Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 13/1/2009 alle 10:57

Il brevissimo post di domenica su Israele ed Hamas ha sviluppato un dibattito interessante. Franco Zanellati mi rimprovera chiedendomi “un cattolico come lei, non prova ribrezzo per i massacri di Gaza?”. Altri, mi chiedono una risposta. Ci provo in estrema sintesi.
La mia stella polare è la pace nel mondo, come per tutti noi. Non sono però un “pacifista” in servizio permanente effettivo. Penso che questo armamentario ideologico abbia spesso fornito copertura a regimi antidemocratici, autoritari e crudeli. Sono totalmente consapevole della estrema problematicità del rapporto Isreaele-Palestina. Ho orrore per le vittime innocenti. Non faccio un tifo unilaterale, mi limito a fornire elementi di valutazione.
Come mai in Cisgiordania, gli arabi moderati di Betlemme, di Ramallah e di Nablus si sono tenuti lontani dal conflitto in corso? Quando sono stato a Betlemme nel novembre scorso con un gruppo qualificatissimo di persone (ma non in delegazione istituzionale), ho potuto accertare una profonda volontà di pace con Israele. La volta precedente ero stato in quella terra martoriata proprio durante il breve periodo di costruzione del muro fra Israele e Palestina. La ribellione contro di esso era fortissima, diffusa e violenta. A novembre il sogno di abbatterlo persisteva, ma le stesse autorità di Betlemme ammettevano che gli atti di terrorismo erano nel frattempo diminuiti dell’80 per cento. Hamas, dicevano molti in Cisgiordania, ha specificità palestinesi, ma è un gruppo appartenente a un movimento terroristico internazionale foraggiato soprattutto dall'Iran che vuole destabilizzare i governi moderati dell'intera area mediorientale.
Sono solo elementi di riflessione, che mi fanno però concordare con la posizione di Piero Fassino, Ministro degli esteri del Governo Ombra del Pd: “Hamas scelga: o riconosce il diritto di Israele ad esistere, e allora sarà anch’esso attore del processo di pace, oppure resterà fuori con tutte le conseguenze”.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 28 commenti -
Continuo il dialogo, in questo spazio dove non si fa tifo da stadio, ma ci si confronta. Non ho dubbi che in Cisgiordania siano stanchi di guerra, ma che pace potrà mai essere quella che si basa sulla frantumazione della Palestina in (se non erro, bisogna vedere l'ultima carta ONU) 15 aree isolate dalle colonie e dalle strade dei coloni, dove si passa solo con estenuanti check-point? Da cattolici dovremmo sapere che la vera pace si fonda sulla giustizia.
Scritto da davide 1 il 13/1/2009 alle 12:05
(continua) Ma che giustizia è questa? Nelle trattative di pace dovrebbe entrare fin da subito anche la questione delle colonie israeliane. Non chiederlo sbilancia la posizione del PD a favore di Israele, potenza occupante. Da ultimo, il dialogo con Hamas: D'Alema si comporta da realista, che è il contrario del pacifista. Va ben, non dialoghiamo con Hamas. Alternative al dialogo che non siano le bombe? Attendo risposte
Scritto da davide 2 il 13/1/2009 alle 12:10
Per me è una spiegazione convincente. Chi vuole la pace è contro le aggressioni di Israele ma anche di Hamas.
Scritto da M.C. il 13/1/2009 alle 12:11
Da ultimo: anche l'OLP aveva come obiettivo la cacciata degli occupanti da tutta la Palestina e poi, realisticamente, ha puntato al compromesso...
