci sulle "funzioni" del Senato da operetta che volete. 500 caratteri sono troppo pochi.
Scritto da domenico nitopi il 23/4/2014 alle 20:00
L'andata e ritorno Camera e Senato di tutte le leggi è stravagante e retrograda, non esiste in nessun Paese europeo nelle stesse forme che in Italia. Zagrebelsky è stato sconfessato dalla sua Associazione, se non sbaglio il nome Giustizia e Libertà. Questi "professoroni" sono da museo.
Scritto da Maurizio il 23/4/2014 alle 20:16
@Iscritto Varese non si può ipotecare il futuro. Vedremo. Come mi sento? Non avendo rubato in Chiesa non mi sento in colpa. Non dimentico però il risultato delle primarie, un risultato inequivocabile finanche per me duro da accettare perché frutto di limiti ed errori che sono solo miei. Poi, certamente, in quell'occasione qualche colpo basso l'ho ricevuto, ma non è stato determinante nel provocare quella bocciatura oltre che accadimento da accettare quando si sta nell'arena politica.
Scritto da paolo rossi il 23/4/2014 alle 20:39
Caro Senatore @Paolo Rossi ( 14:08). In un partito il dissenso delle persone serie non viene realizzato mettendosi d’accordo con l’opposizione. Chiti sbaglia, come chi difendeva le province (guarda caso i presidenti e i consiglieri), e lo fa per difendere la propria posizione. Io sottolineo il mio pensiero: il Senato è un’assemblea inutile, un doppione della stessa cosa. E costa a noi cittadini tanto. Sarebbe stato più utile eliminarlo totalmente, senza restauri, non se ne sarebbe accorto nessuno tranne i Carneade come Chiti. La riformulazione non serve a niente, lo ribadisco, perché l’inutile riciclato inutile era e inutile resta. Il nuovo Senato servirà solo per organizzare, come un grande CNEL, grandi tombolate a Roma, a spese nostre.
Scritto da Sic Est il 23/4/2014 alle 21:16
Il punto è che senza un chiarimento di fondo una riforma costituzionale difficilmente potrà reggere l'impatto di un eventuale referendum...che spaccherebbe il pd, l'opinione pubblica e darebbe l'idea che davvero nessuna riforma è possibile.
Scritto da Loris Jep Costa il 23/4/2014 alle 21:30
@Domeico Nitopi (20.00) - La proposta della composizione del nuovo Senato non va bene neanche a me. Infatti è già pronta la modifica: Lombardia, Toscana, Valle d’Aosta e Molise, per fare degli esempi, avranno rappresentanze numericamente molto diverse. Anche sulle funzioni si può e si deve migliorare il progetto, come dico da parecchio tempo. Nel mio post parlo della filosofia della riforma come tu sai benissimo. Lascia stare il Senato d’operetta, ti prego.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/4/2014 alle 21:42
@Maurizio, ma perchè ce l'hai con i "professoroni"? Sai almeno chi è Zagrebelsky? Hai letto qualcosa di suo? O forse ti piacciono i "professorini", alla Taddei, per intenderci, (addirittura) responsabile economico del PD-NDC che è stato appena bocciato al concorso di professore associato! E se è così, nulla di strano che ti possa piacere una riforma da costituzionalisti (sconosciuti, peraltro) della domenica.
Scritto da domenico nitopi il 23/4/2014 alle 21:44
@Loris Jep Costa (21.30) - D'accordo, ma cosa vuol dire chiarimento? Se ne discuta ancora in Direzione e nei Gruppi parlamentari ma se un compromesso valido non è raggiungibile la proposta largamente maggioritaria deve essere portata a compimento. Se poi ci sarà il referendum sarà il popolo che deciderà. Nel mio post cerco di descrivere una logica che una volta era fatta propria anche da alcuni dei 21 senatori del Pd che oggi la contestano.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 23/4/2014 alle 21:46
Hai ragione @Sic Est, volevo però semplicemente sottolineare che l' iniziativa di Chiti e c. non mi sembra proposta per salvaguardare un 'cadreghino' (come qualcuno ha sostenuto). Ha una sua dignità anche se si può pensarla diversamente. Credo quindi che la faccenda sia più complessa.
Scritto da paolo rossi il 23/4/2014 alle 21:57
@Valceresio due 19,30, No, Sara non la conosco. Però se ho capito qualcosa mi sembra che alle primarie aveva avuto più voti di Paolo Rossi o no? E poi il mio era un discorso generale che si riferisce ad una lunga storia personale che ha imparato che "arrivare" in politica è molto per "sgamati" e non per "ingenui". Il fatto che sia Civatiana per me non è certo una nota di demerito. Se poi aggiungiamo che è una donna e mi sembra anche molto più giovane di Paolo Rossi non sarebbe stato male.
