Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 21/1/2009 alle 10:57

Su questo blog ho discusso più volte - direttamente o indirettamente - dei problemi, delle potenzialità e delle speranze del Pd. Ne ho parlato con pezzi brevi perché il blog è stato per me, fin qui, un viaggio personale nella politica, nella società, nel costume di oggi, schizzato con dei post leggibili in pochissimo tempo.
Un’analisi politica sul Pd, che mi è stata sollecitata da alcuni commenti, richiede più spazio e più ragionamento. Per questo ho messo sul sito la mia riflessione e qui la richiamo soltanto.
La mia tesi di fondo è che abbiamo fatto tanta strada, ma che ci troviamo oggi con un disegno incompiuto che richiede coraggio e la correzione di alcuni errori di impostazione. La mia analisi, abbastanza breve, è fatta da un angolo visuale netto e preciso. È post-ideologica, ma non è il frutto di un pragmatismo senz’anima. Soprattutto è sincera, dico quello che sento, preferisco suscitare dissensi piuttosto che scolorire e consolare.
Spero di suscitare un dibattito, anche sul blog, altrettanto franco e aperto.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 31 commenti -
Ho finito adesso di leggere la riflessione, senz'altro stimolante, con elementi nuovi che fanno pensare e danno speranza malgrado il senso critico che la caratterizza. Una discussione aperta è necessaria e utile per ripartire.
Scritto da Giancarlo il 21/1/2009 alle 13:30
Il progetto del Partito Democratico è l'unico veramente orientato al futuro. Ma la sua nascita è stata gestita da schifo e ha dato veramente la sensazione che si perpetuasse una struttura e una classe dirigente. I "leader" nazionali non hanno fatto nulla per proiettarsi nel futuro e mettersi in gioco, si sono "paraculati" tutti... per tanto così la gente continua a votare Lega o Polo e altri, schifati, non votano. Se Veltroni è un leader, ora lo dimostri!
Scritto da Spartacus il 21/1/2009 alle 14:27
Caro Giuseppe, ho appena finito di leggere le tue riflessioni con le quali concordo quasi totalmente, e le ho girate ai componenti del Circolo di Laveno Mombello per le opportune valutazioni. Non condivido il tuo pensiero quando affermi che è inutile soffermarsi sulle responsabilità di questo o quel leader. A mio avviso le responsabilità ci sono e vanno stigmatizzate, cercando di fare in modo che determinati soggetti non possano più nuocere. Ma queste valutazioni le ho già esposte più volte sul blog. Un cordiale saluto e l’invito a continuare con le tue analisi coraggiose, augurandoci che sortiscano l’effetto sperato.
Scritto da Angelo Eberli il 21/1/2009 alle 16:03
Un interessante ragionamento davvero, ben formulato. Credo che tutta la sinistra del PD farebbe bene a considerare i contenuti del ragionamento. Bisogna allargare sia gli iscritti sia gli elettori se vogliamo tentare di vincere le elezioni con attenzione anche al cosiddetto centro.
Scritto da Un ex DS di sinistra il 21/1/2009 alle 16:47
In un grande partito, che vuole governare, una forte dialettica interna è necessaria, quando però la dialettica diventa "cagnara" e si perde di vista l'orizzonte programmatico e di governo limitandosi a iniziative tattiche e a posizionamenti personali (i paraculi di un altro post) allora si rischia veramente l'inconsistenza. Cose giuste e intelligenti sono state dette da molti, perché non vengono raccolte? evidentemente i nodi del PD sono duri da sciogliere ma il rischio è la minoranza eterna!
Scritto da Muzio Scevola il 21/1/2009 alle 17:37
Angelo Eberli non ha torto. Capisco che tu non voglia far scatenare la ricerca delle colpe, ma dire che questi dirigenti hanno deluso mi sembra inevitabile. Detto questo apprezzo la tua analisi lucida e coraggiosa e soprattutto il richiamo a superare le bardature del passato che non permettono lo sviluppo del partito nuovo.
