Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 12/1/2009 alle 10:36

Ho messo sul sito, molto volentieri, l’intervista dell’Espresso a Renato Soru (nella foto), Presidente della Sardegna, che con le sue dimissioni ha provocato le elezioni anticipate che si terranno il15 e 16 febbraio e che saranno un test importante per la salute del PD. L’intervista ha suscitato scalpore e qualche polemica ingiustificata da parte dei più stretti collaboratori di Veltroni. L’importante, secondo me, è che la dialettica sia positiva e leale con chi guida oggi il partito. I conti, lo ripeto fino alla noia, li faremo al prossimo congresso.
Da questo punto di vista Soru non merita accuse particolari. Si presenta come l’anti-Silvio, ma il suo orizzonte, per ora naturalmente, è quello delle prossime elezioni sarde. È bene che Soru abbia la sua strategia e la porti avanti. Siamo per l’autonomia territoriale, dentro il quadro dell’unità nazionale, come dice il nostro Statuto, oppure no? Personalmente lo sono con convinzione e fermezza.
Nel merito della legittima riflessione contenuta nella sua intervista, devo dire che non condivido il  desiderio di Soru di tornare alla vecchia formula dell’Ulivo. Dobbiamo continuare con il progetto del PD che ha superato la logica dei partiti separati e che ha lasciato alle spalle la fase dell’Unione con tutta la sinistra. Una formula che, purtroppo, si era dimostrata incapace di governare pagando prezzi altissimi quali l’uscita di scena di Romano Prodi, le elezioni anticipate e il ritorno di Berlusconi. Un’altra cosa è sperare che torni l’entusiasmo del primo Ulivo, ma questo è un altro discorso su cui siamo tutti d’accordo.

Commenti dei lettori: 15 commenti -
A me l'idea di Soru leader del Pd nel caso vincesse le elezioni regionali in Sardegna non dispiace affatto. La ritengo suggestiva. Nella politica contemporanea - fluida e caratterizzata da partiti deboli - le storie personali contano. E la storia di Soru è la storia di un leader. Mi piacerebbe conoscere il parere dei frequentatori del blog. (è vero, bisogna aspettare le europee e il congresso. Però l'inadeguatezza di Veltroni è ormai lampante...)
Scritto da Alfred il 12/1/2009 alle 14:20
Sono d’accordo con le tue argomentazioni, tuttavia le notizie di questi giorni non mi sembra facciano prevedere “magnifiche sorti e progressive” al Pd. Senza entrare nel merito di altre questioni, basta guardare come le due principali componenti che hanno dato vita alla formazione del Pd si tengano ben strette le rispettive finanze. Sul fatto poi che Soru compia i propri passi e si candidi anche in chiave di alternativa a Berlusconi credo sia un’esperienza da cui si potranno trarre valide indicazioni. Un fatto è certo: non ci si può riempire la bocca di “rinnovamento” quando ai vertici del partito ci troviamo i soliti personaggi che non segnano alcuna discontinuità col passato. Un saluto cordiale
Scritto da Angelo Eberli il 12/1/2009 alle 14:41
Soru è persona seria e di successo, perchè dovrebbe stare zitto? Non si può avere paura di tutto ciò che si muove. Il PD se sta fermo è perduto. Adamoli non è per niente convinto della sua linea, ma gli da spazio. Mi sembra l'atteggiamento più giusto
Scritto da Cattaneo il 12/1/2009 alle 16:26
Alfred forse è troppo tranchante ma non ha torto. Adamoli continua a dire: "sosteniamo Veltroni, i conti li faremo al congresso". Per un dirigente come lui è una presa di posizione giusta, ma Veltroni, politicamente, è un morto che cammina.
Scritto da Lucky il 12/1/2009 alle 16:38
Brevissimo: sono d'accordo con Angelo Eberli. Spero solo che non abbia ragione nel suo, e nostro, giustificato pessimismo.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 12/1/2009 alle 16:51
Il problema, caro Adamoli, non è fare i conti, ma rendersi conto. E per rendersi conto che "questo" PD è un esperimento fallito, non serve attendere alcun congresso. Dall'Ulivo, all'Unione, all'attuale PD; da Prodi a Veltroni: queste le tappe del declino di un PD organizzato DS e senza uno straccio di idea di società. Ripartire oggi dall'Ulivo potrebbe non solo favorire quel rinnovamento che non c'è mai stato, ma si gioverebbe dell'irreversibile indebolimento di quella sinistra che la spaventa.
