Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 20/12/2008 alle 09:21

La Direzione nazionale ha approvato quasi all’unanimità un documento politico di tre pagine. Bene, adesso mi attendo che il partito sostenga questa linea fino al congresso che si terrà l’anno prossimo dopo le elezioni europee ed amministrative.
Due puntualizzazioni da parte mia. La prima riguarda la cosiddetta “questione morale”, su cui si è discusso molto. Il PD si è dato un “codice etico”. E allora lo si faccia rispettare affidando subito la sua applicazione ad un comitato di “saggi” autorevoli, scelto non soltanto dal segretario ma da tutta la Direzione. Lo spettacolo sui giornali di chi difende Bassolino, per esempio, e di qualcun altro, altrettanto importante, che ne chiede le dimissioni immediate, deve finire al più presto.  La dignità o l’indegnità di un personaggio pubblico del PD non può essere decretata con metodi da bar sport dai leader dello stesso partito in disaccordo fra loro.
La seconda considerazione è più generale. La crisi del PD, perché di crisi bella e buona si tratta, è stata determinata  prevalentemente dalla questione morale?  Secondo me no. Le cause sono state soprattutto la poca chiarezza e concretezza della linea politica; l’opacità del dibattito interno e i litigi senza chiara motivazione; una pratica burocratica e centralista accettata anche dai livelli regionali e provinciali per cui non si discute di un problema che non sia già stato risolto in sede nazionale. Cioè il contrario di un partito che cresce “dal basso”.
Queste sono difficoltà in parte insite nella prima fase della costruzione di un partito nuovo. Con la Direzione di ieri questa fase dovrebbe essere finita. Se sarà davvero così i risultati positivi non tarderanno ad arrivare. Altrimenti il declino sarà inarrestabile. E’ bene esserne pienamente consapevoli  per remare tutti nella stessa direzione.
(Nell'immagine, la vignetta di Giannelli sul Corriere della Sera)

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 22 commenti -
Caro Adamoli, lei ha ragione. Si applichi il codice etico. Mi spiega , però, perchè cita solo o spettacolo indecente dei leader del PD che difendono o attaccano Bassolino e non quello altrettanto indecente delle stesse persone che difendono o attaccano la Jervolino? E' scattato anche in lei quel riflesso condizionato che porta a sorvolare sui peccati di chi proviene dalla stessa parrocchia?
Scritto da giorgio taietti il 20/12/2008 alle 10:00
La questione morale è solo un fattore della crisi, sono d'accordo. I problemi sono altri. Che cosa è il riformismo? Se non si specifica saremo al punto di partenza. Adesso remiamo insieme, come tu dici, ma poi ci vorrà un bel congresso.
Scritto da Luigi D. il 20/12/2008 alle 10:42
Sentir dire, da chi ha sul partito un potere quasi assoluto da più di un anno, che ci vuole più innovazione mi pare un pò troppo consolatorio. Mi convinci quando leggo che bisogna andare avanti senza troppe polemiche, ma Veltroni mi sembra davvero debole.
Scritto da Bianchi C. il 20/12/2008 alle 11:19
Concordo in buona parte con il post. La questione morale è assolutamente marginale, in relazione al fatto che poi abbiamo un codice etico che non chiede che di essere applicato. Il problema principale è che non abbiamo una linea chiara e definita. Ad esempio: alleanza o no con Di Pietro? Perché dovremmo decidere noi? Noi stabiliamo subito e in maniera inequivocabile la nostra linea per la giustizia, e chi vuole allearsi con noi deve adeguarsi alla nostra linea. Poi, altra cosa, la collocazione in Europa: si decida subito e in maniera definitiva, senza aspettare l'approssimarsi delle europee. Anche creando una nuova area nel Parlamento di Bruxelles. Insomma, dobbiamo smetterla di essere il partito del "ma anche". Forse ha ragione D'Alema a parlare di "amalgama poco riuscito". Però credo si tratti di un problema temporaneo e generazionale: nel PD non vi sono solo ex-ds ed ex-margherita/popolari, ma anche (e sono molti) soggetti provenienti dalla società civile, senza nessun passato di impegno politico alle spalle, che hanno creduto nel progetto di questa nuova compagine. E' da loro che il PD deve ripartire, ed è tra loro che probabilmente si deve cercare il leader della svolta, il così detto "Obama" italiano. Ma prima bisogna darsi delle direttive precise ed inequivocabili
Scritto da Adriano il 20/12/2008 alle 11:23
E' stata una riunione natalizia con il solito documento che dice tutto. Quali problemi sono stati risolti? Bassolino rimane dov'è, la Jervolino è sempre più patetica ecc. Speriamo bene.
