Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 7/5/2014 alle 10:09


I sindacati forti, strutturati, rispettati sono una necessità della democrazia. Il governo non dovrebbe mai interrompere il dialogo e l’ascolto.
Affermare però che la democrazia è distorta se non si attua la concertazione (vincolo dell’intesa) con le forze sociali è senza fondamento.
Grillo e Berlusconi attaccano i sindacati a testa bassa. Renzi li rispetta ma afferma che la musica è cambiata e tutti e tre compulsano i sondaggi ogni momento per comprendere il sentimento popolare contro il quale, in campagna elettorale, non andrebbero certamente.
Sono sicuri i sindacati che non debbano, chi più chi meno, cambiare anche loro in profondità?

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 57 commenti -
Condivido tutto. I sindacati si diano una mossa e cambino rapidamente.
Scritto da Lavoratore Malpensa il 7/5/2014 alle 10:41
Che le cariatidi sindacali attacchino rudemente il Presidente del Consiglio e il governo della Repubblica, mi ha reso istantaneamente simpatico Matteo Renzi.
Scritto da ulderico monti il 7/5/2014 alle 11:23
Le forze sociali non possono essere emarginate ma loro non debbono sempre fare i signor no. Susanna Camusso paragonata ai leader sindacali del passato perde nettamente il confronto.
Scritto da Lupus il 7/5/2014 alle 11:56
C'è un sistema congelato che presenta molte difficoltà e ostacoli per il suo scongelamento. L'errore di base sta nel fatto che il cambiamento ha bisogno di essere metabolizzato e non indotto con metodi costrittivi che portano, inevitabilmente, all'irrigidimento. Il passato aveva molte lacune e incongruenze ma pare, che oggi, ce ne si sia dimenticati e lo si veda come un mondo fiabesco dove tutto andava bene.
Scritto da Alessandro Milani il 7/5/2014 alle 11:58
La Camusso confonde la democrazia con la concertazione o, addirittura,. con il consociativismo. Il Sindacato svolge un'azione importante ma spettano al governo e al Parlamento, eletti dal popolo, le decisioni. Diversamente il Paese resta bloccato dalle corporazioni che non possono paralizzare con i loro veti le necessarie riforme. Con tutti i suoi limiti Renzi sta cercando di cambiare finalmente questa realtà. Critichiamolo (la critica da sola non risolve niente) ma lasciamolo lavorare.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 7/5/2014 alle 12:16
La democrazia sindacale non esiste. Lo dice uno che ci è stato dentro 40 anni, come operaio iscritto, come delegato di fabbrica e come sindacalista. La Camusso, Bonanni, Angeletti e tutti i sindacati cosiddetti autonomi e non devono stare "zitti" in tema di democrazia. L'unico che ha diritto di parlare è Landini e la Fiom. Camusso e C. quindi non hanno diritto di "sparare" a sproposito sulla "democrazia distorta". Lo potranno fare solo quando ci sarà una "legge" sulla rappresentanza. (segue).
Scritto da robinews il 7/5/2014 alle 12:39
Robinews (non segue). Senza Legge sulla rappresentanza sindacale e sociale c'è solo un sistema di relazioni generali di tipo "lobbistico e corporativo". Oggi i sindacati confederali e non, rappresentano, quando ci riescono, una piccola minoranza dei lavoratori e si disinteressano delle condizioni di tutti gli "esclusi". Il sindacato e la CGIL hanno dimostrato di non contare nulla quando hanno permesso a Monti e alla Fornero di "uccidere" il diritto alla pensione (esodati).
Scritto da robinews il 7/5/2014 alle 12:47
Penso anch'io che un sindacato forte faccia bene alla democrazia,ma penso anche che esso dovrà lavorare per essere più rappresentativo del mondo del lavoro. Oggi si rivolge prevalentemente a noi pensionati e non arriva nei settori più problematici quali i precari di vario genere.Comunque, viva il dialogo.
