Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 3/2/2009 alle 15:29

Ho già dedicato molto spazio ad Eluana e alla legge sul Testamento biologico. Questi sono giorni di polemiche aspre e le discussioni spesso hanno un che di astratto e di accademico. Riporto qui una testimonianza istruttiva e toccante di un genitore che conosco bene e che stimo molto. Me l’aveva scritta il 30 settembre scorso dopo uno dei miei post e l’avevo tenuta riservata. Ne pubblico oggi ampi stralci per tutelare il più rigoroso anonimato.
E lo ringrazio moltissimo per la dolorosa testimonianza.
“Caro Giuseppe […] tu sai che anch'io da anni devo confrontarmi con realtà non troppo lontane da quella di Eluana. Situazioni che talvolta mi tengono sveglio la notte. […] Poiché mio figlio non può comunicare, certi suoi momenti di insofferenza mi inquietano perchè non so se dietro l'insofferenza c'è anche la sua sofferenza. Ecco, questa è la parola chiave e nel caso di Eluana, delle tante Eluane, mi pongo delle riflessioni che, come mi sembra di capire succeda anche a te, mi trovano in disaccordo con il fondamentalismo cattolico, che mi sembra spesso basato più su un bisogno di autoidentificazione che altro. Il ragionamento sottostante mi sembra essere del tipo: “i genitori non ce la fanno? Subentriamo noi”, e allora ecco tanta carità pelosa pronta a intervenire in soccorso. Ma io dico: oltre al dolore e alla fatica dei genitori (d’accordo, non si è mica obbligati ad essere tutti martiri, ma vado oltre questo aspetto), queste anime belle considerano anche il dolore, la possibile sofferenza del malato/a? Si potrà discutere se sia giusto o meno che chi sta attorno si condizioni così brutalmente la vita, anche perché qui “non ci sono vacanze”, ma che diritto abbiamo di imporre la sofferenza a vita al malato gravissimo?

Un abbraccio. Alex"

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 24 commenti -
Una testimonianza che fa meditare, seria e sofferta. Di questi casi ce ne sono tanti in Lombardia e in Italia. La propaganda politica è del tutto fuori luogo e deve essere sconfitta.
Scritto da Luisa Cardin il 3/2/2009 alle 16:29
Fai bene ad insistere su questi problemi. Io concordo con la tua impostazione ma direi la stessa cosa se pensassi diversamente.
Scritto da Andrea il 3/2/2009 alle 17:03
Parlare a vanvera è un conto, confrontarsi con la dura realtà è un altra cosa. Ringrazio anch'io la persona che ha portato questa testimonianza.
Scritto da Loredana il 3/2/2009 alle 17:15
Io non posso sapere che cosa si prova in quelle condizioni. Nessuno di noi può saperlo. Nemmeno quelli che si sono “svegliati” dopo qualche tempo, perché non lo ricordano, nel migliore dei casi, o addirittura perché permangono in stato vegetativo anche se a occhi aperti. So solo che Beppino Englaro è tornato nella sua terra di origine dove alcune persone, che dai cognomi si capisce provengono dalle sue montagne (i carnici sono ancora più “duri” dei friulani), vogliono dargli una mano a rispettare la volontà della figlia e a liberarla dalla schiavitù di un corpo-macchina/non-vita. Perché a Lecco una donna esponente del Movimento per la vita si è arrogata il diritto di dire “so che Eluana non vuole morire e visto che non può urlarlo lei, lo grido io”? E un assessore regionale si è mobilitato per impedire la partenza dell’ambulanza, mentre non si è mai visto alzare un dito per situazioni di difficoltà o degrado che colpiscono quotidianamente persone vive e realmente sofferenti? E perché a Udine nessuno si è permesso di fare il “cinema” fuori dalla casa di riposo – perché questo è storicamente La Quiete –, ma solo il vescovo ha fatto semplicemente il suo mestiere e invitato a desistere? Perché i friulani sono fatti così: nessuno si permette di intromettersi negli affari degli altri. Cioè sono così introversi da avere un profondo rispetto per le scelte altrui, qualunque esse siano, condivisibili o meno. Mai si sognerebbero di dire cosa pensa la figlia vegetale di una persona che nemmeno conoscono. Sì, i friulani. I cattolicissimi, “bianchissimi”, democristianissimi friulani. E questo io lo so.
