Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 27/8/2011 alle 11:30

 
 

Ho sostenuto anche nel recente passato che considero sbagliato l’automatismo fra un atto giudiziario nei confronti di un politico e le sue dimissioni dal Parlamento o dal Consiglio regionale.
Al contrario, ritengo invece doveroso l’abbandono delle cariche di governo e istituzionali.
Questa mia opinione l’ho confermata anche nel caso di Filippo Penati. Le dimissioni da consigliere regionale possono essere solo il frutto di una meditata e sofferta decisione personale. Ieri Penati si è peraltro sospeso dal gruppo regionale del Pd e dal partito.
Bene, altri politici del Pdl, nelle medesime condizioni, non si sono mai sognati di fare un gesto del genere.
Posso però dire senza peli sulla lingua che le sue dichiarazioni dopo che il Gip ha negato l’autorizzazione all’arresto solo per una questione di decorrenza dei termini mi hanno deluso?
Un’affermazione di questo tipo sarebbe comprensibile solo se potesse rinunciare alla prescrizione e affrontasse il processo, come sostengono alcune voci all’interno del Pd (Pippo Civati e altri).
E qui viene il punto politico. Forse esagera Antonio Polito quando scrive che il vertice del Pd sta “assumendo un atteggiamento da vergine offesa che le circostanze davvero non giustificano”, ma l’imbarazzo e il disagio della base sono manifesti e visibili.  
Bersani dovrebbe saperlo per primo.


 
Commenti dei lettori: 78 commenti -
Penati deve dare le dimissioni da consigliere regionale. Punto e basta. Nessun giustificazionismo. Ieri sera bella discussione alla Schiranna. Ma su questo punto non è stato detto niente anche se il tuo libro offriva spunti interessantissimi.
Scritto da Iscritto Varese il 27/8/2011 alle 12:04
Tre parole: dimissioni, dimissioni, dimissioni. In questo caso non c'è da spettare nient'altro
Scritto da Lucky il 27/8/2011 alle 12:09
Caro Giuseppe, hai sempre sostenuto, giustamente, di non dare giudizi affrettati in casi come questi. Ora il PM di Monza ricorre e chiede l'arresto di Penati. Corruzione o concussione ? Forse è meglio attendere prima di stabilire l'opportunità, direi la "bellezza" di rinunciare alle prescrizioni. Questo lo direi a tutti anche al "focoso" Pippo Civati. Rinunciare alle prescrizioni è la cosa più giusta e corretta. Ma quasi sempre pretendiamo che gli atti"eroici" li compiano gli altri.
Scritto da Ambrogio Vaghi il 27/8/2011 alle 12:11
Non c'era soltanto il "sistema" Sesto S. Giovanni, c'era anche il "sistema" Provincia con l'acquisto a peso d'oro di azioni inutili. Questo implica: Ds, Coop, in parte il vertice Pd di oggi. Meglio riconoscerle queste cose per non apparire falsi e velleitari.
Scritto da Bortoluzzi il 27/8/2011 alle 12:38
Caro Ambrogio, non so nemmeno se sia possibile rinunciare alla prescrizione. Infatti ho usato la formula dubitativa. Deve essere chiaro che ritengo Penati innocente fino a prova contraria (sentenza di condanna, patteggiamento o altro). Nel caso specifico l'arresto era ed è una misura cautelativa eccessiva. Pericolo di fuga? Inquinamento delle prove? Mah? Ciò che mi ha lasciato di stucco è stata la sua reazione quasi tronfalistica alla derubricazione dell'accusa da concussione a corruzione. Dire che è crollato il castello delle accuse non ha senso. Sostenga la sua estranetità con ragioni più solide. Ho fiducia che ne abbia di queste ragioni.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/8/2011 alle 12:46
Purtroppo questo è uno strascico di tangentopoli ed è un sistema radicato di finanziamento illecito che la sinistra (PCI-PDS-DS-PD) ha sempre anch' essa perpetrato. Il problema non è solo individuale ma politico ed a questo livello nessuno, ma proprio nessuno, ha il coraggio di pelare la patata bollente. Da qui passa certo rinnovamento anche dentro il Pd, non capirlo sarebbe grave. Spiace dirlo ma sono soprattutto gli ex Pci renitenti, tutti protesi a coprire modalità deviate ed intollerabili.
Scritto da paperoga il 27/8/2011 alle 12:56
Purtroppo questo è uno strascico di tangentopoli ed è un sistema radicato di finanziamento illecito che la sinistra (PCI-PDS-DS-PD) ha sempre anch' essa perpetrato. Il problema non è solo individuale ma politico ed a questo livello nessuno, ma proprio nessuno, ha il coraggio di pelare la patata bollente. Da qui passa certo rinnovamento anche dentro il Pd, non capirlo sarebbe grave. Spiace dirlo ma sono soprattutto gli ex Pci renitenti, tutti protesi a coprire modalità deviate ed intollerabili.