Scritto da Gabriella Francescato il 7/5/2014 alle 13:16
Caro Giuseppe, il tuo post odierno, come sempre, non solo è di attualità, ma, correttamente, pone spunti di riflessione che stimolano anche a posizioni non propriamente ortodosse. Parlare di “Governo che distorce la democrazia” perché rinuncia alla concertazione, francamente, l’annovero tra le sciocchezze che ormai si leggono e si sentono quotidianamente. Monti ha fatto la riforma delle pensioni in una notte e non un’ora di sciopero è avvento. Dalla svolta “autoritaria” dei “professoroni” contro la proposta di riforma costituzionale alle dichiarazioni più o meno “illuminate” di Fassina e C. sul decreto lavoro e sul job act, sembra essersi aperta la caccia a chi la spara più grossa per avere la patente di “nouvelle gauche” o difensore dei sacri crismi della democrazia. Premesso questo io sono convinto che il sindacato nella sua interezza debba cambiare e cambiare presto. Troppi sono i quadri dirigenti promossi per fedeltà a chi comanda rispetto ad una reale capacità e troppa poca riflessione ed elaborazione impedisce un ruolo da apripista rispetto al poco incisivo reagire agli eventi o alle decisioni “governative”. Oggi buona parte degli iscritti sono pensionati e la parte rimanente è fatta da “garantiti”. Questo altera la percezione e spinge il sindacato in generale a svolgere un “ruolo” di conservazione e di freno verso ogni innovazione che tocchi qualsiasi diritto. Per anni il sindacato è stato una delle colonne d’Ercole su cui si è sostenuta la Repubblica. Ha svolto e lo ha svolto bene un ruolo integrativo delle masse. Ha condotto per mano i lavoratori e non solo nello Stato. Ha promosso diritti e sviluppo e si è anche assunto, in momenti non facili, il compito di calmierare le rivendicazioni salariali per rilanciare l’economia. La concertazione è stata molte cose. E’ anche stata e qui bisogna riconoscerlo, applicata solo in parte e questo per colpa di molti. Dei Governi, dei politici e anche dei sindacati stessi. Ho riletto proprio in questi giorni il libro di Luca Tarantelli dedicato al padre assassinato dalle BR. Ne consiglio la lettura proprio per approfondire il significato che l’economista cislino dava all’idea di concertazione che non era e non è solo “trattativa politica” per giungere ad uno scambio tra il Governo e il sindacato. Tutti siamo consci di come oggi il sindacato sia in difficoltà, ma scritto questo è opportuno fare alcuni distinguo. Il nostro Renzi ama crearsi un “nemico” da dare in pasto alle pubbliche opinioni. Ieri c’era chi doveva essere rottamato, oggi c’è chi lavora nella pubblica amministrazione e frena i cambiamenti. Il sindacato è il “nemico” odierno da mettere al centro della polemica. Non che la cosa gli riesca difficile, questo è ovvio. Così come, non è che siamo proprio stupidi, nel vedere che il capo del Governo trova più facile dialogare con Landini che con la Camusso e leggere questo come un modo per mettere in difficoltà la leader della CGIL rispetto alla sua confederazione e alle contestazioni interne. Renzi ha bisogno, in campagna elettorale, di attrarre voti non propriamente già suoi e quindi quale spot migliore nell’additare chi, oggi, ha scarso consenso e viene visto con distacco dalla grande parte degli elettori moderati o normalmente poco sensibili a temi “sindacali”, come, appunto, “conservatore” che impedisce, frena, ogni cambiamento? D’altra parte il nostro ha già dichiarato “se il sindacato non c’è, ce ne faremo una ragione” e per la pancia degli italiani questa è musica. Personalmente ritengo che occorra sempre distinguere i partiti dai sindacati. Che non esista più la “cinghia di trasmissione” né il collateralismo. Che il Governo decide e il sindacato contratta. Tuttavia sono anche propenso nel sostenere che le manifestazioni muscolari non servono a nulla. Che il sindacato non vada demolito, ma che occorra, invece, attenzione e rispetto per i corpi intermedi. Pensare ad una società senza corpi intermedi, ad una società italiana senza corpi intermedi ( da non confondere con le banali rivendicazioni da interessi corporativi ) o indeboliti sia un errore e una sciocchezza. Dunque spero di non dover assistere ad una opera di demolizione, di umiliazione perché non solo inutile, ma anche perché priva di senso rispetto alla necessità di tenere insieme il nostro Paese.