Scritto da davide il 13/1/2009 alle 12:11
Io mi pongo un quesito più semplice: Hamas vuole la guerra con Israele perché rivendica dei torti subiti? Può anche starci il suo diritto a combattere. Però, perché farlo facendosi scudo tra i civili del proprio popolo? Sapendo che Israele, come accaduto in passato, non si fa certo scrupoli nei bombardamenti... Un vero soldato deve avere come priorità la vita dei civili
Scritto da Adriano il 13/1/2009 alle 12:24
per avere una opinione bisogna sapere, conoscere, non è sufficiente avere un parere equilibrato ed equidistante, anche perchè sul problema israelo-palestinese si può avere equidistanza solo se non si sa o non si vuol sapere. la verità non è nelle belle parole confezionate e nel volemose bene, la verità è nella verità degli eventi storici e solo se non si vuole essere obiettivi o opportunisticamente schierati non la si riesce a vedere. scrivere senza documentarsi è malafede
Scritto da giorgio stabilini il 13/1/2009 alle 12:37
Adriano, il mio precedente commento vale anche per Lei. Israele attacca un popolo che non può scappare, costretto in un carcere a cielo aperto con da una parte l'esercito di israele e da quell'altra l'esercito egiziano collaborazionista di israele. Li vuole andare a prendere lei i bambini e le loro madri e se ha qualche idea la comunichi, riceverà il nobel. Visto che sono tutti coraggiosi a tracciare giudizi, scrivete almeno il vostro cognome
Scritto da giorgio stabilini il 13/1/2009 alle 12:44
Che mi incute timore nei post sopra di me è la sicurezza e la fermezza ideologica di certi post pro o contro una delle due parti. Quello che apprezzo è invece il tentativo di Adamoli di dare una spiegazione pacata e ragionata. Si potrà anche non condividere tutto, ma è il metodo per cercare una soluzione. I vostri post invece mi rigettano nella triste realtà e mi fanno capire come sia difficile dialogare.
Scritto da ale il 13/1/2009 alle 12:58
Scrivere senza documentarsi è malafede, ma Giorgio Stabilini è proprio sicuro di essere ben documentato?
Scritto da Luigi Corsi il 13/1/2009 alle 13:12
Condivido la linea di Adamoli, vorrei diventasse maggioritaria in Italia perché, seppure è vero che noi parliamo di ciò che succede lontano da noi, l'opinione nazionale su questo tema condiziona i comportamenti nell'area mediorientale. L'Italia è storicamente amica dei Palestinesi e cmq vicina ad Israele, là ci sono occhi che ci guardano e orecchie che ci ascoltano. Frattini potrebbe, oltre che occuparsi di gentil donzelle, anche di fare il ministro degli Esteri.
Scritto da Lele il 13/1/2009 alle 14:23
Mi sembra che qualcuno sia andato un pò sopra le righe... oltretutto dare dei "collaborazionisti" mi sembra sballato. Mi chiedo, dopo aver letto a proprio uso e consumo gli eventi storici e stabilita la verita assoluta (secondo la propria testa).. si riuscirebbe ad elaborare una proposta che porti la pace laggiù? ma soprattutto una proposta che venga accettata da tutte le parti in causa? Io credo che i Fassino, gli Adamoli ci provino, altri no.
Scritto da Lele il 13/1/2009 alle 14:33
Scusa Lele, ma se Fassino rifiuta il dialogo con Hamas, di che dialogo parliamo? Ripropongo a tutti la domanda: come se ne esce se non con la guerra e i bombardamenti infiniti e con i lanci di razzi? Io continuo a dire che si sta delineando una linea che è fintamente per il dialogo, in realtà sostiene solo le ragioni del più forte. Non vorrei che il PD si spostasse solo su queste posizioni
Scritto da davide il 13/1/2009 alle 14:50
Le elezioni nei territori palestinesi hanno sancito una spaccatura politica tra Al Fatah (e in generale la rappresentanza politica Palestinese) e Hamas (che ricordiamo è foraggiato dall'Iran). Da allora si parla di Gaza come di Hamastan. Se si individua la leadership di Fatah come controparte e la si rafforza, dimostrando che è altro rispetto all'ultima fase di Arafat, già questa potrebbe essere una via per portare a più miti consigli Hamas. Questo per iniziare...