Scritto da Ettore Frangipane il 12/1/2009 alle 17:55
Sono molto d'accordo con Alfred. Soru è un uomo per bene che viene dalla società civile e non dagli apparati. Ha risolto il suo conflitto d'interessi e questo fatto meriterebbe maggiore pubblicità. Ha salvaguardato con una legge giustamente severa i pezzi di Sardegna non ancora aggrediti dal furore edilizio indigeno, nazionale e internazionale. E ciò gli vale l'ostilità trasversale e furibonda di larghi pezzi della borghesia locale. L'ho misurata di persona sul posto.
Scritto da Cesare Chiericati il 12/1/2009 alle 18:15
Soru per ora si presenta alle elezioni sarde, poi vedremo. Non precorriamo i tempi. Intanto sosteniamo Veltroni. Adamoli ha ragione.
Scritto da Marilena il 12/1/2009 alle 18:29
Ma io credo che è il nostro problema è questo: fino all'altro ieri, quasi letteralmente, Veltroni era il fenomeno che ci avrebbe dato una vera leadership, ci potrei scommettere quello che volete nel caso Soru oggi diventasse segretario, dopodomani sarebbe il peggior leader di tutta la storia della sinistra. E' qui uno dei nostri maggiori problemi, vogliamo un leader per divorarcelo il giorno dopo, per poi dire va che era meglio quello prima.
Scritto da ema il 12/1/2009 alle 18:57
Seguo il blog da circa tre mesi su consiglio di un'amica di Varese, sono giovanissima, donna e abito a Milano. Adamoli, che non conosco, sta diventando il mio riferimento politico. La tradizione di famiglia è la sinistra europea. Abbiamo girato il mondo per ragioni di lavoro di mio padre e di mia madre. Ho partecipato alle primarie, non so se confermerò l'iscrizione al PD. Adamoli, mi pare, è critico su Veltroni ma adesso dice: sosteniamolo poi al congresso vedremo. Lo trovo semplice e giusto.
Scritto da P.D. il 12/1/2009 alle 20:42
Mi piace il presidente della Sardegna ma, caro Giuseppe, hai ragione tu. Lasciamo stare i discorsi sulla leadership e parliamo di problemi veri. Non ti leggo sempre ma quando lo faccio concordo. Sanità e psichiatria, questioni etiche, come Eluana Englaro, ferrovie e pendolari, Malpensa. Così mi piace.
Scritto da Andrea il 12/1/2009 alle 20:49
Per me ha ragione Cesare Chiericati che richiama Alfred. Bisogna uscire dagli apparati del partito per vincere le elezioni. La vera lezione di Prodi è questa, (lui non proveniva dai partiti), non la messa insieme di tutta la sinistra che non ti permette di governare.
Scritto da un PD senza tessera il 12/1/2009 alle 21:17
Spesso l'errore che il PD commette è di bruciare le tappe alla sua stessa classe dirigente. Penati vince le provinciali? Candidiamolo Presidente della Regione. Veltroni è rieletto Sindaco di Roma? Capo del partito e Premier. Adesso con Soru, che intanto deve vincere e non è facile. Cominciamo a dire ai nostri di restare dove si è stati eletti a svolgere bene e senza distrazioni il prorpio mandato. Così avremo un consenso meno fluttuante, frutto del buon governo e non solo della buona immagine.
Scritto da Nicola il 12/1/2009 alle 22:23
Dico a Ettore Frangipane che un partito che ha fatto le primarie non può cambiare linea prima almeno di un congresso. Questo è il senso che dò io al richiamo di Giuseppe al Congresso.
Scritto da Rosa il 12/1/2009 alle 22:35
Su Soru hai ragione. Sul giudizio sulla proposta-Ulivo, non so. Per quanto tempo potete sperare nella "vocazione maggioritaria"? Forse sarebeb il caso di iniziare a pensare ad una politica di alleanze che parta su basi nuove: programma (vero), uguale legittimità tra le forze che compongono la coalizione. Ma prima bisogna definire dove guarda il partito: al centro o a sinistra? Certo non si può fare una alleanza con la sx da un lato e l'UDC dall'altro... Io spero in un accordo con la sinistra
Scritto da davide il 13/1/2009 alle 12:27
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