Scritto da paperoga il 27/8/2011 alle 12:56
Penati rappresenta il presunto “politico corrotto” di ieri o di oggi? Vent’anni dopo è meglio o peggio? La storia è evoluzione con qualche discontinuità e rare fratture. Vent’anni fa tutto era politica; le piazze erano affollate di giovani minacciosi e spesso armati e il motto era ancora quello del sessantotto: “Vogliamo tutto e subito!”. La corruzione politica ovviamente c’era ma si credeva che fosse tutta colpa dei partiti. E’ innegabile che miglioramenti ce ne siano stati; anzitutto nessuno crede più che la politica sia più importante della vita. Le piazze si riempiono ancora di manifestanti che però inneggiano alla pace, alla religione, al lavoro. I partiti sono scomparsi (gli attuali soggetti politici sono un’altra cosa) ma la partitocrazia e la corruzione politica sono rimasti. E’ anche scomparsa la distinzione tra pubblico e privato nel senso che ciascuno pensa agli affari suoi. Da almeno un decennio l’Italia non cresce più: non sono cambiati di molto i cosiddetti “fondamentali” ma l’economia, anche a livello mondiale, manca di “governance”. Un nuovo credo ha coinvolto l’Occidente: ciascuno è arbitro del proprio destino; lo Stato non può (non vuole) fare qualcosa di più e tende a fare assai meno; i disoccupati sono tali perché non vogliono adattarsi al “dio-mercato”; lo “Stato sociale” è in via di smantellamento e ai poveri ci penserà il “capitalismo compassionevole”. La politica è diventata una rissa continua ma non si capisce qual è l’oggetto del contendere. In una società di mercato, priva di un nucleo di principi e valori etici, tutto è fungibile e può essere ragionevolmente scambiato, anche i valori possono essere barattati con le convenienze. Dov’è la destra e dov’è la sinistra ? Hannah Arendt ha scritto che il problema del Novecento erra il totalitarismo, ma quello del secolo successivo sarebbe stata la capacità di discernimento tra il bene e il male. La politica come la vita ha bisogno di un progetto; per andare da qualche parte c’è bisogno di una società coesa che non assorba le persone nel conformismo. Ma dov’è la politica? Camillo Massimo Fiori
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 27/8/2011 alle 13:04
Ciò che mi delude non è che qualcuno nel PD sia corrotto, specie se si parla di zone (come Sesto) dove si parla di un potere consolidato. Mi delude il fatto che una parte del partito stia difendendo più o meno tacitamente Penati, senza che si entri nel merito delle accuse. Detto questo, a differenza che a destra, NOI del centrosinistra abbiamo numerose voci molto critiche e giornalisti che fanno il loro mestiere e fanno domande scomode. Speriamo serva a qualcosa
Scritto da Davide il 27/8/2011 alle 13:12
Mi dispiace che il Pd possa apparire uguale agli altri partiti. Questo mi dispiace molto. La legalità al primo posto.
Scritto da Vittorio (Luino) il 27/8/2011 alle 13:55
"La politica come la vita ha bisogno di un progetto; per andare da qualche parte c'è bisogno di una società coesa che non assorba le persone nel conformismo". Splendido @Camillo Massimo Fiori: un invito ad ESSERE, attenti cioè ai valori veri, alle persone vere che ci sono, e tantissime, e che meritano di non dover restare omologate a quel sistema di appiattimento e di mediocrità. Per il Bene della "societas".
Scritto da Ex Legnanesi & Bustocchi il 27/8/2011 alle 14:19
Condivido @Paperoga. Pci, Pds, Ds hanno fatto del falso moralismo la loro bandiera e così quando tocca a loro sono imbavagliati e non parlano neanche quando dovrebbero. Gli chiedo come, secondo lui, si può uscire da questo inpasse. Io non lo so.
Scritto da Valceresio il 27/8/2011 alle 15:55
Caro Massimo, riflessione profonda e amara la tua. Dov’è la politica? Mi permetto solo di suggerire un elemento di valutazione in più. Proprio per l’interdipendenza del sistema economico in quasi tutto il globo credo che la politica abbia bisogno di una suggestione e di un riferimento mondiale. Dieci/quindici anni fa per iniziativa di Blair e Ghiddens (inventore della Terza Via), e successivamente di Clinton e Prodi e altri leader di centro sinistra, si era parlato di Ulivo Mondiale (definizione giornalistica italiana). L’obiettivo era guidare (o influire) sulla “società del mercato” per renderla più giusta o meno ingiusta. L’idea è finita con quei leader. Un magnetismo rinnovato e molto più forte di quel tipo può forse essere di aiuto al centrosinistra per rinnovare la nostra politica.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/8/2011 alle 16:20
La presunta diversità comunista, in materia, non esiste. Occorre caro @valceresio, che si analizzi seriamente il rapporto affari/politica anche da quelle parti, radicalmente e con coraggio. Non lo faranno, temo che ci sia qualcosa ancora in corso. Brutta cosa essere moralizzatori solo a casa d' altri. La logica è quella integralista del ma il partito, il partito, il partito. Il partito è uno strumento di democrazia non una Chiesa.
Scritto da paperoga il 27/8/2011 alle 16:35
@Davide, sono con te. Anch'io sono deluso dal fatto che "una parte del partito stia difendendo più o meno tacitamente Penati, senza che si entri nel merito delle accuse". Perchè? Cos'hanno da temere o da nascondere? Il silenzio è in verità un urlo di condanna per il loro comportamento.
Scritto da Baroffio Loredana il 27/8/2011 alle 16:36
@Ex Legnanesi e bustocchi, è vero che ci sono tante persone che meritano di non restare omologate a quel sistema di appiattimento e di mediocrità, come dite voi. Per questo motivo è necessario che i dirigenti del partito parlino chiaro
Scritto da Ruggero il 27/8/2011 alle 17:05
Caro Giuseppe, su VN ho citato Wittgenstein (su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere), ma in questo caso vi è un obbligo a NON TACERE. Le cose che scrivono i giornali sono cose di cui si può e si deve parlare, e deve farlo Penati, per lealtà verso noi tutti, verso chi siede al suo fianco in Regione. La prescrizione è un falso problema, come lo è la pretesa di fare oggi il processo al PCI o ai DS. Il problema è più semplice e radicale: dire la verità.
Scritto da roberto caielli il 27/8/2011 alle 17:57
Caro Roberto, sono in linea con quanto tu dici. Sarebbe molto meglio conoscere la verità. In questo modo si eviterebbe la gogna mediatica anche per persone e forze economiche, sociali e politiche che nel loro insieme non c'entrano niente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/8/2011 alle 18:26
Non comprendo perché l'atto politico della sospensione dal PD dovrebbe includere anche la formale uscita dal gruppo consiliare della Regione. Uscire per andare dove? Il Regolamento regionale interno prevede che i gruppi siano composti da almeno tre consiglieri, ad eccezione di quelli costituitisi all’inizio della legislatura. Lo sanno bene gli ex consiglieri Agostinelli e Squassina che nella scorsa legislatura, quando uscirono da Rifondazione Comunista, poterono costituire un nuovo gruppo politico (SEL non era ancora nata) solo grazie al provvisorio appoggio tecnico di Pippo Civati, che uscì dal gruppo PD per rientrarvi un mese dopo. Dunque Penati, alla data di oggi, non potrebbe costituire un nuovo gruppo e, almeno in teoria, non potrebbe neppure costituire un “gruppo misto”, salvo un’eventuale benevola e consociativa interpretazione del regolamento che gli consenta di farlo, dandogli così la possibilità di mantenere i fidi collaboratori (la segretaria ed il portavoce, Franco Maggi). Tutto questo per dire che il mio sospetto è che l’atto di autosospensione non abbia alcun significato politico, ma sia un puro tatticismo per prendere tempo e garantire le proprie truppe fedeli. Sul caso Penati la mia posizione è stata chiara da subito: conoscendo il suo modo di governare, non sono per niente stupito se la sua pratica di potere comprendesse anche prassi illecite o altre forme di abuso amministrativo. Secondo me O SI DIMETTE DALLA CARICA DI CONSIGLIERE O RIMANE TASSATIVAMENTE CONSIGLIERE DEL PD. Uscendo dal gruppo cosa tutelerebbe? Tutela solo se stesso.
