Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 22/2/2009 alle 13:04

Qualche giorno fa ero molto preoccupato ed amareggiato. Un poco lo sono anche adesso. Il compito che sta di fronte a noi, non solo a Dario Franceschini, resta molto arduo. Il pessimismo però non mi aveva travolto. La ragione  è semplice, nella mia testa vedo due e più storie di donne, di uomini, di idee che vogliono confluire in un unico grande alveo. Sono già, per molti versi, un partito in natura. Basta riconoscerle per quello che sono, queste storie,  non disperderle o deformarle. Hanno le loro radici, le loro connotazioni, i loro limiti e difetti. A volte vorrebbero adagiarsi sulle  loro abitudini fin troppo comode ed egoistiche. Alla fine prevale però la voglia di guardare avanti e perciò chiedono di essere strutturate e guidate. Non vogliono una guida troppo saccente. La vogliono autorevole e ferma, per essere condotte alla battaglia vincente con l’avversario. Se una leadership non ce la fa, se ne accetta un’altra, anche se viene dall’altra storia. Questo fatto è la dimostrazione della fondatezza del disegno unitario. I valori e principi ci sono, come la grande passione civile e politica. Occorre un piano d’azione. A questo serve la leadership.
Franceschini sarà il leader giusto? Lo conosco, mi sono anche scontrato con lui in più di una occasione. Mi sento di dire che è leale, meno romantico e sognatore di Veltroni, più concreto e roccioso. Non ha ancora il carisma del leader, questo è vero. Però, attenti, c’è una grazia della carica, che è un dono importante per chi lo sa ricevere con umiltà. Franceschini porta sempre con sè, nel suo studio, la foto di Benigno Zaccagnini. Anche lui non era, quando fu eletto segretario, un leader carismatico. L’aveva voluto Moro, da cui all’inizio era guidato. Poi è divenuto un leader autentico ed amato. Epoche e partiti diversi con una comunicazione politica non paragonabile, certo che lo so. Intanto, io dico,  via le riserve mentali. Poi arriverà  il congresso e lì tireremo le somme tutti insieme.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 15 commenti -
già che al PDL non è piaciuto, per me è gia un buon segno.
Scritto da lele il 22/2/2009 alle 13:12
Confesso che quando è stato presentato il ticket Veltroni-Franceschini, con delusione, l'avevo visto come un accordo tra i "potenti", perciò da allora sono stato critico. Ieri l'ho sentito trasformato, con un cipiglio duro. Speriamo. Ora deve passare dalle parole ai fatti. Speriamo che riesca ad arginare l'influenza dei capoccia locali e faccia piazza pulita di nani, ballerine e leccaculo. E' durissima ma, se non ora... mai più!
Scritto da Lele il 22/2/2009 alle 13:24
Perfetto. Sono pienamente d'accordo con te.
Scritto da Ambrogio Vaghi il 22/2/2009 alle 13:41
Mi piace leggerti, lo dico spesso anche ad una mia amica che non è del PD. Io stessa vacillo.
Scritto da Marilena M. il 22/2/2009 alle 14:06
Grazie della difesa anche della mia storia. Così si deve fare. Le storie nin si cancellano.
Scritto da Un ex DS di sinistra il 22/2/2009 alle 14:20
Mi pare un inizio tutt'altro che buonista. Meno male, ce n'è bisogno.
Scritto da ema il 22/2/2009 alle 17:32
Tra le dichiarazioni e i commenti che ho letto oggi sui giornali questo è quello più centrato. E' positivo senza essere troppo ottimistico. Mi sembra lo spirito giusto.
Scritto da Giorgio F. il 22/2/2009 alle 17:48
Interessante il concetto della "grazia della carica". Speriamo che funzioni. Ieri hai messo però il dito sulla piaga, i maggiorenti non hanno parlato, soprattutto D'Alema e Bersani, che ha confermato la sua candidatura. Mah!
Scritto da Lorenzo il 22/2/2009 alle 18:20
Dimenticavo, bello anche il concetto delle storie diverse che trovano un unico alveo. Comincio ad avere fiducia.
Scritto da Lorenzo il 22/2/2009 alle 18:25
Mi impressiona sempre l'intelligenza delle tue riflessioni, anche quando non le condivido, come sul caso Eluana. Credo che sia questo il successo del tuo blog.
Scritto da Renato il 22/2/2009 alle 18:58
Sei sicuro che Franceschini sia la scelta giusta? Era l'ombra sbiadita di Veltroni, se lui ha fallito il vice non è esente da colpe. Io avrei preferito un'altra soluzione ma non Bersani, lui no, ha Veltroni sulla coscienza. L'avrei votato alle primarie del 14 ottobre, ora non più.
Scritto da Roberto il 22/2/2009 alle 21:02
Condivido ed invito a prendere nota delle parole evidenziate in grassetto che valgono per coloro che quel percorso lo hanno vissuto e aderito al PD senza se e senza ma. Altri imparino o ritornino a pensare ed esprimersi con l'umiltà e la pacatezza dovuta al ruolo che hanno avuto.
Scritto da penna42 il 22/2/2009 alle 21:04
Dato che non era possibile fare congresso e primarie, la scelta di Franceschini era obbligata. Capisco che tu lo sostenga come facevi con Veltroni perchè abbiamo le elezioni fra qualche mese. Però Fraceschini non è un leader e tu lo sai benissimo.
Scritto da Giovanni il 22/2/2009 alle 22:56
ieri ho detto che mi era piaciuto il dario, oggi torno da un esame guardo e ancora casini sul testamento biologico,...basta non se ne può più...è quasi ora di mollare tutto. e per farmelo dire a me vuol dire che ci si è proprio impegnati a distruggere tutto.
Scritto da ema il 23/2/2009 alle 17:44
Ho avuto l'occasione di conoscere l'agire di Dario sin dai tempi dei popolari. Il suo percorso è coerente con la sua storia e la sua cultura politica. Personalmente non ho condiviso la scelta di Veltroni delle dimissioni: prima si porta la nave in porto e poi la si abbandona. Spero che i fatti mi daranno torto e la staffetta in piena corsa darà i suoi frutti. Ora i competitor comprendano in fretta che mentre impallinano il segretario in carica colpiscono anche la nave su cui navighiamo tutti.
Scritto da nicola il 24/2/2009 alle 08:39
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