Scritto da Laura S. il 3/2/2009 alle 17:30
Quelle su Eluana Englaro non sono sentenze ma decreti ed atti di volontaria giurisdizione. Il suo non è uno stato comatoso ma uno stato vegetativo persistente (ma non irreversibile) La sua sarà una morte orribile: altrimenti perché sedarla. Almeno la menzogna, stia lontana da questo caso!! www.splendor.splinder.com
Scritto da Francesco il 3/2/2009 alle 17:37
Sono triste per Eluana e i suoi genitori, così duramente provati. Spero che ora cali un rispettoso silenzio. Chi ha ragione? chi torto? non lo sò tutti fanno parlare, spero, la propria anima. Ora però sarebbe saggio evitare di arrivare a scene parossistiche. In futuro probabilmente ci saranno altri casi come quello di Eluana, cerchiamo di imparare nuovi modi per dialogare, capirci e crescere. Un abbraccio ad Alex, di più non posso fare, spero in un futuro migliore per e i tuoi cari.
Scritto da Lele il 3/2/2009 alle 18:20
Le scene di Lecco con i cattolici dei vari movimenti di base che protestano contro il trasferimento di Eluana mi hanno fatto male perchè anch'io sono cattolico. Ringrazio Giuseppe per aver cercato di inquadrare la triste vicenda in modo onesto e aperto.
Scritto da Lorenzo il 3/2/2009 alle 19:09
Ti ringrazio, caro Adamoli, perchè io sono una cattolico che non voglio essere assimilato a quelli che pretendono di decidere la vita degli altri. E con te mi sento in buona compagnia. Alex, con la sua testimonianza dovrebbe far riflettere tutti. Ci sono certamente testimonianze di segno diverso che io rispetto. Ma anche queste devono essere prese in considerazione.
Scritto da Francesco C. il 3/2/2009 alle 19:15
Torno adesso dal lavoro. Oggi abbiamo discusso di questo caso. La maggioranza dei cattolici non la pensa come quelli che hanno dimostrato a Lecco. Ringrazio Alex e condivido Laura S.
Scritto da M.C. il 3/2/2009 alle 19:18
Ammesso e non concesso che quello di Eluana sia un omicidio, per la legge sarebbe reato, ma visto il pronunciamento della Corte, significa che l'atto o non è un omicidio, oppure lo è ma per questo caso si fa una deroga: è quindi "legale". I cittadini cattolici, oltre le leggi, dovrebbero osservare le norme religiose, il comandamento non uccidere. Il dio di ebrei e cattolici si rivolge a loro, dicendo a loro di non uccidere. Non mi pare che ci sia un comandamento che dica "non far uccidere".
Scritto da Silvano Madasi il 3/2/2009 alle 19:30
Di sicuro chi difende, a prescindere dal testamento di Eluana, il mantenimento di questa sua NON VITA o NON MORTE, non ha mai avuto vicino persone come quelli di molte famiglie tra cui quella di Alex. Mi chiedo:" difenderebbero allo stesso modo ELUANA se avesse 99 anni?" e se fosse una persona: Condannata per reari gravi o Sieropositiva o Pazza o peggio ancora... se fosse una IMMIGRATA CLANDESTINA; avrebbero la stessa FERMA visione ?
Scritto da Alessandro Z il 3/2/2009 alle 19:55
Grazie Alex e grazie Giuseppe. Basta così per esprimere il mio punto di vista.
Scritto da Angela il 3/2/2009 alle 19:56
Ho sentito al TG1 un Cardinale parlare di mano assassina. Mi pare una crociata ingiusta. La chiesa ha il diritto di insegnare i propri precetti ai fedeli ma non di andare oltre questo.
