Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 9/7/2010 alle 09:20

Nei commenti al post di ieri sulla giornata del silenzio alcuni si domandano se sono di sinistra, lasciando capire che mi trovano abbastanza fuori posto come collocazione politica. È una vecchia storia che non mi ha mai appassionato. Non mi definisco né “centrista”, né di sinistra. E nemmeno riformista, per la semplice ragione che di riformismi in Italia e in Europa ce ne sono più di uno, quindi vuol dire ben poco. L’unica etichetta che dai tempi della Margherita uso per me stesso, però con parsimonia, è quella di “centrosinistra”.
Così, tanto per marcare un carattere antropologico, una specie di marchio riconoscibile nell’Italia bipolare. Che vuol dire tante cose: la ricerca difficilissima, e mai appagata, dell’uguaglianza nei punti di partenza. Non lasciare soli chi cade e sta indietro. L’idea di una regola - l’autorità dello stato - che deve valere per tutta la nazione, nessuno escluso. Una democrazia che vada oltre la difesa delle libertà individuali  e che  evochi chiaramente scuola, lavoro, diritti e doveri di cittadinanza. Anch’io ho il mio piccolo sogno: che tutti noi si possa essere misurati sui contenuti e non sulle fragili, vecchie e consunte denominazioni d’antan. Di tutto il resto m’importa assai poco.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 26 commenti -
Sono d'accordo e mi riconosco anche in quello che hai scritto. Sinistra e destra sono più posizioni "geografiche". Non a caso se ci guardiamo con un'altra persona la mia sinistra è la sua destra. E' solo una battuta ma per dire che certe vecchie definizioni sono, se non da ababndonare, almeno da non valorizzare troppo. Altrimenti come si spiegherebbe come, secondo molte analisi delle ultime elezioni, molti elettori di Rifondazione sono passati a votare la Lega.
Scritto da mauro prestinoni il 9/7/2010 alle 11:45
Il marchio che tu descrivi per farti riconoscere nell'Italia bipolare è chiaramente di "sinistra". Non la sinistra del secolo scorso ma quella moderna che dovrebbe essere rappresentata dal PD.
Scritto da Lorenzo il 9/7/2010 alle 12:07
sinista destra centro alto basso magro veline velone, e avanti con le etichette. Conta quello che uno porta avanti e dice... molti elettori di destra non sanno nemmeno cosa vuol dire essere di destra, e viceversa elettori di sinistra. Cerchiamo di tornare coi piedi per terra e di non perderci nella classificazione delle cose, ma su cosa sono realmente le cose, altrimenti finiamo come la politica italiana di questi 15 anni, fai e cancella, solo per le etichette destra e sinistra.
Scritto da Federico il 9/7/2010 alle 12:52
Caro Giuseppe, lo statuto del nostro partito cita, tra gli altri, tre elementi distintivi che devono diventare la struttura cromosomica, il DNA del nostro partito. Fratellanza, uguaglianza, libertà (aggiungerei giustizia sociale). Sono concetti vecchi? non più attuali? non penso proprio. Il compito del nostro partito che deve costruirsi una propria forte identità sta nel declinare questi termini modellandoli rispetto alla nostra società e ai bisogni attuali della collettività.
Scritto da Emiliano Cacioppo il 9/7/2010 alle 12:58
Se saremo capaci di dare identità e idealità al PD sono convinto potremo essere riconosciuti senza dover essere “catalogati” in categorie del pensiero novecentesco e potremo sconfiggere i partiti “personali” lontani anni luce da come intendiamo la politica. Un caro saluto.
Scritto da Emiliano Cacioppo il 9/7/2010 alle 12:58
M'associo. Valgono i contenuti. Le definizioni degli schieramenti sono cambiate. Di certo chi è liberale fatica a stare con lo statalismo berlusco-tremontiano o il regionalismo di potere. Anche di stampo leghista.
Scritto da FrancescoG. il 9/7/2010 alle 13:35
Fai bene a non fartane un criccio: dicano quello che vogliono. Ciò che conta è il merito di ciò che si dice e di ciò che si fa.