Scritto da Lorenzo il 20/12/2008 alle 11:34
Sono d'accordo con Adriano, il Pd è per ora il partito del "ma anche" con l'innata tendenza a volere una cosa e il suo contrario contemporaneamente: il blasone immacolato e i mariuoli, di craxiana memoria, alla porta d'ingresso. Non sono invece d'accordo quando si tende a minimizzare la questione morale. Con milioni di italiani in difficoltà sale all'onore delle cronache PD il principe Romeo da Posilippo. Un esempio di virtù. Basta : via Bassolino e Jervolino per responsabilità oggettiva.
Scritto da Cesare Chiericati il 20/12/2008 alle 15:11
Va bene il codice etico e va bene il comitato autorevole che lo applichi. Però è ancora più importante la conduzione politica complessiva. Lasciamo lavorare Veltroni, come dice lei, ma lui si cosulti e ascolti anche gli altri leader.
Scritto da Giorgio F. il 20/12/2008 alle 15:43
Il PD partito nuovo costruito dal basso è utopia. La poca chiarezza nel PD è determinata dalla paura di perdita di potere da parte dei vari potentati dei soppressi partiti. Si ha paura del nuovo, che non significa solo iniezione di nuove e preparate leve, ma soprattutto la forza di pre- tendere sempre chiarezza e concretezza della linea politica. Solo così si potranno affrontare credibilmente i gravi problemi e i relativi progetti per cercare di dare loro una soluzione.
Scritto da Ravani il 20/12/2008 alle 16:33
Sono anch’io, come Chiericati, d’accordo con Adriano, tranne che su un punto: la questione morale non è marginale; anzi dobbiamo ammettere con chiarezza che molti nostri amministratori sono dentro fino al collo (leggasi l’interessante testo “Il partito del cemento” di Preve e Sansa, edit. Chiarelettere), senza parlare di complotti giudiziari, come ha sempre fatto Berlusconi ed il centrodestra). Senza inseguire Di Pietro, il nostro garantismo non può essere quello ipocrita del Popolo della Libertà, ma, ferma la presunzione di innocenza per tutti fino al momento dell’eventuale condanna, non può venir meno per noi la fiducia nell’azione della magistratura. Invito poi tutti a riflettere sui due punti un po’ carenti della relazione di Veltroni, come scrive M.Giannini su “la Repubblica”di sabato 20 dicembre: la modernizzazione economica e sociale e, soprattutto il difficile problema delle alleanze. Mariuccio Bianchi, Malnate
Scritto da Mariuccio Bianchi il 20/12/2008 alle 17:30
Caro Adamoli, non sei un pò troppo severo con la questione morale? I comitati etici mi puzzano di partito ideologico. Sono d'accordo invece che i problemi della moralità dei dirigenti e degli amministratori sono seri ma che i nostri problemi derivano dall'impostazione politica e dalla forma di partito ancora in cantiere. (E da una guida piena di parole e non di contenuti).
Scritto da Sandro il 20/12/2008 alle 17:46
Caro Taietti, ho citato solo Bassolino perchè è generalmente considerato l'esempio più eclatante, da molti mesi e non solo da alcune settimane. Non avrei difficoltà ad aggiungere anche la Jiervolino ed altri. Ma il mio è un proposito di rispetto e cioè che si finisca di mettere alla gogna le persone attraverso l'iniziativa di un "comitato etico" che alla fine potrebbe decidere un'azione di censura oppure anche di difesa. Poi la responsabilità delle dimissioni è sempre personale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/12/2008 alle 18:34
Trovo preoccupante indicare nella questione "morale", l'emblema della crisi del PD. Essa, risale alla rottura che ha voluto sancire nel centrosinistra, e, non trovando sbocchi di consenso per un progetto politico potenzialmente valido tale da pensare in un futuro di esssere realmente concorrenti alla destra. Troppe le questioni irrisolte.
Scritto da mario il 20/12/2008 alle 18:42
I problemi del PD sono soprattutto politici. Non sbagliamo target. Rifugiarsi solo nella questione morale è sbagliato perchè si tratta di una risposta molto parziale.