Scritto da Gianfranco G. il 21/1/2009 alle 17:48
Caro Adamoli, leggo e condivido. La crisi del PD, il dubbio se il PD esisterà ancora o si scinderà nelle primitive componenti (o in qualcosa di più deteriore), lo scadimento etico (Parisi – la voce di Prodi – denuncia 60 mila iscritti a Napoli su 380 mila totale nazionale), l’incapacità programmatica (dalla bioetica alla collocazione europea), l’insipienza strategica (Di Pietro che scava nel corpo PD), tutto questo è una catastrofe della sinistra italiana, una catastrofe della democrazia italiana. Nessuno a sinistra s’illuda di ricavare vantaggio dal fallimento del progetto Ulivo-PD. Chi aveva previsto l’esito fallimentare del progetto non può vantarsi, seppure legittimamente, della preveggenza. Ma i responsabili del disastro della sinistra, almeno dal 1989 ad oggi (per non risalire a Berlinguer e altri), hanno nome e cognome. Eticamente e politicamente squalificati, sono sempre sulla scena, inamovibili, a recitare il loro trito copione.
Scritto da Ulderico Monti il 21/1/2009 alle 18:12
Finalmente una riflessione senza peli sulla lingua. Ho votato Rifondazione, non sono d'accordo con Adamoli su molte cose. Però riconosco che non gli manca il coraggio di dire ciò che pensa. Il fatto che l'ossatura dei DS sia rimasta quasi intatta e sia un ostacolo alla costruzione di un nuovo partito è assolutamente reale. Gli eredi del PCI sono fatti così. Tutto cambia intorno a loro, ma loro non cambiano mai. Sono gli ultimi leninisti rimasti in piedi.
Scritto da L'Armando il 21/1/2009 alle 21:49
Condivido e sottoscrivo. Finalmente qualcosa sul PD che non è banale e propagandistico.
Scritto da Valceresio il 21/1/2009 alle 21:57
Andiamo avanti con fiducia ma correggiamo la rotta e sosteniamo Veltroni fino al congresso. Questa è la posizione espressa e per me è OK.
Scritto da Marco L. il 21/1/2009 alle 22:39
Il cammino è ancora lunga ma dobbiamo percorrerlo con tanta speranza. Il mio dubbio è uno solo, la nostra leadership mi pare un pò stanca.
Scritto da Gerardo il 21/1/2009 alle 22:43
Concordo sia necessario completare la costruzione di qualcosa di davvero nuovo. Lei però prima dice che nel PD sembra prevalere troppo l'identità del più forte e organizzato dei partiti preesistenti: non capisco come questa considerazione critica conviva con la scelta che pare ormai irrevocabile di collegarsi (e in futuro temo sciogliersi) "alla grande famiglia socialista". Non crede che a quel punto il partito diventerebbe quanto meno di sinistra-centro, e non più una novità di centrosinistra?
Scritto da Antonio B. il 21/1/2009 alle 23:09
Tu fai un'analisi da destra - diciamo così, anche se non ti piace - io la faccio da sinistra, però arriviamo alla stessa conclusione. Il moloch c'è (complimenti per la definizione) ed è responsabile di molte cose negative. Se Veltroni non avesse parlato di autosufficienza oggi ci sarebbe ancora Prodi. Rifondazione ha delle responsabilità ma molto meno di quelle del moloch.
Scritto da Mario A. il 21/1/2009 alle 23:12
Ho letto la riflessione e la nota sopra. Ancora oggi però non ho capito cosa (qualcuno ricorda “La Cosa”?) sia il PD. È il nuovo partito radicale “di massa”? Auguri! Anzitutto perché così si seppellisce definitivamente Marx, poi perché al massimo i radicali sono arrivati sì e no al 4%. Sono anni che aspetto risposta alla domanda, chissà se prima o poi arriva.
Scritto da M.G. il 21/1/2009 alle 23:21
non so forse ho capito male, ma il PD con le sue continue rimuginazioni e la sindrome dell' "incompiuto" è esattamente come me lo aspettavo e credo che sia la vera rappresentazione di una "Costruzione Democratica" di un nuovo soggetto politico. Se non ci fosse questo continuo interrogarsi se stiamo facendo la cosa giusta o meno, non saremmo il CENTROSINISTRA o più in generale la SINISTRA, ma il PARTITO DI PLASTICA dove uno IMPONE PER TUTTI
Scritto da Alessandro Z il 22/1/2009 alle 09:03
Ero un DS, non concordo su tutto quel che dici ma ammetto che su molte cose hai ragione. Alle primarie ho votato Veltroni ma avrei preferito Bersani. E' stata una scelta fatta come DS e l'ho accettata in quanto tale. Ma è stato un errore. E' importante riconoscerlo per non farlo più.