Scritto da Leonardo C. il 27/8/2011 alle 18:51
@Paperoga e Davide, quando lo capirete che il Pd è quasi uguale al Pdl? Solo la Lega ha avuto un numero irrisorio di accuse dalla magistratura.
Scritto da Bossiano doc il 27/8/2011 alle 19:03
Giuseppe, cosa vuol dire che "In questo modo si eviterebbe la gogna mediatica anche per persone e forze economiche, sociali e politiche che nel loro insieme non c'entrano niente" (tua risposta a Roberto Caielli). A chi ti riferisci? A me pare che c'entrino, eccome.
Scritto da Nicola il 27/8/2011 alle 19:03
La premessa è che un accusato è innocente fino a quando ecc...ecc... 1) Un abominio giuridico è la frequenza con cui i procedimenti si vanificano nella “prescrizione”. E' prassi che la “prescrizione” si presti ad interpretazioni deteriori perché avvolge l'indagato in un alone di dubbio che si presta alle speculazioni proprie dei bassifondi della politica italiana. 2) La questione in oggetto ha però un aspetto positivo e assicurante di normalità, perché dimostra che i comportamenti politici ed amministrativi di destra e di sinistra – positivi o negativi che siano – sono simili. Non esiste alcuna “differenza antropologica” tra noi e loro, ma siamo tutti peccatori di fronte al Signore. Se è vero che Paolo scrisse ai Romani affermando che Dio ha predestinato alcuni, non è affatto dimostrato che si riferisse a noi di sinistra. Le differenze, al più, sono di ordine quantitativo, e si capisce, avendo noi governato assai meno di loro. Godiamoci dunque la nostra riconquistata normalità: alleluja!
Scritto da ulderico monti il 27/8/2011 alle 19:22
Il PCI-PDS-DS dopo tangentopoli, essendo stato solo sfiorato dalla magistratura, non ha mai ritenuto di fare pulizia al suo interno né ha mai fatto una salutare autocritica. Il marcio che stà uscendo dal caso Penati ne è una dimostrazione evidente. Il cordone ombelicale con le cooperative rosse ed i relativi intrecci di potere non sono mai stati recisi. E poi che cosa significa autosospendersi? Anche questa. è una presa in giro. E l'esultare per la prescrizione: vergogna!
Scritto da Lodovico il 27/8/2011 alle 19:34
La chiara, coraggiosa, oggettiva, responsabile conclusione del post è anche il sentire della gente qualsiasi.
Scritto da Carlo il 27/8/2011 alle 20:22
Caro Leonardo - Ti do atto molto volentieri che sul caso Penati hai avuto fin dal primo minuto una posizione dura e trasparente. Conoscendoti, non avevo dubbi che non avresti usato un nickname. Sulle dimissioni mi sono già espresso. Sull’uscita dal gruppo invece ti devo correggere. E’ chiaro che andrà nel gruppo misto. Il caso di Squassina e Agostinelli era totalmente diverso. Loro volevano costituire un gruppo politico e non finire nel gruppo misto. Così Penati sarà svincolato da qualsiasi presa di posizione che il Pd potrebbe liberamente prendere. E’ anche una posizione tattica per mantenere il suo staff? Non escludo che ci sia questo tentativo ma non ritengo affatto che gli sarà possibile.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/8/2011 alle 20:51
Caro Nicola, mi riferisco ai corpi sociali delle Coop, del Pd e, più dettagliatamente, ai gruppi dirigenti di Sesto S. Giovanni e Milano, i quali nell’insieme, ripeto nell’insieme, non hanno responsabilità specifiche. A meno che non si ricorra al mantra per me inaccettabile del “non potevano non sapere”.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/8/2011 alle 20:53
Rilevo che si dedica molto spazio ai comportamenti tattici e opportunistici, anziché alla preponderante questione etica. Il personaggio è oggetto di attenzione da molto tempo, le accuse sono pressanti, la difesa attraverso la prescrizione è infamante: da mesi gli organi di disciplina del Partito avrebbe dovuto indagare e prendere provvedimenti, almeno in via cautelativa. La decisione di una sospensione dagli incarichi e dal partito avrebbe dovuto essere decisa dal Partito stesso e non lasciata dall'ambigua sensibilità del soggetto. Questo si deve fare, se si vuole dimostrare che si è PARTITO !
Scritto da ulderico monti il 27/8/2011 alle 21:20
Sapete perché io di sinistra mi sono affezionato a questo blog? Perchè fa degli approfondimenti seri. C'è sempre qualcosa da imparare dai post e dai commenti. Le idee sono diverse ma questo è il bello del confronto politico.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 27/8/2011 alle 22:29
Questa mattina l'ex capo della Procura di Milano ai tempi di Mani Pulite ha dichiarato al Corriere della Sera a proposito delle azioni della Serravalle di proprietà di Marcellino Gavio: "La Provincia e il Comune avevano la maggioranza. Un patto di sindacato garantiva il controllo, le azioni vennero pagate molto più del dovuto". Più di così che cosa si vuole? Il vertice del Pd è dentro fino al collo. Il garantismo di Adamoli lo capisco e lo condivido, le stronzate di Bersani no.
Scritto da Umbertone il 27/8/2011 alle 22:29
@Camillo Massimo Fiori. La Arendt aveva il profilo e l’orizzonte di un cane bassotto. Morì nel 1975 ma per lei il totalitarismo ebbe solo due facce: comunismo e nazismo. Visse 35 anni in America e non si avvide di nulla. La banalità della superficialità.
Scritto da Filippo Valmaggia il 27/8/2011 alle 22:34
Ah, dimenticavo. Gerardo D'Ambrosio è attualmente senatore del Pd.
