Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 25/9/2011 alle 10:34

 

Il card. Angelo Scola torna oggi da arcivescovo nella “sua” diocesi dove ha studiato e mosso i primi passi. Troverà una calorosa accoglienza umana e una grande attenzione critica. Ne abbiamo già parlato. L’aspettativa è enorme anzitutto dal punto di vista religioso ma poi anche da quello civico e civile. E’ giusto e naturale che sia così.
Quando si parla con orgoglio di modello ambrosiano (depurato dalle strumentalizzazioni politiche è un sentimento che condivido totalmente) si fa riferimento ad uno spirito collettivo che è stato forgiato insieme dai movimenti laici e dalle spinte religiose, dall’apertura mentale e culturale di parrocchie, case del popolo, organizzazioni sociali, associazioni di volontariato.
Il civismo milanese e ambrosiano è reso plasticamente visibile dalla concentrazione, in un angolo della città, dei simboli (Duomo, Palazzo Marino, Scala) di questa alta e felicissima compenetrazione di spiritualità, arte, cultura, concretezza amministrativa.
“Scola e Scala” non è un titolo irriguardoso. E’ l’unità religiosa e laica delle virtù ambrosiane della tolleranza, dell’accoglienza, dell’operosità di questa terra.
 

 
Commenti dei lettori: 33 commenti -
Un caloroso benvenuto ad Angelo Scola anche da questo blog.
Scritto da Franca il 25/9/2011 alle 12:22
Bello l'accostamento fra il vento spirituale e la laicità milanese. Senza l'uno e l'altra non si potrebbe parlare di civismo ambrosiano.
Scritto da Bortoluzzi il 25/9/2011 alle 12:41
E' uno di Cl. Fate attenzione, non sarà né come Martini, né come Tettamanzi.
Scritto da Ambrogio L. il 25/9/2011 alle 13:11
Scola è uno dei capi di cielle. Questo qualcosa, sia dal punto di vista teologico che operativo, vorrà pur significare. Poi certo saranno i fatti , come sempre, a parlarci e solo allora potranno essere tracciati giudizi compiuti. Ma i ciellini sono come i sionisti, come i massoni. Chiusi, settari, autoreferenziali ed integristi. Vedrete, purtroppo non c'è da essere ottimisti, ma almeno evitiamo una certa fastidiosa ingenuità.
Scritto da paperoga il 25/9/2011 alle 13:34
Il neo arcivescovo "troverà una calorosa accoglienza umana e una grande attenzione critica": come del resto è sempre inevitabilmente avvenuto per ciascuno dei suoi predecessori. Interessante comunque rileggere il tuo post di giugno (L'Arcivescovo. Grande attesa) e i relativi numerosi commenti.
Scritto da Carlo A. il 25/9/2011 alle 13:37
Ho riletto il post del 29 giugno che hai lincato (il secondo dei due link). La discussione è stata amplissima e molto istruttiva. Oggi sei stato lontano dai temi di quella volta. Evidentemente hai paura di rinfocolare la polemica. Renditi conto che queste polemiche stupide avvengono solo a sinistra. Poi non domandarti perchè scarseggiano i voti cattolici.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 25/9/2011 alle 14:09
Accolto l’invito di @Carlo A., sono andato a rileggere quello che avevo scritto in giugno su Scola (accostare Scala a Scola non è affatto irriguardoso, Giuseppe, ben diverso sarebbe stato se tu avessi scritto scolo). Lo ripropongo con una piccola ablazione, tanto se non mi ricordavo io quello che avevo scritto, figuriamoci gli altri. Ecco: “Settanta commenti, almeno. Tutti per discettare dell’insediamento di un prelato. Troppi, perché non avrà alcuna incidenza sulla nostra vita. Un arcivescovo è un’assenza che va in carica. La sua veste rossa non ci lambirà nemmeno. I suoi occhi non incontreranno mai i nostri. Il suo potere circonfuso ci terrà lontano.”
Scritto da Filippo Valmaggia il 25/9/2011 alle 14:33
In una grande città come Milano, laica e cattolica insieme, è giusto dare una lettura "civica" dell'ingresso dell'arcivescovo. Quella che ne fa Adamoli è forse un poco audace considerato che Angelo Scola nasce ciellino. Ma io vi vedo, più che un atto di fede "laica", un auspicio concreto: che non cambi il civismo di queste lande per responsabilità del capo della Chiesa ambrosiana. Da milanese purosangue sottoscrivo l'auspicio.