Scritto da roberto molinari il 7/5/2014 alle 14:12
Senza alcuna norma che ne certifichi la reale rappresentatività e ne garantisca una gestione visibile all'esterno, il sindacato resta una terra di nessuno, una zona franca, dove vivacchiano, bene e con tanti appannaggi e guarentigie, personaggi che con il lavoro non hanno niente a che fare. E che sperano, dopo il pensionamento, di entrare in politica. Se questa è democrazia sarebbe bene che la Camusso andasse al doposcuola.
Scritto da Sic Est il 7/5/2014 alle 14:40
Adamoli, cosa c'è realmente dietro questo scontro non lo capisco ma so che può far bene ai sindacati se invece di arroccarsi comprendono che se continuano così perdono il seguito che ancora hanno.
Scritto da Valceresio due il 7/5/2014 alle 15:14
@Robinews. Questa volta hai completamente ragione.
Scritto da Luisa B. il 7/5/2014 alle 15:19
IN MERITO FA BENE RENZI..A DIRE E FARE LE COSE..FUORI DAI DENTI..PERCHE' NESSUNO è E DEVE ESSERE ORMAI ESCLUSO DAI CAMBIAMENTI ..SOPRATTUTTO A PARTIRE DA CERTI LIVELLI DI INTENDIMENTI..ALTRIMENTI OGNI DISCORSO RIMANE MONCO ..COME UN TRONCO APPASSITO, IN ATTESA SOLO DI ESSERE TAGLIATO INVECE CHE VALORIZZATO EVITANDO CHE LE TARME LO ANNIENTINO
Scritto da zva il 7/5/2014 alle 16:00
@Molinari (14,12). Va bene non "demolire o umiliare" il sindacato. Uno sport oggi fin troppo facile, sarebbe come sparare sulla croce rossa. Ma perchè il sindacato "tutto", esclusa la Fiom, NON VUOLE SENTIRE PARLARE DI LEGGE SULLA RAPPRESENTANZA? Tu sei uno che di sindacato capisce molto, perchè non una sola parola sulla legge x la rappresentanza?. Ormai caro Roberto non c'è più nulla da "demolire" ma tutto da "ricostruire". Forse è su questo che Renzi e Landini si capiscono. Non credi?
Scritto da robinews il 7/5/2014 alle 16:26
Caro Adamoli, complimenti per il suo discorso introduttivo per la presentazione della lista a Cardano al Campo e per il ricordo intelligente, sobrio ma emozionante, di Laura Prati. Ieri sera lei è riuscito ad accontentare tutti i presenti in una serata tesa e non facile.
Scritto da Una cardanese il 7/5/2014 alle 17:16
Caro robinews, guarda che forse fai un pò di confusione. CGIL, CISL e UIL hanno firmato il 10 gennaio del 2014 un accordo con Confindustria sulla rappresentanza sindacale. E' la FIOM che contesta i contenuti. Ovviamente sul testo ci si potrebbe scrivere pagine e pagine, ma non credo che questo sia il luogo. Una nuova "rappresentanza sindacale" comunque c'è. Può piacere oppure no, ma c'è ed è recentissima.
Scritto da roberto molinari il 7/5/2014 alle 17:57
@eg (12.01) - Grazie della segnalazione. Quando ti capitano sottomano documenti di questo tipo ti prego di girarmeli. Purtroppo però ho dovuto eliminare ciò che mi hai scritto su indicazione di Varesenews perché il link non funzionava e mi allargava la scrittura in modo da rendere quasi illeggibile la pagina. Potresti spezzare il link in due o tre parti? Ps - Perché non mi dai del tu come faccio io con te?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/5/2014 alle 18:12
Ormai caro robinew le lobby che comandano, hanno capito che la classe operaia è defunta (Landini è un sognatore) e utilizzano il tuo utile idiota per fare quello che vogliono. P.S. condivido ogni tua parola dei post precedenti, ma non serve a nulla, abbiamo perso e ci resta solo la consolazione di guardare i fondi schiena.