Scritto da Umbertone il 27/8/2011 alle 22:40
Sono distante da @Lodovico quando quando parla di problemi etici come il testamento biologico ma il suo commento di oggi lo approvo piuenamente. Bravo!
Scritto da Tombolini Augusto il 27/8/2011 alle 22:52
Alle ore 21,20 ho scritto: “Questo si deve fare, se si vuole dimostrare che si è PARTITO ! Alle 22,30 mi telefona un amico (che ha un'idiosincrasia per tutti i blogs): “Sei un nostalgico: l'altro giorno mi hai afflitto con il famigerato “hanno detto che siamo di granito”, oggi scrivi PARTITO, con lettere maiuscole! Se credi ancora nelle favole te ne racconto una io...” e mi recita il brano di Majakovskij che inizia con “E QUANDO ALLE BARRICATE SI GIUNSE... “ e termina con il celebre “BUON VIAGGIO! NOI ANCHE AD OGNI CUOCA INSEGNEREMO A DIRIGERE LO STATO!”. “Perché ti rattristi, anima mia, / perché ti agiti in me?”.
Scritto da ulderico monti il 27/8/2011 alle 23:11
Caro Ulderico, non mi è piaciuto il silenzio del vertice Pd che si è deciso a convocare una riunione per vedere le "carte" di Penati solo per settimana prossima. Però, ti posso dire una cosa? C'entra poco col caso in questione, ma te la voglio dire lo stesso. Verso queste inchieste di partito (iniziale minuscola) nutro una forte diffidenza. Ne abbiamo viste di tutti i colori.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/8/2011 alle 23:12
@Adamoli dice- “Bene, altri politici del Pdl, nelle medesime condizioni, non si sono mai sognati di fare un gesto del genere”. Caro Adamoli io non giudico in casa d’altri , se non per evitare di votarli .Quello che mi interessa è il comportamento del MIO Partito¬. Già ho problemi a seguirlo nella titubante linea politica ma soprattutto nel comportamento etico non transigo. Lo statuto non prevedeva anche un Comitato etico? Chissà di cosa si doveva interessare se non di questo…Purtroppo sui giornali si leggono fatti molto circostanziati, non è la solita montatura dei giudici comunisti (oddio in questo caso fascisti?).Penso a quanto la dirigenza di Penati sul Pd lombardo abbia potuto influire sulle dinamiche di correnti, sulla democrazia interna, sulla scelta dei candidati…Penati non era solo, il caso Serravalle se confermato è emblematico, si tratta di Consorteria. Andrà nel gruppo misto in Consiglio Regionale?Bene continueremo a pagargli lo stipendio, tanto paghiamo anche la Minetti…
Scritto da Maria Rossa il 28/8/2011 alle 00:18
Caro Giuseppe, hai ragione: ne abbiamo visto di tutti i colori! Ma quando io voto, sottoscrivo una “delega” ad un gruppo organizzato di persone che per convenzione e tradizione definisco Partito, a cui affido le mie speranze ed illusioni. Devo di necessità esser convinto che i “delegati” siano probi e illuminati. E coraggiosi. Se mi convinco che essi, coloro che ho scelto, ovvero il Partito, sono un comitato d'affari, sono compromessi, sono pusillanimi, ho due possibilità: o mi rassegno illudendomi che essi siano il meno peggio, o mi ribello. Ma la ribellione è vana, perché io sono impotente.
Scritto da ulderico monti il 28/8/2011 alle 06:02
Caro Giuseppe, nel precedente intervento sul partito (o, a piacere, PARTITO), ho tralasciato una domanda: se il partito non è in grado di tutelare se stesso, come potrà tutelare i cittadini, cioé svolgere una azione di governo?
Scritto da ulderico monti il 28/8/2011 alle 06:49
@ulderico monti cita Majakovskij: "NOI ANCHE AD OGNI CUOCA INSEGNEREMO A DIRIGERE LO STATO!” Uno pensa a Rosy Bindi e dice: "profetico questo Majakovskij".
Scritto da Filippo Valmaggia il 28/8/2011 alle 08:05
@Filippo Valmaggia (22.34) - Posso convenire che i totalitarismi del Novecento non sono stati solo quelli comunista e nazista. Ma non vorrai mica dirmi che l’America nella quale ha vissuto Hannah Arendt era totalitaria? Non lo era nemmeno dal punto di vista del cosiddetto “pensiero unico” che é sopraggiunto alla fine del comunismo. E poi totalitarismo e pensiero sono una contraddizione in termini. Quanto alla Arendt, che ho letto da giovane strappando qualche ora al sonno, merita tutto il mio rispetto. Ma questo tu sai già molto bene.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/8/2011 alle 09:55
@Maria Rossa e @Ulderico Monti - Non vorrei che il mio garantismo abbia nuociuto alla chiarezza della mia posizione. Se Penati si dimetterà dal consiglio regionale saluterò con soddisfazione la sua scelta. So benissimo quale carico di tormento, di angoscia e di dolore comporta. Ma poi ti senti più libero e puoi perfino riprendere quel seggio. Impresa difficilissima (rarissima con le preferenze della gente) ma possibile se usci pulitissimo. Anzi ti senti più forte di prima. Nella commissione nazionale Statuto, che da più di un anno non si riunisce più, ho sostenuto, a proposito del Comitato etico, che senza regole più precise e senza sanzioni è una gran presa in giro (accoglienza gelida). Detto tutto questo, non credo ai processi alle persone inscenati dai partiti e nei partiti (cioè dai burocrati) quando la giustizia ha già fatto il suo corso. Rischiano di essere una sceneggiata inutile e disgustosa. A Napoli, ad esempio, non era il caso di intervenire ben prima del termine della passata leglislatura? E sulle azioni della Milano Serravalle perchè i Ds non avevano fatto niente malgrado i rumours di quegli anni?Certe analisi e valutazioni debbono precedere e non venir dopo i fatti giudiziari. Resta in ogni caso intatta la mia diffidenza verso il partito “chiesa” nel quale si fanno le confessioni e si ottengono le assoluzioni, magari dopo una buona penitenza. Dio non voglia che sia finito in un partito così. Ne uscirei subito. Meglio piuttosto il “caos organizzato” dei partiti veramente “laici”.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/8/2011 alle 10:04
Penati a questo punto ha una sola strada: le dimissioni immediate. Ha già aspettato troppo.
