Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 19/7/2010 alle 09:06

Il senatore Paolo Rossi, nel suo commento al post di venerdì “Il sindaco di Varese”, mi ha scritto: «Mi pare di capire che sei favorevole alle primarie per la scelta dei candidati sindaci di Varese, Busto e Gallarate. Penso dovranno essere primarie vere, libere, aperte, non di facciata, non pilotate».
Se è solo per questo è da mesi e mesi che lo scrivo. Lo testimonia chiaramente il blog che tengo da due anni. Già per la Puglia avevo sostenuto che si dovevano fare, anche  contro il parere del PD pugliese e nazionale. La cosa che mi imbestialiva era che lo statuto veltroniano, da cestinare in varie parti, le prevedeva senza eccezioni e invece era un’eccezione quando si facevano. E questo sotto i vari segretari nazionali che si sono susseguiti. Questo vizio che le regole si fanno e poi si calpestano va estirpato dal nostro partito.
Attenzione però, lo Statuto è stato modificato recentemente con voto unanime dell’Assemblea nazionale. La nuova norma afferma che i candidati alla carica di sindaco vengono scelti con le primarie di coalizione. A Milano, per esempio, è già in campo Giuliano Pisapia per una fetta importante della sinistra. Può essere però che la coalizione non le accetti. In questo caso, per non tenere neanche quelle di partito, è obbligatorio il voto favorevole dei tre quinti dell’assembla cittadina, che dovrà poi spiegare  pubblicamente le sue ragioni.
Ho approvato questa regola e sono per il suo rispetto integrale. Le primarie sono un potente strumento di democrazia, ma non sono un dogma. Vanno preparate bene e per tempo dalle direzioni cittadine con una apertura reale e generosa verso le posizioni più scomode, anche di carattere civico. Altrimenti si rivelano un flop. Le primarie non possono fungere da scaricabarile delle responsabilità dei dirigenti. Del tipo: “se non abbiamo una linea chi se ne importa, decideranno le urne delle primarie”. Le primarie sottendono un “di più”, non un “di meno”, di onere per chi guida il partito. I candidati devono essere necessariamente più di uno e presentarsi con una un’idea, una piattaforma, un progetto di città. È urgente preparasi fin d’ora prima che sia troppo tardi.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 21 commenti -
Molto chiaro e condivisiblie. Primarie per costruire e non per dare l'idea di divisione....
Scritto da ale il 19/7/2010 alle 11:27
Penso che una strada simile dobbiamo seguirla anche qui a Milano. Segnali positivi si alternano ad altri un pò deludenti ma sono fiducioso che alla fine prevalga il desiderio di un confronto fra candidati diversi ma tutti portatari di un disegno di rinnovamento.
Scritto da Luca Borsani il 19/7/2010 alle 13:45
Prima che sia troppo tardi. Questo è il succo più importante del post, secondo me. Lo dico perchè sono convinto che in alcune città, per esempio Busto, si sta dormendo, non certamente sugli allori.
Scritto da Iscritto di Busto il 19/7/2010 alle 13:51
Troppo spesso le primarie si fanno quando il PD non è in grado di decidere. Bisogna cambiare atteggiamento. Autorevolezza del partito e primarie non sono in contraddizione. Anzi sono aspetti complementari. Uno rafforza l'altro. Questo è il messaggio che dobbiamo inviare agli elettori per galvanizzare la nostra parte, in ogni città.
Scritto da Carlo (Salò) il 19/7/2010 alle 14:10
Le primarie non servono più a niente, solo per far cassa, ci vogliono gli uomini più impegnati e non queste rivalità, cominciando da Bersani, Franceschini, Marantelli, Vendola che rilascia dichiarazioni da re.Tutta la sinistra è nel pallone, quella estrema peggio di prima quella del Pd.. il niente..sveglia politichesi non fatelo solo per mestiere ..ma per passione io uomo di sinistra vedo molto bene la Lega che è un modello da imitare ma non da copiare,questo è il problema.Schiranna un flop
Scritto da Stefano B il 19/7/2010 alle 14:52
Ve l'ho già detto più di una volta, state perdendo tempo con questa balla delle primarie. Se il partito funziona decide il capo. Il resto sono storielle senza senso. Guardate come fanno chi vince le elezioni.