Scritto da disillusodallapolitica il 7/5/2014 alle 18:31
@Molinari (17,57). E no caro Roberto. Un'accordo interconfederale, valido solo per i soggetti che lo sottoscrivono, NON E' UNA LEGGE DELLO STATO A CUI TUTTI SONO SOTTOPOSTI. Di accordi interconfederali sulla rappresentanza (tra sindacati e rappresentanze imprenditoriali) è lastricata la via dell'inferno. CGIL-CISL-UIL hanno firmato l'accordo con confindustria e nel sindacato "decidono" i pensionati che sono la maggioranza. Seguendo le tue riflessioni avevo capito che sei un difensore (segue)
Scritto da robinews il 7/5/2014 alle 18:33
Robinews (segue Molinari) di questi accordi.Lo ripeto, dopo l'avvento della costituzione repubblicana, nessuna legge ha regolato la rappresentanza sindacale e sociale. Solo lo statuto dei lavoratori è intervenuto su materie di tutele delle libertà sindacali. Non a caso la giungla selvaggia della rappresentanza ha "distrutto e frantumato" ogni forma di rappresentanza. Mi dispiace constatare che anche tu pur affermando la necessità del cambiamento ti collochi sul versante "conservatore".
Scritto da robinews il 7/5/2014 alle 18:39
Caro Adamoli, ritengo che prima di varare leggi così importanti il governo dovrebbe necessariamente sentire il parere di tutte le forze sociali tra le quali imprenditori e sindacati. Il loro non sarebbe un parere vincolante, ma il fatto di coinvolgerli sarebbe una forma di rispetto dovuta. Voglio ricordare che la CGIL è un sindacato che rappresenta milioni di lavoratori. Renzi ha snobbato il loro congresso ed ha fatto male
Scritto da Ernesto Alberichi il 7/5/2014 alle 18:57
I sindacati - strutture ormai burocratiche e scarsamente rappresentative del lavoro reale - si sono indeboliti, ma nondimeno hanno sinora conservato un potere. Di fatto, nel loro lungo declino, hanno potuto sopravvivere per come ancora sono, ossia come apparati, perché hanno invertito il corretto rapporto tra forza contrattuale e capacità di produrre intese. Quando erano rappresentativi e contrattualmente forti potevano costruire intese, partendo dal basso, dalle imprese e dagli altri luoghi di lavoro. Oggi solo lo scudo della concertazione dà loro una qualche forza contrattuale, ma sempre più esigua e ormai solo in verticale, nel rapporto di mediazione con i governi. Se il governo toglie loro anche questo, l'ultima acqua per il pesce, i sindacati saranno posti davanti ad un trivio: cambiare (ma sulla spinta di cosa?); sopravvivere sempre più stancamente come patronati (almeno fino all'estinzione di noi pensionati); morire. Il dramma è che i lavoratori, se i sindacati non cambieranno, finiranno inermi e indifesi nelle mani di imprese che già hanno instaurato un dispotismo pressoché senza limiti. Lì è il vero rischio che corre la democrazia. Come diceva Bobbio, "la democrazia nasce o muore oltre i cancelli delle fabbriche".
Scritto da Valerio Crugnola il 7/5/2014 alle 19:01
Spero almeno che rimanga la concertazione: e poi?
Scritto da Bruna Croci il 7/5/2014 alle 19:31
Mi spiace ripetere concetti. Ma prendiamo il caso CGIL. La CGIL denuncia più o meno 5 milioni di iscritti. 3 milioni (60%) Pensionati, tra i quali gente che ha fatto il proprio dovere ma anche baby o quasi. Poi vengono gli statali; alcuni per carità persone preziose, ma anche - come dice in altro post Briatore in aliena re - tanta fuffa; poi i lavoratori del commercio - ma comprendenti colf e portinai - , buoni quarti i metalmeccanici, cioè la prima categoria produttiva con si e no il 12% degli iscritti rispetto ai pensionati. Pensate davvero che si possa rinnovare lo sfascio attuale con i pensionati, gli statali e le colf?