Scritto da robinews il 23/4/2014 alle 22:04
@Maurizio 20,16; @Nitopi 21,44. Per favore perchè insistete in giudizi offensivi nei confronti di Zagrebelsky e Taddei? Quando anche io a volte non li condivido non li considero mai dei "nemici incompetenti". Per me sono due importanti personalità che appartengono al mio "campo" che grazie anche a loro è molto più ricco di altri campi.
Scritto da robinews il 23/4/2014 alle 22:13
@Adamoli. Esiste una proposta diversa perchè si vuole un diverso assetto dei poteri o la rivendicazione è altra? Dal punto di vista degli assetti del potere in effetti la proposta Chiti è il tentativo di correggere poco e in modo un po' strumentale perchè le obiezioni non sono evidentemente ben argomentate. Quel che rileva, a mio avviso, è peró la sensazione che la proposta Chiti fa presa su una scuola di pensiero che vorrebbe un mondo che continui com'era, con passaggi estenuanti, con prassi inossidabili quasi che queste sole siano garanzia di democraticità. E considerando i sostegni piu o meno interessati che trasversalmente si possono coalizzare non sono tranquillo. Nè per la tenuta del Pd né per un approdo positivo. Anche le riforme di Berlusconi - nonostante la sua maggioranza col vento a favore - non incontrarono il consenso popolare...quindi se Chiti sta "giocando" su questo finisco per credere che la vera partita non stia qui...e davvero non lo dico per alimentare dietrologie immotivate quanto oziose. Ma perchè la dualità attuale del pd (vecchio/nuovo corso) non è certo questione altra dalla tenuta del Governo e dal ruolo che Renzi eserciterà in modo attivo nel partito
Scritto da Loris Jep Costa il 23/4/2014 alle 22:21
Comunque delle primarie che si concludono con l'ultimo arrivato, staccatissimo da tutti, che va in Parlamento sono una cosa ridicola. Abbiamo un Parlamento di nominati compresi quelli del Pd. Il caso di Varese parla chiarissimo. Non m'interessa la persona che sarà rispettabilissima, anche mia zia è rispettabilissima e non è deputata.
Scritto da Giò B. il 23/4/2014 alle 22:55
@Robinews, non intendo offendere nessuno: penso, ingenuamente, che chi si candida al governo del Paese debba avere certe capacità e competenze.@ Adamoli, ma quella è solo una delle tante criticità: non va bene, neppure, il plurimo incarico locale-centrale; non va bene la maggioranza variabile che si creerebbe in conseguenza delle diverse, sfalsate, tornate di voto amministrativo; non va bene, ancora, l'alterazione della maggioranza che un presidente potrebbe provocare con i suoi 21 ....
Scritto da domenico nitopi il 23/4/2014 alle 23:39
... senatori; ecc... Il bicameralismo imperfetto non richiede che una delle due camere non sia elettiva e non c'è ragione alcuna per limitare (anche per il Senato, oltre che per le Province, semplicemente riorganizzate e non abolite) il diritto di voto e, dunque, la sovranità popolare. Senza particolari alchimie, basterebbe ridurre a 500 il numero dei parlamentari, tutti elettivi (e non "nominati"), e limitare la fiducia e, al più, la legge di bilancio alla sola Camera. Punto.
Scritto da domenico nitopi il 23/4/2014 alle 23:54
A me sembra che le critiche del sen. Tocci siano serie e condivisibili. Temo l'ennesimo pasticcio all'italiana. Tagliare il numero di deputati e senatori e farli eleggere e definire le competenze del senato in modo che si superi il bicameralismo perfetto sarebbe meglio. Ma resta lo scandalo di un governo che fa accordi con un partito per riformare, lui, la costituzione. Una roba che dovrebbe essere fermata a prescindere. Se non si fosse ancora nell'emergenza iniziata con Monti.
Scritto da G. Terruzzi il 29/4/2014 alle 18:44
@G.Terruzzi (18.44) - Ti posso ribadire che io sono nettamente a favore del Senato delle Regioni e delle Autonomie. Ho ancora molti dubbi che si possa vararlo con questo Parlamento senza passare da elezioni anticipate. E’ certo però che sarebbe meglio che l’approvazione fosse molto larga.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/4/2014 alle 15:37
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