Scritto da Livio (di Como) il 9/7/2010 alle 13:45
Sono spesso catalogato di sinistra estrema. Mi dovrei offendere? Assolutamente no. Aggiungo che con uno come te farei volentieri lista insieme per qualsiasi istituzione. Che ti qualifichino di centro non m'interessa niente.
Scritto da Uno quasi di Rifondazione il 9/7/2010 alle 13:51
Ho capito, hai sostenuto Bersani ma ragioni quasi come gli ex popolari. La differenza vera è che tu sei di un altro livello. Loro sono senza testa e se non li capeggi tu sono destinati a sparire.
Scritto da Enne enne Varese il 9/7/2010 alle 15:01
Condivido Lorenzo. L'imprinting di sinistra sta nei concetti che esprimi. La polemica è stantia e non cambia lo stato delle cose.
Scritto da Lucky il 9/7/2010 alle 15:06
Caro Giuseppe, l'errore che credo abbiamo fatto in Italia è stato quello di dimenticarci di ciò che avviene in Europa dove il confronto è tra popolari e socialisti. Ma è solo questione di tempo: quando non ci sarà più Berlusconi (e quindi l'antiberlusconismo) anche da noi torneremo a parlare di popolari e socialisti. Con una differenza (non da poco): da noi non ci sono i socialisti, ma gli ex comunisti. Lasciamo perdere destra e sinistra. Ti chiedo: ti senti più popolare o socialista ?
Scritto da Larpi il 9/7/2010 alle 16:30
Mi piace quello che scrive oggi, in particolare "l'uguaglianza nei punti di partenza" oppure “non lasciare soli chi cade e sta indietro” ove vi intravedo una posizione coerentemente cristiana. La trovo sincero quando si definisce di centrosinistra (mentre tutti fanno la gara a rincorrere il centro) e non riformista (ah, finalmente!). Per il suo “adorato” Letta, invece, le categorie “destra” e “sinistra” (con le rispettive varianti centriste) sono obsolete. Saprà sicuramente che Letta ha indicato
Scritto da Mafalda il 9/7/2010 alle 17:09
nella “sensualità” il nuovo criterio per restituire appeal al PD. Già, secondo lui, per vincere, non bastano i contenuti, ma occorre che il partito incrementi la propria “attrattività”, diventando finalmente “sexy”. Questa svolta apre, però, almeno due problemi. Il primo è che un partito sexy dovrà necessariamente essere guidato da leaders con il medesimo requisito. Il secondo problema è che anche su questo terreno il PD sembra giungere con ennesimo ritardo e difficilmente potrà competere con
Scritto da Mafalda il 9/7/2010 alle 17:12
l’erotismo politico degli avversari, dall’escortismo berlusconiano (e il suo Partito dell'Amore) al "celodurismo" bossiano. Su, faccia una risata su queste mie parole. Buona serata.
Scritto da Mafalda il 9/7/2010 alle 17:15
Importante oggi è stare di qua o di la della divisione bipolare. Nei due schieramenti le differenze sono forti anche nei singoli partiti. E' un risultato della fine delle ideologie.
Scritto da Giovanni Piatti il 9/7/2010 alle 17:27
... A niente si può solo rispondere con niente.
Scritto da Filippo Valmaggia il 9/7/2010 alle 18:15
Se destra e sinistra sono terrmini desueti altrettanto lo è quello di centrosinistra. Ha ragione LARPI . La componente cattolica della sinistra DC non ha saputo guardare all'Europa e ha sbagliato direzione. Il tentativo di creare un gruppo europeo Democratici e socialisti è il risultato di quell'errore. Aggiungere al termine sinistra la parola centro non è altro che un modo per salvare la propria storia politica e non identificarsi in un' appartenenza impropria . Per questo Adamoli è stimato
Scritto da cattolico il 9/7/2010 alle 18:23
Interessanti le considerazioni di Mafalda. Le sottoscrivo in gran parte. Non inseguite né la Lega né Berlusconi sull'erotismo politico. Non è serio e sareste perdenti.
Scritto da Luisa Cardin il 9/7/2010 alle 18:53
Piatti fa una considerazione giusta. Abituiamoci ai partiti "plurali" che discutono e si dividono nel merito delle scelte a prescindere dalle posizioni ideologiche e di facciata.