Scritto da Massimo Galli il 7/5/2014 alle 20:11
@Valerio Crugnola (19.01) - Fra le tre ipotesi che tu segnali l’unica da perseguire è naturalmente la prima. Personalmente preferisco il sindacato che si “limita” ad occuparsi della contrattazione con la controparte (anche a livello di azienda e di territorio). Qualcuno reagirà affermando che si tratterebbe di un ridimensionamento forte rispetto alla situazione odierna e che il sindacato DEVE farsi carico delle prospettive generali del Paese. Ma per poterlo fare il “dimagrimento strutturale”, magari temporaneo, è necessario. Cambiare pelle è la via che hanno davanti se vogliono ancora contribuire a dare più forza alla democrazia. (Non c’è dubbio che Norberto Bobbio ci insegna molto anche oggi).
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/5/2014 alle 20:54
@Massimo Galli (20.11) - Infatti la mia tesi è che i sindacati rappresentano legittimamente i loro iscritti ma non possono arrogarsi la pretesa di parlare a nome dell'interesse generale del Paese. Che siano ascoltati va benissimo ma la decisione finale spetta al governo e al Parlamento. Non capire o fingere di non capire tutto ciò li porterà ad essere sempre più marginali nella vita pubblica italiana. Io spero di no, certo come sono che dei sindacati autonomi e autorevoli servono al sistema Italia.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/5/2014 alle 20:58
La Camusso vada in pensione. Landini è la sola personalità forte che può guidare un grande sindacato.
Scritto da Dino il 7/5/2014 alle 21:45
Caro robinews, non ci intendiamo. Io non voglio entrare nel merito di un accordo. Occorrerebbe spazio e tempo. Che il sindacato firmi un accordo del genere ci sta tutta. In Italia concetti come organizzazioni maggiormente rappresentative e erga omnes dei ccnl sottoscritti ti dovrebbero dire qualcosa. Altro è invece il riconoscimento giuridico ( personalità giuridica ) un pò come i partiti. Questo i sindacati non lo vogliono per ragioni storiche. Ma su questi argomenti è meglio rinviare.
Scritto da roberto molinari il 7/5/2014 alle 21:51
@Massimo Galli 20:11, senza esitazione si, si e ancora si!!!! Unico problema sarebbe che i pensionati, non capiscano di cosa si stia discutendo, ma venendo loro, da un vissuto fatto di sacrifici e sudore, penso che questo rischio non lo si corra. Rischio che invece è molto reale, con gente come Renzi e tanti che scrivono contro il sindacato per spot o sport.
Scritto da disillusodallapolitica il 7/5/2014 alle 21:53
Si vuole far credere che lo scontro è tra sindacato e governo, quando è del tutto logico e normale che la situazione è ben diversa, e cmq accontentatevi della CISL, che come ha detto Bonanni ieri firma tutto quello che gli mettono sotto il naso. Lasciate ai sognatori Landini, finito lui, quanta che noia ci sarà in sto paese!!!
Scritto da disillusodallapolitica il 7/5/2014 alle 22:16
La guerra nella Cgil non si placherà presto perché la Camusso non è capace di leadership neanche quando era la segretaria generale in Lombardia. E' una buona buracrate e basta.
Scritto da Una cigiellina il 7/5/2014 alle 22:56
Francamente comincio ad essere stufo di analisi più o meno dotte, ch rischiano di nascondere un verità elementare: Renzi, annusando l'aria che tira, ha scelto di fare dell'alterità o del confronto muscolare (scontro mascherato) con i sindacati una delle sue ragioni di essere. Che altro dire di fronte alla dichiarazione che il governo ascolterà tutti on line sulla riforma della P.A. e poi deciderà ? E' una dichiarazione degna del signor De Lapalisse, se non fosse che dedicare ad organizzazioni rappresentative di interessi vasti, sia pure non generali, come i sindacati, la stessa attenzione concessa ai singoli chattisti, mi sembra assurdo. Anche perchè non vorrei che il governo, a furia di essere autoreferenziale (cosa peraltro largamente limitata dai compromessi non con le altre forze di governo, ma con la stessa Forza Italia) partorisca mostri o mostriciattoli al posto di riforme serie e convincenti. Questo non significa che i sindacati non debbano riflettere su limiti e ritardi relativi alla rappresentatività ed ai contenuti della loro azione pratica. A ciascuno il suo però: a Renzi ed alle forze politiche il compito di riformare la politica, in termini di costi e di moralità, non solo di aggiustamenti istituzionali; ai sindacati il compito di rimediare ai limiti della loro rappresentatività, che non sarà mai generale, ma che non deve chiudersi nel recinto dei lavoratori attivi e dei pensionati in senso stretto.