Scritto da Un bossiano il 19/7/2010 alle 15:37
Sono lontano dal PD ma riconosco che questa discussione sulla selezione dei candidati sarebbe importante per tutti i partiti. Se il problema della politica è di essere lontani dalla gente, come si dice smpre, cercare di risolverlo in qualche modo è meritorio. Per il resto condivido con voi troppo poco.
Scritto da Bianchini Lorenzo il 19/7/2010 alle 15:54
Perfetto Giuseppe. Le regole anche sulle primarie sono, ovviamente, fondamentali. In senso general generico penso: più saranno aperte e vere e più saranno utili. La Lega oggi ha il vento in poppa ma rimane, al suo interno, piramidale ed antidemocratica. Noi siamo e rimaniamo per il faticoso e dispendioso 'confronto interno'. Se la politica, per risolvere le sue difficoltà e le sue contraddizioni, ha semplicemente bisogno di un capo 'gli altri' si accomodino pure. Noi siamo di un' altra pasta.
Scritto da paolo rossi il 19/7/2010 alle 16:13
E'compito del partito indicare il candidato anche se proviene dalla società civile; l'elettore ha il diritto/ dovere di condividere o meno l'indicazione del partito. Le primarie sono troppo manipolabili, soprattutto dalla stampa .
Scritto da neofita il 19/7/2010 alle 16:56
Mi è venuto un dubbio. Mi è venuto 35 anni fa. Non è che la democrazia parlamentare parassitaria vive spostando sempre il problema un po’ più in là? Commissioni, riunioni, votazioni, scadenze tecniche, elezioni, poi elezioni, poi ancora elezioni, rimpasti, fiducie, ribaltoni e ora anche le primarie per palleggiarsi le responsabilità. Pare di assistere a un “torello” calcistico (tecnica con la quale si mantiene il possesso della palla senza però produrre gioco). Io spero che prima che finisca questa eterna partita di calcio minore ci sia una bella invasione di campo da parte degli spettatori, noi, che infuriati aspergano di saliva questi, miserevoli, meschini, inutili esseri che indossano la maglia con scritto “politici”.
Scritto da Filippo Valmaggia il 19/7/2010 alle 18:04
Le primarie sono il tesoro che differenzia il PD dagli altri partiti, che ne fa un partito VERO e non una congrega con qualche padrone e molti servi che ubbidiscono ciecamente alle imposizioni che arrivano dall'alto. E non è un caso che le primarie prendano origine dagli USA. Oltretutto più di una volta è stato dimostrato che il voto delle primarie è quello che viene direttamente dalla GENTE, senza possibilità alcuna di un voto manipolato e con risultati che sono andati contro ogni previsione e contro ogni potere.
Scritto da pino s. il 19/7/2010 alle 18:40
La cosa più importante è che il partito non finisca per evaporare con una estensione troppo audace delle primarie. Se una forza politica non assume la responsabilità di selezionare i candidati, le rimane troppo poco. Meno male che si è almeno previsto che una maggioranza degli iscritti possa scegliere un metodo diverso. Le primarie devono essere serissime, non una concessione alla moda.
Scritto da Oreste M. il 19/7/2010 alle 18:53
Tutto bene, in teoria. Si tenga conto che noi a Lecco abbiamo vinto, senza primarie, eleggendo un sindaco del PD, Brivio, contro il vice ministro Castelli della Lega, che sembrava irresistibile. Questo vuol dire che le primarie sono uno strumento utile da usare con intelligenza. Saluti e auguri.
