Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 10/6/2010 alle 09:26

Non si sta perdendo tempo a Milano nel preparare l’elezione del sindaco e del consiglio comunale per l’anno prossimo. Letizia Moratti è in seria difficoltà perfino in alcune frange della sua coalizione e si sente il profumo di una possibile vittoria. Il Pd si è reso disponibile a realizzare un vasto movimento civico che punta a risvegliare il civismo milanese che ha conosciuto nel passato un lungo protagonismo delle forze riformiste di centro sinistra. Come candidato sindaco si affaccia la figura forte e autorevole di Livia Pomodoro, presidente del Tribunale di Milano e questo risveglia l’interesse sopito di settori importanti della cultura, della scienza, dell’economia milanese.
Il Pd si interroga se, quando  e in quale modo utilizzare le primarie. Questo è sicuramente un segno di maturità democratica. Prima della recentissima modifica statutaria le primarie erano obbligatorie, ma raramente si tenevano. Oggi le primarie sono previste come la modalità ordinaria di scelta della candidature, ma i tre quinti dell’assemblea territoriale competente (Milano città in questo caso) o il 20 per cento degli iscritti possono decidere di soprassedervi. Non si tratterebbe dunque di una decisione presa tra quattro dirigenti intono a un tavolo, ma assunta invece con il coinvolgimento esplicito, pubblico, dichiarato di tantissime persone.
Questo naturalmente vale anche per Varese, Busto Arsizio e Gallarate. Sottolineo questo fatto per contribuire a ridimensionare un eccesso polemico intorno alle primarie e a riportare questo argomento nell’alveo di una seria e pacata discussione.

Commenti dei lettori: 26 commenti -
Per Busto Arsizio proporrei di svecchiare il gruppo che prova a vincere da 15 anni e che sta rastrellando una continua perdita di consensi elettorali. E' una posizione forte...ma peggio di così non si può fare, ergo cambiare...si rimane su quelle percentuali?Amen, quanto meno formiamo gente nuova e non incattivita da 15 o più anni di opposizione
Scritto da uno stufo di discorsi retorici il 10/6/2010 alle 09:43
Da milanese spero che il dibattito che si è aperto sia condotto con acume e lungimiranza e convolga tutta la città non strettamente berlusconiana. Sulle primarie si può discutere e io, da non iscritto, credo che l'impostazione sia corretta.
Scritto da Il pirata il 10/6/2010 alle 10:10
Mi sembra equilibrata la scelta fatta, le decisioni condivise sono spesso - ma non sempre - le migliori. E' giusto scaldare i motori per le prossime amministrative con largo anticipo, servirà ad evitare, almeno a Varese, esiti catastrofici come capitò nell'ultima tornata. Livia Pomodoro, se venisse confermata, è una scelta di alto profilo per Milano capace di raccogliere consensi anche "fuori casa". Questa è la chiave della riscossa a livello locale.
Scritto da cesare chiericati il 10/6/2010 alle 10:12
io non son di Milano, ma penso che come quasi sempre, e sempre secondo me nelle province,regioni, città che contano le primarie siano fondamentali. Io sinceramente non conosco Livia Pomodoro ed è appunto a questo che servoo le primarie a far conoscere meglio e a dare a un candidato che tu dici autorevole (e mi fido) anche una spinta dal basso.
Scritto da emanuele martini il 10/6/2010 alle 10:24
Le indicazikoni sono buone per Milano, che si sta già attivando, e anche per la provincia di Varese che avrà una tornata amministrativa molto importante. La mia domanda è se il PD e tutta l'opposizione sapranno essere coerenti e concreti nel realizzare una grande apertura sociale e culturale.
Scritto da Lorenzo il 10/6/2010 alle 11:25
Perchè non si parte così anche a Varese? Forse si sta già lavorando ma noi non ne sappiamo niente.
Scritto da Un semplice elettore il 10/6/2010 alle 11:46
In pieno accordo con quanto scritto da Chiericati, mi permetto una sola aggiunta; speriamo non capiti come per un'altra candidatura di alto profilo e che poteva risultare vincente con ottime probabilità, quella di Umberto Veronesi, affossata dai soliti "lungimiranti".
Scritto da Angelo Eberli il 10/6/2010 alle 11:58
In questa ottica le primarie sono uno strumento importante ma non un dogma. Mi sembra una acquisizione corretta e moderna per un partito sinceramente democratico. Auguri a chi ha il compito di attuare questa linea.