Scritto da Lele il 13/1/2009 alle 15:19
Per Giorgio Stabilini e per Davide: anch'io so che chi ha subito ingiustizie in tutti questi anni è il popolo palestinese, che avrebbe diritto ad una sua nazione. So anche che non c'è la volontà di creare uno stato palestinese, a causa di interessi dei potenti. Così come non credo che Hamas stia dalla parte dei cattivi e gli israeliani in questo momento rappresentino i buoni. Però, Hamas, sapendo che la reazione di Israele non si ferma di fronte alla vita di donne e bambini, non potrebbe riflettere prima di attaccare scriteriatamente? E, ripeto, perché invitare alla battaglia proprio tra le abitazioni di Gaza? La mia non era una critica al popolo palestinese: ricordo che non c'è solo Hamas, ma anche un'altra organizzazione palestinese che si chiama Fatah e che, tra l'altro, condanna la politica di Hamas. Così come fa anche Mahmud Abbas, il presidente palestinese: sarà poco documentato anche lui?
Scritto da Adriano il 13/1/2009 alle 15:38
La discussione è interessante. E' bello però parlarne in modo sereno, senza veleni pregiudiziali. Mi piace l'approccio di Adamoli che, apprendo adesso, è stato varie volte in Israele e Cisgiordania. Poi posso condividere o no ma questo è perfino secondario. In questo caso condivido la sua opinione e quella di Fassino.
Scritto da Giorgio F. il 13/1/2009 alle 15:42
Bravo Adamoli. Come vedi, quando concordo con te, ti dò ragione senza indugio. Apprezzo in questo caso il tuo parlare chiaro e netto, anche se dici che non vuoi fare il tifoso. E' giusto in una materia così delicata.
Scritto da Bianchi Giò il 13/1/2009 alle 15:54
Si, il discorso è interessante e con persone finalmente seriamente interessate,( chiedo perdono per i miei interventi prec un pò tesi ma dopo decine di anni di militanza sentire dire ancora che non si sa chi ha cominciato mi fa stramazzare) Il primo punto riguarda il rapporto fra Hamas, che ha vinto sotto gli occhi degli osservatori internazionali, le prime vere ed oneste, elezioni politiche nel mondo arabo da tempo immemore e quindi legittimamente governo dei Palestinesi ma non accettato
Scritto da giorgio stab il 13/1/2009 alle 16:28
(riprendo) da USA - UE - ed ovviamente Israele che lo vede, giustamente, come un ostacolo al proprio processo di colonizzazione. Se poi arriviamo al lancio dei missili Qassam beh, mi viene da pensare che porgere l'altra guancia o calarsi i pantaloni non sia la soluzione del problema proprio perchè i petardi Qassam non sono il problema vero ma quello mediatico. 2° voi 20 morti in 10 anni per un popolo in guerra dal primo giorno sono un problema?
Scritto da g stab il 13/1/2009 alle 16:40
lo avrebbero già fatto da anni ,ma ad Israele serve una giustificazione , per chi ci crede, di autodifesa. Ogni tanto penso che gli inglesi fra qualche anno annetteranno la toscana perchè ci abitano da anni e, dopo aver cacciato e ucciso i senesi , costituiranno il chianti shire, operazione avvallata dagli Usa ovviamente. Tutti sanno che il pensiero sionista ebbe origini a fine 800 ec che la teorizzazione era di creare uno stato per GLI EBREI e solo per loro, .....
Scritto da gs il 13/1/2009 alle 16:55
Hamas ha vinto legittimamente le elezioni, e nessuno lo mette in dubbio. La soluzione per la pace sarebbe, finalmente, la creazione dello stato palestinese, ma qui scopro l'acqua calda. Però mi chiedo: Hamas, sapendo che militarmente è inferiore ad Israele (i missili che lancia sono giustamente dei petardi rispetto ai bombardamenti subiti a Gaza), non potrebbe pensare ad un'altra strategia politica, improntata al dialogo che non allo scontro frontale, in cui a perdere sono soprattutto donne e bambini? Non sto dicendo né di porgere l'altra guancia né di calarsi le braghe. Abbiamo anche un esempio illustre come quello di Gandhi. E ultimamente negli USA la vittoria di Obama alle elezioni presidenziali ha dimostrato che nulla è impossibile: perché non provare una strada diversa? Almeno per salvaguardare i civili. Certo, partire come fa Hamas il cui slogan è il non riconoscimento di Israele, non pone delle buone basi...