Scritto da Brielli G. il 19/7/2010 alle 19:07
Concordo con pino s. Le imposizioni non devono venire dall'alto. Al contrario: è tutto ciò che promana dal basso che ha valore. E' l'infermiere che indica la terapia al medico; è il bidello che suggerisce la lezione all'insegnante; è il raccattapalle che stila la formazione all'allenatore; è il sartino che illumina l'ispirazione dello stilista; è il praticante che scrive titolo e articolo di fondo del direttore; è il sagrestano che "sottotitola" il sacerdote durante l’omelia; era il ragazzo di bottega che svelava i segreti all'artigiano/artista … … Così deve essere anche in politica, luogo meno importante di una sartoria o di un campo di calcio ma pur sempre dignitoso. Le decisioni devono venire dal basso! Dopo tutto si tratta soltanto del futuro di una nazione! E ricordiamoci che l’opinione, cioè il voto, di due venditrici di uova porta a porta valgono il doppio dell’opinione di un povero, derelitto, unico (e non doppio e non trino) politologo.
Scritto da Filippo Valmaggia il 19/7/2010 alle 19:30
Siete patetici. Imparate da Bossi come si guida un partito. C'è un pò di discussione poi decide lui e tutti concordano e obbediscono. E vince le elezioni.
Scritto da Leghista doc il 19/7/2010 alle 21:38
@ Filippo Valmaggia. Cerco sempre di apprezzare la tua verve polemica non raccogliendo però le offese alla classe politica. Detto questo, come sempre ti sembrerò ingenuo (un eufemismo, per non insultarmi) ma credo che l’unica “invasione di campo” realisticamente possibile siano le primarie. Ma devono essere fatte bene, cioè impegnare anche chi è attualmente fuori dal “campo” e risultare combattute sulle idee, appassionate, magari incerte. Il risultato è difficile e questo è il vero problema. Quanto alla “democrazia” se vuole essere efficiente deve rappresentare l’effetto combinato di una élite intelligente e di una “base”, mai molto estesa, ma consapevole e attiva. Tu mi dirai che oggi non esiste né l’una né l’altra. Io invece non mollo la speranza. Questa è la differenza sostanziale che c’è fra noi, al di là di tutto il resto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/7/2010 alle 22:55
Il leghista e il bossiano in fondo non dicono cose tanto sbagliate. Se ci fossero leadership forti il PD non avrebbe bisogno delle primarie. Non è forse vero?
Scritto da Bernasconi Luisa il 19/7/2010 alle 23:30
"Questo vizio che le regole si fanno e poi si calpestano va estirpato dal nostro partitoInfatti abbiamo migliorato,adesso le regole si fanno e poi si cambiano per carità dall'Ass.Nazionale (bulgara)all'unanimità. Le primarie sono andate bene per eleggere Bersani ma non vanno più bene per eleggere il SegretarioProv.diVarese. E i tantiCircoli in Italia che hanno fatto i congressi prima delle elez.regionali? Hanno eletto i loro Segretari con le primarie.Meno male che lo Statuto non è laCostituzione
Scritto da Maria Rossa il 20/7/2010 alle 01:04
Giuseppe, ammiro da sempre la tua giovinezza intellettiva e la tua classe inarrivabile. La mia esperienza sul tuo blog termina qui. Quello che volevo dire, l'ho detto. Ti ringrazio dell'ospitalità e ringrazio tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggere i miei commenti.
Scritto da Filippo Valmaggia il 20/7/2010 alle 08:32
Caro Filippo, le primarie non servono a stabilire strategie o linee del futuro del Paese, ma a scegliersi il proprio rappresentante invece che farselo imporre dal gruppo dirigente. Non confondiamo le cose. Il sartino non avrà l'esperienza necessaria per "illuminare lo stilista": però avrà pieno diritto e libertà di scegliere da quale stilista andare ad apprendere. Una cosa: a volte è proprio il praticante che scrive titoli e articoli di fondo del direttore. Te lo posso garantire.
Scritto da pino s. il 20/7/2010 alle 14:30
Caro Filippo, se hai deciso di smettere di scrivere sul blog sono dispiaciuto. Spero non sia stato per la mia breve replica di ieri. Peraltro l'ho fatto raramente perchè non considero che essere titolare del blog mi dia il diritto di avere sempre l'ultima parola. La distanza politica fra noi è lunga, ma la dialettica fra diversi è uno (non il solo, certamente) dei lati belli di questa esperienza. Se ci ripensi un certo numero di lettori saranno soddisfatti. Ciao, Giuseppe
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/7/2010 alle 15:22
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