Scritto da Ambrogio il 3/2/2009 alle 20:37
ringrazio Giuseppe Adamoli dell'opportunità di questa testimonianza e di questa riflessione. Io e mia moglie con in nostri figli di 12 e 10 anni ne parliamo ogni giorno la nostra opinione si forma attraverso il confronto con loro e con la sofferenza immaginiamo immane che la famiglia di Eluana prova. Condivido la maggior parte dei commenti che ho letto, ringrazio ancora Adamoli per lo spazio di liberta e confronto che offre.
Scritto da angelo ruggeri il 3/2/2009 alle 22:38
Non trasformiamo questa discussione impostata bene da Adamoli e Alex in una diatriba ideologica. Il loro messaggio è quello di una carezza di umanità. Questo è ciò che conta.
Scritto da Roberto il 3/2/2009 alle 22:41
Da laico dico che il modo di affrontare questo tema da parte di Adamoli mi piace, anche se i contenuti non li condivido fino in fondo. Vorrei un'affermazione più forte della laicità dello Stato. Ma mi basta il metodo corretto.
Scritto da Bortoluzzi il 3/2/2009 alle 22:44
Aveva ragione Adamoli qualche giorno fa. Eluana diventata terreno di conquista ideologica fra laici e cattolici. Le colpe stanno da tutte e due le parti.
Scritto da Giuseppe il 3/2/2009 alle 22:53
Io, come penso Beppino, ho generato mia figlia perchè potesse godere della vita, consapevolmente. Se avessi saputo che oltre la metà della sua esistenza sarebbe stata inconsapevole, o peggio, consapevolmente prigioniera, non l'avrei mai generata: per fortuna a mia figlia questo non potrà più succedere.
Scritto da Silvano Madasi il 4/2/2009 alle 00:41
"ma che diritto abbiamo di imporre la sofferenza a vita al malato gravissimo?".... E CHE DIRITTO ABBIAMO DI IMPORRE, INVECE, LA MORTE?????? Allora perchè non ammazziamo tutti quelli che soffrono nel mondo?! MA CHE DIRITTO ABBIAMO DI IMPORRE QUALSIASI COSA???? Ho letto di un signore russo che si è svegliato dopo 30 anni, la moglie lo cambiava di posizione ogni mezz'ora... sarebbe certo stato più comodo farlo morire, invece lei lo ha accudito con amore, per 30 ANNI!
Scritto da Laura il 4/2/2009 alle 08:53
Ricondurre il caso Eluana ad una contrapposizione laici-cattolici è fuorviante. Molto più probabilmente è un caso di mala-giustizia: la volontà di E. non è certa, ma "certificata" dalla sentenza di un tribunale. Se in gioco ci fosse stata una eredità miliardaria (ma la vita non vale di più?) immaginatevi cosa si sarebbe scatenato. Ai frequentatori di questo blog suggerisco la lettura della testimonianza di Salvatore Crisafulli su www.rmfonline.it. Perchè Adamoli non cita anche questa fonte?
Scritto da Ettore Frangipane il 4/2/2009 alle 09:31
Ho apprezzato il primo commento di Laura S., molto meno il secondo. E' chiaro che Alex voleva provocare una riflessione a 360 gradi. Il suo dolore da anni non è neanche misurabile da chi non è sottoposto a queste prove che lui sopporterà per tutta la vita naturale del figlio (o della figlia). Così io credo. Comunque io sostengo lo sforzo (anche di questo blog) di portare questi problemi alla discussione pubblica di tutti noi.
Scritto da Luigi Corsi il 4/2/2009 alle 09:59
Rispondo a Luigi Corsi. Io ho fatto solo un commento. L'altra Laura - che non condivido - non sono io, che mi firmo Laura S. (non per nulla). Grazie
Scritto da Laura S. il 4/2/2009 alle 12:31
Prendo nota e mi scuso per l'errore con Laura S.
Scritto da Luigi Corsi il 4/2/2009 alle 23:15
CARO Adamoli, il caso Eluana e gli sviluppi che ne derivano animano, talora intossicano la politica nazionale. Localmente ho voluto prendere personalmente posizione sull'argomento,...opinione come tante,tutte discutibili. Puoi trovarne riscontro consultando il BLOG. L'ALTRATRADATE. Cordialmente Fabrizio Piacentini
Scritto da Fabrizio Piacentini il 8/2/2009 alle 16:23
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