Scritto da mariuccio bianchi il 7/5/2014 alle 22:59
Renzi scatena le polemiche positive e costruttive anche dentro la CGIL e non solo nel Pd. Da quando c'è lui non c'è più la noia. Meno male.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 7/5/2014 alle 23:05
Se la Camusso e gli altri dinosauri dei sindacati italiani persistono nell'attaccare Renzi il PD rischia di prendere il 40% alle prossime europee. I malpensanti come me hanno persino il sospetto che il duro scambio di quasi insulti tra Susanna e Matteo possa essere stato concordato allo scopo di drenare voti a Forza Italia e a Grillo.
Scritto da Flavio Argentesi il 8/5/2014 alle 08:53
Pienamente d'accordo con @mariuccio bianchi (22:59). Aggiungo che credo che spetti alla politica il coraggio di dare l'esempio. Se la politica deve fare sintesi e tutelare l'interesse generale dovremmo aspettarci anche leggi, dichiarazioni e commenti che non abbiano un respiro troppo corto perche' dettato da interessi elettorali. Se no siamo sempre in campagna elettorale e i problemi non vengono mai risolti.
Scritto da Andreus il 8/5/2014 alle 09:23
@Roberto Molinari (14.12) - Su sindacati e concertazione condivido e quindi non aggiungo nulla. Azzardo invece una mia ipotesi sulla linea politica di Renzi. Non credo che gli interessi molto del rapporto competitivo fra Camusso e Landini e che voglia favorire il secondo. Lui non evita mai i confronti duri con chiunque ma non ama certo fabbricarsi i nemici soprattutto in campagna elettorale. Piuttosto vuole appellarsi al popolo delle primarie che gli ha dato un consenso molto più ampio degli iscritti. Un consenso meno politicizzato, meno fideistico, meno ancorato alla tradizione della sinistra. Vorrebbe spingere dentro il partito un parte degli elettori delle primarie e rinnovare almeno parzialmente il corpo sociale del Pd che non ritiene più rappresentativo dell’elettorato odierno. Vorrebbe un partito che possa vincere le elezioni e poi governare senza pagare dazio a quella che considera la "vecchia politica" pasticciona, inconcludente e impaludata. La polemica con una parte della Cgil è funzionale a questo scopo. Ma appunto questo è soltanto un mio pensiero azzardato.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/5/2014 alle 09:36
@Mariuccio Bianchi. Più autoreferenziali dei sindacati non c'è nessuno. Sono dominati da un apparato immodificabile che sopravvive dicendo che va tutto bene quel che dice il capo. Questo vale per tutte le sigle, Anche nella Fiom bisogna essere fedeli a Landini come alla Camusso per le altre categorie. Non c'è niente di più ossificato delle dirigenze sindacali.
Scritto da Carmelo il 8/5/2014 alle 10:33
Finalmente i nodi vengono al pettine. Soltanto nel pubblico impiego ci sono 3.665 dipendenti pagati dallo Stato mentre fanno i sindacalisti a tempo pieno. Una vergogna, un furto enorme. Bene Grillo, via questi vizi che sono perfino peggiori di quelli dei partiti.
Scritto da Tommaso F il 8/5/2014 alle 11:19
Condivido il tuo commento al commento di @Roberto Molinari. Renzi si occupa del Pd e del governo non dei problemi interni della Cgil.
Scritto da Lorenzo L. il 8/5/2014 alle 12:12
Giuseppe, come scrive D DiVico oggi la "scomposizione " del mondo della sinistra è in atto. Renzi,il rottamatore, dovrebbe seriamente pensare ad unire tutti i moderati di tutti gli schieramenti politici,uscendo da questo PD. Sembra fantapolitica, ma la comparsa di Grillo e del suo Movimento nel panorama politico, induce a scelte coraggiose, lungimiranti, e rapide.