Scritto da Andrea B. il 9/7/2010 alle 19:17
Luisa Cardin scrive: “Interessanti le considerazioni di Mafalda. Le sottoscrivo in gran parte. Non inseguite né la Lega né Berlusconi sull'erotismo politico. Non è serio e sareste perdenti.” Più perdenti di così? Impossibile. Contro l’erotismo di questa destra la sinistra di centro ha contrapposto la gastronomia: mortadelle prima, tortellini ora. Prodi e Bersani non affascinano nessuno. Con quelle facce un po’ così che hanno loro in Emilia (parafrasando Paolo Conte) non si va lontano. Forse a Genova … L’erotismo con il denaro e il sangue sono le leve che muovono il mondo. Io non sono d’accordo ma non faccio politica e chi non capisca ciò è meglio che faccia il salumiere. Mestiere degnissimo (io adoro la bresaola) ma diverso dalla gestione della Cosa Pubblica. “Bersani, per favore, un altro etto e mezzo. Grazie”.
Scritto da Filippo Valmaggia il 9/7/2010 alle 19:26
Quel che è niente per Filippo Valmaggia per me è una cosa importante. In fondo la domanda è questa: ci sono dei caratteri essenziali che dividono la frontiera fra destra e sinistra? Secondo me si. Ed è ciò che rende un sistema bipolare in Italia necessario seppure quello che abbiamo è molto imperfetto e deludente.
Scritto da Il pirata il 9/7/2010 alle 21:06
Di Filippo Valmaggia mi piace come argomenta in modo forbito, non condivido mai i contenuti. Mi domando anch'io, come altri, cosa lo spinge a scrivere su questo blog data la distanza culturale che lo separa dall'autore. Però è un fatto positivo perchè contribuisce a sprovincializzare un blog che è fra i migliori in Lombardia.
Scritto da PD Pavia il 10/7/2010 alle 08:27
Valmaggia non lo ammetterà mai, ma lui scrive su questo blog perché, sotto sotto, i democratici gli piacciono. Se lo facesse su un blog del Pdl e scrivesse come su questo blog gli darebbero addirittura del comunista. E lui questo lo sa.
Scritto da pino s. il 10/7/2010 alle 11:58
Scrivo su questo blog perché Giuseppe Adamoli è un galantuomo ed è una persona gentile, molto simpatica e spiritosa (gli scriventi su questo blog, escluso me, gli somigliano). Ma come politico lo farei arrosto, tanto per continuare la metafora gastronomica. Concordo, in parte, con pino s. D'altro canto io sono un fascista di sinistra.
Scritto da Filippo Valmaggia il 10/7/2010 alle 20:20
Anch’io sono stata definita poco di “sinistra” in seguito ad alcune esternazioni sebbene il mio sangue sia rosso Doc provenendo la mia formazione dal PCI. La verità è che “sinistra” come d’altronde “riformista” sono diventati termini talmente generici da significare ben poco. Credo che addirittura la definizione di “socialista “ per quanto gloriosa sia superata dai tempi, non comprendendo nel suo filone storico, né i diritti individuali (liberismo), né per questione di collocazione nel tempo le moderne battaglie ecologiste. Anche nella parità uomo-donna il socialismo ha sempre marcato il passo, lasciando le maggiori conquiste a esponenti del liberismo ( suffraggette, femministe alla Bonino ecc.) Tutto questo per dire che per quanto mi riguarda io sono stanca di etichette e preferisco guardare i contenuti. Per non dover rivotare Bersani per amore di “etichetta di sinistra” per poi trovarmi un Partito (poco democratico) che cambia lo Statuto in corso d’opera, eliminando quelle primarie con le quali lui stesso è stato eletto! Io questo lo definisco conservatorismo e della peggior specie perché volto solo a preservare l’esistente e la Casta.
Scritto da Maria Rossa il 10/7/2010 alle 23:55
Di Letta mi limiterò a dire che se desidera un partito “sensuale”,”sexi” e “attraente”lui ha già perso la partita, , sarà il caldo ma credo abbia bisogno di una vacanza, magari in Vietnam, così impara a nominarlo invano.
Scritto da Democratica gallaratese il 10/7/2010 alle 23:57
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