Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 14/2/2009 alle 12:30

Lorenzo mi ha scritto ieri sul blog: “Tu difendi la tua memoria storica. Nel PD c'è chi dice che bisogna dimenticarle. Come la mettiamo?"
Ribadisco ed amplio ciò che ho scritto l’altro ieri nel post su Aldo Moro. La mia memoria è fatta di fede nella Costituzione Repubblicana. Di scelta della democrazia occidentale. Di concezione laica delle istituzioni. Di partecipazione ai movimenti cattolici. Perché mai dovrei rinunciarvi?
Riporto qui le parole scritte ieri da Luciano Violante in un articolo sulle foibe scritto per il Riformista. Violante dice: “…. Si è parlato spesso di memoria condivisa. Ma la memoria per ciascuno di noi è il proprio personale rapporto con la storia generale e con le vicende della propria vita. E’ perciò difficile che sia condivisa. L’identità deve essere condivisa, non la memoria”.
Queste parole le sottoscrivo totalmente. L’importante è che la memoria non venga piegata alla contemplazione del passato, ma serva a costruire un futuro migliore. Tutto ciò vale anche per l’identità del PD che deve essere ancora affermata con un grande sforzo di elaborazione e convergenza culturale.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 10 commenti -
La memoria storica, la tradizione sono le basi solide per un partito. Questa è la differenza tra il PD (Partito Democratico) e il PdL (Popolo del Lifting). A proposito, ultimo acquisto del PdL: Clemente Mastella per le Europee. Da tenere a futura memoria...
Scritto da Adriano il 14/2/2009 alle 17:55
Spiegazione convincente. Le memorie sono quelle che sono. E' rilevante metterle al servizio di una idea di futuro.
Scritto da Il pirata il 14/2/2009 alle 19:00
Con una certa sofferenza devo riconoscere di essere d'accordo con te e con Violante. Il suo disagio sulle foibe è anche il mio.
Scritto da Un ex DS di sinistra il 14/2/2009 alle 19:10
Efficace il titolo. La contemplazione del passato è sempre un fatto negativo. Imparare dal passato è un segno di intelligenza. E cambiare idea può essere oltre che giusto anche molto utile.
Scritto da Loredana il 14/2/2009 alle 21:17
Non sono un militante del PD, tuttalpiù potrei essere un elettore. Quando sento Veltroni dire che siete un partito "plurale" mi sforzo di capire e credo di riuscirci. Ma le culture diverse, come ti ho sentito dire qualche volta, devono fare uno sforzo di convergenza per giungere ad una identità condivisa, altrimenti addio partito unico e nuovo. La memoria invece è quella che è e non si può cancellare.
Scritto da Bortoluzzi il 14/2/2009 alle 21:33
I concetti che esprimi sono nobili. Tieni però conto che c'è memoria e memoria. Quella dei fascisti e quella dei comunisti delle foibe non sono da contemplare ma da dimenticare totalmente. (Grazie della citazione e della risposta).
Scritto da Lorenzo il 14/2/2009 alle 22:50
O.T. la cassa integrazione si stà espandendo a vista d'occhio, la crisi incomincia a mordere anche me, vorrei leggere il suo pensiero su questo problema che accomunerà molti di noi nei prossimi mesi. Tonino Como
Scritto da Tonino il 15/2/2009 alle 03:57
Mah, costruire il futuro dimenticando la memoria è un'operazione sempre perdente. Il dovere è andare verso il futuro con la capacità di correre dei rischi, questo si.
Scritto da Monti L. il 15/2/2009 alle 09:58
Violante ha parlato di grave imbarazzo per essere stato comunista. Tu hai sorvolato su questo aspetto comprensibilmente. Eppure anche lui ha detto quello che tu dici sempre e cioè che le memorie non si cancellano e non si condividono con tutti. Approvo, è l'identitatà nazionale e poi quella di partito, per chi aderisce ad un partito, che bisogna condividere.
Scritto da Bianchi R. il 15/2/2009 alle 11:51
Sono completamente d'accordo... il problema che vedo nel Pd (mi interessa quello del mio partito) è quello legato a certi atteggiamenti che non prevedono la diversità di opinione (è spesso radicato in certi esponenti legati a una vecchia visione della sinistra elitaria - vedi Repubblica) che non contemplano la diversità di vedute. Il pd se vuole prendere più del 20% deve essere per forza plurale. I democratici americani insegnano ...
Scritto da ale il 16/2/2009 alle 09:18
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