Scritto da Nicola Larghi il 28/8/2011 alle 10:24
Certo, caro Giuseppe, riguardo al personale Penati si può portare con sé solo la quota equivalente ad un D1, sempre che non ci siano interpretazioni estensive della legge regionale n. 20/2008, art. 67. Sto dando l’impressione di sfrugugliare troppo? Sì, stiamo parlando dell’utilizzo di denaro pubblico. E in tempi come questi, l’argomento è estremamente di attualità. E poi ha ragione @Ulderico Monti. Qui il tradimento della delega e della fiducia dei cittadini è enorme. Che cosa faremmo in questo momento se Penati avesse vinto le regionali del 2010? Oppure se Boeri avesse vinto le primarie (oggi Penati sarebbe ancora il vice di Bersani, del Bersani che inneggia allo sciopero …). Bentornata a @Maria Rossa che mette il dito sul problema della consorteria. Ieri Majorino e il governatore toscano Rossi hanno chiesto le dimissioni di Penati dalla carica di consigliere. E a chi ha condiviso, negli anni, le scelte politiche e amministrative di Penati (ad esempio, Serravalle) e che, magari, ha pure fatto parte del “direttorio finanziario democratico”, quando verrà chiesto loro il conto?
Scritto da Leonardo C. il 28/8/2011 alle 10:29
Adesso Bersani vuol fare una commissione d'indagine. Ma se Penati era il suo braccio destro? Vuol farci intendere che lui non sapeva niente? Non dico di Sesto, questo lo posso ammettere. Dico di Marcellino Gavio e delle azioni comprate dalla Provincia sovraprezzo per salvare certe iniziative imprenditoriali delle coop? Bersani ci eviti queste furbate emiliamo romagnole, per favore. A Milano siamo meno ingenui o più liberi anche dentro il Pd.
Scritto da Botta Carlo il 28/8/2011 alle 10:38
Caro Adamoli (10:04), un inno all'onestà intellettuale. Che fa bene al cuore e alla mente.
Scritto da Ex Legnanesi & Bustocchi il 28/8/2011 alle 10:53
Ottimo @Leonardo C., però devi ammettere che, scorrendo i blog di Milano e Lombardia, Adamoli è uno dei pochissimi che ha parlato già 2/3 volte di Penati. Lui ha tutti i titoli per chiedere le dimissioni di Penati e per mettersi a dare giudizi eppure non lo fa. Mi sembra un comportamento che gli fa onore. Caro @Leonardo, non ti conosco e forse non sai a cosa mi riferisco. Lo sai?
Scritto da Il pirata il 28/8/2011 alle 11:27
C'è poco da discutere. Penati deve dare le dimissioni. Avanti ancora un pò e trascina nel fango anche Bersani. Il quale abbia il pudore di dire tutta la verità o di stare zitto sull'affaire Serravalle. Le mezze parole sono solo aggravanti.
Scritto da Ex Pci Gallarate il 28/8/2011 alle 12:05
@Il pirata, l’eleganza di Giuseppe è fuori dubbio. E non sarà un blog a giudicare o condannare. Certo è che ognuno di noi parla con cognizione di causa o per esperienza personale, che alla fine si scopre essere la stessa cosa. Detto questo, non capisco cosa dovrei sapere. Se il tuo anonimato ti consente di essere più chiaro e esplicito, potrei capire meglio.
Scritto da Leonardo C. il 28/8/2011 alle 12:38
@Leonardo C. Faccio un mestiere che mi permette, anzi mi induce a essere quasi sempre online. Così ti rispondo subito. Mi riferivo alla storia personale di Adamoli e alle sue dimissioni da consigliere nel 1992 che secondo molti che lavorano in Regione non doveva assolutamente rassegnare. Invece lui le ha date ed altri, che avrebbero dovuto darle, hanno continuato a prendere lo stipendio per altri tre anni, senza farsi mai vedere.
Scritto da Il pirata il 28/8/2011 alle 13:22
Adesso facciamo passare Penati come un ladro solitario. Ma vogliamo capire cosa ci sta dietro o facciamo i finti tonti? Così, caspita, si finanziava il partito e le campagne elettorali.di qualcuno. E Bersani non sapeva nulla? Se non ci libereremo da questa ipocrisia è finita.
Scritto da paperoga il 28/8/2011 alle 13:32
Il sistema Penati rasenta o investe anche Bersani. I Ds hanno portato dentro il Pd i loro intrecci con Coop e mondo degli affari. Questa è l'amara realtà. Amarissima per me che sono di Sesto S. Giovanni.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 28/8/2011 alle 13:54
Ho sentito dal Tg che il Pd terrà una riunione del comitato di garanzia per valutare il caso Penati. Che pena! Adesso se ne accorgono. Quando Penati comprava le azioni da Gavio affinché lui aiutasse le imprese delle Coop dov'erano i capi dei Ds? A fare le prediche moralistice a Berlusconi? Speriamo in una scossa salutare. Ma bisogna cambiare metà verti del Pd. E Franceschini appena perso il congresso si è ritirato sotto l'ombrello bersaniano. Omuncolo!
Scritto da Giulio Randon il 28/8/2011 alle 13:54
@Il pirata, ricordo molto bene quei lontani giorni del novembre ’92. Allora il mio ufficio era a pochi metri da quello di Giuseppe e, insieme ad altri, detti il mio contributo al programma della costituenda Giunta Ghilardotti. Le immediate dimissioni date da Giuseppe non furono solo un gesto di elevata etica individuale, ma un atto politico fondamentale per le sorti della V legislatura. Occorre, infatti, ricordare che alla base dell’accordo tra le forze politiche che dovevano sostenere la Giunta Ghilardotti c’era la sottoscrizione vincolante di un “codice di comportamento” che prevedeva le dimissioni in caso di coinvolgimento giudiziario. Giuseppe, insieme al consigliere regionale PCI/PDS Gianstefano Buzzi (comasco) era stato il coraggioso regista del varo di quella più che anomala maggioranza che, nella sua prima versione, incontrava ancora non poche resistenze da parte del PSI e di molti DC. Con le sue dimissioni, non solo Giuseppe onorò il valore politico di quel “codice”, ma rese possibile il successivo varo, nel mese di dicembre ’92, della seconda Giunta Ghilardotti che, seppur priva di una maggioranza in Consiglio Regionale, svolse la sua funzione istituzionale a salvaguardia della legislatura. Infatti, è certo che senza il comportamento esemplare di Giuseppe quale Presidente del Gruppo DC, nessuno nelle settimane successive avrebbe potuto proseguire la linea politica da lui tracciata e reggere, come nel caso dei consiglieri PCI/PDS e Verdi (Verdi sole che ride e Verdi Arcobaleno), le pressioni contrarie dei rispettivi partiti. E’ bene ricordare che il segretario nazionale PCI/PDS, Achille Occhetto, si pronunciò pubblicamente, sulle colonne dell’Unità, contrario a questa operazione politica. E’ vero, come dici tu, che alcuni consiglieri inquisiti allora non si dimisero e continuarono a percepire lo stipendio. Ma quelli, ormai, rappresentavano solo se stessi.
