inserito il 19/9/2008 alle 13:27
Ho avuto occasione di leggere, in questi giorni, delle brevi lettere scambiate negli anni ‘70/’75 fra Mario Ossola, Sindaco DC di Varese per parecchi anni, e Ambrogio Vaghi, capogruppo del PCI in Consiglio comunale, che incontro ancora in qualche occasione politica. Sono lettere da cui traspare non solo stima e affetto reciproco, ma anche la consapevolezza di lavorare, sì, su frontiere diverse, ma per il comune obbiettivo, unico e irrinunciabile, del progresso della città. Categoria: Idee e proposte, Persone
Sottoscrivo in pieno l' "aspirazione" di questo post. Vorrei che il primo punto programmatico di tutte le forze politiche fosse costituire una classe dirigente che abbia nella cultura dello Stato e nella statura morale la propria caratteristica principale. Lo spero, ma a volte dispero. Però, visto l'afflato di questo pensiero, riconoscerai che non sarà certo il votare con o senza preferenza a rendere più o meno etica la nostra politica e più o meno compiuta la nostra Democrazia. Lega delenda est!
Scritto da Cincinnato il 19/9/2008 alle 15:29
Per carità, Cincinnato, il voto di preferenza è solo un mezzo per non avere dei rappresentanti prigionieri del capopartito che li ha fatti eleggere e al quale debbono tutto. L'obiettivo è quello di una classe dirigente seria, matura e responsabile e per questo non basta certo la preferenza. Occorrono partiti realmente democratici che riscoprano la formazione politica e la selezione rigorosa dei migliori. Mario Ossola e Ambrogio Vaghi sono degli esempi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/9/2008 alle 23:58 |
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