Scritto da Claudio il 22/1/2009 alle 09:29
Per molti aspetti hai ragione. Ma gli uomini che provengono dalla Marghertita che fine hanno fatto? Parlo di Marini e Franceschini, ma anche di Bindi e Letta, che sono quasi scomparsi. E poi qui a Varese ci sei tu, per fortuna intramontabile, e sento un poco Molinari e Alfieri e tutti gli altri?
Scritto da Maroni L. il 22/1/2009 alle 09:54
Non sono daccordo su chi scrive che le ragioni della crisi sono da cercare nella proclamazione di autosufficienza. Ricordo cosa era diventata in termini di credibilità e determinatezza politica la brancacoalizione dell'Unione. Oggi serve chiarezza, unità di intenti e senso di responsabilità verso il paese. Tutte le forze responsabili devono rinunciare alle prorpie bandierine ideologiche per difendere insieme il bene comune. Vale per i partiti ma anche per le componenti culturali interne al PD.
Scritto da Nicola il 22/1/2009 alle 10:28
Sono entrato nel PD perche' condivido gli obiettivi e il sogno scritto nel Manifesto.La grande portata della novita'ha bloccato parte della dirigenza,ancorata ai vecchi posti di potere,deludendo parte dell'elettorato.Pero', permettetemi, O IL PD E' NUOVO O NON E'!Per costruire la novita' servono l'esperienza e la stabilita' delle radici (i buoni maestri come Adamoli) e il coraggio e lo slancio dei giovani. A noi farci carico di trasmettere l'entusiasmo del cambiamento con realismo e responsabilita'.
Scritto da Andrea Botta-portavoce PD Tradate il 22/1/2009 alle 12:05
Ho letto fino alla frase Walter Veltroni deve essere posto nelle condizioni di esercitare la leadership. Sono davvero spiacente per voi, che persistete con sorda e cieca tenacia su una linea senza futuro. 1) Veltroni non è un leader. 2) Non si "eleggono" i leader (come già nel caso di Prodi) con finte primarie. 3) Leader viene dall'inglese " to lead". Le condizioni economico-sociali ci sono, manca l'uomo.
Scritto da rgiancot il 22/1/2009 alle 15:41
Mi piace la frase del pragmatismo senz'anima, ce n'è troppo nel PD. Non vorrei che scambiasse l'essere moderni con l'essere senza idee.
Scritto da Umbertone il 22/1/2009 alle 15:48
Ho letto lo scritto di Giuseppe oggi pomeriggio. Anche se sono senz'altro più a sinistra di lui (almeno per tradizione), l'immagine del moloch mi sembra che non vada colta come una provocazione ma come un utile elemento di riflessione. Mi ha colpito la sua passione politica, come sempre.
Scritto da Ambrogio il 22/1/2009 alle 20:36
Bel dibattito su una bella riflessione. Avevo partecipato alle primarie poi ho rifiutato la tessera, però forse ci ripenso. Se si discute in questo modo mi interessa.
Scritto da Giovanna il 22/1/2009 alle 20:50
Sono un PD molto scettico. Un mio amico mi ha invitato a leggere questo blog. Non conosco Adamoli, il primo impatto è buono. Riflessione severa e rigorosa. Spirito positivo e costruttivo ma senza ottimismi ingiustificati. Lo leggerò ancora.
Scritto da Pietro il 22/1/2009 alle 22:49
Caro rgiancot, non trovo giusto considerare le primarie del PD "false". E' stata una libera votazione democratica, con molta partecipazione di gente. Oltretutto il nostro, in Italia, è l'unico partito in cui il leader viene deciso dalle persone e non per volontà divina. Le nostre primarie (essendo le prime) potranno essere state approssimative ma "false" è un termine che non mi sembra appropriato. I falsi magari si fanno in bilancio, e chi li fa poi si fa le leggi per non essere condannato: però in questo caso non si parla di leader, ma di "lader".
Scritto da Adriano il 23/1/2009 alle 08:59
Mi sono sforzata di leggere la sua riflessione politica e l'ho trovata interessante. Però come le ho già detto io mi interesso soprattutto di problemi concreti, come la sanità, sui quali lei ha fatto dei post molto interessanti. Perciò la invito un'altra volta a dedicarsi di più a queste cose nel suo blog. Guadagnerebbe forse più lettori e più consensi.