Scritto da mariodiurni il 8/5/2014 alle 13:44
@Mario Diurni (13.44) - Renzi è il segretario del Pd votato dal 70% degli elettori delle primarie. Come fai, caro Mario, a chiedergli di lasciare il partito di cui ha conquistata la leadership grazie alla quale governa l'Italia? Il Pd è primo nei sondaggi (poi vedremo se sarà vero) e Renzi lo sta rinnovando. Nel mio commento delle 09.36 sugli spunti di @Roberto Molinari avanzo una mia interpretazione della polemica con la sinistra tradizionale e con una parte della Cgil. Non credo gli si possa chiedere di più.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/5/2014 alle 15:00
Credo ci sia un'altra osservazione da fare. In questi ultimi vent'anni ci sono stati cambiamenti epocali in ogni angolo della società italiana. Gli unici a rimanere sempre gli stessi sono proprio i sindacati. Anche loro devono cambiare. Non parteggio per Landini ma mi sembra che il suo discorso di ieri a Rimini dove mette in luce i guasti presenti nel sindacato siano una buona base di partenza.
Scritto da Giampietro Corbetta il 8/5/2014 alle 15:04
FUORI TEMA. Non riesco a capire come mai personaggi, tristemente famosi per la dimestichezza alla corruzione e specialisti nella malversazione, siano stati ammessi a partecipare (chi lo ha consentito?) alla solita abbuffata nella greppia degli appalti pubblici.
Scritto da Sic Est il 8/5/2014 alle 15:06
@Diurni, Renzi sta cercando di far imboccare al Pd la strada dell'aggiornamento culturale, politico e organizzativo. Perché non aspettiamo qualche tempo prima di giudicarlo. Per me va già bene così.
Scritto da Stefano C. il 8/5/2014 alle 15:44
Oggi si è chiusa la campagna elettorale, quella vera dei cittadini contro il verminaio politico-criminale. Da Scaiola (Matacena-Dell'Utri) a Exspo (Citterio-Paris-Greganti-Grillo ecc.); dal presidente della federazione Basket alla decisione dell'ENI di rifiutare di accogliere la modifica dello statuto con l'introduzione del "requisito di onorabilità". Dopo tangentopoli la tragedia diventa farsa. Tutto finirà nella immensa Cloaca Maxima dei moderati uniti alla Berlusconi. Renzi ne stia lontano!
Scritto da robinews il 8/5/2014 alle 16:56
I sindacati hanno avuto il merito di mediare nel passato coi Governi at traverso la concertazione. Ora però la situazione economico sociale è diversa e necessita cambiare passo se si vuole dare un vero senso di rappresentanza. Perciò: il Governo propone leggi, i sindacati e le rappresentanze di categoria valutano e contropropongono e, infine, il Governo decide assumendosi la responsabilità politica davanti ai cittadini. Se si vuole continuare come in passato non ci saranno che pateracchi.
Scritto da Ravani il 8/5/2014 alle 17:05
@Ravani con semplicità ha detto come stanno le cose come tanti altri in questa discussione.
Scritto da Vittorio il 8/5/2014 alle 17:50
Giuseppe, non metto in discussione la leadership di Renzi, né il consenso delle primarie. Ricordo che alle primarie lo hanno votato anche non iscritti al PD, e che esiste un ampio bacino di voti potenziali, di gente che però ( come me ) non crede che riuscirà a cambiare il PD, come lui vuole.Le vicende della riforma del lavoro e del Senato sono lì a dimostrarlo.Vedremo cosà porterà questa sua presa di posizione coraggiosa nei riguardi della CGIL. Se vi accontentate del 30%!
Scritto da mario diurni il 8/5/2014 alle 19:29
Est comunque "modus in rebus", certi toni non giovano e non è solo questione di stile o di forma.
Scritto da Pierluigi Galli il 8/5/2014 alle 20:03
L'essenziale sarebbe interrogarsi su una soglia inviolabile dei diritti. Purtroppo siamo non davanti alla nuova ma all'ultima frontiera.