Scritto da Leonardo C. il 28/8/2011 alle 14:43
Caro Giuseppe, in America vige il totalitarismo della “minoranza opulenta”, definizione cara a James Madison, uno dei padri costituenti. Ma mentre Madison pensava a un sistema progettato in modo tale da proteggere la minoranza opulenta dalla maggioranza, “l’audace depravazione dei tempi” portava la “minoranza opulenta” a schiaffeggiare con il proprio potere tutti gli altri. L’illusione che si potesse impiantare nella Nuova Inghilterra una classe di antichi repubblicani romani, filosofi benevoli che avrebbero utilizzato le proprie ricchezze per offrire benefici a tutti, si scontrò con il potere di delinquenti che usavano lo Stato per i propri interessi. Da allora nulla è cambiato. Nei due secoli successivi al sogno di James Madison, la “minoranza opulenta”, che condivide un chiaro interesse di classe, possiede il controllo delle istituzioni, parlamento e governo, mentre la popolazione rimane dispersa, frammentata, incapace di identificarsi e di rivendicare i propri diritti. “Chi possiede il Paese deve governarlo”. E chi sia a possedere il Paese non è un segreto: basta sfogliare Fortune 500. L’America è in mano a gruppi, famiglie (e famigli) che controllano la produzione, gli investimenti, le banche. Se non lo si vuole chiamare totalitarismo, lo si chiami pure Giovanni ma la sostanza non cambia. Hannah Arendt era di intelligenza mediocre se non capì. Oppure non vide perché era girata dall’altra parte. Dalla parte giusta …
Scritto da Filippo Valmaggia il 28/8/2011 alle 15:21
Per salvare il Pd, via tutto il clan Penati che a Milano e in Lombardia è molto esteso e via i vari Marantelli a Varese, modesti burocrati di partito..
Scritto da Giovane rottamatore il 28/8/2011 alle 15:45
Venerdì sera alla Festa Democratica della Schiranna si parlava di “Cuore e Regione”, mi sono trattenuto dal prendere la parola perché non sempre riesco ad essere controllato e misurato: il Cuore , la passione spesso hanno in me la meglio sulla ragione e sulla Prudenza ( che è anche una Virtù Cardinale ). E vengo al tema: Sono per le dimissioni di Penati da Consigliere Regionale perché l’affidabilità e l’onorabilità del Partito non può nascere da sentenze della Magistratura, ma deve nascere dall’affidabilità, onorabilità e sensibilità dei suoi singoli dirigenti. I Partiti e la Cooperazione sono due “beni pubblici di rango costituzionale” , infangarli significa infangare la Costituzione. E dalle accuse mosse a Penati, questo è stato fatto: le dimissioni contribuirebbero a restituire onorabilità anche alla Costituzione . Se poi consideriamo che stiamo parlando di conquiste popolari, nate dal sacrificio, anche di sangue, di lavoratori e intellettuali progressisti, allora si capisce meglio l’importanza della posta in gioco. Partiti popolari e di sinistra e “ società di mutuo soccorso “ sono nati dalla stessa carne e dallo stesso sangue, si fondano sugli stessi valori di eguaglianza ( una testa un voto) solidarietà, dignità della persona umana, democrazia. Tra partiti popolari e di sinistra e mondo della cooperazione i rapporti sono stati sempre molto stretti, legava e spesso lega ancora questi movimenti un cordone ombelicale non metaforico, in cui scorre una liquidità, che però non è più il sangue dei poveri, dei proletari, dei contadini che nella “mutualita” avevano trovato una modalità concreta di vita. Oggi in quel “cordone ombelicale” scorre ben altra “liquidità”. Oggi la” il mondo della cooperazione “ che la Costituzione tutela all’art. 45, non è più soltanto la “cooperativa di consumo”, il “circolo per anziani con annessa bocciofila”, non è più solo l’”opportunità di una casa” , con la loro innegabile “funzione sociale”. Oggi sempre più spesso le Coop sono Grande Distribuzione ( spesso senza concrete valenze sociali, basta vedere con che disagio si vive in certe aree svuotate di negozi ), Grandi Imprese di Costruzione, grandi aziende “Global Service” che gestiscono ospedali, Grandi Assicurazioni, Grandi Banche , ecc...che è giusto operino all’interno del “mercato” rispettandone pienamente le regole . I partiti popolari e di sinistra hanno la responsabilità morale di non strattonarle, né farsi strattonare, fuori dalle regole di mercato. E’ un problema che non interessa solo le Coop, a mio avviso interessa anche la Cdo e le triangolazioni che, attraverso essa, si creano tra politici, consiglieri di amministrazione e imprese associate. E’ un tema delicato, che ci ha già coinvolti emotivamente e mediaticamente in occasione del caso “Fassino-Consorte-Monte dei Paschi”: ci vuol tanto a capire che questo “cordone ombelicale” va tagliato, di netto, subito ? Non solo perché si è diversamente articolato il mondo della cooperazione, ma anche perché sta cambiando il ruolo dei Partiti e soprattutto dello Stato che i Partiti devono amministrare: uno Stato che sarà sempre meno attore e più regolatore. E’ tempo di tagli, aggiungiamo anche questo, contribuirà a risanare la politica, a ridarle il rispetto che merita,la dignità perduta. Facciamolo noi per primi, spontaneamente: renderemo al paese un servizio di cui ci sarà certamente grato.
