Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 17/10/2008 alle 11:08

Discussione questa mattina in treno sui due casi di Ferdinando Carretta e Pietro Maso. Il primo, dopo aver ucciso i genitori e il fratello nel 1989 ha ora ereditato la casa teatro dello sterminio, il secondo ha ottenuto la semilibertà dopo aver scontato solo metà della condanna a trenta anni per l’omicidio dei genitori nel 1991.
Un amico mi ha chiesto alla fine di mettere la mia opinione sul blog. Sono restio, ma lo faccio, se non altro per dire che provo un po’ di orrore per l’evoluzione di questi due casi. Ho però molti dubbi e poi non mi piace la ricerca di chi ha più responsabilità fra la legge e i magistrati, forse entrambi permissivi.
Se il dubbio è un valore laico, come si diceva una volta, io sono laicissimo e non sono troppo facile al “perdonismo”. Mi ricordo qualche anno fa, al tempo del terribile assassinio della famiglia di Azouz Marzouk a Erba. Davvero non riuscivo a capire fino in fondo l’ansia del papà (nella foto, con il figlio) di Raffaella Castagna, la moglie di Marzouk uccisa insieme al figlio e alla madre, di affermare davanti ad ogni microfono la sua volontà di perdono. La scelta personale di una persona va però sempre rispettata. Per la società e le sue regole il discorso deve essere diverso. Credo che di fronte a certi terribili misfatti la severità della condanna e della pena sia un fatto di civiltà.
Mi rendo però conto che con queste parole non ho fatto una riflessione, ma ho piuttosto lasciato correre i sentimenti.

Commenti dei lettori: 5 commenti -
Non è solo sentimento, è anche razionalità. La sua linea la condivido.
Scritto da Paolo il 17/10/2008 alle 14:31
Questa mattina mi sono svegliato presto e sto leggendo ll blog. Peccato che non riesco a leggerlo sempre. Io sono giovane ma i due casi citati mi hanno dato i brividi. Non è giusto che siano finiti così.
Scritto da Marco il 18/10/2008 alle 08:19
Ha ragione. C'è troppa indulgenza e troppo perdonismo. Un pò è colpa della sinistra, un pò che noi italiani siamo fatti così.
Scritto da Giuliana il 18/10/2008 alle 09:57
Un pò di colpa per il lassismo della giustizia la sinistra ce l'ha. Bisogna dire la verità.
Scritto da Matteo il 18/10/2008 alle 13:31
Sicuramente la sinistra non scevra da colpe per questo lassismo che ormai disturba gran parte dell’opinione pubblica. Giusto parlare del fine riabilitativo della pena, che però deve essere scontata senza troppe scorciatoie. Sbagliatissimo l’uso sconsiderato della sociologia per giustificare i reati. E dà quasi la nausea vedere i cronisti che dopo un delitto efferato, sbattono il microfono in faccia alla vittima con la stolida domanda”perdona”? Non sono avvezzo al turpiloquio, ma in quei casi sgorga quasi spontaneo. E cominciamo anche nella scuola a combattere il bullismo con il voto di condotta. I giovani devono essere consapevoli che a determinati comportamenti corrispondono delle sanzioni. La vita non è un gioco da playstation ! Mettere sui binari una grata per “vedere l’effetto che fa” merita dei ben tornati scapaccioni, anche se oggi sarebbero considerati reato. Ed ora datemi pure del reazionario…
Scritto da Angelo Eberli il 20/10/2008 alle 18:13
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