Scritto da Lucianone il 10/6/2010 alle 12:23
La scelta della Pomodoro per Milano potrebbe essere interessante purchè non sia stato fatto il suo nome per bruciarlo sul nascere. Guardando vicino a casa nostra, invece, mi incuriosiscono le future vicende elettorali di Busto. Saranno in grado di trattare l'argomento primarie "nell'alveo di una seria e pacata riflessione"? Facciamo portare una ventata di aria nuova dai Caschi Blu dell'Onu?
Scritto da Mafalda (PD nonostante tutto) il 10/6/2010 alle 12:47
Mi piacerebbe sapere su quali ipotesi vuole lavorare il PD di Varese per le nostre città. Spero che abbia abbandonato la strada della "vocazione maggioritaria" che ci condanna alla sconfitta.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 10/6/2010 alle 12:50
Mi scusi Adamoli, ma nelle giusta e doverosa discussione sulle primarie, qualcuno ipotizza anche una condidatura del Partito Democratico o la decisione definitiva è di appoggiare ancora una volta ad una "personalità della società civile" (quale leader) sacrificando la crescita di donne e uomini nuovi all'interno del Partito? Quanto mi piacerebbe ricevere risposta, ci terrei davvero molto.
Scritto da Giorgia - Varese il 10/6/2010 alle 13:53
Professione: giudice. Sesso: femminile: Origini: sudiste. Piazza: Milano. Complimenti per la scelta. La cosa non mi riguarda, non voto da 52 anni e sono residente in provincia di Varese. Ma chi pensa che il "soggetto in oggetto" possa avere qualche possibilità è un illuso e in politica l'illuso non fa rima con idealista. Fa solo pena.
Scritto da Filippo Valmaggia il 10/6/2010 alle 14:10
Da un pò sostengo che le primarie non sono 'la panacea di tutti i mali' ma possono rappresentare una preziosa opportunità. La capacità di essere 'aperti' e disponibili a 'farsi contaminare' può 'muovere' un elettorato che in realtà come Varese, Busto e Gallarate appare da tempo statico e fermo. La via, credo, potrebbe essere quella di mettere in campo il partito e il candidato sindaco con una sua lista 'agile' ed, appunto 'aperta' a liberi contributi ed energie positive delle rispettive città
Scritto da paolo rossi il 10/6/2010 alle 14:18
Non avevo letto i post precedenti. Visti insieme sono una presentazione delle primarie e del metodo di scelta dei candidati che mi trova consenziente. Non che conti molto, anzi non conta niente però forse può far piacere a chi si occupa di queste cose.
Scritto da Giulio Mentasti il 10/6/2010 alle 15:30
Cara Giorgia, non penso affatto che si debbano sacrificare donne e uomini che provengano dalle esperienze di partito se sono validi e capaci. Anzi ho sostenuto in passato che su questa strada della "società civile" si è ecceduto in passato con risultati elettorali scarsi e con la fuga immediata dei candidati che non erano stati eletti. Affermo però che non si può nemmeno avere pregiudiziali al contrario. Se una coalizione intera trova una soluzione di questo tipo appoggiamola con convinzione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/6/2010 alle 15:42
Bene, caro Giuseppe, hai spiegato che comunque non sarà una decisione presa da quattro dirigenti attorno ad un tavolo, ma conteranno gli iscritti con regole precise. Se queste regole fossero state esplicitate con chiarezza forse non avremmo letto una serie di post da lavandaie ( con tutto il rispetto di queste lavoratrici... ) apparsi su un blog nostro vicino. Non ti pare ?
Scritto da A: Vaghi il 10/6/2010 alle 17:03
Per completare il mio intervento sull'argomento ricordo un altro colpo di genio del recente passato: Bruno Ferrante. Professione: prefetto. Sesso : maschile. Origini: sudiste. Piazza: Milano. Risultato: non arriva neanche al ballottaggio. Se si presenta un candidato di minoranza si deve sperare necessariamente anche nell'appoggio degli indecisi. Ma come si può sperare che a Milano gli indecisi che non siano di sinistra votino un prefetto del Sud prima e una "giudicessa" del profondo Sud poi? Ma dove hanno la testa i nostri/vostri politici? Qualunque mestiere o professione annovera capacità, competenze, personalità tranne nel settore della politica. Gente raccogliticcia, incapace, che non esita a cambiare giubba, come un fantino la cambia fra una corsa e l’altra. Mi viene in mente un deputato che ancora oggi siede in parlamento. Ha militato nel PCI, poi in Alleanza Democratica, in Forza Italia e ora nell’UDC. Non è mica il solo. Stipendi altissimi che neppure questa crisi ha scalfito, privilegi, spocchia. Se mi sarà consentito (ma nutro qualche dubbio) di rinascere, non voglio nascere uomo. Voglio nascere politico.