Scritto da Loredana il 23/1/2009 alle 10:45
Caro Giuseppe, ti sono riconoscente per la coerente chiarezza nelle tue analisi e proposte politiche. All'indomani dell'alleanza tra Margherita e DS, ho scelto di non aderire al PD per vari motivi, primo fra tutti per "come è avvenuta". Ciò non mi impedisce di seguirne la sua evoluzione e proprio riflessioni disinteressate e coraggiose come la tua, mi aiutano a verificarmi sulla scelta di collaborare con coloro che, insieme a Tabacci operano per la nascita di un soggetto politico di Centro.
Scritto da Federico Quaglini il 23/1/2009 alle 12:28
Come sempre la tua franchezza e la tua lucidità sono disarmanti, questa volta sono lanche l'unica luce in questa foschia politica che non si riesce o non si vuole diradare, e se continueremo così credo che numericamente parlando otterremo molto poco, anche perchè un risultato parzialmente positivo alle prossime amministrative potrebbe momentaneamente nascondere I nostri limiti. Alla prossima Beniamino tovagliari
Scritto da Beniamino Tovagliari il 24/1/2009 alle 15:47
Complimenti. Sono d'accordo quasi al 100%. Bisognerà giungere al dunque anche sulle questioni bioetiche, ma si può fare. Dici " le decisioni devono essere prese facendo partecipare il corpo del PD, almeno nella sua classe dirigente nelle regioni e nelle provincie". Io non sono proprio sicuro che anche a questi livelli non esistano "incrostazioni" di tipo nazionale. "l'aria della partecipazione creativa" che tu giustamente invochi si deve respirare incominciando a riunire e ad ascoltare gli iscritti, quelli che vogliono spendersi per il nuovo PD. Un Mosè ci vuole. Per ora l'abbiamo sceltp. Il problema è che troppi voglio fare il Mosè senza indicarci quale strada essi ci propongono per attraversare il deserto. Ci facciano leggere le loro tavole ( se le hanno ). Un caro saluto.
Scritto da Ambrogio Vaghi il 24/1/2009 alle 19:31
Caro Giuseppe, con le domande e i ragionamenti che ti ho mandato dopo aver ascoltato la tua riflessione (che poi hai messo sul blog) non intendevo parlare della volontà che tutti abbiamo di rafforzare il PD. Il problema è il come possiamo farlo: come si dice, non basta volerlo ('il cuore ce lo abbiamo tutti dalla parte giusta') ma sono le idee che non sempre funzionano. Allora io mi chiedo se serve ancora tra di noi guardare indietro, insistere sul vizio di orgine alle primarie (che ormai è un anno e mezzo che sono state fatte), o sulle nostre provenienze, con quelli che notano i difetti dei DS romani (D'Alema e Veltroni) o quelle dei DL (non meno romani) senza accorgersi che sono proprio questi discorsi che i nostri non vogliono pià sentire, ( anche perchè mica possiamo far finta di accorgerci solo adesso di che storia c'è dietro a ciascuno dei nostri dirigenti con più di 50 anni. In parole povere ti chiedevo: posto che tutto questo e i limiti del nostro passato ecc. li abbiamo ben presenti tutti, cosa diciamo di nuovo e di unificante? Con quale limguaggio di speranza (Obama) parliamo ai nostri elettori tutti (non ciscuno al suo vecchio target)? ecco quello che nella tua riflessione non ho trovato e su cui ti, scusa l'insistenza, ti continuo a stressare. con amicizia Roberto
Scritto da Roberto Caielli il 24/1/2009 alle 21:07
Ringrazio tutti voi che siete intervenuti dando vita ad un dibattito ampio, vivace e molto significativo. Naturalmente non posso rispondere a tutti, non ne sarei neanche capace. Alcune considerazioni specifiche le ho gia fatte, altre continuerete a trovarle sul blog. E' un confronto alla pari. Io ho le mie opinioni, voi le vostre. Questo è il bello del nostro dialogo pubblico. E voglio portarlo avanti con tutti, anche con chi non è del PD.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 25/1/2009 alle 11:33
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