Scritto da giovanniderosa il 28/8/2011 alle 15:52
Sig. Valmaggia, di tanto in tanto mi capita di condividere qualche sua analisi ( mi riferisco al commento delle 15,21) e allora onestà vuole che gliene dia atto. Ma, per favore, quel totalitarismo non lo chiami Giovanni.
Scritto da giovanniderosa il 28/8/2011 alle 15:57
Caro Leonardo, ti ringrazio per la ricostruzione di quel tratto di vita regionale travagliata e drammatica. Non sapevo che tu l’avessi vissuta così intensamente. Anche se da come scrivi e ragioni si capisce che hai una preparazione importante e profonda che viene da lontano.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/8/2011 alle 16:15
Caro giovane rottamatore, non ho titolo per essere il difensore d’ufficio di Marantelli. Con lui mi sono scontrato apertamente e lealmente su Lega Nord e Partito del Nord. Ma queste sono cose delicatissime. Lui non c’entra niente con le vicende giudiziarie di Penati e del suo staff. Capisco la rabbia ma indirizziamola almeno al bersaglio giusto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/8/2011 alle 16:17
Cari compagni, ogni medaglia ha il suo rovescio. Può essere l'occasione per fare pulizia. Pensate se Penati avesse vinto le elezioni che dramma sarebbe stato.
Scritto da Rosso malgrado tutto il 28/8/2011 alle 17:30
Il giudizio di @Filippo Valmaggia sulla Arendt è di corto respiro e non rende giustizia al commento di @Camillo Massimo Fiori. A proposito di totalitarismi e di Madison, Noam Chomsky, nell’opera “Stati falliti. Abuso di potere e assalto alla democrazia in America” (Il Saggiatore, 2007), mette in luce come dai tempi di Aristotele a quelli odierni, passando da Madison, il problema della politica sia sempre lo stesso: come proteggere gli interessi della “minoranza opulenta dalla maggioranza”. E’ il problema delle oligarchie, dei gruppi d’interesse e di potere e della loro esigenza di modellare i sistemi alle loro esigenze. Da questo punto di vista, Chomsky mette in evidenza che sebbene “nel corso dei secoli le lotte popolari abbiano riportato molte vittorie in nome della libertà e della democrazia il progresso non segue una traiettoria costante”. Vi sono ciclici momenti di sviluppo, dati anche dalla pressione popolare, che sono seguiti da fasi di regressione nella quale i “centri di potere” spingono per invertire questa tendenza. E’ la fase che stiamo vivendo in queste settimane, perché questa crisi del “sistema-mondo”, per dirla con le parole del sociologo Immanuel Wallerstein, più che economica è prettamente politica: la posta in gioco non sono solo gli standard di benessere, ma il futuro della democrazia, dei popoli che l’hanno già conquistata e di quelli del sud del mondo che aspirano a conquistarla.
Scritto da Leonardo C. il 28/8/2011 alle 17:44
Fino a qualche giorno fa ero molto prudente. Con quel che sta venendo a galla Penati dovrebbe sparire subito e con lui quasi metà del mio vecchio partito. Mi sento tradito.
Scritto da Luca C. il 28/8/2011 alle 18:10
Questo non è solo il processo a Penati. E' il processo al vecchio Pds-Ds. Ce l'eravamo cavata negli anni Novanta per il rotto della cuffia. I nodi non sciolti allora stanno venendo al pettine.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 28/8/2011 alle 19:08
Se @Leonardo C.omesichiama avesse conoscenze di Rebirthing saprebbe che il respiro si amplia con la condivisione. Io non posso respirare profondamente con Camillo Massimo Fiori per motivi anagrafici e tanto meno con la Arendt per motivi di … globuli rossi. Anche Chomsky mi è ostile ma ho sempre seguito con grande interesse le sue lezioni, spesso diventate libri. Le sue analisi sono apprezzabili, le sue conclusioni però sono dettate dall’idealismo e dall’umanesimo, il narcisismo collettivo di una specie. Il popolo non ha conquistato niente. Talvolta ha ricevuto un tozzo di pane salato con scritto sopra “democrazia”, e il popolo l’ha mangiato con entusiasmo. Salvo poi pentirsi per l’arsura conseguente. Si capisce che sto scrivendo all’ora di cena, vero?
Scritto da Filippo Valmaggia il 28/8/2011 alle 19:30
Cari compagni, consoliamoci. Questo non è un problema del Pd, è una vecchia abitudine che pezzi, solo pezzi, del Pds-Ds si portano dietro. Meglio tagliare quel filo ombelicale subito. Basta rapporti privilegiati con le coop, basta burocrati di partito che dopo una trafila oscura arrivano in regione e al parlamento. Mi sento già più libero.
Scritto da Rosso malgrado tutto il 28/8/2011 alle 20:20
Scusate la digressione ma vedere in queste ore New York come Tripoli: isolata, senza elettricità, con strade chiuse, mezzi pubblici fermi, corse per l’accaparramento di beni di prima necessità e rischi di sciacallaggio mi rallegra e voglio manifestarlo.
Scritto da Filippo Valmaggia il 28/8/2011 alle 20:25
Caro Giovanni (15.52) - Condivido molto del tuo ultimo commento che trabocca come sempre di passione civile. Per questo non entro nel merito, troverei antipatico sottolineare le poche cose che non condivido. Voglio metterti a parte di un mio sentimento. Sono meno pessimista di te sulla nostra situazione e sai perché? Non ho mai avuto verso il mio partito di appartenenza un rapporto quasi fideistico come il tuo (il vostro). Neanche verso la Dc della mia gioventù, che pure ha rappresentato l’ascensore sociale della mia vita portandomi a ruoli importanti. “Fidati dei tuoi ideali e dei tuoi principi, sono gli unici che non ti tradiranno mai”, mi ripeteva un parlamentare mio maestro e poi mio amico (On Luigi Michele Galli). C’è anche un altro motivo: non ho mai creduto alla “superiorità morale” dei partiti della sinistra. Anzi, da democristiano queste cose mi facevano “incazzare” da morire. Però credo una cosa che è molto più importante. L’elettorato del Pd (e del centrosinistra) ha un forte propensione all’etica pubblica. Non c'è bisogno di fare confronti con gli altri, evitiamo di essere e di apparire arroganti. Questa è la grande risorsa di cui disponiamo e se il Pd ne sarà degno riuscirà a completare la sua costruzione e a dare un grosso contributo alla riforma della politica. Da qui la mia fiducia.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/8/2011 alle 22:28
Grazie Giuseppe, la ta risposta mi rincuora ! Ce la faremo.