Scritto da Il pirata il 25/9/2011 alle 15:47
Alle virtu' di questa terra, aggiungerei anche la questione dell'onesta'; onesta' a tutti i livelli; oltre a predicare accoglienza, rispetto per il diverso etc., c'e' il problema che il collante di una societa' e' il rispetto delle regole morali e giuridiche di comportamente e rispetto reciproco. Regole che vincolano tutte le istituzioni di una comunita' e tutti i suoi componenti. Ho l'impressione che questo collante a volte venga meno. Spero che il Card. riesca a dare un contributo importante.
Scritto da Andreus il 25/9/2011 alle 15:59
@Tuo ex sostenitore - Sarai pure un ex "amico politico" e mi dispiace ma noto che sei ancora perlomeno un affezionato lettore e questo mi fa piacere. La differenza fra il post di oggi e quello del 29 giugno è profonda. Allora si discuteva della scelta del Papa e della matrice ciellina di Angelo Scola. Questa mattina ho voluto dare il benvenuto al nuovo arcivescovo sottolineando il benefico influsso della chiesa ambrosiana sullo "spirito" civico milanese e Lombardo. Ad altri ben più attrezzati di me l'analisi dei profili più religiosi e spirituali.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 25/9/2011 alle 16:06
"Al nuovo Pastore toccherà di guidare un ampio gregge,bisognoso di esempi,guida,fiducia e speranza..." Come non guardare a lui oggi con medesimi sentimenti positivi. Auguri. Fabrizio.
Scritto da Fabrizio Piacentini il 25/9/2011 alle 16:24
Carlo Maria Martitni, ex arcivescovo di Milano, oggi sul Corriere parlando di ciò che avviene nell'animo di qualcuno nominato Vescovo ha scritto: "il suo cuore si dilata a misura del compito ricevuto e la sua vita cambia". Il card. Martini è stato per anni la guida spirituale della sinistra. Abbiate rispetto almeno per le sue parole.
Scritto da Bianchi Giò il 25/9/2011 alle 17:23
@Andreus - Ti ringrazio dell'integrazione a proposito del rispetto delle regole morali e giuridiche. Condivido anche il tuo auspicio sul contributo importante che può dare il card. Scola.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 25/9/2011 alle 18:42
Questa mattina sui giornali c'erano molte riflessioni di carattere religioso. Questa interpretazione più sociale secondo me è utile.
Scritto da Cittadina cattolica il 25/9/2011 alle 19:05
E' vero che hai fatto una vita intera a Milano ma parla di più di Varese. Per esempio Luisa Oprandi è sparita. E' colpa del partito o si è eclissata da sola? Non sono cose da niente per il Pd.
Scritto da G.S. il 25/9/2011 alle 19:17
Nel lontano 1954 l’ingresso a Milano dell’arcivescovo Montini fu salutato da una città coesa indicata come capitale morale della nazione oltre che come centro del mondo del lavoro. Volle essere l’arcivescovo dei lavoratori e difatti visitò fabbriche (ormai scomparse) e quartieri operai (demoliti)e portò con sé, come papa, questa preziosa esperienza a cui può essere ricondotto l’impegno per le grandi encicliche sociali (la “Populorum progressio” e la “Septuagesima adveniens”) e l’ apertura al mondo con la continuazione e la conclusione del Concilio Vaticano II. Il cardinal Scola trova una Milano diversa che, attraverso le metamorfosi di “Tangentopoli” e del “Rubygate”, è diventata forse la capitale della finanza ma niente di più. Sono rimasti in pochi i lavoratori “protetti”, sostituiti da precari a mille euro al mese e dagli immigrati che si accontentano anche di meno. A questo popolo disperso vorrei che Scola (ho scoperto dai giornali che è stato un mio “discepolo” in quanto redattore dell’edizione lecchese del periodico “Michelaccio” da me fondato e diretto) dicesse della dignità del lavoro e della sua sacralità, quanto la vita che serve ad alimentare. Vorrei che non attestasse la Chiesa ambrosiano sulla sola difesa dei principi non negoziabili ma la impegnasse anche nella affermazione dei valori umani e cristiani. Vorrei che ricordasse che il “Regno” non è rimandato all’ “al di là”, ma è già cominciato “qui ed ora” e che, sulla parola di Gesù, noi dobbiamo sperare in “cieli nuovi e in una nuova terra”.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 25/9/2011 alle 20:02