Scritto da Santi Moschella il 8/5/2014 alle 20:45
Gli unici a mantenere gli stessi...un errore serio, per esempio, ancora Panzeri e Cofferati candidati alle europee (ma più in generale sono proprio errati tutti i primi 5 del collegio lom pie lig vd)
Scritto da Loris Jep Costa il 9/5/2014 alle 00:00
Ero ansioso e preoccupato che la vigilia elettorale non fosse esaltata da un'azione esemplare della magistratura. Le beghe interne della Procura di Milano ("guerra" la definisce il Corriere della Sera) mi parevano un coincidente riflesso con il recupero di ruolo strategico del reo Berlusconi, prezioso alleato del governo. Ma Qualcuno veglia ed agisce sulle sorti della nostra Patria: forse che dovremmo ricorrere ad un esorcista?
Scritto da eumeo il 9/5/2014 alle 07:44
RENZI SBAGLIA A DIRE MOLTI NEMICI, MOLTO ONORE E DOVREBBE FARE UNA RIFORMA AL MESE E PORTARLA A TERMINE ANZICHE' UNA AL GIORNO CHE FANNO LA FINE DELLE GRIDA MANZONIANE!
Scritto da Antonio Iosa il 9/5/2014 alle 08:35
La polemica con la CGIL è funzionale alla poltica economica che si intende perseguire ed è corente con l'idea plebiscitaria della poltica. Un'idea che non sopporta nè dissensi nè "corpi intermedi". Poi ovviamente al momento del voto non si disdegna di fare leva sulla macchina organizzativa della tanto vituperata CGIL (vedi ultimo giornalino provinciale SPI-CGIL in cui l'unico candidato esitente per le europee è, guarda caso, del PD). Così gli arroccati e i cornservatori imparano....
Scritto da Rocco Cordì il 9/5/2014 alle 08:54
(1) Che la magistratura inquirente ormai, quella di Milano da sempre, sia ridotta ad un ring in cui si fronteggiano le varie fazioni è un fatto noto. La causa è che il Procuratore Capo non dirige proprio niente: ogni PM è libero di fare quello che vuole, anche tenersi per se le inchieste e tirarle fuori quando crede che sia opportuno. Una confusione generale che genera solo caos e lotte intestine tra prime donne che cercano visibilità. La ricerca della verità resta sempre un fatto secondario e spesso accidentale. Si aggiunga che per avere una sentenza (definitiva) passano almeno quindici, venti anni e il gioco è fatto. (2) Per organizzare i lavori dell’Expo non si è riusciti a trovare personaggi con la fedina penale pulita. O non ce ne sono più o il sistema degli appalti pubblici lombardo è talmente degradato che non si può debordare dalle imposizioni del malaffare che detta le regole del gioco. A questo punto sarebbe meglio che i lavori venissero assegnati con il sistema dei bussolotti. (3) Come al solito all’estero facciamo vedere il nostro lato “migliore”.
Scritto da Sic Est il 9/5/2014 alle 09:12
Caro Giuseppe sono d'accordo con te. E' una situazioine che richiama un po' quella di Blair, quando divenne premier in GB e lo fece ANCHE affrancandosi dal sindacato. Cgil e soprattutto SPI hanno interferito pesantemente nelle primarie con Bersani e poi nel congresso del PD. Non mi stupisce quindi che Renzi voglia affrancare il partito una volta per tutte dal sindacato. Ciò non significa il rifiuto di una dialettica aperta sui problemi. Su questo Renzi da una parte e il sindacato (anche Cisl e Uil) dall'altra sono chiamati a trovare nuove strade. A Renzi e a Poletti va dato atto di non aver cercato scorciatoie, come quelle a suo tempo ampiamente praticate da Sacconi divedendo i "buoni e i cattivi". Il problema viene tenuto sul tavolo per tutti e quindi da tutti può venire un contributo alla sua soluzione.
Scritto da Sergio Moia il 10/5/2014 alle 23:08
@Sergio Moia (23.08) - Negli anni di Blair ero un suo "estimatore". Lo portavo spesso ad esempio anche nelle riunioni riservate con Enrico Letta. Anche lui concordava ma ci voleva Renzi per uscire dall'angolo. La dialettica col sindacato è indispensabile. Non se ne può fare a meno. Spero che Renzi non presuma troppo dalle sue forze e se lo ricordi sempre.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/5/2014 alle 23:39
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