Scritto da giovanniderosa il 28/8/2011 alle 22:50
@Valmaggia:A NewYork come a Tripoli chi soffre è sempre la povera gente, "la maggioranza diseredata".Non si parlava anche per l'America di potere economico e politico concentrato nelle mani della "minoranza opulenta"?Meglio ragionare per classi sociali e non per appartenenza geografica.Mica si può portare alla sbarra un intero popolo...
Scritto da Maria Rossa il 29/8/2011 alle 00:23
@Maria Rossa, "portare alla sbarra un intero popolo" è già stato fatto. Perché intenerirsi con questi?
Scritto da Filippo Valmaggia il 29/8/2011 alle 09:16
Dopo la sconfitta subita alle elezioni provinciali, non condivisi la candidatura di Penati a Presidente Regionale. Mi sembrava un riciclo. Il mio candidato ideale non lo nomino in questa sede: sarebbe piaggeria. Ora le dimissioni mi sembrano indispensabili. Per il clima generale e, soprattutto, per il dovuto rispetto di elettori e simpatizzanti, oggi nemmeno troppo velatamente fatti passare da certa stampa e da parte dell'opinione pubblica come sostenitori di disonesti.
Scritto da FrancescoG. il 29/8/2011 alle 09:32
Condivido in toto, proprio in toto, @FrancescoG. Bravo.
Scritto da Luigino il 29/8/2011 alle 11:08
Sottoscrivo la posizione responsabile del post ma non posso tacere l'uso di due pesi e due misure del vertice del Pd. Se invece di Penati ci fosse stato un altro politico del pdl avrebbe urlato allo scandalo poiché non aveva ancora dato le dimissioni da consigliere.
Scritto da Marilena M il 29/8/2011 alle 12:28
@ Filippo Valmaggia e Maria Rossa. Mi fate ricordare un episodio. Inizio anno, in un liceo incontro con una signora che fu deportata ad Auschwitz.Italiana,cattolica. Una ragazza chiede, con tono duro:"Lei odia il popolo tedesco per quanto le ha fatto?". Risposta:"No.Non c'è motivo.Alcune persone hanno causato dolore e la responsabilità è personale.Non è di chi viene dopo e di un popolo che,comunque ha sofferto.E non coltivo odio,perchè uccide l'anima".La ragazza si è commossa.Ha nonna tedesca.
Scritto da FrancescoG. il 29/8/2011 alle 15:47
Caro Francesco, grazie per la tua testimonianza e il tuo pensiero, entrambi "positivi".
Scritto da Giuseppe Adamoli il 29/8/2011 alle 16:55
Quando ho parlato di “popolo alla sbarra” sapevo benissimo di offrire il fianco a Valmaggia, Norimberga era davanti ai miei occhi. Quello della responsabilità individuale o collettiva, quando si tratta di agire politico è un discorso davvero difficile da affrontare. Ha voglia qualcuno a dire “non in mio nome”, quando fai parte di un sistema sociale sei corresponsabile nel bene e nel male. Ma credo che esistano anche diversi gradi di responsabilità, un conto è far parte del gruppo di potere che decide sorti e guerre, altro in verità subirle o perché incapaci di veicolare il proprio dissenso in forma efficace, o semplicemente perché ignari di quanto succede sopra la propria testa. Ignoranza non sempre colpevole perché una delle massime per mantenere il potere è anche quella di tacere notizie, o modificarle a proprio tornaconto. Per quanto mi riguarda mi sento molto vicina agli illuminanti versi di Bertold Brecht. La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente.
Scritto da Maria Rossa il 29/8/2011 alle 22:36
@Maria Rossa. Un tempo le guerre le combattevano i guerrieri. Ora le subiscono i civili. Un tempo la guerra era la difesa del proprio campo, nel senso letterale del termine. Ora la guerra è la difesa del potere (economico) di pochissimi a scapito di moltissimi. Un tempo ci si identificava nel Capo e nella Nazione. Ora non ci sono più né capi né nazioni. Un tempo (anche non lontano) si adunava la Nazione e il popolo ascoltava direttamente le parole del Capo. Ora tutto è affidato a dispacci di agenzie, giornali asserviti e al filtro della televisione. Un tempo dulce et decorum est pro patria mori (è dolce e giusto morire per la patria). Ora è profondamente ingiusto e schifoso morire per Exxon o per British Petroleum. In questo Sistema la politica non ha ruolo se non quello di porta ordini. Non ci sentiamo rappresentati perché non siamo rappresentati. La Germania fu chiamata “giustamente” alla sbarra di Norimberga perché fino all’ultimo difese il suo Capo che morì al fronte, come un guerriero antico. E difese un’Idea, non una multinazionale, pagando il più alto prezzo di civili della seconda guerra mondiale (Russia esclusa). Il Giappone fu “giustamente” punito a Hiroshima e Nagasaki per la sua indomabile determinazione a non cedere. Quelli, quelli! erano popoli rappresentati. E non esistono più. Infine, alle parole di Bertold Brecht preferisco quelle di Platone (se bene in uno scritto forse apocrifo): “solo i morti hanno visto la fine della guerra”.
Scritto da Filippo Valmaggia il 30/8/2011 alle 09:45
A margine del post, altra bufera (strumentale?), dalle News di oggi: su Maran, "pupillo" di Penati, neo assessore ai Trasporti al Comune di Milano. Il Pdl ne chiede le dimissioni, il dipietrista Zamponi, vuole chiarezza da Penati: "Perchè Maran è assessore ai Trasporti?". Caro Adamoli, ma il "copione" è sempre immutabile ed obbligato come una specie di... link infinito?
Scritto da Ex Legnanesi & Bustocchi il 30/8/2011 alle 10:12
Errata (ovvio) "... il dipietrista Z. vuole chiarezza da Pisapia" (dal Sindaco, certo, non da Penati).
Scritto da Ex Legnanesi & Bustocchi il 30/8/2011 alle 11:04
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