Da uno scritto autobiografico del cardinale Scola ho tratto il brano che segue, e che mi ha conquistato. Ho conosciuto i camionisti come il padre di Scola, quando lavoravo alla Michelin a Perugia ed Arezzo negli anni '50, e quei loro camions senza servosterzo, molti dei quali residuati bellici USA. Erano quasi tutti per Nenni e per Togliatti e io ero iscritto al PCI. «Mio padre [camionista] mi ha dato il senso del viaggio e il gusto del lavoro. Guidava un Fiat 626 che faceva al massimo 37 chilometri orari. Allora non c’era il servosterzo, doveva girare le ruote a forza di braccia e gli erano venuti due muscoli così!... Fu un nenniano di ferro, almeno fino a quando Pietro Nenni non varò il centrosinistra con la Dc: ci restò malissimo. La passione per il popolo l’ho presa da lui. Gli devo molto. Compreso il fatto che, essendo un socialista massimalista, mi ha fatto studiare perché L’Unità e l’Avanti! raccomandavano di mandare i figli a scuola... Si ammazzò di lavoro, per farci studiare...  Probabilmente a 11 anni sarei finito anch’io, come tutti i miei compagni delle elementari, a lavorare, se mio padre non mi avesse  insegnato che studiare era molto, molto importante. Permettendomi così di iscrivermi al liceo classico...».
Scritto da ulderico monti il 25/9/2011 alle 22:33
Il modello ambrosiano di cui parli non c'è quasi più. Formigoni da più di 15 anni se ne strabatte del civismo come tu lo presenti e 5 anni di Letizia Moratti hanno fatto il resto. C'è da sperare in Pisapia? Non lo so, lo spero ma non mi convince.
Scritto da Colombo Carlo il 25/9/2011 alle 22:52
@Filippo Valmaggia, perchè questo livore verso i prelati cattolici. Come fai a dire che "Un arcivescovo è un’assenza che va in carica. La sua veste rossa non ci lambirà nemmeno. I suoi occhi non incontreranno mai i nostri. Il suo potere circonfuso ci terrà lontano.” Non cosa cosa farà il nuovo arcivescovo ma Tettamanzi aveva un calore umano, per parlare solo di questo, eccezionale.
Scritto da Giacomina il 25/9/2011 alle 23:11
Se fra alcuni anni la collaborazione fra curia vescovile e amministrazione Pisapia avrà dato i frutti sperati potremo ancora parlare di modello ambrosiano positivo altrimenti registreremo un'altra sconfitta sociale e politica. Io la temo molto. Di questi tempi vedo tutto nero.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 25/9/2011 alle 23:26
Ma cosa c'entrano signor @Ulderico Monti le origini di Scola, cosa ci dimostra l' origine semplice e popolare del nuovo Arcivescovo che Lei qua ha esibito con un misto tra orgoglio e convinzione? Per me dimostrano soltanto "un bel nagutin d'or".
Scritto da paperoga il 25/9/2011 alle 23:35
@ G.S. - Parlo troppo di Milano, è questo che vuoi dire? Ti elenco qualche motivo. Uno, moltissimi lettori seguono il blog da Milano. Anche al netto dei pendolari ne resta un buon numero fuori dalla nostra provincia. Due, nel caso del post di oggi, la diocesi ambrosiana comprende anche Varese. Tre, se parlo di Varese la cosa interessa i varesini o i varesotti, se parlo di Milano interessa tutti anche Varese. Su Luisa Oprandi - ma io non ho incarichi operativi nel Pd - posso dirti che mi risulta stia facendo un ottimo lavoro sia amministrativo che politico.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 25/9/2011 alle 23:57
Egregio signor Paperoga (ma chi è paperoga?), le origini operaie del cardinale non dimostrano niente, o forse si. Come ad esempio le origini operaie di Adamoli. Io, delle mie origini operaie, non me ne dimentico e non avendo ali per volare alto, m'accontento delle mie emozioni elementari e razzolo raso terra. Mi piace immaginare che in un ipotetico incontro con il cardinale, potrei scambiare due parole sul Fiat 626 di suo papà. Chissà che gomme montava? Michelin o Pirelli?
