Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 6/10/2008 alle 17:20

Nell’intervista di Federico Bianchessi sul federalismo fiscale, che riporto nel mio sito, cerco di analizzare i pro e i contro del progetto Calderoli approvato dal Consiglio dei Ministri. Non è serio dare adesso un giudizio definitivo su quel Disegno di Legge, che spero sia migliorato e reso più concreto nel corso del dibattito parlamentare. Una cosa però è certa, quel progetto rispecchia la riforma costituzionale del 2001, voluta dal Centrosinistra, e non il progetto approvato in Regione con il solo voto del Centrodestra. Lo rammento e lo sottolineo pensando alla bordata di critiche che aveva ricevuto la nostra astensione molto critica.
Alcuni appunti si possono fare fin d’ora:
·   mancano i dati sui costi effettivi della riforma che non deve assolutamente produrre un aumento della pressione fiscale. E’ importante averli prima dell’approvazione in Parlamento;
·  due anni per i decreti delegati sono troppi. Se si aggiungono i cinque anni almeno previsti per la fase di transizione si occupa un arco di tempo di sette anni che ha dentro almeno una campagna elettorale nazionale e una regionale con il rischio che molte cose cambino;
·  sono sbagliati i ‘pacchi-dono’ a Roma e a Catania e la mancata garanzia a tutti i Comuni del finanziamento che compensa l’eliminazione dell’ICI.
Una conclusione di metodo: questa riforma non può che essere il frutto di una larghissima convergenza, come ha sottolineato opportunamente D’Alema, raccogliendo l’invito (interessato) di Calderoli e Tremonti.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 7 commenti -
Mah, a me pare un bello specchietto per le allodole, nel senso che ora la Lega si farà bella davanti agli occhi dei suoi elettori, però intanto di federalismo per almeno 7 anni non se ne parla. O meglio: se ne parla e basta. Poi da qui a farlo entrare in atto ce ne vuole. Così per le prox campagne elettorali avrà ancora argomenti su cui trattare con i propri elettori, senza intaccare nel frattempo gli interessi degli alleati di AN e in grossa parte di Forza Italia a cui il federalismo piace poco, ma che l'hanno approvato ora solo per dare il contentino alla Lega, ben sapendo che tanto non verrà attuato. Cifre? Per ora si sanno solo le regalie a Roma (500 milioni) e Catania (140 milioni), e già questo è un indice di come si voglia mettere in pratica il federalismo...
Scritto da Pino il 6/10/2008 alle 19:59
I tempi sono in effetti troppo dilatati ma è anche vero che in Italia alcune riforme sono del tutto o in parte fallite per difetto di sufficiente transizione,vedi legge 180. All'Italia serve un federalismo a geometria variabile dati gli squilibri esistenti. Stella polare della riforma dovrà essere l'intransigenza verso ogni forma di spreco, di assistenzialismo, di inefficienza. Nessuno dovrà più scaricare sul sistema le proprie inadempienze. Per farlo serve una comunità di intenti straordinaria.
Scritto da Cesare Chiericati il 7/10/2008 alle 10:06
Indefinito, una delega in bianco, e perciò incostituzionale (art. 76), questo è il testo del "Federalismo". Mi preoccupa che nel testo siano previsti organi per l'attuazione della riforma che rispondono solo a se stessi contrapponendosi al Parlamento. Ma soprattutto mi pare che qui ci si spartisca solo l'IRPEF. Ma dove è la riforma della spesa? Ma dove è il federalismo? Per favore metteteci mano! Lega delenda est!
Scritto da Catone il 7/10/2008 alle 11:10
Apprezzo il modo sereno e ragionato di presentare il problema. Così ci capisco qualcosa.
Scritto da Monti il 7/10/2008 alle 13:06
Mi pare una gran pirlata. Le tasse aumenteranno e i leghisti taceranno.
Scritto da Luigi Corsi il 7/10/2008 alle 13:10
Caro Adamoli, ha ragione in quel che dice. Ma non si fermi, almeno lei la prego, al tema dei costi. Ben altri sono i rischi insiti in questa legge delega che nulla c'azzecca con il dettato costituzionale e, forse ancor meno, con un federalismo realistico. Bene lo spiega Enrico De Mita nel suo articolo sul Sole 24Ore di domenica scorsa. Questo, innanzitutto, dovrebbe spiegare ai cittadini un dirigente ascoltato quale lei è, di un partito come il PD. Cordiali saluti.
Scritto da Ettore Frangipane il 7/10/2008 alle 17:03
Avanti col federalismo fiscale, ma attenti ai conti. Se lo stato aiuta le banche che cosa facciamo, aumentiamo le tasse?
Scritto da un italiano pensoso il 7/10/2008 alle 21:29
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