Scritto da Martino il 20/12/2008 alle 19:03
Rispondo a Sandro. Anche a me non piacciono molto i "Comitati etici". Visto però che il PD ha voluto darsi un codice di comportamento e che siamo, in alcune regioni, in una "situazione di emergenza", così hanno detto ieri quasi tutti, non vedo molte altre strade. Non vorrei che fosse il segretario nazionale a pronunciare questi giudizi per ovvi motivi. Preferisco, se proprio ce n'è bisogno, un organo collegiale nominato dalla Direzione, anche a tutela della dignità delle persone coinvolte.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/12/2008 alle 10:51
Un'altra volta dò ragione ad Adamoli. La questione morale non è per il PD il problema principale, niente affatto. Linea politica, concezione del partito e leadership, questi sono i nodi da sciogliere. Adamoli dice che i conti si devono fare al congresso e adesso bisogna lavorare in pace. OK.
Scritto da Uslenghi il 21/12/2008 alle 12:05
Non credo sia la questine morale la causa della crisi. Chi è sporco deve andarsene, ma chi si ritiene pulito deve decidere autonomamente, nessuno deve ergersi a giudice. La crisi del PD penso sia nata con il PD a nessun livello si è visto un sostanziale cambiamento, parole, centralismo proagonismo, ma pochi fatti. Credo sia mancato il volto nuovo, che non doveva essere un ex, ma uno non condizionato dal passato, che avrebbe dovuto farci sentire veri democratici e non ex aggregati.
Scritto da Luigi il 21/12/2008 alle 12:34
Sono una new entry del blog. Sono una giovane neo laureata che ha partecipato alle primarie e poi basta, per scelta mia. Una mia amica di Varese mi ha segnalato una dichiarazione molto bella di Adamoli su Eluana Englaro e da allora lo leggo spesso. Sono totalmente d'accordo con lui su questo post e sui due commenti che ha fatto ad altri commenti. Il cuore delle difficoltà non è la questione morale. Così vi confondete troppo con il berlusconismo. Auguri!
Scritto da P.D. il 21/12/2008 alle 17:52
Il difetto sta nel manico, cioè in che comanda. Il rinnovamento deve partire da lì.
Scritto da Roberto il 21/12/2008 alle 18:13
Sono il portavoce di un piccolo circolo del PD, oggi per il tesseramento sono andato a trovare 2 dei fondatori, entrambi non hanno fatto la tessera, uno lamentando l'assenza di linea politica e la eccessiva condiscendenza verso la maggioranza, l'altro mi ha detto: "Sono ormai anziano, non ho molto da offrire se non la mia esperienza e la mia onestà, speravo che il PD fosse un partito dove questa fosse il primo valore, mi sbagliavo e ora non ne voglio sapere più niente...". Caro Giuseppe senza etica, onestà e responsabilità finiremo tutti male.
Scritto da Lele il 21/12/2008 alle 21:57
Credo che la "questione morale" stia a sè stante, senza etica ed onestà non ci può essere buona politica. Soprattutto oggi, con cambiamenti globali che ci lasciano poco spazio di manovra. Mi rendo conto che i santi oggi sono pochi, mi basterebbe avere politici "normali", le classifiche sulla corruzione ci piazzano agli ultimi posti, possibile che questo non vi scuota? Possibile che non ci sia un moto di ribellione?..... allora siamo fritti.
Scritto da Cincinnato il 21/12/2008 alle 22:09
Questione morale nel PD? Semplice. Una volta (Berlinguer, mezzo secolo fa) diceva “Meglio Santa Maria Goretti che il guadagno”. Ora, CONTRORDINE COMPAGNI! siamo al “Meglio il Guadagno (e va bene anche Wladimiro) che Santa Maria Goretti”. Saluti.
Scritto da M.G. il 21/12/2008 alle 23:07
Oggi sta emergendo con semrpe più chiarezza il "difetto di costruzione" del PD già congenito nel suo processo costitutivo. Alla "Fusione fredda" di due nomenclature che hanno mortificato il territorio nella sua rappresentanza sia istituzionale che partitica non poteva certo seguire un consenso generoso, spece nelle elezioni locali, dove il clamore della battaglia mediatica è inferiore. Anche le "figurine", capolista alla camera,che ci coprono di ridicolo in TV, hanno contribuito al calo di voti.
Scritto da Nicola il 22/12/2008 alle 09:23
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