Scritto da ulderico monti il 26/9/2011 alle 06:36
L'arcivescovo ieri ha parlato di Milano come del "crocevia dell'incontro con l'altro". E' la sintesi del suo programma per la città. Positiva e costruttiva.
Scritto da Francesca Colombo il 26/9/2011 alle 09:34
Chi, come Ulderico Monti, si pavoneggia delle sue origini operaie, dovrebbe conoscere altri pennuti che rappresentano l’arte popolare del fumetto. Paperoga, un papero antropomorfo della famiglia Disney, è uno di questi.
Scritto da Filippo Valmaggia il 26/9/2011 alle 09:42
Scola ieri si è sforzato di mettersi in continuità con Tettamanzi ma resto del parere che l'unico rappresentante istituzionale milanese e lombardo che ha motivo per gioire è Roberto Formigoni.
Scritto da Ambrogio L. il 26/9/2011 alle 09:47
@Signor @ulderico monti, nessuno mette in discussione le origini. di tizio, caio o sempronio. Ho letto il libro di Adamoli e ho scoperto una parte della sua vita che non conoscevo. Interessante. Detto questo , tanto per fare un esempio prosaico, ma non impertinente, molti dittatori ed importanti personaggi storici avevano origini umili. Poi la loro politica (e anche quella di un Arcivescovo lo è), è altra cosa. Rimango preoccupato, ma al tempo stesso, spero di essere smentito dai fatti.
Scritto da paperoga il 26/9/2011 alle 09:58
Devo una risposta a @Giacomina. La Chiesa è un potere intangibile, delle sue colpe millenarie, dei suoi crimini osceni ho già scritto, così come dei suoi meriti, questi legati al salvamento e alla conservazione della cultura classica, per altro vituperata per secoli da tutti i sinodi. Il “calore umano” di Tettamanzi credo derivi dal suo metabolismo basale, sicuramente altissimo come quello di tutti i grandi mangiatori. Oppure dalle sue origine contadine: i venditori di uova dovevano essere affabili per forza, onde riuscire a piazzare un prodotto di così larga diffusione.
Scritto da Filippo Valmaggia il 26/9/2011 alle 10:26
Grande discorso ieri in Duomo del card. Scola. Se non avesse i precedenti ciellini che tutti conosciamo sarebbe stato accolto bene anche dalla sinistra. E' sbagliato comportarsi in questa maniera.
Scritto da Bernascono Luisa il 26/9/2011 alle 10:51
@Camillo Massimo Fiori ha scritto :" Vorrei che non attestasse la Chiesa ambrosiana sulla sola difesa dei principi non negoziabili ma la impegnasse anche nella affermazione dei valori umani e cristiani". Poco prima Fiori aveva parlato di poveri, lavoro, operai, immigrati. Approvo le sue parole.
Scritto da Piera Giudici il 26/9/2011 alle 11:26
Condivido @Camillo Fiori e @Piera Giudici.
Scritto da Gianfranco il 26/9/2011 alle 13:17
@Filippo Valmaggia va giù un po' pesante. Apprezzo spesso i suoi interventi precisi ed intelligenti. Al di là delle teorie lombrosiane meglio distinguere subito uno come Scola da uno come il Tetta. Filippo, se posso permettermi di chiamarlo in questo modo, pensa che essere buoni, perbene e disponibili con gli altri, sia condizione di per sè negativa e testimonianza diretta di debolezza. Sbaglia.
Scritto da paperoga il 26/9/2011 alle 14:41
Non penso ci sia una continuità tout court fra i due arcivescovi; non avrebbe senso mettere una persona come il Card Scola per perpetuare l'esperienza di Tettamanzi.La chiesa milanese, in particolare, si è particolarmente ridotta come partecipazione dei cittadini alla vita religiosa. Sembra più diventata una agenzia sociale che non mette più al centro il senso religioso nella vita della Comunità.Certamente il Card. Scola saprà mantenere quello che veramente è AMBROSIANO. " NON ABBIATE PAURA"
Scritto da osservatore il 26/9/2011 alle 15:42
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