Scritto da Adriano il 13/1/2009 alle 16:59
E' vero Adriano, tutti vorremmo la pace, la pace vera fra gente che veramente la desidera, finalmente.Il problema purtroppo credo sia un'altro e cioè che la pace bisogna volerla in 2 e secondo, e non lo si dice mai, Gaza è da anni sottoposta ad un embargo totale, dal gasolio all'acqua alla corrente lettrica al cibo alle medicine alle scuole e questo logora, ed Israele ben lo sa. Quando vedi tuo figlio morire di fame o per mancanza di assistenza medica perdi la testa, questa è la strategia
Scritto da gstab il 13/1/2009 alle 17:35
Il ragionamento dev'essere stringato su un blog, oltre razionale. Mi limito a dire che le ragioni di Giuseppe sono ben motivate, e per me condivisibili.
Scritto da Roberto il 13/1/2009 alle 18:48
Ma perchè gli amici della sinistra sono tutti così verbosi? Non riusciremo più a vincere le elezioni se si continua così. Io poi in questo caso sono abbastanza d'accordo con Adamoli, che ho spesso sentito lontano dal mio modo di sentire, anche se l'ho sempre apprezzato per la coerenza.
Scritto da Mario il 13/1/2009 alle 18:54
riparto con il rimprovero " ma un cattolico come lei......", perchè la sua risposta è troppo sfuggente, non si può non prendere posizione quando per decisione altrui , un popolo viene scacciato da casa propria, rinchiuso in riserve chiamate "territori", privato delle risorse , vedi acqua, e siccome si ribella, gli costruiamo un bel muro... almeno garantiamo che diminuiscano gli attentati dell'80%. mi perdoni, rispetto le sue posizioni, ma non solo non le condivido.. ma mi sembrano molto miopi.
Scritto da franco zanellati il 13/1/2009 alle 20:54
continuo, a mio parere la miopia è non vedere che da parte israeliana non vi è mai stata nessuna vera volontà di rispettare un popolo a cui ha sottratto tutto, ha sempre usato le armi per imporre il proprio volere... e se si ribellavano....... doppia razione di bombe, la subdola politica di togliere ogni risorsa, averli costretti a vivere nei campi profughi subendo continue vessazioni......... è ovvio che hanno generato gente come hamas, hamas è frutto della politica di Israele, odio porta odio
Scritto da franco zanellati il 13/1/2009 alle 21:01
Non dare retta alle sirene del pacifismo ideologico. Vai avanti per la tua strada. Piero Fassino ha preso la linea giusta.
Scritto da Bianchi C. il 13/1/2009 alle 22:05
Credo che tu non abbia bisogno del mio sostegno, nel senso che hai la forza di andare avanti, però te lo dico lo stesso, non lasciarti incantare dalle sirene della sinistra estrema. Te lo ha già detto uno degli ultimi commenti, io te lo ribadisco. Con Fassino e molti altri sei in buona compagnia.
Scritto da Giuseppe il 13/1/2009 alle 23:00
Sono passati 3 giorni dagli ultimi post e a Gaza ormai si è all'annichilimento della popolazione, il bombardamento della sede ONU è il sigillo a questa tragedia. Israele da aggredita sta diventando un'emblema di spietatezza e brutalità. Se va avanti così sarà impossbile riprendere un percorso di dialogo e cominceranno a vacillare anche i governi "moderati" della regione. E' il momento di far sentire la nostra voce, non può essere solo il Papa ad agire.
Scritto da Lele il 16/1/2009 alle 10:24
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