Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 15/3/2009 alle 10:00

Non sono mai stato un lettore quotidiano dell’Unità, ma spesso l’ho letta. Soprattutto quando non era soltanto l’organo ufficiale di PC – PDS – DS, ma esprimeva il confronto di tutto il variegato mondo della sinistra verso il quale guardavo con grande attenzione. Oggi la crisi dell’Unità (nella foto l'attuale direttore Concita De Gregorio) è grave perché è il sintomo di una profonda difficoltà di una certa “idea di progresso” nella società contemporanea.
Sulle fortune editoriali dei giornali raramente ho azzeccato la previsione giusta, per esempio il successo di Libero. Eppure quando l’Unità è stata affidata all’editore Renato Soru (ex Presidente della Sardegna) avevo visto bene. Mi sembrava chiaro che la sua “Unità” sarebbe durata il tempo della sua avventura politica ad alto livello.
Apprendo dai giornali, e da qualche amico bene informato, che la CGIL sta pensando di fare dell’Unità un grande giornale del lavoro. Non so se questa idea avrà le gambe per camminare. Mi sento solo di dire che sarebbe sbagliato, in questa epoca, fare dell’Unità un semplice foglio di partito. Un giornale autorevole e dichiaratamente di sinistra è utile perfino a chi non è di sinistra.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 5 commenti -
Meglio senz'altro un giornale d'opinione che rappresenti il popolo di centrosinistra senza l'obbligo della propaganda a senso unico.
Scritto da Mario il 15/3/2009 alle 17:18
L'Unità dovrebbe trasformarsi completamente. Così serve a poco. Dovrebbero trovare un editore serio che dia libertà alla direzione e alla redazione.
Scritto da Renzo il 15/3/2009 alle 17:50
I giornali di partito non li legge più nessuno ormai, salvo i fedelissimi. Se questo blog è seguito è perchè racconta la politca da un punto di vista che non è quello burocratico dell'ufficialità. L'Unità dovrebbe essere un giornale chiaramente ispirato ma non diretto dal partito.
Scritto da Giacomo il 16/3/2009 alle 10:02
Da popolare e cattolico democratico confesso di non aver letto con assiduità l'Unità. Le poche volte mi hanno appassionato molto gli approfondimenti culturali e di politica economica. Sottoscriverò un abbonamento per sostenerlo, ma nel farlo mi auguro che diventi un giornale libero , un pensatoio critico e oggettivo se necessario. Uno stimolo per il PD a non perdere la rotta. Se diventasse un bollettino di propaganda del partito o peggio di una sigla sindacale perderebbe la sua autorevolezza.
Scritto da nicola il 16/3/2009 alle 10:29
Un ibrido? Se il partito ha qualcosa da dire lo dice lì con la dovuta enfasi, per il resto un giornale aperto a più contributi. Siamo in una fase di trasformazione e ripensamento per tutta l'editoria e questo costringe a intercettare segmenti nuovi.
Scritto da Loris Costa il 31/5/2009 alle 02:57
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