Scritto da Filippo Valmaggia il 10/6/2010 alle 18:30
Da non PD sono meravigliato positivamente da questa discussione sulle primarie. Qualcuno dice che in fondo questi sono problemi che non interessano gli italiani ai quali in questo momente importa assai di più l'economia e l'occupazione. E' sicuramente vero ma la selezione dei nostri sindaci è un problema democratico di prim'ordine che alla lunga tocca gli interessi reali dei cittadini.
Scritto da Bianchi Giò il 10/6/2010 alle 21:37
A dire il vero A. Vaghi fa un'osservazione giusta. Perchè non si sono fatte conoscere queste norme sulle primarie? Solo in questa maniera si possono evitare polemiche odiose tutte interne al PD che allontanano la gente dalla politica di centrosinistra.
Scritto da G.C.B. il 10/6/2010 alle 22:20
A Milano il PD ce la potrebbe fare e a Varese? Quali sono i candidati possibili? C'è un silenzio mortale. Per me è un brutto segno.
Scritto da Andrea il 10/6/2010 alle 23:13
Spero che il Sig. Valmaggi non suia del PD. Definire inadeguato un candidato in quanto anche "sudista", è il registro di un linguaggio mutuato da case politiche diverse dalla nostra.. Cosa vogliamo, il candidato "della terra e del sangue"? Più di trent'anni - o 40? - di lavoro nella città di Milano, non sono ritenuti sufficienti per conoscerne i problemi e per essere apprezzati? Se è così, il problema non è nel candidato.
Scritto da Erica il 10/6/2010 alle 23:24
E' in chi ritiene già scontata una linea di separazione che passa non solo tra le aree geografiche del paese - che spero rimanga unito - ma addirittura fra le persone, al nostro interno. Discutiamone, perché non sono la sola a non essere disposta ad accettare posizioni simili. Forse si vince sempre con candidati "nordisti"? No certo! Nato al nord o al sud un candidato lo si valuta per attre caratteristiche. Se no, c'è sempre la Lega. Credo che i cittadini siano molto più intelligenti
Scritto da Erica il 10/6/2010 alle 23:29
A. Vaghi e G.B.C. mettono sul tavolo un problema giusto: l'informazione corretta delle regole delle primarie. Permettetemi però di farvi notare che, come i link inclusi nel post dimostrano, questo blog la sua piccola parte l'aveva già fatta.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/6/2010 alle 23:41
@ Erica. "Forse si vince sempre con candidati "nordisti"? No certo!", scrive Erica sbagliando per scarse conoscenze. Dal 1860 a oggi Milano non ha MAI avuto un sindaco del Sud. Non sono io che considero inadeguato uno del Sud, sono i milanesi. I quali, inoltre, non apprezzano storicamente i funzionari pubblici, considerati parassiti. Da qui la mia convinzione che il candidato Pomodoro farebbe la stessa strada dell'altro funzionario pubblico del Sud Bruno Ferrante: poca.
Scritto da Filippo Valmaggia il 11/6/2010 alle 10:27
@Filippo. Credo che fra me e te - come esemplificazione di profili politici e non solo - passi una divergenza molto più profonda di quella che vuoi far apparire. Io non credo proprio che essere "sudisti" sia il discrimine del voto per i Milanesi. Però mi domando come tu possa usare questo termine, come niente fosse. Ripeto: come se il valore di una persona lo si misurasse dal luogo di nascita. E ri-ripeto: se tu la pensi così, e sei del PD, questo partito ha seri problemi.
Scritto da Erica il 11/6/2010 alle 12:33
@ Erica. Quello che credi tu conta tanto quanto quello che credo io: niente. Per capire bisogna guardare la Storia. La Storia dice che i milanesi votano professionisti maschi del nord. I fenomeni del PD candidano una donna amministratore pubblico del Sud. Complimenti … L'unica donna, invero, sarebbe proprio il sindaco in carica. Uso il condizionale perché devo ancora convincermi che Letizia Moratti sia una donna. A me sembra Stanlio. Un cenno biografico che mi riguarda. Sono nato a Varese, la mia famiglia proviene da una valle sopra Locarno ma entrambi i nonni materni erano della provincia di Taranto. Io non sono come “Trota” Bossi, il quale sparla delle insegnanti del Sud non ostante abbia come madre un’insegnate siciliana. Considero il sud Italia fecondo di capacità e intelligenze. Per finire, non preoccuparti del PD, io sto al partito di Bersani come questo governo sta all’etica e alla onestà …
Scritto da Filippo Valmaggia il 11/6/2010 alle 13:28
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